IZIONI IlCORDI

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IZIONI IlCORDI
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«IZIONI IlCORDI
MUSIC LIBRARY
UNC-CHAPa 'rìU
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Edizioni Economiche Ricordi
G.
ROSSINI
LA
GAZZA LADRA
MELODRAMMA
Rappresentato per
la
prima volta
IN
DUE ATTI
Teatro della Scala in Milano
al
OPERA COMPLETA PER
il
31 .Maggio
1S17.
CA^'TO E PIA.NOFORTE
7.1 l'i
netti Fr. 4. 5^
Franco di porto nel Regno, Fr. 6,
~
—
'^O
1
"^ '
'
'
^
1--
^^^
Per gli Stati
dell'
Unione
postale,
Fr.
7
Proprietà della riduzione.
R.
^i
STABILIMENTO RICORDI
MILANO
—
Napoli
ROMA — Firenze
LONDRA
:6-,
PARIS
,»'
—
11. tj'» Boulevard
,
io'^
Hcgeiit
Sirtii.
W.
PER LA FRAXCIA ED IL BELGIO
Haussmanii . V. DURDILLY & C.'« . Boulevard
Haussmann, li.*"-
—
P.^^RIS
THE LIBR^m'
TH€ UMVERSTr 0!= NOfTTH CAROUM
N
GIOACHINO ROSSINI
la Gazza Ladra nel 1817 per la Scala di Milano, dove venne
rappresentata nella stagione di primavera colla Belloc, una Galianis,
OMPOSE
^^,.-
KyfA^ Monelli
i^'IS tra
^^^^^
Botticelli
,
,
Filippo Galli ed Ambrosi.
quelle di Rossini che ottennero successo più
Questa musica
fu
strepitoso, e fra
i
dura ancora vivissima la
Gazza Ladra.
Il libretto dell'opera può chiamarsi un vero imbroglio: l'azione procede
per via d'espedienti, di combinazioni, ammissibili solo appunto in un lisuperstiti epicurei musicali di quell' epoca
memoria
dei bei tempi della
ma
però il poeta Gherardini seppe trovare situazioni tali
da interessare 1' uditore e commuoverlo fino al pianto. Ed una delle più
salienti fra queste si e quella del celebre terzetto - Oh A'imic bciìcjico.
bretto d'opera;
,
Fernando Villabella
legge militare
,
Ninetta, addetta
netta conforta
mezzo arriva
,
trova
il
il
come
colpito da
modo
di
condanna
evadere
di
morte per infrazione
e di recarsi
a tro\'are
sua
fantesca alla casa di un signor Fabrizio.
alla
figlia
La Ni-
padre e lo rifocilla con un bicchiere di \'ino. In questo
Podestà, ruminando fra sé - // mio piano e preparato. -
Egli spera di trovar sola
la
Ninetta, per farle certe proposizioni che sa-
padre a fingere di dormire per non correre
rischio d'esser scoperto.
disturbare le manovre del Podestà giunge un
messo che gli consegna un foglio pressante il Podestà non ha con se
gli occhiali, e maledicendo agli affari, incarica la Ninetta di leggergli la
lettera. Al porre gli occhi su quella carta la povera Ninetta impallidisce:
è precisamente l'atto di ricerca del padre suo, resosi disertore
ella legge
a stento, sostituisce balbettando un nome al vero, cambia lì per lì connotati indicati nella missiva. E qui si svolge quel famoso adagio - Oh
Nume benefico - che restò fra le più belle pagine di Rossini. Il padre si
allontana, e il Podestà riprende la manovra interrotta e sciorina alla Ni-
peva
lui.
Ninetta prega
il
A
:
:
i
netta tutto
dizionario delle proteste d'amore le più ardenti, quanto più
tardive: gli è qui che ricompare il padre e dopo che la Ninetta, oftesa
il
giustamente, manifesta al Podestà tutto il disprezzo che si merita, il padre stesso, non potendo più contenersi, prorompe nella celebre uscita -
Uom
maturo,
della figlia.
e
magistrato!
-
compromettendo
cosi
se stesso
in
difesa
GIOACHINO ROSSINI
Una
delle
gemme
rossiniane è la sinfonia della Casosa Ladra, scritta
con quella grandiosità e semplicità che costituiscono l'opera del genio; e
fra r altre cose più salienti dell' opera citeremo la cavatina di Ninetta quel piaDi piacer mi balza il cor - Y! allegro dell'aria del tenore cer che adesso - allegro che nessuno dei tenori d'oggidì potrebbe cantare
come è scritto: la frase del tenore - Ed io la credea l' istessa onestà sfogo di dolore e di disperazione che la musica esprime con grande
potenza nella bellissima scena del processo. Un altro pezzo di quest' opera, giustamente celebre, si è il duetto dei due soprani.
Gioachino Rossini nacque a Pesaro, il 29 febbraio 1792, da poveri genitori, filarmonici per necessità. Il padre suo era suonatore di corno, la
madre una seconda donna, e viaggiavano di città in città, dove erano
chiamati dai loro meschini contratti. Constatate però le disposizioni del
piccolo Gioachino, questi venne lasciato in pensione da un salumaio di
Roma, ed affidato alle cure di un tal maestro Prinetti. Pare che
progressi non fossero soverchi con un simile Mentore, talché Rossini fu
inviato al Liceo [Musicale di Bologna, dove studiò con Alattei. Xel 1808
egli produceva in pubblico la sua prima musica, una cantata intitolata
rnionia per la morte d'Orfeo. E questa fu la prima pietra
// Pianto d'
di quell'imponente edificio alla cui cima sta il Guglielmo Teli. Da quella
a questo stanno in mezzo trentanove opere, lo Stabat Mater, la Piccola
Messa, le Serate musicali, alcuni quartetti d'arco, che non si sa più dove
siano (forse nell'Archivio di Bologna), parecchi pezzi di musica di genere
una gran quantità di composizioni per pianoforte alcune
religioso
Ma
i
A
,
,
sinfonie, ecc., ecc.
Gioachino Rossini mori a Passy
sua sostanza alla città di Pesaro per
il
la
novembre 1868, lasciando la
costruzione di un Conservatorio
13
Musicale.
Edwart.
LA GAZZA LA
MELODRA.\L\L\ IX DL'E ATTI
DEL DOTTOR
GHERARDINI
G-
-"1.-
-^-
^- -s_- -^^ ^- ^- -^- -i^- -^- •^- »5--
-iSi,-
^
-^^ -i^- -^^ -i^- -^- -i^- <^ -^
PERSONAGGI
ESECUTORI
Fabrizio Vixgradito, ricco fìttajuolo
Basso
BotlicdU rinccnzo
Lucia, moglie di Fabrizio
Mezzo-Soprano
Cajti^Iioni
Tenore
Monelli Savino
Giannetto,
-X INETTA,
figlio
di
....
Fabrizio
;
Gottardo, Podestà del
Isacco, merciajuolo
Antonio, carceriere
Giorgio, servo del Podestà
Gregorio, cancelliere
Usciere - Genti
La
.
servizio
di
Fabrizio
....
Ernesto, compagno ed amico
Pretore del villaggio
militare
e
.....
.....
al
di
Fernando
militare
e
.....
.....
d'
arme
-
.
Soprano
della Ninetta;
villaggio
Pippo, giovine contadinello
Un
.
serva in casa di Fabrizio.
Fernando Villaeella, padre
Il
militare
;
Contadini
e
Contadine
Basso
Maridta
.
Bdloc Teresa
.
Galli Filippo
Basso
Anthrosi Anionio
Contralto
Gallianis
Tenore
.
TUscollini Francesco
Tenore
.
N. N.
Teresa
Basso
Rosii^noli
Basso
De Angeli Alessandro
Basso
N. N.
Basso
N. N.
-
Famigli
di
Paolo
Fabrizio - L^na Gazza.
scena si finge in un grosso villaggio non mollo distante da Parigi.
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA.
AMPIO CORTILE DELLA CASA
Sul dinanzi domina un portico rustico con pergolato
Xel fondo e verso
il
;
ad un
pilastro è appesa
mezzo è coHccata una porta eoa cancello, per
Dlvi7'si abitanti del villaggio j alcuni
suo ito
PIPPO;
indi
LUCIA
entra
una gabbia aperta, dentro della quale
Ih che giorno fortunato!
Fab.
\'ieni,
vieni,
(essendosi accorti della gazza e deridendo Pippo)
Pippo?
Ancora?
Pip.
Ve' chi è
stato.
Lue.
Ah
La cazza
Pippo
Pip.
Taci là.
Pippo? Pippo? Ah ah ahà!
Marmotte, che fate?
Così m'obbedite ?
Coro
Lue.
?
Pippo
F.AB.
?
(deridendo Pippo)
A me
Lue.
Lue.
-
Tutti perdono l'udito.
E
Fab.
Pip. e
colui di
Si vedrà.
Lue.
Fab.
Lue.
Fab.
Lue.
Fab.
Coro
Ser Fabrizio
qua.
,
°
Ahi, ahi
E
Ma
?
ben
sta.
ti
gazza ha indovinato.
Insensato
la
!
Si vedrà.
la
gazza ha
Ogni core
i
indovinato.
esulterà.
Là seduto l'amato Giannetto
Tutti
(additando
F.ABRIZIO con parte del
A
la
mensa)
CORO
suo padre alla sposa vicino
Pippo
col resto del
Coro
A
sua madre, alla sposa vicino.
Alla cara sua madre vicino.
Noi l'udremo narrar con diletto
io
chiamo.
Tutti
E
Le
battaglie,
Or
Or
d'orgoglio brillar lo vedremo,
fra
I
là.
!
Ch'c stato
-
se ne sta?
^
(*)
avvicina alla gazza e l'accarezza, e ne resta beccato)
M' ha beccato.
mio marito
Dove adesso
Tuo marito
la
Brava, brava!
-
Quando
aspetta.
si
!
Lue.
di tremar.
dargli moglie:
Ninetta.
Se
-
(a Fabrizio)
gazza ha indovinato.
Insensato
Ah!
Fab.
Lue.
Fab.
Alfine cessato
Avrò
il
La CAZZA
stendete,
Ehi, Ninetta?...
tocca
Questo afi'are a me
Egli dee sposar...
Mio figlio, il sapete,
Dee tosto arrivar.
Che giorno beato
Dobbiamo passar!
Coro
alfine
Tutti gli alt
La mensa allestite
Là sotto la pergola
Che invita a mangiar.
Che flemma! sbrigatevi;
Pip. e
d'ogni età.
-
congedo
:
Movetevi, andate;
Pigliate,
e la cantina,
col suo
(* si
Brutta gazza maledetta,
Che ti colga la saetta!
;
Oggi arriva il figlio amato!
Certamente ed ammogliato
Lo vorrei, ben mio, veder.
{additandogli la fiizza)
Pip.
Lucia.
trionfante
sanità.
la
Viva Bacco
!
Coro
vigor,
Tutti
\'ieni a noi,
La cazza
mia
Reca il nettare spumante
Che mantiene - nelle vene
tredicina
o padroncino.
vino.
Egli reca l'allegria.
Il
Giannetto amato.
Oh che giorno fortunato!
Oh che gioia si godrà!
La GAZZA Pippo? Pippo?
Chi ha chiamato ?
PiP.
Non so niente. - .Ah ah ahà
Coro
Tutti
di
bottiglie
Come Bacco
Pippo
e
per apparecchiare ima mensa;
Egli viene, o
Oggi alfine a' suoi parenti
Il padron ritornerà.
CORO
vede una gazza.
si
rappresenta alcune collinette
con un canestro di biancherie;
che gioia si godrà!
Dopo tanti e tanti mesi
Spesi in guerra e fra gli stenti,
Parie del
di là la scena
necessarie
le cose
Oh
PiP.
M
nel corrile.
ed altri servi con
O;
Coro
si
famigli recauti
FABRIZIO
finalmente
cui
FABRIZIO.
DI
di bella
i
le
stragi,
bottino
il
;
pietà sospirar.
brindisi intanto faremo
bicchieri ricolmi sonar.
(rartcno
gii abitanti del villaggio)
ATTO PRIMO
Fab.
Oh
cospetto! undici ore già passate.
F.AE.
Oh come
{S'Jardando l'oriuolo;
Giannetto ne scrive
Che sarà qui sul mezzogiorno.
A
Nix.
Fab.
