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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI
(Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)
Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma
TESI DI DIPLOMA
DI
MEDIATORE LINGUISTICO
(Curriculum Interprete e Traduttore)
Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle
LAUREE UNIVERSITARIE
IN
SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA
“Il troppo guasta…”
RELATORI:
prof.ssa Adriana Bisirri
CORRELATORI:
prof Paul Nicholas Farrell
prof.ssa Luciana Banegas
prof.ssa Claudia Piemonte
CANDIDATA:
Viola Casadei
ANNO ACCADEMICO 2013/2014
1
A tutte quelle persone che mi hanno supportato e sopportato
durante questo cammino.
E anche a me stessa, al mio impegno
e alla mia forza di volontà.
2
3
INDICE
INTRODUZIONE .......................................................................................................... 6
CAPITOLO 1 .................................................................................................................. 8
GLI ANGLICISMI: PRESTITI, CALCHI, E FALSI AMICI ............................... 8
1.1 LE PAROLE INGLESI NELL’ITALIANO ...................................................... 9
1.2 ADATTAMENTO DEI PRESTITI NELL’ITALIANO ................................ 10
1.3 TIPI DI PRESTITI ............................................................................................... 11
1.4 I CALCHI .............................................................................................................. 12
1.5 I FALSI AMICI .................................................................................................... 13
1.6 LE PAROLE COMPOSTE................................................................................. 15
1.7 I PRESTITI E LE LORO CATEGORIE ......................................................... 16
CAPITOLO 2 ................................................................................................................ 18
IL LINGUAGGIO GIOVANILE E L’USO DEGLI ANGLICISMI ................... 18
2.1 GLI ANGLICISMI NEL LINGUAGGIO DI TUTTI I GIORNI ................. 23
CAPITOLO 3 ................................................................................................................ 25
GLI ANGLICISMI NEL MONDO DELLA PUBBLICITÀ ................................. 25
CAPITOLO 4 ................................................................................................................ 31
GLI ANGLICISMI NELLA POLITICA ................................................................. 31
CAPITOLO 5 ................................................................................................................ 42
GLI ANGLICISMI E L’INFORMATICA .............................................................. 42
5.1 I PRESTITI DALL’INGLESE NON ADATTATI ......................................... 42
5.2 I PRESTITI DALL’INGLESE ADATTATI .................................................... 50
CAPITOLO 6 ................................................................................................................ 54
LINGUISTI A CONFRONTO ................................................................................... 54
CONCLUSIONE .......................................................................................................... 62
INTRODUCTION ........................................................................................................ 63
CHAPTER 1.................................................................................................................. 65
THE ANGLICISMS: LOAN WORDS, CALQUES, AND FALSE FRIENDS .. 65
1.1 THE ENGLISH WORDS IN THE ITALIAN LANGUAGE ........................ 66
1.2 THE ADAPTATION OF LOANS IN ITALIAN ............................................. 66
4
CHAPTER 2.................................................................................................................. 68
THE YOUTH LANGUAGE AND THE USE OF ANGLICISMS ....................... 68
2.1 THE ANGLICISMS IN EVERYDAY LANGUAGE ..................................... 70
CHAPTER 3.................................................................................................................. 73
ANGLICISMS IN THE ADVERTISING WORLD ............................................... 73
CHAPTER 4.................................................................................................................. 77
THE ANGLICISMS IN POLITICS .......................................................................... 77
CHAPTER 5.................................................................................................................. 83
THE ANGLICISMS AND INFORMATICS ........................................................... 83
5.1 ENGLISH LOANS NOT ADAPTED ................................................................ 83
5.2 ENGLISH LOANS ADAPTED .......................................................................... 85
CHAPTER 6.................................................................................................................. 87
LINGUISTS COMPARE ............................................................................................ 87
CONCLUSION ............................................................................................................. 91
INTRODUCCIÓN........................................................................................................ 92
CAPÍTULO 1 ................................................................................................................ 94
LOS ANGLICISMOS: PRÉSTAMOS, CALCOS Y FALSOS AMIGOS .......... 94
1.1 LAS PALABRAS INGLESAS EN ITALIANO ............................................... 94
1.2 LA ADAPTACIÓN DE PRÉSTAMOS EN ITALIANO ................................ 95
1.3 LOS CALCOS ....................................................................................................... 98
1.4 LOS FALSOS AMIGOS ..................................................................................... 98
CAPÍTULO 2 .............................................................................................................. 100
EL LENGUAJE JUVENIL Y EL USO DE LOS ANGLICISMOS ................... 100
CAPÍTULO 3 .............................................................................................................. 104
LOS ANGLICISMOS EN EL MUNDO DE LA PUBLICIDAD ........................ 104
CAPÍTULO 4 .............................................................................................................. 110
LOS ANGLICISMOS EN LA POLÍTICA ............................................................ 110
CONCLUSIÓN ........................................................................................................... 115
BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................ 118
5
Introduzione
L’obiettivo di questo lavoro si incentra sul voler dimostrare come gli
anglicismi o gli anche detti “prestiti” stiano sconvolgendo e modificando la nostra
lingua trasformandola in una lingua che ha persino portato il dizionario Hoepli
(anche se in modo scherzoso) a introdurla e definirla come “la lingua italiana usata in
certi contesti ed ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente ed arbitrario di
termini e locuzioni inglesi".
Non so voi ma questo lo trovo assurdo. Pur essendo una studentessa di lingue e
in particolar modo di traduzione e interpretariato trovo il bisogno e la necessità di
dire che una definizione del genere è una cosa veramente fuori dal normale.
Amo la mia lingua quanto la lingua inglese e penso debbano rimanere due
lingue ben distinte. Capisco e condivido l’uso di alcuni anglicismi del tutto
indispensabili, ma disapprovo enormemente l’uso e l’abuso che se ne sta facendo
ormai da troppo tempo.
L’introduzione degli anglicismi non è un tema recente; vale a dire che questo
fenomeno per molti versi è stato inevitabile sin dai primi anni del ‘500 dove però la
situazione era capovolta: la lingua italiana veniva vista dagli inglesi come una lingua
intellettuale, la lingua della poesia e la presenza di inglesismi era decisamente scarsa.
Con il passare dei secoli però la situazione si è ribaltata. Per motivi storici e
culturali la lingua inglese prese piede velocemente. E con il passare del tempo ci si è
ritrovati in un mondo attuale dove gli inglesismi sono una costante all’interno della
nostra lingua.
Andremo ad analizzare passo per passo questa evoluzione all’interno di diversi
campi come la politica, la moda, la televisione, la pubblicità, il cinema, i linguaggi
giovanili e altri, evidenziando come spesso si faccia un abuso di questi anglicismi;
Analizzeremo come le persone, le aziende e la società in generale approccia a
questi, come li usa (e ne abusa), come li interpreta in modo a volte del tutto personale
ed errato.
Andremo ad approfondire l’uso di alcuni inglesismi molto usati che però
spesso vengono interpretati e tradotti in modo completamente errato, in particolar
6
caso quando si parla di anglicismi usati dai giovani, ma contemporaneamente anche
da figure di spessore come politici o grandi imprenditori.
Non nascondo che la riflessione che andrò a fare sarà del tutto critica ma
perché dettata da dei “principi linguistici” che penso siano fondamentali.
Per dare una idea iniziale su quanto andrò a svolgere mi basta citare alcuni
inglesismi che inequivocabilmente possono essere da tutti osservati e analizzati,
notando come l’uso degli stessi non sia indispensabile poiché esiste un corrispettivo
in italiano di ugual significato e valenza. Ecco qui una piccola lista:
1.
Weekend (finesettimana)
2.
Selfie (autoscatto)
3.
Clown (pagliaccio)
4.
Brand (marca)
5.
Detective (investigatore)
6.
Fiction (serie televisiva)
7.
Gossip (pettegolezzo)
8.
Killer (sicario)
9.
Monitor (schermo)
10.
Personal trainer (allenatore sportivo)
Potrei continuare ancora per molto, ma molto tempo ma penso che questi dieci
abbiano reso l’idea del lavoro che andrò a svolgere. Avrete notato come queste dieci
parole siano estratte da contesti del tutto diversi e questo vi fa capire come l’uso di
questi anglicismi sia diffuso in qualsiasi campo.
7
Capitolo 1
Gli anglicismi: prestiti, calchi, e falsi amici
La lingua italiana è un insieme di parole che è esposto al contatto con le altre
lingue nazionali. Il linguaggio non smette di evolversi mai, perché è influenzato
sempre dagli altri linguaggi e vice versa. Il contatto tra due lingue può causare sia
l’integrazione completa nella lingua ricevente, cioè la parola che viene integrata nella
lingua e non sembra di essere straniera, oppure si vede subito, che la parola non
proviene dalla lingua ricevente, quindi non ha subito le regole della morfologia della
lingua ricevente.
Il fatto che le lingue cambino come risultato di contatti tra persone, indica che
non smetteranno mai di evolversi. La lingua si arricchisce non solo formando le
parole nuove ma anche usando le parole straniere prese in prestito dalle altre lingue e
così la lingua si sviluppa per sempre. Può anche accadere che alla parola
originalmente formata nella lingua propria, pure usata da tanti anni, si sostituisce una
parola straniera e quella lì scompare dall’uso. Per esempio elaboratore, parola presa
dall’ambiente tecnico, è stata sostituita con la parola “inglese” computer.
Come si sa, in ogni epoca ogni cultura ha trovato la sua lingua.
Superare barriere linguistiche produce un arricchimento del patrimonio
linguistico, e rintracciare il momento del prestito ed il modo in cui avviene
l’assimilazione, finisce col diventare un’analisi socio-storica delle due culture
linguistiche. 1
Com’è già successo con l’invasione del latino durante la conquista romana, e
con l’infiltrazione del francese durante la conquista normanna, adesso è l’inglese che
s’impone nel mondo. 2 L’influsso inglese sull’italiano non si vede tanto fino al XVII
secolo, invece nel XVIII esso comincia a farsi sentire. L’afflusso di parole inglesi
continuerà nel secolo successivo e assumerà dimensioni rilevanti. In particolare negli
ultimi decenni, in seguito alla posizione di primo piano in cui si vengono a trovare
1
G. ITALIANO, Parole a buon rendere ovvero l’invasione dei termini anglo-italiani, Cadmo, Firenze
1999, p. 8.
2
Ibidem.
8
gli Stati Uniti. 3 Crediamo che la terminologia mondiale di scienza, finanza,
tecnologia, musica, sport, informatica sia in gran parte anglo-americana.
1.1
Le parole inglesi nell’italiano
Fra le lingue romanze l’italiano è senza dubbio quello che appare
maggiormente all’influenza dell’inglese. L’italiano riesce a sfruttare bene le risorse
nell’arricchire il suo vocabolario e nell’aprirsi alla modernità. Negli ultimi decenni
gli anglicismi si usano più nei mezzi di comunicazione di massa che nella lingua di
tutti i giorni. Si usano piuttosto in certi ambienti scientifici, tecnici o socioculturali.
La massa di anglo americanismo appare piuttosto nei nuovi mezzi comunicativi
personalizzati e immediatamente globalizzanti che sono legati al computer e
all’Internet.4 Prima i computer servivano solo per il lavoro negli uffici. Però ormai in
Europa quasi ogni persona possiede il computer a casa ed esso insieme con l’Internet
è diventato una cosa insostituibile da cui tanta gente è dipendente.
L’uso degli anglicismi si è diffuso in Italia sia nel linguaggio letterario sia nel
parlato. Però le parole inglesi non appaiono solo in italiano, anzi l’inglese è diventata
una lingua internazionale, che si usa in tutto il mondo, soprattutto nell’ambiente
tecnico, rappresentato in particolare dai computer e dal mondo virtuale come
l’Internet.
In più l’italiano è una lingua molto simile all’inglese, perché circa il 60% del
lessico inglese è di base romanza, quindi molti anglicismi si assimilano facilmente
nel sistema italiano. Poi ambedue le lingue sono parzialmente analitiche, quindi i
prestiti s’inseriscono facilmente nel sistema morfologico italiano senza che un
adattamento diventi necessario.
3
P. ZOLLI, Le parole straniere, Zanichelli, Bologna 1991, p. 71.
M. FANFANI, Per un repertorio di anglicismi in italiano, in AA. VV., in Italiano e inglese a
confronto, a cura di A. S. CALIMANI, Franco Cesati, Firenze 2003, p.87.
4
9
1.2
Adattamento dei prestiti nell’italiano
Ogni prestito linguistico proviene sempre da qualche lingua straniera. La
lingua ricevente prende la parola straniera in prestito e la modifica adattandola al suo
sistema. È anche possibile che il prestito non rispetti le regole grammaticali della
lingua ricevente e rimanga immutato. Il livello dell’adattamento dei prestiti dipende
anche dal tipo della lingua ricevente, e cioè se è flessibile, sintetica, analitica ecc.
La lingua italiana è una lingua flessibile, quindi quasi tutte le parole straniere si
possono adattare secondo la loro fonologia, morfologia, ortografia e semantica. La
forma fonologica del prestito può essere costituita a base dell’ortografia o della
pronuncia del modello. Il primo caso si può dimostrare sugli esempi come bus /‘bus/,
tunnel /‘tunnel/, tram /‘ tram/, spray /‘sprai/. Dall’altra parte, come si può notare
bene, la forma fonologica dei prestiti più recenti è fondata sulla pronuncia (privacy
/‘praivasi/, computer /’kompjuter/, mouse /’maus/).
L’adattamento morfologico dei lessemi imprestati può essere primario o
secondario. I cambiamenti primari avvengono nel processo dell’assimilazione di un
prestito al sistema della lingua ricevente, in questo caso l’italiano. Ci sono tre tipi
della sostituzione morfologica: la sostituzione di grado zero; sono i prestiti senza
morfemi legati (in inglese golf – golf in italiano), la sostituzione parziale, i prestiti
con morfemi legati non conformi al sistema morfologico della lingua ricevente (in
inglese contain-er – contain-er in italiano) e alla fine la sostituzione completa, che
avviene quando i morfemi legati della lingua donatrice, l’inglese, vengono sostituiti
con quelli della lingua ricevente, cioè italiano (in inglese jungle – giungla in italiano,
in inglese kangaroo – cangura in italiano).
Nella fase secondaria il prestito è completamente integrato nel sistema
ricevente e partecipa alla formazione delle parole che vi vige. Però nell’italiano
moderno, la tendenza verso l’adattamento morfologico è diventata debole perché,
come si è già menzionato, queste due lingue possiedono le relative somiglianze
lessicali e strutturali, quindi non ce n’è tanto bisogno.
Un altro tipo dell’adattamento è l’adattamento ortografico. Avviene in tre
modi: la conservazione della grafia originale, l’adattamento della forma grafica del
prestito al sistema ricevente e la formazione della grafia secondo la pronuncia.
10
Nell’italiano è più frequente il primo caso. Per esempio le parole come computer,
mouse, show, baby sitter hanno la loro forma originaria.
L’ultima forma dell’adattamento è l’adattamento semantico. Solo il significato
delle parole si prende in prestito, non il significante.
1.3
Tipi di prestiti
Il prestito è un fenomeno molto importante che riguarda i contatti tra le lingue.
“Il prestito è in rapporto con il bilinguismo, che è la situazione in cui gli stessi
parlanti sono portati a usare due lingue secondo l’ambiente e le circostanze.” 5
Protagonisti del prestito sono i vocaboli, che possono essere presi nella loro
forma originaria (bar, film, leader) oppure possono essere modificati per
corrispondere alla fonologia e alla morfologia dell’italiano, per esempio treno,
bistecca sono tratti dall’inglese train, beefsteak.
I prestiti che sono adattati alla fonologia e alla morfologia dell’italiano
vengono chiamati prestiti integrati, tra tanti di questo tipo bisogna menzionare
almeno la parola come rosbif in italiano e roastbeef in inglese. Qualche volta accade
che sia coinvolta solo una parte della parola presa in prestito (folclore da folklore,
familismo da familism, gol da goal), in cui l’adattamento riguarda solo la sostituzione
grafica. In realtà così si cerca di mantenere la pronuncia della lingua ricevente e si
cambia solo l’aspetto grafico delle parole.
Un altro tipo di prestiti sono prestiti non integrati, che si distinguono per la
loro forma immutata, per esempio bar, film. (TRIFONE, 1997)
L’anglicismo in italiano ovviamente non è stabile e nel tempo cambia aspetto;
al prestito completamente adattato, cioè prestito integrato, si sostituisce il prestito
integrale che dal punto di vista morfologico non ha subito alcun tipo di adattamento.
Oggigiorno questo tipo di prestito domina la scena degli anglicismi in italiano. Sono
le parole, che mantengono nella loro grafia la forma originaria (stop, whiskey,
5
M. DARDANO e P. TRIFONE, La nuova grammatica della lingua italiana, Zanichelli, Bologna
1997, p. 567.
11
computer, software, show). I prestiti di questo tipo appaiono soprattutto
nell’ambiente informatico, dove le parole straniere raramente rispettano le regole
morfologiche italiane, e sono infatti piuttosto le parole usate in collegamento con
l’Internet. Tra tanti di questo tipo bisogna menzionare le parole come junkmail,
spam, firewall, spider, ecc.
In più i prestiti possono essere distinti tra prestito di necessità e prestito di
lusso. Il primo si ha quando si prende la parola e insieme il referente, un oggetto,
un’idea, per esempio patata, parola haitiana giunta in italiano attraverso lo spagnolo;
oppure caffè, dal turco; zero, dall’arabo; tram, computer, airbag dall’inglese. Invece
il prestito di lusso ha un fine stilistico e di promozione sociale. Esso serve a evocare
una civiltà, una cultura, un modo di vita considerati prestigiosi (leader, flirt, babysitter, week-end sono i vocaboli che potremmo sostituire con capo, breve relazione
amorosa, bambinaia, fine settimana).
Si vede che i vocaboli ed espressioni inglesi fanno comodo per la loro brevità
(boom, sexy, show).6 Il procedimento assimilativo dall’inglese all’italiano è
l’economia nel senso di risparmio.
I suoni vengono semplificati diminuendo il numero delle sillabe; divenuta
ridondante, la desinenza del plurale viene perduta perché l’articolo sostiene il carico
funzionale del genere e anche perché foneticamente è più consono all’orecchio
italico.7
1.4
I calchi
Un tipo particolare di prestito è il calco. Esso è in ogni senso un vero prestito,
che invece sembra di essere la parola che appartenga alla lingua propria e non è
straniera. I vocaboli vengono tradotti direttamente nella lingua ricevente e solo il
concetto rimane immutato.
6
7
M. DARDANO e P. TRIFONE, La nuova grammatica della lingua italiana, cit., p. 567.
G. ITALIANO, Parole a buon rendere ovvero l’invasione dei termini anglo-italiani, cit., p. 48.
12
I calchi si possono dividere in calco semantico e calco traduzione. Il calco
semantico si ha quando una parola italiana assume un nuovo significato di una parola
di una lingua straniera. Il fenomeno si attua perché le due parole avevano in comune
un significato oppure una somiglianza formale. Ad esempio la parola conforti, cioè
comodità, ha assunto questo significato dalla parola inglese comforts, anche se la
parola italiana conserva i suoi significati tradizionali. Invece la parola autorizzare,
che un tempo significava “rendere autorevole”, ha cambiato il significato con quello
di “permettere”; ciò è accaduto per l’influsso del francese autoriser.8
Invece il calco traduzione è il tipo di calco, che traducendo un composto di una
lingua straniera con le regole della morfologia italiana e gli elementi italiani si forma
una parola composta che sembra di essere originalmente italiana. Ad esempio
grattacielo riproduce l’inglese skyscraper (sky ‘cielo’, scraper ‘che gratta’).
1.5
I falsi amici
I cosiddetti “falsi amici” sono le coppie di parole che hanno la forma simile ma
il significato diverso, quindi così si fa facilmente errore. Alcuni prestiti dall’inglese
sono stati sottoposti alla pressione di parole italiane con significante simile. Tale
pressione paradossalmente porta molto spesso la parola italiana ad acquisire anche il
significato innovativo malgrado l’ovvio errore su cui si basa il procedimento.
Si possono trovare elenchi di queste parole non-equivalenti sia sui vocabolari
bilingui che sui libri dei corsi di lingua, perfino in Internet. I falsi amici possono
essere divisi in problematici e non-problematici.
I falsi amici non-problematici sono le parole di forma simile o identica, ma
sono facili da imparare, e non danno problemi per quanto riguarda la delimitazione
del significato. Ad esempio la parola inglese Sale (“saldi”) e la parola italiana sale,
sono incluse fra i falsi amici non-problematici, perché se un italiano vede SALE
nella vetrina di un negozio inglese capisce contemporaneamente “sale” e “saldi”, pur
sapendo che è inteso il secondo significato. Invece è molto più difficile fare lo stesso
confronto tra espressioni organizzative come in fact e actually e i loro (falsi)
corrispondenti infatti e attualmente. Questi falsi amici sono falsi amici problematici,
8
M. DARDANO e P. TRIFONE, La nuova grammatica della lingua italiana, cit., p. 567.
13
perché le espressioni della seconda lingua, in questo caso l’inglese, che mostrano una
somiglianza formale con quelle della madrelingua (italiano) fanno sembrare la lingua
straniera più vicina e perciò apparentemente più “semplice da capire”. Quindi i
parlanti sfruttano queste somiglianze per capire e imparare la nuova lingua.
Raramente gli viene in mente che due parole che hanno la forma simile possano
avere significati diversi. La somiglianza delle parole contemporaneamente aiuta ma
anche provoca le incertezze oppure gravi errori.
L’abbiamo visto negli esempi sopra. In fact non significa infatti ma di fatto,
però queste due parole si assomigliano e quindi si crea subito un errore. Lo stesso
accade con la parola actually, che vuol dire insomma, ma si capisce come la parola
attualmente.
Le parole straniere che entrano a fare parte di una lingua sono assoggettabili ai
processi di formazione di parola che vigono nella lingua che le prende in prestito. La
parola presa in prestito non sembra più straniera, perché ha subito il processo di
derivazione secondo le regole di formazione di parole in italiano. Grazie alle
derivazioni delle parole possiamo definire a quale categoria esse appartengono.
La categoria sintattica di una parola si riconosce secondo il suo suffisso. Tra i
suffissi produttivi italiani che si aggiungono spesso agli anglicismi bisogna
menzionare almeno –ista (suffisso sostantivale, per esempio barista, softwarista), –
istico (suffisso aggettivale, folkloristico, golfistico), –aggio (suffisso sostantivale,
brokeraggio, killeraggio).
