EU – CHINA PARTNERSHIP

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EU – CHINA PARTNERSHIP
TITOLO
EU – CHINA PARTNERSHIP: Is the right
time for an ambitious free trade
agreement?
LUOGO E DATA
20 Aprile 2016
Hotel Silken Berlaymont
Boulevard Charlemagne 11, 1000 Bruxelles
ORGANIZZATORE
Foreign Trade Association (FTA)
RELAZIONE
Foreign Trade Association (FTA) ha organizzato una conferenza, tenutasi il 20 Aprile, per
valutare le opportunità e i benefici di un potenziale Accordo di Libero Scambio (ALS) tra
Unione Europea e Cina, presentando i risultati di uno studio innovativo condotto dal Centre for
European Policy Studies (CEPS). L’evento si è svolto dopo il successo della conferenza del
2015, “Unleashing the Potential of EU Trade”, dove il commissario per il commercio Cecilia
Malmström ha tenuto il discorso di apertura.
Christian Ewert, Direttore Generale di FTA, ha introdotto la conferenza presentando i temi
principali e la posizione di FTA. Ha rilevato come un accordo di libero scambio tra UE e Cina
rappresenti una questione delicata, ma ritiene necessario un dialogo aperto basato su
evidenze scientifiche. Ha posto l’accento sull’interdipendenza economica di UE e Cina,
sostenendo che entrambe le parti hanno un interesse a sostenere un reciproco sviluppo
sostenibile.
Tino Zeiske, Vice Presidente Senior di Responsabilità Aziendale presso Metro Group, ha
tenuto il discorso di apertura, evidenziando l’interesse particolare di Metro Group nei confronti
della Cina e dei suoi mercati. Ha ricordato che la Cina è il principale fornitore dell’UE in
numerosi settori e che l’acquisto di prodotti di importazione cinese è diventato parte
integrante del comportamento del consumatore europeo. Tuttavia, il relatore ha constatato
come il dibattito attuale si stia focalizzando sul rallentamento della crescita dell’economia
cinese, quando in realtà i dati smentiscono queste preoccupazioni. In effetti, il potere
d’acquisto della classe media cinese sta crescendo, e questo stimola l’attrattiva dei
consumatori cinesi da parte delle imprese europee; inoltre, si prevede che il mercato al
dettaglio cinese sarà il più importante a livello mondiale entro il 2018, senza contare che il
mercato dell’e-commerce cinese vanta già questo status. Secondo Zeiske, rimangono alcuni
problemi da affrontare: primo, la percezione distorta del ruolo della Cina da parte dell’UE, che
sottovaluta le opportunità per il settore manifatturiero e le imprese, e considera la Cina come
una minaccia. Secondo, lo sviluppo di un commercio bilaterale è ostacolato da alcune barriere
tecniche presenti in Cina, come regolamenti e prassi doganali che variano da una parte
all’altra del Paese, poiché non sostenute da una legislazione chiara e coerente a livello
nazionale. Superati questi ostacoli, secondo il relatore, sarà necessario negoziare un
ambizioso accordo di libero scambio tra UE e Cina, che sia proficuo per entrambe le parti,
poiché, essendo queste due economie interdipendenti, non è possibile implementare mere
soluzioni nazionali.
Jaques Pelkmans, Ricercatore Senior presso CEPS, ha presentato i risultati dello studio
approfondito “Tomorrow’s Silk Road: Assessing an EU-china Free Trade Agreement”, che
esplora le problematiche e le opportunità di un potenziale accordo. Il relatore ha esordito
esponendo le cinque argomentazioni principali a sostegno di un ALS tra UE e Cina:
1. L’ALS ha oggi un potenziale economico maggiore per entrambe le parti, rispetto a
quanto possibile in precedenza a causa di divieti e restrizioni;
2. L’ALS garantirebbe un accesso al mercato equivalente, o migliore, di quello disponibile
per gli altri partner commerciali di entrambe le parti (teoria del domino);
3. L’ALS tra UE e Cina consentirebbe, a entrambe le parti, di non rimetterci rispetto ai
recenti “mega accordi” regionali di libero scambio, come il TPP, il TTIP (in fase di
negoziazione), o il RCEP;
4. Esiste uno stretto legame tra le profonde riforme nazionali della Cina, come nuova
tappa nella sua transizione verso un’economia del tutto sviluppata ed efficiente, il
superamento della “trappola della classe media”, l’esposizione alla concorrenza di beni
e servizi esteri, e a diffusi investimenti diretti esteri (IDE) in tutti i settori;
