rivista graphomnia

Transcript

rivista graphomnia
Anno I
n. 0
febbraio
2012
Distribuzione
gratuita
ArigrafCatania
Associazione di ricerca grafologica Catania
Via Cesare Beccaria, 75 - Catania
www.arigrafcatania.it
o!
c
s
s
e
t
s
e
s
a
n
g
e
hi scrive dis
22
Formazione ArigrafCatania
CORSO TRIENNALE DI GRAFOLOGIA
1° anno
- Storia della scrittura – Grafologia: storia e fondamenti
- Nascita ed evoluzione del gesto grafico - Apprendimento della scrittura - I modelli scolastici
- Principali teorie sull’età dello sviluppo
- Approccio globale della scrittura, l’ambiente grafico, la simbologia dello spazio
- La dimensione, il tratto, la forma, il movimento, la firma
- La continuità, la direzione, la condotta del tracciato
- Teoria della tensione di Pophal
2° anno
- Teoria di Freud e corrispondenze grafologiche
- Teoria di Jung e corrispondenze grafologiche
- Meccanismi di difesa
- Evoluzione della scrittura; la scrittura dei bambini e degli adolescenti; disgrafia, dislessia, mancinismo
3° anno
- Elementi di Psicopatologia: nevrosi e psicosi
- Applicazioni della grafologia in campo professionale: l’azienda, l’analisi della posizione di lavoro, attitudini e motivazioni.
Approfondimenti
L’associazione ha inoltre deciso di inserire tra i moduli delle proprio corso lezioni integrative riguardati :
• Approfondimenti e cenni di Psicologia generale
• Deontologia professionale del grafologo e cenni legislativi
• Seminari di approfondimento sulla grafologia professionale.
CORSO BREVE DI INTRODUZIONE ALLA GRAFOLOGIA
Il corso è articolato in 4 incontri ed è solo un approccio alla grafologia. Si terrà a marzo e aprile 2012.
Editoriale
a cura di Laura Montanaro
sso!
e
t
s
e
s
a
n
g
e
s
i
chi scrive d
L’ArigrafCatania e Graphomania:
i perché di un’idea
di Maria Valentina D’Anna e Salvatore Caccamo
Anno I
Per una rivalutazione del gesto grafico
n. 0
febbraio
di Maria Valentina
D’Anna
2012
Disegniamo le emozioni
di Giusi Cavaleri
Storie di grafologi
di Barbara Taglioni
Un personaggio della cronaca
Amanda Knox: angelo o diavolo?
di Barbara Taglioni
Piccolo dizionario grafologico
a cura di Giusi Cavaleri
Ricerche ArigrafCatania
Parimenti alle attività formative, periodicamente l’ArigrafCatania porta avanti progetti di ricerca grafologica nel nostro
territorio in collaborazione con enti ed istituzioni locali; in particolare :
Dal 2008 nelle scuole medie superiori delle province di Ragusa e Catania è attivo il progetto : “I segnali di allarme nella
scuola media superiore ed inferiore: capire il disagio grazie alla grafologia” responsabile e coordinatore l’Avv. Salvatore
Caccamo.
Nel 2011 grazie alla collaborazione con l’Università di Catania - Facoltà di Matematica, è nato il progetto “L’informatica al
servizio della grafologia; nuovi orizzonti per l’analisi e l’osservazione della scrittura”. Responsabile prof.ssa Rosa Maria
Pidatella.
Nel 2007 nelle scuole di indirizzo media inferiore della provincia di Catania è stato attivato il progetto:“ La grafologia per
l’orientamento scolastico”, responsabile e coordinatore la Dott.ssa Maria Valentina D’Anna.
Test-mania: divertiamoci e conosciamoci meglio
I libri che lasciano il segno
Mi scrivi la ricetta? I grandi della musica italiana in cucina
Corsi e seminari da non perdere
Programma dei corsi ArigrafCatania
4
5
6
11
14
15
19
20
21
22
23
esso!
a se st
n
g
e
s
i
d
e
v
i
r
c
chi s
4
Editoriale
a cura di Laura Montanaro
Eccoci qui, pronte a dare inizio a questa nuova avventura, cariche dell’entusiasmo di
chi non sa ancora bene quali inaspettati sviluppi potranno verificarsi. Per il momento
sappiamo di essere una piccola, ma compatta squadra di ‘giovani grafologhe’ con una grande
voglia di fare, animate dalla passione per questa ‘preziosa’ disciplina che speriamo di tenere viva anche
in chi si appresta a seguirci.
La nostra carriera grafologica è ancora agli inizi: solo nell‘ottobre scorso infatti abbiamo conseguito il diploma di
grafologia e siamo state iscritte nella lista dei “grafologi professionisti” al termine di un percorso durato tre anni.
Sono stati anni incredibili, ricchi di soddisfazioni, ma anche di difficoltà, in cui siamo passate dall’entusiasmo alla
paura di non farcela, al desiderio (a tratti) di mollare tutto e non
pensarci più. Ci è stato di aiuto il confronto con i nostri
colleghi-compagni di avventura, coloro che hanno condiviso con
noi ogni tappa di questo viaggio fino alla soddisfazione del
risultato finale.
Importantissimo stato il sostegno dei nostri docenti che hanno
creduto nelle nostre potenzialità e ci hanno guidato nella
crescita professionale con pazienza e dedizione. A loro va il
nostro ringraziamento per averci condotto fino a questo punto,
con la speranza che non si siano stancati di noi e ci permettano di stargli ancora ‘tra i piedi’!
E’ anche pensando a loro che è nata l’idea di questo lavoro:
unire le nostre esperienze personali da una parte, e la preparazione specifica e l’arricchimento umano di questi anni
ra
dall’altra, per dare vita ad un “qualcosa” che desse voce e
a, Giusi, Barba
Da sinistra Laur
corpo al lavoro svolto dall’ArigrafCatania, un contenitore per le iniziative, le riflessioni, gli
approfondimenti, i suggerimenti, che fosse a disposizione di tutti coloro che alla grafologia sono in qualche modo
interessati, aperto alla collaborazione di chiunque volesse dare il proprio apporto.