In più i prestiti inglesi frequentemente terminano in consonante, quindi
subiscono un processo di aggiustamento fonologico che consiste nella inserzione di
consonante e cioè nel raddoppiamento della consonante finale della parola originale.
Ad esempio la parola inglese stop si forma in italiano come stoppare, da format si
forma formattare e da snob si forma snobbare mentre si ha barista da bar, filmare
da film.
Si vede che negli ultimi esempi la consonante finale non ha subito il
raddoppiamento, perché
l’inserzione della consonante (il raddoppiamento della
consonante finale della parola di base) avviene solamente a determinate condizioni.
Il raddoppiamento avviene quando la consonante finale è un’ostruente, cioè un suono
che viene definito come non sonorante. Perché si abbia il raddoppiamento della
14
consonante, la presenza delle caratteristiche è necessaria ma, a volte, non sufficiente.
Ad esempio il termine snob ha una serie di derivati (snobismo, snobista, snobistico)
in cui il raddoppiamento non si verifica. (TRAVERSO, 1967)
I prestiti, come si è visto, si adattano al sistema derivativo dell’italiano e le
parole inglesi, una volta entrate nel lessico italiano, si comportano più o meno come
le parole italiane; più in particolare, soggiacciono alle stesse regole di formazione e
alle stesse condizioni di buona formazione che vigono per l’italiano.
L’adattamento degli anglicismi al sistema derivativo italiano è conseguenza del
fatto che queste due lingue sono dello stesso tipo. Sia l’inglese sia l’italiano sono le
lingue prevalentemente suffissali e formano parole nuove tramite suffissi che godono
di una stessa proprietà.
Entrambe le lingue sono, dal punto di vista della formazione di parola derivata,
lingue con testa a destra. “Nelle parole complesse, la testa è il costituente che ne
determina la categoria lessicale e i tratti distintivi sintattico-semantici.”9 In
derivazione, sia quella prefissale che suffissale, la testa è il costituente di destra (ad
esempio prefissazione: infelice, suffissazione: felicità). Si vede che nelle parole
derivate la categoria della parola complessa si osserva della parte destra. Questa
regola vale per tutte le lingue, ma non è universalmente valida.
Come vedremo nel capitolo successivo in italiano la generalizzazione della
Testa a destra funziona solo per le parole derivate ma non per le parole composte.
1.6
Le parole composte
Come è noto, i composti dell’italiano sono delle costruzioni abitualmente a due
costituenti. Tali costituenti sono ‘parole’, cioè formazioni che hanno anche vita
indipendente, possono stare da soli in una frase. Invece i derivati sono caratterizzati
dal fatto di avere almeno un costituente affissale, cioè un morfema come ad esempio
il suffisso –istico che non può stare da solo in una frase, ma deve aggiungersi ad una
parola.
9
A. BISETTO, Da formattare a calcio mercato, cit., p.94.
15
I costituenti formati dalle due parole si possono unire insieme come due nomi;
o un nome e un aggettivo; o un nome e una parte invariabile; o un nome e un verbo;
o due verbi. Ad esempio capolavoro, dopopranzo, portasigarette.10 Queste parole
composte sono parole tipiche dell’italiano.
Gli anglicismi vengono utilizzati per formare parole composte dando origine a
quelli che si chiamano i composti misti. Tali composti possono essere di due tipi: il
tipo italianizzante con testa a sinistra come pensione baby, perché come si è già
menzionato prima i composti italiani subiscono la regola della Testa a sinistra. Però
esiste anche un altro tipo dei composti, che viene chiamato anglicizzante, con testa a
destra come per esempio baby pensionato.
Si è visto che le parole straniere, in questo caso gli anglicismi, non vengono
prese in prestito solo come parole singole ma possono entrare a far parte del lessico
dell’italiano anche nella forma di parole composte (talk-show, best seller, blue-jeans,
new wave).
In più anche le forme composte hanno, oltre al prestito, il calco. Nel settore
della composizione il calco è maggiormente visibile. La parola composta presa in
prestito dall’inglese viene tradotta direttamente nell’italiano con le regole della
morfologia italiana, così essa non sembra più di essere straniera. Ad esempio la
parola fine settimana era formata dalla parola inglese weekend, area depressa da
depressed area, cartoni animati da animated cartoons.11 Come si può notare i calchi
di questo tipo sono costruiti in italiano in obbedienza alla regola della testa a sinistra.
1.7
I prestiti e le loro categorie
I prestiti integrati rispettano la morfologia italiana, quindi i forestierismi
derivano secondo la categoria a cui appartengono e grazie ai loro suffissi si riconosce
la loro categoria sintattica. La maggior parte dei prestiti sono i sostantivi, che
appaiono nella lingua italiana più che le altre categorie, poi anche molti prestiti sono
i verbi e gli aggettivi.
10
11
A. TRAVERSO, Nuova grammatica della lingua italiana, Canova, Treviso 1967, p. 320.
Gli esempi citati da A. BISETTO, Da formattare a calcio mercato, cit., p.97.
16
Occupandoci della differenza principale tra i due sistemi sostantivali, in questo
caso tra l’inglese e l’italiano, scopriamo che soprattutto il loro genere e numero varia.
Il genere inglese è in maggior parte naturale, perché l’inglese non ha le desinenze
delle parole che determinino il loro genere, se è maschile o femminile. Solo il
significato delle parole ci dice il loro genere. Ad esempio il genere grammaticale tra
le parole inglesi come brother e sister non è riconoscibile, solo grazie al loro
significato, cioè dal loro genere naturale sappiamo che brother è un maschio e sister
una femmina. Invece in italiano il genere è grammaticale, cioè esso si riconosce
soprattutto secondo la desinenza delle parole. Fratello termina con la desinenza –o,
che è la desinenza maschile, sorella termina con –a, la desinenza femminile.
Siccome la categoria del genere in italiano è diversa da quella in inglese, non
c’è la regola per assegnare ad un prestito il suo genere. Però il fattore dei prestiti più
forte sembra la tendenza maschile (il computer, il monitor, il mouse, il CD, il bar).
Per quanto riguarda il numero del sostantivo la formazione del plurale presenta
certe difficoltà. In italiano la desinenza del sostantivo nel plurale cambia nelle certe
forme. Dipende anche dal genere del sostantivo. Invece nell’inglese il plurale si
forma tramite il suffisso –s. Quindi le parole inglesi prese in prestito possono avere il
plurale invariabile dei sostantivi terminanti in consonante (i computer, i film), ma
anche si adopera il plurale in –s. Qualche volta può accadere che lo stesso sostantivo
si usi in ambedue le forme plurali (i film, i films).
Si può notare che i sostantivi presi dall’inglese possono mantenere la loro
forma originaria, invece i verbi devono per forza subire un adattamento che consiste
del morfema –are (stoppare, upgradare, formattare, resettare), perchè nell’italiano i
verbi si coniugano a differenza dell’inglese in cui i verbi sono immutati tranne la
terza persona singolare nel tempo presente.
Gli aggettivi dell’italiano rimangono non adattati. Hanno la stessa forma per il
genere e anche per il numero (gli incubi dark, i quadri top).
Alla fine gli avverbi e le interiezioni costituiscono un gruppo di prestiti assai
ristretto.
17
Capitolo 2
Il linguaggio giovanile e l’uso degli anglicismi
Quando parliamo di linguaggio giovanile ci riferiamo a quella “lingua” parlata
dai cosiddetti teenagers, ovvero quella categoria di persone che rientra
nell’adolescenza e post adolescenza. Questa categoria di persone utilizza un
linguaggio che prende spunto dalla lingua madre,in questo caso l’italiano, e ne
modifica il lessico, ma anche spesso il significato. Da ormai decenni siamo invasi da
un linguaggio sempre più ridotto, semplificato al limite che sta diventando sempre
meno comprensibile al di fuori della cerchia di cui fa parte.
In questo specifico caso andremo ad analizzare come gli anglicismi hanno
ulteriormente influenzato questo fenomeno rendendo il linguaggio giovanile ancor
più “artefatto”.
Se prima ci si limitava ad abbreviare parole e locuzioni come comunque (cmq),
ti voglio bene (tvb), niente (nnt), per (x), perché (xké), quanto (qnt), troppo (trp),
come (cm), e tante tante altre, adesso la situazione risulta essere ancor più complessa
ed articolata. Con l’introduzione degli anglicismi all’interno della nostra lingua,
anche il linguaggio giovanile ne ha assorbiti non pochi. Il problema fondamentale
non sta tanto nell’averne inseriti diversi, ma che gli stessi vengano usati e tradotti nel
peggior modo possibile. Oltre che notarne una grande quantità non si può non notare
l’uso impropriamente errato che se ne fa oggi giorno. Vengono spesso usati da
ragazzi che non conosco assolutamente la lingua inglese e che quindi tendono a
ripetere solo memonicamente quello che sentono; mentre le persone che conoscono
la lingua inglese ne fanno un uso alquanto spropositato poiché ormai, usare la lingua
inglese all’interno della lingua italiana, è diventato di moda. Introdurre questi termini
in inglese all’interno di un discorso risulta essere più da “figo”. E’ come se
magicamente pronunciando quelle parole ci si possa trasformare nella persona che si
vorrebbe essere. Come se usare “aperitivo” al posto di “happy hour” sia da sfigati.
18
Questo meccanismo risulta essere veramente complesso se si pensa che siamo
la patria di una delle lingue più famose e complesse del mondo.
Ci sono casi dove l’uso dell’anglicismi risulta essere indispensabile a fini della
comunicazione poiché negli anni non si è trovato un corrispettivo che rendesse
effettivamente l’idea del termine in inglese. E
fino a qui tutto bene. Su circa
160.00012 mila vocaboli quante saranno mai gli anglicismi indispensabili? Viene da
pensare pochi, molto pochi; ma purtroppo al giorno d’oggi ne vengono usati una
miriade.
Nello specifico ambito che si sta trattando, ovvero il linguaggio giovanile,
questo fenomeno ha preso piede in una forma un po’ distolta. Si crede che l’adozione
di questi termini sia avvolte per affermare il cosmopolitismo, l’apertura
all’innovazione, il desiderio di sprovincializzazione.
Ci sono infatti diversi tipi di anglicismi all’interno di questa categoria; ci sono
quelli non tradotti ma pronunciati “all’italiana” come per esempio la parola body che
in italiano noi usiamo per indicare un capo di abbigliamento femminile, ma che in
realtà in inglese non significa affatto questo. Se mai ci recassimo in Inghilterra
chiedendo un “body” in un negozio di intimo femminile nessuna delle commesse
presenti ci capirebbe. Eppure questo termine viene usato costantemente nel
linguaggio di tutti i giorni sia dalle giovani ragazze che non.
Altro termine molto usato dai giovani d’oggi è il bar tour. Quella pratica
goliardica che include il passare da un bar all’altro ingurgitando litri di alcool.
Sebbene questo termine abbia preso piede in maniera sempre più ampia e che sempre
più persone la mettono in atto, è triste annunciare che l’accostante delle due parole è
del tutto errato: in inglese esiste la parola pub crawl (anche se informale) che sta a
significare “giro dei bar”. Durante questa pratica come già detto si consuma una
quantità spropositata di alcolici ed è proprio qui che troviamo un anglicismo del tutto
italiano: il superalcolico rum, che effettivamente si scrive come in inglese, ma che
purtroppo noi italiani pronunciamo in modo errato; questo superalcolico infatti in
inglese si pronuncia “ram” e vi dico per esperienza personale che se andate in
Inghilterra e chiedete un rum nessuno vi capirà. E non vi capirà per davvero perché
un barista inglese non arriverà mai a capire cosa volete davvero bere.
12
www.treccani.it (Orwell, 1946)
19
C’è un’altra parola invece che viene comunemente usata in Inghilterra e in
Italia: shot. Anche se per shot si intende semplicemente un bicchiere molto piccolo,
in entrambi i paesi si usa come la pratica di assumere una piccola quantità d’alcolico
all’interno appunto di un piccolo bicchierino.
Purtroppo però con il passare del tempo questa parola in italiano è stata
inspiegabilmente storpiata; siamo passati dall’uso intelligente del termine ad una
modifica senza senso: lo shortino. La domanda è costante e sempre la stessa:
perché?.
E sulla scia precedente del bar tour non si può non collegarsi all’uso improprio
che spesso si fa del genitivo sassone inglese, ma questo è un argomento che
affronteremo più in la.
Tornando ai termini “italianizzati” non possiamo non citare la parola night:
quando i giovani ma anche gli italiani in generale usano questa parola ognuno di noi
non può che pensare ad una cosa sola: locale promiscuo all’interno del quale si fa un
gran uso di alcool accompagnato da affabili signorine.
Purtroppo per noi però questo significato è del tutto personale; l’esatto termine
che è night club per l’inglesi non è nient’altro che la nostra discoteca. Questo vuol
dire che se per il centro di Roma un sabato sera come tanti un ragazzo inglese o
americano vi chiede dove posso trovare dei night club, sappiate tutti che non cercano
serate particolarmente “calde”, ma semplicemente discoteche normali dove passare
una serata in allegria.
Proseguendo su questa linea di “mal interpretazioni” non si può non citare un
termine di largo sviluppo tra i giovani d’oggi: chattare. Questo termine ormai ha
sostituito del tutto il vecchio “messaggio” e di conseguenza il suo verbo, anche se
comunque gergale, messaggiare.
E chattando si scrivono tante tante cose; una delle più divertenti e sconcertanti
provenienti dalla lingua inglese si crede sia la rielaborazione mistica del verbo to
love. Navigando in Internet nessuno di noi può negare di aver letto questo: “ciao
amore ci vediamo domani. Ti lovvo”.
“lovvo” voce del verbo “lovvare” dall’inglese to love; una delle innovazioni
più macabre del momento. Va bene l’essere giovani, va bene l’essere spensierati e
avvolte superficiali, ma perché utilizzare un termine stilisticamente e foneticamente
20
orrido, quando abbiamo una miriade di corrispettivi di italiano (dal classico ti voglio
bene, al più romantico ti amo). Ed è proprio grazie a questo che nasce la love story
tra Tizio e Caia famosissimi per i loro successi in televisione e al cinema. Perché
chiamarla love story quando in italiano corrente si chiama storia d’amore? Se ho una
love story con una persona invece che una storia d’amore significa che ci amiamo di
più? Che staremo insieme per più tempo?
Quando si è felici ed innamorati si è nel mood perfetto giusto? Eppure mi
sembra di aver letto da qualche parte che esista una parola perfettamente
comprensibile che è umore. Perché se posso dire benissimo “non sono dell’umore
giusto” devo dire invece “non sono nel mood giusto”. Perché? Forse perché se dico
mood invece di umore risulto comunque triste e incazzato ma con un certo stile?
Questi sono dei dubbi madornali, ma una cosa è certa: l’utilizzo di queste parole
inglese ci da l’idea di essere internazionali, maturi, e uomini/donne di mondo. Cosi
dicono.
E quando ci sentiamo forti e importanti ci viene spontaneo volerlo condividere
con gli altri, e alcuni di noi lo fanno imbrattando (spesso, ma non sempre) i muri
delle nostre città. Questi artisti d’avanguardia vengono comunemente chiamati tra i
giovani writers. In inglese la parola writer significa semplicemente scrittore o
giornalista, ancora una volta noi italiani abbiamo preso la parola e gli abbiamo
affibbiato (pur essendo in questo caso vagamente coerente) un significato e una
valenza diversa.
E sono proprio questi giovani “scrittori” che si riuniscono in diversi gruppi più
o meno numerosi che prendono il nome di crew. E mi sembra più che giusto: sono
dei writers e fanno parte di una crew. Sicuramente coerente.
Spostandoci poi su un ambito diverso ma sempre facente parte dei giovani
d’oggi non possiamo non citare la parola pusher. Questa parola in inglese ha lo
stesso significato che in italiano ed è per questo che la domanda rimane sempre la
stessa: perché utilizzare il termine inglese quando abbiamo un corrispettivo che rende
perfettamente l’idea? Penso che tutti conosciamo la parola spacciatore. Il dubbio
rimane sempre lo stesso, indistinto.
Lo stesso principio anche se di ambito diverso rimane quello per la parola week
end: molti giovani e non adorano fare dei splendidi week end fuori porta, o in diverse
21
capitali europee. E anche qui sembrerò ripetitiva ma perché non usare la parola
(oltretutto bellissima e praticissima) fine settimana? Se si trascorre un week end o un
fine settimana a Venezia, questa splendida città avrà sempre la stessa magia che la
contraddistingue.
Tra le teenagers, ma non solo una delle pratiche più terapeutiche è lo shopping.
Questa parola a quanto pare rende la pratica ancor più bella de “l’andare a fare
compere o acquisti”. Il motivo è sempre un’ombra nera. Forse dire shopping da più
l’idea del lusso e dello sfarzo, immaginandoci passeggiare per le vie del centro di
qualche capitale europea non tendendo in considerazione che il portafoglio non
beneficia di questo “potere”. Che sia shopping o fare acquisti, se hai 50€ nel
portafoglio quelli rimangono.
E se due donne o ragazze amano andare a fare compere insieme due uomini,
ma in special modo due ragazzi tendono ad evitare nomignoli romantici sostituendoli
con anglicismi: in questo singolo caso parliamo di un anglicismo “mozzato”. Mi
riferisco alla parola brother (fratello) che in America viene usata molto nella forma
“bro”. Ed è proprio quest’ultima che negli ultimi tempi ha preso piede tra i giovani
adolescenti, riferendosi ad un amico particolarmente importante da considerare quasi
come un fratello.
E come ultima ma non per importanza la parola tormentone del momento: il
famosissimo e criticatissimo selfie. Quella pratica a tratti pericolosa che vede la
contorsione a volte circense di braccia intente a fotografare volti deformati dalla
troppa vicinanza all’obiettivo. Anche se può sembrare riduttivo questa attività ha un
suo nome in italiano: autoscatto. E bene si ce l’abbiamo anche noi!
Dopo questa full immersion di termini tradotti, adattati e coniati che sono stati
elencati, non si può non giungere alla conclusione che i giovani (e non solo) tendono
ad utilizzare gli anglicismi in un modo del tutto particolare. Purtroppo e ribadisco
purtroppo questo accade a causa di una carenza di conoscenza della lingua madre
ovvero l’italiano.
22
2.1
Gli anglicismi nel linguaggio di tutti i giorni
Nelle conversazioni di tutti i giorni che siano tra padre e figlio, colleghi,
conoscenti o amici di tutti i giorni, ognuno di noi usa inconsciamente una miriade di
anglicismi avvolte indispensabili.
Questa pratica avviene indipendentemente dalla classe sociale, dal sesso o
dall’argomento di cui si sta parlando, ma ovviamente avviene in modi diversi a
seconda della “realtà quotidiana” in cui viviamo.
Mettiamo il caso di analizzare una giornata tipo di un impiegato che lavora in
un normalissimo ufficio agli ultimi piani di un palazzone a vetri.
Magari ha un contratto part-time (lavoro a tempo parziale) o magari è più
fortunato e gli è stato fatto un contratto full-time (lavoro a tempo pieno). Con un
lavoro a tempo pieno sicuramente avrà bisogno di diversi break (comunissime e
semplicissime pause),e non dovrà mai dimenticarsi di strisciare il badge (mi sembra
sia un comunissimo tesserino) all’entrata e all’uscita, se non voglia essere ripreso dal
manager (direttore, superiore) o dallo stesso boss (capo).
Una volta alla sua scrivania sarà intento a controllare le sue email (messaggi di
posta elettronica) cercando di organizzare al meglio il meeting (riunione, incontro)
per il giorno seguente, che svolgerà insieme a tutto il suo team (gruppo, squadra) di
colleghi. Finita la giornata, dopo otto ore seduto su una sedia dietro una scrivania
sentirà la voglia di fare una corsetta, un po’ di footing come lo chiamiamo noi, non
sapendo che in inglese questa parola non ha assolutamente il significato che gli
abbiamo affibbiato, poiché si dice jogging. La parola footing non significa altro che
“appoggio”.
Se pensiamo invece ad un bel viaggio, uno di quelli che ti cambia la vita,
magari in macchina per le vie sperdute di un continente sconosciuto, che fai non ti
fermi all’autogrill? Certo. Peccato che questo termine in inglese non significa affatto
quello che noi italiani intendiamo perché la parola vera è motorway service station,
ma come risulta chiaro a tutti nessuno la usa mai. E in una di queste soste magari ci
si imbatte in una bella ragazza con zaino in spalla che fa l’autostop: mi duole dirlo
23
ma anche in questo caso il termine è del tutto errato; in inglese questa pratica si
chiama hitch-hiking bel lontana sia lessicalmente che graficamente da quella coniata
da noi.
Vaghi per le strade cercando la via dell’hotel, o più semplicemente
dell’albergo. Arrivi finalmente nella tua stanza e disfi la valigie posando in bagno il
tuo bel beautycase coniato da noi italiani accostando la parola beauty (bellezza) e
case (valigia), ma che viene considerato come un termine pseudo inglese poiché
quest’ultimi non lo usano. La parola giusta è vanity case. Dopo il beautycase arriva il
momento degli slip, altro termine del tutto errato: in inglese le mutande (per donna in
questo caso) si chiamano knickers. E se invece dell’albergo partissimo con una bella
roulotte a seguito? Ecco li dove casca di nuovo l’asino: questo termine in inglese non
significa quello che intendiamo noi perché in realtà si dice trailer(US) o
caravan(UK).
E se non hai una roulotte magari devi accontentarti della tua misera station
wagon con la quale prima di partire hai fatto un bel test drive cercando di capire se
tutto andava per il verso giusto; una cosa sola non ti sei sentito di provare: gli air
bag. Si sa, quelli si testano solo una volta, e il più tardi possibile.
24
Capitolo 3
Gli anglicismi nel mondo della pubblicità
Ci sono diverse e svariate definizioni di pubblicità, ma la più quotata è quella
che fu coniata da una cerchia di esperti per conto della Camera di Commercio di
Milano.
La pubblicità viene qui intesa come "qualsiasi forma di comunicazione che sia
diffusa
nell'esercizio di un'attività
commerciale, industriale, artigianale
o
professionale, allo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi". Con tale
definizione si è avuta la consacrazione ufficiale (nel 1988) della pubblicità e della
sua attività, considerata finalmente in modo autonomo e indipendente da altri settori
(come ad esempio il marketing) cui spesso era stata, in passato, associata. Quattro
anni dopo l'art. 2 del Decreto legislativo 25.1.1992 n. 74 definisce pubblicità
"qualsiasi forma di messaggio che sia diffuso, in qualsiasi modo, nell'esercizio di
un'attività commerciale, industriale, artigianale o professionale allo scopo di
promuovere la vendita di beni mobili o immobili, la costituzione o il trasferimento di
diritti ed obblighi su di essi oppure la prestazione di opere o di servizi". È la prima
volta che un testo legislativo ha dato una definizione di pubblicità.
