Facilitare la reperibilità dell`informazione: la
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Facilitare la reperibilità dell`informazione: la
architettura Oltre il modello ad albero g Sofia Postai Facilitare la reperibilità dell’informazione: la classificazione a faccette S e avete un amico farmacista senz’altro vi sarà successo di passare qualche mezz’ora divertente ascoltando i suoi racconti su gustosi aneddoti basati sui vari strafalcioni (dal polistirolo alto all’osteriaporosi) e sulla fatica di individuare le «pillole rosse grandi, difficili da mandar giù, quelle che il dottor Rossi ha ordinato anche alla signora del piano di sopra». Il problema, in quest’ultimo caso, è che le persone e il farmacista usano categorie diverse per organizzare la base informativa relativa ai farmaci. La signora Pina le divide idealmente per colore, Come e perché un’architettura multidimensionale favorisce la consultazione di un sito da parte di diverse categorie di utenti. Con alcuni errori eccellenti. forma e modalità d’assunzione prescritta dal medico. Il farmacista per nome, casa farmaceutica, componenti, indicazioni d’uso. Entrambe le classificazioni sono funzionali per l’uso che se ne fa. La signora Pina distingue le rosse dalle bianche e quelle oblunghe da quelle grandi e rotonde, perché questo è sufficiente a non sbagliare l’assunzione. La mente è economica, tende a minimizzare gli sforzi, e sarebbe veramente stupido che imparasse le loro indicazioni, o la formula o il nome, quando il riconoscimento visivo è così semplice e immediato. Il farmacista non può utilizzare un sistema così semplice perché deve padroneggiare un numero enormemente più elevato di farmaci, di cui tra l’altro conosce solo la scatola esterna, ignorando spesso forma e colore di compresse e opercoli. Inoltre 54 internet.pro ottobre 2004 deve essere in grado di consigliare un farmaco o di accorgersi di un errore: studia diversi anni per acquisire queste competenze. È quindi logico (anche se può produrre effetti divertenti) che lui e la signora Pina utilizzino un’architettura dell’informazione completamente diversa e praticamente incompatibile. In loro problema di comunicazione deriva da una diversa organizzazione della base dati. Il farmacista ride delle pillole rosse della signora Pina, mentre quest’ultima trova le domande di lui peregrine e inopportune. Problemi di comunicazione Sta succedendo qualcosa del genere nel vostro sito Web? Nella pubblica amministrazione e nei siti commerciali di argomento tecnologico, finanziario o comunque specialistico, l’utente può sentirsi come la signora Pina che cerca pillole rosse e si sente proporre nomi improbabili e faticosi da capire e da pronunciare. D’altronde, privilegiando l’approccio informativo dedicato alla signora Pina, gli specialisti o gli addetti ai lavori si sentirebbero del tutto spiazzati e non riuscirebbero a trovare le informazioni fondamentali per il loro lavoro. In questi casi organizzare l’architettura a «faccette» può essere un buon modo per offrire a tutti uno strumento adeguato al reperimento dell’informazione nel sito. La classificazione a faccette, detta anche «multidimensionale» è stata creata negli anni ’30 da un bibliotecario indiano (S. R. Ranganathan) per superare i limiti del modello strettamente tassonomico (o gerarchico, ad albero). Quest’ultimo risponde alla domanda «dove lo metto?» mentre le faccette rispondono alla domanda «come lo descrivo?». Alcuni Sofia Postai Ha lavorato a lungo nell’advertising e nella comunicazione. Web designer molto conosciuta nella comunità Internet italiana, è titolare di una Web agency. Ha pubblicato Il mestiere del Web (Tecniche Nuove/ Hops, 2003) e Siti che funzionano 2.0 (Tecniche Nuove/Hops, 2004). autori non parlano di «faccette», ma di «proprietà» e di matrici, come per esempio Jeffrey Veen, Web designer famosissimo, responsabile di Wired Digital ed esperto di pubblicazioni elettroniche presso il W3C. Altri parlano di classificazione «orientata agli oggetti», ma il senso è sempre lo stesso (anche se possono cambiare i dettagli): classificare il prodotto, la notizia, l’informazione, secondo diverse categorie, che nel complesso lo descrivono. Si tratta di una classificazione utile per trovare l’informazione più velocemente, ma non sempre strettamente indispensabile per la sua reperibilità. Nel caso emblematico, della classificazione dei vini, così spesso citata per la classificazione a faccette, si immaginano delle diverse categorie relative a: P Colore (rosso, bianco, rosato) P Tipo (secco, frizzante, dolce) P Origine (regione, stato) P Vitigno P Abbinamento a cibi P Produttore P Fascia di prezzo È ovvio