Questa è l’idea originale con cui abbiamo pensato di impostare ‘graphomania’ , un piccolo giornale con rubriche fisse e
interessanti variabili.
Speriamo che questa prima uscita possa avere un seguito e diventare un appuntamento costante, che ci accomuni e che
ci permetta di comunicare in uno scambio di volta in volta dinamico e costruttivo.
Grazie fin da adesso per l’attenzione e per ogni contributo o suggerimento che vorrete sottoporci.
n bocca al lupo e buon lavoro a tutti!
Barbara, Giusi e Laura
chi scrive dis
o!
egna se stess
I libri che lasciano il segno
21
Mi scrivi la ricetta? di Marta Tea Carpinelli
a cura di Barbara Taglioni
Un libro non troppo tecnico ed a uso esclusivo degli addetti al settore, una
pubblicazione che può essere giudicata interessante anche da un
pubblico più vasto è “Mi scrivi la ricetta?” di Marta Tea Carpinelli, edito da
B.C. Dalai al costo di euro 19.
È una raccolta di circa 70 ricette di cucina, dall’antipasto al dolce,
scritte di pugno dai grandi della musica italiana, per citarne solo
alcuni : Gianna Nannini, Renzo Arbore, Giusy Ferreri, Carmen
Consoli, Francesco Renga, Mango, Cesare Cremonini, Piero Pelù,
Arisa, Claudio Baglioni, e moltissimi altri.
Ve lo consigliamo per almeno tre ragioni: la prima è che riporta le
grafie di molti personaggi e non è sempre facile reperire materiale in
tal senso, la seconda perché magari possiamo scoprire qualche
“ricettina” interessante da sperimentare con gli amici e la terza, non
ultima per importanza, è che acquistando questo libro si contribuisce a sostenere un progetto di AMREF Italia Onlus per la realizzazione di pozzi d’acqua e strutture idriche in Africa nella regione del
Kajiado, ai confini tra Kenya e Tanzania.
Buona lettura e buon appettito!
o!
egna se stess
chi scrive dis
?
!
?
a
i
n
a
m
t
Tes Divertia moci e conoscia moci meglio
20
DISEGNA TRE STELLE (per questo gioco servono carta e matita)
Contemplando un cielo stellato, ci perdiamo nelle profondità dello spazio infinito. Pur essendo
consapevoli dell’enorme distanza che ci separa dalle stelle, le consideriamo messaggere amiche,
capaci di realizzare i nostri desideri. Nell’oscurità della notte è confortante alzare lo sguardo e
lasciarsi attrarre dalla loro magia.
1- Disegna tre stelle di diversa grandezza.
2- Aggiungi ad una di esse la coda di una cometa.
Chiavi di interpretazione
Pur essendo distanti ed inaccessibili, le stelle hanno il potere di realizzare i
nostri desideri. Esse determinano il nostro presente e conoscono il nostro
futuro, quindi il disegno che le raffigura rivela i tuoi progetti professionali e il
punto nel quale si trova oggi la tua carriera.
1 - la stella più grande rappresenta il tuo lavoro attuale, le tue opportunità e gli
aspetti deludenti. Se la differenza di grandezza tra questa stella e le altre due non è
molta, significa che ti senti insoddisfatto o perlomeno poco interessato alla carriera
professionale. Sei incuriosito da altre opportunità di lavoro e non vuoi ancora
impegnarti nella situazione che stai vivendo, in maniera definitiva. In fondo speri che
un giorno squilli il telefono e ti venga proposta un’occasione favolosa che ti sottragga
alla frustrante monotonia. A volte queste cose accadono. . .
2 - la stella cometa. In tutte le culture le comete sono state considerate presagio di
sventure o di grandi mutamenti. La stella a cui hai aggiunto la coda rappresenta i
problemi che si delineano per te all’orizzonte. Se hai scelto la stella più piccola puoi
stare tranquillo, hai avuto fortuna, il cielo ti ha finora dimenticato, ma se la tua
cometa è la stella più grande, sarebbe una buona idea prepararti ad un cambiamento
magari ad aggiornare il tuo curriculum. Ricordati che le stelle non mentono mai.
5
L ’ArigrafCatania e Graphomania:
a
e
d
i
’
n
u
i
d
é
h
c
r
e
p
i
Se in questo momento avete tra le mani il numero
zero di Graphomania, siete appena
entrati nel variegato mondo della
grafologia e nella storia di
un’associazione che da qualche
anno ha come ambizioso
obiettivo quello di divulgarla e
conferirle dignità professionale.
Nell’ottobre del 2005, su di un autobus
urbano, in mezzo al traffico di Roma, nasce
l’arigrafCatania; location insolita per un’ iniziativa che
altrettanto insolita appariva a quel tempo, a noi,
giovani neo-grafologi, diplomati da appena qualche
ora.
Ripensare a quel momento è per noi fonte di nostalgia
mista ad orgoglio. In questi anni i sette soci fondatori
dell’ArigrafCatania insieme a quanti, come le promotrici e redattrici di questa rivista, si sono unite ai nostri
intenti, hanno fatto dell’associazione una realtà
grafologica per l’intera Sicilia.
Gli auspicati obiettivi di crescita che ci siamo prefissati inizialmente sono stati ormai raggiunti e superati,
forse contro ogni nostra stessa modesta aspettativa, e
la rivista che avete tra le mani è concretamente uno di
questi. Formazione, ricerca e divulgazione sono stati i
pilastri su cui abbiamo basato la nostra attività,
rispettando quanto, come si legge testualmente nello
statuto, ci proponevamo: “L’associazione ha lo scopo di
promuovere approfondire e sviluppare lo studio e le
conoscenze della grafologia”, principio questo, messo
in atto con onore e difeso in questi 5 anni di vita
associativa.