La definizione di pubblicità incontra una serie di difficoltà. È difficile dare
una definizione unica, ufficiale, precisa e concisa poiché la pubblicità può assumere
aspetti sempre diversi e servire le cause più impensate. proviamo a crearne una più
specifica: la pubblicità è una sorta di comunicazione impersonale tesa ad influenzare,
regolarmente e intenzionalmente, il comportamento del singolo nei confronti dei
prodotti; vale a dire che è tesa ad influenzare e indurre in noi, tramite un linguaggio
ben preciso, il desiderio e la necessità di quello che stiamo osservando. Si può
trattare di una macchina come di un telefono o ancora più genericamente di
oggettistica varia.
Questo intento secolare è stato man mano intensificato e modificato con
l’introduzione di anglicismi e forestierismi. E’ riconosciuto da tutti come la
pubblicità (che sia televisiva, radiofonica o su carta stampata), sia uno dei settori
mediatici più colpito da questo fenomeno e dove la loro presenza si noti in modo
palese. Le lingue più usate all’interno di questo fenomeno sono il francese e ancor
più l’inglese. Ne sono un esempio i prodotti per la persone e la cosmesi, in cui il
25
ricorso alla lingua francese (associata a valori di eleganza e raffinatezza) è sempre
più spesso affiancato all’uso dell’inglese, che invece accentua il carattere tecnologico
e l’affidabilità del prodotto. Ma anche se è proprio il francese a rimanere radicato
soprattutto in determinati campi, è l’inglese che oggigiorno compare maggiormente
negli spot televisivi e negli slogan pubblicitari.
Lo slogan, dall’antico gaelico “grido di guerra”, è una breve frase capace di
esprimere un concetto in modo efficace e sintetico e l’inglese, grazie alla sua
immediatezza appunto, risulta essere più “sfruttabile” per questo intento. L’uso di
termini inglese nel testo pubblicitario prevale quindi in spot o annunci appartenenti a
categorie tecnologiche.
Ecco alcune delle più famose e conosciute da tutti:
TELEFONIA
1.
Nokia. Connecting people
2.
Motorola. Intelligence everywhere
3.
LG. Life’s good
4.
Vodafone. Life is now
5.
Panasonic. Ideas for life
6.
Apple. Think different
ABBIGLIAMENTO SPORTIVO
1.
Adidas. Impossible is nothing
2.
Nike. Just do it!
3.
Benetton. United colors of Benetton
ELETTRODOMESTICI
1.
Hoover. Generation future
2.
Philips. Sense and simplicity
3.
Pionner. Sound, vision, soul
ALIMENTI (ed affini)
1.
Campari. Red passion
26
2.
Heineken. Sounds good
3.
Martini. No Martini, no party
4.
Lipton ice tea. No sugar, full taste
5.
Coca Cola. Just what I want
6.
Mc Donald’s. I’m lovin’ it!
7.
Mentos. The freshmaker
8.
Corona Extra. The place to be
9.
Ringo. Do you Ringo?
OROLOGI
1.
Sector. No limits
2.
Omega. My choice
3.
Chronotech. Shock your time
L’uso dell’inglese potrebbe essere dovuto al fatto che si tratta di slogan unici
che vengono usati per pubblicizzare il prodotto in tutto il mondo, anche se alcune
volte vengono tradotti. Per esempio uno degli ultimi esempi, quello della Coca Cola,
è presente sia nella forma citata sopra che nella variante italiana che recita: “vivi il
lato Coca Cola della vita”.
Diversamente si comporta il marchio Mc Donald’s: questo viene tradotto in
quasi tutte le lingue del mondo, comprese quelle orientali, ad eccezione proprio
dell’italiano e dello spagnolo. In entrambi i paesi lo slogan rimane tale e quale a
quello inglese (I’m lovin’ it!).
Passando ad un altro marchio che in questo caso tratta di orologi, abbiamo
potuto tutti notare come la Binda Italia S.p.A. (l’azienda proprietaria del marchio
BREIL), ha invece esordito con lo slogan in inglese Don’t touch my Breil, alternato
però anche dalla famosa versione tradotta in italiano Toglietemi tutti ma non il mio
Breil.
Anche se con delle piccole differenze ortografiche entrambi i messaggi
vogliono trasmettere i valori del coraggio, determinazione, ambizione e la preziosità
dell’oggetto attraverso il possesso dello stesso.
27
È quindi chiaro come l’utilizzo dell’inglese sia per la maggior parte delle volte
la scelta più quotata, ma non possiamo non notare un’altra tecnica chiamata degli
spot o slogan “mistilingui”. Eccone alcuni esempi lampanti:
o
Maxibon Motta. Two gust is megl che one
o
Gocciole “Expresso” Pavesi. 07.00 a.m. your Expresso,
Sir. (raffigurando un leone nella giungla.
Il materiale inglese viene quindi introdotto negli slogan tramite espressioni
stereotipate e termini facilmente comprensibili anche da un pubblico non anglofono,
con lo scopo di creare intorno al prodotto un’atmosfera di prestigio, internazionalità,
sfruttando quel potere incisivo e conciso che caratterizza l’inglese.
Siamo quindi tutti d’accordo che l’uso dell’inglese in pubblicità evoca, al
giorno d’oggi, l’idea di determinazione, notorietà e globalizzazione, ma che nella
maggior parte dei casi l’anglicismo, forestierismo o lo pseudo-anglicismo serve al
linguaggio pubblicitario non tanto per la comunicazione verbale, ma per riprodurre
quella suggestione che deve circondare il prodotto, affinché venga poi così
acquistato.
Essendo infatti la pubblicità una cosiddetta “forma di comunicazione di
massa”, il suo linguaggio è diretto, allusivo e volto ad ottenere una sola risposta:
l’acquisto.
Non sempre, però, l’obiettivo della comprensione viene raggiunto nel nostro
contesto pubblicitario. È vero che lo slogan è caratterizzato da un testo facile,
riconoscibile e memorizzabile, ma spesso la lingua straniera evoca riferimenti
apparentemente decodificati che non permetto la comprensione effettiva generale.
Un esempio riguardo questo potrebbe essere la campagna pubblicitaria dell’aranciata
Fanta.
Dopo una breve scena estiva, giocata sul motivo della partecipazione e
dell’esclusione ad un gioco, lo slogan, pronunciato da una voce esterna dice: Share
the fun. Il suono della voce straniera è a metà tra l’affermazione e l’esortazione, con
28
un effetto persuasivo molto sottile. Questa piccola sfumatura potrebbe non essere
colta e quindi lo spot perde così la sua efficacia.
Non sono poi da trascurare neanche gli slogan delle emittenti radiofoniche,
specie quelle italiane, all’interno delle quali troviamo spesso e volentieri l’uso degli
anglicismi al fine di attrarre il più possibile, l’attenzione dell’ascoltatore. Eccone
alcuni esempi:
o
Radio 102.5. Very Normal People
o
Radio Deejay. One nation, one station
Nell’ambito invece della pubblicità dei prodotti per l’abbigliamento si può
notare l’uso abbondante e ripetuto della parola wear usata come sostantivo e
preceduta da diversi termini indicanti un determinato tipo di abbigliamento o
accessorio, come cinture, occhiali, borse. Eccone alcuni esempi:
o Armani. Armani underwear
o Colmar. Skiwear for passion
o Prada. Prada eyewear
L’uso di parole inglesi per indicare i diversi capi di abbigliamento si è ampliato
sempre di più andando avanti con il tempo, monopolizzando anche alcune tipologie
di prodotti che possiedono una efficace denominazione italiana, ma che la pubblicità
ha in buon misura canonizzato, rendendo la traduzione in inglese di utilizzo corrente
anche nel parlato quotidiano. Per rendere l’idea ci basta citare uno dei marchi che più
utilizza questa tecnica: Calzedonia beachwear.
Altra particolarità la ritroviamo nell’uso delle preposizioni: una delle particelle
più frequenti usate nel linguaggio pubblicitario è by , che va spesso e volentieri (e
non si capisce perché) a sostituire il nostro di , seguita poi dal nome della casa
produttrice: The One (profumo). By Dolce & Gabbana.
È non è solo la particella di che scompare magicamente davanti ai nostri occhi
è dal seguito dall’anno di nascita del prodotto e della casa, con since: Invicta.
Travelling and sporting goods since 1906.
29
Altra espressione inglese molto usata è made in (made in Italy), locuzione
spesso usata e che ormai è stata universalmente accettata, tanto da rendere veramente
strano, al nostro orecchio, il suo corrispondente in italiano “fatto in”. Personalmente
con i miei 26 anni non credo di aver mai sentito nessuno usare la forma in italiano.
Un altro fenomeno a mio avviso veramente straordinario (se così possiamo
definirlo) è quello dell’anglicismo che si è imposto come marchio si fabbrica a tutti
gli effetti. Per esempio lo zoom, costruito dalla ditta Zoomar; scotch, che è un
marchio depositato; pullman (e poi successivamente pulman), in origine una carrozza
ferroviaria di lusso, dal nome di chi la realizzò, l’industriale George Mortimer
Pullman, e tanti altri. Da nome di una marca quale era è diventato quindi nome
comune dell’oggetto stesso. Strabiliante. È proprio qui infatti che siamo di fronte ai
cosiddetti “prestiti di lusso”, ovvero tutte quelle parole strane importate che si
presentano integrali pur avendo un corrispettivo nella lingua d’arrivo che indica e
descrive lo stesso oggetto o concetto. Esistono infatti corrispettivi in italiano per le
parole appena citate: teleobiettivo, nastro adesivo e corriera. Purtroppo e per fortuna
entrambe le versioni, sia in inglese che in italiano, vengono usate indifferentemente.
30
Capitolo 4
Gli anglicismi nella politica
“La jobs act è arrivata yesterday, verso evening, e non sembra una semplice
battle sull’articolo eighteen, but un piano in many points che ci sarà spiegato dal
mayor di Firenze (Florence) nel corso di una toccante cerimony. È una cosa piuttosto
urgent, cosa sa everyone. Poi, staremo a vedere in the specify se si tratterà di una
specie di Fornero’s way of life o di un ambitiuos disegno di riforma e improvement
per tutti quelli che today un piano per il job non ce l’hanno, che sono several.
Insomma, è una bozza work in progress, e non parla dei molti money che
servirebbero to realize it. Ancora one, two weeks, non siate impazienti, non abbiate
urgency. Servirà also per capire why ce lo dice in english e se sarà una thing sensata
o another anal intruder program. Restate in contact. Best wishes.” 13
Il linguaggio politico ha una precisa forma/funzione che mira a persuadere per
suscitare partecipazione e consenso emotivo, e in generale, per ricordare Saussure, le
parole non sono mai separate dal pensiero né il pensiero dalle parole. L'analisi del
linguaggio politico, perciò,non può prescindere dal rapporto tra pensiero-discorsotesto-contesto, sebbene esso sia per sua natura controverso e poco suscettibile di
verifica 14 così come affermava George Orwell.
È quasi come se con l’inglese si volesse rendere specialistico o settoriale ciò
che in realtà specialistico e settoriale non è. La politica riguarda tutta la comunità,
pertanto un linguaggio pienamente comprensibile aiuterebbe ad essere informati
sugli accadimenti quotidiani, in particolar modo quelli economici e finanziari.
Tuttavia, lo storico della lingua Luca Serianni in un’intervista al quotidiano
“La Repubblica” nel 2008 ravvisava che oggi i politici preferiscono parlare in modo
più diretto, favoriti in questo anche dalla televisione, divenuta l’arena politica per
antonomasia, cercando di non farsi costringere dentro i confini di un determinato
linguaggio politico. In realtà, la assoluta mancanza di trasparenza di alcuni
anglicismi mutuati dall’economia e dalla finanza pare contravvenire a tale
affermazione. Termini come spread o austerity o spending review non risultano
13
14
Mattia Guidi https://twitter.com/matguidi/status/421308953046573056/photo/1
George Orwell, Politics and the English Language, 1946
31
ancora di facilissima comprensione a molti cittadini, ma di certo tutti
concorderebbero nell’attribuirvi una connotazione negativa per via dei contesti d’uso
in cui tali espressioni vengono di norma adoperate. La tendenza all’utilizzo di
anglicismi nel linguaggio divulgativo dei politici si è voluta prontamente allineare
alle
spinte
linguistiche
dell’Unione
Europea
e
ha
altresì
condizionato
psicologicamente le scelte economiche di tanti cittadini intimoriti dallo spaventoso
fantasma della crisi finanziaria degli ultimi anni, reso ancor più spaventoso da
termini di discutibile chiarezza.
Per tale motivo potrebbe tornare utile e funzionale distinguere tra “lingua della
politica” e “lingua dei politici”: se la prima presenta un certo grado di
formalizzazione, con un lessico
in buona parte specialistico e tendenza all’univocità semantica, la seconda solo
in senso lato può dirsi lingua settoriale, non
disponendo essa di un lessico tecnico e tendendo all’ambiguità dei significati.
Le scelte linguistiche riguardano allora non tanto il contenuto della
comunicazione, quanto le modalità con cui esso viene presentato e le strategie
comunicative messe in atto per catturare il consenso.
Con lo scopo di far luce sul loro significato e renderne più agevole la
comprensibilità, ci si propone di riportare qui di seguito alcuni degli anglicismi più
diffusi e utilizzati oggi dai politi italiani.
1.
Antitrust
<L’Antitrust multa Samsung per “informazioni fuorvianti”> La Repubblica, 23
Dicembre 2014.
<L’Antitrust contro Trenitalia: “multe troppo onerose per chi è senza
biglietto”> La Repubblica, 08 Novembre 2014.
Questi sono solo un paio di esempi che testimoniano il largo uso di questo
anglicismo, ormai divenuto di linguaggio comune all’interno del mondo della
politica.
32
Per antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, AGCM) si
intende l’ Istituzione pubblica preposta alla tutela della concorrenza nell’ordinamento
nazionale. Creata dalla l. 287/1990 (Norme per la tutela della concorrenza e del
mercato), di esplicita ispirazione comunitaria, ha la funzione di garantire il corretto
funzionamento del mercato in modo che agli operatori economici sia consentito di
accedervi liberamente e di competere con pari opportunità. 15
Volendo invece cercare una traduzione di questo termine oltre al suo
significato, purtroppo non se ne trova una affidabile. La maggior parte dei dizionari
inglese-italiano, si limita alla spiegazione del termine stesso, non proponendo nessun
termine sostitutivo in italiano.
2.
Bipartisan
<Strisce blu, critiche bipartisan: «Stop agli aumenti». Il 3 settembre la
decisione del Tar> Il messaggero, 28 Agosto 2014.
<Divorzio, proposta bipartisan alla Camera: un anno per dirsi addio, 9 mesi
senza figli minorenni> Il Messaggero, 02 Aprile 2014.
Ecco un altro anglicismo ormai entrato nel linguaggio comune della politica.
Queste termine, secondo il vocabolario Treccani, sta per “persona, istituzione,
movimento, ecc., che è accettato da entrambe le parti politiche in contrasto o che è
disposto ad assumere le difese dell’una e dell’altra”.
Una curiosità di questo termine è che senza nessun problema potremmo trovare
un corrispettivo in italiano:
bipartitico. Può suonare
strano
e
a
tratti
grammaticalmente scorretto, ma il problema sta solo nell’abitudine a sentirlo
pronunciare. In effetti il termine in italiano non è mai, e dico mai, stato pronunciato
da nessun politico e giornalista italiano, e questo fa si che all’ascolto risulti essere un
termine estraneo.
15
www.treccani.it
33
Va bene, ammettiamo l’uso del termine inglese perché più easy e d’impatto:
c’è un altro grave problema da non sottovalutare; la pronuncia completamente errata
che tutti, e dico tutti, facciamo di questo termine.
Noi lo leggiamo come è scritto:errore madornale. Il termine in inglese si legge
baipartisan per la nota regola grammaticale che vede la pronuncia della i in a.
Questo significa solo una cosa: che oltre a preferire inspiegabilmente il termine
inglese a quello italiano, non contenti, pronunciamo il termine anche in modo errato.
3.
Welfare
<Ripartire dal welfare per favorire lo sviluppo> Il Messaggero, 13 Dicembre
2014.
<Bilancio, altri tagli per 46 milioni «A rischio nidi, scuole e welfare»>. Il
Corriere della Sera, 17 Dicembre 2014.
Come non poter menzionare questo fantastico termine che ha occupato per
tantissimo tempo i primi posti delle classifiche dei termini inglesi più comuni nel
linguaggio politico. Per welfare si intende l’espressione equivalente all’italiano di
benessere.
Purtroppo o per fortuna al giorno d’oggi questo termine è un po’ scomparso, o
meglio, se ne fa un uso minore rispetto al suo debutto nel 2007 quando voleva
sostituire il termine in italiano Previdenza sociale: vale a dire un settore dello Stato
che si occupa delle fasce più deboli (disabili, lavoratori subordinati, pensionati
ecc…).
4.
Spending review
<Corte dei Conti sulla Pubblica Amministrazione “Con la spending review
tagli indifferenziati”> La Stampa 09 Gennaio 2015.
34
<Gli assessori regionali viaggiano in pulmino: “E’ la spending review”. La
Repubblica, 10 Gennaio 2015.
Non poteva non mancare nella nostra lista di anglicismi questo famoso termine.
Per mesi e mesi la gente sentiva parlare di questo misterioso termine senza sapere
minimamente il significato. Questo termine infatti sta ad indicare un insieme
complesso di procedure e politiche atte a migliorare la gestione (e la
programmazione) del bilancio pubblico sia dal punto di vista contabile e finanziario,
sia per quanto riguarda le modalità di produzione e allocazione della spesa pubblica.
Il proposito della s.r. è dunque quello di incrementare l’efficacia della spesa rispetto
agli obiettivi e favorire una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse materiali e
umane a disposizione. Proposito di non facile realizzazione, che richiede tempi
medio lunghi per dare risultati effettivi e informazioni (non solo di carattere
finanziario) complete, tempestive e comparabili.
Effettivamente potremmo tradurre questo termine con “revisione della spesa
pubblica”. La domanda è sempre la stessa e costante: perché non utilizzare un
corrispettivo in italiano quando disponibile? Come già menzionato all’inizio il
linguaggio politico dovrebbe essere il più comprensibile di tutti poiché si rivolge ad
ogni tipo di classe sociale.
5.
Election day
<Election day per locali e regionali> Rai News, 13 Dicembre 2014.
<Posticipo tasse per gli alluvionati ed election day il 17 Maggio.> Il Corriere
della Sera, 13 Dicembre 2014.
Eccone un altro di non poca importanza. Uno degli anglicismi più semplici e
facilmente traducibili: “giorno delle elezioni”. Ancora una volta ci viene da pensare
perché usare l’inglese al posto dell’italiano.
35
6.
Default
<L’inflazione ai minimi rende volatili le borse cinesi, è allarme default per
Kaisa> Il sole 24 ore, 9 Gennaio 2015.
<Russia a rischio default, i cittadini in coda per spendere i rubli.> Tgcom 24,
16 Dicembre 2014.
Altro termine molto comune nel linguaggio politico. Per default si intende una
condizione di insolvenza di una banca o di un paese nei confronti di obbligazioni o
debiti: dichiarare default.
Consultando diversi dizionario inglese-italiano, si è notato come la traduzione
di questa parola non abbia un termine specifico, ma ne presenti invece di diversi: da
inadempienza a bancarotta. Sebbene non ci sia un termine specifico in italiano, si
pensa che coniarne uno che renda esattamente l’idea di quello inglese non sia un
compito così arduo.
7.
Spread
<Unicredit: emissione bond sale a 1 miliardo, spread a 105 pt.> Il Sole 24 ore,
12 Gennaio 2015.
<Si allarga lo spread con il resto d’Europa.> La Stampa, 07 Gennaio 2015.
Come dimenticarsi di questo anglicismo tra i più discussi. Dal debutto in
politica questo termine ha acquisito una miriade di significato bizzarri. Per fare
chiarezza una volta per tutte si cita una definizione del vocabolario Treccani che
recita così: lo Stato mette all’asta periodicamente una certa quantità di titoli
obbligazionari per recuperare liquidità da impegnare nel finanziamento del debito
pubblico. In Italia, la Banca d’Italia mette all’asta due volte l’anno i BTP (Buoni del
Tesoro Poliennali). In soldoni, lo Stato italiano dice all’investitore: “Se investi sul
mio debito pubblico – sostanzialmente mi presti del denaro – alla scadenza stabilita
36
avrai di nuovo tutto il tuo capitale”. In più, già prima della scadenza, l’investitore
riceverà periodicamente delle “cedole” di rendimento. Ed è appunto su questo
rendimento che si misura lo spread.
Volendo cercare un termine sostitutivo in italiano per questo anglicismo
purtroppo rimane molto difficile poiché questo termine proviene dal verbo inglese to
spread che sta per “diffondersi, espandersi”
8.
Authority
<Cantone: tagli del 25% alle spese delle authority.> La Stampa, 06 Gennaio
2015.
<Quando l’Authority era un «Mondo di mezzo».> Il Corriere della Sera, 01
Gennaio 2015.
Altro termine molto usato nel linguaggio politico. Forse uno dei termini che,
anche se in inglese, risulta essere facilmente comprensibile grazie alla sua similarità
con l’italiano. Volendo essere più specifici ecco una definizione ufficiale: organismi,
in posizione di autonomia rispetto al potere politico ed economico, con compiti di
garanzia e di vigilanza per la tutela di interessi collettivi o diffusi, in settori nei quali
più intense sono le esigenze d'imparzialità e di trasparenza. L'indipendenza delle a. è
assicurata sia attraverso le modalità di nomina, sia attraverso l'attribuzione di
autonomia funzionale, contabile e finanziaria.
Volendo ancora una volta cercare un termine sostitutivo in italiano, non si fa
molta difficoltà nel pensare al semplice termine di autorità.
9.
Jobs Act
<Jobs Act: lunedì i decreti in Parlamento.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015.
<Jobs Act, in Parlamento il contratto unico e l’assegno di disoccupazione.> La
Repubblica, 10 Gennaio 2015.
37
Come dimenticarsi dell’anglicismo più discusso ancora in questo primo mese
del 2015!?! Questo termine pur avendo avuto un successo (se così vogliamo
chiamarlo) strabiliante, fa parte di quegli anglicismi di facilissima traduzione; può
essere infatti tradotto come “piano (legge) per il lavoro”.
10.
Leader
<Marcia a Parigi: i leader aprono il corteo.> La Repubblica, 11 Gennaio 2015.
