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ACCOGLIERE, RILEVARE ed INTERVENIRE “La valutazione del
ACCOGLIERE, RILEVARE ed INTERVENIRE “La valutazione del rischio in un servizio di emergenza” D.ssa Donatella Galloni Assistente Sociale Specialista Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD) Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Il sistema sanitario Il sistema sanitario si trova in posizione ottimale per identificare le donne che hanno subito violenze e per indirizzarle verso altri servizi, dato che una grandissima maggioranza di donne fa visita ad una struttura di assistenza sanitaria in un qualche momento della sua vita, per esempio durante una gravidanza, oppure per far curare sé stesse o i figli. UNICEF . Giugno 2000 Accoglienza delle donne vittime di violenza presso i servizi ospedalieri. Perché l’ospedale è un luogo privilegiato? La violenza domestica è in Italia è un importante problema di salute pubblica. Tra le donne che si recano ad un pronto soccorso cercando assistenza per un trauma, una percentuale che arriva al 35% presenta lesioni causate dalla violenza dal partner. Il numero delle vittime che affluiscono presso il pronto soccorso è differente a quello delle donne che si recano alla polizia, ai consultori, ai servizi sociali e ai servizi messi a disposizione del volontariato. Permette di stabilire un contatto, chiedere informazioni, offrire accoglienza e ascolto alle donne che vi afferiscono e che presentano direttamente o indirettamente collegabili ad una storia di violenza e/o maltrattamento. Può essere raccolta accuratamente la documentazione delle lesioni. E’ possibile riscontrare le recidive e prevenire morti evitabili. Offre la possibilità di un confronto sempre attivo tra operatori sanitari e psicosociali, per la rilevazione della violenza, consulenza e accoglienza della donna. Ogni contesto sanitario, in caso di violenza contro le donne, è dunque un luogo dove è possibile: - riconoscere i segnali manifesti - nominare la violenza - fornire un primo supporto e una prima accoglienza - aiutare la donna ad acquistare fiducia nell’aiuto ricevuto e cominciare a pensare a soluzioni alternative. I medici, gli operatori sanitari e psicosociali, per assistere le donne che hanno subito un singolo episodio o una lunga storia di violenza, devono cercare di superare gli stereotipi culturali socialmente ancora diffusi sulla violenza sessuale e sulla violenza domestica, che hanno fino ad oggi contribuito alla vittimizzazione secondaria di chi ha subito tali crimini. Mancanza di consapevolezza del fenomeno, mancanza del riconoscimento dei costi sociali e psicologici della violenza Pensare che non sia compito del medico Intervenire Non sapere come intervenire o aiutare anche quando si riconosce che una donna è stata picchiata Non credere a quanto riferito dalla donna; Incolpare la paziente e provare sentimenti di frustrazione e rabbia se questa non lascia il compagno; Difficoltà ad affrontare i sentimenti evocati da una donna che descrive la violenza, l’operatore si può sentire impotente ed inadeguato; I bisogni delle donne vittime di violenza USCIRE DALLA CONFUSIONE ESSERE ASCOLTATE RACCONTARE LA PROPRIA STORIA E LE PROPRIE EMOZIONI ESSERE CREDUTE E NON GIUDICATE RICONOSCERE LA VIOLENZA COME TALE VEDERE LEGITTIMATE LE PROPRIE EMOZIONI RACCOGLIERE INFORMAZIONI Il riconoscimento dei bisogni delle donne permette di: Comprendere l’accaduto Superare la vergogna e senso di colpa Ridistribuire le reali responsabilita’ Recuperare il controllo sulla propria vita Pianificare un progetto condiviso di uscita dalla relazione violenta e di elaborazione del Trauma L’INCONTRO CON LA DONNA In qualsiasi contesto è fondamentale accoglierla da sola per creare uno spazio in cui poter parlare liberamente e senza timore garantire un atteggiamento rassicurante, disponibile all’ascolto e mai frettoloso raccogliere nella cartella clinica i risultati della consultazione e dell’eventuale esame clinico COMPETENZE NECESSARIE COMPETENZA RELAZIONALE CHE SI GIOCA SU TRE ELEMENTI BASE: - Flessibilità - Sospensione del giudizio - Capacità di leggere e gestire le proprie emozioni credere alla donna quando esprime bisogno di sicurezza EVITARE di : domandare alla donna cosa ha fatto per provocare la violenza, giudicare le sue scelte e azioni, minimizzare la situazione di pericolo da lei raccontata, prendere scelte per lei. SOCCORSO VIOLENZA SESSUALE (SVS) CLINICA MANGIAGALLI, PIANO TERRA VIA DELLA COMMENDA, 12 – MILANO TEL. 02/55032489 Email: [email protected] REPERIBILITÁ 24h SU 24h, 365 GIORNI ALL’ANNO DEL