Fabrizio,
Lue.
Fab.
fresche al par di te
Quest'oggi vo' che tutto
belle,
mia cara
;
Spiri dintorno a noi gioia, letizia
sempre a
e
Fae.
Nix.
Fab.
torto.
!
amore,
Oh
ho torto ancora
Finalmente
la bile,
.A.h,
lo
sì,
?
spero.
!
figlio,
Vostro
che dite
so,
il
figlio...
piace...
ti
Basta...
?
Già da un pezzo io leggo
In quegli occhi, in quel core.
(Oh Dio
Non
Non
Gran cosa
una forchetta sola
Che si smarrì per caso e chi sa forse
Che un dì non si ritrovi - Orsù, Lucia,
Bada a trattar con maggior dolcezza
E
ahà! mio
Come
Nix.
Fab.
forchette d'argento, dimmi, allora
1
Senti,
-
!
E
cessa una volta!
via,
la rimbrotti,
Se mi viene
Oh
E
meraviglia
E quando
Ridendo e civettando ella mi perde
Le
intero
Eccole.
-
Fab.
-^ix.
Eh
A
Un
.
F.\B.
Tu sempre
!
Fabrizio)
.'
ho ricolmo.
n'
gii altri faraisii si ritiracol
Pippo e
(*
.
fragole
le
Nix.
qualche tempo son molto scontenta
Di questa tua Ninetta. Pippo, Ignazio,
Antonio, andate tutti
A preparare il resto, i^) Ah se la colgo
1
buon giorno
:
giunta, amabile Ninetta.
sei
.A.lfin
Hai raccolte
Da
Quella snionìetta
Addio
Panierin
Ah
a deporre sulla mensa)
(^-
cogliere fragole.
Lue.
crie \-a
!
diavolo,
Ninetta ancora
Già così tardi
E
Non veggo. Ov'è costei ? - Pippo, rispondi.
Per la collina, io credo,
la
-
'
PiP.
Gradirà queste pere
O
Lue.
mio Giannetto
il
(uscendo dairono con alcune pere
E
!)
Sta lieta;
t'arrossire. Al padre suo Giannetto
v'è cosa che asconda
ei t'aiaa
ed io
;
;
Questo amor non condanno.
:
Fab.
(i-i
!
Rispetta in
Le sue
ana
lei
sventure. Sai
j
fra le schiere incanutisce; e s'ella,
)
chi dice
Il
tempo voia
contrario?
il
Un momento
cucina
in
Andremo insieme ad
Fab.
Dici ben
ve
:
e là
ti
aspetto.
ed
elitra
Jìnabnente la
cortile;
7iel
L UCIA
r^Ia però...
Che
(prende
viai
vita
!
-
Lucia per un braccio, mostrandosi alquanto adirato)
pure.
Addio, Ninetta.
stacca dalla Lucia, e va a parlare nell'orecciiio alla Ninetta)
Lue.
Eh quante tenerezze Ad una serva
Non bisogna dar tanta confidenza.
Fae.
Non. pianger, mia fanciulla
che sceiidc daila
col canestro delle posate.
la
Andiamo
Lue.
Fae.
.via;
FABRIZIO;
poscia
ita.
Andiamo.
II.
NINETTA con un panierino di fragole,
collina
Lue.
Fab.
(si
SCENA
xineuai
!
finiamola.
incontrar Giannetto,
nell'orto,
carezza)
-
proteste.
intanto la forchetta se n'è
Nix. Io non ci ho colpa
e poi, se credi,
;
Solite
Ma
corro
io
:
Ma
-
una
dovesse...
Lue.
Della fortuna, colle sue fatiche
Qui si procaccia una meschina vita,
Non debb'essere perciò da noi schernita.
le fa
!
Mancar
Orfana della madre, e senza doni
E
Ma
brava - E quando farai giudizio ?
Prendi queste posate, e bada bene (alia
Che non si perda nulla.
Nix.
Ah no! vorrei
In pria morir, che ancora
Lue.
Fernando Viilabella
Lue.
Caro Fabrizio!
bacia la mano, ed csli
(^11
di sprt::o'
Ch'ella è par figlia di quel bravo e onesto
Che
!
Taci, che vien Lucia.
Nix.
Ah, ahà
felice
I
Quella fanciulla.
Lue.
Fab.
Oh me
Nix'.
!
!
(tirando a sé Fabrizio)
e
:
abbi pazienza.
(Lucia e Fabrizio escono, e prendono la via della collina. Ninetta chiude
cancello, e poi rientra nell'abitazione)
Nix.
Di piacer mi balza
Ah bramar
E
di più
l'amante e
il
non
so:
SCENA
genitor
Finalmente rivedrò.
L'uno al sen mi stringerà
L'altro... l'altro... ah che
Dio d'amor, confido in te
Deh tu premia la mia fé
Tutto sorridere
ISA eco prima
:
Mi
Più
veggo- intorno
,
farà.'
;
non può.
già dimentico
miei tormenti
I
Quanti contenti
di dentro
poscia affacciandosi al
recando qualche cosa per la mensa.
Stringhe e
ferri
Temperini e
da
calzette,
forbicette,
Aghi, pettini, coheìli.
Esca, pietra e zolfanelli.
Avanti, avanti
Chi vuol comprar,
E chi vuol vendere
Brillar
:
!
il
e
cancello, colla stia cassa di merci; e subito
Isa.
;
Ah
(va a deporre
,
III.
!
lieto gioiTio
AlSn godrò
ii
cor;
il
suo panierino Sulla mensa)
O
barattar.
PIPPO,
ATTO
rR
1
.1/
O
Anche
Oh, senti il vecchio Isacco.
risparmiate
Andate, galantuomo
Una voce sì bella
Quest'oggi abbiamo vuota la scarsella.
Io compro, se volete;
Pip.
Baratto, se vi piace
Guardate che
:
capi.
bei
Che belle mercanzie.
Tutte di mod;i, e più che mai perfette.
Andate, vi ripeto.
Salutatemi
La signora Ninetta: se per sorte
Ella bisogno avesse
De' fatti miei, ditele ch'io mi trovo
Fino a domani rvfXH Albergo lutavo.
Tutto il paese, con zampegne e piffeii,
E cornamuse, è andato
J>A ricever Giannetto a pie del colle;
>0h perchè non poss' io
Salutar, pria degli altri, il padron mio?
PiP.
Is.A.
PiP.
nemico
in faccia
:
:
Isa.
al
M'eri presente ognor
Tu m'ispiravi allor
Forza e coraggio.
Ma quel piacer che adesso,
O mia Ninetta, io provo,
E così dolce e nuovo
;
Che non
può spiegar.
si
Fab.
Pip.,
I\li
(tuui fanno
Coro
e
Mi sembrano due
tortore
;
fanno giubilar.
festa a Giannetto.
Ad un cenno
-
Lucia, Pippo
di
e gli altri
famigli rientrano in casa)
(parte)
Coro
Questo è giorno d'allegria,
Di piacere, di pazzia;
Questo è giorno da goder.
5>
5)
Tutti gli altri
Su, balliamo; discacciamo
5>
(cominciano
SCENA
/
PIPPO
NINETTA
e
con
de' fiori
per adontar
hi
1
Lue.
mensa.
Non
v'ingannaste
(a
»
Pippo)
Fab.
NlN.
Un
;;.
Lue. j'Ah Fabrizio, Fabrizio
Ma
di
Coro
>
lila
è
Pip.
Fab.
Giannetto
NlN.
tornato
')E
-
le
(^aitando per gioia)
3)
Pippo esce con un nappo in mano,
festosa turba, e la il seguente brindisi :)
A
gara, a vicenda:
Il
petto s'accenda
Di dolce
i
famijjU}
,
E
Già.
!
Esultano
Beviamo
PiP.
Il
;
nappo è
La pipa
Il
allor.
Questo
jMiei
jChe
(alla
Ninetta)
cari
poppa
e la
:
del cor.
le
danze, e lutti
si
amici, spero
levano da tavola)
(ai
contadini)
presto, e per cagione
»Non men
felice e beila,
j>Oui tornerete, con
jE
cor.
Pippo,
di
pechero accoppa
Le pene
Fab.
alla
e trabocchi
Di gioia ogni
giunge
!
mescano
mezzo
se brilla,
tliniscono
Ben tornato
Bravo, bravo
Qui dovete ognor restar.
Vieni fra queste braccia...
Mi balza il cor nel sen!
D'un vero amor, mio ben.
in
ricchi e pitocchi
Tutti
corre, e trovasi
vi
mette
furor.
Se spuma,
momento che
si
;
Pip.
spicca dalia comitiva
voi scherzate.
Tocchiamo e discenda
La gioia nel cor.
Se il nappo zampilla,
Tutti
Ninetta per riceverlo)
Coro
Ninetta
Tocchiamo, beviamo
Pip.
Contadine che si l'eggono died i /amiteli di Fabrizio che
si
Eh!
ai contadini.
V.
porta che dalla strada mette al cortile, nel
la
[alcuni fimi^Ii portano fuori delle sottocoppe coperte di bicchieri, e
NINETTA, PIPPO, GIANNETTO, FABRIZIO,
alla
Ma
fa l'occhiolino.
NlN.
(correndo sulla soglia dell'abitazione, e chiamando
(Giannetto, vedendo la Ninetta,
dire
fé'
venire.
!
scendere dalla collina,
escono nel cortile.
mi
non era sicuro di
ben, pranziamo noi.
!
Deh
Oh momento fortunato
Oh che dolce palpitar!
Fuori, fuori! È ritornato:
Deh venitelo a mirar
Coiitadiìti e
Podestà.'
!.Che dice.' questo è un torto. Ah, alia! sappiate
Oggetto amato,
mi vieni a consolar! -
LUCIA,
Dio buono!
atto di rimprovero)
il;
(distriljuendo la minestra)
!
i
SCENA
il
lomano)
;da
!
Pip.
Jla,
-
:i>Che
l)Ch'ei
Ben
e
ì>Ei
quai gridai
(come sopra)
(")
Aspettarlo bisogna.
una sinfonia campestre}
Lue.
Contadini
V'iva, viva
NlN.
!
l>Dove avevo la testa!
qual suono!
Coro
troppo onore!
(*
{s'ode dietro ai!a collina
NlN.
Oh
asside tra Fabrizio e Giannetto)
;
usuraio egual non vidi mai.
si
>Qui, Ninetta.
E mi chiamò di voi.
NiN. Gli son tenuta assai.
Pip.
!
Sediamo.
(si
desso
è
;
danze)
(Lucia, Fabrizio, Giannetto, ed alcuni contadini più distinti, e convitali,
assidono. I famigli arrecano le vivande)
NlN. Mi par d'aver udita
La voce di quel vecchio merciaiuolo
Che suole tutti gli anni
Passar di qua.
PiP.
le
Ogni torbido pensier.
Alla mensa: andiamo, andiamo:
Che delizia che piacer
IV.
con
le
il
vostro brio
danze, a ricrearne.
Addio.
(i
'
contadini escono)
ATTO PRIMO
Mi
O madre, ancor non mi diceste nulla
Del caro zio. Che fa ?
Sempre trafìtto
Lue.
Già.
sino al primiero
fu
dove entrambi
ci lasciammo. Amico mio,
Ei disse; e dir non poteva
Addio
'Villaggio,
Piangendo
!
Dalla sua gotta.
:
!
I
Ah
Già.
voglio
!
Come
NlN.
par, Lucia
:
Tien l'occhio a
Lue.
PiP.
tutto.
Là
cucina
Raccogli la mia gente
E mangiate e bevete allegramente.
Oh vi faremo onore!
in
A
Già.
cara
Sì
:
ma
Solo un eterno
esigilo,
mi può
!
1
(rientra in casa)
cazza)
basso, Fernando compare sulla collina,
e
ne
discende guardandosi d'intorno in aria di sospetto).
padre...
Deh
Fer.
NiN\
Fer.
e subito
,.
parlate.
Sì,
(si
Fer.
FERXAXDO.
NlN.
!)
Fra l'orror di tante pene.
Se sapessi...
vede
momento
in questo
Oh
Niv.
Fer.
VI.
!
m'ascolta.
!
arrivare dalla collina
Chi mai dunque
dici
Come
far?
Podestà.
Son perduto.
?
Qui, qui sedete.
(conducendolo verso
Fer.