<Papa Francesco: “I leader condannino interpretazioni estremiste della
religione”.> Il Fatto Quotidiano, 9 Gennaio 2015.
Questa di certo non poteva mancare. Oltre che in campo politico questa parola,
al livello generale, a sostituito definitivamente ogni campo dove si voglia intendere
la parola “capo”.
11.
Premier
<Duello tra Renzi e minoranza Pd. Il premier: l’Ulivo? Persi 20 anni. Fassina:
se il vuoi voto dillo.> Il Messaggero, 14 Dicembre 2014.
<Capodanno sugli sci per Renzi. Il premier a Courmayeur.> ANSA.it, 31
Dicembre 2014.
Altro anglicismo di diffusa importanza che in Italia in particolar modo si
traduce come “Presidente del Consiglio”. Anche se di origine francese, questo
termine inglese tradotto in italiano significa semplicemente “primo”, ma come
abbiamo appena detto oltre che in Italia, ha preso la valenza, in termini generali, di
“capo del governo” e nello specifico in molti paesi esteri di “primo ministro”.
38
12.
Lobby
<Lobby, chi rema contro la trasparenza nei rapporti con la politica.> Il Fatto
Quotidiano, 27 Dicembre 2014.
<Le Confesercenti: non ci arrendiamo e batteremo le lobby.> Il Tirreno, 28
Dicembre 2014.
Uno dei termini più complessi e di nicchia tra tutti gli anglicismi politici.
Cercandone una definizione che renda l’idea di questo termine si fa fede al
vocabolario Treccani che così recita: termine usato negli Stati Uniti d’America, e
poi diffuso anche altrove, per definire quei gruppi di persone che, senza appartenere
a un corpo legislativo e senza incarichi di governo, si propongono di esercitare la
loro influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di
provvedimenti normativi, in proprio favore o dei loro clienti, riguardo a determinati
problemi o interessi: le lobby degli ordini professionali, del petrolio.
Oltre all’uso di questo termine risulta divertente un altro fattore: l’uso di questa
parola con l’articolo femminile. Il perché non si sa. Ma ormai niente di meraviglia.
13.
Choosy
<Fornero ai giovani: «Sul lavoro non dovete essere choosy». E si scatena la
polemica.> Il Corriere della Sera, 22 Ottobre 2012.
<”Choosy sarai tu”, parlano i lettori di Tgcom.> Tgcom24, 24 Ottobre 2012.
Lavoro. Fornero. Choosy. Tre parole che, come possiamo leggere sopra,
nell’Ottobre del 2012 hanno scatenato una valanga di polemiche. Questo termine
tanto odiato dai giovani italiani, viene usato al posto del corrispettivo italiano di
“difficile”, “esigente”, pignolo” (colloquiale: “schizzinoso”), riferitosi appunto
39
all’approccio nel mondo del lavoro. Va bene avere una propria idea, va bene
esprimerla, va bene criticare, ma almeno che lo si faccia nello nostra lingua. Grazie.
14.
Summit
<Summit mondiale per salvare il ponte.>Il Corriere della Sera, 09 Gennaio
2015.
<Lunedì summit tra le banche per la tabella di marcia dell’aumento di capitale
di Carige.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015.
Ennesimo anglicismo del tutto evitabile. Per summit infatti si intende un
semplice incontro o riunione. Letteralmente però questa parola in inglese significa
“cima” , “sommità” ed è da qui che si è trasformato nello specifico in una “riunione
tra i capi” o meglio “incontro al vertice” riferendosi ovviamente ad un incontro tra
dirigenti di alto livello.
15.
Local tax
<Confermato il bonus Irpef. Il rinvio della «local tax» congela la Tasi per il
2015.> Il Sole 24 Ore, 20 Dicembre 2014.
<Niente local tax, prolungate Imu e Tasi.> Il Sole 24 Ore, 20 Dicembre 2014.
Fresco di fine 2014, questo anglicismo prende vita grazie all’attuale Presidente
del Consiglio Renzi, il quale “vanta” una grande conoscenza della lingua inglese
tanto da aver anche tenuto una vera e propria conferenza in inglese. Per “local tax” si
vuole intendere una nuova tassa sulla casa. Forse questo nuovo anglicismo voleva
essere un modo carino per alleggerire agli italiani questa nuova tassa? Tentativo
fallito.
40
16.
Rating
<Russia: Fitch taglia il rating a BBB-, a un passo dal livello «spazzatura».> Il
Sole 24 Ore, 9 Gennaio 2015.
<Credit Suisse taglia rating di Terna.> La Stampa, 07 Gennaio 2015.
Anglicismo usato nello specifico nel mondo finanziario. Il rating, in italiano
classificazione, è un metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari, sia le
imprese in base al loro rischio finanziario. Letteralmente però in inglese sta per
“classificazione”.
17.
Bond
<Unicredit: lanciata emissione bond al 2020 a tasso variabile.> Il Sole 24 Ore,
10 Gennaio 2015.
<Intesa San Paolo lancia bond a 5 anni.> Milano Finanza, 08 Gennaio 2015.
Altro termine prettamente finanziario ed economico , letteralmente significa
“legame”. E la cosa curiosa è proprio questa: dal suo significato letterale di
“legame”,
nel
campo
finanziario
diventa
“obbligazione”.
Che
simpatica
trasformazione.
Termina qui la nostra lista degli anglicismi più usati nel mondo della politica.
Possiamo dunque affermare che molti di questi potrebbero essere facilmente
sostituiti con termini in italiano di egual significato, rendendo il linguaggio politico
molto più comprensibile e scorrevole. Il perché non farlo? Bè, questo è un altro
discorso.
41
Capitolo 5
Gli anglicismi e l’informatica
Nella lingua speciale, in questo caso nella lingua dell’informatica, la
terminologia è elemento dominante per descrivere la varietà dei concetti del campo
specifico, però statisticamente è meno presente nei testi scientifici del lessico della
lingua comune in quanto costituisce circa il 10-20% dei lessemi dei testi specialistici.
Il linguaggio informatico subisce molto spesso dei cambiamenti, esistono
anche doppi termini che designano lo stesso oggetto o lo stesso concetto. Questo
vuol dire che nell’informatica italiana vengono usate due espressioni sia italiana sia
inglese. Ad esempio disco fisso, oppure disco rigido – hard disk, videoscrittura –
word processor, base dati – database.
Come si è già menzionato prima la terminologia inglese nel settore informatico
è diffusa in tutto il mondo. Questi forestierismi nel campo dell’informatica vengono
chiamati internazionalismi, perché vengono usati in larga misura anche nelle altre
lingue del mondo. Per esempio i prestiti dall’inglese, che sono molto conosciuti tra la
gente sono: computer, memoria, monitore, processore.
.
5.1
I prestiti dall’inglese non adattati
I prestiti non adattati, oppure possiamo chiamarli anche non integrati,
fonologicamente e morfologicamente costituiscono il 15% di tutto il lessico
specialistico informatico. (MARRI, 2003) Ovviamente nella lingua italiana comune il
numero di tali prestiti è molto più basso, ma possiamo anche vedere, che questa
percentuale dei prestiti non integrati nella lingua informatica non è così alta come
avremmo pensato.
Però se paragoniamo la quantità dei prestiti non adattati e dei calchi nel
linguaggio italiano, l’influsso inglese si presenta come elemento dominante. Il
linguaggio dell’informatica si sviluppa così velocemente, che correntemente ci sono
tanti termini speciali, soprattutto non adatatti. Può accadere, che quelli più recenti
non si trovino ancora neanche nei dizionari italiani.
42
E analizzando questi numeri quindi possiamo dire quasi con assoluta certezza
che ognuno di noi utilizza tutti i giorni termini informatici in inglese. Stendiamo una
lista dei più frequenti e non per rendere l’idea di quanto detto:
Backspace – significa in italiano arretramento, si scrive con la b maiuscola.
Ad esempio Premere Backspace per eliminare testo a sinistra del punto di
inserimento. In più notiamo che Backspace non viene introdotto dall’articolo.
Backup – oppure salvataggio e neanche con questo termine si usa l’articolo.
Per esempio lo possiamo osservare nella frase successiva: Il modo migliore è quello
di usare un programma di backup.
Bookmark – di genere maschile, per formare il plurale, a volte si aggiunge il
suffisso –s, e cioè il suffisso inglese del plurale, ma ci sono dei prestiti che al plurale
restano immutati, come si può osservare anche in questa frase: Eccoci ad un nuovo
appuntamento dei bookmark con alcune segnalazioni sparse sul mondo del web
design.
Browser – termine il cui genere è maschile come nel caso di quasi tutti i
prestiti inglesi. Però esiste anche il calco di questo termine motore di ricerca. Questa
parola inglese non adattata rimane immutata nel plurale. Ecco l’esempio: Nuovi
browser e nuove funzionalità per esplorare il web; programmi, per Windows e per
Mac OS X che aprono gli occhi agli internauti verso nuove esperienze …
Click – è una parola non adattata di genere maschile e . Ecco l’esempio: ... il
‘click’ del mouse (la pressione di uno dei suoi tasti) viene ricevuto e interpretato in
accordo con le istruzioni fornite dal programma che si sta utilizzando.
Client – sostantivo di genere maschile e del plurale immutato. Lo possiamo
osservare nella frase successiva: ...sul server per abilitarlo su tutti i client, oppure
nelle sezioni relative ai client che ...
Cookie – questo termine non è conosciuto molto bene tra la gente la quale non
si interessa tanto dei computer. Cookie vuol dire letteralmente biscottino, ovvero un
file inserito nell’applicazione base del Navigator di Netscape. Ecco l’esempio, grazie
a cui possiamo osservare, che questo termine è di genere maschile e in più nel plurale
si aggiunge il suffisso inglese –s. I Cookies sono piccoli file di dati spediti da un sito
web al tuo browser web e registrati sul tuo hard disk.
43
Cross-postings – vuol dire posta incrociata. Ad esempio: Evita il 'crosspostings'. Il genere di questo termine inglese è maschile e si usa nel plurale, quindi
con il suffisso –s.
Desktop – è di genere maschile. Ma esiste anche il calco piano di lavoro, che
però non si usa molto spesso. Invece il termine originario desktop è diffuso
nell’italiano abbastanza. Lo possiamo osservare nella frase successiva: ...cestino per i
rifiuti, che è presente sullo sfondo del desktop, ovvero della schermata principale di
Windows.
Dial-up – che in italiano significa connessione via modem e linea telefonica a
un altro computer, non ha subito nessuna modificazione morfologica. Lo possiamo
osservare in questa frase: Questo è vero in un ambiente all' interno di una LAN
(Local Area Network, ossia una rete locale) ma in un ambiente dial-up (ossia in
linea commutata), le cose sono differenti...
Directory e subdirectory – queste due parole vengono usate meno dei loro
calchi cartelle e sottocartelle, ma nei testi scientifici possono apparire anche questi
termini inglesi non adattati nell’italiano. Nella frase successiva vediamo che questi
prestiti non adattati non subiscono neanche il suffisso del plurale inglese. ...i file
vengono conservati sul disco rigido organizzati in cartelle e sottocartelle (directory e
subdirectory)...
Download – la parola che si usa in Internet è download. In italiano vuol dire lo
scaricamento oppure si può usare anche come il verbo scaricare, però nel linguaggio
informatico non viene usato questo calco italiano quasi mai. Il sostantivo download è
di genere maschile e lo vediamo in quest’esempio: È l’operazione inversa al
download.
Driver – vuol dire dispositivo pilota. Questa parola è di genere maschile e al
plurale rimane a volte immutata e a volte si aggiunge il suffisso inglese del plurale –
s. Lo possiamo osservare in queste due frasi successive:
I driver fungono da
interpreti tra il computer e un dispositivo quale il lettore CD-ROM. Se non hai
trovato i drivers che stavi cercando... prova a chiedere qui.
Computer – questo termine è conosciuto da tutti molto bene. Negli anni
Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta veniva usato il calco elaboratore
elettronico, oppure solamente elaboratore. Il termine computer appare stabilmente in
44
italiano dal 1964.16 Con il passare del tempo questa espressione italiana è sparita dal
linguaggio dell’informatica e ora si usa solo il prestito inglese computer. Il genere di
questo termine è maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s.
E-mail – Possiamo usare anche il termine italiano posta elettronica. Qui nasce
il problema di che genere sia questo prestito inglese. Il motivo di questo problema è
che la parola e-mail può riferire alle tre indicazioni. La prima indicazione esprime
“il sistema di trasmissione di dati che possiamo tradurre con posta elettronica”, la
seconda vuol dire l’indirizzo di posta elettronica e alla fine la terza indicazione
esprime il messaggio inviato oppure ricevuto tramite posta elettronica. La terza
indicazione viene molto spesso ridotta a mail. Nel primo caso non c’è dubbio che il
genere sarà femminile, perché equivale con la parola italiana posta, il cui genere è
ovviamente femminile. Nel secondo caso il genere può essere maschile, perché
indirizzo è maschile e alla fine nell’ultimo caso questi due generi oscillano, perché lo
possiamo capire in due modi diversi. Se usiamo il genere maschile, poi ci riferiamo
alla parola messaggio, che è di genere maschile. Altri parlanti invece usano (e-)mail
al femminile, perché si riferiscono alla parola italiana lettera, che è femminile.
File – questa parola inglese significa in italiano archivio. Questo sostantivo è
di genere maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso –s. Ecco la prova: ...le
icone per rappresentare i file, i menu, i box di dialogo.
Font – è l’insieme dei caratteri stampabili, ha il genere maschile e il plurale
mutato. Lo possiamo osservare nella frase successiva: Un font è un alfabeto
disegnato in uno stile particolare. I font si applicano ai caratteri visualizzati sullo
schermo e a quelli stampati.
Hacker – sono i pirati della Rete. Questo termine specifico è di genere
maschile e non cambia al plurale. Lo possiamo vedere nella frase successiva: Agli
esordi di Internet, gli hacker erano solo programmatori eccezionalmente bravi che si
divertivano a infiltrarsi nei sistemi altrui, senza creare grande scompiglio.
Hard disk – questa parola inglese si può usare anche come il calco disco rigido
oppure disco fisso, quindi ci sono due termini per un significato. Però il termine
16
F. MARRI, Lingua dell’informatica e lingua comune, , in Plurilinguismo. Contatti di lingue e
culture, a cura di F. MARRI, Università degli Studi di Udine, Centro Internazionale sul
Plurilinguismo, Udine 2003, p. 183.
45
originale hard disk è più frequente del calco. 17 Nel plurale rimane immutato. Ecco
l’esempio: Gli hard disk esterni sono ormai molto comodi, sia per il backup che per
l'archiviazione portatile.
Hardware – un termine inglese che non si è adattato alla morfologia italiana,
però si è adattato alla fonologia italiana. Lo possiamo osservare in questa frase:
Sappiamo però che il funzionamento di un computer non dipende solo dall’hardware
ma anche, e in maniera determinante, dai programmi che il computer è in grado di
eseguire, il cosiddetto software. In un certo senso, il software ‘dà vita’
all’hardware...
Vediamo che nella parola hardware non si pronuncia h, perché nell’italiano
questa lettera è muta. Lo possiamo provare grazie alla preposizione articolata, la cui
forma è all’ oppure dell’ e queste forme si usano quando il sostantivo inizia con la
vocale. In più hardware è di genere maschile.
Head – in italiano testina. Questo termine non viene introdotto da articoli
italiani e nemmeno cambia al plurale. Ecco la prova: Il testo all' interno dei tag
<head> e </head> fornisce delle informazioni di alto livello riguardo il documento
stesso, al browser web.
Home page – in italiano vuol dire pagina principale, in Internet si comporta
nel plurale come la parola inglese perché si aggiunge –s. Spesso le persone parlano
delle loro pagine personali come se stessero parlando di homepages. Il genere è
femminile, cioè una rarità per i termini inglesi dell’informatica. Il genere coincide
con il genere dell’equivalente italiano di un elemento di questa denominazione, cioè
pagina. Lo possiamo vedere nella frase successiva: ...nella home trovi tutte le
informazioni che ti servono per muoverti all’interno del sito... Possiamo anche
accorgerci che esiste l’abbreviazione della home page che viene chiamata home ed è
di genere femminile.
Input e output – sono le parole con cui non si usa l’articolo neanche si
trasforma al plurale, perché esse sono i termini molto generali. Si vede nella frase
successiva: Il mouse affianca la tastiera come dispositivo di input.... Quanto ai
dispositivi di output, vengono subito in mente la stampante e lo schermo...
17
F. MARRI, La lingua dell’informatica, cit., p. 630.
46
Internet – è un fenomeno dell’informatica. Si scrive con la I maiuscola e non si
usa l’articolo definito. Ovviamente non esiste il plurale, perché questo sostantivo è di
massa. Ecco l’esempio: Sappiamo che Internet è una rete di computer... Windows
2000 permette di creare reti di computer che sfruttano al loro interno i protocolli e
gli strumenti di comunicazione di Internet.
Joystick – è un termine specifico di genere maschile e nel plurale rimane
mutato. Anche il joystick è un dispositivo di input concettualmente non troppo
lontano dal mouse.
Layout – è di genere maschile e si scrive con la L maiuscola. Ecco l’esempio:
Quando compare la finestra Nuova diapositiva scegliere un Layout automatico e
confermare con OK.
Link – vuol dire collegamento tra documento in una rete informatica. È di
genere maschile e nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s. Lo possiamo
vedere nella frase successiva: Così di solito la homepage di una societa' contiene il
suo logo e i link di partenza per visitare il sito.
Mailbox – è una parte della memoria dove sono archiviati i messaggi e i testi
inviati attraverso un sistema di posta elettronica. Mailbox è di genere femminile,
perchè si percepisce come una casella postale, che è di genere femminile. In più nel
plurale queto termine rimane immutato. Lo possiamo osservare in questa frase:
Register.it ti offre le mailbox exchange per leggere e gestire la posta da pc e mobile.
Mailbomber – è la parola particolare usata in Internet. I cosiddetti mailbombers
sono le persone che inviano un’enorme quantità di posta per inondare le mailbox di
altri utenti, costringendoli a sprecare molto tempo nel tentativo di smaltirla. Questo
prestito non adattato è di genere maschile e nel plurale si aggiunge il suffisso inglese
–s. Ecco l’esempio: Comunque un attacco di un mailbomber è piuttosto pericoloso
...
Mailing list – significa lista postale. È di genere femminile come il suo
equivalente italiano. Ecco la prova: I messaggi spediti a un indirizzo vengono
automaticamente rispediti a tutti gli iscritti alla mailing list.
Menu – è una rappresentazione di una lista di opzioni che l’utente può
selezionare posiziando il cursore o il mouse del computer. È di genere maschile e
nel plurale non si aggiunge il suffisso inglese –s. Si vede nell’esempio successivo:
47
Sotto questa barra, la maggior parte delle finestre comprende una barra dei menu,
attraverso cui accedere ai menu a discesa che permettono di impartire ...
Modem – è un acronimo di MOdulator-DEModulator, dispositivo che collega
sistemi di comunicazione trasformando i segnali o gli impulsi in codici adeguati alla
trasmissione in corrente alternata. Questa parola è di genere maschile come lo
possiamo osservare in questa frase: Devi avere un modem per collegare il tuo
computer alla tua linea telefonica ...
Monitor – questo prestito non adattato è di genere maschile e nel plurale non si
aggiunge il suffisso inglese –s. Ad esempio: Negli ultimi anni si stanno diffondendo
monitor a cristalli liquidi anche per l’uso con computer da tavolo, in alternativa ai
monitor tradizionali...
Mouse – questo termine non si è adattato nell’italiano, perché la sua traduzione
topolino sembrerebbe un po’ scherzosa. Il suo genere è maschile ed è invariabile al
plurale. Lo vediamo nella frase successiva: Anche il mouse è un dispositivo di input:
attraverso appositi sensori ...
Mousepad – insieme con questa parola inglese si usa anche il calco italiano,
tappetino. È di genere maschile. Ad esempio: Al movimento del mouse su un piano
(molto spesso quello del ‘tappetino’ o mousepad) viene fatto corrispondere il
movimento del puntatore nello schermo.
Personal computer – è elaboratore di ridotte dimensioni, facilmente
‘portabile’. Subisce le stesse regole come la parola computer, quindi è di genere
maschile e nel plurale non si aggiunge –s alla fine della parola. Ecco l’esempio: ...
ve ne sono di molti tipi, dalle economiche schede sonore montate sui normali
personal computer a vere e proprie stazioni dedicate usate in studi di registrazione
professionali.
Provider – è una società o istituzione che fornisce l'accesso a Internet. È di
genere maschile e non varia al plurale. Lo vediamo nella frase successiva: Di norma i
provider richiedono il pagamento di una somma di denaro, non elevata, per
usufruire dei loro servizi.
Scanner – questa parola si potrebbe tradurre in italiano come analizzatore. È
un dispositivo magnetico o foto-elettrico che trasforma ogni carattere. Il suo genere è
48
maschile e nel plurale non cambia. Ad esempio: Leggi la guida sugli scanner di
Kelkoo IT.
Server – anche quest’espressione è di genere maschile e nel plurale non si
aggiunge nessun suffisso. Il server permette lo smistamendo delle funzioni e delle
informazioni di una rete. Ecco un esempio: Protocollo alla base del Word Wide Web
che regola l'interazione fra i browser e i server che gestiscono e inviano i documenti
...
Schermo touch screen – è uno schermo sensibile al tatto. In questo caso queste
parole composte si comportano come se fossero le parole italiane, perché la prima
parola schermo è infatti italiana, quindi essa subisce automaticamente tutte le regole
grammaticali italiane.
'Snail' mail – a questo termine si riferiscono le stesse regole come a mail.
Scherzosamente viene chiamato 'snail' mail, ossia posta lumaca, che viene
contrapposta a quella elettronica degli utilizzatori di Internet. Ecco l’esempio: Sapate
cos'è una snail mail?
Spammer – questa parola si usa nel mondo di Internet. Vediamo che nel
plurale si aggiunge il suffisso inglese –s ed è di genere maschile. Lo possiamo
osservare nella frase successiva: Ci sono persone sulla rete che disturbano inviando
un sacco di posta non richiesta. Stiamo parlando degli spammers.
Spamming oppure spam – questa parola vuol dire l’invio di un messaggio
pubblicitaro fastidioso a una mailing list sulla rete Internet. Nel singolare questo
termine è di genere maschile, però nel plurale è di genere femminile, perchè si
percepisce come la parola mail, che è di genere femminile. In più nel plurale rimane
immutata. Lo osserviamo in questa frase: Travolti dalle spam. Nei nostri computer
oltre il 90% delle mail in arrivo sono proprio spam.
