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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003) Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma TESI DI DIPLOMA DI MEDIATORE LINGUISTICO (Curriculum Interprete e Traduttore) Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle LAUREE UNIVERSITARIE IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA “Il troppo guasta…” RELATORI: prof.ssa Adriana Bisirri CORRELATORI: prof Paul Nicholas Farrell prof.ssa Luciana Banegas prof.ssa Claudia Piemonte CANDIDATA: Viola Casadei ANNO ACCADEMICO 2013/2014 1 A tutte quelle persone che mi hanno supportato e sopportato durante questo cammino. E anche a me stessa, al mio impegno e alla mia forza di volontà. 2 3 INDICE INTRODUZIONE .......................................................................................................... 6 CAPITOLO 1 .................................................................................................................. 8 GLI ANGLICISMI: PRESTITI, CALCHI, E FALSI AMICI ............................... 8 1.1 LE PAROLE INGLESI NELL’ITALIANO ...................................................... 9 1.2 ADATTAMENTO DEI PRESTITI NELL’ITALIANO ................................ 10 1.3 TIPI DI PRESTITI ............................................................................................... 11 1.4 I CALCHI .............................................................................................................. 12 1.5 I FALSI AMICI .................................................................................................... 13 1.6 LE PAROLE COMPOSTE................................................................................. 15 1.7 I PRESTITI E LE LORO CATEGORIE ......................................................... 16 CAPITOLO 2 ................................................................................................................ 18 IL LINGUAGGIO GIOVANILE E L’USO DEGLI ANGLICISMI ................... 18 2.1 GLI ANGLICISMI NEL LINGUAGGIO DI TUTTI I GIORNI ................. 23 CAPITOLO 3 ................................................................................................................ 25 GLI ANGLICISMI NEL MONDO DELLA PUBBLICITÀ ................................. 25 CAPITOLO 4 ................................................................................................................ 31 GLI ANGLICISMI NELLA POLITICA ................................................................. 31 CAPITOLO 5 ................................................................................................................ 42 GLI ANGLICISMI E L’INFORMATICA .............................................................. 42 5.1 I PRESTITI DALL’INGLESE NON ADATTATI ......................................... 42 5.2 I PRESTITI DALL’INGLESE ADATTATI .................................................... 50 CAPITOLO 6 ................................................................................................................ 54 LINGUISTI A CONFRONTO ................................................................................... 54 CONCLUSIONE .......................................................................................................... 62 INTRODUCTION ........................................................................................................ 63 CHAPTER 1.................................................................................................................. 65 THE ANGLICISMS: LOAN WORDS, CALQUES, AND FALSE FRIENDS .. 65 1.1 THE ENGLISH WORDS IN THE ITALIAN LANGUAGE ........................ 66 1.2 THE ADAPTATION OF LOANS IN ITALIAN ............................................. 66 4 CHAPTER 2.................................................................................................................. 68 THE YOUTH LANGUAGE AND THE USE OF ANGLICISMS ....................... 68 2.1 THE ANGLICISMS IN EVERYDAY LANGUAGE ..................................... 70 CHAPTER 3.................................................................................................................. 73 ANGLICISMS IN THE ADVERTISING WORLD ............................................... 73 CHAPTER 4.................................................................................................................. 77 THE ANGLICISMS IN POLITICS .......................................................................... 77 CHAPTER 5.................................................................................................................. 83 THE ANGLICISMS AND INFORMATICS ........................................................... 83 5.1 ENGLISH LOANS NOT ADAPTED ................................................................ 83 5.2 ENGLISH LOANS ADAPTED .......................................................................... 85 CHAPTER 6.................................................................................................................. 87 LINGUISTS COMPARE ............................................................................................ 87 CONCLUSION ............................................................................................................. 91 INTRODUCCIÓN........................................................................................................ 92 CAPÍTULO 1 ................................................................................................................ 94 LOS ANGLICISMOS: PRÉSTAMOS, CALCOS Y FALSOS AMIGOS .......... 94 1.1 LAS PALABRAS INGLESAS EN ITALIANO ............................................... 94 1.2 LA ADAPTACIÓN DE PRÉSTAMOS EN ITALIANO ................................ 95 1.3 LOS CALCOS ....................................................................................................... 98 1.4 LOS FALSOS AMIGOS ..................................................................................... 98 CAPÍTULO 2 .............................................................................................................. 100 EL LENGUAJE JUVENIL Y EL USO DE LOS ANGLICISMOS ................... 100 CAPÍTULO 3 .............................................................................................................. 104 LOS ANGLICISMOS EN EL MUNDO DE LA PUBLICIDAD ........................ 104 CAPÍTULO 4 .............................................................................................................. 110 LOS ANGLICISMOS EN LA POLÍTICA ............................................................ 110 CONCLUSIÓN ........................................................................................................... 115 BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................ 118 5 Introduzione L’obiettivo di questo lavoro si incentra sul voler dimostrare come gli anglicismi o gli anche detti “prestiti” stiano sconvolgendo e modificando la nostra lingua trasformandola in una lingua che ha persino portato il dizionario Hoepli (anche se in modo scherzoso) a introdurla e definirla come “la lingua italiana usata in certi contesti ed ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente ed arbitrario di termini e locuzioni inglesi". Non so voi ma questo lo trovo assurdo. Pur essendo una studentessa di lingue e in particolar modo di traduzione e interpretariato trovo il bisogno e la necessità di dire che una definizione del genere è una cosa veramente fuori dal normale. Amo la mia lingua quanto la lingua inglese e penso debbano rimanere due lingue ben distinte. Capisco e condivido l’uso di alcuni anglicismi del tutto indispensabili, ma disapprovo enormemente l’uso e l’abuso che se ne sta facendo ormai da troppo tempo. L’introduzione degli anglicismi non è un tema recente; vale a dire che questo fenomeno per molti versi è stato inevitabile sin dai primi anni del ‘500 dove però la situazione era capovolta: la lingua italiana veniva vista dagli inglesi come una lingua intellettuale, la lingua della poesia e la presenza di inglesismi era decisamente scarsa. Con il passare dei secoli però la situazione si è ribaltata. Per motivi storici e culturali la lingua inglese prese piede velocemente. E con il passare del tempo ci si è ritrovati in un mondo attuale dove gli inglesismi sono una costante all’interno della nostra lingua. Andremo ad analizzare passo per passo questa evoluzione all’interno di diversi campi come la politica, la moda, la televisione, la pubblicità, il cinema, i linguaggi giovanili e altri, evidenziando come spesso si faccia un abuso di questi anglicismi; Analizzeremo come le persone, le aziende e la società in generale approccia a questi, come li usa (e ne abusa), come li interpreta in modo a volte del tutto personale ed errato. Andremo ad approfondire l’uso di alcuni inglesismi molto usati che però spesso vengono interpretati e tradotti in modo completamente errato, in particolar 6 caso quando si parla di anglicismi usati dai giovani, ma contemporaneamente anche da figure di spessore come politici o grandi imprenditori. Non nascondo che la riflessione che andrò a fare sarà del tutto critica ma perché dettata da dei “principi linguistici” che penso siano fondamentali. Per dare una idea iniziale su quanto andrò a svolgere mi basta citare alcuni inglesismi che inequivocabilmente possono essere da tutti osservati e analizzati, notando come l’uso degli stessi non sia indispensabile poiché esiste un corrispettivo in italiano di ugual significato e valenza. Ecco qui una piccola lista: 1. Weekend (finesettimana) 2. Selfie (autoscatto) 3. Clown (pagliaccio) 4. Brand (marca) 5. Detective (investigatore) 6. Fiction (serie televisiva) 7. Gossip (pettegolezzo) 8. Killer (sicario) 9. Monitor (schermo) 10. Personal trainer (allenatore sportivo) Potrei continuare ancora per molto, ma molto tempo ma penso che questi dieci abbiano reso l’idea del lavoro che andrò a svolgere. Avrete notato come queste dieci parole siano estratte da contesti del tutto diversi e questo vi fa capire come l’uso di questi anglicismi sia diffuso in qualsiasi campo. 7 Capitolo 1 Gli anglicismi: prestiti, calchi, e falsi amici La lingua italiana è un insieme di parole che è esposto al contatto con le altre lingue nazionali. Il linguaggio non smette di evolversi mai, perché è influenzato sempre dagli altri linguaggi e vice versa. Il contatto tra due lingue può causare sia l’integrazione completa nella lingua ricevente, cioè la parola che viene integrata nella lingua e non sembra di essere straniera, oppure si vede subito, che la parola non proviene dalla lingua ricevente, quindi non ha subito le regole della morfologia della lingua ricevente. Il fatto che le lingue cambino come risultato di contatti tra persone, indica che non smetteranno mai di evolversi. La lingua si arricchisce non solo formando le parole nuove ma anche usando le parole straniere prese in prestito dalle altre lingue e così la lingua si sviluppa per sempre. Può anche accadere che alla parola originalmente formata nella lingua propria, pure usata da tanti anni, si sostituisce una parola straniera e quella lì scompare dall’uso. Per esempio elaboratore, parola presa dall’ambiente tecnico, è stata sostituita con la parola “inglese” computer. Come si sa, in ogni epoca ogni cultura ha trovato la sua lingua. Superare barriere linguistiche produce un arricchimento del patrimonio linguistico, e rintracciare il momento del prestito ed il modo in cui avviene l’assimilazione, finisce col diventare un’analisi socio-storica delle due culture linguistiche. 1 Com’è già successo con l’invasione del latino durante la conquista romana, e con l’infiltrazione del francese durante la conquista normanna, adesso è l’inglese che s’impone nel mondo. 2 L’influsso inglese sull’italiano non si vede tanto fino al XVII secolo, invece nel XVIII esso comincia a farsi sentire. L’afflusso di parole inglesi continuerà nel secolo successivo e assumerà dimensioni rilevanti. In particolare negli ultimi decenni, in seguito alla posizione di primo piano in cui si vengono a trovare 1 G. ITALIANO, Parole a buon rendere ovvero l’invasione dei termini anglo-italiani, Cadmo, Firenze 1999, p. 8. 2 Ibidem. 8 gli Stati Uniti. 3 Crediamo che la terminologia mondiale di scienza, finanza, tecnologia, musica, sport, informatica sia in gran parte anglo-americana. 1.1 Le parole inglesi nell’italiano Fra le lingue romanze l’italiano è senza dubbio quello che appare maggiormente all’influenza dell’inglese. L’italiano riesce a sfruttare bene le risorse nell’arricchire il suo vocabolario e nell’aprirsi alla modernità. Negli ultimi decenni gli anglicismi si usano più nei mezzi di comunicazione di massa che nella lingua di tutti i giorni. Si usano piuttosto in certi ambienti scientifici, tecnici o socioculturali. La massa di anglo americanismo appare piuttosto nei nuovi mezzi comunicativi personalizzati e immediatamente globalizzanti che sono legati al computer e all’Internet.4 Prima i computer servivano solo per il lavoro negli uffici. Però ormai in Europa quasi ogni persona possiede il computer a casa ed esso insieme con l’Internet è diventato una cosa insostituibile da cui tanta gente è dipendente. L’uso degli anglicismi si è diffuso in Italia sia nel linguaggio letterario sia nel parlato. Però le parole inglesi non appaiono solo in italiano, anzi l’inglese è diventata una lingua internazionale, che si usa in tutto il mondo, soprattutto nell’ambiente tecnico, rappresentato in particolare dai computer e dal mondo virtuale come l’Internet. In più l’italiano è una lingua molto simile all’inglese, perché circa il 60% del lessico inglese è di base romanza, quindi molti anglicismi si assimilano facilmente nel sistema italiano. Poi ambedue le lingue sono parzialmente analitiche, quindi i prestiti s’inseriscono facilmente nel sistema morfologico italiano senza che un adattamento diventi necessario. 3 P. ZOLLI, Le parole straniere, Zanichelli, Bologna 1991, p. 71. M. FANFANI, Per un repertorio di anglicismi in italiano, in AA. VV., in Italiano e inglese a confronto, a cura di A. S. CALIMANI, Franco Cesati, Firenze 2003, p.87. 4 9 1.2 Adattamento dei prestiti nell’italiano Ogni prestito linguistico proviene sempre da qualche lingua straniera. La lingua ricevente prende la parola straniera in prestito e la modifica adattandola al suo sistema. È anche possibile che il prestito non rispetti le regole grammaticali della lingua ricevente e rimanga immutato. Il livello dell’adattamento dei prestiti dipende anche dal tipo della lingua ricevente, e cioè se è flessibile, sintetica, analitica ecc. La lingua italiana è una lingua flessibile, quindi quasi tutte le parole straniere si possono adattare secondo la loro fonologia, morfologia, ortografia e semantica. La forma fonologica del prestito può essere costituita a base dell’ortografia o della pronuncia del modello. Il primo caso si può dimostrare sugli esempi come bus /‘bus/, tunnel /‘tunnel/, tram /‘ tram/, spray /‘sprai/. Dall’altra parte, come si può notare bene, la forma fonologica dei prestiti più recenti è fondata sulla pronuncia (privacy /‘praivasi/, computer /’kompjuter/, mouse /’maus/). L’adattamento morfologico dei lessemi imprestati può essere primario o secondario. I cambiamenti primari avvengono nel processo dell’assimilazione di un prestito al sistema della lingua ricevente, in questo caso l’italiano. Ci sono tre tipi della sostituzione morfologica: la sostituzione di grado zero; sono i prestiti senza morfemi legati (in inglese golf – golf in italiano), la sostituzione parziale, i prestiti con morfemi legati non conformi al sistema morfologico della lingua ricevente (in inglese contain-er – contain-er in italiano) e alla fine la sostituzione completa, che avviene quando i morfemi legati della lingua donatrice, l’inglese, vengono sostituiti con quelli della lingua ricevente, cioè italiano (in inglese jungle – giungla in italiano, in inglese kangaroo – cangura in italiano). Nella fase secondaria il prestito è completamente integrato nel sistema ricevente e partecipa alla formazione delle parole che vi vige. Però nell’italiano moderno, la tendenza verso l’adattamento morfologico è diventata debole perché, come si è già menzionato, queste due lingue possiedono le relative somiglianze lessicali e strutturali, quindi non ce n’è tanto bisogno. Un altro tipo dell’adattamento è l’adattamento ortografico. Avviene in tre modi: la conservazione della grafia originale, l’adattamento della forma grafica del prestito al sistema ricevente e la formazione della grafia secondo la pronuncia. 10 Nell’italiano è più frequente il primo caso. Per esempio le parole come computer, mouse, show, baby sitter hanno la loro forma originaria. L’ultima forma dell’adattamento è l’adattamento semantico. Solo il significato delle parole si prende in prestito, non il significante. 1.3 Tipi di prestiti Il prestito è un fenomeno molto importante che riguarda i contatti tra le lingue. “Il prestito è in rapporto con il bilinguismo, che è la situazione in cui gli stessi parlanti sono portati a usare due lingue secondo l’ambiente e le circostanze.” 5 Protagonisti del prestito sono i vocaboli, che possono essere presi nella loro forma originaria (bar, film, leader) oppure possono essere modificati per corrispondere alla fonologia e alla morfologia dell’italiano, per esempio treno, bistecca sono tratti dall’inglese train, beefsteak. I prestiti che sono adattati alla fonologia e alla morfologia dell’italiano vengono chiamati prestiti integrati, tra tanti di questo tipo bisogna menzionare almeno la parola come rosbif in italiano e roastbeef in inglese. Qualche volta accade che sia coinvolta solo una parte della parola presa in prestito (folclore da folklore, familismo da familism, gol da goal), in cui l’adattamento riguarda solo la sostituzione grafica. In realtà così si cerca di mantenere la pronuncia della lingua ricevente e si cambia solo l’aspetto grafico delle parole. Un altro tipo di prestiti sono prestiti non integrati, che si distinguono per la loro forma immutata, per esempio bar, film. (TRIFONE, 1997) L’anglicismo in italiano ovviamente non è stabile e nel tempo cambia aspetto; al prestito completamente adattato, cioè prestito integrato, si sostituisce il prestito integrale che dal punto di vista morfologico non ha subito alcun tipo di adattamento. Oggigiorno questo tipo di prestito domina la scena degli anglicismi in italiano. Sono le parole, che mantengono nella loro grafia la forma originaria (stop, whiskey, 5 M. DARDANO e P. TRIFONE, La nuova grammatica della lingua italiana, Zanichelli, Bologna 1997, p. 567. 11 computer, software, show). I prestiti di questo tipo appaiono soprattutto nell’ambiente informatico, dove le parole straniere raramente rispettano le regole morfologiche italiane, e sono infatti piuttosto le parole usate in collegamento con l’Internet. Tra tanti di questo tipo bisogna menzionare le parole come junkmail, spam, firewall, spider, ecc. In più i prestiti possono essere distinti tra prestito di necessità e prestito di lusso. Il primo si ha quando si prende la parola e insieme il referente, un oggetto, un’idea, per esempio patata, parola haitiana giunta in italiano attraverso lo spagnolo; oppure caffè, dal turco; zero, dall’arabo; tram, computer, airbag dall’inglese. Invece il prestito di lusso ha un fine stilistico e di promozione sociale. Esso serve a evocare una civiltà, una cultura, un modo di vita considerati prestigiosi (leader, flirt, babysitter, week-end sono i vocaboli che potremmo sostituire con capo, breve relazione amorosa, bambinaia, fine settimana). Si vede che i vocaboli ed espressioni inglesi fanno comodo per la loro brevità (boom, sexy, show).6 Il procedimento assimilativo dall’inglese all’italiano è l’economia nel senso di risparmio. I suoni vengono semplificati diminuendo il numero delle sillabe; divenuta ridondante, la desinenza del plurale viene perduta perché l’articolo sostiene il carico funzionale del genere e anche perché foneticamente è più consono all’orecchio italico.7 1.4 I calchi Un tipo particolare di prestito è il calco. Esso è in ogni senso un vero prestito, che invece sembra di essere la parola che appartenga alla lingua propria e non è straniera. I vocaboli vengono tradotti direttamente nella lingua ricevente e solo il concetto rimane immutato. 6 7 M. DARDANO e P. TRIFONE, La nuova grammatica della lingua italiana, cit., p. 567. G. ITALIANO, Parole a buon rendere ovvero l’invasione dei termini anglo-italiani, cit., p. 48. 12 I calchi si possono dividere in calco semantico e calco traduzione. Il calco semantico si ha quando una parola italiana assume un nuovo significato di una parola di una lingua straniera. Il fenomeno si attua perché le due parole avevano in comune un significato oppure una somiglianza formale. Ad esempio la parola conforti, cioè comodità, ha assunto questo significato dalla parola inglese comforts, anche se la parola italiana conserva i suoi significati tradizionali. Invece la parola autorizzare, che un tempo significava “rendere autorevole”, ha cambiato il significato con quello di “permettere”; ciò è accaduto per l’influsso del francese autoriser.8 Invece il calco traduzione è il tipo di calco, che traducendo un composto di una lingua straniera con le regole della morfologia italiana e gli elementi italiani si forma una parola composta che sembra di essere originalmente italiana. Ad esempio grattacielo riproduce l’inglese skyscraper (sky ‘cielo’, scraper ‘che gratta’). 1.5 I falsi amici I cosiddetti “falsi amici” sono le coppie di parole che hanno la forma simile ma il significato diverso, quindi così si fa facilmente errore. Alcuni prestiti dall’inglese sono stati sottoposti alla pressione di parole italiane con significante simile. Tale pressione paradossalmente porta molto spesso la parola italiana ad acquisire anche il significato innovativo malgrado l’ovvio errore su cui si basa il procedimento. Si possono trovare elenchi di queste parole non-equivalenti sia sui vocabolari bilingui che sui libri dei corsi di lingua, perfino in Internet. I falsi amici possono essere divisi in problematici e non-problematici. I falsi amici non-problematici sono le parole di forma simile o identica, ma sono facili da imparare, e non danno problemi per quanto riguarda la delimitazione del significato. Ad esempio la parola inglese Sale (“saldi”) e la parola italiana sale, sono incluse fra i falsi amici non-problematici, perché se un italiano vede SALE nella vetrina di un negozio inglese capisce contemporaneamente “sale” e “saldi”, pur sapendo che è inteso il secondo significato. Invece è molto più difficile fare lo stesso confronto tra espressioni organizzative come in fact e actually e i loro (falsi) corrispondenti infatti e attualmente. Questi falsi amici sono falsi amici problematici, 8 M. DARDANO e P. TRIFONE, La nuova grammatica della lingua italiana, cit., p. 567. 13 perché le espressioni della seconda lingua, in questo caso l’inglese, che mostrano una somiglianza formale con quelle della madrelingua (italiano) fanno sembrare la lingua straniera più vicina e perciò apparentemente più “semplice da capire”. Quindi i parlanti sfruttano queste somiglianze per capire e imparare la nuova lingua. Raramente gli viene in mente che due parole che hanno la forma simile possano avere significati diversi. La somiglianza delle parole contemporaneamente aiuta ma anche provoca le incertezze oppure gravi errori. L’abbiamo visto negli esempi sopra. In fact non significa infatti ma di fatto, però queste due parole si assomigliano e quindi si crea subito un errore. Lo stesso accade con la parola actually, che vuol dire insomma, ma si capisce come la parola attualmente. Le parole straniere che entrano a fare parte di una lingua sono assoggettabili ai processi di formazione di parola che vigono nella lingua che le prende in prestito. La parola presa in prestito non sembra più straniera, perché ha subito il processo di derivazione secondo le regole di formazione di parole in italiano. Grazie alle derivazioni delle parole possiamo definire a quale categoria esse appartengono. La categoria sintattica di una parola si riconosce secondo il suo suffisso. Tra i suffissi produttivi italiani che si aggiungono spesso agli anglicismi bisogna menzionare almeno –ista (suffisso sostantivale, per esempio barista, softwarista), – istico (suffisso aggettivale, folkloristico, golfistico), –aggio (suffisso sostantivale, brokeraggio, killeraggio). In più i prestiti inglesi frequentemente terminano in consonante, quindi subiscono un processo di aggiustamento fonologico che consiste nella inserzione di consonante e cioè nel raddoppiamento della consonante finale della parola originale. Ad esempio la parola inglese stop si forma in italiano come stoppare, da format si forma formattare e da snob si forma snobbare mentre si ha barista da bar, filmare da film. Si vede che negli ultimi esempi la consonante finale non ha subito il raddoppiamento, perché l’inserzione della consonante (il raddoppiamento della consonante finale della parola di base) avviene solamente a determinate condizioni. Il raddoppiamento avviene quando la consonante finale è un’ostruente, cioè un suono che viene definito come non sonorante. Perché si abbia il raddoppiamento della 14 consonante, la presenza delle caratteristiche è necessaria ma, a volte, non sufficiente. Ad esempio il termine snob ha una serie di derivati (snobismo, snobista, snobistico) in cui il raddoppiamento non si verifica. (TRAVERSO, 1967) I prestiti, come si è visto, si adattano al sistema derivativo dell’italiano e le parole inglesi, una volta entrate nel lessico italiano, si comportano più o meno come le parole italiane; più in particolare, soggiacciono alle stesse regole di formazione e alle stesse condizioni di buona formazione che vigono per l’italiano. L’adattamento degli anglicismi al sistema derivativo italiano è conseguenza del fatto che queste due lingue sono dello stesso tipo. Sia l’inglese sia l’italiano sono le lingue prevalentemente suffissali e formano parole nuove tramite suffissi che godono di una stessa proprietà. Entrambe le lingue sono, dal punto di vista della formazione di parola derivata, lingue con testa a destra. “Nelle parole complesse, la testa è il costituente che ne determina la categoria lessicale e i tratti distintivi sintattico-semantici.”9 In derivazione, sia quella prefissale che suffissale, la testa è il costituente di destra (ad esempio prefissazione: infelice, suffissazione: felicità). Si vede che nelle parole derivate la categoria della parola complessa si osserva della parte destra. Questa regola vale per tutte le lingue, ma non è universalmente valida. Come vedremo nel capitolo successivo in italiano la generalizzazione della Testa a destra funziona solo per le parole derivate ma non per le parole composte. 