NlN. Idolo mio!... - Contiamo
Queste posate. - Oh come,
Come
Ma
Oh
Ah
NlN.
iìglia!
Io tremo, pavento
a 2
Zitto
!
non mi
!
Men
le
!
braccia di suo padrei
Come
-
!
destino,
!
rav\-iluppa nel suo gabbano, e si colloca all'angolo più lontano
si
della tavola.
!
che dite
.'
Ieri,
Sul tramontar del sole,
Giunse a Parigi la mia squadra. Io tosto
Dal capitano imploro
Di vederti il favor. Bieco e crudele
me Io niega. Con ardir, con fuoco,
A' detti suoi rispondo. Sciagurato/
Ei grida e colla spada
Già già m'è sopra. Agli occhi
Mi fa un velo il furor; la sciabla impugno,
//
POD.
La Ninetta
si
occupa a sparecchiar
la
mensa).
i
nostri ferri
;
e
il
Ho
visto dalla piazza
(sulla porta de! cortile)
Lucia
l)Con Fabrizio ed il figlio.
:=>Cogliam questo momento.
ìDeh!
:
Già suonano percossi
Quand'ecco a noi sen viene
Pronto un soldato e il braccio mio trattiene.
NlN. E allora, padre mio?
Fer.
Barbara sorte!
Fui disarmato e condannato a morte.
NlN. Alisera me.
Fer.
Gli amici
Procurar la mia fuga. Il prode Ernesto
lìi questi cen(:i mi coperse, e scorta
SCENA VII.
PODESTÀ, MXETTA FERXAM)0.
"Passare
Ei
e
morte.
vicino
è
sento gelar
j\li
tFcmando
è la
scoprir.
.Ascolta, e trema.
Iil'a\'\'ento,
cruda
Il nembo
Tremendo
accosta timidamer.tej
padre mio
:
Che fiero tormento!
Che barbara sorte
(scoprendosi e con dolorei
Oh
(con trasporto, e gettandosi fra
Fer.
NlN.
Fer.
si
!
coraggio, per pietà!
;
(* gli
se mai...
crudel fatalità
!
Fer. Adorata mia
NlN.
vesti.
Fer.
!
mensa)
Nascondete
Quelle
sento ch'io l'amo!
la
mi scopre...
S'ei
Xi.v.
(riconoscendo la casa di Fabrizic)
FER. No, non m'inganno.
Il conto è giusto.
NlN.
Fer.
Oh Dio!
Quella certo è mia figlia!... Ahi di qual colpo
A ferire ti vengo
Oh cielo un uomo
NlN.
Par ch'egli pianga. (") Dite, in che poss'ior...
Podestà)
?
Il
Ah, che
il
Dio, chi viene!
XiN-.
A-JXETTA
salvar.
,
Più barbaro dolor
(aiu Ninetia;
ritornate presto.
SCENA
:
:
(Ah regger non poss' io
Chi vide mai del mio
(Fabrizio, Lucia e Giannetto escono dalla porta che mette alla strada. In*
al
periglio
il
figlia...
(alia
Povera bestiolina,
Vien qua: bacia la mano: addio, carina.
tanto ch'essi dilungansi
speme
v'è più
mio
certo
r,
questo
amplesso, o K
Per
^
a 2
!
Nl>f.
Lue.
rivederci,
vegg'io brillar.
Oh Dio
(uscendo subito)
!
il
di
non
k\\ no,
E
Signora...
Mia
Fer.
.'
Pippo?...
-
pur
Ancor
Or tutti in compagnia
Andar da lui - che te ne
Lue. Andiamci pur. - Ninetta,
PiP.
E
e ben possiamo
pianto
il
mio coraggio!...
speme un raggio
Io perdo
Vederlo ed abbracciarlo.
Fab.
frenare
(il
la
m'assisti,
tu
Ah! non
amor: fammi
Il
mio piano
E
è
Io
tardi;
contento.
Podestà, avviandosi verso l'.ibitazione, dice quanto segue.
Ninetta versa da bere a suo padre, e
si
-
Frattanto la
conforta in segreto)
preparato,
non potrà.
tutto, con destrezza,
fallire
Pria di
Le
solletico
l'orgoglio.
No, non posso... ohimè.'... non voglio...
(contraiTacendo la Ninetta)
Deh
partite,
o Podestà.'
Ciance solite e ridicole
Formolario ornai smaccato
;
Ma
Un
frattanto
bel
sì
il
!
cor piagato
dicendo va.
Atto
rrimo
SCENA
mio piano è prepar.itn,
fallire non potrà.
11
li
E
Io
[
poi che in estasi
Di dolce amor
Ti vedrò stendere
La mano
Nl.V.
Un
Gio.
Il
PoD.
Un
Gio.
PoD.
Gio.
Questo piego pressante è a voi
Ah ah - Chi 1' ha recato ?
canceìlier Gregorio a voi m'invia.
corno. (Uh
maledetto).
!
Un
FER.
(a parte
Rinvigorito,
Ringiovanito,
Trionferò.
Il mio progetto
Fallire non può.
questo
altro, un altro
birfo!
(Giorgio pane)
IX.
PODESTÀ, .XIXETTA
//
!
Un
SCENA
FERXAXDO.
e
:
Buon
Podestà, assiso verso
il mezzo della scena, si leva di
tasca 11 portafogli,
onde tagliare il sigillo del piego, poi cerca gli occhiali,
e non trovandoli, s'impazientisce di non poter riuscire a leggere.
Intanto
(II
Vi darà forza a camminar.
giorno,
ne trae
le forbici
succede
in disparte
interrotto a suo
[avendo Ldita la voce
di
Ninetta, e solo accorgendosi di
lei in
Vi son serva.
Ditemi:
quell'uomo
è
(piano alia Ninetta)
?
Un
Che mi chiedea
povero viandante
E
Oh
Ho una
brava, brava
gran
voi gli deste
mia
Anch'io,
!
cara.
sete...
:
Subito, vi servo.
NlN'.
Nix. Ah: caro padre, udiste! Io tremo! Intanto
Ch'ei legge, deh
fuggite.
FeRE come, o figlia?
Sono senza denari.
Ni.v.
Oh cielo ed io
Non ho più nulla.
Fer.
e bene.
Prendi questa posata, unico avanzo
Di quanto io possedea. Deh tu procura
Di venderla dentr'oggi, - ma in segreto
!
soccorso...
PoD.
bere.
seguente dialogo, che viene
il
dal Podestà)
!
j
NlN.
Ninetta e suo padre
l'ra
tempo
questo punto)
Bella fanciulla.
NiN.
Pud.
A
birro
e con ispavento)
PoD. Giorgio, dammi una sedia. Vediamo che cos'è. - Vattene pure.
al cor,
PoD.
Chi
diretto.
!
iSI.V. e
(versando a suo padre un altro bicchiere di vino)
.
delti.
e
,
I
farò.
ti
RG I O
GI
sì, Ninetta
Sola soletta
Ti troverò.
Quel caro visino
Brillar d'un riso
Sì,
E
vili.
j
!
I
POD. No, no: per
Non
NlN.
POD.
NlN.
ci
la
mia
sete
vuol del vin.
Dunque
Tu non mi
dell'acqua?
vuoi capir.
(accarczzandi.le la mano)
Lasciate.
.
-
E bene
(a
Come
lo ritrovaste?
-
Fingete di dormire.
-
'e
suo padre)
li
Mi
Che sono
tutti
Eh non
(accennando Fernando
il
Ma
importa
ma
di
!
tempo
in
tempo
(Can
Ah
-
clie
O
PoD.
padre,
;
contrassegni
Ninetta)
D'un disertor. - Fcniditdo par che dica.
(volgendo un guardo a suo
Nix. (Fernando I...)
Fer.
(Oh reo destino !)
POD. Ma il resto, senza occhiali,
È
impossibile a leggere.
Fate
Ah, mia Ninetta,
?
i
(a parte alla
fate burlare.
Perchè così ritrosa
-
quale torna a sedersi e finge ancora di dormire)
dorme
se sapeste, o cara.
Andate, andate
il
POD. Son questi, almen suppongo,
cerco
io
Nix.
vi
se tornasse
Figlia mia,
(piano a suo padre,
ritrovarvi sola...
Non
trovi
Traetevi in disparte.
POD.
Di
!
io
'.)
?
Vedete, è tanto stanco
Che già s'è addormentato.
Non dà molestia).
Da quanto tempo
cielo
POD.
Ninetta?
(alzandosi;
Nix.
(Giusto cielo!)
(a Fernando che faceva per uscire)
POD. Galantuomo, restate.
Fer.
;Io tremo
Nix.
(Io gelo!) -
Cacciatelo.
NiN.
il
Abbracciami.
alza la testa per 05Scr\-arc che cosa succede)
Perchè non se ne va
(Ah
Fer.
colui
quale finge di dormire,
come
e
Quel merciaiuolo clie pur dianzi...)
Farò di tutto. Andate...
rincresce
Ci siete voi, mi basta.
vidi
NlN.
ero appunto
usciti.
PoD.
io
Imbruni, fa che in quel castagno
Almen questo sussidio.
a salutarlo.
NlN.
colle
Nel folto della selva
mi terrò nascoso;
Podestà)
Ch'i arrivato Giannetto.
Ed
il
Io
Oh, voi saprete
POD.
dietro
Un gran castagno, a cui la lunga etade
Scavato ha il sen.
Nix.
Me ne sovvengo.
Fer.
Quivi
Cela il denaro che potrai ritrarne.
pò; sotto voce)
(ritornando verso
Venuto
Là
(trattenendola)
il
piacer,
-
Mia
cara,'
leggete voi.
Nix.
(Gran Dio
Rispondi, anima mia.
(prendendo
O
il
mi salva
M'affretto di mandarvi
m'uccidi,
padre)
!
foglio, trascorrcnd.ilo e
il
padre mio
i co/itrasse^iii
!)
ticmando)
-
.
ATTO PRIMO
12
^^'j^^'^j' j-j"
D'un mio
soldato...
E fuggito
pur
Ei
or
condannaio a
POD.
ijiorte.
(L'istante è propizio
cìiiamasi...
Su
POD.
Che
vin.
(Oh come
Fammi
bella!}
Ì2
Fer.
XlN.
POD.
sapete
!
leggere
piil
;
vi
potrei
spavento;
Traditori per voi non sento
Che disprezzo e rabbia e orror.
bugia ch'ella prolTerisce)
se leggo ancora.
Tutto è perduto. - Età: quarantott' anni;
Statura: cinque piedi...')
E ben, che avete ?
POD.
Non
dopo aver veduto uscire Fernando)
a parte del tuo cor.
Benché sola,
Far gelare
Nix.
Vincila.
Vi...
(guardando a suo padre, come per indicargli
POD. Continuate.
(Oh Dio
Xix.
duolo
il
.')
amor seconda
:
Le mie fiamme, i voti miei
Ah se barbara non sei,
I)
POD.
NlN. Ei chiamasi Fernando
gioia sarà
(')
soli
(•
(Suggeritemi, o Dei,
Qualche pietoso inganno
La rende ancor più
Siam
Fernando...
Fcr...
Ft:r...
Ni.xf.
!
Amorej discendi;
Se il core le accendi,
dalli: ritorte.
di
PoD., Nix.
(Ah mi
e
Fer.
vene
bolle nelle
(Fernando
?
(Infelice!)
furore e la vendetta
Il
è rlentrcto nel cortile)
!
^
È
una mano diabolica
Freme
!
Ah
Gli occhiali
se avessi
POD.
1
(la atto di toglierle
ii
Permettete (}.
Nijg-.
cercando nelle sue
foglio e
-
(Il
tasche'i
ritenendo
il
Nix.
foglio)
venticinqu' anni;
Egli
sol mi fa tremar.)
Ella
!
ampia
accennando
'.'uno
tondo il viso.
POD. Cospetto egli debb'essere un Narciso. E tondo il viso!... E poi?
Divisa bianca
NlN.
fronte,
Fer.
e
frenarsi qui conviene
(^.la
Statura: cinque piedi, undici pollici.
Andate avanti.
PoD. Peccato
Capei iìiondz.
NlN".
Ocelli neri,
e la saetta
:
del m'inspira).
('
Età :
nembo
il
Già comincia a balenar.)
(Ma frenarsi qui conviene;
Colle buone vo' tentar.)
e
POD.
Via, deponi quel rigore.
Fer.