Software – è la parola che è di genere maschile e al plurale rimane immutata.
Sono dei programmi che il computer è in grado di eseguire. Ecco un esempio: In un
certo senso, il software ‘dà vita’ all’hardware.
TAG – è un acronimo del gruppo delle parole Technical Assessment Group. I
tag in genere servono per indicare al browser come e dove devono essere visualizzati
testo, immagini e gli altri elementi della pagina e come deve rispondere il browser
alle azioni dell’utente. TAG è di genere maschile e nel plurale rimane invariato. Lo
49
vediamo in questo esempio: I browser visualizzano gli elementi della pagina
seguendo le indicazioni dei tag.
Trackball – questa parola è di genere femminile, perché la trackball è una
specie di pallina, il cui genere è femminile in italiano. Lo possiamo notare anche in
questa frase: Talvolta, il mouse viene sostituito da dispositivi quali la trackball (una
sorta di ‘mouse rovesciato’, che permette il controllo dei movimenti del puntatore
attraverso la rotazione di una pallina.
Virus – questa parola è di genere maschile come la maggior parte dei vocaboli
informatici e nel plurale non si aggiunge il suffisso –s. Ecco l’esempio: In effetti, ci
sono almeno tre grosse famiglie di 'guai' informatici, che possono mettere in
pericolo il nostro lavoro e i nostri dati: i guasti meccanici, i virus e gli errori umani.
Zoom – è una parola che non viene introdotta dall’articolo italiano e non varia
al plurale. Lo possiamo osservare nella frase successiva: Per cambiare dimensione,
fare clic sulla freccia della casella discesa Zoom per selezionare un ingrandimento.
5.2
I prestiti dall’inglese adattati
Base di dati – il termine proviene dal termine inglese database. Come
sappiamo nell’italiano le parole composte subiscono la regola secondo la testa a
sinistra, però nell’inglese è opposto. È di genere femminile. Ecco l’esempio: ...
definendo numero e tipologia dei relativi campi; di inserire, scheda dopo scheda, le
informazioni relative alla nostra base di dati...
Però nell’italiano si usa anche il termine inglese database. In questo caso il
genere di questa parola non è più femminile ma sorprendentemente maschile. Ad
esempio: Un database è costituito da una collezione di schede, o record, dalla
struttura regolare e organizzata in campi (field).
Configurazione – questa parola si è formata sull’esempio della parola inglese
configuration. Il suffisso inglese –tion si è sostituito con il suffisso sostantivale
italiano –zione. Questo termine è di genere femminile. Lo possiamo vedere nella
frase successiva: Di seguito viene riportata la configurazione standard per la
stampante HP LaserJet 1018.
50
Cursore – è un adattamento della parola inglese cursor. Notiamo l’aggiunta
della desinenza –e con cui avviene l’integrazione nel sistema dell’italiano che
prevede la terminazione dei lessemi in vocale. Cursore è di genere maschile. Ecco
l’esempio: ...innanzitutto le frecce, tasti direzionali che controllano di norma lo
spostamento del cursore sullo schermo...
Dischetto oppure
floppy disc – qui vediamo che si usano entrambe le
espressioni, sia l’espressione italiana adattata alla morfologia italiana, cioè dischetto,
la parola che si è sviluppata dalla parola inglese diskette, e sia l’espressione non
adattata floppy disc che proviene dall’inglese, però ormai quest’espressione
originaria si usa raramente.
Formato – questo prestito adattato proviene dalla parola inglese format e per
adattarlo all’italiano si è aggiunto il suffisso italiano di genere maschile –o. Lo
vediamo nella seguente frase: Altri dispositivi di input sono ad esempio uno scanner
(attraverso di esso il computer ‘riceve’ immagini tradotte in formato digitale;...
Icona – questo termine si è formato dalla parola inglese icon e si è aggiunto il
suffisso italiano di genere femminile –a. Ad esempio: Questo contenuto comprende
in genere un elenco di file, ciascuno rappresentato attraverso il suo nome e
attraverso una piccola icona.
Installazione - questo sostantivo proviene dall’inglese installation e vediamo
che si è adattato con il suffisso sostantivale equivalente –zione.
Navigatore – questo termine specifico nasce dal termine inglese navigator
essendo adattato tramite il suffisso –e. È di genere maschile.
Navigazione – un altro termine che proviene dall’inglese navigation e in cui il
suffisso inglese –tion viene sostituito dal suffisso italiano –zione. È di genere
femminile come tutte le parole italiane che finiscono con il suffisso –zione. Lo
51
vediamo nella frase successiva: ...programmi per la navigazione su Internet,
programmi didattici, editoria multimediale, e così via.
Pannello di controllo – questo termine specifico è il prestito dal termine
inglese control panel. È di genere maschile, quindi si è aggiunto il suffiso –o e in più
si sono raddoppiate sia la n sia la l. Vediamo che l’ordine di parole è opposto, perché
in italiano vale la regola di testa a sinistra. Ad esempio: Il pannello di controllo della
stampante comprende due spie informazioni specifiche sulle funzioni relative alle
caratteristiche di stampa.
Porta – in inglese port. Per adattare questa parola al sistema morfologico
italiano si è aggiunto il suffisso di genere femminile –a. Lo possiamo vedere nella
frase successiva: La pagina di prova della stampante contiene informazioni sulle
impostazioni del driver per la stampante e della porta.
Processore – questa parola adattata è di genere maschile e proviene dalla
parola inglese processor. Lo vediamo in queste frasi: Nel frattempo, però, erano
apparsi computer basati sui nuovi e più potenti processori 80236 e 80386; a
Windows 2.0 si affiancarono dunque versioni specifiche per il processore 286
(Windows
2.1)
e
386
(Windows/386).
Programma – il prestito adattato che proviene dall’inglese program, è di
genere maschile. Lo possiamo osservare in questa frase: il ‘click’ del mouse (la
pressione di uno dei suoi tasti) viene ricevuto e interpretato in accordo con le
istruzioni fornite dal programma che si sta utilizzando.
Protocollo – questa parola proviene dalla parola inglese protocol e per
adattarla si è aggiunto il suffisso di genere maschile –o e in più la lettera l si è
raddoppiata. Ecco l’esempio: I servizi di rete Internet si basano su una serie di
protocolli, ognuno dei quali è implementato per undeterminato servizio: ad esempio
il Web si basa sul protocollo http,...
52
Sistema operativo – questo termine proviene dal termine inglese operating
system. Di nuovo si applica la regola di testa a sinistra, quindi l’ordine di parole è
invertito. In più siccome queste due parole si sono adattate al sistema morfologico
italiano, nella parola operating si è tolto il suffisso inglese –ing, essendo sostituito
con il suffisso aggettivale italiano –ivo. Poi il sostantivo system si è adattato come un
sostantivo italiano di genere maschile sistema. Ecco l’esame: Il sistema operativo ha
proprio questa funzione fondamentale.
Termina qui la nostra lunga lista di anglicismi adattati e non, volta a facilitare
la comprensione di alcuni termini specifici e a testimonianza della tesi seconda la
quale gli anglicismi stanno prendendo piede inesorabilmente nella nostra lingua ed in
questo caso specifico ancor di più nel linguaggio informatico.
53
Capitolo 6
Linguisti a confronto
Si
può dire con un minimo grado di approssimazione che negli ultimi
cinquant’anni tutti quanti si siano occupati, da diversi punti di vista, delle vicende
della nostra lingua, si siano incontrati (o scontrati) con il problema costituito dal
crescente numero di parole straniere e, in particolare, di anglicismi. Linguisti,
giornalisti, intellettuali, cultori, appassionati della lingua e politici hanno detto la
loro. Le posizioni meno interessanti sono quelle degli studiosi che hanno scelto di
descrivere i fenomeni senza prendere partito. Queste posizioni possono essere
riassunte dalla seguente affermazione di Zolli 18: «Il fenomeno ‘moda’, il gusto
dell’esotico, il fascino di una lingua straniera sono comunque alla base del prestito
linguistico; tutti conosciamo persone che ostentano un uso assolutamente immotivato
di parole straniere, ed è chiaro che questa tendenza può facilitare l’afflusso di parole
da una lingua all’altra. Ma la linguistica moderna, ritenendo estranee al proprio
campo d’indagine le argomentazioni e le spiegazioni di carattere extralinguistico,
preferisce distinguere i prestiti in prestiti definitivi e non riusciti, e … tende a
ricercare le cause linguistiche dell’introduzione di un prestito».
Certamente appare un po’ limitativo il giudizio sulle competenze della
linguistica moderna, inoltre appare impossibile spiegare la lingua solo ed
esclusivamente con la lingua stessa, trascurando cause, motivi e influssi “esterni”.
Tullio De Mauro è un linguista che non ha mai avuto paura dei numeri. Già
nella sua Storia della lingua dell’Italia Unita aveva quantificato nel 3% del lessico
totale la componente dei forestierismi (metà dei quali non adattati). Nel LIP 1993 De
Mauro (T. DE MAURO, 1993) (KLAJN, 1972) informa che nell’italiano parlato gli
esotismi sono appena 1474, pari allo 0,3% del totale, pertanto «è chiaro che gli
anglicismi e l’intera sfera degli esotismi sono a livelli di minima significatività
statistica». Nella Postfazione del GRADIT 19 una tabella indica che gli anglicismi non
adattati sono 4303 e quelli adattati 1989, per un totale di 6292, ovvero un numero di
gran lunga più consistente degli esotismi. Ma, contro le ricorrenti ondate puristiche,
De Mauro ricorda che l’inglese, a differenza del tedesco, «ha sostituito oltre il 75%
18
19
Zolli Paolo, Le parole straniere, pag. 3.
De Mauro Tullio, Postfazione al GRADIT, vol. 6, pp. 1163-1183.
54
del lessico germanico con francesismi antichi e moderni, con ispanismi e italianismi
e, soprattutto, con latinismi». In altri termini, l’inglese è ormai diventata per certi
aspetti una lingua più attivamente neolatina di lingue geneticamente neolatine.
Dunque: di che temere se vi è una compatibilità strutturale tra i vocaboli inglesi e
quelli italiani?
De Mauro è dunque il capofila degli “aperturisti”, cioè di coloro che non
ritengono la lingua italiana minacciata dalla penetrazione dell’inglese, ma anzi,
appellandosi alle vicende storiche della nostra lingua, vedono negli esotismi uno
degli elementi che permettono al nostro patrimonio lessicale di arricchirsi e, al tempo
stesso, di svecchiarsi.
I numeri offerti dal GRADIT non sono forse in sé preoccupanti, tuttavia fanno
registrare un notevole incremento rispetto a quelli proposti dal Klajn 20 (1972): 2150
anglicismi complessivi, di cui 1600 non adattati. Nell’arco di un trentennio scarso,
dunque, gli anglicismi sono all’incirca triplicati sia nel numero complessivo sia per
quanto riguarda i prestiti integrali non adattati.
Sulla base delle cifre di Klajn, Francesco Bruni (1984), considerando anche i
casi di coppie sinonimiche italo-inglesi, affermava: «Risultano pertanto infondate le
preoccupazioni, espresse fino a qualche anno fa, su un supposto rivoluzionamento
dell’italiano provocato dalla sconsiderata accettazione di parole straniere».
Nella Presentazione in testa al Dizionario degli anglicismi nell’italiano
postunitario, un’opera che raccoglie più di 2300 lemmi, Luca Serianni
(LANZARONE, 1997) spiega perché «l’anglicizzazione pur cospicua, non ha
sovvertito la compagine tradizionale dell’italiano»: innanzitutto perché la pronuncia
è adattata ai fonemi dell’italiano (fenomeno ancor più vistoso nei derivati, come in
computerizzare rispetto a computer); secondo perché non rimane traccia, almeno nel
parlato, dei plurali in –s; terzo perché in molti casi l’italiano mantiene l’ordine
tradizionale determinato + determinante come in volo charter. Partendo da questi
presupposti lo studioso afferma che la penetrazione dell’inglese è alta nei linguaggi
tecnico-scientifici, ma è scarsa sia nella conversazione delle persone colte, sia nella
conversazione familiare, sia in quella dei giovanissimi. Probabilmente i venti anni
trascorsi nel frattempo inducono a modificare questo giudizio, nel senso che proprio
20
Klajn Ivan, Influssi inglesi nella lingua italiana.
55
le classi più colte del Paese hanno progressivamente accolto anglicismi in numero
crescente per parlare di politica, di musica e di cinema, e di qui parecchi esotismi
sono poi debordati nella lingua comune. Del resto negli ultimi anni si è diffuso a
pieno il potenziale di modellizzazione anche linguistica operato dal sistema
televisivo,
grazie
alla
moltiplicazione
di
testate
giornalistiche,
rubriche
d’informazione, talk show, trasmissioni fondate sulla cronaca rosa, le cosiddette
“telenovelas” e così di seguito. Pensare che tutto ciò possa non aver avuto un riflesso
sulle abitudini linguistiche degli italiani è inconcepibile. Serianni ricorda ancora che
la storia delle parole inglesi in italiano è fatta di acquisti, ma anche di perdite. Diversi
anglicismi sono entrati in italiano per un certo tempo, ma poi ne sono usciti o sono
stati affiancati da un sostituente italiano. All’esempio dell’italianizzazione della
terminologia calcistica, proposto da Serianni, si può aggiungere, in anni più recenti,
la progressiva italianizzazione della terminologia informatica, per lo meno per
quanto attiene ai termini di maggior uso e diffusione (un esempio: nel linguaggio
della posta elettronica allegato si è ormai imposto su attachment). Però, come nel
calcio tuttora convivono termini italiani e inglesi, così nell’universo linguistico
informatico la situazione è in fase di assestamento.
Lanzarone21 individua tre categorie di anglicismi informatici, quelli sottoposti
ad una traduzione letterale (window > finestra), quelli difficilmente traducibili
(backup, bug, software), quelli facilmente traducibili eppure accolti nella forma
originale (voci gergali come shadow o scratchpad).
Come è già accaduto per molte parole inglesi entrate in passato in italiano, non
è impossibile che anche per alcuni anglicismi più recenti si possa ipotizzare un
regime di “coabitazione” con un corrispondente italiano, in attesa che la storia decida
quale dei due debba imporsi, oppure sancisca la coabitazione stessa. Da questo punto
di vista Schweickard (Beccaria, Italiano Antico e Nuovo, 2002) sostiene che l’uso di
anglicismi favorisce un allargamento di opzioni stilistiche nella nostra lingua, in
particolare quando tra i due elementi vi sia una chiara dislocazione diafasica.
La riflessione forse più diffusa e articolata sugli anglicismi alla fine degli anni
Ottanta si deve a Gian Luigi Beccaria 22. Lo studioso si colloca nel filone del pensiero
antipuristico, fondato sostanzialmente sui seguenti argomenti: primo, non esistono né
21
22
Lanzarone Marco, Note sulla terminologia informatica, pp. 427-503.
Beccaria Gianluigi, Italiano. Antico e Nuovo, pp. 241-244.
56
sono mai esistite lingue pure, cioè non contaminate dall’influsso di altre lingue: «Il
prestito non è segno, soltanto, di assoggettamento. Esser misti è un pregio, non un
difetto»; secondo, la struttura dell’italiano non è assolutamente intaccata dagli
anglicismi: «Non strilliamo dunque per quel po’ di anglismo che sembra recarci
disturbo. L’italiano è ancora una grande lingua vitale, una lingua di cultura in
movimento»; terzo, la penetrazione dell’inglese non è generalizzata, ma riguarda
solo alcuni settori: «anzitutto quello commerciale, poi quello del tempo libero e dello
sport, infine il settore dello spettacolo, musica leggera, moda giovanile e lingua dei
mass media».
In realtà nessuno dei tre argomenti appare del tutto inoppugnabile. E’ vero che
il prestito, in sé, non è un segno di assoggettamento culturale e linguistico, però
quando il flusso è a senso unico, per cui il rapporto tra parole date e parole prese è di
1/1000, qualche problema di equilibrio tra le due lingue, e culture, sussiste. Quanto
alla struttura complessiva della nostra lingua, alcune crepe, magari non molto
vistose, cominciano ad affiorare. Soprattutto il conflitto, già citato, tra grafia e
pronuncia. E’ interessante, in tal senso, la previsione di Cartago, la quale,
commentando le grafie pseudo-fonetiche utilizzate da Carmen Covito nel suo
romanzo La bruttina stagionata, del tipo treinin per training, fail per file, rait per
right, afferma che questa «altro non è se non una prefigurazione della probabile
futura grafia dell’anglicismo popolare».
Anche l’ordine dei costituenti dei composti è spesso sconvolto in favore della
sequenza determinante + determinato (es. sieropositivo) imposta dal modello
anglosassone. Inoltre va messo nel conto il numero crescente di vocaboli formati da
basi inglesi che vanno a sovrapporsi ad altrettanti vocaboli italiani indigeni creando
fastidiose omografie e omofonie. E’ il caso di scannare da scanner, processare
‘elaborare’, di domestico ‘nazionale’.
In ogni caso anche la moltitudine di prestiti non integrati produce un effetto
negativo sul sistema lessicale, dal momento che le risorse indigene vengono
trascurate, rischiando di creare processi di alterazione dei tradizionali meccanismi di
formazione delle parole. Non si può tacere di fronte a forme aberranti come
ticketeria ‘biglietteria’; in questo caso alla repulsione per l’ibridismo del derivato si
unisce lo sconcerto per l’inutilità di tale sforzo creativo. Inoltre i settori indicati da
57
Beccaria nel 1988 come i più “assaltati” dall’inglese appaiono oggi in continua
espansione; occorrerebbe aggiungere il settore tecnico-scientifico, nonché quelli
della politica e della pubblica amministrazione.
L’aspetto più interessante del ragionamento di Beccaria 23 è senza dubbio nel
riconoscimento che non tutti gli anglicismi sono uguali di fronte alla nostra lingua.
Non è possibile pensare ad un atteggiamento uniforme nei confronti delle parole
straniere: ve ne sono alcune di cui non è più possibile fare a meno (bar, sport); altre
che possono essere tranquillamente sostituite. Lo studioso, pur criticando lo
snobismo di molti intellettuali che sono spesso «più inglesi degli inglesi», rifiuta ogni
intervento “politico” sulla lingua: «Ma l’imposizione, quando viene dall’alto, da
un’azione governativa, da un’Accademia, non ce la fa a contrastarne l’uso, per
quanto azzeccata possa essere la proposta». Si potrebbe obbiettare che l’azione
governativa, o meglio ancora di un organismo dotato della competenza scientifica,
del prestigio e del riconoscimento per la cura dei fatti di lingua, è una condizione
certo non sufficiente, ma probabilmente necessaria per il successo delle iniziative
innovative, comprese le eventuali sostituzioni di esotismi con parole italiane. Una
conferma in tal senso viene dalla situazione francese e spagnola. In Francia, come è
noto, la tutela della lingua nazionale è affidata a organismi governativi, i quali, con il
supporto di esperti nel campo linguistico, sorvegliano il buon uso del francese nei
settori pubblici e privati. In Spagna la difesa della lingua è affidata all’ Accademia
della Lingua, autorità normativa e indiscussa, cui spetta il compito di redigere il
vocabolario e la grammatica di riferimento e di pubblicare periodicamente
“enmiendas y adiciones” al vocabolario in un apposito bollettino. Nei due Paesi la
penetrazione di anglicismi crudi è decisamente più esigua rispetto all’Italia e,
soprattutto, è proprio l’opinione pubblica a volere che la propria lingua sia preservata
il più possibile dai forestierismi. Certo, va sottolineato che il francese e lo spagnolo,
a differenza dell’italiano, sono lingue “imperiali”, abituate da secoli a difendere
un’integrità minacciata dalla “contaminazione” coloniale. Ancora oggi il francese e
lo spagnolo devono misurarsi con le rispettive varietà d’oltreoceano ed è quindi
comprensibile la maggiore attenzione che la classe politica e intellettuale dedica allo
stato di salute della lingua nazionale. E tuttavia l’assoluta inerzia dei protagonisti
23
Beccaria Gian Luigi, Italiano. Antico e Nuovo, pp. 220-222.
58
politici e intellettuali di casa nostra risalta in modo imbarazzante. Del resto tale
pigrizia a qualcuno pare non dispiacere, come alla Cartago (Castellani, 1987), la
quale afferma: «non c’è da registrare da noi …, crociata alcuna, ma una posizione
liberale, ricettiva ad occhi aperti, che nessuno dei più avvertiti scambia per
passività».
«Siamo appena agl’inizi d’un processo di scadimento e di frantumazione della
lingua: solo crepe nei muri e qualche pavimento sconnesso. Ma bisogna intervenire,
e bisogna farlo sia individualmente, sia nella scuola, sia attraverso i mezzi
d’informazione e gli organi ufficiali» 24. Sono queste le parole conclusive del famoso
saggio di Arrigo Castellani, Morbus anglicus, comparso nel 1987. In questo lavoro
Castellani suggerisce una cura drastica contro gli anglicismi sulla base dei principi
del “purismo strutturale”.
Innanzitutto lo studioso distingue tra i forestierismi compatibili con la nostra
lingua (tango e simili), da accettare, e quelli incompatibili, da adattare.
L’adattamento può avvenire in tre modi: con una piccola modifica grafica (bichini
per bikini) o fonomorfologica (bluffo per bluff); con la sostituzione per mezzo di un
sinonimo italiano (allibratore per bookmaker); infine con una neoformazione, cioè
una parola nuova, creata ad hoc (guardabimbi per babysitter). Secondo Castellani, in
tal modo è possibile italianizzare o sostituire quasi tutte le parole anglo-americane.
Tuttavia l’autore appare perfettamente consapevole che senza il contributo dei
centri linguistici pubblici i tentativi di italianizzazione rischiano la sterilità. A
proposito del malcostume linguistico dei politici, il Castellani rimprovera a Filippo
Maria Pandolfi, ministro delle finanze nel 1977, l’introduzione di ticket col valore di
‘contributo sanitario’, da allora inamovibile dal nostro linguaggio politico. Che dire,
allora, del ministro del Welfare introdotto dal governo Berlusconi nel giugno 2001?
Come appare, Castellani si pone agli antipodi rispetto alle opinioni prevalenti
in materia di trattamento delle parole straniere. Sia pure con accenti diversi, gli altri
studiosi condividono alcuni presupposti: il fenomeno del prestito linguistico è
intrinseco ad ogni lingua viva; in passato l’italiano ha già conosciuto “invasioni” di
forestierismi, ma ne è uscito indenne; il numero dei forestierismi è talmente basso da
non mettere in discussione l’autonoma fisionomia della nostra lingua da alcun punto
24
Castellani Arrigo, Morbus Anglicus, pag. 153.