1.6 Le parole composte Come è noto, i composti dell’italiano sono delle costruzioni abitualmente a due costituenti. Tali costituenti sono ‘parole’, cioè formazioni che hanno anche vita indipendente, possono stare da soli in una frase. Invece i derivati sono caratterizzati dal fatto di avere almeno un costituente affissale, cioè un morfema come ad esempio il suffisso –istico che non può stare da solo in una frase, ma deve aggiungersi ad una parola. 9 A. BISETTO, Da formattare a calcio mercato, cit., p.94. 15 I costituenti formati dalle due parole si possono unire insieme come due nomi; o un nome e un aggettivo; o un nome e una parte invariabile; o un nome e un verbo; o due verbi. Ad esempio capolavoro, dopopranzo, portasigarette.10 Queste parole composte sono parole tipiche dell’italiano. Gli anglicismi vengono utilizzati per formare parole composte dando origine a quelli che si chiamano i composti misti. Tali composti possono essere di due tipi: il tipo italianizzante con testa a sinistra come pensione baby, perché come si è già menzionato prima i composti italiani subiscono la regola della Testa a sinistra. Però esiste anche un altro tipo dei composti, che viene chiamato anglicizzante, con testa a destra come per esempio baby pensionato. Si è visto che le parole straniere, in questo caso gli anglicismi, non vengono prese in prestito solo come parole singole ma possono entrare a far parte del lessico dell’italiano anche nella forma di parole composte (talk-show, best seller, blue-jeans, new wave). In più anche le forme composte hanno, oltre al prestito, il calco. Nel settore della composizione il calco è maggiormente visibile. La parola composta presa in prestito dall’inglese viene tradotta direttamente nell’italiano con le regole della morfologia italiana, così essa non sembra più di essere straniera. Ad esempio la parola fine settimana era formata dalla parola inglese weekend, area depressa da depressed area, cartoni animati da animated cartoons.11 Come si può notare i calchi di questo tipo sono costruiti in italiano in obbedienza alla regola della testa a sinistra. 1.7 I prestiti e le loro categorie I prestiti integrati rispettano la morfologia italiana, quindi i forestierismi derivano secondo la categoria a cui appartengono e grazie ai loro suffissi si riconosce la loro categoria sintattica. La maggior parte dei prestiti sono i sostantivi, che appaiono nella lingua italiana più che le altre categorie, poi anche molti prestiti sono i verbi e gli aggettivi. 10 11 A. TRAVERSO, Nuova grammatica della lingua italiana, Canova, Treviso 1967, p. 320. Gli esempi citati da A. BISETTO, Da formattare a calcio mercato, cit., p.97. 16 Occupandoci della differenza principale tra i due sistemi sostantivali, in questo caso tra l’inglese e l’italiano, scopriamo che soprattutto il loro genere e numero varia. Il genere inglese è in maggior parte naturale, perché l’inglese non ha le desinenze delle parole che determinino il loro genere, se è maschile o femminile. Solo il significato delle parole ci dice il loro genere. Ad esempio il genere grammaticale tra le parole inglesi come brother e sister non è riconoscibile, solo grazie al loro significato, cioè dal loro genere naturale sappiamo che brother è un maschio e sister una femmina. Invece in italiano il genere è grammaticale, cioè esso si riconosce soprattutto secondo la desinenza delle parole. Fratello termina con la desinenza –o, che è la desinenza maschile, sorella termina con –a, la desinenza femminile. Siccome la categoria del genere in italiano è diversa da quella in inglese, non c’è la regola per assegnare ad un prestito il suo genere. Però il fattore dei prestiti più forte sembra la tendenza maschile (il computer, il monitor, il mouse, il CD, il bar). Per quanto riguarda il numero del sostantivo la formazione del plurale presenta certe difficoltà. In italiano la desinenza del sostantivo nel plurale cambia nelle certe forme. Dipende anche dal genere del sostantivo. Invece nell’inglese il plurale si forma tramite il suffisso –s. Quindi le parole inglesi prese in prestito possono avere il plurale invariabile dei sostantivi terminanti in consonante (i computer, i film), ma anche si adopera il plurale in –s. Qualche volta può accadere che lo stesso sostantivo si usi in ambedue le forme plurali (i film, i films). Si può notare che i sostantivi presi dall’inglese possono mantenere la loro forma originaria, invece i verbi devono per forza subire un adattamento che consiste del morfema –are (stoppare, upgradare, formattare, resettare), perchè nell’italiano i verbi si coniugano a differenza dell’inglese in cui i verbi sono immutati tranne la terza persona singolare nel tempo presente. Gli aggettivi dell’italiano rimangono non adattati. Hanno la stessa forma per il genere e anche per il numero (gli incubi dark, i quadri top). Alla fine gli avverbi e le interiezioni costituiscono un gruppo di prestiti assai ristretto. 17 Capitolo 2 Il linguaggio giovanile e l’uso degli anglicismi Quando parliamo di linguaggio giovanile ci riferiamo a quella “lingua” parlata dai cosiddetti teenagers, ovvero quella categoria di persone che rientra nell’adolescenza e post adolescenza. Questa categoria di persone utilizza un linguaggio che prende spunto dalla lingua madre,in questo caso l’italiano, e ne modifica il lessico, ma anche spesso il significato. Da ormai decenni siamo invasi da un linguaggio sempre più ridotto, semplificato al limite che sta diventando sempre meno comprensibile al di fuori della cerchia di cui fa parte. In questo specifico caso andremo ad analizzare come gli anglicismi hanno ulteriormente influenzato questo fenomeno rendendo il linguaggio giovanile ancor più “artefatto”. Se prima ci si limitava ad abbreviare parole e locuzioni come comunque (cmq), ti voglio bene (tvb), niente (nnt), per (x), perché (xké), quanto (qnt), troppo (trp), come (cm), e tante tante altre, adesso la situazione risulta essere ancor più complessa ed articolata. Con l’introduzione degli anglicismi all’interno della nostra lingua, anche il linguaggio giovanile ne ha assorbiti non pochi. Il problema fondamentale non sta tanto nell’averne inseriti diversi, ma che gli stessi vengano usati e tradotti nel peggior modo possibile. Oltre che notarne una grande quantità non si può non notare l’uso impropriamente errato che se ne fa oggi giorno. Vengono spesso usati da ragazzi che non conosco assolutamente la lingua inglese e che quindi tendono a ripetere solo memonicamente quello che sentono; mentre le persone che conoscono la lingua inglese ne fanno un uso alquanto spropositato poiché ormai, usare la lingua inglese all’interno della lingua italiana, è diventato di moda. Introdurre questi termini in inglese all’interno di un discorso risulta essere più da “figo”. E’ come se magicamente pronunciando quelle parole ci si possa trasformare nella persona che si vorrebbe essere. Come se usare “aperitivo” al posto di “happy hour” sia da sfigati. 18 Questo meccanismo risulta essere veramente complesso se si pensa che siamo la patria di una delle lingue più famose e complesse del mondo. Ci sono casi dove l’uso dell’anglicismi risulta essere indispensabile a fini della comunicazione poiché negli anni non si è trovato un corrispettivo che rendesse effettivamente l’idea del termine in inglese. E fino a qui tutto bene. Su circa 160.00012 mila vocaboli quante saranno mai gli anglicismi indispensabili? Viene da pensare pochi, molto pochi; ma purtroppo al giorno d’oggi ne vengono usati una miriade. Nello specifico ambito che si sta trattando, ovvero il linguaggio giovanile, questo fenomeno ha preso piede in una forma un po’ distolta. Si crede che l’adozione di questi termini sia avvolte per affermare il cosmopolitismo, l’apertura all’innovazione, il desiderio di sprovincializzazione. Ci sono infatti diversi tipi di anglicismi all’interno di questa categoria; ci sono quelli non tradotti ma pronunciati “all’italiana” come per esempio la parola body che in italiano noi usiamo per indicare un capo di abbigliamento femminile, ma che in realtà in inglese non significa affatto questo. Se mai ci recassimo in Inghilterra chiedendo un “body” in un negozio di intimo femminile nessuna delle commesse presenti ci capirebbe. Eppure questo termine viene usato costantemente nel linguaggio di tutti i giorni sia dalle giovani ragazze che non. Altro termine molto usato dai giovani d’oggi è il bar tour. Quella pratica goliardica che include il passare da un bar all’altro ingurgitando litri di alcool. Sebbene questo termine abbia preso piede in maniera sempre più ampia e che sempre più persone la mettono in atto, è triste annunciare che l’accostante delle due parole è del tutto errato: in inglese esiste la parola pub crawl (anche se informale) che sta a significare “giro dei bar”. Durante questa pratica come già detto si consuma una quantità spropositata di alcolici ed è proprio qui che troviamo un anglicismo del tutto italiano: il superalcolico rum, che effettivamente si scrive come in inglese, ma che purtroppo noi italiani pronunciamo in modo errato; questo superalcolico infatti in inglese si pronuncia “ram” e vi dico per esperienza personale che se andate in Inghilterra e chiedete un rum nessuno vi capirà. E non vi capirà per davvero perché un barista inglese non arriverà mai a capire cosa volete davvero bere. 12 www.treccani.it (Orwell, 1946) 19 C’è un’altra parola invece che viene comunemente usata in Inghilterra e in Italia: shot. Anche se per shot si intende semplicemente un bicchiere molto piccolo, in entrambi i paesi si usa come la pratica di assumere una piccola quantità d’alcolico all’interno appunto di un piccolo bicchierino. Purtroppo però con il passare del tempo questa parola in italiano è stata inspiegabilmente storpiata; siamo passati dall’uso intelligente del termine ad una modifica senza senso: lo shortino. La domanda è costante e sempre la stessa: perché?. E sulla scia precedente del bar tour non si può non collegarsi all’uso improprio che spesso si fa del genitivo sassone inglese, ma questo è un argomento che affronteremo più in la. Tornando ai termini “italianizzati” non possiamo non citare la parola night: quando i giovani ma anche gli italiani in generale usano questa parola ognuno di noi non può che pensare ad una cosa sola: locale promiscuo all’interno del quale si fa un gran uso di alcool accompagnato da affabili signorine. Purtroppo per noi però questo significato è del tutto personale; l’esatto termine che è night club per l’inglesi non è nient’altro che la nostra discoteca. Questo vuol dire che se per il centro di Roma un sabato sera come tanti un ragazzo inglese o americano vi chiede dove posso trovare dei night club, sappiate tutti che non cercano serate particolarmente “calde”, ma semplicemente discoteche normali dove passare una serata in allegria. Proseguendo su questa linea di “mal interpretazioni” non si può non citare un termine di largo sviluppo tra i giovani d’oggi: chattare. Questo termine ormai ha sostituito del tutto il vecchio “messaggio” e di conseguenza il suo verbo, anche se comunque gergale, messaggiare. E chattando si scrivono tante tante cose; una delle più divertenti e sconcertanti provenienti dalla lingua inglese si crede sia la rielaborazione mistica del verbo to love. Navigando in Internet nessuno di noi può negare di aver letto questo: “ciao amore ci vediamo domani. Ti lovvo”. “lovvo” voce del verbo “lovvare” dall’inglese to love; una delle innovazioni più macabre del momento. Va bene l’essere giovani, va bene l’essere spensierati e avvolte superficiali, ma perché utilizzare un termine stilisticamente e foneticamente 20 orrido, quando abbiamo una miriade di corrispettivi di italiano (dal classico ti voglio bene, al più romantico ti amo). Ed è proprio grazie a questo che nasce la love story tra Tizio e Caia famosissimi per i loro successi in televisione e al cinema. Perché chiamarla love story quando in italiano corrente si chiama storia d’amore? Se ho una love story con una persona invece che una storia d’amore significa che ci amiamo di più? Che staremo insieme per più tempo? Quando si è felici ed innamorati si è nel mood perfetto giusto? Eppure mi sembra di aver letto da qualche parte che esista una parola perfettamente comprensibile che è umore. Perché se posso dire benissimo “non sono dell’umore giusto” devo dire invece “non sono nel mood giusto”. Perché? Forse perché se dico mood invece di umore risulto comunque triste e incazzato ma con un certo stile? Questi sono dei dubbi madornali, ma una cosa è certa: l’utilizzo di queste parole inglese ci da l’idea di essere internazionali, maturi, e uomini/donne di mondo. Cosi dicono. E quando ci sentiamo forti e importanti ci viene spontaneo volerlo condividere con gli altri, e alcuni di noi lo fanno imbrattando (spesso, ma non sempre) i muri delle nostre città. Questi artisti d’avanguardia vengono comunemente chiamati tra i giovani writers. In inglese la parola writer significa semplicemente scrittore o giornalista, ancora una volta noi italiani abbiamo preso la parola e gli abbiamo affibbiato (pur essendo in questo caso vagamente coerente) un significato e una valenza diversa. E sono proprio questi giovani “scrittori” che si riuniscono in diversi gruppi più o meno numerosi che prendono il nome di crew. E mi sembra più che giusto: sono dei writers e fanno parte di una crew. Sicuramente coerente. Spostandoci poi su un ambito diverso ma sempre facente parte dei giovani d’oggi non possiamo non citare la parola pusher. Questa parola in inglese ha lo stesso significato che in italiano ed è per questo che la domanda rimane sempre la stessa: perché utilizzare il termine inglese quando abbiamo un corrispettivo che rende perfettamente l’idea? Penso che tutti conosciamo la parola spacciatore. Il dubbio rimane sempre lo stesso, indistinto. Lo stesso principio anche se di ambito diverso rimane quello per la parola week end: molti giovani e non adorano fare dei splendidi week end fuori porta, o in diverse 21 capitali europee. E anche qui sembrerò ripetitiva ma perché non usare la parola (oltretutto bellissima e praticissima) fine settimana? Se si trascorre un week end o un fine settimana a Venezia, questa splendida città avrà sempre la stessa magia che la contraddistingue. Tra le teenagers, ma non solo una delle pratiche più terapeutiche è lo shopping. Questa parola a quanto pare rende la pratica ancor più bella de “l’andare a fare compere o acquisti”. Il motivo è sempre un’ombra nera. Forse dire shopping da più l’idea del lusso e dello sfarzo, immaginandoci passeggiare per le vie del centro di qualche capitale europea non tendendo in considerazione che il portafoglio non beneficia di questo “potere”. Che sia shopping o fare acquisti, se hai 50€ nel portafoglio quelli rimangono. E se due donne o ragazze amano andare a fare compere insieme due uomini, ma in special modo due ragazzi tendono ad evitare nomignoli romantici sostituendoli con anglicismi: in questo singolo caso parliamo di un anglicismo “mozzato”. Mi riferisco alla parola brother (fratello) che in America viene usata molto nella forma “bro”. Ed è proprio quest’ultima che negli ultimi tempi ha preso piede tra i giovani adolescenti, riferendosi ad un amico particolarmente importante da considerare quasi come un fratello. E come ultima ma non per importanza la parola tormentone del momento: il famosissimo e criticatissimo selfie. Quella pratica a tratti pericolosa che vede la contorsione a volte circense di braccia intente a fotografare volti deformati dalla troppa vicinanza all’obiettivo. Anche se può sembrare riduttivo questa attività ha un suo nome in italiano: autoscatto. E bene si ce l’abbiamo anche noi! Dopo questa full immersion di termini tradotti, adattati e coniati che sono stati elencati, non si può non giungere alla conclusione che i giovani (e non solo) tendono ad utilizzare gli anglicismi in un modo del tutto particolare. Purtroppo e ribadisco purtroppo questo accade a causa di una carenza di conoscenza della lingua madre ovvero l’italiano. 22 2.1 Gli anglicismi nel linguaggio di tutti i giorni Nelle conversazioni di tutti i giorni che siano tra padre e figlio, colleghi, conoscenti o amici di tutti i giorni, ognuno di noi usa inconsciamente una miriade di anglicismi avvolte indispensabili. Questa pratica avviene indipendentemente dalla classe sociale, dal sesso o dall’argomento di cui si sta parlando, ma ovviamente avviene in modi diversi a seconda della “realtà quotidiana” in cui viviamo. Mettiamo il caso di analizzare una giornata tipo di un impiegato che lavora in un normalissimo ufficio agli ultimi piani di un palazzone a vetri. Magari ha un contratto part-time (lavoro a tempo parziale) o magari è più fortunato e gli è stato fatto un contratto full-time (lavoro a tempo pieno). Con un lavoro a tempo pieno sicuramente avrà bisogno di diversi break (comunissime e semplicissime pause),e non dovrà mai dimenticarsi di strisciare il badge (mi sembra sia un comunissimo tesserino) all’entrata e all’uscita, se non voglia essere ripreso dal manager (direttore, superiore) o dallo stesso boss (capo). Una volta alla sua scrivania sarà intento a controllare le sue email (messaggi di posta elettronica) cercando di organizzare al meglio il meeting (riunione, incontro) per il giorno seguente, che svolgerà insieme a tutto il suo team (gruppo, squadra) di colleghi. Finita la giornata, dopo otto ore seduto su una sedia dietro una scrivania sentirà la voglia di fare una corsetta, un po’ di footing come lo chiamiamo noi, non sapendo che in inglese questa parola non ha assolutamente il significato che gli abbiamo affibbiato, poiché si dice jogging. La parola footing non significa altro che “appoggio”. Se pensiamo invece ad un bel viaggio, uno di quelli che ti cambia la vita, magari in macchina per le vie sperdute di un continente sconosciuto, che fai non ti fermi all’autogrill? Certo. Peccato che questo termine in inglese non significa affatto quello che noi italiani intendiamo perché la parola vera è motorway service station, ma come risulta chiaro a tutti nessuno la usa mai. E in una di queste soste magari ci si imbatte in una bella ragazza con zaino in spalla che fa l’autostop: mi duole dirlo 23 ma anche in questo caso il termine è del tutto errato; in inglese questa pratica si chiama hitch-hiking bel lontana sia lessicalmente che graficamente da quella coniata da noi. Vaghi per le strade cercando la via dell’hotel, o più semplicemente dell’albergo. Arrivi finalmente nella tua stanza e disfi la valigie posando in bagno il tuo bel beautycase coniato da noi italiani accostando la parola beauty (bellezza) e case (valigia), ma che viene considerato come un termine pseudo inglese poiché quest’ultimi non lo usano. La parola giusta è vanity case. Dopo il beautycase arriva il momento degli slip, altro termine del tutto errato: in inglese le mutande (per donna in questo caso) si chiamano knickers. E se invece dell’albergo partissimo con una bella roulotte a seguito? Ecco li dove casca di nuovo l’asino: questo termine in inglese non significa quello che intendiamo noi perché in realtà si dice trailer(US) o caravan(UK). E se non hai una roulotte magari devi accontentarti della tua misera station wagon con la quale prima di partire hai fatto un bel test drive cercando di capire se tutto andava per il verso giusto; una cosa sola non ti sei sentito di provare: gli air bag. Si sa, quelli si testano solo una volta, e il più tardi possibile. 24 Capitolo 3 Gli anglicismi nel mondo della pubblicità Ci sono diverse e svariate definizioni di pubblicità, ma la più quotata è quella che fu coniata da una cerchia di esperti per conto della Camera di Commercio di Milano. La pubblicità viene qui intesa come "qualsiasi forma di comunicazione che sia diffusa nell'esercizio di un'attività commerciale, industriale, artigianale o professionale, allo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi". Con tale definizione si è avuta la consacrazione ufficiale (nel 1988) della pubblicità e della sua attività, considerata finalmente in modo autonomo e indipendente da altri settori (come ad esempio il marketing) cui spesso era stata, in passato, associata. Quattro anni dopo l'art. 2 del Decreto legislativo 25.1.1992 n. 74 definisce pubblicità "qualsiasi forma di messaggio che sia diffuso, in qualsiasi modo, nell'esercizio di un'attività commerciale, industriale, artigianale o professionale allo scopo di promuovere la vendita di beni mobili o immobili, la costituzione o il trasferimento di diritti ed obblighi su di essi oppure la prestazione di opere o di servizi". È la prima volta che un testo legislativo ha dato una definizione di pubblicità. La definizione di pubblicità incontra una serie di difficoltà. È difficile dare una definizione unica, ufficiale, precisa e concisa poiché la pubblicità può assumere aspetti sempre diversi e servire le cause più impensate. proviamo a crearne una più specifica: la pubblicità è una sorta di comunicazione impersonale tesa ad influenzare, regolarmente e intenzionalmente, il comportamento del singolo nei confronti dei prodotti; vale a dire che è tesa ad influenzare e indurre in noi, tramite un linguaggio ben preciso, il desiderio e la necessità di quello che stiamo osservando. Si può trattare di una macchina come di un telefono o ancora più genericamente di oggettistica varia. Questo intento secolare è stato man mano intensificato e modificato con l’introduzione di anglicismi e forestierismi. E’ riconosciuto da tutti come la pubblicità (che sia televisiva, radiofonica o su carta stampata), sia uno dei settori mediatici più colpito da questo fenomeno e dove la loro presenza si noti in modo palese. Le lingue più usate all’interno di questo fenomeno sono il francese e ancor più l’inglese. Ne sono un esempio i prodotti per la persone e la cosmesi, in cui il 25 ricorso alla lingua francese (associata a valori di eleganza e raffinatezza) è sempre più spesso affiancato all’uso dell’inglese, che invece accentua il carattere tecnologico e l’affidabilità del prodotto. Ma anche se è proprio il francese a rimanere radicato soprattutto in determinati campi, è l’inglese che oggigiorno compare maggiormente negli spot televisivi e negli slogan pubblicitari. Lo slogan, dall’antico gaelico “grido di guerra”, è una breve frase capace di esprimere un concetto in modo efficace e sintetico e l’inglese, grazie alla sua immediatezza appunto, risulta essere più “sfruttabile” per questo intento. L’uso di termini inglese nel testo pubblicitario prevale quindi in spot o annunci appartenenti a categorie tecnologiche. Ecco alcune delle più famose e conosciute da tutti: TELEFONIA 1. Nokia. Connecting people 2. Motorola. Intelligence everywhere 3. LG. Life’s good 4. Vodafone. Life is now 5. Panasonic. Ideas for life 6. Apple. Think different ABBIGLIAMENTO SPORTIVO 1. Adidas. Impossible is nothing 2. Nike. Just do it! 3. Benetton. United colors of Benetton ELETTRODOMESTICI 1. Hoover. Generation future 2. Philips. Sense and simplicity 3. Pionner. Sound, vision, soul ALIMENTI (ed affini) 1. Campari. Red passion 26 2. Heineken. Sounds good 3. Martini. No Martini, no party 4. Lipton ice tea. No sugar, full taste 5. Coca Cola. Just what I want 6. Mc Donald’s. I’m lovin’ it! 7. Mentos. The freshmaker 8. Corona Extra. The place to be 9. Ringo. Do you Ringo? OROLOGI 1. Sector. No limits 2. Omega. My choice 3. Chronotech. Shock your time L’uso dell’inglese potrebbe essere dovuto al fatto che si tratta di slogan unici che vengono usati per pubblicizzare il prodotto in tutto il mondo, anche se alcune volte vengono tradotti. Per esempio uno degli ultimi esempi, quello della Coca Cola, è presente sia nella forma citata sopra che nella variante italiana che recita: “vivi il lato Coca Cola della vita”. Diversamente si comporta il marchio Mc Donald’s: questo viene tradotto in quasi tutte le lingue del mondo, comprese quelle orientali, ad eccezione proprio dell’italiano e dello spagnolo. In entrambi i paesi lo slogan rimane tale e quale a quello inglese (I’m lovin’ it!). Passando ad un altro marchio che in questo caso tratta di orologi, abbiamo potuto tutti notare come la Binda Italia S.p.A. (l’azienda proprietaria del marchio BREIL), ha invece esordito con lo slogan in inglese Don’t touch my Breil, alternato però anche dalla famosa versione tradotta in italiano Toglietemi tutti ma non il mio Breil. Anche se con delle piccole differenze ortografiche entrambi i messaggi vogliono trasmettere i valori del coraggio, determinazione, ambizione e la preziosità dell’oggetto attraverso il possesso dello stesso. 27 È quindi chiaro come l’utilizzo dell’inglese sia per la maggior parte delle volte la scelta più quotata, ma non possiamo non notare un’altra tecnica chiamata degli spot o slogan “mistilingui”. Eccone alcuni esempi lampanti: o Maxibon Motta. Two gust is megl che one o Gocciole “Expresso” Pavesi. 