Vituperio! Disonore!
Vieni meco, e lascia
!
Abbastanza ho
la iìgiia e l'altra
i!
padre)
far.
(avanzandosi con impeto)
tollerato.
j
(;Tuardando di
mano
in
mano
a suo padre per nominar de' colori diversi da
L''om maturo, e magistrato,
I
..
1
quelli di esso)
-
Vi dovreste vergognar.
Con mostre
rosse; stivaletti gialli.
i
Se mai costui passasse
!
Sul vostro
(contro a Fernando)
c-a
Nix.
Sarà mia cura.
!
-
(a
j
(facendosi rendere
dalla N'inetta e riponendolo in tasca)
frjglio
il
Vediam se mai per
Nix. (Ohimè !)
Fer.
PoD.
caso...
-
Signore.
Olà, buon uomo.'
^fingendo di risvegliarsi;
,
Alzatevi:
Cavatevi
il
cappello.
Nix.
POD.
(Io muoio.)
Venticinqu' anni, è vero
?
'f')
Ah ahà! (ridendo)
capei biondi,
(•
alla
i
(Respiro.}
(a
Non
Vi volete rovinar
Vien meco...
Pud.
Nix.
POD.
(a
Buon uomo
tu
(a
!
Fernando con
di
-
Ninetta in atto di prenderla per mano)
Trema, ingrata
(respingendolo)
!
Presto o tardi
la voglio far pagar.
(Infelice
Fernando con tenereiza)
:
(a
E
Fcmandol
qua.
sta in agguato dietro ad
accompagna
Fer.
pcrte a Fernando)
!
!
un pilastro
(Non
3
Propizio
ti
rendi
A
Soccorso, pietà
!)
ÌNIi
(intanto ehe esce
dre,
;
ti
mi guardi,
lasciar.)
debbo, o Dio
!
tu
!
so quel che farei
Smanio,
della porta; la Ni-
collo sguardo)
(Oh Nume heneiìco
Che il giusto difendi,
Nix'.
severità)
:
lo
Podestà)
Fernando)
senti.
Fer.,
Capite
e
t'intendo
Mostro orrendo
Te
(a
netta
(al
(a
Brutto vecchio, se più tardi...
Partite.
ma
Ninetta)
Ninetta in atto di voler dirle qualche cosa)
POD.
(Fernando esce,
Femandc)
(respingendolo)
I
.Ah partite!
Signora...
Uscite
a
(a.la
Cos'è questa impertinenza.'
E
!
(prendendo per mano Ninetta)
Nix.
POD.
(a parte
Rispettate l'innocenza.
Sì,
Fernando)
(con impeto)
!
Sciagurato
laiìa
(alla
gridate.
I
Mia cara
Fer.
parte a Fernando)
!
(a parte alla Ninetta, e poi si ritira lentaiacnte)
'
I
Nix.
Temerario
POD.
Fer.
Nix.
POD.
Nix.
Fer.
PoD.
Nix.
Fer.
Ninetta)
Occhi neri, ampia fronte, e tondo il viso.
No, no, si vago Adon qui non ra\TÌso.
Nix.
POD.
Podestà)
pudore e l'innocenza.
Caro padre, oh Dio prudenza.
Il
.
PoD.
per Bacco!...
Rispettate
a dirittura
territorio,
Fatelo imprigionar.
Ah
Pop.
Fer.
il
quale
si
il
;
deliro e fremo.
questo passo estremo
sento il cor scoppiar.)
Podestà, e che la Ninetta protende
vede
un cucchiaio e se ne vola
bia scena come segue)
via.
le
braccia a suo pa*
gacla scende sulla
In questo momento cala la
saiir la collina, la
tavol.i,
rapisce
tela, e si c:tm-
Atto primo
13
/• J- j'
SCENA
X.
^ jr^/S^'-
Ah
Pip.
capisco
!
:
Qualche galanteria...
STANZA TERRENA
CASA
IN
DI FABRIZIO.
Nix.
PIPPO:
XIXETTA
quindi
canestro delle posate;
m'era necessaria.
Oh che sproposito
Perchè non dirlo a me ? Cara signora,
Voi dovete disporre in tutto e sempre
Del mio salvadanaio.
Pip.
che viene dal cortile col
ISACCO.
infine
e
Nix.
pancia mia, tu devi
Pip.
Quest'oggi esser contenta; e cibi e vino
Io te ne diedi a cosi larga mano
Che un ministro sembravo, anzi un sultano.
(<Jaiia strada)
Stringhe e ferri da calzette, ecc.
Isa.
Vattene alla malora.
PiP.
Il merciaiuolo!
NlN.
(entrando in iscena)
Come
opportuno
viene
ei
Isacco?
Isacco,
-
I
che per ora
Sì,
Non
Nel fondo una porta con finestre che guardano sulla strada.
!
Ti ringrazio.
Ma
lasciami
Che ho
tu sai
;
tante cose a fare...
Ed io, per Bacco,
son già stracco, (via)
Pip.
Ne ho da
far altrettante,
'".
SCENA
NI N ETTA;
FABRIZIO
GIÀ N N E TTO
subito
ambedue
,
XII.
e poscia
,
porta che mette
dalla,
'alla
(.iprendo la porta che mette alla strada)
strada.
Son qua, mia cara
Isa.
signorina.
(entrai
Pippo,
Nix.
Mi
(con imbarazzo)
par che voglia piovere;
E però sarà bene
Di ritirare in casa
La gabbia della gazza "';. - Orsù vorrei (''')
'*
(" ad Isacco)
Pippo esce)
Min. Andinm tosto a deporre entro il castagno
Questo denaro. Oh se potessi ancora
Rivederti, o mio padre !... Ah!
(incontrandosi in Giannetto, mentre fa per uscire)
Già.
l>Che vuol dire
"Questo grido, o mia cara?
Vender questa posata.
(tosiiendosi da
una tasca
dei
giembiale
Ed
Isa.
Nix. Quanto mi
la
io
posata datale da sao padre)
e
assai leggiera
Così mi lasci
pure
;
Un
indegnità! né
Nix.
Fae.
terzo del valore.
Isa.
Via, non andate in collera.
Vi do un zecchino, perchè siete voi.
Nix.
Non
Isa.
e bene, voglio
Fare uno sforzo. Questi son tre scudi
Siete alfin contenta
Eh sì, per forza
Uno... due... tre: tenete: ma ci perdo.
?
corri? Vien qua.
Rasserena quel viso
jSl
j.Un bel marito.
?>0h noi
Gi.\.
felici
"/Tutti
gli
due amanti)
i
!
jE come mai
Nix.
spiegarvi
che nel seno
affetti
io
provo?
(a
vale più di quattro.)
Andate, andate
Nix.
E
che cosa?
!...
(prendendo per mano
'
(Ne
nuovo inciampo!)
ho stabilito
;
ì>Di darti...
Nix.
Fad.
basta.
.'
Isa.
non
;
Non
il
Là
sulla piazza
mereiaio,
(via)
canceilier Gregorio,
J>Col
con
j>E
SCENA
(idem)
3
I>Con Isacco
dubitate.
Fabrizicl
"E mìa madre dov'è?
Già.
Fab..
dite a nessun...
Isa.
(idem)
(incontrandosi nella Nlnettn)
5>(Clie
ì>
:
Nix.
(in atto di partirei
T'arresta;
;>(Ohimè') Tosto ritorno,
iDove
FaD.
meno
sorpresa...
core... Addio.
!>
Nix.
Oh
Nix.
mio
L'agitato
Già.
Vi do due scudi.
La
"<
ì>
date.
Isa.
Nix.
compro.
la
il
Podestà.
Nix.
XI.
2.
(Questo è
il
momento).
(esce di soppiatto)
NINETTA
e
PIPPO
F.A.B.
i-ecante la scabbia della c:azz
Subito ch'ella arrivi,
j>Tu devi con Ninetta...
!>
I>Non
Nix.
Oh
(mettendosi
il
denaro
Ecco
Pippo?
Nix.
Pip.
una tasca
la
Mi vuol
Eh, dove
sei
(a
?
-
Giannetto)
n'è
la
andata
gabbia
al
?
il
suo luogo
Vedila là che ti canzona.
fare impazzir quella stregona.
(la
XIII.
:
che
NINETTA; il PODESTÀ,
GREGORIO e detti; in fine PIPPO.
riconduce
canceilier
solito)
(sulla llnestr,a)
Lue.
perchè mai, se la domanda è lecita.
Faceste entrar quel sordido avaraccio ?
Nix. Avea bisogno di denaro; e quindi
NlN. (Pazienza
Lue. Eccovi,
!
Se
ti
(presentando suo
Che
(la
ho venduto...
Brutta fraschetta,
colgo ancora...
è d'uopo rinunziar per ora.)
miei signori, quel Giannetto
In casa, in casa.
-
gazza dopo qualche istante vola nella sua gabbia)
Ma
Gli
-
perchè?
SCENA
del grembiale)
gabbia
LUCIA
(depone
GAZZ.A
in
quella scellerata
D'una gazza, chi sa dove
La
ma
povero mio padre!
Ftp.
Ma
più?
c'è
Lucia
tarlc).
si
si
fé'
figlio al
rodesti ed
aj
Canctllicre;
tanto onor.
fa recar dalla
Ninetta
il
paniere delle posate, e
si
mette a con*
ATTO PRIMO
u
POD.
iMe
a Gianneuo)
E
bandiera che
la
All'inimico,
e
due
i
F.AE.
ben rammento
e
;
Degno ancora non son di
Bravo - Che ve ne pare
Un
GlA.
prode...
ladro in casa
Podestà ed
al
Cancelliere)
Ed
nove, e dieci
ecco qui manca
undici.
-
Stordita
!
Ora un
Oh
Gl-A.
Lue.
{' la
Ninetta
si
stessa ('')..pone a contar
bada.
vi
("*
rivolgendosi
giusto
il
Non
POD.
Ala...
PoD.
Uno
(con risentimento ai Podestà)
Silenzio
!
manca
adesso ne
Poc'anzi c'eran
voi scrivete.
via,
Cancelliere)
(ai
cancelliere)
stato oggi rapito...
Gl.i.
Rapito, no
PoD.
Zitto! vuol dir lo stesso.
;
smarrito.
;
Rapito. Avete messo
Un cucchiaio d'argento
!
(piange)
Eh
(al
Vingradito
Fabi'izio
E
credete.
e pur,
:
vero
tutti.
F.AE.
Per uso di mangiar.
non piangere!
Lo troveremo.
Già.
E
-
!
In casa di Messere
ci
È
Podestà)
posso.
vostro sdegno:
NlN.
via)
Lasciate, desistete.
Gi.a.
son de' ladri. Esaminiamo,
Processiamo. - Gregorio...
Eh, ch'io non voglio
Processi in casa mia. - Ninetta?
Qui
gazza)
vi scongiuro.
(al
afjli altri)
la
!
gazza vola
(la
Insomma,
;
E
temere
!
Ninetta)
(additando
?
Ah non
che ne dite? (**)
Oggi manca un cucchiaio l'altro giorno
Si perse una forchetta. Ah questo è troppo
a 6
Pippo?...
(chiamando verso
le
(Che
Là sotto al pergolato
Sia caduto un cucchiaio.
Lue.
si
ci
scommetto
dubitate
(Voglio che almeno
Carta e calamaio.
-
1'
;
(alia
L'innocente è sicuro
Giova scoprirlo e
;
e se v'è
cielo
Villabella
Come, come
Ora intendo, furfantella
?
(alia
Ninetta)
?
!
I
:
!
piccola cosa...
Già., Fab., Lue., Pip.
Quale enigma
Ne
SCENA XIV.
PIPPO e detti.
E
(si
infelice
il
non
Ma che
e mio,
signora; è mio.
Lue.
Pud.
Eh
mentisci.
Sono innocente.
denaro
è
so niente.
PiP-
le
lagrime,
questo?
!
tu
e
rovescia in
{con meraviglia)
ndo affannosamente
il
denaro)
Presto,
Scrivete.
!)
Anch'io
!
asciugarsi
Lue.
Nln.
NlN.
Io
fazzoletto per
denaro ricevuto da Isacco)
(ai
Ve
^
Pir.
il
(raccogli.
furto.
Nl.v.
nulla.
corbellar.
tutti
sopra e sotto
nulla ho ritrovato.
c'è
vuol
Più non resisto, oh Dio
leva dal grembiale
terra
cercato e frugato,
(Oh me
nulla,
!