59
di vista; nessun intervento linguistico calato dall’alto ha possibilità di successo se
non è comprovato dall’uso generale della comunità dei parlanti. Castellani contesta
tali presupposti con le seguenti controdeduzioni: per ogni anglicismo che scompare,
ce ne sono dieci che subentrano. L’ingresso massiccio e incontrollato può provocare,
in un futuro non troppo remoto, una creolizzazione, cioè una semplificazione
eccessiva, e una dialettizzazione dell’italiano. Il confronto con il francese nei secoli
passati è improponibile per due ragioni: la prima è che la maggiore vicinanza
strutturale tra francese e italiano ha consentito una più facile assimilazione dei
francesismi; la seconda è che la penetrazione dell’inglese è una penetrazione di
massa a differenza di quella del francese limitata agli strati più elevati della comunità
dei parlanti. In effetti l’influsso dell’inglese allarga giorno dopo giorno la propria
estensione. Vi sono interi settori della comunicazione scientifica, scritta e parlata,
che appaiono ormai totalmente anglicizzati (informatica, fisica, medicina e biologia).
Ma oltre che nelle scienze, anche nella comunicazione quotidiana il tasso di esotismi
non adattati è in aumento. Per di più si ha la netta sensazione che in alcuni ambienti
lavorativi legati al mondo delle cosiddette “nuove professioni”, alla nuova economia,
alla tecnologia informatica e satellitare sia in circolazione una quantità di anglicismi,
per ora sommersi,
pronti a “deflagrare” nella lingua comune non appena tali
ambienti assorbiranno un numero crescente di persone oggi impegnate in contesti
lavorativi più tradizionali.
La proposta di Castellani (adattare sempre e comunque tutti gli anglicismi),
seppure coraggiosa e anticonformista, presenta due punti deboli. Innanzitutto, nella
preoccupazione di salvaguardare la fisionomia linguistica dell’italiano, si fonda solo
su parametri di “linguistica interna”, nel senso che riguardano il rapporto strutturale
tra l’inglese e l’italiano, dal punto di vista grafico, fonetico, morfologico. Sulla scorta
di tali parametri non è chiaro, ad esempio, quando si debba preferire un semplice
adattamento grafico-fonetico, oppure una vera e propria sostituzione sinonimica o
attraverso una neoformazione. In sostanza, partendo dall’inglese ticket, si deve
propendere per una adattamento del tipo tichetto o piuttosto per una sostituzione del
tipo biglietto o tagliando? E perché? In secondo luogo appare poco utile la
distinzione tra anglicismi inutili (da rigettare) e necessari (da adattare). Che cosa è
necessario nei complessi rapporti di interferenza tra due lingue? Se l’occorrenza è
60
ravvisata solo nei cosiddetti “prestiti di necessità”, l’accettazione delle parole inglesi
dovrebbe limitarsi a qualche decina. Ogni anglicismo andrebbe valutato facendo
riferimento ad una griglia di parametri in cui si tenga conto anche delle
caratteristiche sociolinguistiche del termine, che dovrebbero essere prese in
considerazione prima di procedere ad una proposta di adattamento-sostituzione.
Ciascun anglicismo ha una propria storia, un proprio percorso, un suo terreno di
coltura che ne hanno favorito la penetrazione in italiano. Se si annulla questa
individualità, si rischia di appiattire su un medesimo sfondo indifferenziato vocaboli
fra loro diversissimi per origine, via d’accesso e livello di stratificazione. Alcuni
degli anglicismi adattati da Castellani, oggigiorno, sono stati tacitamente sostituiti
con un equivalente italiano o, semplicemente, sono scomparsi insieme alla moda che
li aveva introdotti. Nessuno si rivolge più ad un amico dicendo “Sei in big”, si
affermerà invece “Sei un grande” e, ormai, non si sente più parlare di bow-window
(adattato bovindo), banjo (bangio), e beatnik (bittone) . Altri tra i forestierismi da lui
citati convivono perfettamente con un equivalente in italiano e, spesso, vengono
utilizzati come sinonimi: basketball/ pallaccanestro, boss/ capo, boxe/ pugilato,
weekend/ finesettimana.
Alcune delle proposte di Castellani risulterebbero, per il parlante medio, di
difficile comprensione, come intrèdima per weekend: in quanti usano èdima,
dall’italiano antico, per settimana? Stessa storia per le sostituzioni con motivazione
etimologica: che hobby e ubìno, parola usata da Ariosto, vogliono entrambe dire
‘cavallino’ lo sanno giusto i lessicologi! Per non parlare delle neoformazioni da lui
elaborate: non potrai che essere preso in giro se pronunci ginsi per jeans, abbùio per
blackout o fùbbia per smog; è inutile teorizzare che, con l’abitudine, si possano
vedere questi “esperimenti linguistici” come «belli», il parlante li considererà sempre
«buffi» e «strani», perciò sarebbe impensabile la loro accettazione nella nostra
lingua. Nonostante il notevole sforzo l’articolo di Castellani appare, anche se
originale ed arguto, un puro esercizio intellettuale.
61
Conclusione
Dopo aver analizzato il fenomeno degli anglicismi all’interno della nostra
lingua, posso affermare come quest’ultimi abbiamo preso piede in maniera del tutto
invasiva. Sebbene ci siano diverse correnti di pensiero riguardo questo fenomeno,
non si può non notare come l’evoluzione della nostra lingua stia correndo nel tempo.
Che sia un bene oppure no rimane il fatto che tutto sta cambiando, si sta
evolvendo e modificando a seconda delle mode.
Perché si, anche gli anglicismi sono colpiti dalle tendenze, entrano ed escono
dal nostro lessico a seconda del momento in cui si sta vivendo; nel mondo dei
giovani abbiamo appreso come questi termini si fondono con un linguaggio già di per
se “artefatto”.
All’interno di un mondo più “settoriale” come la politica, si è notato come
questi forestierismi hanno sostituito termini italiani di grande importanza storica,
rendendo un linguaggio già di per sé complesso, in uno ancor più difficilmente
comprensibile per chi non ne fa parte.
Abbiamo visto come per la pubblicità l’uso degli anglicismi e della lingua
inglese in generale sia di vitale importanza. Si è potuta notare la grande quantità di
slogan in inglese, quasi sempre al livello internazionale.
Passando poi per uno dei campi che “nasce” con l’inglese, è stato chiaro a tutti
come il mondo dell’informatica dipenda ormai da sempre dall’inglese. Per diversi
termini non esiste neanche una traduzione valida in italiano.
Si è poi analizzato il punto di vista di alcuni linguisti e studiosi di questo
fenomeno da anni ed è emerso come possano convivere insieme tesi di pensiero del
tutto opposte. Da una parte i sostenitori, coloro che analizzando il numero totale di
termini italiani non si sentono minacciati dai forestierismi, e dall’altra parte i critici,
coloro che si sentono decisamente minacciati dall’incombenza di questo fenomeno.
Rimettendo insieme tutti i pezzi, viene da credere che la verità si trovi nel
mezzo. Va benissimo l’evoluzione…il cambiamento fa parte del nostro mondo, ma
attenzione perché il troppo guasta…
62
Introduction
The objective of this work focuses on the need to demonstrate how the
anglicisms or also called "loans" are upsetting and changing our language into a
language that has even brought the dictionary Hoepli (although jocularly) to
introduce and define it as "the English language used in some contexts and
environments, characterized by frequent and arbitrary use of English terms and
phrases".
I don't know about you but I find it absurd. Despite being a student of
languages and especially of translation and interpretation I find the need to say that a
definition of the genre is something really out of the ordinary.
I love my language than the English language and I think they should remain
two distinct languages. I understand and agree with the use of certain anglicisms at
all essential, but greatly disapprove the use and abuse that they are doing now for too
long. The introduction of anglicisms is not a recent theme; namely that in many ways
was inevitable since the early ' 500 but the situation was reversed: the Italian
language was seen by the British as an intellectual language, the language of poetry
andhe anglicisms were very poor.
Over the centuries, however, the situation is reversed. For historical and
cultural reasons the English caught on quickly. And with the passage of time we
found ourselves in a world where the English are a constant in our language.
We will analyze step by step this evolution within various fields such as
politics, fashion, television, advertising, cinema, youth and other languages,
highlighting how often we abuse of these anglicisms; We will analyze how people,
companies and society in general approaches to these, as they use (and abuse), how
plays so sometimes personal and wrong.
We are going to deepen the use of some anglicisms used but often interpreted
and translated so completely wrong, especially the case when it comes to anglicisms
used by young people, but also from thick as political figures or big buisness men.
I Do not hide that the reflection that I will make will be critical at all but why it
is dictated by the "linguistic principles" that I think are essential.
63
To give you an initial idea on how I'm going to play I just quote some
anglicisms that unambiguously can be observed and analyzed by everyone, noting
how the use of the same is not necessary since there is an Italian equivalent of equal
meaning and value. Here is a small list:
1. weekend (finesettimana)
2. selfie (autoscatto)
3. clown (pagliaccio)
4. brand (marca)
5. detective (investigatore)
6. fiction (serie televisiva)
7. gossip (pettegolezzo)
8. killer (sicario)
9. monitor (schermo)
10. personal trainers (allenatore sportivo)
I could go on for much longer, but I think these ten have made the idea of the
work that I'm going to play. You may have noticed how these ten words are extracted
from all different contexts and that you understand how the use of these anglicisms is
found in any field.
64
Chapter 1
The anglicisms: loan words, calques, and false friends
The Italian language is a set of words that are exposed to contact with other
national languages. The language continues to evolve ever, because it is always
influenced by other languages and vice versa. The contact between the two languages
can cause the complete integration into the receiving language, the word is integrated
into the language and doesn't seem to be foreign, or you see right away that the word
does not come from the receiving language, and then that word was not affected by
the morphology's rules of the receiving language.
The fact that languages change as a result of contacts between people, indicates
that they will not stop to evolve. The language is enhanced not only by forming new
words but also using foreign words borrowed from other languages, and so the
language grows forever. It can also happen that the word originally formed in own
language (Italian), used for many years, replaces a foreign word and that there will
disappear from use. For example, elaboratore made by the technical environment,
has been replaced with the English word computer.
As you know, every time, every culture has found its language.. Overcome
language barriers produces an improvement of the linguistic heritage, and trace the
moment of loan and how the assimilation happen, becoming a socio-historical
analysis of two linguistic cultures.
As it has already happened with the invasion of Latin during the Roman
conquest, and with the infiltration of the French during the Norman Conquest,
currently the English language imposes itself in the world. The English influence on
the Italian doesn't see much until the seventeenth century, instead the 18th it begins
to be felt. The influx of English words will continue in the next century and take
relevant dimensions. Especially in recent decades, due to the prominent position
where are the United States. We find that the universal terminology of science,
finance, technology, music, sports, and computer science is largely Anglo-American.
65
1.1
The English words in the Italian language
Among the Romance languages the Italian is undoubtedly the one that looks
more influenced by the English. The Italian is able to exploit the resources in
enriching its vocabulary and open to modernity. In recent decades the anglicism are
used more in mass media compared with everyday language. They are used rather in
certain scientific, cultural or technical environment. The mass of anglo-americanism
looks rather in the new communicative personalized means that are related to the
computer and to the Internet. Before computers were used only for work in offices.
Though now in Europe almost every person has a computer at home and with
the Internet has become an irreplaceable thing from which a lot of people is
dependent. The use of anglicisms has spread in Italy both in literary language and in
spoken language. Though the English words do not appear only in Italian, but
English has become an international language, which is used worldwide, especially
in the technical environment, represented in particular by computer and the virtual
world as the Internet.
In addition the Italian is a language very similar to English because about 60%
of English vocabulary is basic romanza, then many anglicisms you assimilate easily
into the Italian system. Then both languages are partially analytic, so the loans fit
easily into Italian without a morphological adaptation becomes necessary.
1.2
The adaptation of loans in Italian
Any loanword coming from some foreign language. The receiving language
takes the foreign word borrowed and adapted to his system. It is also possible that the
loan does not comply with the rules of grammar of the receiving language and
remains unchanged. The level of adaptation of the loans also depends on the type of
the receiving language, that is If is analytic, synthetic, flexible etc.
66
The Italian language is a flexible language, and almost all foreign words can be
adapted according to their spelling, phonology, morphology, and semantics.
The phonological form of loan can be based on spelling or pronunciation of the
model. The first case can be proved thanks to the words such as as bus/bus/',
'/tunnel/tunnel, tram/tram/', '/spray/sprai. On the other hand, as can be seen well, the
phonological form of newer loans is based on pronunciation (privacy/praivasi/',
'/computer/kompjuter, mouse/' maus/).
Morphological adaptation of the loaned lexemes can be primary or secondary.
The primary changes occur in the process of assimilation of a loan to the receiving
language, in this case the Italian. There are three types of morphological change:
replacement of degree zero; loans without bound morphemes (English golf – golf
in Italian), there are the partial replacement, partial bound morphemes that are not
conform to the morphological system of receiving language (in English contain-er –
contain-er in Italian) and eventually the complete replacement, which happens
when bound morphemes of the donor language, English, are replaced with those of
the receiving language, Italian.
(in English jungle-jungle in Italian, in English
kangaroo – canguro in Italian)
In the secondary phase the loan is fully integrated into the receiving system and
participates in the formation of the words. However in modern Italian, the tendency
towards a morphological adaptation has become weak because, as already
mentioned, these two languages have lexical and structural similarities, then there is
much needed.
Another type of adaptation is the spelling adaptation . Occurs in three ways: the
preservation of the original handwriting, the adaptation of the graphic form of the
loan to the receiving system and the handwriting training according to the
pronunciation. in the Italian language is more frequent in the first case. For example
the words as computer, mouse, show, baby sitter have their original form. The last
form of adaptation is the semantic adaptation. it is borrowed only the meaning of
words.
67
Chapter 2
The youth language and the use of anglicisms
When we talk about youth language, we refer to the "language" spoken by
teenagers, or that category of persons falling in adolescence and post adolescence.
This category of people uses a language that takes its cue from the native language,
in this case the Italian, and modifies the vocabulary, but also often the meaning. For
decades we have been invaded by a language increasingly simplified, reduced to the
limit that is becoming less understandable outside the circle to which it belongs.
In this specific case we will analyze how the anglicisms have further affected
this phenomenon by making even more youthful language "artifact".
If before there was limited to shorten words and locutions like comunque
(cmq), ti voglio bene (tvb), niente (nnt), per (x), perché (xké), quanto (qnt), troppo
(trp), come (cm), and many others, now the situation is even more complex and
articulated. With the introduction of
anglicisms in our language, even the
juvenile language has absorbed quite a few. The fundamental problem is not so much
in having inserted several, but they are used and translated in the worst possible way.
In addition to noticing a large amount it is impossible not to notice the incorrect use
today. they are often used by guys who totally don't know English and therefore tend
to repeat in a mnemonic way only what they hear; while people who know English
make it a rather excessive use because now, use the English language into the Italian
language, it has become fashionable. Introduce these terms in English within a
speech is more "cool". How to use "aperitivo" instead of "happy hour" is from nerds.
This mechanism turns out to be really complicated when you consider that we
are home to one of the most famous and complex languages of the world.
There are cases where the use of anglicisms is indispensable for the purpose of
communication because over the years you haven't found a price that would make
the idea of the term in English. And here all is well. About 160,000 thousand words
how many will ever the anglicisms indispensable? Think a few, very few. but
unfortunately nowadays there are myriad.
68
In the specific area that we are dealing with, the language of youth, this
phenomenon has caught on in a form somewhat distracted. It is believed that the
adoption of these terms sometimes to assert the cosmopolitanism, openness to
innovation.
In fact, there are different types of anglicisms within this category; There are
untranslated ones but pronounced "all'italiana" like for example the word body; in
Italian we use to indicate an article of clothing for women, but in reality in English
does not mean that at all.
If you never been in England and ask for a "body" in a women's lingerie store
none of the orders present there would understand. However, this term is used
constantly in everyday language, both by young girls and not. Other terms widely
used by the youth of today is the bar tour. One goliardic practice that includes the
change from one bar to the other taking litres of alcohol. Although this term has
caught on in an ever broader and more and more people put in place, it is sad to
announce that the combination of the two words is totally wrong: the word exists in
English is pub crawl (even it is informal) which means "giro dei bar". During this
practice as it consumes a disproportionate amount of alcohol and it is precisely here
that we find an anglicism of everything Italian: the rum, spirits who actually writes
like in English, but that unfortunately, we pronounce incorrectly; This shot in fact in
English is pronounced "ram" and I tell you from personal experience that if you go to
England and ask a rum nobody will understand. And they don't really understand
why a British bartender will never come to understand what you really want to drink.
Returning to the terms "Italianized" we cannot fail to mention the word night:
when young but also the Italians in general use this word we can only think of one
thing: promiscuous place where people makes a great use of alcohol accompanied
by friendly ladies.
Unfortunately for us though this meaning is personal; the exact term that is
night club for the English is nothing more than our discoteca. This means that if in
the centre of Rome a Saturday evening an American guy asks you where he can find
nightclubs, know all that he's not looking for particularly "hot" nights, but simply
normal nightclubs where spend an evening get-together.
69
Continuing along this line of "mal interpretations" you can't quote a term of
wide development among young people today: chat. This term now replaced the old
"message" and therefore his word, even though slang anyway, to message.
And chatting you write many things; one of the most amusing and puzzling
coming from the English language is believed to be the mystical reworking of the
verb to love. Surfing the Internet none of us can deny that you have read this: "ciao
amore, ci vediamo domani. Ti lovvo".
"Lovvo" voice of the verb "lovvare" from English to love; one of the most
macabre innovations of the moment. Okay, being young, okay being carefree and
sometimes superficial, but why use a word phonetically and stylistically horrid, when
we have a myriad of charges of Italian (from the classic ti voglio bene, to the most
romantic Ti amo).
When you are happy and in love you are in the perfect mood right? Yet I seem
to have read somewhere that there is a perfectly understandable word in Italian that is
umore. Because if I can tell very well "non sono dell'umore giusto" I have to say
instead "I'm not in the right mood". Why? Perhaps because if I say mood instead of
umore I however sad and pissed off but with a certain style? These are enormous
doubts, but one thing is certain: the use of these English words give us the idea of
being international, mature, and men/women of the world. So they say.
2.1
The anglicisms in everyday language
In everyday conversations that are between father and son, colleagues,
acquaintances or friends, each of us unconsciously uses a myriad of anglicisms
sometimes essential.
This practice takes place regardless of social class, gender or subject that you
are talking about, but obviously takes place in different ways depending on the
"everyday reality" in which we live.
We need to look at a typical day of an employee working in a normal office to
the top floors of a glazed skyscraper.
70
Maybe it has a part-time contract (lavoro a tempo parziale) or maybe is more
lucky and he was made a full-time contract (lavoro a tempo pieno). With a full-time
job definitely will need several break (common and simple “pause”), and must never
forget to swipe your badge (seems to be a common “tesserino”) at the entrance and
exit, if you do not want to be taken by the manager (direttore) or by the same boss
(capo).
Once at his desk he will be intent on checking his email (messaggi di posta
elettronica) trying to arrange the meeting (riunione, incontro) for the following day,
who will play along with his whole team (gruppo, squadra) of colleagues. At the end
of the day, after eight hours sitting in a chair behind a desk he will feel the urge to
take a jog, some “footing” as we call it, not knowing that in English the word has not
absolutely the meaning that we have applied, because it says jogging. The word
footing does not mean anything other than "appoggio".
If we think instead of a nice journey, one that changes your life, maybe in the
car through remotes streets of an unknown continent, do you not stop in an autogrill?
Sure. Too bad this term in English does not mean what we mean in Italian, because
the real word in English is motorway service station, but as it is clear to everyone, no
one ever uses. And in one of these stops maybe you will come across a beautiful girl
with backpacker who is doing the autostop: I am sorry to say but in this case the
term is totally wrong; This practice is called in English hitch-hiking and it is pretty
far away from that one coined by us.
Wandering the streets looking for the hotel's street, or simply the hotel. Finally
arrive in your room and discards the suitcases in the bathroom putting down your
beautiful beautycase, word coined by us approaching the word beauty (bellezza) and
suitcase (valigia), but that is treated as a pseudo-anglicism because English people
don’t use it. The right word is vanity case. After beautycase comes time of slip,
another term entirely wrong: slip for ladies in English are called knickers or
underpants.
And if instead of the hotel we leave with a caravan ? Here there's the rub!: this
term in English does not mean what we understand because the right word is trailer
(US) or caravan (UK).
71
And if you don’t have a caravan maybe you have to settle your miserable
station wagon; maybe before leaving you have done a nice test drive to see if
everything was going in the right direction; one thing you have not heard of trying:
air bags.
You know, those are tested only once, and as late as possible.
72
Chapter 3
Anglicisms in the advertising world
There are several and varied definitions of advertising, but the most listed is the
one that was coined by a group of experts on behalf of the Chamber of Commerce of
Milan.
Advertising is here understood as "any form of communication that is
widespread in the exercise of a trade, business, craft or profession in order to
promote the demand for goods or services." With this definition, there was the
official consecration (in 1988) of advertising and its activity, finally considered in an
autonomous and independent from other sectors (such as marketing) which often was
in the past associated. Four years after the art. 2 Legislative Decree 25.1.1992 n. 74
defines advertising as "any form of message that it is widespread, in any way, in the
exercise of a trade, business, craft or profession in order to promote the sale of
movable or immovable property, the creation or transfer of rights and obligations on
them, or the provision of works or services ". It is the first time that a legislative text
has given a definition of advertising.
The definition of advertising encounters a series of difficulties. It is difficult to
give a single definition, official, precise and concise as advertising can always take
different aspects and serve the causes most unexpected. we try to create a more
specific: advertising is a kind of impersonal communication aimed at influencing,
intentionally and regularly, the behavior of the individual against products; namely
that aims to influence and induce in us, through a precise language, the desire and the
need for what we are seeing. This can be a machine such as a telephone or even more
generically of various objects.
This secular intent was gradually intensified and changed with the introduction
of foreign words and anglicisms. It is recognized by all as the advertising (whether
TV, radio or in print), is one of the media sectors most affected by this phenomenon
and where their presence is openly known. Most used languages within this
phenomenon are French and even more English. Examples are products for people
73
and cosmetics, in which the use of the French language (associated with values of
elegance and refinement) is increasingly supported the use of English, which instead
emphasizes the technological and reliability of the product. But even if it is the
French to remain rooted mainly in certain fields, it is English that nowadays appear
more in TV commercials and in advertising slogans.