L’impegno da parte nostra è stato ed è massimo, come
proporzionalmente speriamo sia il vostro apprezzamento per questa rivista che vi invitiamo a leggere con
lo spirito tipico dell’esploratore alla ricerca di nuove
informazioni e spunti che, ci auguriamo, vi appassioneranno o quantomeno vi incuriosiranno tanto da
farvi arrivare all’ultima pagina.
Del resto per quale ragione è nata Graphomania? per
favorire la divulgazione e la condivisione di conoscen-
za, non solo nell’ambito della grafologia intesa in senso
stretto, ma relativamente a tutte le sfaccettature del
“pianeta gesto grafico” .
Così come l’ArigrafCatania, Graphomania nasce grazie alla
passione (quasi incondizionata) per la grafologia e dalla
voglia di far passare un messaggio chiaro, ovvero quello che
la grafologia è una scienza umana e come tale va seriamente
proposta, studiata e rispettata in tutte le sue ricerche e
applicazioni. Noi la pensiamo così e per fortuna facciamo
parte di quel novero di persone che non intendono la grafologia come “sporadico passatempo” utile nei dopo cena tra
amici o quale fenomeno “paranormale” a uso e consumo dei
moderni talk show.
Strumento associativo fondamentale è stato sin qui il sito
www.arigrafcatania.it, che dal prossimo Marzo si presenterà
rinnovato nella grafica e nei contenuti. Con la rivista si
arricchisce ancor più la nostra proposta formativa e divulgativa ampliando il ventaglio di occasioni che ciò può offrire.
Alla fine di questo articolo, a Giusy Cavaleri, Laura Montanaro e Barbara Taglioni le tre socie che motivate da encomiabile impegno hanno ideato, proposto e concretizzato la rivista
diciamo grazie per averci fatto emozionare con il loro
sensazionale entusiasmo.
A loro e ai nostri futuri grafo simpatizzanti che potranno con
i loro articoli contribuire alla realizzazione dei prossimi
numeri di Graphomania, l’augurio di coltivare nel nostro
settore, l’entusiasmo, la passione e la voglia di mettersi in
gioco, intrisi sempre di impegno e serietà professionale.
Salvatore Caccamo e M. Valentina D’Anna
Presidente e Vicepresidente di ArigrafCatania
o!
c
e stess
s
a
n
g
e
s
i
d
e
v
hi scri
Piccolo dizionario grafologico
Scrivere grande scrivere piccolo
6
Per una rivalutazione
del gesto grafico
di Maria Valentina D’Anna
Nella maggior parte delle civiltà letterate, i bambini cominciano a scrivere attorno ai 6 anni, dopo che sono state già
acquisite altre competenze specifiche, come il parlare,
camminare o addirittura suonare uno strumento musicale.
E’ infatti comunemente ed erroneamente diffusa l’idea, che,
imparare a scrivere, sia relativamente semplice, e poiché la
maggior parte degli alunni impara in pochi anni a controllare i
processi coinvolti, lo sforzo cognitivo impiegato da ciascun
bambino in tale funzione, non sempre appare evidente,
soprattutto alle varie figure impiegate a vario titolo nella
prime fasi della scolarizzazione.
Poca attenzione viene riservata oggi, nella pratica didattica,
all’insegnamento della scrittura, alla cura di quei processi
coinvolti nell’aspetto esecutivo motorio della stessa e
soprattutto all’ accertamento di quelle competenze, la cui
cura all‘inizio della scolarizzazione, dovrebbe garantire un
approccio positivo ed efficace all’apprendimento di questa
competenza. Di contro un’ attenzione pressoché esclusiva è
riservata agli aspetti centrali del processo di scrittura come
quelli fonologici, di correttezza ortografica, sintattica e
lessicale, non ha permesso di riconoscere il ruolo importante
della meccanica della scrittura, parte strumentale e più
periferica del processo.
Sul piano sociale ciò si riflette con un considerevole aumento
di ragazzi e giovani adulti che presentano scritture lente,
stentate, difficilmente decifrabili o del tutto illeggibili, o
ancora fortemente influenzate dalle tensioni dello stress. Il
peggioramento nella calligrafia degli studenti è in parte
direttamente legato ai cambiamenti socio-culturali indotti dal
progresso tecnologico e alle filosofie e stili di vita ad essi
associati. La preponderante svalutazione della manualità
nella società occidentale, la riduzione di spazi disponibili per
giochi liberi in movimento, l’utilizzo spesso acritico ed
eccessivo della televisione, dei giochi telecomandati, dei
o!
egna se stess
chi scrive dis
La dimensione della scrittura è un elemento importante da
valutare ai fini dello studio della personalità e delle attitudini
dello scrivente, perché ci fornisce informazioni sul suo modo di
auto-affermarsi, sul suo bisogno affettivo e di espansione, sul suo
desiderio di socializzazione e sulle sue motivazioni.
Per questo è un aspetto tecnico che il grafologo tiene molto in
considerazione e lo inquadra subito , in rapporto agli altri elementi
rilevanti di un manoscritto.
Poiché la misura della scrittura, piccola o grande, è la prima cosa
che immediatamente salta all’occhio dell’osservatore, ,apparentemente sembra facile definirla , invece si deve tener conto di
alcune regole della grafologia che variano a seconda del modello
scolastico di base del Paese e alle abitudini culturali e sociali in
atto.
Secondo la grafologia classica, le lettere cosiddette “medie”, senza
gambe e senza aste, come la : m, n, s, z, r e le vocali, misurano
due millimetri e mezzo, ma è una regola alla quale non sempre ci
si attiene poiché , sin dalle prime classi della scuola elementare,
lo scolaro adegua la grandezza delle lettere mediane o basse, alle
righe del quaderno in uso , che variano di anno in anno fino a
quella di un centimetro dei quaderni di quinta elementare e oltre.
Di fatto la grafia tende a ridimensionarsi man mano che si cresce e
si acquisisce una manualità grafica più agevole e sicura ma, anche
questa regola talvolta viene infranta in quanto si possono trovare
scritture di adulti ,grandi e scritture di bambini ,piccole.