che con questa impostazione si può cercare in modo più rapido e preciso, ma anche una navigazione per approfondimenti, scegliendo prima il colore, poi il tipo, poi l’origine e così via, consente comunque all’utente di trovare il prodotto, anche se con più fatica e in modo non ottimale, rispetto alle sue esigenze, che potrebbero, per esempio, voler privilegiare il prezzo come punto di inizio della ricerca. In altri casi, come quello ipotetico delle pillole rosse, la classificazione a faccette è l’unico modo per rendere disponibile l’informazione a diverse categorie di utenti. Se le medicine fosse classificate non solo Nel sito del comune di Venezia i percorsi cittadino e turista sono nettamente distinti e portano a due macro-aree differenti. In entrambe vi sono informazioni sugli itinerari per disabili: ma non sono le stesse. E forse la piantina inserita nella parte turistica è più leggibile per un residente, mentre l’itinerario proposto nella sezione «cittadino» è di tipo prettamente turistico. in modo tradizionale, per nome, casa farmaceutica e componenti, come nel database che viene normalmente consultato dal farmacista, ma anche per colore, tipologia (compresse, opercoli ecc.), dimensione e sintomi, anche la signora Pina potrebbe ritrovare più facilmente le sue pillole. Immedesimarsi non è facile Questa esigenza (il nostro esempio estremo delle medicine non è realistico, ma esemplificativo) è particolarmente sentita nei siti della pubblica amministrazione, che sono passati da un’impostazione che rifletteva l’organigramma burocratico, a una navigazione per «eventi della vita» o per esigenze del cittadino. Rimanendo perlopiù in un’impostazione di tipo tassonomico (cioè gerarchico, con struttura ad albero) questa rivoluzione copernicana che ha ribaltato la macchina burocratica nei bisogni cui risponde, non ha dato però i frutti sperati. Nella sua recente tesi di laurea (L’efficacia comunicativa dei siti Web della pubblica amministrazione), Luca Zamberlan ha verificato, per esempio, che nel sito del Comune di Venezia [www.comune.venezia.it], mentre non c’erano particolari problemi a navigare nella parte di tipo «burocratico», ce n’erano invece moltissimi quando l’informazione si trovava in parti del sito organizzate secondo concetti in teoria più vicini all’utente. Su 20 soggetti cui è stato somministrato il test, nessuno è riuscito a localizzare l’ubicazione del Municipio attraverso la cartina topografica del comune, nonostante in media sia stato dedicato a questo compito un tempo di quasi 5 minuti (4 minuti e 40 secondi). Il motivo dell’insuccesso è che la cartina in questione era stata inserita nel percorso il turista->mappe, probabilmente seguendo l’ipotesi che solo un turista abbia bisogno di mappe della città. I soggetti esaminati, essendo veneziani, non hanno assolutamente cercato nell’area destinata ai turisti. È da notare che nella sezione mappe (raggiungibile solo dalla sezione il turista) ci sono tutte le mappe di Venezia, che certo interessano anche i residenti in una città in cui gli indirizzi sono del tipo Castello 3527 e richiedono sempre ampie spiegazioni per riuscire a individuare un’abitazione o un negozio. Sempre tra le mappe ce n’è una molto utile di itinerari turistici per disabili: in una città dove ogni tre minuti si deve passare un ponte provvisto di numerosi scalini, questo tipo di itinerari sarebbe utile anche per chi turista non è. Forse chi ha scelto questo tipo di categorizzazione ha avuto il pregiudizio (bias, secondo la più precisa terminologia scientifica) che chi vive a Venezia già sappia dove ci sono ponti e dove no. Non è così scontato: prevedere da soli un itinerario può diventare scoraggiante: ponti ce ne sono dappertutto, anche se – combinando traghetti con mezzi pubblici e strade – itinerari percorribili invece ce ne sono. In buona sostanza: perché nascondere queste informazioni utili anche al cittadino, sotto la voce il turista, dove nessun veneziano le cercherà mai? Se per caso la cercasse, navigando nella sezione il cittadino, arriverebbe fino alla pagina informa handicap, dove tuttavia non ce n’è traccia... Bastava un link. Tornando ai test effettuati da Zamberlan, nel sito del Comune di Treviso [www.comune.treviso.it] molti soggetti (18 su 20) non sono riusciti a trovare i recapiti del pronto intervento dei vigili urbani, perché inseriti nel percorso Guida ai servizi->[mi interessa] essere sicuro». Il motivo per cui si può cercare il pronto Per saperne di più rZZZZ Trovabile [www.trovabile.org] Il sito di riferimento italiano dell’architettura informativa, dà notizie e approfondimenti sulla classificazione a faccette. Information Architecture [www.informationarchitecture.it] Un’altra risorsa italiana di architettura informativa. Boxes and Arrows [www.boxesandarrows.com] La madre di tutte le risorse (in inglese). intervento della polizia urbana può essere molto lontano dal «sentirsi sicuro». Ci può essere un antifurto di un negozio sotto casa che suona in modo insopportabile: io sono molto sicuro nella mia casa, ma voglio avvertire qualcuno perché lo faccia smettere. Oppure c’è un manipolo di ubriachi che sta devastando il giardinetto che vedo dalla mia finestra. Oppure i lavori di manutenzione della casa vicina non mi sembrano eseguiti come si dovrebbe e desidero che un vigile venga subito a verificare quello che ritengo un abuso. Partire da una motivazione realistica e concreta, ma non esaustiva, per quanto molto estesa (essere un turista o essere sicuro), diventa un reale internet.pro 55 ottobre 2004 architettura Oltre il modello ad albero Perché faccette? Dall’inglese facet, che identifica le diverse facce di un cubo (o di un poliedro). L’oggetto è sempre lo stesso, ma presenta diverse facce o aspetti. ostacolo al reperimento dell’informazione da parte di utenti che cercano la stessa informazione con altre motivazioni. Paradossalmente gli utenti hanno avuto minori problemi a destreggiarsi nella navigazione di tipo burocratico, in quanto utilizza categorie parzialmente conosciute e maggiormente codificate. La logica multidimensionale Questi risultati dovrebbero far riflettere (anche per problematiche di siti commerciali complessi, non solo per la pubblica amministrazione) sulla necessità di affrontare l’architettura informativa in modo differente, organizzando gli atomi informativi secondo logiche diverse, multi-categoria. Non è questa la sede per trovare la soluzione al problema di reperibilità dell’informazione sui siti complessi, soprattutto di pubblico servizio, ma probabilmente la classificazione multidimensionale a faccette è attualmente un metodo da tenere in considerazione, in quanto consente di far coesistere logiche di ricerca diverse, diversi livelli di competenza dell’utente, motivazioni diverse, senza sacrificare (troppo) le esigenze di nessuno. Nel campo dell’organizzazione dei siti, l’attenzione attualmente è concentrata nel campo dei Cms (sistemi di pubblicazione automatica) e sulla loro flessibilità, in modo da consentire il più possibile variazioni che si rendano via via necessarie con la modifica e l’aggiunta dei contenuti. Questo pone di fatto in secondo piano i problemi strutturali, di organizzazione dell’informazione, che vengono risolti in modo quantomeno superficiale nella maggior parte dei casi, semplicemente consentendo agli editor dei siti di aggiungere voci di sottomenu ampliando automaticamente la navigazione, senza porre in discussione le scelte di base. Una buona impostazione a monte è tuttavia necessaria per 56 internet.pro ottobre 2004 Un sito molto citato a proposito delle faccette è wine.com, in cui può scegliere categoria (pick), prezzo, produttore, tipo. Quest’ultima faccetta prevede delle sotto-faccette, per cui si può scegliere tra tutti i vini bianchi o indicare direttamente Chablis, Chardonnay e così via. guidare i responsabili della redazione, in modo che l’informazione venga categorizzata con criteri uniformi e prevedibili dall’utente. Seguendo la logica multidimensionale, quindi, l’assegnazione di un atomo informativo a un’esigenza dell’utente potrebbe essere solo una delle faccette, mentre altre – differenti – possono aiutare chi cerca la stessa informazione con motivazioni diverse: per esempio, voglio sapere dalla mappa dov’è il municipio di Venezia, perché mi sono da poco trasferito in città da Cuneo. Oppure voglio trovare la localizzazione di un indirizzo per un qualsiasi motivo diverso dal turismo. Questa logica multidimensionale di classificazione dell’informazione, inoltre, consente di organizzare il sito con rimandi ad altre pagine di argomento correlato, in modo automatico. Tornando al nostro esempio veneziano, la mancanza nella pagina dell’informa-handicap del link alla mappa dei percorsi per disabili è dovuta con ogni probabilità al fatto che i redattori delle due pagine sono diversi e che il sito è così vasto che nessuno ne conosce tutti i contenuti. A conferma dell’ipotesi, nell’area il cittadino è illustrato un itinerario che partendo da piazzale Roma o dal Tronchetto (unici punti di accesso via macchina alla città) passa per Piazza San Marco e Rialto. Si tratta di un itinerario tipicamente turistico, anche se indubbiamente piacevole. Inserito nell’area del cittadino e arricchito di foto che rendono la pagina gradevole, ma certo non sono di grande utilità