07.00 a.m. your Expresso, Sir. (raffigurando un leone nella giungla. Il materiale inglese viene quindi introdotto negli slogan tramite espressioni stereotipate e termini facilmente comprensibili anche da un pubblico non anglofono, con lo scopo di creare intorno al prodotto un’atmosfera di prestigio, internazionalità, sfruttando quel potere incisivo e conciso che caratterizza l’inglese. Siamo quindi tutti d’accordo che l’uso dell’inglese in pubblicità evoca, al giorno d’oggi, l’idea di determinazione, notorietà e globalizzazione, ma che nella maggior parte dei casi l’anglicismo, forestierismo o lo pseudo-anglicismo serve al linguaggio pubblicitario non tanto per la comunicazione verbale, ma per riprodurre quella suggestione che deve circondare il prodotto, affinché venga poi così acquistato. Essendo infatti la pubblicità una cosiddetta “forma di comunicazione di massa”, il suo linguaggio è diretto, allusivo e volto ad ottenere una sola risposta: l’acquisto. Non sempre, però, l’obiettivo della comprensione viene raggiunto nel nostro contesto pubblicitario. È vero che lo slogan è caratterizzato da un testo facile, riconoscibile e memorizzabile, ma spesso la lingua straniera evoca riferimenti apparentemente decodificati che non permetto la comprensione effettiva generale. Un esempio riguardo questo potrebbe essere la campagna pubblicitaria dell’aranciata Fanta. Dopo una breve scena estiva, giocata sul motivo della partecipazione e dell’esclusione ad un gioco, lo slogan, pronunciato da una voce esterna dice: Share the fun. Il suono della voce straniera è a metà tra l’affermazione e l’esortazione, con 28 un effetto persuasivo molto sottile. Questa piccola sfumatura potrebbe non essere colta e quindi lo spot perde così la sua efficacia. Non sono poi da trascurare neanche gli slogan delle emittenti radiofoniche, specie quelle italiane, all’interno delle quali troviamo spesso e volentieri l’uso degli anglicismi al fine di attrarre il più possibile, l’attenzione dell’ascoltatore. Eccone alcuni esempi: o Radio 102.5. Very Normal People o Radio Deejay. One nation, one station Nell’ambito invece della pubblicità dei prodotti per l’abbigliamento si può notare l’uso abbondante e ripetuto della parola wear usata come sostantivo e preceduta da diversi termini indicanti un determinato tipo di abbigliamento o accessorio, come cinture, occhiali, borse. Eccone alcuni esempi: o Armani. Armani underwear o Colmar. Skiwear for passion o Prada. Prada eyewear L’uso di parole inglesi per indicare i diversi capi di abbigliamento si è ampliato sempre di più andando avanti con il tempo, monopolizzando anche alcune tipologie di prodotti che possiedono una efficace denominazione italiana, ma che la pubblicità ha in buon misura canonizzato, rendendo la traduzione in inglese di utilizzo corrente anche nel parlato quotidiano. Per rendere l’idea ci basta citare uno dei marchi che più utilizza questa tecnica: Calzedonia beachwear. Altra particolarità la ritroviamo nell’uso delle preposizioni: una delle particelle più frequenti usate nel linguaggio pubblicitario è by , che va spesso e volentieri (e non si capisce perché) a sostituire il nostro di , seguita poi dal nome della casa produttrice: The One (profumo). By Dolce & Gabbana. È non è solo la particella di che scompare magicamente davanti ai nostri occhi è dal seguito dall’anno di nascita del prodotto e della casa, con since: Invicta. Travelling and sporting goods since 1906. 29 Altra espressione inglese molto usata è made in (made in Italy), locuzione spesso usata e che ormai è stata universalmente accettata, tanto da rendere veramente strano, al nostro orecchio, il suo corrispondente in italiano “fatto in”. Personalmente con i miei 26 anni non credo di aver mai sentito nessuno usare la forma in italiano. Un altro fenomeno a mio avviso veramente straordinario (se così possiamo definirlo) è quello dell’anglicismo che si è imposto come marchio si fabbrica a tutti gli effetti. Per esempio lo zoom, costruito dalla ditta Zoomar; scotch, che è un marchio depositato; pullman (e poi successivamente pulman), in origine una carrozza ferroviaria di lusso, dal nome di chi la realizzò, l’industriale George Mortimer Pullman, e tanti altri. Da nome di una marca quale era è diventato quindi nome comune dell’oggetto stesso. Strabiliante. È proprio qui infatti che siamo di fronte ai cosiddetti “prestiti di lusso”, ovvero tutte quelle parole strane importate che si presentano integrali pur avendo un corrispettivo nella lingua d’arrivo che indica e descrive lo stesso oggetto o concetto. Esistono infatti corrispettivi in italiano per le parole appena citate: teleobiettivo, nastro adesivo e corriera. Purtroppo e per fortuna entrambe le versioni, sia in inglese che in italiano, vengono usate indifferentemente. 30 Capitolo 4 Gli anglicismi nella politica “La jobs act è arrivata yesterday, verso evening, e non sembra una semplice battle sull’articolo eighteen, but un piano in many points che ci sarà spiegato dal mayor di Firenze (Florence) nel corso di una toccante cerimony. È una cosa piuttosto urgent, cosa sa everyone. Poi, staremo a vedere in the specify se si tratterà di una specie di Fornero’s way of life o di un ambitiuos disegno di riforma e improvement per tutti quelli che today un piano per il job non ce l’hanno, che sono several. Insomma, è una bozza work in progress, e non parla dei molti money che servirebbero to realize it. Ancora one, two weeks, non siate impazienti, non abbiate urgency. Servirà also per capire why ce lo dice in english e se sarà una thing sensata o another anal intruder program. Restate in contact. Best wishes.” 13 Il linguaggio politico ha una precisa forma/funzione che mira a persuadere per suscitare partecipazione e consenso emotivo, e in generale, per ricordare Saussure, le parole non sono mai separate dal pensiero né il pensiero dalle parole. L'analisi del linguaggio politico, perciò,non può prescindere dal rapporto tra pensiero-discorsotesto-contesto, sebbene esso sia per sua natura controverso e poco suscettibile di verifica 14 così come affermava George Orwell. È quasi come se con l’inglese si volesse rendere specialistico o settoriale ciò che in realtà specialistico e settoriale non è. La politica riguarda tutta la comunità, pertanto un linguaggio pienamente comprensibile aiuterebbe ad essere informati sugli accadimenti quotidiani, in particolar modo quelli economici e finanziari. Tuttavia, lo storico della lingua Luca Serianni in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” nel 2008 ravvisava che oggi i politici preferiscono parlare in modo più diretto, favoriti in questo anche dalla televisione, divenuta l’arena politica per antonomasia, cercando di non farsi costringere dentro i confini di un determinato linguaggio politico. In realtà, la assoluta mancanza di trasparenza di alcuni anglicismi mutuati dall’economia e dalla finanza pare contravvenire a tale affermazione. Termini come spread o austerity o spending review non risultano 13 14 Mattia Guidi https://twitter.com/matguidi/status/421308953046573056/photo/1 George Orwell, Politics and the English Language, 1946 31 ancora di facilissima comprensione a molti cittadini, ma di certo tutti concorderebbero nell’attribuirvi una connotazione negativa per via dei contesti d’uso in cui tali espressioni vengono di norma adoperate. La tendenza all’utilizzo di anglicismi nel linguaggio divulgativo dei politici si è voluta prontamente allineare alle spinte linguistiche dell’Unione Europea e ha altresì condizionato psicologicamente le scelte economiche di tanti cittadini intimoriti dallo spaventoso fantasma della crisi finanziaria degli ultimi anni, reso ancor più spaventoso da termini di discutibile chiarezza. Per tale motivo potrebbe tornare utile e funzionale distinguere tra “lingua della politica” e “lingua dei politici”: se la prima presenta un certo grado di formalizzazione, con un lessico in buona parte specialistico e tendenza all’univocità semantica, la seconda solo in senso lato può dirsi lingua settoriale, non disponendo essa di un lessico tecnico e tendendo all’ambiguità dei significati. Le scelte linguistiche riguardano allora non tanto il contenuto della comunicazione, quanto le modalità con cui esso viene presentato e le strategie comunicative messe in atto per catturare il consenso. Con lo scopo di far luce sul loro significato e renderne più agevole la comprensibilità, ci si propone di riportare qui di seguito alcuni degli anglicismi più diffusi e utilizzati oggi dai politi italiani. 1. Antitrust <L’Antitrust multa Samsung per “informazioni fuorvianti”> La Repubblica, 23 Dicembre 2014. <L’Antitrust contro Trenitalia: “multe troppo onerose per chi è senza biglietto”> La Repubblica, 08 Novembre 2014. Questi sono solo un paio di esempi che testimoniano il largo uso di questo anglicismo, ormai divenuto di linguaggio comune all’interno del mondo della politica. 32 Per antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, AGCM) si intende l’ Istituzione pubblica preposta alla tutela della concorrenza nell’ordinamento nazionale. Creata dalla l. 287/1990 (Norme per la tutela della concorrenza e del mercato), di esplicita ispirazione comunitaria, ha la funzione di garantire il corretto funzionamento del mercato in modo che agli operatori economici sia consentito di accedervi liberamente e di competere con pari opportunità. 15 Volendo invece cercare una traduzione di questo termine oltre al suo significato, purtroppo non se ne trova una affidabile. La maggior parte dei dizionari inglese-italiano, si limita alla spiegazione del termine stesso, non proponendo nessun termine sostitutivo in italiano. 2. Bipartisan <Strisce blu, critiche bipartisan: «Stop agli aumenti». Il 3 settembre la decisione del Tar> Il messaggero, 28 Agosto 2014. <Divorzio, proposta bipartisan alla Camera: un anno per dirsi addio, 9 mesi senza figli minorenni> Il Messaggero, 02 Aprile 2014. Ecco un altro anglicismo ormai entrato nel linguaggio comune della politica. Queste termine, secondo il vocabolario Treccani, sta per “persona, istituzione, movimento, ecc., che è accettato da entrambe le parti politiche in contrasto o che è disposto ad assumere le difese dell’una e dell’altra”. Una curiosità di questo termine è che senza nessun problema potremmo trovare un corrispettivo in italiano: bipartitico. Può suonare strano e a tratti grammaticalmente scorretto, ma il problema sta solo nell’abitudine a sentirlo pronunciare. In effetti il termine in italiano non è mai, e dico mai, stato pronunciato da nessun politico e giornalista italiano, e questo fa si che all’ascolto risulti essere un termine estraneo. 15 www.treccani.it 33 Va bene, ammettiamo l’uso del termine inglese perché più easy e d’impatto: c’è un altro grave problema da non sottovalutare; la pronuncia completamente errata che tutti, e dico tutti, facciamo di questo termine. Noi lo leggiamo come è scritto:errore madornale. Il termine in inglese si legge baipartisan per la nota regola grammaticale che vede la pronuncia della i in a. Questo significa solo una cosa: che oltre a preferire inspiegabilmente il termine inglese a quello italiano, non contenti, pronunciamo il termine anche in modo errato. 3. Welfare <Ripartire dal welfare per favorire lo sviluppo> Il Messaggero, 13 Dicembre 2014. <Bilancio, altri tagli per 46 milioni «A rischio nidi, scuole e welfare»>. Il Corriere della Sera, 17 Dicembre 2014. Come non poter menzionare questo fantastico termine che ha occupato per tantissimo tempo i primi posti delle classifiche dei termini inglesi più comuni nel linguaggio politico. Per welfare si intende l’espressione equivalente all’italiano di benessere. Purtroppo o per fortuna al giorno d’oggi questo termine è un po’ scomparso, o meglio, se ne fa un uso minore rispetto al suo debutto nel 2007 quando voleva sostituire il termine in italiano Previdenza sociale: vale a dire un settore dello Stato che si occupa delle fasce più deboli (disabili, lavoratori subordinati, pensionati ecc…). 4. Spending review <Corte dei Conti sulla Pubblica Amministrazione “Con la spending review tagli indifferenziati”> La Stampa 09 Gennaio 2015. 34 <Gli assessori regionali viaggiano in pulmino: “E’ la spending review”. La Repubblica, 10 Gennaio 2015. Non poteva non mancare nella nostra lista di anglicismi questo famoso termine. Per mesi e mesi la gente sentiva parlare di questo misterioso termine senza sapere minimamente il significato. Questo termine infatti sta ad indicare un insieme complesso di procedure e politiche atte a migliorare la gestione (e la programmazione) del bilancio pubblico sia dal punto di vista contabile e finanziario, sia per quanto riguarda le modalità di produzione e allocazione della spesa pubblica. Il proposito della s.r. è dunque quello di incrementare l’efficacia della spesa rispetto agli obiettivi e favorire una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse materiali e umane a disposizione. Proposito di non facile realizzazione, che richiede tempi medio lunghi per dare risultati effettivi e informazioni (non solo di carattere finanziario) complete, tempestive e comparabili. Effettivamente potremmo tradurre questo termine con “revisione della spesa pubblica”. La domanda è sempre la stessa e costante: perché non utilizzare un corrispettivo in italiano quando disponibile? Come già menzionato all’inizio il linguaggio politico dovrebbe essere il più comprensibile di tutti poiché si rivolge ad ogni tipo di classe sociale. 5. Election day <Election day per locali e regionali> Rai News, 13 Dicembre 2014. <Posticipo tasse per gli alluvionati ed election day il 17 Maggio.> Il Corriere della Sera, 13 Dicembre 2014. Eccone un altro di non poca importanza. Uno degli anglicismi più semplici e facilmente traducibili: “giorno delle elezioni”. Ancora una volta ci viene da pensare perché usare l’inglese al posto dell’italiano. 35 6. Default <L’inflazione ai minimi rende volatili le borse cinesi, è allarme default per Kaisa> Il sole 24 ore, 9 Gennaio 2015. <Russia a rischio default, i cittadini in coda per spendere i rubli.> Tgcom 24, 16 Dicembre 2014. Altro termine molto comune nel linguaggio politico. Per default si intende una condizione di insolvenza di una banca o di un paese nei confronti di obbligazioni o debiti: dichiarare default. Consultando diversi dizionario inglese-italiano, si è notato come la traduzione di questa parola non abbia un termine specifico, ma ne presenti invece di diversi: da inadempienza a bancarotta. Sebbene non ci sia un termine specifico in italiano, si pensa che coniarne uno che renda esattamente l’idea di quello inglese non sia un compito così arduo. 7. Spread <Unicredit: emissione bond sale a 1 miliardo, spread a 105 pt.> Il Sole 24 ore, 12 Gennaio 2015. <Si allarga lo spread con il resto d’Europa.> La Stampa, 07 Gennaio 2015. Come dimenticarsi di questo anglicismo tra i più discussi. Dal debutto in politica questo termine ha acquisito una miriade di significato bizzarri. Per fare chiarezza una volta per tutte si cita una definizione del vocabolario Treccani che recita così: lo Stato mette all’asta periodicamente una certa quantità di titoli obbligazionari per recuperare liquidità da impegnare nel finanziamento del debito pubblico. In Italia, la Banca d’Italia mette all’asta due volte l’anno i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali). In soldoni, lo Stato italiano dice all’investitore: “Se investi sul mio debito pubblico – sostanzialmente mi presti del denaro – alla scadenza stabilita 36 avrai di nuovo tutto il tuo capitale”. In più, già prima della scadenza, l’investitore riceverà periodicamente delle “cedole” di rendimento. Ed è appunto su questo rendimento che si misura lo spread. Volendo cercare un termine sostitutivo in italiano per questo anglicismo purtroppo rimane molto difficile poiché questo termine proviene dal verbo inglese to spread che sta per “diffondersi, espandersi” 8. Authority <Cantone: tagli del 25% alle spese delle authority.> La Stampa, 06 Gennaio 2015. <Quando l’Authority era un «Mondo di mezzo».> Il Corriere della Sera, 01 Gennaio 2015. Altro termine molto usato nel linguaggio politico. Forse uno dei termini che, anche se in inglese, risulta essere facilmente comprensibile grazie alla sua similarità con l’italiano. Volendo essere più specifici ecco una definizione ufficiale: organismi, in posizione di autonomia rispetto al potere politico ed economico, con compiti di garanzia e di vigilanza per la tutela di interessi collettivi o diffusi, in settori nei quali più intense sono le esigenze d'imparzialità e di trasparenza. L'indipendenza delle a. è assicurata sia attraverso le modalità di nomina, sia attraverso l'attribuzione di autonomia funzionale, contabile e finanziaria. Volendo ancora una volta cercare un termine sostitutivo in italiano, non si fa molta difficoltà nel pensare al semplice termine di autorità. 9. Jobs Act <Jobs Act: lunedì i decreti in Parlamento.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015. <Jobs Act, in Parlamento il contratto unico e l’assegno di disoccupazione.> La Repubblica, 10 Gennaio 2015. 37 Come dimenticarsi dell’anglicismo più discusso ancora in questo primo mese del 2015!?! Questo termine pur avendo avuto un successo (se così vogliamo chiamarlo) strabiliante, fa parte di quegli anglicismi di facilissima traduzione; può essere infatti tradotto come “piano (legge) per il lavoro”. 10. Leader <Marcia a Parigi: i leader aprono il corteo.> La Repubblica, 11 Gennaio 2015. <Papa Francesco: “I leader condannino interpretazioni estremiste della religione”.> Il Fatto Quotidiano, 9 Gennaio 2015. Questa di certo non poteva mancare. Oltre che in campo politico questa parola, al livello generale, a sostituito definitivamente ogni campo dove si voglia intendere la parola “capo”. 11. Premier <Duello tra Renzi e minoranza Pd. Il premier: l’Ulivo? Persi 20 anni. Fassina: se il vuoi voto dillo.> Il Messaggero, 14 Dicembre 2014. <Capodanno sugli sci per Renzi. Il premier a Courmayeur.> ANSA.it, 31 Dicembre 2014. Altro anglicismo di diffusa importanza che in Italia in particolar modo si traduce come “Presidente del Consiglio”. Anche se di origine francese, questo termine inglese tradotto in italiano significa semplicemente “primo”, ma come abbiamo appena detto oltre che in Italia, ha preso la valenza, in termini generali, di “capo del governo” e nello specifico in molti paesi esteri di “primo ministro”. 38 12. Lobby <Lobby, chi rema contro la trasparenza nei rapporti con la politica.> Il Fatto Quotidiano, 27 Dicembre 2014. <Le Confesercenti: non ci arrendiamo e batteremo le lobby.> Il Tirreno, 28 Dicembre 2014. Uno dei termini più complessi e di nicchia tra tutti gli anglicismi politici. Cercandone una definizione che renda l’idea di questo termine si fa fede al vocabolario Treccani che così recita: termine usato negli Stati Uniti d’America, e poi diffuso anche altrove, per definire quei gruppi di persone che, senza appartenere a un corpo legislativo e senza incarichi di governo, si propongono di esercitare la loro influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei loro clienti, riguardo a determinati problemi o interessi: le lobby degli ordini professionali, del petrolio. Oltre all’uso di questo termine risulta divertente un altro fattore: l’uso di questa parola con l’articolo femminile. Il perché non si sa. Ma ormai niente di meraviglia. 13. Choosy <Fornero ai giovani: «Sul lavoro non dovete essere choosy». E si scatena la polemica.> Il Corriere della Sera, 22 Ottobre 2012. <”Choosy sarai tu”, parlano i lettori di Tgcom.> Tgcom24, 24 Ottobre 2012. Lavoro. Fornero. Choosy. Tre parole che, come possiamo leggere sopra, nell’Ottobre del 2012 hanno scatenato una valanga di polemiche. Questo termine tanto odiato dai giovani italiani, viene usato al posto del corrispettivo italiano di “difficile”, “esigente”, pignolo” (colloquiale: “schizzinoso”), riferitosi appunto 39 all’approccio nel mondo del lavoro. Va bene avere una propria idea, va bene esprimerla, va bene criticare, ma almeno che lo si faccia nello nostra lingua. Grazie. 14. Summit <Summit mondiale per salvare il ponte.>Il Corriere della Sera, 09 Gennaio 2015. <Lunedì summit tra le banche per la tabella di marcia dell’aumento di capitale di Carige.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015. Ennesimo anglicismo del tutto evitabile. Per summit infatti si intende un semplice incontro o riunione. Letteralmente però questa parola in inglese significa “cima” , “sommità” ed è da qui che si è trasformato nello specifico in una “riunione tra i capi” o meglio “incontro al vertice” riferendosi ovviamente ad un incontro tra dirigenti di alto livello. 15. Local tax <Confermato il bonus Irpef. Il rinvio della «local tax» congela la Tasi per il 2015.> Il Sole 24 Ore, 20 Dicembre 2014. <Niente local tax, prolungate Imu e Tasi.> Il Sole 24 Ore, 20 Dicembre 2014. Fresco di fine 2014, questo anglicismo prende vita grazie all’attuale Presidente del Consiglio Renzi, il quale “vanta” una grande conoscenza della lingua inglese tanto da aver anche tenuto una vera e propria conferenza in inglese. Per “local tax” si vuole intendere una nuova tassa sulla casa. Forse questo nuovo anglicismo voleva essere un modo carino per alleggerire agli italiani questa nuova tassa? Tentativo fallito. 40 16. Rating <Russia: Fitch taglia il rating a BBB-, a un passo dal livello «spazzatura».> Il Sole 24 Ore, 9 Gennaio 2015. <Credit Suisse taglia rating di Terna.> La Stampa, 07 Gennaio 2015. Anglicismo usato nello specifico nel mondo finanziario. Il rating, in italiano classificazione, è un metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari, sia le imprese in base al loro rischio finanziario. Letteralmente però in inglese sta per “classificazione”. 17. Bond <Unicredit: lanciata emissione bond al 2020 a tasso variabile.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015. <Intesa San Paolo lancia bond a 5 anni.> Milano Finanza, 08 Gennaio 2015. Altro termine prettamente finanziario ed economico , letteralmente significa “legame”. E la cosa curiosa è proprio questa: dal suo significato letterale di “legame”, nel campo finanziario diventa “obbligazione”. Che simpatica trasformazione. Termina qui la nostra lista degli anglicismi più usati nel mondo della politica. Possiamo dunque affermare che molti di questi potrebbero essere facilmente sostituiti con termini in italiano di egual significato, rendendo il linguaggio politico molto più comprensibile e scorrevole. Il perché non farlo? Bè, questo è un altro discorso. 41 Capitolo 5 Gli anglicismi e l’informatica Nella lingua speciale, in questo caso nella lingua dell’informatica, la terminologia è elemento dominante per descrivere la varietà dei concetti del campo specifico, però statisticamente è meno presente nei testi scientifici del lessico della lingua comune in quanto costituisce circa il 10-20% dei lessemi dei testi specialistici. Il linguaggio informatico subisce molto spesso dei cambiamenti, esistono anche doppi termini che designano lo stesso oggetto o lo stesso concetto. Questo vuol dire che nell’informatica italiana vengono usate due espressioni sia italiana sia inglese. Ad esempio disco fisso, oppure disco rigido – hard disk, videoscrittura – word processor, base dati – database. Come si è già menzionato prima la terminologia inglese nel settore informatico è diffusa in tutto il mondo. Questi forestierismi nel campo dell’informatica vengono chiamati internazionalismi, perché vengono usati in larga misura anche nelle altre lingue del mondo. Per esempio i prestiti dall’inglese, che sono molto conosciuti tra la gente sono: computer, memoria, monitore, processore. . 5.1 I prestiti dall’inglese non adattati I prestiti non adattati, oppure possiamo chiamarli anche non integrati, fonologicamente e morfologicamente costituiscono il 15% di tutto il lessico specialistico informatico. (MARRI, 2003) Ovviamente nella lingua italiana comune il numero di tali prestiti è molto più basso, ma possiamo anche vedere, che questa percentuale dei prestiti non integrati nella lingua informatica non è così alta come avremmo pensato. Però se paragoniamo la quantità dei prestiti non adattati e dei calchi nel linguaggio italiano, l’influsso inglese si presenta come elemento dominante. Il linguaggio dell’informatica si sviluppa così velocemente, che correntemente ci sono tanti termini speciali, soprattutto non adatatti. Può accadere, che quelli più recenti non si trovino ancora neanche nei dizionari italiani. 