In genere sono le donne che tendono a scrivere più grande ,
contrariamente agli uomini che scelgono solitamente un calibro
più contenuto, tuttavia anche in questo caso non sempre la
dimensione grande è riconducibile a quella femminile e quella
piccola a quella maschile.
Ma in realtà cosa determina la misura della nostra produzione
grafica? Cosa ci spinge ad ingrandirla o a rimpicciolirla ? Certamente l’ influsso emotivo , le impressioni, i sentimenti, la qualità
relazionale che chi scrive ha con gli altri e con la realtà e lo spinge
19
a cura di Giusi Cavaleri
Scrittura piccola
alla ricerca di spazi: più vasti, per potere amplificare le sue
emozioni, più limitati per controllarli e contenerli.
Colui che scrive grande desidera occupare un posto nell’ ambiente in cui vive , in maniera attiva e spontanea , sufficientemente
adeguato alle sue esigenze affettive , esigenze che tende a
manifestare in eccesso, che relativizza con difficoltà e scarsa
obiettività. Egli ha stima di sé, nutre un sentimento importante
verso se stesso che si proietta involontariamente nel suo modo di
scrivere . Lo scrivente viene posto in un registro di prevalenza
affettiva.
Il contrario avviene a chi invece sceglie di scrivere piccolo . Egli
tende a razionalizzare le situazioni, a manifestare i propri stati d’
animo con pudore e con controllo, a vivere la propria emotività in
maniera sobria ed essenziale , a giudicare con realismo e razionalità. Quella di scrivere piccolo può essere anche una scelta
strategica per gestire con più distacco ciò che si sente dentro e
filtrare agli altri la lettura di sé e che lo pone in un registro
cognitivo ed oggettivo.
Scrivere grande o scrivere piccolo è comunque l’ effetto finale di
una reazione :misurata se il calibro è ridotto, eccessiva se esso è
ampio.
Ambedue le scelte possono sottintendere una richiesta di
attenzione o segnalare una mancanza, un vuoto, rivelando il
grado di fiducia che, si ripone in se stesso: alto se la scrittura è
grande, basso se essa è piccola.
Colui che sceglie una dimensione grande non si accontenta di
essere “ normale”o “medio”; può esprimere spontaneità ed
ingenuità o può avere una motivazione compensatrice del suo
bisogno; chi scrive piccolo invece non si sente probabilmente all’
altezza di essere “medio”o e spesso si interroga sulle sue effettive
possibilità. Del resto non è sempre semplice e scontato accettarsi
per come si è e riconoscere con maturità ed equilibrio sia le
proprie capacità che i propri limiti.
Scrittura grande
o!
egna se stess
chi scrive dis
18
7
Grafia di Amanda Knox
videogame e dei computer quali mezzo di svago, sono alcune
tra le cause corresponsabili dell’impoverirsi delle abilità
manuali.
In questo contesto va inoltre collocato il fenomeno legato
all’uso del linguaggio SMS, portatore di una scrittura condensata, quasi iconografica, ormai trasposta anche su carta, che
riduce la quantità della scrittura e quindi l’esercizio motorio
necessario a produrla. In accordo con ciò, molti insegnanti
sono oggi del parere che, molti bambini, alla soglia della
scuola primaria, dimostrino, a causa della meno esperienza
nell’uso delle mani, meno destrezza nella motricità fine, con
ripercussioni sulle abilità visuospaziali, di pianificazione e di
memoria motoria. Non ci sono ancora dati epidemiologici
italiani che forniscano le percentuali di incidenza di queste
fenomeni, tuttavia, nell’ultimo secolo in Italia, si è visto un
progressivo declino nell’interesse per la scrittura come
competenza motoria strumentale di base, fino alla quasi
totale scomparsa, negli attuali programmi ministeriali, di
qualsiasi riferimento a riguardo. La mancanza di direttive nei
programmi scolastici ministeriali circa gli obiettivi da raggiungere e le metodologie da usare nella didattica della scrittura
ha generato notevole confusione. Viceversa, negli ultimi anni,
molti paesi occidentali, Francia, Inghilterra e oltreoceano
il Canada, hanno incluso l’apprendimento della scrittura,
in particole del corsivo, tra i programmi specifici per
l’alfabetizzazione di base, definendo gli obiettivi intermedi e le fasi di acquisizione.
La scuola si inserisce nel complesso processo di apprendimento della scrittura, svolgendo un ruolo centrale con il
compito di organizzare tale apprendimento, insegnando
le regole che governano la produzione scritta nella
cultura di appartenenza affinché scrivere, diventi uno
strumento di comunicazione e di aiuto nello studio. E’
molto importante dunque, che nella scuola i percorsi di
insegnamento della scrittura siano ottimizzati per il
raggiungimento di questi obiettivi poiché, se il bambino
non impara a programmare bene i movimenti insiti nella
formazione di lettere e parole, finirà per automatizzare
comportamenti motori poco o per nulla efficaci, con la
conseguenza di impoverire altri aspetti
dell’apprendimento della scrittura e di altre competenze
cognitive.
In una scuola, che non è più oggi la scuola della prima
alfabetizzazione, sarebbe forse comunque opportuno
riservare una attenta considerazione all’aspetto
manuale-strumentale dell’apprendimento della scrittura,
e di un metodo nell’insegnamento della stessa, che sappia
coniugare il vecchio rispetto delle regole per una “bella
grafia”, l’autoritarismo didattico, insito nei vecchi
programmi, con la forse eccessiva attenzione allo spontaneismo presente nell’attuale quadro normativo in merito
ai metodi di insegnamento della scrittura. In un’ottica di
maggiore attenzione pedagogica di prevenzione dunque,
esso!
a se st
n
g
e
s
i
d
e
v
i
r
c
chi s
8
17
risulta auspicabile l’introduzione di un metodo che colmi
la mancanza di indicazioni didattiche univoche nel
panorama scolastico italiano e che, come sostiene Robert
Olivaux, insigne autore in quest’ambito, faciliti al bambino l’apprendimento della scrittura, per evitare la patolo-
gizzazione della stessa.