The slogan, from the ancient Gaelic "war cry" is a short phrase that expresses a
concept in an effective and concise and English, thanks to its immediacy in fact,
turns out to be more "usable" for this purpose. The use of English terms in the
advertising text prevails then in commercials or announcements pertaining to
technology categories.
Here are some of the most famous and known to all:
TELEPHONY
1. Nokia. Connecting people
2. Motorola. Intelligence everywhere
3. LG. Life's good
4. Vodafone. Life is now
5. Panasonic. Ideas for life
6. Apple. Think different
SPORTSWEAR
1. Adidas. Impossible is nothing
2. Nike. Just do it!
3. Benetton. United colors of Benetton
APPLIANCES
1. Hoover. future Generation
2. Philips. Sense and simplicity
3. Pionner. Sound, vision, soul
74
FOOD (and similar)
1. Campari. Red passion
2. Heineken. Sounds good
3. Martini. No Martini, no party
4. Lipton ice tea. No sugar, full taste
5. Coca Cola. Just what I want
6. Mc Donald's. I'm lovin 'it!
7. Mentos. The Freshmaker
8. Corona Extra. The place to be
9. Ringo. Do you Ringo?
WATCHES
1. Sector. No limits
2. Omega. My choice
3. Chronotech. Shock your time
The use of English could be due to the fact that we talk about unique slogans
that are used to advertise the product in the world, even if some times are translated.
For example, one of the last examples, that of Coca Cola, is listed in the form
mentioned above and in the Italian version that reads: "vivi il lato Coca Cola della
vita".
Otherwise behaves the brand Mc Donald's: this is translated into almost all
languages of the world, including Eastern, except for its Italian and Spanish. In both
countries, the slogan remains as such to the English (I'm lovin 'it!).
Turning to another mark which in this case comes to watches, we could all
notice how the Binda Italia S.p.A. (the company which owns the brand BREIL), he
instead began with the slogan in English Don’t touch my Breil, alternating but also
75
from the popular version translated into Italian “toglietemi tutto, ma non il mio
Breil”.
Although with small differences in spelling both messages want to convey the
values of courage, determination, ambition and the preciousness of the object
through the possession of the same.
It is therefore clear that the use of English is for most of the time the choice is
listed, but we notice another technique called the commercials or slogan
"mistilingui".
Here are some striking examples:

Maxibon Motta. Two gust megl is that one

Gocciole "Expresso" Pavesi. 7:00 a.m. your Expresso,
Sir. (depicting a lion in the jungle.
English material is then introduced into the slogan through stereotypical
expressions and terms easily understood even by a non-English speakers, in order to
create an atmosphere around the product of prestige, internationality, using the power
of English with its incisive and concise character.
So we all agree that the use of English in advertising evokes, nowadays, the
idea of determination, awareness and globalization, but in most cases the anglicism
in forestry or the pseudo-anglicism serves to advertising lenguage not just to verbal
communication, but to reproduce the suggestion that must surround the product, so
that it is so purchased.
Being advertising a so-called "form of mass communication", his language is
direct, allusive and aimed at achieving a single answer: the purchase.
76
Chapter 4
The anglicisms in politics
The political language has a distinct shape/function that aims to persuade to
raise participation and emotional support, and in general, to remind Saussure, words
are never separated from the thought or the thought by words. The analysis of
political language, therefore, cannot prescind from the relationship between thoughtspeech-text-context, although it is by its very nature controversial and little
susceptible of verification as well as George Orwell said.
It's almost like you want to make English sectoral or specialist when
specialized and sectoral actually is not. The policy covers the entire community, so a
fully comprehensible language would help to be informed about daily events,
particularly economic and financial ones.
However, the historian of language Luca Serianni in an interview with the
newspaper "La Repubblica" in 2008, recognized that politicians prefer to speak
more directly, favorites in this also by television, which became the political arena
for excellence, trying not to force within the bounds of a particular political
language. In fact, the absolute lack of transparency of certain anglicisms borrowed
from economics and finance appears to contravene that assertion. Terms like spread
or austerity or spending review are still not easy to understand for many citizens, but
certainly everyone would agree in given a negative connotation because of the
contexts in which such expressions are normally used. The trend towards the use of
anglicisms in the popular language of politicians was readily align to the language of
European Union and also psychologically conditioned economic choices of many
citizens frightened by scary ghost of financial crisis in recent years, made even more
frightening by terms of questionable clarity.
For this reason you may find it useful and functional distinction between
"political language" and "political language": If the first has a certain degree of
formalization, with a largely specialist lexicon and semantics uniqueness trend, the
second only in the broadest sense can be a sectorial language, not having it a
technical lexicon and tending to the ambiguity of meaning.
77
Language choices don't concern then so much the content of the
communication, but the manner in which it is presented and the communicative
strategies put in place to capture consensus.
In order to shed light on their meaning and make it easier to understand, we
propose to bring here some of the most popular and used anglicisms today by Italian
politicians.
1.
Antitrust
<L’Antitrust multa Samsung per “informazioni fuorvianti”> La Repubblica, 23
Dicembre 2014.
<L’Antitrust contro Trenitalia: “multe troppo onerose per chi è senza
biglietto”> La Repubblica, 08 Novembre 2014.
These are just a couple of examples that demonstrate the use of this anglicism,
now become the common language in the world of politics. Antitrust (competition
authority and the market, AGCM) means the public institution responsible for the
protection of competition into national law. Created by l. 287/1990 (rules for the
protection of competition and of the market), explicit community inspiration,
designed to ensure the proper functioning of the market so that economic operators
be allowed to access it freely and compete with equal opportunities.
If you look for a translation of this term in addition to its meaning, it is
unfortunately not reliable. Most of the English-Italian dictionaries, is limited to the
explanation of the term itself, not proposing any replacement term in Italian.
2.
Bipartisan
<Strisce blu, critiche bipartisan: «Stop agli aumenti». Il 3 settembre la
decisione del Tar> Il messaggero, 28 Agosto 2014.
78
<Divorzio, proposta bipartisan alla Camera: un anno per dirsi addio, 9 mesi
senza figli minorenni> Il Messaggero, 02 Aprile 2014.
Here's another anglicism by now entered in the common language of politics.
This term, according to the vocabulary Treccani stands for "person, institution,
movement, etc., that is accepted by both political parties at odds or who is willing to
accept the defenses of them".
A curiosity of this term is that without any problems we might find an Italian:
bipartitico.
It may sound strange and sometimes grammatically incorrect, but the problem
is only in the habit to hear him speak. In fact the term in Italian is never, I say never,
been uttered by any Italian politician and journalist, and this means that listening is a
foreign term.
Okay, we admit the use of the term English because more easy and impact:
there is another serious problem that should not be underestimated; completely
incorrect pronunciations that everyone, and I mean everyone, do of this term.
This means only one thing: in addition to prefer inexplicably the English term
as Italian, not content, we pronounce the word incorrectly too.
3.
Welfare
<Ripartire dal welfare per favorire lo sviluppo> Il Messaggero, 13 Dicembre
2014.
<Bilancio, altri tagli per 46 milioni «A rischio nidi, scuole e welfare»>. Il
Corriere della Sera, 17 Dicembre 2014.
How not to mention this term that occupied for a long time the top of the
rankings of the most common words in political language. welfare has
the
equivalent meaning of "benessere" in italian. Unfortunately or luckily nowadays this
term is a bit late, or rather, they use less than its debut in 2007 when he wanted to
replace the term in Italian previdenza sociale: namely a State sector that takes care
of the most vulnerable (handicapped, employed persons, pensioners etc. ..).
79
4.
Spending review
<Corte dei Conti sulla Pubblica Amministrazione “Con la spending review
tagli indifferenziati”> La Stampa 09 Gennaio 2015.
<Gli assessori regionali viaggiano in pulmino: “E’ la spending review”. La
Repubblica, 10 Gennaio 2015.
Could not miss in our list of anglicisms this famous term. For months people
felt about this mysterious term without knowing the meaning. This term actually
refers to a complex set of procedures and policies to better manage (and
programming) the national budget both in terms of financial and accounting, both as
regards the production and allocation of public expenditure.
The purpose of the spending review is therefore to increase the effectiveness
of expenditure in relation to the objectives and to foster greater efficiency in the use
of material and human resources available. About no easy accomplishment, requiring
medium long times to give information and actual results (not just financial)
complete, timely and comparable. Actually we could translate this term with
"revisione della spesa pubblica". The question is always the same and constant: why
not use a consideration in Italian when available? As mentioned earlier the political
language should be the most understandable of all because aims to all types of social
class.
5.
Default
<L’inflazione ai minimi rende volatili le borse cinesi, è allarme default per
Kaisa> Il sole 24 ore, 9 Gennaio 2015.
<Russia a rischio default, i cittadini in coda per spendere i rubli.> Tgcom 24,
16 Dicembre 2014.
Another very common term in political language. Default means a State of
insolvency of a bank or a country against bonds or debt: declare default.
80
By consulting various dictionary English-Italian, it was noticed that the
translation of this word does not have a specific term, but are rather different: from
inadempienza to bancarotta.
6.
Spread
<Unicredit: emissione bond sale a 1 miliardo, spread a 105 pt.> Il Sole 24 ore,
12 Gennaio 2015.
<Si allarga lo spread con il resto d’Europa.> La Stampa, 07 Gennaio 2015.
How to forget about this anglicism that is one of the most discussed. From
political debut this term has acquired a host of bizarre meaning. To clarify once and
for all it mentions a vocabulary definition Treccani which reads as follow: the State
puts up for auction from time to time a certain amount of bonds to retrieve cash from
engaging in the financing of public debt. In Italy, the Bank of Italy brings auctioned
twice a year the BTP (Buoni del Tesoro Poliennali). In a nutshell, the Italian says the
investor: "If you invest on my debt – basically I lend money – to the deadline you'll
get back all your capital". In addition, prior to maturity, the investor will receive
periodic "coupons" for a return. And it is precisely on this that you measure the
spread.
7.
Jobs Act
<Jobs Act: lunedì i decreti in Parlamento.> Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio 2015.
<Jobs Act, in Parlamento il contratto unico e l’assegno di disoccupazione.> La
Repubblica, 10 Gennaio 2015
How to forget the anglicism more discussed again in this first month of 2015!?!
This term despite having had a successful (if so we want to call it) amazing part of
these anglicisms easy translation; can be translated as "piano (legge) per il lavoro."
81
8.
Leader
<Marcia a Parigi: i leader aprono il corteo.> La Repubblica, 11 Gennaio 2015.
<Papa Francesco: “I leader condannino interpretazioni estremiste della
religione”.> Il Fatto Quotidiano, 9 Gennaio 2015.
This certainly could not miss. As well as in the political field this word, at a
general level, permanently replaced each field where you want to refer to the word
"capo".
82
Chapter 5
The anglicisms and Informatics
in the special language, in this case in the language of computing, is the
dominant element terminology to describe the variety of concepts of specific field,
though statistically it is less present in scientific texts of the lexicon of common
language because it is about 10-20% of specialist texts lexemes.
The computer language is very often changes, there are two terms that
designate the same object or the same concept. This means that in Italian it is used
the two expressions both Italian and English. For example disco fisso or disco rigidohard disk, video scrittura – word processor, base dati – database.
As it has already been mentioned before the English terminology in the
computer industry has spread across the world.
. These anglicisms in the computer science are called internazionalismi
because they are used to a large extent also in other world languages. For example,
loans from English, which are very popular among the people are: computers,
memory, monitor, processor.
.
5.1
English loans not adapted
Non-loans adapted, or we can call them also not integrated, phonologically and
morphologically accounted for 15% of all computer specialist lexicon. Of course in
the English common Language, the number of such loans is much lower, but we can
also see that this percentage of loans not integrated into computer language is not as
high as we thought.
But if we compare the amount of loans not adapted and casts in the Italian
language, English influence is dominant element. The language of information
technology develops so fast, that currently there are many special terms, especially
not adapted. It may happen, that the newer ones are not yet even in Italian
dictionaries.
83
And analyzing these numbers then it can be said almost with certainty that
everyone uses everyday computing terms in English. We lay down a list of the most
frequent to make the idea of what was said:
Backspace – means in Italian retreat, is written with the capital b. For example,
Press Backspace to delete the text to the left of the insertion point. In addition, we
note that Backspace is not introduced by the article.
Backup – or save and even with this term we use article. For example, we can
observe in the next sentence: “il modo migliore è quello di usare un programma di
backup”.
Bookmark – masculine, to form the plural, sometimes you add the suffix -s,
namely the English plural suffix, but there are some loans that remain unchanged in
the plural, as can be seen also in this sentence: "Eccoci ad un nuovo appuntamento
dei bookmark con alcune segnalazioni sparse sul mondo del web design".
Browser – term whose genus is masculine as the case with almost all British
loans. But there is also the cast of this term: motore di ricerca. This English word not
adapted remains unchanged in the plural. Here's an example: "Nuovi browser e
nuove funzionalità per esplorare il web"
Click – is one word not adapted of masculine . Here's an example:
"il click del mouse viene ricevuto e interpretato in accordo con le istruzioni
fornite dal programma che si sta utilizzando".
Desktop – is masculine. But there is also the calque piano lavoro, but you don't
use very often. Instead the term desktop is really famous. We can observe in the next
sentence: "il cestino è sullo sfondo del desktop, ovvero la schermata principale di
Windows.
84
Download – the word that is used in Internet is download. In Italian it means
the download or you can also use as the word "scaricare", but in computer language
is not used this Italian almost never cast. The noun is masculine gender and we see in
this example: "E' l'operazione inversa al download".
Computer – this term is known by everybody very well. In the 1950s and
early 1960s was used the cast elaboratore elettronico or only elaboratore. The term
computer appears in Italian from 1964. With the passage of time this expression is
gone from the computer language and now you only use English computer loan. The
genre of this term is masculine in the plural you do not add the English suffix-s.
Email – we can also use the Italian term posta elettronica. Here arises the
problem of what kind is this English loan. The reason for this problem is that the
Word e-mail may refer to the three directions. The first indication is "the data
transmission system that we can translate with e-mail," In the second case, the genre
can be masculine, because indirizzo is masculine and in the latter case these two
genres fluctuate, because we can understand in two different ways. If we use the
male gender, then we refer to the word message, which is masculine. Other speakers
instead use (e-) mail to the female, because they refer to the Italian word letter, which
is feminine.
File – this English word means in Italian archivio. This noun is masculine and
plural you do not add the suffix-s. here's proof: "le icone per rappresentare i file, i
menu, i box di dialogo".
5.2
English loans adapted
Configurazione – this word was formed on the example of the English word
configuration. The English suffix -tion has been replaced with the sostantivale Italian
suffix -tion. This term is of feminine gender.
85
Cursore – is an adaptation of the English word cursor. Notice the addition of
the ending – e that is integrated in the Italian system that provides for the termination
of lexemes in a vowel. Cursor is masculine.
Dischetto or floppy disc – here we see that both expressions are used, both the
Italian expression adapted to English.
Icona – this term is formed by the English Word icon and added the Italian
female suffix -a.
Installazione -this comes from the noun English installation and we see that it
is adapted with the sostantivale suffix equivalent – zione.
Navigatore – this specific term comes from the English word navigator being
adapted by the suffix-e. It is masculine.
Navigazione – another term that comes from the English navigation and the
English suffix -tion is replaced with the Italian suffix-zione. It is of feminine gender
as all words that end with the suffix-zione.
Ends here our long list of anglicisms adapted and not adapted designed to
facilitate the understanding of some specific terms and a testimony of the thesis
according to which the anglicisms are gaining ground inexorably in our language and
in this particular case even longer in computer language.
86
Chapter 6
Linguists compare
You can tell with a minimum degree of approximation, which over the last fifty
years all are occupied, from different points of view, the history of our language,
they have encountered (or fight) with the problem constituted by the growing number
of foreign words, especially of anglicisms.
Linguists, journalists, intellectuals, scholars, language enthusiasts and
politicians have said their point of view Less interesting positions are those students
who have chosen to describe the phenomena without taking sides. These positions
can be summarised by the following statement of Zolli: 25 «' the phenomenon
‘fashion', the taste of the anglicism, the charm of a foreign language are at the base of
the loanword; We all know people who flaunt a completely unnecessary use of
foreign words, and it is clear that this tendency can facilitate the flow of words from
one language to another. But modern linguistics, believing foreign from its
investigative field the arguments and explanations of extra linguistic character, prefer
to distinguish the loans in definitive loans and loans failed, and tends to seek out the
causes of language introduction for a loan».
Certainly looks a bit limited the judgment on the skills of modern Linguistics,
also seems impossible to explain the language only and exclusively with the
language itself, ignoring the causes, reasons and "external" influences.
Tullio De Mauro is a linguist who has never been afraid of numbers. Already
in his Storia della lingua dell'Italia Unita was quantified in 3% of the total
vocabulary the component of anglicisms (half of them not adapted).
In 1993 in the LIP De Mauro informs that in spoken Italian the anglicisms are
just 1474, equal to 0.3% of the total, so «it is clear that the anglicisms and the whole
sphere of anglicism are at the minimum levels of statistical significance» in the
GRADIT a table indicates that the anglicisms not adapted are 4303,and the adapted
ones are 4303, totalling 6292 — a far more number consisting of the anglicisms.
25
Zolli Paolo, Le parole straniere, pag. 3.
87
But, against the applicants purist waves, De Mauro recalls that English, unlike
the German, has replaced more than 75% of the Germanic lexicon with ancient and
modern French terms, with Spanish and Italian words, especially, with the Latin
ones» So: what fear if there is a structural compatibility between the English and the
Italians?
De Mauro was the leading proponent of the "open mind", those who do not
believe that the Italian language threatened by the penetration of the English, but
indeed, appealing to historical events of our language, he sees in any of the exoticism
that allow our lexical heritage to enrich themselves.
The numbers offered by the GRADIT are not perhaps in itself worrying,
however
they show a significant increase compared to those offered by Klajn
(1972): 2150 anglicisms in total, of which 1600 not adapted. Over thirty years,
therefore, the anglicisms are roughly tripled in both the total number and as regards
integral not adapted loans.
On the basis of the figures of Klajn, Francesco Bruni (1984), said: «there are
unfounded worries, voiced a few years ago, on a supposed revolution of Italian
caused by reckless acceptance of foreign words».
In the introduction of the dictionary of anglicisms in Italian, as an artwork that
collects more than 2300 headwords, Luca Serianni explains why "the Anglicization,
does not have subverted the traditional structure of the Italian ': firstly because the
pronunciation is adapted to the Italian phonemes (even more considerable in
derivatives, as in computerize than computers); second because no trace remains, at
least in spoken language, the plural in-s; third, because in many cases the Italian
preserves the traditional order determined and determinant such as volo charter.
Starting from these assumptions the scholar said that the penetration of English
is high in technical-scientific languages, but is poor both in the conversation of
educated people, both in family conversation, both in the young. Probably twenty
years spent persuade to change this judgment, in the sense that the country's educated
classes have gradually accepted anglicisms in growing numbers to talk about politics,
music and cinema, and here several came into the common language.
The most widespread reflection and articulate on anglicisms is in the late 1980s by
Gian Luigi Beccaria.
88
The scholar is not "open mind" , founded essentially on the following topics:
first, do not exist or have ever existed pure languages, that is not contaminated from
the influence of other languages: ' lending is not only sign of subjection. Be mixed is
a virtue, not a flaw '; second, the structure of the Italian is absolutely not affected by
anglicisms: «we don't protest for that bit of anglicism that seems to bring us trouble.
The Italian is still a great vital language, a language of culture in movement; third,
the penetration of English is not widespread, but only applies to certain sectors: «first
of all commercial, then the leisure and sport, then the entertainment industry, music,
youth and fashion media language».
In any case also the multitude of non-integrated loans produces a negative
effect on the lexical system, since indigenous resources are neglected, risking to
create processes of alteration of traditional mechanisms of word formation.
We cannot remain silent in the face of aberrant forms as ticketeria ' biglietteria '; in
this case the repulsion to the hybridist of the derivative joins the uneasiness to the
pointlessness of this creative effort. Also the sectors indicated by Beccaria in 1988 as
the most "attacked" by the English appear today in continuous expansion; You
should add the technical-scientific sector, as well as those of politics and public
administration. The most interesting aspect of the reasoning of Beccaria is
undoubtedly in recognition that not all anglicisms are equal in front of our language.
You cannot think of a uniform attitude towards foreign words: there are some that
you can no longer do without (bar, sport); others that can be safely replaced. The
scholar, while criticizing the snobbery of many intellectuals who are often more
“english than english people” rejects any "political" speech on the tongue.
"We are just to the beginning of a process of deterioration and fragmentation of
language: just cracks in walls, and some disjointed floor. But we must act, and we
must do so individually, both in school and through the media and official bodies.
These are the words of the famous essay of Arrigo Castellani, Morbus anglicus,
appeared in 1987. In this work Castellani suggests a drastic cure against anglicisms
on the basis of the principles of "structural purism".
First the scholar distinguishes between foreignisms compatible with our
language (tango and similar), to be accepted, and those incompatible, to adapt.
Adaptation can occur in three ways: with a small graphic editing (bichini for bikini)
89
or morphological (bluffo to bluff); with the substitution by means of an Italian
synonym (allibratore for bookmakers); Finally with a new formation, that is a new
Word, created ad hoc (guardabimbi for babysitters). According to Castellani, in this
way it is possible to Italianise or replace almost all Anglo-American words.
In addition you have the distinct feeling that in some environments related to
the world of so-called "new professions", the new economy is around a number of
anglicisms, for submerged now, ready to "explode" in common language as soon as
such environments will absorb an increasing number of people now engaged in more
traditional working contexts. The proposal by Castellani (always fit all
anglicisms),although unconventional and courageous has two weaknesses. First, in
the concern to safeguard the physiognomy of Italian Linguistics, is based only on the
parameters of "inner language" in the sense that regards the structural relationship
between English and Italian, from the morphological, phonetic, graphic point of
view.
Some of Castellani proposals results, for the average speaking, difficult to
understand, as intrèdima for weekend: how many use èdima, from old Italian instead
of week? Same story for substitutions with etymological motivation: that hobby and
ubìno, a word used by Ariosto, want both say ' cavallino ', just lexicologists know! he
has developed also growths: you cannot only be teased if say ginsi instead of jeans
abbùio instead of blackout or fùbbia instead of smog; It is useless to theorize that,
with habit, you can see these "linguistic experiments' funny ' and ' strange ', so it
would be unthinkable their acceptance in our language. Despite the considerable
effort the article by Castellani appears, although original and witty, it is a purely
intellectual exercise.
90
Conclusion
After analyzing the phenomenon of anglicisms in our language, I can say how
they became quite invasive. Although there are several schools of thought about this
phenomenon, it is impossible not to notice how the evolution of our language is
running over time.