5. L’ALS ha implicazioni strategiche e può essere considerato valido per ragioni geopolitiche.
Il relatore ha continuato rilevando che un ALS tra UE e Cina gioverebbe al mantenimento e
alla creazione di nuovi posti di lavoro, considerato che l’esportazione di beni verso la Cina
garantisce già più di 2,5 milioni di posti di lavoro per i cittadini europei. I tre principali settori
industriali che esportano verso la Cina sono “macchinari vari” (22,5%), autoveicoli (22,5%) e
macchinari elettrici (11%). Viceversa, la Cina è al primo posto delle importazioni dell’UE per
“beni di consumo di massa”, oltre che per macchinari elettrici e “macchinari vari”. In seguito,
Pelkmans ha rilevato che il problema dell’accesso al mercato dei beni esportati verso la Cina
consiste di numerosi picchi tariffari, che colpiscono anche i maggiori settori di esportazione
dell’UE. Nonostante siano presenti barriere tecniche da entrambe le parti, i problemi per il
commercio creati dalla Cina sono più seri, poiché dovuti a questioni sistemiche che
andrebbero affrontate con riforme profonde. Le riforme attuali in materia di standardizzazione
potrebbero essere utili sotto questo rispetto. Il relatore ha proseguito illustrando un problema
serio che concerne i servizi, poiché molti mercati cinesi sono monopolizzati dalle imprese
statali. Alla radice del problema ci sono i retaggi della “transizione” cinese verso un’economia
di mercato: un Accordo di Investimento, secondo Pelkmans, deve essere negoziato
immediatamente affinché la Cina affronti seriamente questo problema di accesso ai mercati
dei servizi. Il relatore ha sottolineato che un ulteriore problema concerne il mercato chiuso
degli appalti pubblici, che rappresenta un elemento di frustrazione per le imprese europee che
sono interessate al mercato cinese (viceversa, le imprese cinesi ottengono sistematicamente
appalti pubblici nell’UE). Per superare questo problema, Pelkmans ha auspicato che la Cina
aderisca all’Accordo plurilaterale sugli Appalti Pubblici (Government Procurement Agreement,
GPA) dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), poiché questo rappresenta una
tappa preliminare alla negoziazione dell’ALS. Dopo aver considerato i problemi attuali, il
ricercatore ha presentato le stime dell’impatto di un ALS ambizioso sulle due economie: per
quanto riguarda il PIL, con l’ALS questo aumenterebbe, secondo un calcolo sottostimato,
dell’1,87% in Cina e dello 0,76% in UE entro il 2030, e tutti gli Stati membri ne trarrebbero
vantaggio. Per quanto riguarda gli effetti sul commercio, con l’ALS le esportazioni bilaterali
verso la Cina aumenterebbero del 111%, e le importazioni dalla Cina aumenterebbero del
57%. Infine, ci sarebbe un incremento dei salari reali in tutti gli Stati membri, dallo 0,24% in
Grecia all’1,66% in Slovacchia. Il relatore ha concluso argomentando che l’ALS tra UE e Cina
sarebbe logico e proficuo: da un lato, spingerebbe la Cina a completare la fase di riforme già
avviata, mentre dall’altro l’UE potrebbe finalmente perseguire una politica commerciale
coerente nei confronti dell’Asia orientale.
L’ultima parte della conferenza si è svolta con un dibattito, moderato da Iana Dreyer,
Fondatrice di Borderlex, tra quattro relatori di altro profilo: oltre ai già citati Jaques
Pelkmans e Tino Zeiske, hanno partecipato anche Frank Dassler, Consulente Legale di
Adidas, e l’on. Christofer Fjellner (PPE). Il gruppo di esperti ha discusso l’importanza
strategica della Cina sia per Metro Group (Zeiske) che per Adidas (Dassler). L’on. Fjellner
(PPE) ha affermato la necessità di negoziare un ALS che giovi sia all’UE che alla Cina, e che il
Parlamento Europeo dovrebbe cominciare a studiare una strategia dopo che verrà concesso lo
status di economia di mercato alla Cina. Pelkmans ha ridimensionato le paure di quelli che
pensano che un ALS tra UE e Cina sopprimerebbe l’OMC. Zeiske ha rilevato che la Cina ha una
catena di fornitura ormai di alta qualità, ma che la produzione di alcuni beni richiede di
esplorare nuovi mercati (ad esempio Myanmar e Africa). In seguito il dibattito si è concentrato
sulle misure antidumping in vigore, alcune delle quali, secondo il gruppo di esperti
all'unanimità, andrebbero riviste e l’Europa dovrebbe essere più trasparente nel condurre le
indagini in materia. Il dibattito è terminato con una serie di domande e risposte degli uditori.
Link utili:
Sito della conferenza:
http://trade2016.fta-intl.org/
Eseguito da:
Leonardo Uscotti
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B-1040 Bruxelles
Tel.
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Fax.
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