PERSONALE SANITARIO DAL LUNEDĺ AL VENERDĺ DALLE 9:00 ALLE 17:00 PRESENZA OPERATORI SANITARI E PSICO-SOCIALI L’ 11 dicembre del 2007 viene inaugurata l’apertura di un innovativo servizio ospedaliero; il S occorso V iolenza D omestica concepito all’interno del Progetto del Comune di MILANO “Prevenire e contrastare la violenza e il maltrattamento alle donne” Soccorso Violenza Domestica Destinatari: tutte le persone che hanno subito violenza domestica Operatrici presenti: assistenti sociali psicologhe, operatrice per l’ascolto e l’accoglienza telefonica Organizzazione Operativa Tutti i giorni feriali dalle ore 9 – 17 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno è garantita una reperibilità telefonica in specifico: al personale sanitario del Pronto Soccorso, della Chirurgia, Medicina e Ginecologia d’Urgenza dell’Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena alle FF.OO.: Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale del Comune di Milano alle persone che ne fanno richiesta Modalità di accesso al SVD Spontaneo Su appuntamento dopo accoglienza telefonica Su invio da parte dei partner della Rete “Prevenire e contrastare la violenza” Su invio da parte dalle strutture pubbliche territoriali, da studi legali, FF.OO., ecc. Invio in emergenza dal P.S. del Policlinico, dal P.S. Ostetrico Ginecologico della Mangiagalli Reperibilità per il PS Alla richiesta d’intervento dal parte dei medici e/o infermieri del Pronto Soccorso le operatrici dell’SVD possono rispondere: in orario diurno recandosi direttamente presso l’astanteria del PS in orario notturno e giorni festivi con una pronta reperibilità telefonica e, se necessario, con una reperibilità di persona Colloquio in emergenza Raccolta delle informazioni sanitarie Raccolta dati anamnestici Storia della «relazione» Valutazione del rischio: Metodo S.A.R.A. La valutazione del rischio Comporta la gestione del rischio ovvero individuare l’intervento più appropriato per prevenire la recidiva proteggere la vittima evitare l’escalation prendere decisioni in ambito giudiziario e disporre di misure restrittive LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Obiettivo intervenire per contenere, modificare, neutralizzare i fattori che hanno spinto la persona ad agire Tipologie d’intervento • Rischio non elevato: accoglienza psico sociale, pianificazione di un percorso di uscita dalla violenza che coinvolga diversi soggetti del pubblico e del privato sociale. • Rischio elevato: situazione d’emergenza: necessità di un immediato collocamento in una struttura protetta RISCHIO NON ELEVATO LA DONNA PUÒ TORNARE A CASA – RISORSE AMICALI E/O PARENTALI • Pianificazione progetto Consulenza – assistenza legale civile e/o penale (svd dad – telefono donna) Consulenza sanitaria Consulenza psichiatrica Collaborazione e/o invio a strutture della rete o pubbliche del territorio per presa in carico di secondo livello *Segnalazione di reato al T.O e T.M. se perseguibile d'ufficio RISCHIO ELEVATO: INTERVENTO IN SITUAZIONI D’EMERGENZA COLLOCAMENTO IN EMERGENZA Donna Sola Con figli Rischio elevato: DONNA SOLA • Denuncia d’ufficio • Attivazione delle FF.OO. della zona di residenza della signora (se opportuno) • Collocamento in struttura protetta RISCHIO ELEVATO: DONNA CON FIGLI • Denuncia d’ufficio alla Procura della Repubblica del T.O. • Segnalazione al T.M. • Pronto intervento del Comune di Milano • Eventuale attivazione delle forze dell’ordine La violenza domestica ad oggi è un fenomeno sommerso che necessita di interventi strategici il cui obiettivo è una maggior rilevazione delle violenze nascoste e un’azione di prevenzione per ridurre i rischi di episodi futuri di violenza. Offrire e garantire servizi di diagnosi e trattamento sanitario attraverso un’offerta attiva di assistenza per favorire l’emersione del fenomeno. E’ necessario costruire un percorso di uscita dalla violenza su una specifica e professionale continuità assistenziale della donna vittima di violenza. Un intervento sanitario su un primo livello di emergenza, un intervento psico-sociale e legale, in stretta interconnessione con la rete, il territorio e i servizi specifici di riferimento. La violenza è un male che pesa su tutti noi uomini e donne: dobbiamo conoscerla e riconoscerla, individuarla e dimostrare alla vittima che lei vale; ascoltarla, offrirle aiuto e incoraggiarla a parlare. Soprattutto dobbiamo sostenere la sua decisione finale anche se non è quello che ci auguravamo per lei. «Il male che si deve raccontare» S. Agnello Hornby Sunday, March 24, 2013 GRAZIE PER L’ATTENZIONE [email protected]