per chi vive in città. Se la mappa e l’itinerario in questione fossero stata classificate in modo multidimensionale, sarebbero automaticamente uscite nella sezione dedicata a Venezia accessibile sia per turisti sia per cittadini. Sparisce la mappa del sito? Il prezzo da pagare per un’architettura a faccette è rinunciare all’immagine tradizionale che abbiamo della struttura e della navigazione del sito. La mappa Yoox utilizza la categorizzazione multidimensionale per consentire di trovare gli articoli desiderati all’interno di un assortimento molto vasto. Anche in questo caso vengono utilizzate faccette anche di secondo livello, nella categoria di capi, che prevede per esempio la faccetta accessori e le sotto-faccette guanti e cinture. Tutte tre le opzioni sono selezionabili. Accessori non è solo un titolo all’interno della tendina, ma produce la selezione di guanti + cinture. del sito semplicemente non esiste più, perché la struttura del sito non è più tassonomica, cioè gerarchica. I menu e relativi sottomenu possono esserci o meno e più che navigare in senso tradizionale, si effettuano delle ricerche. L’interfaccia di un sito con classificazione a faccette richiede grande precisione, grande attenzione all’usabilità ed estremo rigore. La decisione di fondo da prendere è se privilegiare una/qualcuna delle faccette e basare la tassonomia su quella, offrendo la possibilità di ricercare le informazioni anche in altro modo. A parte casi limite, questa è la soluzione più frequente, che consente di progettare ambienti rassicuranti, perché provvisti comunque di un’interfaccia di navigazione, anche se più innovativi, grazie al motore «turbo» dato dalle faccette. Nel caso di un sito della pubblica amministrazione, per restare ai nostri esempi, la navigazione tradizionale ad albero potrebbe essere quella di tipo burocratico, in cui le informazioni possono essere trovate attraverso la navigazione per uffici competenti e relativi servizi e sottoservizi. Non è particolarmente amichevole, ma è certamente attestata e tutti i professionisti, nonché diversi cittadini sono in grado di destreggiarsi senza eccessivi problemi. Accanto a questa possibilità, ci sarà una modalità di ricerca che consente di selezionare altri parametri come per esempio: P Eventi della vita (nascita, scuola, matrimonio, lavoro, pensione…); P Motivazioni (muoversi, divertirsi, fare una denuncia, pagare una multa…); P Io sono (bambino, turista, anziano, disabile, immigrato…); P Io cerco (casa, lavoro, asilo nido, sussidi, assistenza…). Ciascuna informazione (che solitamente, ma non necessariamente, corrisponde a una pagina) verrà categorizzata secondo tutti i parametri che possono essere attinenti e verrà successivamente estratta sulla base della ricerca dell’utente. Sinora siti di questo tipo sono perlopiù dedicati all’e-commerce, come per esempio wine.com [www.wine.com/search/default. asp] (vedi la pagina di ricerca avanzata o Yoox [www.yoox.com]. In questi casi la classificazione a faccette e la relativa ricerca tramite selezione di parametri multipli ha lo scopo di affinare la query e ridurre il numero di articoli trovati. Yoox ha centinaia di migliaia di articoli di capi di abbigliamento firmati e scontati e l’unica maniera per non stordire l’utente con un numero di pagine esagerato è di fargli scegliere la firma, la tipologia (con sotto-tipologia, per esempio Gonne>gonne corte) e magari anche la taglia. Nonostante questo, cercando per esempio maglieria in saldi, di taglia small, si ottengono (al 21 agosto 2004) 174 articoli. In tutto sono 18 pagine di anteprima e, avendo interesse alla cosa, si può valutare dalle anteprime (e dal prezzo) se la maglia può piacere o no. Se fossero 18 pagine di link informativi ragionati, bisognerebbe prevedere un modo per affinare ulteriormente la ricerca. Sarà interessante verificare se la classificazione a faccette può consentire di raggiungere un altro obiettivo, e precisamente la possibilità di reperire l’informazione secondo logiche diverse, variamente combinabili, come servirebbe in siti complessi dai contenuti eterogenei. Il freno a questi tipi di approccio è la difficoltà a immaginare interfacce adeguate a rendere facile la ricerca anche da parte di un pubblico non particolarmente evoluto. In altre parole: i responsabili non sentono l’esigenza di affrontare questo investimento (la classificazione costa) proprio perché non riescono a immaginare come potrebbe poi l’utente sfruttarla con vantaggio. In realtà è solo un problema di progettazione d’interfaccia, che sarà abbastanza diversa dall’abituale navigazione. Torneremo nei prossimi mesi sull’argomento. z internet.pro 57 ottobre 2004