Questa semplice fanciulla
NlN.
PiP.
!
Eh
PoD.
!
NlN.
PoD. Dunque
(idem)
Di tuo padre qual'è il nome
Ferdinando Villabella.
Quel briccone era tuo padre.
paventa
le mie squadre
Lo sapranno accalappiar.
E pur la legge
In questo è assai severa.
Ed i ladri domestici condanna
Alla morte.
Alla morte
Ho
Ma
(idem)
!
Mi voglio vendicar.
(Pentita già mi sento;
Colui mi fa tremar.)
PoD.
NlN.
POD.
Podestà)
fa trasecolar.)
Lue.
reo.
il
che talento
testa!
il
rosicar.
I\Ia
Oh
sì
F.AB.
(La rabbia ancor mi sento;
castigarlo.
Gi.a.
e
Pop.
Lucia)
Lue. Vi servo sul momento.
(ai podestà]
Fab.
Vi ripeto
Ch'io non voglio processi.
Lue.
Eh taci, sciocco!
Per
(Che
PiP.
Mi
Non
Lo troveremo noi.
Tremi
indegna.^
Gi.a.
che giumento
!
Mi sento a
troverà.
Pud.
bestia
(additando
(Pippo esce)
Io
Che non
NlN.,
quinte. Pippo accorre subite)
mai
Corri a veder se
GlA.
Dio, tu piangi
un cucchiaio.
Eh!
posate)
le
l'avete udita
Fab.
Sì,
tu
non
Nessun
Come?
Conta
Ma
NlN.
Gi.a.
cucchiaio.
NiN".
POD.
(volgendosi alia sazza)
(alla
Ninetta)
(alla
Fab.
pur m'accusi?
tu
!
E
Lue.
PoD.
?
Ninetta.
NlN. Crudel
?
(al
?
e chi sarà
!
quale
La gazza
tanta lode.
!
Cincelliere siedono ad un tavolino)
ii
Ma
Esser potrebbe mai
La persona sospetta
cavalli uccisi
sì
vedrà.
si
Podestà ed
Fab.
toglieste
Sotto di voi. Si giovane e
Già.
Or
(il
man
di
POD.
rallegro.
116
Io lessi nei giornali
Più volte il vostro nome
E
E
lo
giuro
;
mio, è mio, signora.
suo, ve l'assicuro
Isacco a lei Io die.
:
Cancclikrel
PRIMO
A TTO
SCENA
PoD., Lue. Fab., Già.
POD.
Isacco
a qual titolo ?
Per certe cianciafiuscole
Che a lui pur or vendo.
Tip.
POD.
PIPPO
istuporeì
(t^o"
!
Ed
XV.
ISACCO
con
e detti.
(a pìpp»)
POD.
Isacco chiamaste.
Che cosa compraste
Isa.
Da lei poco fa
Un solo cucchiaio
Q\.\.
Ninetta! Ninetta!
Isa.
Per certe cianciafriiscole!...
(con umiUi)
(ad Isacco additandogli la Ninetta)
(ironicamente alla Ninetta)
.'
Cioè
NlN.
POD.
Già.
Caduta
Tacete
Parlar non posso.
sei nel fosso.
(*). - Scopri il vero
Con una
('"'").
forchetta.
(titubando)
(coiTaccento delia disperazione)
(" con passione
con ira ai Podestà)
(•
NlN.
?
Non
posso
alla Ninetta)
Tu dunque
(Ed io la credea
La stessa onestà !)
!
Deh
Già.
rispondi
rea.'
sei
!
{insistendo con viva passione)
Lue.
Tu
Ni.v.
Io, no,
POD.
(Io perdo
aUa)
(ciascuno con diverso affetto)
v'è.
PlP.
Ah
NlN.
Jla come si fa ?
(ad Isacco
Ov'è la posata.'
Mostrate; - e vedrete.
me!)
di
Fai
Già.,
(si
Convinta è la rea;
Più dubbio non v'ha.
costanza;
la
Che ne sarà
Lue.
(Ah questa circostanza
Mi porta fuor di me
(Oh fiera circostanza
!)
!
!
POD.
Gl.\.
Io sono fuor di me.)
(Ornai più non t'avanza
Che di venir con me
Si chiami
Fab.
Destin terribile
Ma
(con visibile
)
jjioia}
Nl.N'.
(ili
tanti
Il
Cancelliere parte subito)
Ouai cifre v'erano?
(Ancora questo
(con impeto ad Isacco)
airorecc'iio.
(coU'accento della disperazione)
atto di partire}
Le Stesse lettere !...
Misera me !)
(dopo aver
Eravi un'F
Ed un V insieme.
Pippo che parte immediatamente;
ls.\.
Lue., Fab. e Già.
Possano
.
,
(Oh padre
!
il
Podesii esamina
processoì
il
Oh
POD.
Quel denaro a me porgete.
laiU
(Che pretender O Numi, aiuto!;
(consegna
POD.
All' ufficio
è
Oh
crudel fatalità
(La superbia e
il
denaro
l'
in
Già vicino è
Di godere e
NlN.
io
il
il
v'è
!
!
più speme.
v'è
stessa chiedermi
Dovrai mercè.)
Ma
denaro)
qual romore
Tutti, fuorché
La
!
il
Podestà.
armata
forza
!
!
ardimento
(additando
Ti farò ben
al Podtstii)
tasca
non
Dio,
Non
(Tu
Già.
pone
v'è
Bene, benissimo
Ninetta)
devoluto.
(si
NlN.
POD.
più speme;
Sorte più barbara.
sai
S'io posso favellar.)
POD.
NlN.
:
Non
intanto
tu lo
alquanto pensato)
Tutti fuorchl il Podest.\ ed Isacco.
Mi sento opprimere
g^jai
Alfine terminar.
Nix.
(igii altri)
.'
!
(con impelo)
(a
con risolutezza)
!
troverai.
il
!...
fate presto.
C. nce^liere dopo avergli parlato
Già.
Subito.
In piazza
prevedea
j
Isacco.
Pip.
NlN.
POD.
(al
s'io
Che mai mi chiedete
Venduta l'ho già.
Isa.
Pip.
Lue.
c
;
Rimedio più non
Nix.
PoD., Fab.
ti confondi.
tremi
signora... io spero...
Inutile speranza!
la
Già., Fab., Lue. e Pip.
Ninetta)
passar.
Ah mio
mio momento
Pietà,
(ai
Podestà)
signore.
pietà
!
trionfar.)
(Padre mio, per te mi sento
Questo core a lacerar
E, per mio maggior tormento,
Non ti posso, o Dio! giovar!)
SCENA
XVI.
;
I
suddetti;
GREGORIO
d'anne}
famigli di
alla testa della gente
molti abitatori del z'illaggio
,
e tutti i
Fabrizio.
Fab., Lue. e Già.
(idem)
(Quel pallor, quel turbamento
Mi fa l'alma in sen tremar
Ora spero ed or pavento
Che mai deggio, oh Dio, pensar
POD.
In prigione costei sia condotta
(alla
:
,
;
Già.
Giuro
POD.
NlN.
Obbedite.
al
gente d'arme accennando
cielo! fermate,
la
Ninetta)
o temete,..
('^rponendcsi alle guardie)
!
(alia
Gran Dio.
gente d'arme)
ATTO
ì6
P R 1 .1/
*w^ ^' j-^~^^~j-
Fae.,
Lue,
Sospendete
PiP.
Non
POD.
posso.
lo
-
POD.
I
Legatela.
miei cenni adempite.
I
Già., Fab., Lue.
{alla esente d'araie)
NiN., Lue, F.\B., Pip. IsAc.
Oh
deStin.
Coro
e
Gè guardie circondano
Già.
Questo
POD.
Sono sordo. (Ora
è troppo
la
Ah
Lo spavento piegar
NlN.
momento
giunto, felice
sei
Podestà)
Pip.
Io vi lascio!
Già., Fab. c Lue.
Giannetto
Giannetto, Fabrizio e Luciii)
(a
Ninetta
!
POD.
Finiamola.
(con impeto;
I
;
Chi
gli
e
Podestà.
il
vibra un pugnale nel seno!
Coro
e
Ah
NlN.
di
me
ricordatevi
almeno
(a
POD.
due amanti
si
:
Giannetto, Fabrizio e Lucia)
(.Ah la gioia
I...
(i
Podestà)
Compiangete il mio povero cor.
mi brilla nel seno
Più non perdo sì dolce tesor.)
fa.
!
Mio ben
il
Vorrei far tutto a brani quel cor.
suddetti ed Isacco
Lo spavento gelare mi
Ah
NlN..
Già.
gente d'anne)
(alla
NlN.
Mille furie nel petto mi sento.
/
Strascinatela.
-
(additando
Lue,
Fab.,
GIAN'.,
più.
Tutti, fuorché Ninetta
nel petto
affetti
Pjdeslà supplicandolo)
'ai
Non
farà.)
ti
mi sento
Lo spavento gelare mi fa.
JNIille
Pip.
e
signore'...
Ninetta)
son contento.
;
Ah
POD.
Sentite.
-
!
(al
mia
è
(idem)
Podestà supi licando)
(ai
!
abbracciano)
(additando Ninetta;
POD.
Separateli.
Podestà ed
(il
(alla
NiN.jGiA.Oh
gente d'arme)
il
Cancelliere escono colle genti d'arme,
le
quaii conducono
via la Ninetta, attraversando la folla dei contadini. Lucia
crudeli!
Tutti gli altri, fuorché
Che orrore
bile col viso
il
Podestà.
figlio
1
rimane immo-
nascosto nel suo grembiale. Fabrizio trattiene a forza soo
che vuol correr dietro
alla Ninetta.
Pippo e
tutti gii altri famigli
nifestano la loro costernazione, e su questo quadro cala
ii
ma-
sipario).
ATTO SECONDO
SCENA PRniA.
VESTIBOLO DELLE FRIGIO XI
AXTOyJO,
Ant.
I
i
Geme
la
il
poveretta
Non
!
.Ah chi potria
stato
5>
Cara
cercare almeno
sentire pietà
Io vo'
D'alleviare
fanciulla,
?
tuoi strazi.
i
NI SETTA.
!
carcere di Ninetta)
Del misero suo
-
ELLA PODESTERIA.
NlN.
Ah quanto vi son grata
Ant. >So1o mi duole che per poco spazio
> Qui lasciarvi potrò. Se mai frattanto
n quell'orrendo carcere rinchiusa
'^additando
subito
N'
"ì
Qualche cosa vi occorre,
Io sono là, picchiate.
Ehi, mia signora...
SCENA
(.\ntonio dice queste ultime parole aprendo la porxa del carcere di Ninetta,
e
chiamandola dalla
NlN. Ahimè
Ant.
NINETTA;
soglia)
(di dentro)
!
Deh non temete
Sono Antonio; sorgete...
I
Venite qui,
(entrando nei carcere)
NlN.
(uscendo dal carcere colla Ninetta per matto)
A respirare, ed
Un po' di luce.
a godere
nuovo
II.
AXTOXIO
,
e
di fiori.
1
venite
-
poi di
CIA .\ N E TTO
(entra nella sua stanza)
almeno
>0h caro padre!
ì>Che farà, che dirà, quando stamane
i Ancor non troverà dentro al castagno
>I1 denaro promesso,
>E a lui si necessario ? E s'ei frattanto
in fine
TTO
A
Nix.
j>A risaper venisse
.j>Cbesua
Ah
prigione...
in
figlia
XD
SEC
Fuggi in prima, deh fuggi,
Ì.0 padre mio; né giugner mai
>Sì barbara novella!
tolga
il
cielo!
possa
Chi già dall'empia sorte
È percosso abbastanza.
Ma, privo di denaro, io spero invano
»Ch'ei fugga... Ah! questa croce... (") Oh sniej)
{•
accorgendosi delia croce che
le
adoma
ii
[mOrat.l
petto)
!
Già.
Già.
me ne accorgo. E ben, si venda.
Ma come far? ma come a lui portarne
>I1 valore?... Fabrizio?... Ah no! Giannetto?...
X>Ora sol
jiSon qua, signora.
?
A NT.
Il
Se
A
Farlo tosto avvertito
Ch'io gli vorrei parlar
il
Tu
conosci
non
se
!
parli.
tuo fatale arcano
nasconder
ti
ostini...
tremo! forse
giorno orrendo!.
io
Oh
NlN. Condannata sarò... Non più! t'inter.do.