Ma quali modelli? E soprattutto con quali metodi? E
ancora cosa succede quando nonostante tutto prevenire
non basta?...
Ne riparleremo nel prossimo numero di Graphomania.
Disgrafia
Disgrafia
Grafia di Amanda Knox
(soprattutto in quelle di Amanda e di Boris); ed infine l’uso
in tutte dello stampatello (soprattutto in quelle di
Amanda e di Emiliano) con forme curatissime (un po’
meno quella di Emiliano).
Se andiamo a consultare i testi “ sacri” della grafologia
troviamo che il significato di questi elementi (ordine
eccessivo, assenza di movimento, eccessiva occupazione
dello spazio, uso dello stampato, una marcata rigidità),
corrisponde (curiosamente) a “personalità problematica”
o perlomeno “poco equilibrata”.
Chi scrive con queste modalità esprime certamente un
desiderio di piacere, di suscettibilità al giudizio altrui, di
volontà di difendersi dalla propria vita affettiva, adottando modelli generalmente accettati (lo stampato). Spesso
in questi casi l’identificazione prevale sull’identità e non
avviene più una vera dinamica di sviluppo personale ma si
crea una sorta di “statu quo”: assumo una forma (per
esempio lo script) per farmi capire, per essere accettato,
per essere meno coinvolto, assumo quindi una pseudoidentità da mostrare al pubblico. In questi individui si crea
spesso una scissione tra l’essere intimo e l’essere sociale.
La “maschera”, che limita ovviamente la spontaneità e
indirettamente anche la sincerità, nasconde un pieno di
sentimenti inespressi, di progetti non realizzati o falliti, di
ostilità colpevolizzanti che possono manifestarsi bruscamente,
magari con violenza di azioni e pensieri e sorprendono ancora
di più essendo in contrasto con l’abituale atteggiamento
formale e ben educato di tali personalità.
Tornando alla principale protagonista del nostro articolo e alla
domanda: “AMANDA KNOX: angelo o diavolo ?”, concluderei
lasciando ai lettori e ai professionisti del settore la risposta, che
dovrà rimanere assolutamente privata e personale poiché ,
come si dice la “giustizia ha fatto il suo corso” e nel suo caso il
verdetto è stato di innocenza.
Per Boris Zubine (condannato all’ergastolo) e Emiliano
Santangelo (suicida in carcere) è andata molto diversamente . . .
na se
g
e
s
i
d
e
v
i
r
c
s
chi
stesso!
16
9
TABELLA 1
Direttive previste dal Curriculum nazionale inglese
• BORIS ZUBINE , 58 anni al tempo in cui scrive, è
accusato, come spiega lui stesso, di aver ucciso e fatto
“a pezzi” la madre di 77 anni con la complicità della
convivente, Marinella Russo di 30 anni, nell’estate del
2004. Sappiamo che è stato poi condannato
all’ergastolo nel 2006.
4/5anni -usare una prensione confortevole ed efficiente della matita
-produrre tratti grafici controllati, prerequisiti alla formazione delle
lettere
- scrivere delle lettere utilizzando una corretta sequenza di
movimenti
Il secondo documento è una lettera di EMILIANO
SANTANGELO, un personaggio con una storia molto
complessa ed articolata che sarebbe interessante
approfondire .
• EMILIANO SANTANGELO di 33 anni nel momento
in cui scrive, si trova in carcere ed è accusato di aver
ucciso nel 2005 una ragazza di 25 anni, Debora
Rizzato di Biella, che 10 anni prima aveva violentato, e
successivamente perseguitato per infinito tempo,
nonostante i divieti e le diffide da parte delle Forze
dell’Ordine di avvicinarsi a lei. Dopo pochi giorni da
questa lettera si uccide in carcere avendone dato
annuncio al proprio avvocato.
Infine il terzo documento è una lettera di AMANDA
KNOX, scritta anche questa da un carcere, come le
precedenti che abbiamo fin qui osservato.
Nell’esaminare quest’ultimo scritto, che riguarda la
protagonista del nostro articolo, saremo certamente
colpiti dall’estremo ordine con cui è stato realizzato e
dalla precisione con cui sono state tracciate le lettere
e le parole, quasi fossero stampate e non vergate a
mano.
Le storie di questi tre personaggi non sono storie
comuni, pur essendo in qualche modo accomunate tra
di loro: ci raccontano di fatti cruenti, di una perdita di
5/6anni -formare correttamente delle lettere in script ( stampato minuscolo)
che risulteranno facili da unire
- esercitare la scrittura a mano in congiunzione con lo spelling e la
scrittura spontanea, assicurando il corretto orientamento, la corretta
formazione e proporzione letterale, in uno stile che in futuro
permetta di unire facilmente le lettere
6/7anni -esercitare le modalità di scrittura apprese precedentemente
- iniziare ad usare e a praticare le modalità di unione delle lettere
7/8anni - rispettare la grandezza e le proporzioni delle lettere e gli spazi tra le
lettere e le parole
Grafia di Emiliano Santangelo
controllo, di una esplosione di violenza improvvisa ed inaspettata.
Osservando queste scritture, noi grafologi, lungi dal dare un giudizio
sulle loro vite, possiamo però notare come siano oggettivamente
presenti modalità comuni a tutti e tre.
Si tratta di fotocopie che, come è noto, precludono l’analisi di
elementi importanti in una grafia come il TRATTO e la PRESSIONE ,
che quindi non prenderemo in considerazione. Siamo certamente in
grado di notare invece come nelle tre lettere ci sia una comune
“ampia occupazione” dello spazio nel foglio e come ci sia un ordine
quasi maniacale della scrittura: il margine sinistro è rigidamente
tenuto; la forma e la punteggiatura sono meticolose, quasi ossessive e
monotone, con un movimento che risulta praticamente assente
- migliorare la velocità, la fluenza e la leggibilità della scrittura
attraverso l’esercizio.