42 E analizzando questi numeri quindi possiamo dire quasi con assoluta certezza che ognuno di noi utilizza tutti i giorni termini informatici in inglese. Stendiamo una lista dei più frequenti e non per rendere l’idea di quanto detto: Backspace – significa in italiano arretramento, si scrive con la b maiuscola. Ad esempio Premere Backspace per eliminare testo a sinistra del punto di inserimento. In più notiamo che Backspace non viene introdotto dall’articolo. Backup – oppure salvataggio e neanche con questo termine si usa l’articolo. Per esempio lo possiamo osservare nella frase successiva: Il modo migliore è quello di usare un programma di backup. Bookmark – di genere maschile, per formare il plurale, a volte si aggiunge il suffisso –s, e cioè il suffisso inglese del plurale, ma ci sono dei prestiti che al plurale restano immutati, come si può osservare anche in questa frase: Eccoci ad un nuovo appuntamento dei bookmark con alcune segnalazioni sparse sul mondo del web design. Browser – termine il cui genere è maschile come nel caso di quasi tutti i prestiti inglesi. Però esiste anche il calco di questo termine motore di ricerca. Questa parola inglese non adattata rimane immutata nel plurale. Ecco l’esempio: Nuovi browser e nuove funzionalità per esplorare il web; programmi, per Windows e per Mac OS X che aprono gli occhi agli internauti verso nuove esperienze … Click – è una parola non adattata di genere maschile e . Ecco l’esempio: ... il ‘click’ del mouse (la pressione di uno dei suoi tasti) viene ricevuto e interpretato in accordo con le istruzioni fornite dal programma che si sta utilizzando. Client – sostantivo di genere maschile e del plurale immutato. Lo possiamo osservare nella frase successiva: ...sul server per abilitarlo su tutti i client, oppure nelle sezioni relative ai client che ... Cookie – questo termine non è conosciuto molto bene tra la gente la quale non si interessa tanto dei computer. Cookie vuol dire letteralmente biscottino, ovvero un file inserito nell’applicazione base del Navigator di Netscape. Ecco l’esempio, grazie a cui possiamo osservare, che questo termine è di genere maschile e in più nel plurale si aggiunge il suffisso inglese –s. I Cookies sono piccoli file di dati spediti da un sito web al tuo browser web e registrati sul tuo hard disk. 43 Cross-postings – vuol dire posta incrociata. Ad esempio: Evita il 'crosspostings'. Il genere di questo termine inglese è maschile e si usa nel plurale, quindi con il suffisso –s. Desktop – è di genere maschile. Ma esiste anche il calco piano di lavoro, che però non si usa molto spesso. Invece il termine originario desktop è diffuso nell’italiano abbastanza. Lo possiamo osservare nella frase successiva: ...cestino per i rifiuti, che è presente sullo sfondo del desktop, ovvero della schermata principale di Windows. Dial-up – che in italiano significa connessione via modem e linea telefonica a un altro computer, non ha subito nessuna modificazione morfologica. Lo possiamo osservare in questa frase: Questo è vero in un ambiente all' interno di una LAN (Local Area Network, ossia una rete locale) ma in un ambiente dial-up (ossia in linea commutata), le cose sono differenti... Directory e subdirectory – queste due parole vengono usate meno dei loro calchi cartelle e sottocartelle, ma nei testi scientifici possono apparire anche questi termini inglesi non adattati nell’italiano. Nella frase successiva vediamo che questi prestiti non adattati non subiscono neanche il suffisso del plurale inglese. ...i file vengono conservati sul disco rigido organizzati in cartelle e sottocartelle (directory e subdirectory)... Download – la parola che si usa in Internet è download. In italiano vuol dire lo scaricamento oppure si può usare anche come il verbo scaricare, però nel linguaggio informatico non viene usato questo calco italiano quasi mai. Il sostantivo download è di genere maschile e lo vediamo in quest’esempio: È l’operazione inversa al download. Driver – vuol dire dispositivo pilota. Questa parola è di genere maschile e al plurale rimane a volte immutata e a volte si aggiunge il suffisso inglese del plurale – s. Lo possiamo osservare in queste due frasi successive: I driver fungono da interpreti tra il computer e un dispositivo quale il lettore CD-ROM. Se non hai trovato i drivers che stavi cercando... prova a chiedere qui. Computer – questo termine è conosciuto da tutti molto bene. Negli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta veniva usato il calco elaboratore elettronico, oppure solamente elaboratore. Il termine computer appare stabilmente in 44 italiano dal 1964.16 Con il passare del tempo questa espressione italiana è sparita dal linguaggio dell’informatica e ora si usa solo il prestito inglese computer. Il genere di questo termine è maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s. E-mail – Possiamo usare anche il termine italiano posta elettronica. Qui nasce il problema di che genere sia questo prestito inglese. Il motivo di questo problema è che la parola e-mail può riferire alle tre indicazioni. La prima indicazione esprime “il sistema di trasmissione di dati che possiamo tradurre con posta elettronica”, la seconda vuol dire l’indirizzo di posta elettronica e alla fine la terza indicazione esprime il messaggio inviato oppure ricevuto tramite posta elettronica. La terza indicazione viene molto spesso ridotta a mail. Nel primo caso non c’è dubbio che il genere sarà femminile, perché equivale con la parola italiana posta, il cui genere è ovviamente femminile. Nel secondo caso il genere può essere maschile, perché indirizzo è maschile e alla fine nell’ultimo caso questi due generi oscillano, perché lo possiamo capire in due modi diversi. Se usiamo il genere maschile, poi ci riferiamo alla parola messaggio, che è di genere maschile. Altri parlanti invece usano (e-)mail al femminile, perché si riferiscono alla parola italiana lettera, che è femminile. File – questa parola inglese significa in italiano archivio. Questo sostantivo è di genere maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso –s. Ecco la prova: ...le icone per rappresentare i file, i menu, i box di dialogo. Font – è l’insieme dei caratteri stampabili, ha il genere maschile e il plurale mutato. Lo possiamo osservare nella frase successiva: Un font è un alfabeto disegnato in uno stile particolare. I font si applicano ai caratteri visualizzati sullo schermo e a quelli stampati. Hacker – sono i pirati della Rete. Questo termine specifico è di genere maschile e non cambia al plurale. Lo possiamo vedere nella frase successiva: Agli esordi di Internet, gli hacker erano solo programmatori eccezionalmente bravi che si divertivano a infiltrarsi nei sistemi altrui, senza creare grande scompiglio. Hard disk – questa parola inglese si può usare anche come il calco disco rigido oppure disco fisso, quindi ci sono due termini per un significato. Però il termine 16 F. MARRI, Lingua dell’informatica e lingua comune, , in Plurilinguismo. Contatti di lingue e culture, a cura di F. MARRI, Università degli Studi di Udine, Centro Internazionale sul Plurilinguismo, Udine 2003, p. 183. 45 originale hard disk è più frequente del calco. 17 Nel plurale rimane immutato. Ecco l’esempio: Gli hard disk esterni sono ormai molto comodi, sia per il backup che per l'archiviazione portatile. Hardware – un termine inglese che non si è adattato alla morfologia italiana, però si è adattato alla fonologia italiana. Lo possiamo osservare in questa frase: Sappiamo però che il funzionamento di un computer non dipende solo dall’hardware ma anche, e in maniera determinante, dai programmi che il computer è in grado di eseguire, il cosiddetto software. In un certo senso, il software ‘dà vita’ all’hardware... Vediamo che nella parola hardware non si pronuncia h, perché nell’italiano questa lettera è muta. Lo possiamo provare grazie alla preposizione articolata, la cui forma è all’ oppure dell’ e queste forme si usano quando il sostantivo inizia con la vocale. In più hardware è di genere maschile. Head – in italiano testina. Questo termine non viene introdotto da articoli italiani e nemmeno cambia al plurale. Ecco la prova: Il testo all' interno dei tag <head> e </head> fornisce delle informazioni di alto livello riguardo il documento stesso, al browser web. Home page – in italiano vuol dire pagina principale, in Internet si comporta nel plurale come la parola inglese perché si aggiunge –s. Spesso le persone parlano delle loro pagine personali come se stessero parlando di homepages. Il genere è femminile, cioè una rarità per i termini inglesi dell’informatica. Il genere coincide con il genere dell’equivalente italiano di un elemento di questa denominazione, cioè pagina. Lo possiamo vedere nella frase successiva: ...nella home trovi tutte le informazioni che ti servono per muoverti all’interno del sito... Possiamo anche accorgerci che esiste l’abbreviazione della home page che viene chiamata home ed è di genere femminile. Input e output – sono le parole con cui non si usa l’articolo neanche si trasforma al plurale, perché esse sono i termini molto generali. Si vede nella frase successiva: Il mouse affianca la tastiera come dispositivo di input.... Quanto ai dispositivi di output, vengono subito in mente la stampante e lo schermo... 17 F. MARRI, La lingua dell’informatica, cit., p. 630. 46 Internet – è un fenomeno dell’informatica. Si scrive con la I maiuscola e non si usa l’articolo definito. Ovviamente non esiste il plurale, perché questo sostantivo è di massa. Ecco l’esempio: Sappiamo che Internet è una rete di computer... Windows 2000 permette di creare reti di computer che sfruttano al loro interno i protocolli e gli strumenti di comunicazione di Internet. Joystick – è un termine specifico di genere maschile e nel plurale rimane mutato. Anche il joystick è un dispositivo di input concettualmente non troppo lontano dal mouse. Layout – è di genere maschile e si scrive con la L maiuscola. Ecco l’esempio: Quando compare la finestra Nuova diapositiva scegliere un Layout automatico e confermare con OK. Link – vuol dire collegamento tra documento in una rete informatica. È di genere maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s. Lo possiamo vedere nella frase successiva: Così di solito la homepage di una societa' contiene il suo logo e i link di partenza per visitare il sito. Mailbox – è una parte della memoria dove sono archiviati i messaggi e i testi inviati attraverso un sistema di posta elettronica. Mailbox è di genere femminile, perchè si percepisce come una casella postale, che è di genere femminile. In più nel plurale queto termine rimane immutato. Lo possiamo osservare in questa frase: Register.it ti offre le mailbox exchange per leggere e gestire la posta da pc e mobile. Mailbomber – è la parola particolare usata in Internet. I cosiddetti mailbombers sono le persone che inviano un’enorme quantità di posta per inondare le mailbox di altri utenti, costringendoli a sprecare molto tempo nel tentativo di smaltirla. Questo prestito non adattato è di genere maschile e nel plurale si aggiunge il suffisso inglese –s. Ecco l’esempio: Comunque un attacco di un mailbomber è piuttosto pericoloso ... Mailing list – significa lista postale. È di genere femminile come il suo equivalente italiano. Ecco la prova: I messaggi spediti a un indirizzo vengono automaticamente rispediti a tutti gli iscritti alla mailing list. Menu – è una rappresentazione di una lista di opzioni che l’utente può selezionare posiziando il cursore o il mouse del computer. È di genere maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s. Si vede nell’esempio successivo: 47 Sotto questa barra, la maggior parte delle finestre comprende una barra dei menu, attraverso cui accedere ai menu a discesa che permettono di impartire ... Modem – è un acronimo di MOdulator-DEModulator, dispositivo che collega sistemi di comunicazione trasformando i segnali o gli impulsi in codici adeguati alla trasmissione in corrente alternata. Questa parola è di genere maschile come lo possiamo osservare in questa frase: Devi avere un modem per collegare il tuo computer alla tua linea telefonica ... Monitor – questo prestito non adattato è di genere maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s. Ad esempio: Negli ultimi anni si stanno diffondendo monitor a cristalli liquidi anche per l’uso con computer da tavolo, in alternativa ai monitor tradizionali... Mouse – questo termine non si è adattato nell’italiano, perché la sua traduzione topolino sembrerebbe un po’ scherzosa. Il suo genere è maschile ed è invariabile al plurale. Lo vediamo nella frase successiva: Anche il mouse è un dispositivo di input: attraverso appositi sensori ... Mousepad – insieme con questa parola inglese si usa anche il calco italiano, tappetino. È di genere maschile. Ad esempio: Al movimento del mouse su un piano (molto spesso quello del ‘tappetino’ o mousepad) viene fatto corrispondere il movimento del puntatore nello schermo. Personal computer – è elaboratore di ridotte dimensioni, facilmente ‘portabile’. Subisce le stesse regole come la parola computer, quindi è di genere maschile e nel plurale non si aggiunge –s alla fine della parola. Ecco l’esempio: ... ve ne sono di molti tipi, dalle economiche schede sonore montate sui normali personal computer a vere e proprie stazioni dedicate usate in studi di registrazione professionali. Provider – è una società o istituzione che fornisce l'accesso a Internet. È di genere maschile e non varia al plurale. Lo vediamo nella frase successiva: Di norma i provider richiedono il pagamento di una somma di denaro, non elevata, per usufruire dei loro servizi. Scanner – questa parola si potrebbe tradurre in italiano come analizzatore. È un dispositivo magnetico o foto-elettrico che trasforma ogni carattere. Il suo genere è 48 maschile e nel plurale non cambia. Ad esempio: Leggi la guida sugli scanner di Kelkoo IT. Server – anche quest’espressione è di genere maschile e nel plurale non si aggiunge nessun suffisso. Il server permette lo smistamendo delle funzioni e delle informazioni di una rete. Ecco un esempio: Protocollo alla base del Word Wide Web che regola l'interazione fra i browser e i server che gestiscono e inviano i documenti ... Schermo touch screen – è uno schermo sensibile al tatto. In questo caso queste parole composte si comportano come se fossero le parole italiane, perché la prima parola schermo è infatti italiana, quindi essa subisce automaticamente tutte le regole grammaticali italiane. 'Snail' mail – a questo termine si riferiscono le stesse regole come a mail. Scherzosamente viene chiamato 'snail' mail, ossia posta lumaca, che viene contrapposta a quella elettronica degli utilizzatori di Internet. Ecco l’esempio: Sapate cos'è una snail mail? Spammer – questa parola si usa nel mondo di Internet. Vediamo che nel plurale si aggiunge il suffisso inglese –s ed è di genere maschile. Lo possiamo osservare nella frase successiva: Ci sono persone sulla rete che disturbano inviando un sacco di posta non richiesta. Stiamo parlando degli spammers. Spamming oppure spam – questa parola vuol dire l’invio di un messaggio pubblicitaro fastidioso a una mailing list sulla rete Internet. Nel singolare questo termine è di genere maschile, però nel plurale è di genere femminile, perchè si percepisce come la parola mail, che è di genere femminile. In più nel plurale rimane immutata. Lo osserviamo in questa frase: Travolti dalle spam. Nei nostri computer oltre il 90% delle mail in arrivo sono proprio spam. Software – è la parola che è di genere maschile e al plurale rimane immutata. Sono dei programmi che il computer è in grado di eseguire. Ecco un esempio: In un certo senso, il software ‘dà vita’ all’hardware. TAG – è un acronimo del gruppo delle parole Technical Assessment Group. I tag in genere servono per indicare al browser come e dove devono essere visualizzati testo, immagini e gli altri elementi della pagina e come deve rispondere il browser alle azioni dell’utente. TAG è di genere maschile e nel plurale rimane invariato. Lo 49 vediamo in questo esempio: I browser visualizzano gli elementi della pagina seguendo le indicazioni dei tag. Trackball – questa parola è di genere femminile, perché la trackball è una specie di pallina, il cui genere è femminile in italiano. Lo possiamo notare anche in questa frase: Talvolta, il mouse viene sostituito da dispositivi quali la trackball (una sorta di ‘mouse rovesciato’, che permette il controllo dei movimenti del puntatore attraverso la rotazione di una pallina. Virus – questa parola è di genere maschile come la maggior parte dei vocaboli informatici e nel plurale non si aggiunge il suffisso –s. Ecco l’esempio: In effetti, ci sono almeno tre grosse famiglie di 'guai' informatici, che possono mettere in pericolo il nostro lavoro e i nostri dati: i guasti meccanici, i virus e gli errori umani. Zoom – è una parola che non viene introdotta dall’articolo italiano e non varia al plurale. Lo possiamo osservare nella frase successiva: Per cambiare dimensione, fare clic sulla freccia della casella discesa Zoom per selezionare un ingrandimento. 5.2 I prestiti dall’inglese adattati Base di dati – il termine proviene dal termine inglese database. Come sappiamo nell’italiano le parole composte subiscono la regola secondo la testa a sinistra, però nell’inglese è opposto. È di genere femminile. Ecco l’esempio: ... definendo numero e tipologia dei relativi campi; di inserire, scheda dopo scheda, le informazioni relative alla nostra base di dati... Però nell’italiano si usa anche il termine inglese database. In questo caso il genere di questa parola non è più femminile ma sorprendentemente maschile. Ad esempio: Un database è costituito da una collezione di schede, o record, dalla struttura regolare e organizzata in campi (field). Configurazione – questa parola si è formata sull’esempio della parola inglese configuration. Il suffisso inglese –tion si è sostituito con il suffisso sostantivale italiano –zione. Questo termine è di genere femminile. Lo possiamo vedere nella frase successiva: Di seguito viene riportata la configurazione standard per la stampante HP LaserJet 1018. 50 Cursore – è un adattamento della parola inglese cursor. Notiamo l’aggiunta della desinenza –e con cui avviene l’integrazione nel sistema dell’italiano che prevede la terminazione dei lessemi in vocale. Cursore è di genere maschile. Ecco l’esempio: ...innanzitutto le frecce, tasti direzionali che controllano di norma lo spostamento del cursore sullo schermo... Dischetto oppure floppy disc – qui vediamo che si usano entrambe le espressioni, sia l’espressione italiana adattata alla morfologia italiana, cioè dischetto, la parola che si è sviluppata dalla parola inglese diskette, e sia l’espressione non adattata floppy disc che proviene dall’inglese, però ormai quest’espressione originaria si usa raramente. Formato – questo prestito adattato proviene dalla parola inglese format e per adattarlo all’italiano si è aggiunto il suffisso italiano di genere maschile –o. Lo vediamo nella seguente frase: Altri dispositivi di input sono ad esempio uno scanner (attraverso di esso il computer ‘riceve’ immagini tradotte in formato digitale;... Icona – questo termine si è formato dalla parola inglese icon e si è aggiunto il suffisso italiano di genere femminile –a. Ad esempio: Questo contenuto comprende in genere un elenco di file, ciascuno rappresentato attraverso il suo nome e attraverso una piccola icona. Installazione - questo sostantivo proviene dall’inglese installation e vediamo che si è adattato con il suffisso sostantivale equivalente –zione. Navigatore – questo termine specifico nasce dal termine inglese navigator essendo adattato tramite il suffisso –e. È di genere maschile. Navigazione – un altro termine che proviene dall’inglese navigation e in cui il suffisso inglese –tion viene sostituito dal suffisso italiano –zione. È di genere femminile come tutte le parole italiane che finiscono con il suffisso –zione. Lo 51 vediamo nella frase successiva: ...programmi per la navigazione su Internet, programmi didattici, editoria multimediale, e così via. Pannello di controllo – questo termine specifico è il prestito dal termine inglese control panel. È di genere maschile, quindi si è aggiunto il suffiso –o e in più si sono raddoppiate sia la n sia la l. Vediamo che l’ordine di parole è opposto, perché in italiano vale la regola di testa a sinistra. Ad esempio: Il pannello di controllo della stampante comprende due spie informazioni specifiche sulle funzioni relative alle caratteristiche di stampa. Porta – in inglese port. Per adattare questa parola al sistema morfologico italiano si è aggiunto il suffisso di genere femminile –a. Lo possiamo vedere nella frase successiva: La pagina di prova della stampante contiene informazioni sulle impostazioni del driver per la stampante e della porta. Processore – questa parola adattata è di genere maschile e proviene dalla parola inglese processor. Lo vediamo in queste frasi: Nel frattempo, però, erano apparsi computer basati sui nuovi e più potenti processori 80236 e 80386; a Windows 2.0 si affiancarono dunque versioni specifiche per il processore 286 (Windows 2.1) e 386 (Windows/386). Programma – il prestito adattato che proviene dall’inglese program, è di genere maschile. Lo possiamo osservare in questa frase: il ‘click’ del mouse (la pressione di uno dei suoi tasti) viene ricevuto e interpretato in accordo con le istruzioni fornite dal programma che si sta utilizzando. Protocollo – questa parola proviene dalla parola inglese protocol e per adattarla si è aggiunto il suffisso di genere maschile –o e in più la lettera l si è raddoppiata. Ecco l’esempio: I servizi di rete Internet si basano su una serie di protocolli, ognuno dei quali è implementato per undeterminato servizio: ad esempio il Web si basa sul protocollo http,... 52 Sistema operativo – questo termine proviene dal termine inglese operating system. Di nuovo si applica la regola di testa a sinistra, quindi l’ordine di parole è invertito. In più siccome queste due parole si sono adattate al sistema morfologico italiano, nella parola operating si è tolto il suffisso inglese –ing, essendo sostituito con il suffisso aggettivale italiano –ivo. Poi il sostantivo system si è adattato come un sostantivo italiano di genere maschile sistema. Ecco l’esame: Il sistema operativo ha proprio questa funzione fondamentale. Termina qui la nostra lunga lista di anglicismi adattati e non, volta a facilitare la comprensione di alcuni termini specifici e a testimonianza della tesi seconda la quale gli anglicismi stanno prendendo piede inesorabilmente nella nostra lingua ed in questo caso specifico ancor di più nel linguaggio informatico. 53 Capitolo 6 Linguisti a confronto Si può dire con un minimo grado di approssimazione che negli ultimi cinquant’anni tutti quanti si siano occupati, da diversi punti di vista, delle vicende della nostra lingua, si siano incontrati (o scontrati) con il problema costituito dal crescente numero di parole straniere e, in particolare, di anglicismi. Linguisti, giornalisti, intellettuali, cultori, appassionati della lingua e politici hanno detto la loro. Le posizioni meno interessanti sono quelle degli studiosi che hanno scelto di descrivere i fenomeni senza prendere partito. Queste posizioni possono essere riassunte dalla seguente affermazione di Zolli 18: «Il fenomeno ‘moda’, il gusto dell’esotico, il fascino di una lingua straniera sono comunque alla base del prestito linguistico; tutti conosciamo persone che ostentano un uso assolutamente immotivato di parole straniere, ed è chiaro che questa tendenza può facilitare l’afflusso di parole da una lingua all’altra. Ma la linguistica moderna, ritenendo estranee al proprio campo d’indagine le argomentazioni e le spiegazioni di carattere extralinguistico, preferisce distinguere i prestiti in prestiti definitivi e non riusciti, e … tende a ricercare le cause linguistiche dell’introduzione di un prestito». Certamente appare un po’ limitativo il giudizio sulle competenze della linguistica moderna, inoltre appare impossibile spiegare la lingua solo ed esclusivamente con la lingua stessa, trascurando cause, motivi e influssi “esterni”. Tullio De Mauro è un linguista che non ha mai avuto paura dei numeri. Già nella sua Storia della lingua dell’Italia Unita aveva quantificato nel 3% del lessico totale la componente dei forestierismi (metà dei quali non adattati). Nel LIP 1993 De Mauro (T. DE MAURO, 1993) (KLAJN, 1972) informa che nell’italiano parlato gli esotismi sono appena 1474, pari allo 0,3% del totale, pertanto «è chiaro che gli anglicismi e l’intera sfera degli esotismi sono a livelli di minima significatività statistica». Nella Postfazione del GRADIT 19 una tabella indica che gli anglicismi non adattati sono 4303 e quelli adattati 1989, per un totale di 6292, ovvero un numero di gran lunga più consistente degli esotismi. Ma, contro le ricorrenti ondate puristiche, De Mauro ricorda che l’inglese, a differenza del tedesco, «ha sostituito oltre il 75% 18 19 Zolli Paolo, Le parole straniere, pag. 3. De Mauro Tullio, Postfazione al GRADIT, vol. 6, pp. 1163-1183. 54 del lessico germanico con francesismi antichi e moderni, con ispanismi e italianismi e, soprattutto, con latinismi». In altri termini, l’inglese è ormai diventata per certi aspetti una lingua più attivamente neolatina di lingue geneticamente neolatine. Dunque: di che temere se vi è una compatibilità strutturale tra i vocaboli inglesi e quelli italiani? De Mauro è dunque il capofila degli “aperturisti”, cioè di coloro che non ritengono la lingua italiana minacciata dalla penetrazione dell’inglese, ma anzi, appellandosi alle vicende storiche della nostra lingua, vedono negli esotismi uno degli elementi che permettono al nostro patrimonio lessicale di arricchirsi e, al tempo stesso, di svecchiarsi. I numeri offerti dal GRADIT non sono forse in sé preoccupanti, tuttavia fanno registrare un notevole incremento rispetto a quelli proposti dal Klajn 20 (1972): 2150 anglicismi complessivi, di cui 1600 non adattati. Nell’arco di un trentennio scarso, dunque, gli anglicismi sono all’incirca triplicati sia nel numero complessivo sia per quanto riguarda i prestiti integrali non adattati. Sulla base delle cifre di Klajn, Francesco Bruni (1984), considerando anche i casi di coppie sinonimiche italo-inglesi, affermava: «Risultano pertanto infondate le preoccupazioni, espresse fino a qualche anno fa, su un supposto rivoluzionamento dell’italiano provocato dalla sconsiderata accettazione di parole straniere». Nella Presentazione in testa al Dizionario degli anglicismi nell’italiano postunitario, un’opera che raccoglie più di 2300 lemmi, Luca Serianni (LANZARONE, 1997) spiega perché «l’anglicizzazione pur cospicua, non ha sovvertito la compagine tradizionale dell’italiano»: innanzitutto perché la pronuncia è adattata ai fonemi dell’italiano (fenomeno ancor più vistoso nei derivati, come in computerizzare rispetto a computer); secondo perché non rimane traccia, almeno nel parlato, dei plurali in –s; terzo perché in molti casi l’italiano mantiene l’ordine tradizionale determinato + determinante come in volo charter. Partendo da questi presupposti lo studioso afferma che la penetrazione dell’inglese è alta nei linguaggi tecnico-scientifici, ma è scarsa sia nella conversazione delle persone colte, sia nella conversazione familiare, sia in quella dei giovanissimi. Probabilmente i venti anni trascorsi nel frattempo inducono a modificare questo giudizio, nel senso che proprio 20 Klajn Ivan, Influssi inglesi nella lingua italiana. 