Forse un dì conoscerete
La mia fede, il mio candore:
Piangerete il vostro errore
Ma quel pianto io non vedrò ;
Là
Uhm
!
e
non
;
mi
tu
!
fai
L'alma in sen gelar d'orrore.
(No, la colpa in sì bel core.
No, ricetto aver non può.
saprei...
Chi va là?
Ed
s'ode battere alla porta)
No, che
-
l'ombre allor sarò
fra
Taci, taci
?
Vedrem... procureremo... ()
perderla dovrò!)
io
la
morte
istessa
Tanto non fa penar
Troppo è quest'alma oppressa
!
Apritemi..
Qii^l \'oce
Ni.v.
Ah
rigor delle leggi.
In questo giorno istesso...
Gu.
di grazia,
Ant.
Gl-\.
!
Ninett.i,
:
Appunto.
Se poteste,
Ah mia
-
!)
;
servo...
Il
NI^r.
I
Vana speranza
(Più non so che pensar
Tu sei perseguitata
Podestà crudele
La tua sentenza affretta!
>
NlN. Conoscete voi Pippo
sperar non poss'io?...
Il
2>Neppur, neppure: essi vorrien sapere
» Quello che dir non posso. E se pregassi?...
»Si lui, si Pippo; ei solo
Giovar mi può. Fedel, buono, discreto,
JvEi saprà rispettare il mio segreto. (baite ai:a pina d'.\moni.,)
;>iji chiami il carcerier...
Ma
XlM.
j.
AXT.
Perchè nulla io posso
Addurre in mia difesa
Tacer m'è forza, se tradir non voglio
;
»
ti
17
?
Che
Ant.
volete
Non
?
(osservando per
Voi qui, signor Giannetto
i\lN. Giannetto
Vi scongiuro.
Gl-\.
;
posso respirar.
Io sportcllLi]
SCENA
?
IV.
!
.\MT.
ANTONIO frettoloso,
Apritemi.
Impossibile.
NlN. Ah mio benefattor
Oh mio
ks.T.
!
II
(prendendo aflettuosamente per mano Antonio!
(E
Ant.
Resister mai?)
{alla
(Intm che male
e'
è?)
Ninnctta alTettanJo
serietà)
Signore, entrate.
-
(apre a Gianncttj)
SCENA
E
XiN., Già.
Già.
(a
!
voi tornate al carcere.
Ninetta)
Giannetto)
(alla
Ninetta)
Crudel necessità
ma per salvarti
Parto
Tutto farò, ben mio.
Spera frattanto.
!
:
NlN., GlA.
III.
Giannetto)
(alla
bere
i\Iio
-•iNT.
(a
;
!
XlN'.
-
partite
Podestà sen viene.
Idolo mio
Già.
chi potreblje
Restate.
-
signor,
e detti.
Addio
Che barbaro dolor
Più non resisto, o Dio
Sento mancarmi il cor.
!
!
GIAXNETTO
e
detti.
!
O
Già.
Ant. Oh troppe
(rice\c
eia
Giannetto
grazie
!
cielo,
Il
una moneta,
e si ritira
per la porta onde quegli e
NiN.
O
Già., NlN.
O
entrato)
rendimi
caro ben.
cielo, rendimi
AI caro ben
scaglia un fulmine
Che m'arda il sen.
;
Cara!
Gl.A.
NlN.
Ah dunque
(stringendole la mano)
Ed è pur vero ?
ancora tu non m'hai del tutto
Abbandonata
Abbandonarti ? Oh cielo
m'abbandonavi allor... Che dico?
No, no, perdona... io non lo credo... E
Ab, se caro ti sono,
Se veder non mi vuoi morir d'aftanno.
Già.
(Giannetto esce
Ninetta ritorna ne! euo carcere)
V.
sì
Ah
togli
i
il
E
GI.4.
Non
ti
pure...
ANTONIO:
e
subito
il
PODESTÀ; poscia NINETTA,
in fine aleiine guardie.
dubbi miei.
tuo cor,
NiN. Sono innocente.
ÌNI'apri
.
la
SCENA
!
Tu
;
!
discolpi?
dimmi
se rea tu
sci.
(con disnit.i)
perchè dunque, o cara,
Ant.
Ah destino crudel Ma perchè mai
Tanto rigore questa volta ostenta
No, moimorar non voglio;
Il Podestà?...
Ma qui certo s'asconde un qualche imbroglio.
!
ATTO
iS
POD. Antonio
La prigioniera..
Che a tollerare
Sprezzi e
rifiuti.
fia
Più luogo non na.
Andate.
-
Io rea
E
creder lo potete
Ah sì, pur troppo
Tutto, è vero, congiura a danno mio ;
Ma, lo sanno gli Dei; rea non sono io.
Oual sorte l'attenda
POD.
E
Paura mi
non temere
fa.
Coro parte insieme col Podestà)
(il
bene, io spero ancor. Tutto tu puoi,
Amabile Ninetta.
Sì,
(Quel torbido aspetto
COROrti'.A.XT.
!
Aspettarti da me.
Ninetta)
(alia
L'ingrata non sa.
'i
Ni.v.
POD,
al
.
•
?
È questo l'avviso.
E bene ?
Ho deciso.
POD.
NlN.
Pop.
!
suono dei tamburi cui s'annunzia
Vi seguo.
^
Coro
?
NlN,
Udiste
PoD.
:
il
sessione del tribunale)
la
Coro
Tenerezza e pietà. Piii non rammento
vorrei salvarti
I tuoi torti con me
Bla come mai, se tutto
:
questo punto s'ode da lontano
(in
popolo che s'apre
Orsù, mia povera Ninetta,
T'accosta. A te mi guida
condanna
:
Pietà nel mio petto
(All'arte).
ti
In odio e furore
Cangiato è l'amore
mai vero
(ad Antonio che ha condotta la Ninetta)
Rea
XD
POD.
Conducetemi
- No, non
io m'abbia
-
?
S EC
Ah, barbaro oggetto.
NlN.
T'invola di qua!
;
Voglio quest'oggi istesso
SCENA
Toglierti di prigione.
O mio
NlN,
ANTONI 0, NINETTA
Se non mi promettete
intero mi sarà reso
Che
E
innanzi agli occhi altrui
Ant. Podestà, Podestà tu me
Le cose questa volta
Te
POD.
Sì,
per voi, pupille amate.
Tutto, tutto far desìo:
PiP.
Chiamar
e ad
Ma
per me. tu pur, ben mio.
Qualche cosa devi for.
Chi m'aiuta ?
Sta tranquilla,
E t'affida a chi t'adora
Io salvar ti posso ancora.
Nix.
Ho
.Vntoniù)
bisogno
A
al
Poche
('"")
parole,
(alia
lei)
Pippo)
Ninetta)
vo frattanto
io
far la sentinella.
(via)
In ciò che posso.
Quel poco
ch'io possiedo,
ve
\"olentieri
Paventa, ingrata
!...
Ninetta e correndo verso
la
(a
PiP.
mio pregar.
piaccia al cielo
te.
'
:
vedendo
(••
di
AXT.
Vedete
fatta.
mi faceste (). Ah cara amica!
voi
:
Se t'arrendi
No, giammai.
Ah
In regola non vanno.
prometto.
lo
l'hai
!
Voglio qui rimaner.
NlN.
POD.
PIPPO.
subito
e
l'onore,
Sciolta ritornerò d'ogni sospetto,
NlN.
POD.
VI.
signore.
l'offro.
Ah
Nix.
mio Pippo.
no,
!
(togliendosi frattanto dal collo la croce)
Coro
di gu.irdie
Abusarmi non voglio
Del tuo buon cor Solo ti chiedo
Tre scudi, che andrai tosto
(di fuori)
!
Ah
POD.
Ninetta sventurata
Ouali accenti
-
!
Un
!
A
solo amplesso.
PiP.
Coro
Radunato
(a
è
il
(Oh
Hai
capito
si
tiene in disparte
Ma
PiP.
il
vengo in fretta.
(alle
e ancora adesso...
guardie)
(alla
Ninetta;
sentito.'
vi
Sì,
;
la
replico Io stesso.
morte
?
Non
^'anne, indegna:
la
ci
Questa mia croce in pegno...
dirò.
temo.
vedremo:
Dove
adagio.
denaro
il
?
Hai
Nix.
Podestà.
mia sorte maledetta !)
Ho
Nix.
POD.
NlN.
Pud.
quale
il
ti
.-adagio,
Portar debbo
gran consesso;
queste voci esce fuori .Antonio
Bianca solo
POD.
(entrando)
presto
portare là dove
Or
(con trasporto)
in
tu presente
Quel gran castagno che si trova dietro
Al vicin colle .'...
E che scavato è in modo
Che un uom vi si potrebbe
Quasi quasi appiattar...
NI^^
quello appunto.
Sì,
Là dentro
scongiuro
Di riporre il denaro innanzi sera.
PiP. Dentro il vecchio castagno.',..
NlN. Si; ma che niun ti vegga.
ti
Siamo
PiP.
(aiaravijiiato)
intesi.
(in atto di partire)
Udrai la sentenza,
Perdon chiederai
Ma invan pregherai,
NlN.
tardi sarà.
COROcvf.A.XT. (Oh eie!, che fia mai!
Sospetto mi dà.)
Pippo
Che
:
Ma
Ma
ti
?
e questa
scordavi!
PiP.
Io
Tenetela,
Nix. Se
croce
vi
la ricusi,
L'ort'erta
tua.
non scordo
nulla.
prego.
non accetto anch'io
;
ATTO
XD O
SEC
SCENA
Vi sfido.
FlP.
Ora che so quello che fare
Nessun più mi trattiene.
È
pure un gran piacere il
NiN. Deh pensa che domani,
io
debbo,
LUCIA
far del benel [come
(trattenendoif
Oggi fors'anco, non sarà più mio
Quest'ornamento
Cibò non lo credete
Esser non può mei dice il cor... tenet».
'
;
:
E
NlN.
memoria
ben, per mia
La
serberai tu stesso
Non
Lue. Chi
Fer.
hai più scuse adesso
(bacianJo la croce'
:
cadono le lagrime
M'opprime il suo dolor
(^li
Pip.
/
!
Lue.
mio nome, deh consegna
Questo anello al mio Giannetto.
Tanta ^ede, eguale affetto
Ah veduto mai non ho
Per
carità,
SI...
Tutto
Non
NlN".
dirò.
Eterni Dei, che sento
Accusata di furto... oh rossore
Condannata, punita mia figlia?
Ah
qual nube m'ingombra
Pip.
ciglia!
Ala che fo
Son confuso, perplesso
?...
:
Se mi scopro, oh Dio! perdo me stesso:
Se più tardo, ella forse... Oh spavento!...
Che cimento! che fiero dolor!
atto di partire)
Ah
(vivamente commosso)
lungi
timore
il
mio
Coraggio,
Sapete ciii son io.
Povero Pippo, addio.
Addio!... (Se ancor qui resto
Jli scoppia in seno il cor.)
NlN.
le
il
(riscuotcnJosi)
!
Si tenti la sorte
dite!
!
sangue mi piomba sul cor.
Condannata!... Ah si vada, si cerchi...
Freddo
(in
Che
?
giudicata.
t'obblVar...
Pip.
figlia
dessa.
Come?... Esser non può. Seguite.
dubitate...
farò...
!
Innanzi al tribunale
Forse in questo momento
'
cessate
non
se sapeste
furto...
La mia
Sì,
mio ben più non vedrò.
SI,
?\Iia cara amica.
Ov'c Ninetta?
-
I
JMa non dirgli che il mio duolo.
Questo core... Ah ch"io deliro!
Pip.
!
Ah
E
Fer.
!
Il
ascolti!
ci
Lue.
Digli insieme che a lui solo
Fino all'ultimo sospiro...
NlN.
oh Dio
!
(piang-)
Lue. Ninetta!... Deh fuggite!
Fer. 2\Li che vuol dir quel pianto ?
Lue. Ah non m'interrogate
Fer. A'oi mi fate gelar!... (Entro il castagno
Ancor non pose... Un nero
Presentimento... Che pensare ?...) - E bene,
presente ognor.)
fia
Jili
A
NlN.
Fernando
Che nessuno
Fer.