8/9anni -usare il corsivo per tutti i compiti di scrittura, tranne quando sono
richieste altre forme
- saper usare una scrittura chiara e precisa per presentare un lavoro
finito oppure una scrittura informale per uso personale o elle brutte
copie
- fare uso di varie tecniche di presentazione: es. lo stampato
maiuscolo per poster, titoli ecc.; lo script per sottotitoli; vari stili e
grandezze di lettere generate al computer.
na se
g
e
s
i
d
e
v
i
r
c
s
chi
stesso!
10
TABELLA 2
Direttive del Ministero dell’Educazione per la provincia di Ontario (Canada)
Classe prima
- scrittura leggibile in stampato maiuscolo e minuscolo
- lasciare spazio tra parole e righe
Classe seconda
- usare titoli per riassumere contenuti
- usare parole e immagini per creare messaggi
- usare la sottolineatura e il colore e la grandezza delle
lettere per enfatizzare i contenuti
- scrivere in stampato in modo leggibile
Classe terza
- usare titoli e sottotitoli per organizzare i contenuti
- usare materiale visivo per rafforzare il messaggio
- scegliere e usare un formato adatto allo scopo ( es. lettera,
e-mail, grafico)
15
Un personaggio della cronaca
?
lo
o
v
ia
d
o
lo
e
g
n
a
:
x
o
n
k
a
Amand
Amanda Knox , una ragazza americana come tante: dolce e angelica nell’aspetto, così efferata
nelle azioni di cui è stata accusata. E’ uno dei personaggi che ha occupato le cronache nazionali ed
internazionali degli ultimi anni per l’omicidio di Meredith Kercher e dopo tutte le vicissitudini
processuali di colpevolezza e di condanna prima, e di “piena assoluzione” in appello, è certamente
un caso che in tutti noi lascia un’ombra , un “ragionevole dubbio” sulla verità e sulla reale personalità di Amanda.
Non è certamente compito dei grafologi decidere o discutere della colpevolezza o meno di un
imputato, ma come professionisti del settore, possiamo certamente fare delle considerazioni,
sempre molto caute e il più oggettive possibili, in merito alla personalità, al carattere, alle capacità
di adattamento all’ambiente, all’affettività, all’ autocontrollo delle emozioni e dell’impulsività, alla
spontaneità , all’equilibrio o meno di una certa scrittura e quindi di un individuo.
Ci sono alcune grafie che anche a chi non conosce la grafologia, al primo impatto comunicano
delle sensazioni, “simpatia” o “fastidio”, che ci possono far riflettere su eventuali particolarità o
problematiche della personalità di chi le ha scritte.
Per capire meglio cosa intendo dire riporto qui di seguito, oltre alla scrittura di AMANDA, anche
quella di altri due personaggi che hanno occupato le pagine delle cronache del nostro paese.
La prima è una copia di una lettera scritta nel 2005 da BORIS ZUBINE dal carcere di S. Vittore, in
cui si trova rinchiuso.
di Barbara Taglioni
- scrivere in stampato in modo leggibile e iniziare ad usare il
corsivo
Classe quarta
- saper impostare un paragrafo ( tabulazione, margini,
spaziatura)
- uso appropriato di etichette immagini e diagrammi
- uso dello stampato e del corsivo
Grafia
di Boris Zubine
na se
g
e
s
i
d
e
v
i
r
c
s
chi
stesso!
i
g
o
l
o
f
a
r
g
i
d
e
i
r
o
St
14
L’idea di raccontare le nostre storie, di come siamo arrivati
ad essere professionisti della grafologia, ci è venuta perché,
nel lungo percorso di studio, abbiamo avuto l’opportunità
di conoscerci, di confrontarci e di scoprire come ognuno di
noi si sia avvicinato a questa materia nei modi più disparati, provenendo anche da campi professionali molto diversi
e soprattutto da un vissuto differente. Incominciamo dalla
storia di una di noi augurandoci di avere presto anche le
vostre.
Storia di Barbara T.
Ho scoperto la grafologia un giorno sfogliando un quotidiano dove
venivano pubblicizzati,
nella stessa pagina, un
corso di recitazione e
un corso triennale di
grafologia . . . In quel
periodo, circa quattro
anni fa, vivevo e
lavoravo in provincia
di Varese, ero Agente Generale di un’importante
Compagnia di Assicurazioni da ben 20 anni con 4 uffici
dislocati sul territorio e ritmi di lavoro molto stressanti. Allora avevo 48 anni ed ero in un momento della mia
vita in cui quello che facevo, la mia quotidianità, ciò per
cui avevo lottato per anni e che tanto mi rendeva felice
e realizzata prima, all’improvviso non mi piaceva più.
Sentivo la necessità di interessarmi ad altri argomenti,
volevo sapere se nella vita potevo essere capace di
fare anche altro, volevo ritrovare il piacere di appassionarmi di nuovo. . .
La scelta di iscrivermi al corso di grafologia invece che
al corso di recitazione , è stata in quel momento
dettata dal fatto (la vita è strana) che con i miei orari di
lavoro non avrei mai potuto arrivare fino a Milano in
tempo per le lezioni che si svolgevano in quel caso di
sera e durante la settimana. Il corso di grafologia
tenuto presso l’Arigraf di Milano invece era perfetto
perché le lezioni si sarebbero svolte nei weekend.
Da quel momento la mia vita è cambiata, io sono
cambiata.
Le lezioni del primo anno sono iniziate nel mese di
ottobre del 2008 e io a Dicembre dello stesso anno ho
lasciato il lavoro con grande stupore di colleghi , amici
e parenti, per dedicarmi completamente allo studio di
questa materia che è stata per me un colpo di fulmine.