55 le classi più colte del Paese hanno progressivamente accolto anglicismi in numero crescente per parlare di politica, di musica e di cinema, e di qui parecchi esotismi sono poi debordati nella lingua comune. Del resto negli ultimi anni si è diffuso a pieno il potenziale di modellizzazione anche linguistica operato dal sistema televisivo, grazie alla moltiplicazione di testate giornalistiche, rubriche d’informazione, talk show, trasmissioni fondate sulla cronaca rosa, le cosiddette “telenovelas” e così di seguito. Pensare che tutto ciò possa non aver avuto un riflesso sulle abitudini linguistiche degli italiani è inconcepibile. Serianni ricorda ancora che la storia delle parole inglesi in italiano è fatta di acquisti, ma anche di perdite. Diversi anglicismi sono entrati in italiano per un certo tempo, ma poi ne sono usciti o sono stati affiancati da un sostituente italiano. All’esempio dell’italianizzazione della terminologia calcistica, proposto da Serianni, si può aggiungere, in anni più recenti, la progressiva italianizzazione della terminologia informatica, per lo meno per quanto attiene ai termini di maggior uso e diffusione (un esempio: nel linguaggio della posta elettronica allegato si è ormai imposto su attachment). Però, come nel calcio tuttora convivono termini italiani e inglesi, così nell’universo linguistico informatico la situazione è in fase di assestamento. Lanzarone21 individua tre categorie di anglicismi informatici, quelli sottoposti ad una traduzione letterale (window > finestra), quelli difficilmente traducibili (backup, bug, software), quelli facilmente traducibili eppure accolti nella forma originale (voci gergali come shadow o scratchpad). Come è già accaduto per molte parole inglesi entrate in passato in italiano, non è impossibile che anche per alcuni anglicismi più recenti si possa ipotizzare un regime di “coabitazione” con un corrispondente italiano, in attesa che la storia decida quale dei due debba imporsi, oppure sancisca la coabitazione stessa. Da questo punto di vista Schweickard (Beccaria, Italiano Antico e Nuovo, 2002) sostiene che l’uso di anglicismi favorisce un allargamento di opzioni stilistiche nella nostra lingua, in particolare quando tra i due elementi vi sia una chiara dislocazione diafasica. La riflessione forse più diffusa e articolata sugli anglicismi alla fine degli anni Ottanta si deve a Gian Luigi Beccaria 22. Lo studioso si colloca nel filone del pensiero antipuristico, fondato sostanzialmente sui seguenti argomenti: primo, non esistono né 21 22 Lanzarone Marco, Note sulla terminologia informatica, pp. 427-503. Beccaria Gianluigi, Italiano. Antico e Nuovo, pp. 241-244. 56 sono mai esistite lingue pure, cioè non contaminate dall’influsso di altre lingue: «Il prestito non è segno, soltanto, di assoggettamento. Esser misti è un pregio, non un difetto»; secondo, la struttura dell’italiano non è assolutamente intaccata dagli anglicismi: «Non strilliamo dunque per quel po’ di anglismo che sembra recarci disturbo. L’italiano è ancora una grande lingua vitale, una lingua di cultura in movimento»; terzo, la penetrazione dell’inglese non è generalizzata, ma riguarda solo alcuni settori: «anzitutto quello commerciale, poi quello del tempo libero e dello sport, infine il settore dello spettacolo, musica leggera, moda giovanile e lingua dei mass media». In realtà nessuno dei tre argomenti appare del tutto inoppugnabile. E’ vero che il prestito, in sé, non è un segno di assoggettamento culturale e linguistico, però quando il flusso è a senso unico, per cui il rapporto tra parole date e parole prese è di 1/1000, qualche problema di equilibrio tra le due lingue, e culture, sussiste. Quanto alla struttura complessiva della nostra lingua, alcune crepe, magari non molto vistose, cominciano ad affiorare. Soprattutto il conflitto, già citato, tra grafia e pronuncia. E’ interessante, in tal senso, la previsione di Cartago, la quale, commentando le grafie pseudo-fonetiche utilizzate da Carmen Covito nel suo romanzo La bruttina stagionata, del tipo treinin per training, fail per file, rait per right, afferma che questa «altro non è se non una prefigurazione della probabile futura grafia dell’anglicismo popolare». Anche l’ordine dei costituenti dei composti è spesso sconvolto in favore della sequenza determinante + determinato (es. sieropositivo) imposta dal modello anglosassone. Inoltre va messo nel conto il numero crescente di vocaboli formati da basi inglesi che vanno a sovrapporsi ad altrettanti vocaboli italiani indigeni creando fastidiose omografie e omofonie. E’ il caso di scannare da scanner, processare ‘elaborare’, di domestico ‘nazionale’. In ogni caso anche la moltitudine di prestiti non integrati produce un effetto negativo sul sistema lessicale, dal momento che le risorse indigene vengono trascurate, rischiando di creare processi di alterazione dei tradizionali meccanismi di formazione delle parole. Non si può tacere di fronte a forme aberranti come ticketeria ‘biglietteria’; in questo caso alla repulsione per l’ibridismo del derivato si unisce lo sconcerto per l’inutilità di tale sforzo creativo. Inoltre i settori indicati da 57 Beccaria nel 1988 come i più “assaltati” dall’inglese appaiono oggi in continua espansione; occorrerebbe aggiungere il settore tecnico-scientifico, nonché quelli della politica e della pubblica amministrazione. L’aspetto più interessante del ragionamento di Beccaria 23 è senza dubbio nel riconoscimento che non tutti gli anglicismi sono uguali di fronte alla nostra lingua. Non è possibile pensare ad un atteggiamento uniforme nei confronti delle parole straniere: ve ne sono alcune di cui non è più possibile fare a meno (bar, sport); altre che possono essere tranquillamente sostituite. Lo studioso, pur criticando lo snobismo di molti intellettuali che sono spesso «più inglesi degli inglesi», rifiuta ogni intervento “politico” sulla lingua: «Ma l’imposizione, quando viene dall’alto, da un’azione governativa, da un’Accademia, non ce la fa a contrastarne l’uso, per quanto azzeccata possa essere la proposta». Si potrebbe obbiettare che l’azione governativa, o meglio ancora di un organismo dotato della competenza scientifica, del prestigio e del riconoscimento per la cura dei fatti di lingua, è una condizione certo non sufficiente, ma probabilmente necessaria per il successo delle iniziative innovative, comprese le eventuali sostituzioni di esotismi con parole italiane. Una conferma in tal senso viene dalla situazione francese e spagnola. In Francia, come è noto, la tutela della lingua nazionale è affidata a organismi governativi, i quali, con il supporto di esperti nel campo linguistico, sorvegliano il buon uso del francese nei settori pubblici e privati. In Spagna la difesa della lingua è affidata all’ Accademia della Lingua, autorità normativa e indiscussa, cui spetta il compito di redigere il vocabolario e la grammatica di riferimento e di pubblicare periodicamente “enmiendas y adiciones” al vocabolario in un apposito bollettino. Nei due Paesi la penetrazione di anglicismi crudi è decisamente più esigua rispetto all’Italia e, soprattutto, è proprio l’opinione pubblica a volere che la propria lingua sia preservata il più possibile dai forestierismi. Certo, va sottolineato che il francese e lo spagnolo, a differenza dell’italiano, sono lingue “imperiali”, abituate da secoli a difendere un’integrità minacciata dalla “contaminazione” coloniale. Ancora oggi il francese e lo spagnolo devono misurarsi con le rispettive varietà d’oltreoceano ed è quindi comprensibile la maggiore attenzione che la classe politica e intellettuale dedica allo stato di salute della lingua nazionale. E tuttavia l’assoluta inerzia dei protagonisti 23 Beccaria Gian Luigi, Italiano. Antico e Nuovo, pp. 220-222. 58 politici e intellettuali di casa nostra risalta in modo imbarazzante. Del resto tale pigrizia a qualcuno pare non dispiacere, come alla Cartago (Castellani, 1987), la quale afferma: «non c’è da registrare da noi …, crociata alcuna, ma una posizione liberale, ricettiva ad occhi aperti, che nessuno dei più avvertiti scambia per passività». «Siamo appena agl’inizi d’un processo di scadimento e di frantumazione della lingua: solo crepe nei muri e qualche pavimento sconnesso. Ma bisogna intervenire, e bisogna farlo sia individualmente, sia nella scuola, sia attraverso i mezzi d’informazione e gli organi ufficiali» 24. Sono queste le parole conclusive del famoso saggio di Arrigo Castellani, Morbus anglicus, comparso nel 1987. In questo lavoro Castellani suggerisce una cura drastica contro gli anglicismi sulla base dei principi del “purismo strutturale”. Innanzitutto lo studioso distingue tra i forestierismi compatibili con la nostra lingua (tango e simili), da accettare, e quelli incompatibili, da adattare. L’adattamento può avvenire in tre modi: con una piccola modifica grafica (bichini per bikini) o fonomorfologica (bluffo per bluff); con la sostituzione per mezzo di un sinonimo italiano (allibratore per bookmaker); infine con una neoformazione, cioè una parola nuova, creata ad hoc (guardabimbi per babysitter). Secondo Castellani, in tal modo è possibile italianizzare o sostituire quasi tutte le parole anglo-americane. Tuttavia l’autore appare perfettamente consapevole che senza il contributo dei centri linguistici pubblici i tentativi di italianizzazione rischiano la sterilità. A proposito del malcostume linguistico dei politici, il Castellani rimprovera a Filippo Maria Pandolfi, ministro delle finanze nel 1977, l’introduzione di ticket col valore di ‘contributo sanitario’, da allora inamovibile dal nostro linguaggio politico. Che dire, allora, del ministro del Welfare introdotto dal governo Berlusconi nel giugno 2001? Come appare, Castellani si pone agli antipodi rispetto alle opinioni prevalenti in materia di trattamento delle parole straniere. Sia pure con accenti diversi, gli altri studiosi condividono alcuni presupposti: il fenomeno del prestito linguistico è intrinseco ad ogni lingua viva; in passato l’italiano ha già conosciuto “invasioni” di forestierismi, ma ne è uscito indenne; il numero dei forestierismi è talmente basso da non mettere in discussione l’autonoma fisionomia della nostra lingua da alcun punto 24 Castellani Arrigo, Morbus Anglicus, pag. 153. 59 di vista; nessun intervento linguistico calato dall’alto ha possibilità di successo se non è comprovato dall’uso generale della comunità dei parlanti. Castellani contesta tali presupposti con le seguenti controdeduzioni: per ogni anglicismo che scompare, ce ne sono dieci che subentrano. L’ingresso massiccio e incontrollato può provocare, in un futuro non troppo remoto, una creolizzazione, cioè una semplificazione eccessiva, e una dialettizzazione dell’italiano. Il confronto con il francese nei secoli passati è improponibile per due ragioni: la prima è che la maggiore vicinanza strutturale tra francese e italiano ha consentito una più facile assimilazione dei francesismi; la seconda è che la penetrazione dell’inglese è una penetrazione di massa a differenza di quella del francese limitata agli strati più elevati della comunità dei parlanti. In effetti l’influsso dell’inglese allarga giorno dopo giorno la propria estensione. Vi sono interi settori della comunicazione scientifica, scritta e parlata, che appaiono ormai totalmente anglicizzati (informatica, fisica, medicina e biologia). Ma oltre che nelle scienze, anche nella comunicazione quotidiana il tasso di esotismi non adattati è in aumento. Per di più si ha la netta sensazione che in alcuni ambienti lavorativi legati al mondo delle cosiddette “nuove professioni”, alla nuova economia, alla tecnologia informatica e satellitare sia in circolazione una quantità di anglicismi, per ora sommersi, pronti a “deflagrare” nella lingua comune non appena tali ambienti assorbiranno un numero crescente di persone oggi impegnate in contesti lavorativi più tradizionali. La proposta di Castellani (adattare sempre e comunque tutti gli anglicismi), seppure coraggiosa e anticonformista, presenta due punti deboli. Innanzitutto, nella preoccupazione di salvaguardare la fisionomia linguistica dell’italiano, si fonda solo su parametri di “linguistica interna”, nel senso che riguardano il rapporto strutturale tra l’inglese e l’italiano, dal punto di vista grafico, fonetico, morfologico. Sulla scorta di tali parametri non è chiaro, ad esempio, quando si debba preferire un semplice adattamento grafico-fonetico, oppure una vera e propria sostituzione sinonimica o attraverso una neoformazione. In sostanza, partendo dall’inglese ticket, si deve propendere per una adattamento del tipo tichetto o piuttosto per una sostituzione del tipo biglietto o tagliando? E perché? In secondo luogo appare poco utile la distinzione tra anglicismi inutili (da rigettare) e necessari (da adattare). Che cosa è necessario nei complessi rapporti di interferenza tra due lingue? Se l’occorrenza è 60 ravvisata solo nei cosiddetti “prestiti di necessità”, l’accettazione delle parole inglesi dovrebbe limitarsi a qualche decina. Ogni anglicismo andrebbe valutato facendo riferimento ad una griglia di parametri in cui si tenga conto anche delle caratteristiche sociolinguistiche del termine, che dovrebbero essere prese in considerazione prima di procedere ad una proposta di adattamento-sostituzione. Ciascun anglicismo ha una propria storia, un proprio percorso, un suo terreno di coltura che ne hanno favorito la penetrazione in italiano. Se si annulla questa individualità, si rischia di appiattire su un medesimo sfondo indifferenziato vocaboli fra loro diversissimi per origine, via d’accesso e livello di stratificazione. Alcuni degli anglicismi adattati da Castellani, oggigiorno, sono stati tacitamente sostituiti con un equivalente italiano o, semplicemente, sono scomparsi insieme alla moda che li aveva introdotti. Nessuno si rivolge più ad un amico dicendo “Sei in big”, si affermerà invece “Sei un grande” e, ormai, non si sente più parlare di bow-window (adattato bovindo), banjo (bangio), e beatnik (bittone) . Altri tra i forestierismi da lui citati convivono perfettamente con un equivalente in italiano e, spesso, vengono utilizzati come sinonimi: basketball/ pallaccanestro, boss/ capo, boxe/ pugilato, weekend/ finesettimana. Alcune delle proposte di Castellani risulterebbero, per il parlante medio, di difficile comprensione, come intrèdima per weekend: in quanti usano èdima, dall’italiano antico, per settimana? Stessa storia per le sostituzioni con motivazione etimologica: che hobby e ubìno, parola usata da Ariosto, vogliono entrambe dire ‘cavallino’ lo sanno giusto i lessicologi! Per non parlare delle neoformazioni da lui elaborate: non potrai che essere preso in giro se pronunci ginsi per jeans, abbùio per blackout o fùbbia per smog; è inutile teorizzare che, con l’abitudine, si possano vedere questi “esperimenti linguistici” come «belli», il parlante li considererà sempre «buffi» e «strani», perciò sarebbe impensabile la loro accettazione nella nostra lingua. Nonostante il notevole sforzo l’articolo di Castellani appare, anche se originale ed arguto, un puro esercizio intellettuale. 61 Conclusione Dopo aver analizzato il fenomeno degli anglicismi all’interno della nostra lingua, posso affermare come quest’ultimi abbiamo preso piede in maniera del tutto invasiva. Sebbene ci siano diverse correnti di pensiero riguardo questo fenomeno, non si può non notare come l’evoluzione della nostra lingua stia correndo nel tempo. Che sia un bene oppure no rimane il fatto che tutto sta cambiando, si sta evolvendo e modificando a seconda delle mode. Perché si, anche gli anglicismi sono colpiti dalle tendenze, entrano ed escono dal nostro lessico a seconda del momento in cui si sta vivendo; nel mondo dei giovani abbiamo appreso come questi termini si fondono con un linguaggio già di per se “artefatto”. All’interno di un mondo più “settoriale” come la politica, si è notato come questi forestierismi hanno sostituito termini italiani di grande importanza storica, rendendo un linguaggio già di per sé complesso, in uno ancor più difficilmente comprensibile per chi non ne fa parte. Abbiamo visto come per la pubblicità l’uso degli anglicismi e della lingua inglese in generale sia di vitale importanza. Si è potuta notare la grande quantità di slogan in inglese, quasi sempre al livello internazionale. Passando poi per uno dei campi che “nasce” con l’inglese, è stato chiaro a tutti come il mondo dell’informatica dipenda ormai da sempre dall’inglese. Per diversi termini non esiste neanche una traduzione valida in italiano. Si è poi analizzato il punto di vista di alcuni linguisti e studiosi di questo fenomeno da anni ed è emerso come possano convivere insieme tesi di pensiero del tutto opposte. Da una parte i sostenitori, coloro che analizzando il numero totale di termini italiani non si sentono minacciati dai forestierismi, e dall’altra parte i critici, coloro che si sentono decisamente minacciati dall’incombenza di questo fenomeno. Rimettendo insieme tutti i pezzi, viene da credere che la verità si trovi nel mezzo. Va benissimo l’evoluzione…il cambiamento fa parte del nostro mondo, ma attenzione perché il troppo guasta… 62 Introduction The objective of this work focuses on the need to demonstrate how the anglicisms or also called "loans" are upsetting and changing our language into a language that has even brought the dictionary Hoepli (although jocularly) to introduce and define it as "the English language used in some contexts and environments, characterized by frequent and arbitrary use of English terms and phrases". I don't know about you but I find it absurd. Despite being a student of languages and especially of translation and interpretation I find the need to say that a definition of the genre is something really out of the ordinary. I love my language than the English language and I think they should remain two distinct languages. I understand and agree with the use of certain anglicisms at all essential, but greatly disapprove the use and abuse that they are doing now for too long. The introduction of anglicisms is not a recent theme; namely that in many ways was inevitable since the early ' 500 but the situation was reversed: the Italian language was seen by the British as an intellectual language, the language of poetry andhe anglicisms were very poor. Over the centuries, however, the situation is reversed. For historical and cultural reasons the English caught on quickly. And with the passage of time we found ourselves in a world where the English are a constant in our language. We will analyze step by step this evolution within various fields such as politics, fashion, television, advertising, cinema, youth and other languages, highlighting how often we abuse of these anglicisms; We will analyze how people, companies and society in general approaches to these, as they use (and abuse), how plays so sometimes personal and wrong. We are going to deepen the use of some anglicisms used but often interpreted and translated so completely wrong, especially the case when it comes to anglicisms used by young people, but also from thick as political figures or big buisness men. I Do not hide that the reflection that I will make will be critical at all but why it is dictated by the "linguistic principles" that I think are essential. 63 To give you an initial idea on how I'm going to play I just quote some anglicisms that unambiguously can be observed and analyzed by everyone, noting how the use of the same is not necessary since there is an Italian equivalent of equal meaning and value. Here is a small list: 1. weekend (finesettimana) 2. selfie (autoscatto) 3. clown (pagliaccio) 4. brand (marca) 5. detective (investigatore) 6. fiction (serie televisiva) 7. gossip (pettegolezzo) 8. killer (sicario) 9. monitor (schermo) 10. personal trainers (allenatore sportivo) I could go on for much longer, but I think these ten have made the idea of the work that I'm going to play. You may have noticed how these ten words are extracted from all different contexts and that you understand how the use of these anglicisms is found in any field. 64 Chapter 1 The anglicisms: loan words, calques, and false friends The Italian language is a set of words that are exposed to contact with other national languages. The language continues to evolve ever, because it is always influenced by other languages and vice versa. The contact between the two languages can cause the complete integration into the receiving language, the word is integrated into the language and doesn't seem to be foreign, or you see right away that the word does not come from the receiving language, and then that word was not affected by the morphology's rules of the receiving language. The fact that languages change as a result of contacts between people, indicates that they will not stop to evolve. The language is enhanced not only by forming new words but also using foreign words borrowed from other languages, and so the language grows forever. It can also happen that the word originally formed in own language (Italian), used for many years, replaces a foreign word and that there will disappear from use. For example, elaboratore made by the technical environment, has been replaced with the English word computer. As you know, every time, every culture has found its language.. Overcome language barriers produces an improvement of the linguistic heritage, and trace the moment of loan and how the assimilation happen, becoming a socio-historical analysis of two linguistic cultures. As it has already happened with the invasion of Latin during the Roman conquest, and with the infiltration of the French during the Norman Conquest, currently the English language imposes itself in the world. The English influence on the Italian doesn't see much until the seventeenth century, instead the 18th it begins to be felt. The influx of English words will continue in the next century and take relevant dimensions. Especially in recent decades, due to the prominent position where are the United States. We find that the universal terminology of science, finance, technology, music, sports, and computer science is largely Anglo-American. 65 1.1 The English words in the Italian language Among the Romance languages the Italian is undoubtedly the one that looks more influenced by the English. The Italian is able to exploit the resources in enriching its vocabulary and open to modernity. In recent decades the anglicism are used more in mass media compared with everyday language. They are used rather in certain scientific, cultural or technical environment. The mass of anglo-americanism looks rather in the new communicative personalized means that are related to the computer and to the Internet. Before computers were used only for work in offices. Though now in Europe almost every person has a computer at home and with the Internet has become an irreplaceable thing from which a lot of people is dependent. The use of anglicisms has spread in Italy both in literary language and in spoken language. Though the English words do not appear only in Italian, but English has become an international language, which is used worldwide, especially in the technical environment, represented in particular by computer and the virtual world as the Internet. In addition the Italian is a language very similar to English because about 60% of English vocabulary is basic romanza, then many anglicisms you assimilate easily into the Italian system. Then both languages are partially analytic, so the loans fit easily into Italian without a morphological adaptation becomes necessary. 1.2 The adaptation of loans in Italian Any loanword coming from some foreign language. The receiving language takes the foreign word borrowed and adapted to his system. It is also possible that the loan does not comply with the rules of grammar of the receiving language and remains unchanged. The level of adaptation of the loans also depends on the type of the receiving language, that is If is analytic, synthetic, flexible etc. 66 The Italian language is a flexible language, and almost all foreign words can be adapted according to their spelling, phonology, morphology, and semantics. The phonological form of loan can be based on spelling or pronunciation of the model. The first case can be proved thanks to the words such as as bus/bus/', '/tunnel/tunnel, tram/tram/', '/spray/sprai. On the other hand, as can be seen well, the phonological form of newer loans is based on pronunciation (privacy/praivasi/', '/computer/kompjuter, mouse/' maus/). Morphological adaptation of the loaned lexemes can be primary or secondary. The primary changes occur in the process of assimilation of a loan to the receiving language, in this case the Italian. There are three types of morphological change: replacement of degree zero; loans without bound morphemes (English golf – golf in Italian), there are the partial replacement, partial bound morphemes that are not conform to the morphological system of receiving language (in English contain-er – contain-er in Italian) and eventually the complete replacement, which happens when bound morphemes of the donor language, English, are replaced with those of the receiving language, Italian. (in English jungle-jungle in Italian, in English kangaroo – canguro in Italian) In the secondary phase the loan is fully integrated into the receiving system and participates in the formation of the words. However in modern Italian, the tendency towards a morphological adaptation has become weak because, as already mentioned, these two languages have lexical and structural similarities, then there is much needed. Another type of adaptation is the spelling adaptation . Occurs in three ways: the preservation of the original handwriting, the adaptation of the graphic form of the loan to the receiving system and the handwriting training according to the pronunciation. in the Italian language is more frequent in the first case. For example the words as computer, mouse, show, baby sitter have their original form. The last form of adaptation is the semantic adaptation. it is borrowed only the meaning of words. 