Lue.
Fer.
tenera
sì
-
Accusata di
;
Un'anima
?
Che fa? Deh rispondete!
Con Pippo tu starai
Compagno mio sa'rai
Fin che mi batte il cor.
a 2
è
!
:
Di rifiutarla ancor.
Pegno adorato, ah sempre
Pip.
FERXAXDO.
e
sopr.-.)
!
Pip.
Vili.
:
core:
Si sprezzi la morte
La
;
diletta
figlia
Si qorra a salvar.
Coraggio, mio core
:
NlN.
L'ultimo istante è questo
Che ci vediamo ancor.
(Vedo in quegli occhi il pianto
Ma ve' che piango ancli'io !)
(Vedo in quegli occhi il pianto;
E la cagion son io.)
Pip.
NlN.
(Dove
a 2
Un
Addio
Mi
si
trova,
o
Dio
;
Vo' tutto arrischiar, (esce precipitcsimente)
Lue. Sventurato Fernando!... Ed io pur sono
Di tanto duolo la cagione! Xti possa
A' voti miei secondo
Allontanare il ciel si ria tempesta!
più sincero amor .')
!... (Se ancor qui resto.
scoppia in seno il cor.)
SCENA
SCENA
VII.
Ed
D'umano sangue
certo
5>
L'accusavano reo; pronta
Giudici sono assisi sui loro
cupa una sedia a
e
e reo
severa
non
era.
parte.
Da
-
Il
un lato
si
distinguono Giannetto e Fabrizio.
che va raccogliendo
terribile
il
i
PODESTÀ
il
Pojtolo
le
raccolti
i
musica tetra annunzia questo
E
tu
Oh
cielo,
?
Zitto
innani
veti, conse:;na l'urna al Pretore,
sono -ere, esclama:)
palle
pieni voti è condannata.
soffri
Pretore,
,
a
lo
il
.VU'aìzarsi della tcnd-T, si vede i'Us;iere
-
Già.
Pre.
FaD.
essi è
!
Abbi prudenza!
.
Guardia
,
Podestà, presente alla sessione, ocvede il popolo spettatore fra cui si
voti nell'urna. U.-.a
momento. L'Usciere,
quale, trovate che tutte
Pre.
mezzo ad
in
sccjill;
quale è collocato un tavolino.
al
intriso
giustizia,
,
alle porte.
(I
è poi
>
la
(partcì
sola.
Ch'ella sia rea? Qual dubbio!... Il tempo, il
Le prove, i testimoni,
[luogo,
E ver, la colpa sua fanno evidente:
Ma pure, chi sa mai? forse è innocente.
J>Chi non conosce il lagrimevol caso
>Del veneto fornaio?
>I1 luogo, il tempo, il ferro
^Lo punì
,
,
COME NELL'ATTO PRIMO.
Infelice Ninetta!...
questa!
IX.
PRETORE Giudici un Usdar
GIAXXETTO FABRIZIO,
,
DI FADraZTO
C.\S.A.
LUCIA
è
SALA DEL TRIBUNALE NELLA PODESTERIA,
(Ninetta entra nella sua carcere, e Pippo se ne parte)
STANZ.\ TERREN.A. IN
domando
L'unica grazia ch'io
!
O
ATTO SECO X D
Venga
PiJE.
la rea
("
Stendete
-
i,"'";.
pane
airUscitrc, che
sentenza
la
subi:o)
ad uno dti
{•*
('"'"}.
(Infelice
I
Possa
coronar!
cielo
il
!
terribile,
(alzatesi)
;
Inesorabile,
:
Che in lance pondera
L'umano oprar:
giusto libera,
Protegge e vendica
Ma sempre il fulmine
Sovra il colpevole
(consegna
NINETTA
NiN., Già., Fab.
Pre. t,-.'// Giù.
X.
Gran Dio
!
Fermatelo.
guardie circondano Fernando)
(le
detti.
e
Giudici.
i
Guardie.
scagliar.
SCENA
Pretore ed
//
Pretore un foglio)
al
;
Giugne a
!)
GlA.,FAE.Oh coraggio! Possa il cielo
Tanto zelo secondar
PoD.
Signori
è quello, è quello
II disertor che preme
Ecco gl'indizi, - e insieme
Vi troverete l'ordine
Di farlo imprigionar.
:
Il
cielo
il
almen serbar
ed il mio .-.elo
miei sforzi
!
Diva
possa
!
suoi giorni
I
Fer.
Tremate, o popoli,
A tale esempio
Questo è di Temide
L'augusto tempio
Pre., Giù.
Nix.
GiiiJii.i'
Nix., Già.
(Xinetta entra accompagnata da alcune guardie che subito si ritirano e
preceduta dall'Usciere il quaie le indica il luogo ov'ella dtbbe fermarsi)
Oh
cielo
Fab.
e
e fia pur vero
!
?
,
Fer.
Son vostro
nei
Signor, porgete.
Che non
(facendosi dare la sentenza dal Giudice che l'ha stasai
Considerando che la nominata
Ninetta Viilabella l ?-ea convinta
Di domestico furto; a pieni voti,
Ed a tenor delle vigenti leggi.
Il regio Tribunale
La condanna
Tutti, fuorché
pena
alla
La sentenza
Fer.
Pre. ed
i
i
Giudici
è pronunziata
nessun
la
Ma
dunque
?...
L'uno
l'altra
Il
:
può cambiar.
Giù.
La
Ahi qual colpo!... Già d'intorno
L'iular la morte ascolto
sa scolpar.
Pili
E
Giudici
i
si
Pretore ed
//
capitale.
Pretore ed
il
:
Ma
-
ciel.
;
capo mio troncate
il sangue risparmiate
D'un'innocente vittima
Il
Pre. Intelice donzella.
Ornai pili non vi resta
Che sperare
prigioniero
carcere,
in
sul patibolo.
legge è inalterabile
reo perir dovrà.
:
;
_.,
j-
in ogni
^
.
Già dipmto
^
Miro
il
Aspettate
Già.
;
Fer., Nix., Già., Fab., Pod.
,^
volto
,
nel suo
Che
duolo ed il terror
sospendete
!
l\Ii
;
Pili
(slanciandosi verso
Voi punite un' innocente
Un arcano, ah non sapete
La meschina chiude in cor.
i
Un
Pre.
e
LAverno non
NiN.
POD.
Gn.,
E
Ah
padre, una figlia
Tra' ceppi, alla scure!...
A
Giudici
ben, parlate.
mio
il
Ninetta
(alia
//
xin«ia
(Maledico
Mi
il
i
!
Giudici
olà.
Più non poss'io
Tollerar...
il
mio dolor!
mio furor.)
spezza a brani
si
Pretore ed
Guardie,
Fab., Già.
silenzio."
Palesate.
Ison crescete
tante sciagure
Chi mai reggerà
1
PiP.
F.AB.
i
ha.
Un
!
!
Rispettate
Già.
F.\B.,
arcano
Giù.
NiN'.
Pretore ed
eccetto il
!
martire
tìero
Giudicil
;
Tutti,
abisso di pene
perdo, deliro.
il
ccr
/
Ferxaxdo ed
suddetti,
il
Podestà.
Son fuor di me
padre mio
solo io vado a morte
!
!
//
Pretore ed
Ella tace
Al
:
e
ben
i
Nix.
Giudici.
E
(alle
Guardie
SCENA
Fer.
F.\b.,
Che
Voi qui, padre
Pod.
:
fermate.
figlia
a liberar.
offrite
Parla
;
Pretore ed
si
il
pie.
.'
tronchi ogni
Al carcere,
.'
Chi vegg'io?
Vengo a voi col sangue mio
La mia
dicesti
//
Via,
ai
spiegati.
i
Giudici
dimora
:
supplizio.
Nix.
Ah mio
padre, in pria ch'io mora...
Fer.
Figlia
-
(in atto di volere
d' Giudkii
:
voi stesso alle ritorte
Fer.. Già., Fab.
che entra impetuosamente e detti.
Ah no
NlN'.
Gi.a.,
IX.
!
Volontario
Fer.
Fer.
faceste,
Per- voi
sia tratta
supplizio.
FERNANDO
Che
:
Barbari,
da
lui
un am;j!esso)
lasciatemi.
(ai satelliti
che
!o
trittcng'no)
ATTO SECONDO
Pretore ed
Il
Giudici
i
(ai satelliti,
Oh
Fer., Nin.
Ah
Già., F.\E.
Ninetta
Ah
-
!
finalmente
vede arrivar Pippo dal fondo della piana)
Ecco un uomo egli
Amico, una parola
certo saprà dirmi.,.
:
soccorso!
Dio,
ov'è la casa
:
Del Podestà!
:
(Qi'^l rimorso
POD.
Mio Giannetto! Mio
Nl>f.
segnasti
(si
quali fanno subito per istrascinar via Ninetta e Fernando)
i
nome
Col tuo
Eseguite.
PiP.
!)
Fabrizio!
La casa sua ? Guardate
Laggiù, dopo il palazzo.
C'è una contrada ; entrate
alla sinistra
:
:
//
Pretore ai
Alla carcere
i
Giudici
La prima
al supplizio.
;
satelliti)
(ai
e
Er.v.
Di
Tutti, fuorchl
Pretore ed
il
Ah neppur
Giudici
i
l'estremo amplesso
ser Fabrizio
Dopo breve
m'aita
mio
il
ER.V.
Grazie.
SCENA
PIPPO;
fato a sonrir.
Pretore, Giudici ed
Podest.\
il
Ma
la
pianto
il
mi spunta
sul ciglio
Ho
!
mi fa impietosir;
legge non ode consiglio;
XIV.
GIORGIO;
quindi
e in
riposto
fine
ANTONIO.
una panchina
siede sovra
bramo
denaro, veder
il
Quanto mi avanza ancor
strazio
[•
(parte)
Ora che nel castagno
Pip.
(Ah già
Tanto
tratto
è la quarta appunto.
!
Sino il pianto è negato al mio ciglio;
Entro il seno s'arresta il sospir. Dio possente, mercede, consiglio!
Tu
quella
.'
Pip.
Vien essa; ed
è troppa crudeltà.
Questa
porta.
di sasso
("'*).
Sono più
-
ricco
presso l'orto di Fabrizio e conta
il
suo denaro)
DEL
PIAZZA
.\lla tìestra dello
chiesa;
verso la
XII.
\-
LLAG G
1
I
uscendo dalla chiesa.
PiP.
fai
Con
quella gazza infame (*).
Con
ben che nuove abbiamo
il
il
denaro)
(ad .\ntonio)
tutto è finito,
la lira
messa
in disparte, e
cielo
Oh
Gio.
guarda, guarda.
(additandogli la gazza)
Briccona
Pip.
E
!
giustamente
-
Oh
Ah
birba, birba
!
se potessi
\"o'
provarmi.
Ant. Andiamo insiem.
Gazzaccia maledetta!
Pip.
Ah
Gio.
ahà,
non
subito
Ah
correr tanto, che
SCENA
PIPPO.
NINETTA
in
GIORGIO
esprime
mezzo ad
mezzo
clic
fanno riparo
altre genti
^
aspetta.
XV.
gente d' arine; Cittadini
alla
è
ti
!-it irato
in
un
anj^olo e
clie
dolore.
il sito
{.\lcuni satelliti
spero bene
alla calca dei contadini nel fondo; Ninetta in
d'arme discende
daiia gradinata della Podesteria, e
s'avvia ler.taracnte verso la contrada che gira dietro alla chiesa; essa è
ritrovarvi ancora
Il mio caro Fernando.
Ei proverà vedendo
Oh
quanta gioia
-
Il
che
preceduta e seguita dagli abitatori del villaggio)
Coro
suo fedele Ernesto, ed ascoltando
re,
!
discende sulla panchina, rapisce
XIII.
quella di Fabrizio...
notizia!...
?
:
L'abitazion di questo Podestà,
felice
?
ecco Antonio
!
Eccola là sul ponte.
Arrampicarmi, forse
Troverei la mia lira.
!
clemente mio
Ahimè
Podestà scellerato
Rubarmi la moneta
Che tanto mi premeva.
Ern. Che razza di villaggio
Neppure un cane che additar mi possa
O
Oh
Ninetta?...
la
PiP.
e
La
chi l'hai
-
(Pippo e .-Vntonio corrono via)
SCENA
Il
,
se ne vola sul campanile)
(entra nella propria casa per la porta dell'orto)
Di
brutta diavola
colgo...
ti
(piangendo)
Riparerò.