E poi ancora, nel 2009, durante una vacanza , mentre frequentavo il secondo anno presso l’Arigrafmilano, ho avuto il mio
secondo colpo di fulmine, ho conosciuto quello che è ora il
mio compagno di vita e mi sono trasferita immediatamente a vivere a Messina, (per me all’altro capo
dell’Italia. . .)Solo dopo essere giunta in Sicilia mi
sono chiesta come avrei potuto continuare gli
studi e, meraviglia delle meraviglie, da due anni
l’Arigraf aveva aperto una scuola anche a
Catania. Evviva !!!
Ho potuto così concludere il triennio in
questa sede e ho preso anche la
specializzazione in perizia grafica (il
ramo della grafologia che serve
per le perizie nei tribunali).
Considero questo un punto di partenza e non certamente di
arrivo perché in questo campo ritengo che l’impegno costante
e assiduo sia importantissimo, ogni giorno si può imparare e
scoprire qualcosa e ampliare il proprio campo di azione.
L’applicazione della grafologia, non più solo relegata nelle aule
di tribunale o peggio materia per indovini improvvisati , ma
scienza umana per professionisti seri e preparati, è in continuo divenire e sono certa riserverà a tutti grandi sorprese.
Questa è la mia scrittura :
LA SCRITTURA DI BARBARA
Forme personalizzate ed essenziali in scrittura inclinata ed ascendente, tendente a
barrata, in tensione, legata, ghirlanda angolosa, con presenza di sopraelevazioni,
ordinata.
La “volontà” innanzi tutto in questa scrittura in cui è viva e presente la tensione
interore. Il protendersi con sforzo e determinazione al raggiungimento dello scopo e la
ricerca del controllo sull’emotività che Barbara sente agitarsi dentro di sé, ci parlano del
suo bisogno di riuscire, la continua sfida verso se stessa per sondare le proprie capacità
e vincere le proprie debolezze. Si intuisce la lotta sempre presente tra la razionalità
perseguita e l’istinto che all’improvviso irrompe e si impone con prepotenza. Il suo
bisogno di stabilità e di certezze si scontra con il rifiuto di tutto ciò che è statico e
ripetitivo, monotono nel suo procedere, vuoto di contenuto e piatto di significato.
Schietta e diretta, riesce a comunicare con una facilità in cui traspare tutta l’intensità
della sua personalità. Le sue scelte non sono mai casuali, ma dettate innanzi tutto dalla
ricerca della propria autonomia e indipendenza. L’importante è che non siano frutto di
compromessi, la lealtà verso se stessa innanzi tutto, poco importa il prezzo da pagare.
Alla prossima storia, ora tocca a voi !
(a cura di Laura Montanaro)
11
o
m
a
i
n
Diseg
!
i
n
o
i
z
o
m
le e
di Giusi Cavaleri
...coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri , case,
vicoli e palazzi perché lei ama i colori…
Questa strofa della canzone “Margherita” di R.
Cocciante ci invita ad esprimere ed a comunicare le
nostre sensazioni attraverso i colori .
E’ quello che vorrebbero fare i bambini sin da piccoli.
Concedendo loro più spesso il permesso di “pasticciare” con i colori: matite, pennarelli, acquerelli, etc. si
darebbe così la possibilità di dare libero sfogo alla loro
creatività e di soddisfare la loro curiosità. Purtroppo
spesso questo non accade perché noi genitori, pensando di educarli, tendiamo ad imporre le nostre regole
di pulizia e di ordine , inibendo involontariamente la
loro espressività.
Il disegno e ancor prima lo scarabocchio, realizzati su
qualsiasi superficie orizzontale o verticale, rappresentano per il bambino, ancor prima di imparare a parlare,
un modo di comunicare le proprie emozioni , quasi con
impazienza , sia ai genitori che al mondo.
Sia per il loro significato affettivo che essi racchiudono, che per poter seguire il percorso di evoluzione del
proprio bambino, è molto importante che i genitori
custodiscano i suoi disegni.
“Ogni disegno racconta una storia. Ogni storia racchiude un desiderio, un’ emozione, una gioia, una paura, un
disagio. Ogni immagine ed ogni simbolo contengono un
significato.” (Evi Crotti)
A ricercare nel disegno le emozioni e i significati
impressi sul foglio con forme e colori, può contribuire
una figura specializzata come quella del grafologo
Nell’interpretazione dei disegni, la figura del grafologo
non può e non deve sostituirsi a quelle professionali di
area psicologica e medica, ma siamo certi che, la
Grafologia, come scienza “alleata” della Psicologia e
della Neuropsichiatria, si possa affiancare ad esse,
apportando un grosso contributo per focalizzare
l’attenzione sulle problematiche infantili.
Come grafologi professionisti, approcciamo l’analisi
del disegno utilizzando lo stesso metodo valido per l’
analisi della scrittura, ponendo quindi l’ attenzione su:
Lo spazio e il suo simbolismo:
In quale zona del foglio è collocato il disegno? e qual è
il suo significato?
alto / fantasia
destra/padre
sinistra/madre
basso/concretezza
La dimensione:
grande/espansività
piccola/timidezza
o!
egna se stess
chi scrive dis
12
13
La Forma:
curva/socievolezza
angolosa/riservatezza
La pressione e il tratto:
Leggero/sottile
appoggiato/medio
sensibilità
buona energia
incisivo/largo
determinazione
La continuità:
La scelta del colore:
Il disegno è collocato nella zona centrale tendente a
sinistra ; il bambino si disegna al primo posto; I colori
sono molto vivaci ; nonostante il movimento sia a scatti,
riesce a rispettare i contorni . I componenti della famiglia tendono le braccia come in un girotondo, le mani
non sono disegnate.
Il bambino rappresenta una famiglia unita e aperta da
cui egli non desidera staccarsi affettivamente. La
figura paterna, se da un lato occupa nella vita di R. un
posto importante (è disegnata più grande), dall’ altro lo
inibisce per quello che rappresenta: regole, imposizioni
( è distante e in viso ha un’ espressione burbera). La
mancanza delle mani sta ad indicare l’ indole impulsiva
del bambino.