67 Chapter 2 The youth language and the use of anglicisms When we talk about youth language, we refer to the "language" spoken by teenagers, or that category of persons falling in adolescence and post adolescence. This category of people uses a language that takes its cue from the native language, in this case the Italian, and modifies the vocabulary, but also often the meaning. For decades we have been invaded by a language increasingly simplified, reduced to the limit that is becoming less understandable outside the circle to which it belongs. In this specific case we will analyze how the anglicisms have further affected this phenomenon by making even more youthful language "artifact". If before there was limited to shorten words and locutions like comunque (cmq), ti voglio bene (tvb), niente (nnt), per (x), perché (xké), quanto (qnt), troppo (trp), come (cm), and many others, now the situation is even more complex and articulated. With the introduction of anglicisms in our language, even the juvenile language has absorbed quite a few. The fundamental problem is not so much in having inserted several, but they are used and translated in the worst possible way. In addition to noticing a large amount it is impossible not to notice the incorrect use today. they are often used by guys who totally don't know English and therefore tend to repeat in a mnemonic way only what they hear; while people who know English make it a rather excessive use because now, use the English language into the Italian language, it has become fashionable. Introduce these terms in English within a speech is more "cool". How to use "aperitivo" instead of "happy hour" is from nerds. This mechanism turns out to be really complicated when you consider that we are home to one of the most famous and complex languages of the world. There are cases where the use of anglicisms is indispensable for the purpose of communication because over the years you haven't found a price that would make the idea of the term in English. And here all is well. About 160,000 thousand words how many will ever the anglicisms indispensable? Think a few, very few. but unfortunately nowadays there are myriad. 68 In the specific area that we are dealing with, the language of youth, this phenomenon has caught on in a form somewhat distracted. It is believed that the adoption of these terms sometimes to assert the cosmopolitanism, openness to innovation. In fact, there are different types of anglicisms within this category; There are untranslated ones but pronounced "all'italiana" like for example the word body; in Italian we use to indicate an article of clothing for women, but in reality in English does not mean that at all. If you never been in England and ask for a "body" in a women's lingerie store none of the orders present there would understand. However, this term is used constantly in everyday language, both by young girls and not. Other terms widely used by the youth of today is the bar tour. One goliardic practice that includes the change from one bar to the other taking litres of alcohol. Although this term has caught on in an ever broader and more and more people put in place, it is sad to announce that the combination of the two words is totally wrong: the word exists in English is pub crawl (even it is informal) which means "giro dei bar". During this practice as it consumes a disproportionate amount of alcohol and it is precisely here that we find an anglicism of everything Italian: the rum, spirits who actually writes like in English, but that unfortunately, we pronounce incorrectly; This shot in fact in English is pronounced "ram" and I tell you from personal experience that if you go to England and ask a rum nobody will understand. And they don't really understand why a British bartender will never come to understand what you really want to drink. Returning to the terms "Italianized" we cannot fail to mention the word night: when young but also the Italians in general use this word we can only think of one thing: promiscuous place where people makes a great use of alcohol accompanied by friendly ladies. Unfortunately for us though this meaning is personal; the exact term that is night club for the English is nothing more than our discoteca. This means that if in the centre of Rome a Saturday evening an American guy asks you where he can find nightclubs, know all that he's not looking for particularly "hot" nights, but simply normal nightclubs where spend an evening get-together. 69 Continuing along this line of "mal interpretations" you can't quote a term of wide development among young people today: chat. This term now replaced the old "message" and therefore his word, even though slang anyway, to message. And chatting you write many things; one of the most amusing and puzzling coming from the English language is believed to be the mystical reworking of the verb to love. Surfing the Internet none of us can deny that you have read this: "ciao amore, ci vediamo domani. Ti lovvo". "Lovvo" voice of the verb "lovvare" from English to love; one of the most macabre innovations of the moment. Okay, being young, okay being carefree and sometimes superficial, but why use a word phonetically and stylistically horrid, when we have a myriad of charges of Italian (from the classic ti voglio bene, to the most romantic Ti amo). When you are happy and in love you are in the perfect mood right? Yet I seem to have read somewhere that there is a perfectly understandable word in Italian that is umore. Because if I can tell very well "non sono dell'umore giusto" I have to say instead "I'm not in the right mood". Why? Perhaps because if I say mood instead of umore I however sad and pissed off but with a certain style? These are enormous doubts, but one thing is certain: the use of these English words give us the idea of being international, mature, and men/women of the world. So they say. 2.1 The anglicisms in everyday language In everyday conversations that are between father and son, colleagues, acquaintances or friends, each of us unconsciously uses a myriad of anglicisms sometimes essential. This practice takes place regardless of social class, gender or subject that you are talking about, but obviously takes place in different ways depending on the "everyday reality" in which we live. We need to look at a typical day of an employee working in a normal office to the top floors of a glazed skyscraper. 70 Maybe it has a part-time contract (lavoro a tempo parziale) or maybe is more lucky and he was made a full-time contract (lavoro a tempo pieno). With a full-time job definitely will need several break (common and simple “pause”), and must never forget to swipe your badge (seems to be a common “tesserino”) at the entrance and exit, if you do not want to be taken by the manager (direttore) or by the same boss (capo). Once at his desk he will be intent on checking his email (messaggi di posta elettronica) trying to arrange the meeting (riunione, incontro) for the following day, who will play along with his whole team (gruppo, squadra) of colleagues. At the end of the day, after eight hours sitting in a chair behind a desk he will feel the urge to take a jog, some “footing” as we call it, not knowing that in English the word has not absolutely the meaning that we have applied, because it says jogging. The word footing does not mean anything other than "appoggio". If we think instead of a nice journey, one that changes your life, maybe in the car through remotes streets of an unknown continent, do you not stop in an autogrill? Sure. Too bad this term in English does not mean what we mean in Italian, because the real word in English is motorway service station, but as it is clear to everyone, no one ever uses. And in one of these stops maybe you will come across a beautiful girl with backpacker who is doing the autostop: I am sorry to say but in this case the term is totally wrong; This practice is called in English hitch-hiking and it is pretty far away from that one coined by us. Wandering the streets looking for the hotel's street, or simply the hotel. Finally arrive in your room and discards the suitcases in the bathroom putting down your beautiful beautycase, word coined by us approaching the word beauty (bellezza) and suitcase (valigia), but that is treated as a pseudo-anglicism because English people don’t use it. The right word is vanity case. After beautycase comes time of slip, another term entirely wrong: slip for ladies in English are called knickers or underpants. And if instead of the hotel we leave with a caravan ? Here there's the rub!: this term in English does not mean what we understand because the right word is trailer (US) or caravan (UK). 71 And if you don’t have a caravan maybe you have to settle your miserable station wagon; maybe before leaving you have done a nice test drive to see if everything was going in the right direction; one thing you have not heard of trying: air bags. You know, those are tested only once, and as late as possible. 72 Chapter 3 Anglicisms in the advertising world There are several and varied definitions of advertising, but the most listed is the one that was coined by a group of experts on behalf of the Chamber of Commerce of Milan. Advertising is here understood as "any form of communication that is widespread in the exercise of a trade, business, craft or profession in order to promote the demand for goods or services." With this definition, there was the official consecration (in 1988) of advertising and its activity, finally considered in an autonomous and independent from other sectors (such as marketing) which often was in the past associated. Four years after the art. 2 Legislative Decree 25.1.1992 n. 74 defines advertising as "any form of message that it is widespread, in any way, in the exercise of a trade, business, craft or profession in order to promote the sale of movable or immovable property, the creation or transfer of rights and obligations on them, or the provision of works or services ". It is the first time that a legislative text has given a definition of advertising. The definition of advertising encounters a series of difficulties. It is difficult to give a single definition, official, precise and concise as advertising can always take different aspects and serve the causes most unexpected. we try to create a more specific: advertising is a kind of impersonal communication aimed at influencing, intentionally and regularly, the behavior of the individual against products; namely that aims to influence and induce in us, through a precise language, the desire and the need for what we are seeing. This can be a machine such as a telephone or even more generically of various objects. This secular intent was gradually intensified and changed with the introduction of foreign words and anglicisms. It is recognized by all as the advertising (whether TV, radio or in print), is one of the media sectors most affected by this phenomenon and where their presence is openly known. Most used languages within this phenomenon are French and even more English. Examples are products for people 73 and cosmetics, in which the use of the French language (associated with values of elegance and refinement) is increasingly supported the use of English, which instead emphasizes the technological and reliability of the product. But even if it is the French to remain rooted mainly in certain fields, it is English that nowadays appear more in TV commercials and in advertising slogans. The slogan, from the ancient Gaelic "war cry" is a short phrase that expresses a concept in an effective and concise and English, thanks to its immediacy in fact, turns out to be more "usable" for this purpose. The use of English terms in the advertising text prevails then in commercials or announcements pertaining to technology categories. Here are some of the most famous and known to all: TELEPHONY 1. Nokia. Connecting people 2. Motorola. Intelligence everywhere 3. LG. Life's good 4. Vodafone. Life is now 5. Panasonic. Ideas for life 6. Apple. Think different SPORTSWEAR 1. Adidas. Impossible is nothing 2. Nike. Just do it! 3. Benetton. United colors of Benetton APPLIANCES 1. Hoover. future Generation 2. Philips. Sense and simplicity 3. Pionner. Sound, vision, soul 74 FOOD (and similar) 1. Campari. Red passion 2. Heineken. Sounds good 3. Martini. No Martini, no party 4. Lipton ice tea. No sugar, full taste 5. Coca Cola. Just what I want 6. Mc Donald's. I'm lovin 'it! 7. Mentos. The Freshmaker 8. Corona Extra. The place to be 9. Ringo. Do you Ringo? WATCHES 1. Sector. No limits 2. Omega. My choice 3. Chronotech. Shock your time The use of English could be due to the fact that we talk about unique slogans that are used to advertise the product in the world, even if some times are translated. For example, one of the last examples, that of Coca Cola, is listed in the form mentioned above and in the Italian version that reads: "vivi il lato Coca Cola della vita". Otherwise behaves the brand Mc Donald's: this is translated into almost all languages of the world, including Eastern, except for its Italian and Spanish. In both countries, the slogan remains as such to the English (I'm lovin 'it!). Turning to another mark which in this case comes to watches, we could all notice how the Binda Italia S.p.A. (the company which owns the brand BREIL), he instead began with the slogan in English Don’t touch my Breil, alternating but also 75 from the popular version translated into Italian “toglietemi tutto, ma non il mio Breil”. Although with small differences in spelling both messages want to convey the values of courage, determination, ambition and the preciousness of the object through the possession of the same. It is therefore clear that the use of English is for most of the time the choice is listed, but we notice another technique called the commercials or slogan "mistilingui". Here are some striking examples: Maxibon Motta. Two gust megl is that one Gocciole "Expresso" Pavesi. 7:00 a.m. your Expresso, Sir. (depicting a lion in the jungle. English material is then introduced into the slogan through stereotypical expressions and terms easily understood even by a non-English speakers, in order to create an atmosphere around the product of prestige, internationality, using the power of English with its incisive and concise character. So we all agree that the use of English in advertising evokes, nowadays, the idea of determination, awareness and globalization, but in most cases the anglicism in forestry or the pseudo-anglicism serves to advertising lenguage not just to verbal communication, but to reproduce the suggestion that must surround the product, so that it is so purchased. Being advertising a so-called "form of mass communication", his language is direct, allusive and aimed at achieving a single answer: the purchase. 76 Chapter 4 The anglicisms in politics The political language has a distinct shape/function that aims to persuade to raise participation and emotional support, and in general, to remind Saussure, words are never separated from the thought or the thought by words. The analysis of political language, therefore, cannot prescind from the relationship between thoughtspeech-text-context, although it is by its very nature controversial and little susceptible of verification as well as George Orwell said. It's almost like you want to make English sectoral or specialist when specialized and sectoral actually is not. The policy covers the entire community, so a fully comprehensible language would help to be informed about daily events, particularly economic and financial ones. However, the historian of language Luca Serianni in an interview with the newspaper "La Repubblica" in 2008, recognized that politicians prefer to speak more directly, favorites in this also by television, which became the political arena for excellence, trying not to force within the bounds of a particular political language. In fact, the absolute lack of transparency of certain anglicisms borrowed from economics and finance appears to contravene that assertion. Terms like spread or austerity or spending review are still not easy to understand for many citizens, but certainly everyone would agree in given a negative connotation because of the contexts in which such expressions are normally used. The trend towards the use of anglicisms in the popular language of politicians was readily align to the language of European Union and also psychologically conditioned economic choices of many citizens frightened by scary ghost of financial crisis in recent years, made even more frightening by terms of questionable clarity. For this reason you may find it useful and functional distinction between "political language" and "political language": If the first has a certain degree of formalization, with a largely specialist lexicon and semantics uniqueness trend, the second only in the broadest sense can be a sectorial language, not having it a technical lexicon and tending to the ambiguity of meaning. 77 Language choices don't concern then so much the content of the communication, but the manner in which it is presented and the communicative strategies put in place to capture consensus. In order to shed light on their meaning and make it easier to understand, we propose to bring here some of the most popular and used anglicisms today by Italian politicians. 1. Antitrust <L’Antitrust multa Samsung per “informazioni fuorvianti”> La Repubblica, 23 Dicembre 2014. <L’Antitrust contro Trenitalia: “multe troppo onerose per chi è senza biglietto”> La Repubblica, 08 Novembre 2014. These are just a couple of examples that demonstrate the use of this anglicism, now become the common language in the world of politics. Antitrust (competition authority and the market, AGCM) means the public institution responsible for the protection of competition into national law. Created by l. 287/1990 (rules for the protection of competition and of the market), explicit community inspiration, designed to ensure the proper functioning of the market so that economic operators be allowed to access it freely and compete with equal opportunities. If you look for a translation of this term in addition to its meaning, it is unfortunately not reliable. Most of the English-Italian dictionaries, is limited to the explanation of the term itself, not proposing any replacement term in Italian. 2. Bipartisan <Strisce blu, critiche bipartisan: «Stop agli aumenti». Il 3 settembre la decisione del Tar> Il messaggero, 28 Agosto 2014. 78 <Divorzio, proposta bipartisan alla Camera: un anno per dirsi addio, 9 mesi senza figli minorenni> Il Messaggero, 02 Aprile 2014. Here's another anglicism by now entered in the common language of politics. This term, according to the vocabulary Treccani stands for "person, institution, movement, etc., that is accepted by both political parties at odds or who is willing to accept the defenses of them". A curiosity of this term is that without any problems we might find an Italian: bipartitico. It may sound strange and sometimes grammatically incorrect, but the problem is only in the habit to hear him speak. In fact the term in Italian is never, I say never, been uttered by any Italian politician and journalist, and this means that listening is a foreign term. Okay, we admit the use of the term English because more easy and impact: there is another serious problem that should not be underestimated; completely incorrect pronunciations that everyone, and I mean everyone, do of this term. This means only one thing: in addition to prefer inexplicably the English term as Italian, not content, we pronounce the word incorrectly too. 3. Welfare <Ripartire dal welfare per favorire lo sviluppo> Il Messaggero, 13 Dicembre 2014. <Bilancio, altri tagli per 46 milioni «A rischio nidi, scuole e welfare»>. Il Corriere della Sera, 17 Dicembre 2014. How not to mention this term that occupied for a long time the top of the rankings of the most common words in political language. welfare has the equivalent meaning of "benessere" in italian. Unfortunately or luckily nowadays this term is a bit late, or rather, they use less than its debut in 2007 when he wanted to replace the term in Italian previdenza sociale: namely a State sector that takes care of the most vulnerable (handicapped, employed persons, pensioners etc. ..). 79 4. Spending review <Corte dei Conti sulla Pubblica Amministrazione “Con la spending review tagli indifferenziati”> La Stampa 09 Gennaio 2015. <Gli assessori regionali viaggiano in pulmino: “E’ la spending review”. La Repubblica, 10 Gennaio 2015. Could not miss in our list of anglicisms this famous term. For months people felt about this mysterious term without knowing the meaning. This term actually refers to a complex set of procedures and policies to better manage (and programming) the national budget both in terms of financial and accounting, both as regards the production and allocation of public expenditure. The purpose of the spending review is therefore to increase the effectiveness of expenditure in relation to the objectives and to foster greater efficiency in the use of material and human resources available. About no easy accomplishment, requiring medium long times to give information and actual results (not just financial) complete, timely and comparable. Actually we could translate this term with "revisione della spesa pubblica". The question is always the same and constant: why not use a consideration in Italian when available? As mentioned earlier the political language should be the most understandable of all because aims to all types of social class. 5. Default <L’inflazione ai minimi rende volatili le borse cinesi, è allarme default per Kaisa> Il sole 24 ore, 9 Gennaio 2015. <Russia a rischio default, i cittadini in coda per spendere i rubli.> Tgcom 24, 16 Dicembre 2014. Another very common term in political language. Default means a State of insolvency of a bank or a country against bonds or debt: declare default. 80 By consulting various dictionary English-Italian, it was noticed that the translation of this word does not have a specific term, but are rather different: from inadempienza to bancarotta. 6. Spread <Unicredit: emissione bond sale a 1 miliardo, spread a 105 pt.> Il Sole 24 ore, 12 Gennaio 2015. <Si allarga lo spread con il resto d’Europa.> La Stampa, 07 Gennaio 2015. How to forget about this anglicism that is one of the most discussed. From political debut this term has acquired a host of bizarre meaning. To clarify once and for all it mentions a vocabulary definition Treccani which reads as follow: the State puts up for auction from time to time a certain amount of bonds to retrieve cash from engaging in the financing of public debt. In Italy, the Bank of Italy brings auctioned twice a year the BTP (Buoni del Tesoro Poliennali). In a nutshell, the Italian says the investor: "If you invest on my debt – basically I lend money – to the deadline you'll get back all your capital". In addition, prior to maturity, the investor will receive periodic "coupons" for a return. And it is precisely on this that you measure the spread. 7. Jobs Act <Jobs Act: lunedì i decreti in Parlamento.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015. <Jobs Act, in Parlamento il contratto unico e l’assegno di disoccupazione.> La Repubblica, 10 Gennaio 2015 How to forget the anglicism more discussed again in this first month of 2015!?! This term despite having had a successful (if so we want to call it) amazing part of these anglicisms easy translation; can be translated as "piano (legge) per il lavoro." 81 8. Leader <Marcia a Parigi: i leader aprono il corteo.> La Repubblica, 11 Gennaio 2015. <Papa Francesco: “I leader condannino interpretazioni estremiste della religione”.> Il Fatto Quotidiano, 9 Gennaio 2015. This certainly could not miss. As well as in the political field this word, at a general level, permanently replaced each field where you want to refer to the word "capo". 82 Chapter 5 The anglicisms and Informatics in the special language, in this case in the language of computing, is the dominant element terminology to describe the variety of concepts of specific field, though statistically it is less present in scientific texts of the lexicon of common language because it is about 10-20% of specialist texts lexemes. The computer language is very often changes, there are two terms that designate the same object or the same concept. This means that in Italian it is used the two expressions both Italian and English. For example disco fisso or disco rigidohard disk, video scrittura – word processor, base dati – database. As it has already been mentioned before the English terminology in the computer industry has spread across the world. . These anglicisms in the computer science are called internazionalismi because they are used to a large extent also in other world languages. For example, loans from English, which are very popular among the people are: computers, memory, monitor, processor. . 5.1 English loans not adapted Non-loans adapted, or we can call them also not integrated, phonologically and morphologically accounted for 15% of all computer specialist lexicon. Of course in the English common Language, the number of such loans is much lower, but we can also see that this percentage of loans not integrated into computer language is not as high as we thought. But if we compare the amount of loans not adapted and casts in the Italian language, English influence is dominant element. The language of information technology develops so fast, that currently there are many special terms, especially not adapted. It may happen, that the newer ones are not yet even in Italian dictionaries. 83 And analyzing these numbers then it can be said almost with certainty that everyone uses everyday computing terms in English. We lay down a list of the most frequent to make the idea of what was said: Backspace – means in Italian retreat, is written with the capital b. For example, Press Backspace to delete the text to the left of the insertion point. In addition, we note that Backspace is not introduced by the article. Backup – or save and even with this term we use article. For example, we can observe in the next sentence: “il modo migliore è quello di usare un programma di backup”. Bookmark – masculine, to form the plural, sometimes you add the suffix -s, namely the English plural suffix, but there are some loans that remain unchanged in the plural, as can be seen also in this sentence: "Eccoci ad un nuovo appuntamento dei bookmark con alcune segnalazioni sparse sul mondo del web design". Browser – term whose genus is masculine as the case with almost all British loans. But there is also the cast of this term: motore di ricerca. This English word not adapted remains unchanged in the plural. Here's an example: "Nuovi browser e nuove funzionalità per esplorare il web" Click – is one word not adapted of masculine . Here's an example: "il click del mouse viene ricevuto e interpretato in accordo con le istruzioni fornite dal programma che si sta utilizzando". Desktop – is masculine. But there is also the calque piano lavoro, but you don't use very often. Instead the term desktop is really famous. We can observe in the next sentence: "il cestino è sullo sfondo del desktop, ovvero la schermata principale di Windows. 