Il Corriere Vinicolo, 28 Settembre 2015 – Stasera Bevo
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Il Corriere Vinicolo, 28 Settembre 2015 – Stasera Bevo
o f f Planet One Service è il primo network in Italia per la Formazione e Consulenze nel settore Beverage. In venticinque anni di attività l’azienda, consapevole dell’importanza della Formazione per gli operatori del settore, ha sviluppato una rete di 20 sedi in Italia dove è possibile seguire corsi con attestato certificato in varie specializzazioni fra cui bartending, Flair, caffetteria e manageriali. Con oltre 12.000 clienti, l’azienda si occupa di consulenze verso il mondo dell’industria e distribuzione bevande, realizza progetti ad hoc per pubblici esercizi e start up di nuovi locali, organizzazione di bar-catering per eventi e vendita di bar equipment. Da maggio a ottobre 2015 i trainer dei corsi Planet One sono ospiti a EXPO 2015 nel Cluster Cacao e Cioccolato con una serie di incontri sulla miscelazione golosa a base di cacao e cioccolato. Per ulteriori informazioni sull’azienda e seguire le ultime novità sul mondo del Bartending è possibile visitare www.planetone.it w i n e il corriere vinicolo n. 29 28 Settembre 2015 Stasera bevo Vintage Cocktail consigliato durante la lettura: Il bar e il mondo della miscelazione vivono oggi una nuova rinascita ispirandosi a tradizioni che sembravano dimenticate. E i nuovi locali alla vecchia maniera si rifanno al concetto di Speakeasy: come nel Proibizionismo, per entrare, bisogna sapere la parola d’ordine Cosa ordinare per “bere vintage” Mint Julep rigorosamente a base di bourbon A cura di Manuel Messina - Planet One Service Manhattan A volte per stare al passo coi tempi basta fare un salto nel passato. È cominciato nella moda con un’ondata di negozi e mercatini di abiti ed accessori vintage. Prima in America e poi in tutta in Europa, dove sono arrivate anche le fiere a tema e lo “swap party”, veri e propri eventi dove barattare i propri capi di moda dismessi. È toccato poi alla musica con un fiorire di ammiccamenti a sonorità jazz e atmosfere da Burlesque da parte di vari artisti. Su tutti le Puppini Sisters che reinterpretano hit pop spaziando da Beyonce a Gloria Gaynor con arrangiamenti e gorgheggi degni delle Andrew Sisters. E alla fine anche il mondo di locali e nightlife si è allineato a questa tendenza. Se da un lato i locali dove si può assistere a spettacoli di new burlesque rimangono una realtà di nicchia, fra questi in Italia spicca il Salon Parisien di Milano, la febbre vintage ha invece contagiato moltissimi cocktail bar. Il bar e il mondo della miscelazione, lontani dalle luci della ribalta dopo il boom dei barman acrobatici all’inizio degli anni ’90,vivono oggi una nuova rinascita ispirandosi a tradizioni che sembravano del tutto dimenticate ma che invece risultano terribilmente glamour. Basti pensare ai ruggenti anni ’20 in cui il bere miscelato era protagonista persino delle pagine dei grandi autori. Fitzgerald, ne “Il Grande Gatsby” e in “Belli e Dannati”, ci racconta di scatenate feste bagnate da drink in coppetta e baci strappati non prima del quinto cocktail. Parliamo degli anni del Proibizionismo in cui il divieto di servire alcolici invece di fungere da deterrente creava affascinanti retroscena. Si pensi ai locali Speakeasy, nascosti nei retrobottega, in cui si entrava solo con la parola d’ordine, o le produzioni illegali di alcolici distillati in recipienti di fortuna come la vasca da bagno. L’alcol e i cocktail si imponevano allora con decisione, uno stile di vita a volte scorretto ma assolutamente divertente e irrinunciabile. Questa eredità viene oggi rispolverata nei banchi bar di tutto il mondo con le necessarie once di saggezza in più: il cocktail “old style” è oggi qualcosa di ricercato, viene sempre più spesso realizzato con prodotti di qualità, ha un suo design e un suo costo, non è pensato per abusarne o per esagerare in una serata allegra. E così il barman, o meglio il bartender, diventa mixologist e comincia a miscelare le ricette classiche con ingredienti e aromi inaspettati. E ancora stupisce il cliente con la presentazione del cocktail, serve le ordinazioni in bicchieri antichi, magari ritrovati in mercatini di piazza o nelle credenze della nonna. L’evoluzione dello Speakeasy Il format più adottato da questi nuovi locali alla vecchia maniera è il concetto già citato di Speakeasy: proprio come succedeva nel decennio del Proibizionismo, per accedere al bar, gli avventori devono scovarlo, trovare la porta nascosta, bussare al campanello giusto e, soprattutto, conoscere la parola d’ordine. Al Please Don’t Tell di New York, ad esempio, si accede entrando in un ristorantino che fa hot dogs e poi digitando il tasto 1 nella cabina telefonica nascosta nel locale. Il Barber Shop di Sydney, invece, nasconde i suoi cocktail dietro al salone di un barbiere. Anche in Italia alcuni locali non si sono fatti mancare l’occasione di seguire la tendenza old style. Precursore di tutti è il The Jerry Thomas Project, in Vicolo Cellini a Roma, dove la parola d’ordine è la risposta all’indovinello pubblicato sul sito e cambiato regolarmente. A Milano il team del celebre Mag Café ha sviluppato due interessanti format: il 1930, un vero e proprio speakeasy in cui la drink list è raccontata in un romanzo a puntate, e il recente Backdoor43, la whisky room più piccola del mondo. C’è spazio solo per due ospiti ed il bartender, con il volto coperto da una maschera, vi si può rimanere al massimo 2 ore. Impossibile non citare poi il Nightjar di Londra, locale pluripremiato “casa” di Marian Beke, uno fra i migliori bartender al mondo, e Luca Cinalli, consulente drink per la multinazionale alberghiera Shangri-La. In questa riuscita evoluzione di un locale Speakeasy, è possibile scegliere il proprio cocktail dalla carta menu divisa per categorie: pre-Probizionismo, Proibizionismo, dopo-guerra e signature cocktail. Drink prestigiosi creati per offrire un’esperienza sensoriale al cliente con prodotti locali, sciroppi home-made e il coinvolgimento di erboristi e profumieri. Altra chicca del locale, la possibilità di ordinare liquori pregiati. Da provare un Old Tom gin del 1910 e ancora uno Straight Rye whiskey datato 1863 che va gustato con calma: ogni shot costa 60 sterline…! Descrizione sensoriale: Il whiskey americano con le sue note di mais la fa da padrone, bevendolo sentirete anche la leggera nota dolce data dal vermouth che rende il tutto armonioso Gusto: Secco e deciso Preferito da: Uomini Età media: sopra i 35 anni Cover Club Descrizione sensoriale: Un drink delicato e molto profumato dalla texture setosa Gusto: Tendente al citrico con la nota di lampone che prevale sul resto Preferito da: Donne Età media: Sopra i 25 anni 21