pomo di metallo saldato su un`asta di metallo
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pomo di metallo saldato su un`asta di metallo
L’elettroscopio è uno strumento di laboratorio formato dalle seguenti parti: pomo di metallo saldato su un’asta di metallo tappo di materiale isolante. Serve come supporto di sostegno a tutto l’apparato metallico foglioline di oro (oppure argento, alluminio) fissate sull’altra estremità dell’asta ampolla di vetro. Lo strumento può essere utilizzato per verificare che un corpo sia elettricamente carico. Possiamo elettrizzare per strofinio una bacchetta di plastica con un panno di lana oppure una bacchetta di vetro con un panno di seta. Otterremo due corpi carichi elettricamente uno positivamente e l’altro negativamente. Avvicinando la bacchetta alla testa dell’elettroscopio, le foglioline tendono a divaricarsi. Primo esperimento: elettrizzazione per induzione (temporanea) Avviciniamo alla testa dell’elettroscopio, inizialmente neutro, una bacchetta carica positivamente, senza che ci sia il contatto tra la stessa e la testa dell’elettroscopio. Le cariche negative dell’apparato metallico dello strumento sono attratte verso l’alto dalle cariche positive della bacchetta. Cariche di segno opposto, infatti, si attraggono. Alcuni atomi dell’apparato metallico dello strumento restano in deficit di elettroni, quindi sono carichi positivamente. Le foglioline, in basso, si troveranno in questa condizione. Essendo entrambe cariche con lo stesso segno (+), divergono, perché cariche dello stesso segno si respingono. Se rimoviamo la causa della deformazione delle foglioline, cioè se allontaniamo la bacchetta, le foglioline torneranno nella condizione iniziale di equilibrio. Possiamo ripetere lo stesso esperimento con una bacchetta carica negativamente. Il movimento degli elettroni, lascia le foglioline entrambe cariche negativamente. Segue, quindi, l’allontanamento delle stesse. Secondo esperimento: elettrizzazione per induzione (permanente) Posso ripetere lo stesso esperimento precedentemente descritto. Avvicino la bacchetta carica senza che si verifichi il contatto con l’elettroscopio. Questa volta, però, prima di allontanare la bacchetta carica elettricamente, tocco con la mano la testa dello strumento. Le cariche attraverso il mio corpo passano a terra. Si sono allontanate dall’elettroscopio definitivamente e lo strumento rimane carico anche se allontano la bacchetta. Rimane carico, cioè, anche se rimuovo la causa che ha provocato il divaricamento delle foglioline. Terzo esperimento: elettrizzazione per contatto Carico per strofinio una bacchetta. Avvicino quest’ultima all’elettroscopio e faccio in modo da realizzare il contatto tra la bacchetta e lo strumento. Se la bacchetta è carica negativamente, gli elettroni passeranno dalla bacchetta sull’apparato metallico dello strumento. Abbiamo variato in modo definitivo l’equilibrio elettrico dell’elettroscopio. Le foglioline divaricano e rimangono in questo stato, anche dopo aver allontanato la causa della deformazione. Se la bacchetta è carica positivamente gli elettroni passano dallo strumento sulla bacchetta, ma l’effetto finale non cambia. Per riportare le foglioline nella condizione iniziale di equilibrio, realizzo la messa a terra, toccando con una mano la testa dell’elettroscopio. Le cariche in eccesso transitano attraverso l’organismo dell’operatore.