E
Se
lì?
Ant.
Io l'amerò.
e
Ah
-
i,'').
(alzandosi e raccogliendo
Saprò correggere
ERNESTO,
lira,
questo momento compare la gazza sulla porta
la lira, e in
Che
E
E
questo seno
miei trasporti
Gli antichi torti
colla croce
Gio.
Resa mi fia;
Oual figlia mia
I
questa
die Ninetta
dunque a parte: insieme
certo giorno...
(qui la i^azza
A
la
dell'orto)
si
Ora mi par che il core
Sia meno oppresso. - Ah se benigno
Le preci udì dell'alma mia pentita.
No, l'infelice non sarà punita.
me
zecca,
di
starai
mette a parte
0.
ponte ad uso di far delle riparazioni. - -Alla sinistra è collocata la
porta maggiore della Podesteria. Al di là delia Podesterìa c"è una
contrada, e dirimpetto un'aitra che mette dietro alia ciiiesa. Parimente alk sinistra, si vede una piccola porta, che è quella dell'orto della casa di Fabrizio.
LUCIA,
Un
(•
vede il campanile ed una parte della
cima del campanile sporge in fuori un piccolo
spettatore
Nuova
Tu
SCENA
Ah
Di quel che mi credeva...
He guardie dall'una parte conducono Fernando alla carcere; dali'.iltra la Ninetta al luo;;o del supplizio. Il Pretore, i Giudici ed il Podestà si ritirano.
Tutti gii altri partono costernati).
ciel
la
ti
arrida,
sua grazia
Infelice,
sventurata.
Ti rassegna alla tua sorte;
No, crudel non è la morte
Quando
è
termine al martir.
ATTO
SEC
.\D
/
NlN.
Coro
suddetti col
{soffermandosi davanti alla chiesa)
mio
Il
proteggi
E
basti
ti
Si finisca
mio
Coro
Corriamo a impedir.
sotiVir.
-
morte.
alla
il
I
padre mio,
il
mio
il
Or guidatemi
(ai
Lue., Gio., Pip., Ant.
satciiiii)
soffrir.
colpo fatale
Il
Correte a impedir.
Giorgio
e
(Fabrizio e Giannetto colia posata, corrono via, e dietro ad essi
famigli. Pippo e Antonio rientrano nel campanile, e suonano di nuovo a martello).
i
Ah
farebbe la sua sorte
Anche un sasso impietosir.
(la
colpo fatale
Il
pietoso Iddio
cor,
Deh
Nint-tta prosec:ue
suo cammino, seguitata dal popolo, e ben tosto
il
toglie agii sguardi degli spettatori.
Terminata
-
si
SCENA
funebre marcia, Gior-
la
gio attraversa la scena lentamente e costernato),
//
SCENA
GIORGIO; PIPPO
floscia
ed
XVI.
PODESTÀ
e suddetti,
XVII.
GIANNETTO
fuorché
FABRIZIO.
A.XTOXIO
nel
campmih;
GIANNETTO, FABRIZIO, LUCIA,
e
e di-
POD.
Che scampanare è questo
Che cosa è mai successo
Del mio piacer l' eccesso
!
.''
versi famigli.
Lue.
(andandogli
Giorgio, Giorgio
PiP.
(sul
me
oh
?
Non
felice!
ponte de! campanile, tirando a sé qualche cosa da un buco in cui
il braccio. Intanto la gazza è volata via)
egi!
aveva intruso
GlO.
E
PiP.
Tutto, tutto ho ritrovato
che cosa
così,
Guarda, guarda
stato
è
Non
Pur troppo era innocente.
?
Ah
Ant,
la
Gio.
.'
(mentre
.
convoglio, e gridando a tutta voce)
il
Non mi
? cosa fate ?
vogliono ascoltar.
Inumani, andrò ben
Pip.
la
Lucia insieme con-GIorgio fa per incamminarsi, s'ode di lontano
di fucili. - Pippo ed Antonio sui campanile stanno osser\'ando
Lue.
Ah!
campagna)
E
io...
qual rimbombo! oh Dei!
morta, è morta.
(s'abbandona svenuta fra
(Pippo e Antonio rientrano nel campanile)
Ti compiango, amico mio
Gio.
Oh
POD.
Oual fremito
Oh
Che
Già.
F.\E. e
fracasso indiavolato
che pazzo da legar
guai gelo
cor
il
!
Ant., Pip.
1
vuol dir
(usc-ndo precipitosamente
?
Che cosa avvenne
Lue.
e PiP.
Giorgio)
!
dall'orto)
Innocente
è
la
Io la vedo.
.'
Viene, viene.
oh benedetta
Viva, viva la Ninetta,
La sua fede, il suo candor
Oual
(idem, e dietro loro alcuni famigli)
Ant.
!
Mi piomba sovra
(Pippo e Antonio suonano una campana a tutta forza)
Che
le br-.ccia di
'cielo!
:
cervello se n'è andato.
Il
Giorgio ed al Podestà)
una scarica
attentam-. nte verso la
Dove andate
-
,
(a
PoD.
Olà, fermate
(vedendo da lungi
miei
Andiamola a incontrar.
Andiamola a incontrar.
-Mi sembra di sognar.
posata)
?
e Pip.
amici
cari
avvisa, grida.
(^);
lasciamola ammazzar
Sei tu pazzo
Gio.
non capisco niente.
La povera Ninetta
Io
:
(mostrandogli
Ant,
PoD.
Lue.
incontro)
vi saprei spiegar.
Coro
Ninetta.
trionfo
!
!
(di
dentro)
!
(ricomparendo sul ponte)
Tutti, fuorché Pippo
e
PoD.,
Antonio.
Oh
Innocente!
Ant.
e
Pip.
!
Avete udito
cucchiaio, la forchetta,
Il
La mia
Ant.
che sento
Gio.
Innocentissiraa.
Pip.
Gio.
lira,
Alcuni famigli
la ladra.
Cik., Fae., Lue. e Gio.
Lucia che
Giusto cielo
Gli stessi col
!
Lue.
entrando,
Viene, viene
Dite il vero
I suddetti Famigli
Coro
Antonio
e
non temete.
:
?
La
Ma lo sparo
POD.
Fu
/ suddetti Famigli
vedrete.
.'
Caso eguale non
Il
vostro grembiale.
(Pippo getta giù
Fab.
dà.
si
allegria.
Padrona, spiegate
Pip.
e
GiA.
E
la
posata nel grembiale
Antonio, Pippo ed
di
Lucia)
Ecco, ecco
dess
'
mirate
:
a,
G'uno prende subilauìente
alla Lucia)
s'è riscossa)
è tutto qua.
Quella gazza maledetta
Fu
?
(alla
la forchetta e l'altro
il
cucchiaio, che mostrano
!
i
Famigli
Pippo.
e
O
ATTO
S EC
SCENA ULTIMA.
POD.
XD
^3
Ma
che
in
modo
costui
fu
(accennando Fernando)
I
smidctti,
NINETTA, FABRIZIO, GIANNETTO,
Abitanti,
Genti d' arntej
ERNESTO
poscia
e
con
Dal suo career liberato ?
Per un ordine firmato
Dal monarca mio signor.
Per.
FERNANDO.
(Emesto ne
(La Ninetta è assisa sopra un carro, adornato all'ìnfretta
e tratto da alcuni contadini. Giannetto, Fabrizio ed
fanno corteggio. Diversi contadincUi
si
di
rami e
arrampicano qua e
di fiori,
contadini
altri
là
Tutti gli altri, fuorché
mia
Lue.
Viva
per vedere)
POD.
!
(correndo incontro alla Ninetta)
Gi.A.
Si
Questa
è
mano
al
È
E
Podestà)
NlN.
del Pretor.
E
PiP.
Fab., Già.
e
Lue.
!
confuso, strabiliato,
)
(additando
il
Podestà)
già
a quale
jli fa
grande accoglienza: dietro ad
Lue.
Mia
Ninetta, ecco
(unendo la mano
il
di
tuo sposo.
Ninetta con quella di Giannetto)
!
La sua
Per., Gian,
Coro
Oh momento
fede,
Queste grida
Danno
ì\Ia
Pah.
Brava, brava, moglie mia
Ah mio ben, fra tanto giubilo
Sento il cor dal sen balzar.
;
con voi miei fidi amici,
No, gioir non posso ancor
Una
!
Fab., Già., Lue.
POD.
dici
!
Tutti gli altri, fuorché
Ma
È
alla
!
Già., Nin.
Mia Ninetta, che mai
!
Illa
tregua al mio tormento:
mio cor non è contento
il
avventuroso
Lucia
Lue.
!
letizia
di
perdona
Nix.
e
(Ninetta e Giannetto T-bbracciano)
suo candor
il
(Pippo e .\ntonio discendono dal campanile)
.'
Fa
(Una
Mi
Podest.à
il
scena così tenera
di gioia lagrimar.
scena così tenera
costringe a lagrimar.)
svanito ogni timor.
Gian., Nin., Per,,
No, no!... Dov'è mio padre?
Nessun risponde oh Dio
:
Vive
che
?
fa
Ecco cessato
!
.'
Placato
Cor mio,
Per.
SI,
vive, e a te sen vola
Sempre con
Ah padre! Or
sarà.
te
sì
il
il
Pie.
e
vento,
mare
infido
;
Salvi siam giunti al lido
(comparendo improv^'isamente accompa^ato da Ernesto)
NlN.
sol
cambia di color.
Pippo ? Non lo vedo.
il buon
Cara amica, sono qua.
(Quanto costa una vendetta
Di rimorsi ho pieno il cor.)
Gio., PiP., Ant.,
Niy.
Podest.\
esso viene Antonio)
Viva, viva la Ninetta,
NlN.
il
co' suoi cenni)
principe adorato
il
(accorrendo verso la Ninetta,
Quando meno il cor l'aspetta,
Sembra il giul^ilo maggior.
Pop.
Coro ed
il
regna coU'amor
(Son confuso, strabiliato:
Di me stesso sento orror.
Coro
rilasci la Ninetta.
(lesscndo ciò che sta scritto in una carta ch'e^ii consegna
ustioionianza
le
Che
Figlia
fa
POD.
:
(abbracciando
Alfin respira
la figlia)
che obblio
il
:
cor.
(Sordo susurra il vento,
Minaccia il mare infido;
Tutti son giunti al lido
Io son fra l'onde ancor.)
;
Tutti
Ah
passati guai
i
:
che perfetta è ornai
La mia
felicità
Tutti, fuorché
!
Tutti gli altri, fuorché
Ah
chi provato ha
Egual
felicità
!
il
mai
il
Podest.à
In gioia ed in contento
Podestà
POD.
Cangiato è il mio timor.
(D'un tardo pentimento
Pavento, oh Dio, l'orror
!)
INDICE
Sinfonia
-P^.--
•
^TTO
Oh
Introduzione Recitativo
Cavatina -
Oh
-
Di
che giorno fortunato
cospetto
'..........
......
/.....,.,
......
.......
......
........
piacer ini balza il cor -
(Recitativo e Cavatina - Stringhe
(Recitativo e
Coro
-
TRLMO.
e
!
Ninetta
ferri da calzette - Isacco
Scena
Cavatina -
//
Recitativo,
Scena
mio piano
è
I -
Recitativo e Finale
pianto
!
In casa
Nume
benefico
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50
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Duetto - Come framre
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Tocchiamo, hei-iamo - Pippo
Recitativo,
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S.
Cavatina - Fieni fra queste braccia - Giannetto
Brindisi -
•
Fernando.
S.
3.
di messere
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^ìtio secoxdo.
Recitativo e Duetto - Forse un di conoscerete - Ninetta e Giannetto
Recitativo ed Aria - Si per voi, pupille amate - Podestà
.
.
.
Recitativo e Duetto - Ehben, per mia memoria - Ninetta e Pippo
.
Recitativo, Scena ed Aria - Accusata di furto... oh rossore! -
.
Scena, Coro del Giudizio e Quintetto - Già dipinto nel suo
Recitativo ed Aria Recitativo,
Finale
II -
Coro
e
Giorgio,
A
questo seno - Lucia
Preghiera - Deh
Giorgio?
tu reggi in
Fernando
volto
.....
tal
S.
momento - Ninetta
S.
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