I colori vivaci, usati nella colorazione delle figure genitoriali, sono indice del forte investimento affettivo sugli
stessi. Nella collocazione sospesa delle figure, che non
poggiano a terra, si nota una componente di fantasticheria ancora presente nel bambino; i tratti rimarcati e
caratterizzati, sui visi dei personaggi, raccontano della
straordinaria ironia e giocosità del bambino.
Disegno n. 2 – R. 9 anni
tenue/ sensibilità
forte/vivacità
Proveremo adesso ad analizzare insieme alcuni disegni
della famiglia realizzati dallo stesso bambino nell’ arco
di tempo che va dai sei anni agli attuali tredici (dall’
infanzia alla preadolescenza) , utilizzando nell’analisi gli
elementi di interpretazione grafologica su citati.
Nel disegno n.2, R. ha voluto rappresentare una famiglia di gatti. Stessa collocazione (si vede meglio nell’
originale), simile disposizione. Le figure non sono
colorate, ma si evidenzia comunque un’ evoluzione
grafica; la tenuta della matita appare ferma e fluida
contemporaneamente; le linee riproducono curve ed
angoli ben definiti ; i volti accennano ad una espressione; Le code sono disegnate a sinistra; c’è ricchezza di
particolari e di personalizzazioni.
R. rappresenta in questo disegno la situazione familiare
di quel periodo, traendo lo spunto da una cucciolata di
micetti.
Dal disegno è possibile percepire il desiderio di attenzione (lui è sempre a sinistra) e la figura materna
(grande , al centro, espressione del volto serena) indica il
posto di privilegio nel suo cuore . Il gatto in alto, in
disparte, che con fare minaccioso incombe sulla serenità generale, indica un disagio emotivo vissuto nei
confronti di un componente della famiglia.
In questo disegno le figure sono più complete dal punto
di vista della evoluzione grafica (mani, vestiti , scarpe,
proporzioni), ma si legge una richiesta quasi prepotente di ritornare piccolo, protetto dalle braccia della
mamma (lui è in fasce in braccio alla mamma; assenza di
colori; il disegno è ad “isola”, cioè al centro del foglio
circondato da un grande spazio bianco ).
La figura materna, rappresentata opulenta, indica la
grande importanza affettiva che il bambino conferisce
alla stesa, affetto da cui vuole probabilmente continuare ad essere ancora nutrito. La sospensione delle figure
nello spazio e le “faccette” sui visi dei personaggi,
ritornano come elementi caratterizzanti di grande
fantasia .
Come si può notare, sulla base del simbolismo spaziale,
della consistenza del tratto e della pressione (lo si
verifica nell’ originale), della dimensione , della presenza
di particolari fantasiosi e dell’ uso del colore, questi tre
disegni della famiglia sono stati mezzi di espressione
utili a comprendere in questo ragazzo le varie fasi di
evoluzione grafica e a riscontrare un buon livello
cognitivo, caratterizzato da un alto livello di creatività e
di personalizzazione a cui si accompagna un processo di
maturazione emotiva ed affettiva che segue i suoi tempi
e le sue esigenze.
Disegno n. 1 - R. anni 6
o!
egna se stess
chi scrive dis
Non perdiamoci
di
vista
esso!
23
st
e
s
a
n
g
e
s
i
d
e finalità didattiche e divulgative.
chi scrivcon
L’ ArigrafCatania, in quanto Associazione di ricerca grafologica, organizza nell’ arco dell’ anno diversi incontri
A tale scopo ci preme segnalarvi alcuni incontri le cui date sono ancora in fase di definizione. Sarà nostra
Anno I
premura comunicarvi le date definitive degli eventi.
n. 0
febbraio
2012
• 30/31 Marzo 2012 – Workshop di grafologia professionale, Manager e Leader a cura di Carla Poma;
• 20/21 Aprile 2012 - Riflessione sulla coppia, aspetti grafologici ed esperienziali a cura di Elena
Manetti e Salvatore Caccamo;
• 18/19 Maggio 2012 – Esperienze peritali a confronto a cura di Nicole Boille; Presentazione dell’
ultimo libro di Nicole ed Emanuela Boille;
• 29 Settembre 2012 –Workshop di grafologia dell’età evolutiva a cura di Loredana Soldini e Valentina D’Anna;
Sono altresì previsti i seguenti seminari interni obbligatori:
Anno I - numero 0 – febbraio 2012
• 5 maggio 2012 – Approfondimenti sul tratto a cura di Laura Montanaro e Giusi Cavaleri
Rivista periodica edita da ArigrafCatania
• 12 Maggio 2012 – Storia della scrittura a cura di Giuseppina Franzò.
Sede autonoma di Arigraf - Associazione di Ricerca Grafologica
Via Cesare Beccaria n.75, Catania - Tel. 3480865711
www.arigrafcatania.it
e-mail: [email protected]
Sono stati già svolti:
• 14 Gennaio 2012 - Pulver e dintorni, approfondimento sulla simbologia dello spazio a cura di Barba-
Direttore Responsabile
Giuseppina Franzo’
[email protected]
ra Taglioni ( solo primo anno)
Comitato di redazione
Giusy Cavaleri
Laura Montanaro
Barbara Taglioni
[email protected]
• 14 Gennaio 2012 – La firma a cura di Valentina D’Anna (ore 14-18 secondo e terzo anno)
• 14 Gennaio 2012 – Elementi di psicologia a cura di Anna Spinelli ( ore 9-13 secondo e terzo anno )
Per informazioni ed iscrizioni [email protected]
Stampa
La Grafica - S.S. 115 km. 338,400 n. 48
tel. 0932 906552 Modica
I manoscritti inviati non verranno restituiti. La responsabilità degli articoli è degli autori.
Le grafie vengono ridotte o ingrandite in funzione dell’ impaginazione grafica. In corso di registrazione presso il Tribunale di Catania
so!
e stes
s
a
n
g
e
s
i
d
e
v
chi scri