84 Download – the word that is used in Internet is download. In Italian it means the download or you can also use as the word "scaricare", but in computer language is not used this Italian almost never cast. The noun is masculine gender and we see in this example: "E' l'operazione inversa al download". Computer – this term is known by everybody very well. In the 1950s and early 1960s was used the cast elaboratore elettronico or only elaboratore. The term computer appears in Italian from 1964. With the passage of time this expression is gone from the computer language and now you only use English computer loan. The genre of this term is masculine in the plural you do not add the English suffix-s. Email – we can also use the Italian term posta elettronica. Here arises the problem of what kind is this English loan. The reason for this problem is that the Word e-mail may refer to the three directions. The first indication is "the data transmission system that we can translate with e-mail," In the second case, the genre can be masculine, because indirizzo is masculine and in the latter case these two genres fluctuate, because we can understand in two different ways. If we use the male gender, then we refer to the word message, which is masculine. Other speakers instead use (e-) mail to the female, because they refer to the Italian word letter, which is feminine. File – this English word means in Italian archivio. This noun is masculine and plural you do not add the suffix-s. here's proof: "le icone per rappresentare i file, i menu, i box di dialogo". 5.2 English loans adapted Configurazione – this word was formed on the example of the English word configuration. The English suffix -tion has been replaced with the sostantivale Italian suffix -tion. This term is of feminine gender. 85 Cursore – is an adaptation of the English word cursor. Notice the addition of the ending – e that is integrated in the Italian system that provides for the termination of lexemes in a vowel. Cursor is masculine. Dischetto or floppy disc – here we see that both expressions are used, both the Italian expression adapted to English. Icona – this term is formed by the English Word icon and added the Italian female suffix -a. Installazione -this comes from the noun English installation and we see that it is adapted with the sostantivale suffix equivalent – zione. Navigatore – this specific term comes from the English word navigator being adapted by the suffix-e. It is masculine. Navigazione – another term that comes from the English navigation and the English suffix -tion is replaced with the Italian suffix-zione. It is of feminine gender as all words that end with the suffix-zione. Ends here our long list of anglicisms adapted and not adapted designed to facilitate the understanding of some specific terms and a testimony of the thesis according to which the anglicisms are gaining ground inexorably in our language and in this particular case even longer in computer language. 86 Chapter 6 Linguists compare You can tell with a minimum degree of approximation, which over the last fifty years all are occupied, from different points of view, the history of our language, they have encountered (or fight) with the problem constituted by the growing number of foreign words, especially of anglicisms. Linguists, journalists, intellectuals, scholars, language enthusiasts and politicians have said their point of view Less interesting positions are those students who have chosen to describe the phenomena without taking sides. These positions can be summarised by the following statement of Zolli: 25 «' the phenomenon ‘fashion', the taste of the anglicism, the charm of a foreign language are at the base of the loanword; We all know people who flaunt a completely unnecessary use of foreign words, and it is clear that this tendency can facilitate the flow of words from one language to another. But modern linguistics, believing foreign from its investigative field the arguments and explanations of extra linguistic character, prefer to distinguish the loans in definitive loans and loans failed, and tends to seek out the causes of language introduction for a loan». Certainly looks a bit limited the judgment on the skills of modern Linguistics, also seems impossible to explain the language only and exclusively with the language itself, ignoring the causes, reasons and "external" influences. Tullio De Mauro is a linguist who has never been afraid of numbers. Already in his Storia della lingua dell'Italia Unita was quantified in 3% of the total vocabulary the component of anglicisms (half of them not adapted). In 1993 in the LIP De Mauro informs that in spoken Italian the anglicisms are just 1474, equal to 0.3% of the total, so «it is clear that the anglicisms and the whole sphere of anglicism are at the minimum levels of statistical significance» in the GRADIT a table indicates that the anglicisms not adapted are 4303,and the adapted ones are 4303, totalling 6292 — a far more number consisting of the anglicisms. 25 Zolli Paolo, Le parole straniere, pag. 3. 87 But, against the applicants purist waves, De Mauro recalls that English, unlike the German, has replaced more than 75% of the Germanic lexicon with ancient and modern French terms, with Spanish and Italian words, especially, with the Latin ones» So: what fear if there is a structural compatibility between the English and the Italians? De Mauro was the leading proponent of the "open mind", those who do not believe that the Italian language threatened by the penetration of the English, but indeed, appealing to historical events of our language, he sees in any of the exoticism that allow our lexical heritage to enrich themselves. The numbers offered by the GRADIT are not perhaps in itself worrying, however they show a significant increase compared to those offered by Klajn (1972): 2150 anglicisms in total, of which 1600 not adapted. Over thirty years, therefore, the anglicisms are roughly tripled in both the total number and as regards integral not adapted loans. On the basis of the figures of Klajn, Francesco Bruni (1984), said: «there are unfounded worries, voiced a few years ago, on a supposed revolution of Italian caused by reckless acceptance of foreign words». In the introduction of the dictionary of anglicisms in Italian, as an artwork that collects more than 2300 headwords, Luca Serianni explains why "the Anglicization, does not have subverted the traditional structure of the Italian ': firstly because the pronunciation is adapted to the Italian phonemes (even more considerable in derivatives, as in computerize than computers); second because no trace remains, at least in spoken language, the plural in-s; third, because in many cases the Italian preserves the traditional order determined and determinant such as volo charter. Starting from these assumptions the scholar said that the penetration of English is high in technical-scientific languages, but is poor both in the conversation of educated people, both in family conversation, both in the young. Probably twenty years spent persuade to change this judgment, in the sense that the country's educated classes have gradually accepted anglicisms in growing numbers to talk about politics, music and cinema, and here several came into the common language. The most widespread reflection and articulate on anglicisms is in the late 1980s by Gian Luigi Beccaria. 88 The scholar is not "open mind" , founded essentially on the following topics: first, do not exist or have ever existed pure languages, that is not contaminated from the influence of other languages: ' lending is not only sign of subjection. Be mixed is a virtue, not a flaw '; second, the structure of the Italian is absolutely not affected by anglicisms: «we don't protest for that bit of anglicism that seems to bring us trouble. The Italian is still a great vital language, a language of culture in movement; third, the penetration of English is not widespread, but only applies to certain sectors: «first of all commercial, then the leisure and sport, then the entertainment industry, music, youth and fashion media language». In any case also the multitude of non-integrated loans produces a negative effect on the lexical system, since indigenous resources are neglected, risking to create processes of alteration of traditional mechanisms of word formation. We cannot remain silent in the face of aberrant forms as ticketeria ' biglietteria '; in this case the repulsion to the hybridist of the derivative joins the uneasiness to the pointlessness of this creative effort. Also the sectors indicated by Beccaria in 1988 as the most "attacked" by the English appear today in continuous expansion; You should add the technical-scientific sector, as well as those of politics and public administration. The most interesting aspect of the reasoning of Beccaria is undoubtedly in recognition that not all anglicisms are equal in front of our language. You cannot think of a uniform attitude towards foreign words: there are some that you can no longer do without (bar, sport); others that can be safely replaced. The scholar, while criticizing the snobbery of many intellectuals who are often more “english than english people” rejects any "political" speech on the tongue. "We are just to the beginning of a process of deterioration and fragmentation of language: just cracks in walls, and some disjointed floor. But we must act, and we must do so individually, both in school and through the media and official bodies. These are the words of the famous essay of Arrigo Castellani, Morbus anglicus, appeared in 1987. In this work Castellani suggests a drastic cure against anglicisms on the basis of the principles of "structural purism". First the scholar distinguishes between foreignisms compatible with our language (tango and similar), to be accepted, and those incompatible, to adapt. Adaptation can occur in three ways: with a small graphic editing (bichini for bikini) 89 or morphological (bluffo to bluff); with the substitution by means of an Italian synonym (allibratore for bookmakers); Finally with a new formation, that is a new Word, created ad hoc (guardabimbi for babysitters). According to Castellani, in this way it is possible to Italianise or replace almost all Anglo-American words. In addition you have the distinct feeling that in some environments related to the world of so-called "new professions", the new economy is around a number of anglicisms, for submerged now, ready to "explode" in common language as soon as such environments will absorb an increasing number of people now engaged in more traditional working contexts. The proposal by Castellani (always fit all anglicisms),although unconventional and courageous has two weaknesses. First, in the concern to safeguard the physiognomy of Italian Linguistics, is based only on the parameters of "inner language" in the sense that regards the structural relationship between English and Italian, from the morphological, phonetic, graphic point of view. Some of Castellani proposals results, for the average speaking, difficult to understand, as intrèdima for weekend: how many use èdima, from old Italian instead of week? Same story for substitutions with etymological motivation: that hobby and ubìno, a word used by Ariosto, want both say ' cavallino ', just lexicologists know! he has developed also growths: you cannot only be teased if say ginsi instead of jeans abbùio instead of blackout or fùbbia instead of smog; It is useless to theorize that, with habit, you can see these "linguistic experiments' funny ' and ' strange ', so it would be unthinkable their acceptance in our language. Despite the considerable effort the article by Castellani appears, although original and witty, it is a purely intellectual exercise. 90 Conclusion After analyzing the phenomenon of anglicisms in our language, I can say how they became quite invasive. Although there are several schools of thought about this phenomenon, it is impossible not to notice how the evolution of our language is running over time. That is a good thing or not, remains the fact that everything is changing, evolving and modifying depending on fashion. Even the anglicisms are affected by trends, they come and go from our vocabulary depending on when you are experiencing; in the world of young people we learned how these terms are blended with a language already in itself "artefact". Within a more "sectorial" world as politics, it was noticed that these anglicisms have replaced Italian terms of great historical importance, making an already complex, in an even more difficult to understand for those who do not are part of it. We have seen how to advertise the use of anglicisms and English language in general are of vital importance. It is possible to note the large amount of english slogans, almost always at an international level. Passing then to one of the fields that "born" with English, it was clear to everyone how the world of computing is now always English. For several terms there is not even a valid translation in Italian. We have analysed the views of some linguists and scholars of this phenomenon and it is emerged that opposing thesis can live togheter. On the one hand, those supporters that, analyzing the total number of Italian terms, do not feel threatened by foreignisms, and on the other hand, critics, those who feel very threatened by the burden of this phenomenon. Putting all the pieces together, comes to believe that the truth lies in the middle. Evolution is fine ... the change is part of our world, but be careful because "too much breaks the bag"... 91 Introducción El objetivo de este trabajo se centra en la necesidad de demostrar cómo los anglicismos o también llamados "préstamos" están alterando y cambiando nuestra lengua en una lengua que según el diccionario Hoepli se definen como "el idioma inglés utilizado en algunos contextos y entornos, caracterizado por el uso frecuente y arbitrario de palabras y frases ingleses". En mi opinion me parece absurdo. A pesar de ser una estudiante de idiomas y concretamente de traducción e interpretación, debo decir que una definición de este tipo es algo realmente fuera de lo común. Mi idioma y el inglés son dos lenguas que aprecio mucho pero por separado. Entiendo y estoy de acuerdo con el uso de ciertos anglicismos en absoluto indispensables, pero desapruebo en absoluto el uso y abuso que están haciendo ahora. La introducción de anglicismos no es un tema reciente; este fenómeno fue inevitable desde el temprano del siglo ' 500 pero la situación se revirtió: el idioma italiano fue visto por los británicos como un lenguaje intelectual, el lenguaje de la poesía y el inglés era muy pobre. Durante siglos, sin embargo, la situación se invierte. Por razones históricas y culturales la lengua inglesa tomo pie rápidamente. Y con el paso del tiempo nos encontramos en el mundo de hoy donde las palabras inglesas son una constante en nuestra lengua. Observando paso a paso esta evolución dentro de varios campos tales como política, moda, televisión, publicidad, cine, juventud, destacando cómo a menudo enfrentan abusos de estos anglicismos; Vamos a analizar cómo personas, empresas y sociedad, en general, usan (y abusan), como los interpretan de manera personal y errada. Vamos a profundizar en el uso de los anglicismos utilizados pero a menudo interpretados y traducidos completamente mal,es el caso de los anglicismos utilizados por los jóvenes, pero también por figuras como políticos o grandes empresarios. 92 Mas que una reflexión lo que intento hacer es una critica, basada en los "principios lingüísticos" que creo que son esenciales. Para que os hagáis una idea inicial cito algunos anglicismos que inequívocamente pueden ser observados y analizados por todo el mundo, observando cómo el uso de los mismos no es necesario ya que existe el equivalente en italiano de igual significado y valor. Aquí hay una pequeña lista: 1. weekend (finesettimana)26 2. selfie (autoscatto) 27 3. clown (pagliaccio) 28 4. brand (marca) 29 5. detective (investigatore) 30 6. fiction (serie televisiva)31 7. gossip (pettegolezzo) 32 8. killer (sicario) 33 9. monitor (schermo) 34 10. personal trainer (allenatore sportivo) 35 Podría extender la lista de estas palabras, pero creo que estos diez ejemplos son suficientes. Seguramente habrá notado cómo estas diez palabras son extraídas de diferentes contextos; esto significa que se pueden encontrar anglicismos en cualquier campo. 26 Fine de semana Disparador automático 28 Clon 29 Marca 30 Investigator 31 Ficción 32 Chisme,cotilleo 33 Matón 34 Monitor 35 Entrenador 27 93 Capítulo 1 Los anglicismos: préstamos, calcos y falsos amigos El idioma inglés es un conjunto de palabras que están expuestos al contacto con otras lenguas nacionales. La lengua sigue evolucionando ya que siempre se verá afectada otros idiomas y viceversa. El contacto entre los dos idiomas puede causar la integración completa en el idioma de destino, es decir la palabra que está integrada en la lengua y no parece ser extranjera, o la palabra no viene de la lengua meta y luego no sufre las reglas de la morfología de la lengua receptora. El hecho de que los idiomas cambien como resultado de los contactos entre personas, indica que ninguna dejará de evolucionar . El lenguaje se ve reforzado no sólo formando nuevas palabras, pero también con palabras extranjeras prestadas de otras lenguas, y así la lengua crece continuamente. También puede suceder que a la palabra formada originalmente en la lengua propia, utilizada durante muchos años, se sustituye una palabra extranjera y allí va a desaparecer el uso. Por ejemplo, elaboratore, palabra formada por el entorno técnico, se reemplazó con la palabra computer en inglés. Como ya sabemos, con el tiempo, cada cultura ha encontrado su lengua... Superar barreras produce un enriquecimiento del patrimonio lingüístico, y encontrar el momento del préstamo y la manera en la cual se asimila, acaba convirtiéndose en un análisis socio-histórico de dos culturas lingüísticas. Como ya ha ocurrido con la invasión del latín durante la conquista romana y con la infiltración de los franceses durante la conquista normanda, actualmente es el inglés que se impone en el mundo. 1.1 Las palabras inglesas en italiano Entre las lenguas romances, el italiano es sin duda el más influenciado por el inglés. El italiano es capaz de explotar los recursos para enriquecer su vocabulario y se abre a la modernidad. En las últimas décadas los anglicismos se utilizan más en 94 los medios de comunicación que en el lenguaje cotidiano. Se usan en ciertos círculos científicos, culturales o técnicos. El número de anglicismos es excesivo en los nuevos medios de comunicación personalizados y globalizados que se relacionan con el computer e Internet. Antes de que los ordenadores fueran utilizados solamente para el trabajo en las oficinas. Aunque ahora en Europa casi todas las personas tienen una computadora en casa y junto con Internet se ha convertido en algo irremplazable de la depende una gran cantidad de gente. El uso de anglicismos se ha extendido en Italia tanto en lengua literaria como en lengua hablada. Aunque las palabras en inglés no aparecen sólo en Italiano; el Inglés se ha convertido en una lengua internacional, que se utiliza en todo el mundo, especialmente en el entorno técnico, representado en particular por el ordenador y el mundo virtual como Internet. Además el italiano es una lengua muy similar al inglés porque cerca del 60% del vocabulario inglés es de base romanza, entonces muchos anglicismos se asimilan fácilmente en el sistema italiano. Ambos idiomas son parcialmente analíticos, por lo tanto los préstamos se adaptan fácilmente al italiano sin una adaptación morfológica llegue a ser necesaria. 1.2 La adaptación de préstamos en Italiano Cualquier préstamo lingüístico procede de una lengua extranjera. El idioma de destino toma la palabra extranjera y la adapta a su sistema. También es posible que el préstamo no cumpla con las reglas de la gramática de la lengua receptora y permanece inalterada. El nivel de adaptación de los préstamos también depende del tipo de la lengua receptora, es decir, si es analítico, sintético, flexible, etc. La lengua italiana es una lengua flexible, y casi todas las palabras extranjeras se pueden adaptar según su fonología, ortografía, morfología y semántica. La forma fonológica de préstamo puede estar formada por la ortografía o pronunciación del modelo. El primer caso puede ser probado con la palabras bus / /'bus, tunnel /'tunnel, tram /'tram/ spray/'sprai. 95 Por otro lado, como se puede ver bien, la forma fonológica de nuevos préstamos se basa en la pronunciación (privacy /'praivasi , computer /'kompjuter, mouse /'maus ). La adaptación morfológica de los lexemas prestados pueden ser primarios o secundarios. Los principales cambios se producen en el proceso de asimilación de un préstamo para el idioma de destino, en este caso el italiano. Existen tres tipos de sustitución morfológica: reemplazo de grado cero; son préstamos sin morfemas atados (golf inglés – golf en Italiano), sustitución parcial, los préstamos con morfemas atados que no se ajusten al sistema morfológico del idioma de destino (en inglés contain-er – contain-er en Italiano) y la sustitución completa, que resulta obligada cuando los morfemas de la lengua del donante, Inglés, son reemplazados por los de la lengua receptora, es decir Italiano (Inglés jungle-giungla en Italiano, en inglés kangaroo – canguro en Italiano). En la fase secundaria el préstamo está completamente integrado en el sistema de recepción y participa en la formación de las palabras. Sin embargo en el italiano moderno, la tendencia hacia una adaptación morfológica se ha vuelto débil porque, como ya mencionado, estos dos idiomas tienen sus similitudes léxicas y estructurales , por lo tanto no hay mucha necesidad. Otro tipo de adaptación es la adaptación de la ortografía. Se presenta en tres formas: la preservación de la grafía original, la adaptación de la forma gráfica del préstamo para el equipo de recepción y el entrenamiento de escritura según la pronunciación. En italiano es más frecuente el primer caso. Por ejemplo, las palabras como computer, mouse, show, baby sitter tienen su forma original. La última forma de adaptación es la adaptación semántica. Las palabras piden sólo el significado, no el significante. El préstamo es un fenómeno muy importante que afecta al contacto entre lenguas. "El préstamo está relacionado con el bilingüismo, es la situación en la cual los parlantes utilizan dos idiomas según el entorno y las circunstancias". Protagonistas del préstamo son las palabras, que pueden ser tomadas en su forma original (bar, film, leader), o pueden modificarse para que coincidan con la 96 fonología y morfología, por ejemplo treno y bistecca en italiano, se toman del inglés train, beefsteak. Los préstamos que se adaptan a la fonología y morfología del Italiano se llaman préstamos integrados , entre muchos de este tipo se debe mencionar al menos la palabra rosbif en Italiano e inglés roastbeef. A veces sucede que se implica sólo una parte de la palabra prestada (folclore por folklore, gol por goal), donde la adaptación corresponde sólo al reemplazamiento gráfico. Otro tipo de préstamos son los préstamos no integrados, que se distinguen por su forma invariada, como per ejemplo, bar e film. El anglicismo en Italiano por supuesto no es estable y cambia con el tiempo; el préstamo totalmente adaptado, es decir integrado, sustituye todo el préstamo que desde el punto de vista morfológico no ha sufrido ningún tipo de adaptación. Hoy en día este tipo de préstamo domina la escena de los anglicismos italianos. Estas son las palabras que mantienen en su escritura la forma original (stop, whiskey, computer, software, show). Los préstamos de este tipo aparecen especialmente en el entorno informático, donde palabras extranjeras raramente cumplen con las reglas morfológicas. Entre los muchos de este tipo hay que mencionar las palabras como junkmail, spam, firewall, spider, etc.. Además, los préstamos se pueden distinguir entre préstamo de necesidades y préstamos de lujo. La primera es cuando coges la palabra y la persona de contacto, un objeto, una idea, por ejemplo patata, palabra haitiana llegada a la lengua italiana a través del Español; o bien, café desde el turco; zero desde el árabe; tram, computer, airbag desde el inglés. Los préstamos de lujo tienen una finalidad estilística y de promoción social. Sirven para evocar una civilización, una cultura, una forma de vida considerada prestigiosa (leader, flirt, baby sitter, week end son las palabras que los italianos pueden reemplazar con capo, breve relazione amorosa, bambinaia, fine settimana). Se puede ver que las palabras y las expresiones inglesas convienen por su brevedad (boom, sexy, show). El proceso asimilativo del inglés en el italiano es la economía en el camino de ahorros. 97 1.3 Los calcos Un tipo especial de préstamo es el calco. En todos los sentidos es un préstamo real, que parece ser la palabra que pertenece a su propio idioma y no es extranjera. Las palabras se traducen directamente en el idioma de destino y sólo el concepto permanece inalterado. Los calcos pueden dividirse en calco semántico y calco de traducción. El calco semántico es cuando una palabra italiana adquiere un nuevo significado de una palabra en un idioma extranjero. El fenómeno ocurre porque las dos palabras tienen en común un significado o una semejanza formal. Por ejemplo, la palabra conforti, a saber conveniencia, ha asumido este significado por la palabras inglés comforts, aunque la palabra italiana conserva su significado tradicional. En cambio la palabra italiana autorizzare, que una vez significó "representar autorizado", he cambiado el significado con "permitir"; Esto sucedió por la influencia de la palabra francesa autoriser. El calco de traducción es el tipo de calco que traduce una palabra extranjera con reglas de morfología italianas y elementos italianos, y forma una palabra compuesta que parece ser originalmente de Italia. Por ejemplo grattacielo reproduce la palabra inglés skyscraper (sky "cielo" y scraper "che gratta") . 1.4 Los falsos amigos Los así llamados "falsos amigos" son los pares de palabras que tienen una forma similar pero diferente significado, entonces así se confunden fácilmente. Préstamos del inglés se someten a una presión de palabras con significado similar. Podemos encontrar listas de estas palabras no equivalentes en vocabularios bilingües y libros de cursos de idiomas, incluso Internet. Los falsos amigos pueden dividirse en problemáticos y no problemáticos. 98 Los falsos amigos no problemáticos son las palabras de forma similar o idéntica, son fácil de aprender y no dan problemas relativos a la delimitación del significado. Por ejemplo, palabra inglesa Sale (“saldi”) y la palabra italiana sale, se incluyen entre los falsos amigos no problemáticos, porque si un italiano ve SALE en el escaparate de una tienda inglesa entiende inmediatamente "sale" y "saldi", a pesar de saber que se trata del segundo significado. Es más complicado hacer la misma comparación de expresiones organizativas como, in fact y actually y sus (falsos) correspondientes en realidad infatti y attualmente. Estos falsos amigos son falsos amigos problemáticos, en este caso el inglés muestra una semejanza formal con la de lengua materna (Italiano) hacen parecer el idioma extranjero más cercano y, por tanto, aparentemente más "fácil de entender". A continuación, los parlantes aprovechan estas palabras que tienen similar forma, para entender y aprender la lengua deseada. Raramente al ver dos palabras escritas de forma similar, nos viene a la mente distintos significados. 99 Capítulo 2 El lenguaje juvenil y el uso de los anglicismos Cuando hablamos de lenguaje juvenil, nos referimos a la "lengua" hablada por los adolescentes, es decir a esa categoría de personas que entran en la adolescencia y post adolescencia. Esta categoría de personas utiliza un lenguaje que adquieren de la lengua materna, en este caso el italiano, y modifica el vocabulario, pero también a menudo el significado. Desde hace unas décadas nos invade un lenguaje siempre más simplificado al límite, y menos comprensible fuera del círculo al que pertenece. En este caso vamos a analizar cómo los anglicismos han afectado a este fenómeno transformando este lenguaje en un menos “auténtico”. Si antes había limitado a acortar las palabras y locuciones como aunque (cmq36), te quiero (tvb37), nada (nnt 38) para (x39), porque, (xké40) cuanto (qnt 41), también (trp42), como (cm43) y muchos otros, ahora la situación es aún más compleja y articulada. Con la introducción de anglicismos en nuestro idioma, incluso en el lenguaje juvenil se hace un uso excesivo. El problema fundamental no es su uso sino la manera errada de traducirlos. Además de notar una gran cantidad es imposible no darse cuenta del uso no corregido que se hace hoy en día. A menudo son utilizados por gente que no sabe totalmente inglés y por lo tanto tiende a repetir de manera mnemónica sólo lo que oye; Mientras los que conocen el idioma inglés hacen un uso bastante desproporcionado porque ahora, el uso del idioma inglés en la lengua 36 Comunque Ti voglio bene 38 Niente 39 Per 40 Perché 41 Quanto 42 Troppo 43 Come 37 100 italiana, se ha convertido en moda. Introducir estos términos en inglés dentro de un discurso es más "cool". Es como si por arte de magia pronunciar esas palabras pueden transformarte en la persona que te gustaría ser. Cómo si utilizar "aperitivo" en lugar de "happy hour" es antiguo. Este mecanismo resulta ser muy complicado si se considera que el italiano es uno de los idiomas más complejos y más famosos del mundo. Hay casos donde el uso de anglicismos es imprescindible para comunicar porque en los años no se ha encontrado una palabra que expresa la idea del término en inglés. Y unas 160.000 mil palabras ¿Cuál será la cantidad indispensables de estos anglicismos? Creo que pocos, muy pocos. Pero desgraciadamente en la actualidad existen innumerables. En el lenguaje de la juventud este fenómeno se ha desarrollado de una manera un poco particular. Se cree que la adopción de estos términos sea para hacer valer el cosmopolitismo y la apertura a la innovación. De hecho, existen diferentes tipos de anglicismos dentro de esta categoría; Hay algunos sin traducir a los cuales hemos dado nuestro propio significado como por ejemplo body, la palabra que en italiano utilizamos para indicar una prenda de vestir para las mujeres, pero en realidad en inglés no significa en absoluto eso. Si alguna vez fuera a Inglaterra y preguntara por un "body" en una tienda de lencería femenina, ningún dependiente me entendería. Sin embargo, este término se utiliza constantemente en el lenguaje cotidiano, sea por las chicas que por las mujeres. Otro término ampliamente utilizado por los jóvenes de hoy es el bar tour. Una práctica goliardesca que incluye el cambio de bares tomando litros de alcohol. Aunque si este término es cada vez mas frecuente en la lengua y mucha gente lo hace, lamentablemente es triste anunciar que el conjunto de las dos palabras es errado: la palabra existe en Inglés y es pub crawl (aunque sea informal) que significa " de bar en bar". Durante esta práctica se ingiere una cantidad desproporcionada de alcohol y es precisamente aquí que encontramos un anglicismo todo Italiano: el Rum, que en realidad se escribe como en inglés, pero que desafortunadamente los italianos lo pronuncian incorrectamente; Este superalcóholico en inglés se pronuncia "ram" y lo 101 puedo afirmar gracias a mi experiencia porque si vas a Inglaterra y pides un rum nadie te entenderá. Hay otra palabra que se utiliza comúnmente en Inglaterra y en Italia: shot. Aunque shot es simplemente un vaso muy pequeño, en ambos los países se utiliza como la práctica de tomar una pequeña cantidad de alcohol en vaso muy pequeño. Desgraciadamente con el tiempo esta palabra en Italiano inexplicablemente fue transformada; hemos pasado del uso inteligente del término a un cambio de sentido: el shortino. La demanda es constante y siempre la misma: ¿por qué?. Volviendo a los términos "Italianizados" no podemos dejar de mencionar la palabra night: cuando los jóvenes pero también los italianos en general utilizan esta palabra sólo podemos pensar en una cosa: local promiscuo dentro del cual se hace un gran uso de alcohol acompañado de damas amigables. Por desgracia para nosotros aunque este significado es personal; el término exacto es night club y para los ingleses no es más que nuestra discoteca. Esto significa que si por el centro de Roma cualquier sábado por la noche un tipo inglés o americano te pide ¿dónde puedo encontrar night, sabe que no se refiere a una noche "caliente", simplemente busca una discoteca donde se puede pasar una noche de alegría. Siguiendo esta línea de "mal interpretaciones" no se puede olvidar un término bastante utilizado entre los jóvenes hoy en día: chat. Este término ahora ha reemplazado el viejo “messaggio”44 y por lo tanto su palabra, incluso su verbo, messaggiare. Y chattando se escriben muchísimas cosas; uno de los más divertidos y desconcertante viene de la lengua inglesa y se cree que sea la mística reelaboración del verbo amar. Navegando en Internet ninguno de nosotros puede negar que ha leído esto: "Hola amor nos vemos mañana. ti lovvo ". "Lovvo" voz del verbo "lovvare" del inglés to love; una de las innovaciones más mácabras del momento. Está bien ser joven, está bien no tener preocupaciones y a veces ser superficial, pero porque usar una palabra fonéticamente horrible 44 En español: mensaje 102 estilísticamente, cuando tenemos una multidud de palabras semejantes (desde el clásico ti voglio bene, hasta el romántico ti amo). Y es gracias a esto que nace la love story entre Fulana y Mengano famosos gracias a sus éxitos en televisión y en el cine. ¿Por qué la llaman love story cuando se puede llamar simplemente storia d'amore? ¿Si tengo una love story con una persona en lugar de una storia d'amore significa que estoy más enamorada/o? ¿Estaré junto a mi pareja toda la vida? ¿Cuando es está felíz y se está enamorado se está el mood perfecto verdad? Sin embargo, me parece haber leído en alguna parte que existe una palabra italiana que es l'umore. Porque no utilizar una frase tan simple come "no estoy del humor justo" tengo que decir en su lugar "no estoy del mood justo?". ¿Por qué? Tal vez porque si digo mood en lugar de umore parezco triste y enojado pero con un toque sofisticado? Estas son dudas atroces, pero una cosa es cierta: el uso de estas palabras inglesas da la idea de ser culto, maduro o una persona sabia. Así dicen. 103 Capítulo 3 Los anglicismos en el mundo de la publicidad Hay varias y variadas definiciones de publicidad, pero la más famosa es la que fue afectada por un círculo de expertos representada de la Cámara de Comercio de Milán. Publicidad se entiende aquí como "cualquier forma de comunicación que se ha generalizada en el ejercicio de un comercio, negocio, oficio o profesión con el fin de promover el suministro de bienes o servicios" 45. Esta definición fue la consagración oficial (en 1988) y publicidad de su actividad, considerado finalmente autónoma e independiente de otros sectores (como la comercialización). Cuatro años después el arte. 2 del decreto legislativo núm. 74 25.1.1992 define la publicidad como "cualquier mensaje que prevalece en cualquier alguno en el ejercicio de un negocio, negocio, oficio o profesión con el fin de promover la venta de bienes muebles o inmuebles, el establecimiento o la transferencia de los derechos y obligaciones o la prestación de obras o servicios " 46. Esta es la primera vez que un artículo de legislación dio una definición de la publicidad. La definición de publicidad cumple con una serie de dificultades. Es difícil dar una definición única, oficial, precisa y concisa porque publicidad puede asumir diferentes aspectos y servir causas insospechadas. Intentemos crear una más específica: la publicidad es un tipo de comunicación impersonal orientada a influir, regular y intencionalmente, el comportamiento individual respecto a los productos; es decir que está dirigido a influir e inducir en nosotros, a través de un lenguaje preciso, el deseo y la necesidad de lo que estamos observando. Esto puede ser una máquina como un teléfono o más genéricamente la producción de objetos de regalo y para el hogar. 45 46 Gazzetta Ufficiale n. 207 del 6 Septiembre 2007 Codice del Consumo, 1992 104 Esta intención secular fue intensificada gradualmente y se modificó con la introducción de anglicismos y extranjerismos. Todo el mundo sabe que la publicidad (sea televisión, radio o papel impreso), es una de los sectores más afectados por este fenómeno mediático y donde su presencia es muy conocida. Idiomas más utilizados dentro de este fenómeno son el frances y el inglés. Ejemplos incluyen productos para personas y cosméticos, donde el uso de la lengua francesa (asociada con los valores de elegancia y refinamiento) es cada vez más secundarios con el uso del inglés, que acentúa el carácter tecnológico y la confiabilidad del producto. Pero incluso si es sólo el francés para permanecer arraigados especialmente en ciertos campos, es el inglés que ahora aparece más en anuncios y eslóganes publicitarios. TELEFONÍA 7. Nokia. Connecting people47 8. Motorola. Intelligence everywhere 9. LG. Life’s good 10. Vodafone. Life is now48 11. Panasonic. Ideas for life 12. Apple. Think different49 ROPA DEPORTIVA 4. Adidas. Impossible is nothing 50 5. Nike. Just do it!51 6. Benetton. United colors of Benetton 47 Possible traducción: Nokia. Conecatando a las personas Vodafone. Es tu momento, es Vodafone 49 Apple. Piensa diferente 50 Adidas. Nada es imposible 51 Nike. Sólo hazlo 52 United Dreams 48 105 52 ELECTRODOMĖSTICOS 4. Hoover. Generation future 5. Philips. Sense and simplicity 6. Pionner. Sound, vision, soul ALIMENTOS (y otro por el estilo) 10. Campari. Red passion 11. Heineken. Sounds good 12. Martini. No Martini, no party 13. Lipton ice tea. No sugar, full taste 14. Coca Cola. Just what I want 15. Mc Donald’s. I’m lovin’ it! 16. Mentos. The freshmaker 17. Corona Extra. The place to be 18. Ringo. Do you Ringo? RELOJES 2 Sector. No limits 3 Omega. My choice 4 Chronotech. Shock your time El uso del inglés podría ser debido a que se trata de eslogan que se utilizan para publicitar el producto en todo el mundo, aunque algunas veces se traducen. Por ejemplo, uno de los últimos ejemplos de Coca Cola, está presente en la forma citada anteriormente y al mismo tiempo la versión italiana que dice: "Vivi il lato Coca-Cola della vita". 106 La marca Mc Donalds se comporta de manera diferente: este eslogan se traduce en casi todas las lenguas del mundo, incluyendo Oriental, con la excepción de español y italiano. En ambos países el eslogan sigue siendo como es en inglés (I'm lovin' it!). Llendo a otra marca y pasando por los relojes, todos vimos que la Binda Italia S.p.A. (la empresa propietaria de la marca BREIL), en cambio, hizo su debut con el lema en inglés “Don’t touch my Breil”, pero también con la versión alternativa popular traducida en italiano "Toglimi tutto, ma non il mio Breil". Aunque con diferencias pequeñas de ortografía ambos mensajes quieren transmitir los valores de coraje, determinación, ambición y la preciosidad del objeto a través de la posesión de la misma. Por lo tanto, es evidente que el uso del inglés en la mayoría de las veces es el más famoso, pero nosotros no podemos dejar de señalar otra técnica llamada anuncios o lema "multilingüe". Aquí hay algunos ejemplos notables: o Maxibon Motta. Two gust is megl che one 53 o Gocciole “Expresso” Pavesi. 07.00 a.m. your Expresso, Sir. 54 El material inglés entonces se introduce en los esloganes con expresión estereotipada y términos fácilmente comprensibles incluso por un público que no habla inglés, con el objetivo de crear una atmósfera alrededor de los listados de productos, internacionalidad, aprovechar ese poder más cerradp y conciso que caracteriza a los ingleses. Todos estamos de acuerdo que el uso del inglés en la publicidad, hoy en día, evoca la idea de determinación, reputación y globalización, pero en la mayoría de los casos el anglicismo, préstamo o pseudo anglicismo, sirve no tanto para el 53 54 Eslogan de un helado italiano donde se funde el italiano y la lengua inglés. Eslogan de una marca de galleta italiana. 107 lenguaje publicitario, sino para la comunicación verbal y para sugerir el encanto del producto, con el fin de de vender. De hecho, la palabra publicidad es una supuesta "forma de comunicación de masas", y su lenguaje es directo, alusivo y conscientemente diseñado para obtener una respuesta: comprar. No siempre, sin embargo, la meta de la comprensión se alcanza en nuestro contexto de publicidad. Es cierto que el lema se caracteriza por un texto fácil, reconocible y memorable, pero la lengua extranjera a menudo evoca riferimentos decodificados que no permiten la comprension efficaz. Un ejemplo de ello podría ser la publicidad de Fanta. Después de una escena breve en verano, jugada en la razón de la participación y exclusión a un juego,una voz extranjera dice:share the fun. El sonido de la voz extranjera está a medio camino entre la afirmación y el estímulo, con un efecto persuasivo muy delgado. Este pequeño matiz no pudo ser capturado y luego el lugar pierde su efectividad. No son de descuidar los lemas de las estaciones de radio, especialmente los italianos, dentro de los cuales son a menudo el uso de anglicismos para atraer tanto como sea posible, la atención del oyente. Estos son algunos ejemplos: o Radio 102.5. Very Normal People o Radio Deejay. One nation, one station En las publicidades de productos para la ropa puedes ver abundante y repetido uso de la palabra wear utilizada como sustantivo y precedida por varios términos que indican un cierto tipo de ropa o accesorios, tales como bolsos, cinturones, gafas. Estos son algunos ejemplos: o Armani. Armani underwear o Colmar. Skiwear for passion o Prada. Prada eyewear 108 Por lo tanto podemos decir que el uso de anglicismos en el mundo de la publicidad puede variar. Que sea ropa o una radio la publicidad siempre utiliza anglicismos. 109 Capítulo 4 Los anglicismos en la política El lenguaje político tiene una distinta forma/función que pretende persuadir y suscitar la participación y apoyo emocional. El análisis del lenguaje político, por lo tanto, no puede prescindir de la relación entre pensamiento-discurso-texto-contexto, aunque es por su propia naturaleza polémica y poco verificable, así como dijo George Orwell. La politica cubre toda la comunidad, así que una lengua totalmente comprensible ayudaría a estar informados sobre los acontecimientos cotidianos, especialmente los económicos y financieros. Sin embargo, el historiador Luca Serianni en una entrevista con el periódico "La Repubblica" en 2008 ha reconocido que los políticos prefieren hablar más directamente, favoritos también por la televisión, que se convirtió en la arena política por excelencia. De hecho, la absoluta falta de transparencia de ciertos anglicismos de economía y finanza parecen contravenir a esa oseveración. Términos como austerity55 o spending review56 no son fácil de entender para muchos ciudadanos, pero sin duda todo el mundo estaría de acuerdo en dar una connotación negativa debida a los contextos en los que dichas expresiones se utilizan normalmente. La tendencia hacia el uso de anglicismos en el lenguaje popular de los políticos era alinearse fácilmente a empujones linguisticos de la Unión Europea y también ha condicionado psicologicamente las opciones económicas de muchos ciudadanos atemorizados por el espantoso fantasma que es la crisis financiera de los últimos años, representado aún más espantoso por términos de dudosa claridad. Por esta razón puede ser útil y funcional la distinción entre "lenguaje de la política" y el "lenguaje de los políticos": Si el primero tiene un cierto grado de formalización, con un léxico de tendencia más especializado y único en la semántica, la segunda sólo en el sentido más amplio puede ser sectorial; por que no tiene un léxico técnico. 55 56 En español, austeridad En español, revisar los gastos 110 Las opciones lingüísticas no conciernen tanto el contenido de la comunicación, pero la manera en que se presenta y las estrategias comunicativas en lugar de capturar consenso. Con el fin de arrojar luz sobre su significado y hacerla más fácil de entender, nos proponemos aquí algunos de los más populares y usados anglicismos hoy por la politica italiana: 1. Antitrust <L’Antitrust multa Samsung per “informazioni fuorvianti”> La Repubblica, 23 Dicembre 2014. <L’Antitrust contro Trenitalia: “multe troppo onerose per chi è senza biglietto”> La Repubblica, 08 Novembre 2014. Estos son sólo dos ejemplos que demuestran el uso de este anglicismo, ahora convertido en el lenguaje común en el mundo de la política. Antitrust (autoridad de competencia y el mercado, AGCM) significa la institución pública encargada de la protección de la legislación nacional. Creado por la ley 287/1990 (normas para la protección de la competencia y del mercado), de inspiración comunitaria , diseñada para garantizar el correcto funcionamiento del mercado para que los operadores económicos puedan acceder libremente y competir con igualdad de oportunidades. Si se busca una traducción de este término además de su significado, por desgracia no es confiable. La mayoría de los diccionarios inglés-italiano, se limita a la explicación del término, no propone ningún término en italiano. 111 2. Bipartisan <Strisce blu, critiche bipartisan: «Stop agli aumenti». Il 3 settembre la decisione del Tar> Il messaggero, 28 Agosto 2014. <Divorzio, proposta bipartisan alla Camera: un anno per dirsi addio, 9 mesi senza figli minorenni> Il Messaggero, 02 Aprile 2014. Aquí hay otro anglicismo que ya entró en la lengua común de la política. Este término, según el vocabulario Treccani significa "persona, institución, movimiento, etc., que es aceptado por ambos partidos políticos en desacuerdo o que está dispuesto a aceptar las defensas de ellos". Una curiosidad de este término es que sin ningún problema podríamos encontrar un sinónimo en italiano: bipartitico . Puede sonar extraño y a veces gramaticalmente incorrecto, pero el problema radica solamente en la costumbre de escucharlo. De hecho el término en italiano no es usado por ningún político italiano y periodista, y esto significa que es un término extranjero. Admitamos el uso del término inglés porque más fácil y de impacto: hay otro problema grave que no debe subestimarse: la pronunciación completamente no corecta que todo el mundo, y me refiero a todos, hace de este término. Leemos como está escrito: error garrafal. El término en la ley inglesa se lee baipartisan según la regla gramatical que ve la pronunciación de i en a. Esto significa sólo una cosa: que se prefiere el termino inglés pero lo leemos muy mal. 3. Welfare <Ripartire dal welfare per favorire lo sviluppo> Il Messaggero, 13 Dicembre 2014. 112 <Bilancio, altri tagli per 46 milioni «A rischio nidi, scuole e welfare»>. Il Corriere della Sera, 17 Dicembre 2014. Cómo no mencionar este término que ocupó durante mucho tiempo la cima de la clasificación de las palabras más comunes en el lenguaje político. Welfare equivale al bienestar en italiano. Desgraciadamente , o por suerte, hoy en día este término está un poco desaparecido, o mejor dicho, se usa menos desde su debut en 2007 cuando quería sustituir el término en italiano Previdenza sociale: es decir un sector estatal que se encarga de los más vulnerables (personas con discapacidad, trabajadores, jubilados, etc....). 4. Spending review <Corte dei Conti sulla Pubblica Amministrazione “Con la spending review tagli indifferenziati”> La Stampa 09 Gennaio 2015. <Gli assessori regionali viaggiano in pulmino: “E’ la spending review”. La Repubblica, 10 Gennaio 2015. No podía faltar en nuestra lista de anglicismos este famoso término. Por meses la gente oyó de este misterioso término sin saber el significado. Este término se refiere en realidad a un conjunto complejo de procedimientos y políticas para mejorar la gestión (y programación) del presupuesto nacional tanto en términos financieros y contables, tanto en la producción y la asignación del gasto público. El propósito de la spending review es por lo tanto, aumentar la eficacia del gasto en 113 relación con los objetivos y fomentar una mayor eficiencia en el uso de recursos materiales y humanos disponibles. 114 Conclusión Después de haber analizado el fenómeno de los anglicismos en nuestra lengua, puedo decir cómo estos términos han tomando pie de manera muy invasiva. Aunque hay varias escuelas de pensamiento sobre este fenómeno, es imposible no darse cuenta de cómo la evolución de nuestra lengua está corriendo con el tiempo. Que es algo bueno o no sigue siendo el hecho de que todo está cambiando, evolucionando y modificando segun la moda. Porque si, también los anglicismos están afectados por las tendencias, vienen y van desde nuestro vocabulario segun el momento de la vida que se está viviendo; en el mundo de los jóvenes hemos aprendido cómo estos términos se mezclan con un lenguaje ya en sí mismo "afectado". En un mundo más "sectorial" como la política, se ha observado como estos términos han reemplazado muchos términos italianos de gran importancia histórica convertiendo un lenguaje complejo, en uno aún más difícil para quienes que no hace parte. Hemos visto cómo para la publicidad el uso de anglicismos y de la lengua inglesa en general es de vital importancia. Es posible observar la gran cantidad de eslogan en inglés, casi siempre a nivel internacional. Pasando luego a uno de los campos que "nace" con el inglés, es evidente a todos cómo el mundo de la informática es ahora lleno de términos ingleses. Para varios términos no hay siquiera una traducción válida en italiano. Luego se han analizado las opiniones de algunos lingüistas y estudiosos de este fenómeno durante años y surgió como pueden convivir bastante tesis de pensamiento opuestas. Por un lado, los partidarios que analizando el número de términos italianos no se sienten amenazados por los anglicismos, y por otro lado, los críticos, quienes que se sienten muy amenazados por la carga de este fenómeno. Juntando todas las piezas, llego a creer que la verdad se encuentra en el centro. La evolución es buena... el cambio es parte de nuestro mundo, pero ten cuidado porque como dice el refrán lo poco agrada y lo mucho cansa! 115 116 Ringrazio tutti, davvero tutti. Chi più chi meno, siete stati tutti parte di questo cammino. 117 Bibliografia BECCARIA, G. (2002). Italiano Antico e Nuovo. Bologna: Garnzanti Libri. CASTELLANI, A. (1987). Morbus Anglicus. Studi linguistici italiani , pag. 153. DE MAURO, T. (1999). GRADIT. Torino: UTET. DE MAURO, T. (1980). Idee e ricerche linguistiche nella cultura italiana. Bologna: Il Mulino. DE MAURO, T. (2008). Lezioni di linguistica teorica. Roma-Bari: Laterza. ITALIANO, G. (1999). parole a buon rendere ovvero l'invasione dei termini angloitaliani. Firenze: Cadmo. KLAJN, I. (1972). Influssi inglesi nella lingua italiana. Firenze: Olschki. LANZARONE, M. Note sulla terminologia informatica (Studi di lessicografia italiana Vol. XIV). LANZARONE, M. (1997). Note sulla terminologia informatica. Studi di lessicografia italiana Vol. XIV , pp. 427-503. MARRI, F. (2003). Lingua dell'informatica e lingua comune. Udine. ORWELL, G. (1946). Politics and the english Language. DE MAURO, T (1993). Lessico di frequenza dell'italiano parlato. Milano: Etas. TRAVERSO, A. (1967). Nuova grammatica della lingua italiana. Treviso: Canova. TRIFONE, M. D. (1997). la nuova grammatica della lingua italiana. Bologna: Zanichelli. ZOLLI, P. (1977). Le parole straniere. milano: Zanichelli. 118 119 120