That is a good thing or not, remains the fact that everything is changing,
evolving and modifying depending on fashion.
Even the anglicisms are affected by trends, they come and go from our
vocabulary depending on when you are experiencing; in the world of young people
we learned how these terms are blended with a language already in itself "artefact".
Within a more "sectorial" world as politics, it was noticed that these anglicisms have
replaced Italian terms of great historical importance, making an already complex, in
an even more difficult to understand for those who do not are part of it.
We have seen how to advertise the use of anglicisms and English language in
general are of vital importance. It is possible to note the large amount of english
slogans, almost always at an international level. Passing then to one of the fields that
"born" with English, it was clear to everyone how the world of computing is now
always English. For several terms there is not even a valid translation in Italian.
We have analysed the views of some linguists and scholars of this phenomenon
and it is emerged that opposing thesis can live togheter. On the one hand, those
supporters that, analyzing the total number of Italian terms, do not feel threatened by
foreignisms, and on the other hand, critics, those who feel very threatened by the
burden of this phenomenon.
Putting all the pieces together, comes to believe that the truth lies in the middle.
Evolution is fine ... the change is part of our world, but be careful because "too much
breaks the bag"...
91
Introducción
El objetivo de este trabajo se centra en la necesidad de demostrar cómo los
anglicismos o también llamados "préstamos" están alterando y cambiando nuestra
lengua en una lengua que según el diccionario Hoepli se definen como "el idioma
inglés utilizado en algunos contextos y entornos, caracterizado por el uso frecuente y
arbitrario de palabras y frases ingleses".
En mi opinion me parece absurdo. A pesar de ser una estudiante de idiomas y
concretamente de traducción e interpretación, debo decir que una definición de este
tipo es algo realmente fuera de lo común.
Mi idioma y el inglés son dos lenguas que aprecio mucho pero por separado.
Entiendo y estoy de acuerdo con el uso de ciertos anglicismos en absoluto
indispensables, pero desapruebo en absoluto el uso y abuso que están haciendo
ahora.
La introducción de anglicismos no es un tema reciente; este fenómeno fue
inevitable desde el temprano del siglo ' 500 pero la situación se revirtió: el idioma
italiano fue visto por los británicos como un lenguaje intelectual, el lenguaje de la
poesía y el inglés era muy pobre.
Durante siglos, sin embargo, la situación se invierte. Por razones históricas y
culturales la lengua inglesa tomo pie rápidamente. Y con el paso del tiempo nos
encontramos en el mundo de hoy donde las palabras inglesas son una constante en
nuestra lengua.
Observando paso a paso esta evolución dentro de varios campos tales como
política, moda, televisión, publicidad, cine, juventud, destacando cómo a menudo
enfrentan abusos de estos anglicismos;
Vamos a analizar cómo personas, empresas y sociedad, en general, usan (y
abusan), como los interpretan de manera personal y errada.
Vamos a profundizar en el uso de los anglicismos utilizados pero a menudo
interpretados y traducidos completamente mal,es
el caso de los anglicismos
utilizados por los jóvenes, pero también por figuras como políticos o grandes
empresarios.
92
Mas que una reflexión lo que intento hacer es una critica, basada en los
"principios lingüísticos" que creo que son esenciales.
Para que os hagáis una idea inicial cito algunos anglicismos que
inequívocamente pueden ser observados y analizados por todo el mundo, observando
cómo el uso de los mismos no es necesario ya que existe el equivalente en italiano de
igual significado y valor. Aquí hay una pequeña lista:
1.
weekend (finesettimana)26
2.
selfie (autoscatto) 27
3.
clown (pagliaccio) 28
4.
brand (marca) 29
5.
detective (investigatore) 30
6.
fiction (serie televisiva)31
7.
gossip (pettegolezzo) 32
8.
killer (sicario) 33
9.
monitor (schermo) 34
10.
personal trainer (allenatore sportivo) 35
Podría extender la lista de estas palabras, pero creo que estos diez ejemplos son
suficientes. Seguramente habrá notado cómo estas diez palabras son extraídas de
diferentes contextos; esto significa que se pueden encontrar anglicismos en cualquier
campo.
26
Fine de semana
Disparador automático
28
Clon
29
Marca
30
Investigator
31
Ficción
32
Chisme,cotilleo
33
Matón
34
Monitor
35
Entrenador
27
93
Capítulo 1
Los anglicismos: préstamos, calcos y falsos amigos
El idioma inglés es un conjunto de palabras que están expuestos al contacto
con otras lenguas nacionales. La lengua sigue evolucionando ya que siempre se verá
afectada otros idiomas y viceversa. El contacto entre los dos idiomas puede causar la
integración completa en el idioma de destino, es decir la palabra que está integrada
en la lengua y no parece ser extranjera, o la palabra no viene de la lengua meta y
luego no sufre las reglas de la morfología de la lengua receptora.
El hecho de que los idiomas cambien como resultado de los contactos entre
personas, indica que ninguna dejará de evolucionar . El lenguaje se ve reforzado no
sólo formando nuevas palabras, pero también con palabras extranjeras prestadas de
otras lenguas, y así la lengua crece continuamente.
También puede suceder que a la palabra formada originalmente en la lengua
propia, utilizada durante muchos años, se sustituye una palabra extranjera y allí va a
desaparecer el uso. Por ejemplo, elaboratore, palabra formada por el entorno técnico,
se reemplazó con la palabra computer en inglés.
Como ya sabemos, con el tiempo, cada cultura ha encontrado su lengua...
Superar barreras produce un enriquecimiento del patrimonio lingüístico, y
encontrar
el momento del préstamo y la manera en la cual se asimila, acaba
convirtiéndose en un análisis socio-histórico de dos culturas lingüísticas.
Como ya ha ocurrido con la invasión del latín durante la conquista romana y
con la infiltración de los franceses durante la conquista normanda, actualmente es el
inglés que se impone en el mundo.
1.1
Las palabras inglesas en italiano
Entre las lenguas romances, el italiano es sin duda el más influenciado por el
inglés. El italiano es capaz de explotar los recursos para enriquecer su vocabulario y
se abre a la modernidad. En las últimas décadas los anglicismos se utilizan más en
94
los medios de comunicación que en el lenguaje cotidiano. Se usan en ciertos círculos
científicos, culturales o técnicos.
El número de anglicismos es excesivo en los nuevos medios de comunicación
personalizados y globalizados que se relacionan con el computer e Internet. Antes
de que los ordenadores fueran utilizados solamente para el trabajo en las oficinas.
Aunque ahora en Europa casi todas las personas tienen una computadora en casa y
junto con Internet se ha convertido en algo irremplazable de la depende una gran
cantidad de gente.
El uso de anglicismos se ha extendido en Italia tanto en lengua literaria como
en lengua hablada. Aunque las palabras en inglés no aparecen sólo en Italiano; el
Inglés se ha convertido en una lengua internacional, que se utiliza en todo el mundo,
especialmente en el entorno técnico, representado en particular por el ordenador y el
mundo virtual como Internet.
Además el italiano es una lengua muy similar al inglés porque cerca del 60%
del vocabulario inglés es de base romanza, entonces muchos anglicismos se asimilan
fácilmente en el sistema italiano. Ambos idiomas son parcialmente analíticos, por lo
tanto los préstamos se adaptan fácilmente al italiano sin una adaptación morfológica
llegue a ser necesaria.
1.2
La adaptación de préstamos en Italiano
Cualquier préstamo lingüístico procede de una lengua extranjera. El idioma
de destino toma la palabra extranjera y la adapta a su sistema. También es posible
que el préstamo no cumpla con las reglas de la gramática de la lengua receptora y
permanece inalterada. El nivel de adaptación de los préstamos también depende del
tipo de la lengua receptora, es decir, si es analítico, sintético, flexible, etc.
La lengua italiana es una lengua flexible, y casi todas las palabras extranjeras
se pueden adaptar según su fonología, ortografía, morfología y semántica. La
forma fonológica de préstamo puede estar formada por la ortografía o pronunciación
del modelo. El primer caso puede ser probado con la palabras bus / /'bus, tunnel
/'tunnel, tram /'tram/ spray/'sprai.
95
Por otro lado, como se puede ver bien, la forma fonológica de nuevos
préstamos se basa en la pronunciación (privacy /'praivasi , computer /'kompjuter,
mouse /'maus ).
La adaptación morfológica de los lexemas prestados pueden ser primarios o
secundarios.
Los principales cambios se producen en el proceso de asimilación de un
préstamo para el idioma de destino, en este caso el italiano. Existen tres tipos de
sustitución morfológica: reemplazo de grado cero; son préstamos sin morfemas
atados (golf inglés – golf en Italiano), sustitución parcial, los préstamos con
morfemas atados que no se ajusten al sistema morfológico del idioma de destino (en
inglés contain-er – contain-er en Italiano) y la sustitución completa, que resulta
obligada cuando los morfemas de la lengua del donante, Inglés, son reemplazados
por los de la lengua receptora, es decir Italiano (Inglés jungle-giungla en Italiano, en
inglés kangaroo – canguro en Italiano).
En la fase secundaria el préstamo está completamente integrado en el sistema
de recepción y participa en la formación de las palabras. Sin embargo en el italiano
moderno, la tendencia hacia una adaptación morfológica se ha vuelto débil porque,
como ya mencionado, estos dos idiomas tienen sus similitudes léxicas y estructurales
, por lo tanto no hay mucha necesidad.
Otro tipo de adaptación es la adaptación de la ortografía. Se presenta en tres
formas: la preservación de la grafía original, la adaptación de la forma gráfica del
préstamo para el equipo de recepción y el entrenamiento de escritura según la
pronunciación. En italiano es más frecuente el primer caso.
Por ejemplo, las palabras como computer, mouse, show, baby sitter tienen su
forma original.
La última forma de adaptación es la adaptación semántica. Las palabras piden
sólo el significado, no el significante.
El préstamo es un fenómeno muy importante que afecta al contacto entre
lenguas. "El préstamo está relacionado con el bilingüismo, es la situación en la cual
los parlantes utilizan dos idiomas según el entorno y las circunstancias".
Protagonistas del préstamo son las palabras, que pueden ser tomadas en su
forma original (bar, film, leader), o pueden modificarse para que coincidan con la
96
fonología y morfología, por ejemplo treno y bistecca en italiano, se toman del inglés
train, beefsteak.
Los préstamos que se adaptan a la fonología y morfología del Italiano se
llaman préstamos integrados , entre muchos de este tipo se debe mencionar al
menos la palabra rosbif en Italiano e inglés roastbeef. A veces sucede que se implica
sólo una parte de la palabra prestada (folclore por folklore, gol por goal), donde la
adaptación corresponde sólo al reemplazamiento gráfico.
Otro tipo de préstamos son los préstamos no integrados, que se distinguen
por su forma invariada, como per ejemplo, bar e film.
El anglicismo en Italiano por supuesto no es estable y cambia con el tiempo; el
préstamo totalmente adaptado, es decir integrado, sustituye todo el préstamo que
desde el punto de vista morfológico no ha sufrido ningún tipo de adaptación. Hoy en
día este tipo de préstamo domina la escena de los anglicismos italianos. Estas son las
palabras que mantienen en su escritura la forma original (stop, whiskey, computer,
software, show).
Los préstamos de este tipo aparecen especialmente en el entorno informático,
donde palabras extranjeras raramente cumplen con las reglas morfológicas. Entre los
muchos de este tipo hay que mencionar las palabras como junkmail, spam, firewall,
spider, etc..
Además, los préstamos se pueden distinguir entre préstamo de necesidades y
préstamos de lujo. La primera es cuando coges la palabra y la persona de contacto,
un objeto, una idea, por ejemplo patata, palabra haitiana llegada a la lengua italiana a
través del Español; o bien, café desde el turco; zero desde el árabe; tram, computer,
airbag desde el inglés.
Los préstamos de lujo tienen una finalidad estilística y de promoción social.
Sirven para evocar una civilización, una cultura, una forma de vida considerada
prestigiosa (leader, flirt, baby sitter, week end son las palabras que los italianos
pueden reemplazar con capo, breve relazione amorosa, bambinaia, fine settimana).
Se puede ver que las palabras y las expresiones inglesas convienen por su
brevedad (boom, sexy, show). El proceso asimilativo del inglés en el italiano es la
economía en el camino de ahorros.
97
1.3
Los calcos
Un tipo especial de préstamo es el calco. En todos los sentidos es un préstamo
real, que parece ser la palabra que pertenece a su propio idioma y no es extranjera.
Las palabras se traducen directamente en el idioma de destino y sólo el concepto
permanece inalterado.
Los calcos pueden dividirse en calco semántico y calco de traducción.
El calco semántico es cuando una palabra italiana adquiere un nuevo
significado de una palabra en un idioma extranjero.
El fenómeno ocurre porque las dos palabras tienen en común un significado o
una semejanza formal. Por ejemplo, la palabra conforti, a saber conveniencia, ha
asumido este significado por la palabras inglés comforts, aunque la palabra italiana
conserva su significado tradicional. En cambio la palabra italiana autorizzare, que
una vez significó "representar autorizado",
he cambiado el significado con
"permitir"; Esto sucedió por la influencia de la palabra francesa autoriser.
El calco de traducción es el tipo de calco que traduce una palabra extranjera
con reglas de morfología italianas y elementos italianos,
y forma una palabra
compuesta que parece ser originalmente de Italia. Por ejemplo grattacielo reproduce
la palabra inglés skyscraper (sky "cielo" y scraper "che gratta") .
1.4
Los falsos amigos
Los así llamados "falsos amigos" son los pares de palabras que tienen una
forma similar pero diferente significado, entonces así se confunden fácilmente.
Préstamos del inglés se someten a una presión de palabras con significado similar.
Podemos encontrar listas de estas palabras no equivalentes en vocabularios
bilingües y libros de cursos de idiomas, incluso Internet. Los falsos amigos pueden
dividirse en problemáticos y no problemáticos.
98
Los falsos amigos no problemáticos son las palabras de forma similar o
idéntica, son fácil de aprender y no dan problemas relativos a la delimitación del
significado.
Por ejemplo, palabra inglesa Sale (“saldi”) y
la palabra italiana sale, se
incluyen entre los falsos amigos no problemáticos, porque si un italiano ve SALE en
el escaparate de una tienda inglesa entiende inmediatamente "sale" y "saldi", a pesar
de saber que se trata del segundo significado.
Es más complicado hacer la misma comparación de expresiones organizativas
como, in fact y actually y sus (falsos) correspondientes en realidad infatti y
attualmente. Estos falsos amigos son falsos amigos problemáticos, en este caso el
inglés muestra una semejanza formal con la de lengua materna (Italiano) hacen
parecer el idioma extranjero más cercano y, por tanto, aparentemente más "fácil de
entender". A continuación, los parlantes aprovechan estas palabras que tienen similar
forma, para entender y aprender la lengua deseada. Raramente al ver dos palabras
escritas de forma similar, nos viene a la mente distintos significados.
99
Capítulo 2
El lenguaje juvenil y el uso de los anglicismos
Cuando hablamos de lenguaje juvenil, nos referimos a la "lengua" hablada por
los adolescentes, es decir a esa categoría de personas que entran en la adolescencia y
post adolescencia.
Esta categoría de personas utiliza un lenguaje que adquieren de la lengua
materna, en este caso el italiano, y modifica el vocabulario, pero también a menudo
el significado. Desde hace unas décadas nos
invade un lenguaje siempre más
simplificado al límite, y menos comprensible fuera del círculo al que pertenece.
En este caso vamos a analizar cómo los anglicismos han afectado a este
fenómeno transformando este lenguaje en un menos “auténtico”.
Si antes había limitado a acortar las palabras y locuciones como aunque
(cmq36), te quiero (tvb37), nada (nnt 38) para (x39), porque, (xké40) cuanto (qnt 41),
también (trp42), como (cm43) y muchos otros, ahora la situación es aún más compleja
y articulada.
Con la introducción de anglicismos en nuestro idioma, incluso en el lenguaje
juvenil se hace un uso excesivo. El problema fundamental no es su uso sino la
manera errada de traducirlos. Además de notar una gran cantidad es imposible no
darse cuenta del uso no corregido que se hace hoy en día. A menudo son utilizados
por gente que no sabe totalmente inglés y por lo tanto tiende a repetir de manera
mnemónica sólo lo que oye; Mientras los que conocen el idioma inglés hacen un uso
bastante desproporcionado porque ahora, el uso del idioma inglés en la lengua
36
Comunque
Ti voglio bene
38
Niente
39
Per
40
Perché
41
Quanto
42
Troppo
43
Come
37
100
italiana, se ha convertido en moda. Introducir estos términos en inglés dentro de un
discurso es más "cool". Es como si por arte de magia pronunciar esas palabras
pueden transformarte en la persona que te gustaría ser.
Cómo si utilizar "aperitivo" en lugar de "happy hour" es antiguo.
Este mecanismo resulta ser muy complicado si se considera que el italiano es
uno de los idiomas más complejos y más famosos del mundo.
Hay casos donde el uso de anglicismos es imprescindible para comunicar
porque en los años no se ha encontrado una palabra que expresa la idea del término
en inglés. Y unas 160.000 mil palabras ¿Cuál será la cantidad indispensables de estos
anglicismos? Creo que pocos, muy pocos. Pero desgraciadamente en la actualidad
existen innumerables.
En el lenguaje de la juventud este fenómeno se ha desarrollado de una manera
un poco particular. Se cree que la adopción de estos términos sea para hacer valer el
cosmopolitismo y la apertura a la innovación.
De hecho, existen diferentes tipos de anglicismos dentro de esta categoría;
Hay algunos sin traducir a los cuales hemos dado nuestro propio significado como
por ejemplo body, la palabra que en italiano utilizamos para indicar una prenda de
vestir para las mujeres, pero en realidad en inglés no significa en absoluto eso.
Si alguna vez fuera a Inglaterra y preguntara por un "body" en una tienda de
lencería femenina, ningún dependiente me entendería. Sin embargo, este término se
utiliza constantemente en el lenguaje cotidiano, sea por las chicas que por las
mujeres.
Otro término ampliamente utilizado por los jóvenes de hoy es el bar tour. Una
práctica goliardesca que incluye el cambio de bares tomando litros de alcohol.
Aunque si este término es cada vez mas frecuente en la lengua y mucha gente
lo hace, lamentablemente es triste anunciar que el conjunto de las dos palabras es
errado: la palabra existe en Inglés y es pub crawl (aunque sea informal) que significa
" de bar en bar".
Durante esta práctica se ingiere una cantidad desproporcionada de alcohol y es
precisamente aquí que encontramos un anglicismo todo Italiano: el Rum, que en
realidad se escribe como en inglés, pero que desafortunadamente los italianos lo
pronuncian incorrectamente; Este superalcóholico en inglés se pronuncia "ram" y lo
101
puedo afirmar gracias a mi experiencia porque si vas a Inglaterra y pides un rum
nadie te entenderá.
Hay otra palabra que se utiliza comúnmente en Inglaterra y en Italia: shot.
Aunque shot es simplemente un vaso muy pequeño, en ambos los países se utiliza
como la práctica de tomar una pequeña cantidad de alcohol en vaso muy pequeño.
Desgraciadamente con el tiempo esta palabra en Italiano inexplicablemente fue
transformada; hemos pasado del uso inteligente del término a un cambio de sentido:
el shortino. La demanda es constante y siempre la misma: ¿por qué?.
Volviendo a los términos "Italianizados" no podemos dejar de mencionar la
palabra night: cuando los jóvenes pero también los italianos en general utilizan esta
palabra sólo podemos pensar en una cosa: local promiscuo dentro del cual se hace un
gran uso de alcohol acompañado de damas amigables.
Por desgracia para nosotros aunque este significado es personal; el término
exacto es night club y para los ingleses no es más que nuestra discoteca. Esto
significa que si por el centro de Roma cualquier sábado por la noche un tipo inglés o
americano te pide ¿dónde puedo encontrar night, sabe que no se refiere a una noche
"caliente", simplemente busca una discoteca donde se puede pasar una noche de
alegría.
Siguiendo esta línea de "mal interpretaciones" no se puede olvidar un término
bastante utilizado entre los jóvenes hoy en día: chat. Este término ahora ha
reemplazado el viejo “messaggio”44 y por lo tanto su palabra, incluso su verbo,
messaggiare.
Y chattando se escriben muchísimas cosas; uno de los más divertidos y
desconcertante viene de la lengua inglesa y se cree que sea la mística reelaboración
del verbo amar.
Navegando en Internet ninguno de nosotros puede negar que ha leído esto:
"Hola amor nos vemos mañana. ti lovvo ".
"Lovvo" voz del verbo "lovvare" del inglés to love; una de las innovaciones
más mácabras del momento. Está bien ser joven, está bien no tener preocupaciones y
a veces ser superficial, pero porque usar una palabra fonéticamente horrible
44
En español: mensaje
102
estilísticamente, cuando tenemos una multidud de palabras semejantes (desde el
clásico ti voglio bene, hasta el romántico ti amo).
Y es gracias a esto que nace la love story entre Fulana y Mengano famosos
gracias a sus éxitos en televisión y en el cine. ¿Por qué la llaman love story cuando se
puede llamar simplemente storia d'amore? ¿Si tengo una love story con una persona
en lugar de una storia d'amore significa que estoy más enamorada/o? ¿Estaré junto a
mi pareja toda la vida?
¿Cuando es está felíz y se está enamorado se está el mood perfecto verdad? Sin
embargo, me parece haber leído en alguna parte que existe una palabra italiana que
es l'umore.
Porque no utilizar una frase tan simple come "no estoy del humor justo" tengo
que decir en su lugar "no estoy del mood justo?". ¿Por qué?
Tal vez porque si digo mood en lugar de umore parezco triste y enojado pero
con un toque sofisticado?
Estas son dudas atroces, pero una cosa es cierta: el uso de estas palabras
inglesas da la idea de ser culto, maduro o una persona sabia. Así dicen.
103
Capítulo 3
Los anglicismos en el mundo de la publicidad
Hay varias y variadas definiciones de publicidad, pero la más famosa es la que
fue afectada por un círculo de expertos representada de la Cámara de Comercio de
Milán. Publicidad se entiende aquí como "cualquier forma de comunicación que se
ha generalizada en el ejercicio de un comercio, negocio, oficio o profesión con el fin
de promover el suministro de bienes o servicios" 45.
Esta definición fue la consagración oficial (en 1988) y publicidad de su
actividad, considerado finalmente autónoma e independiente de otros sectores (como
la comercialización). Cuatro años después el arte. 2 del decreto legislativo núm. 74
25.1.1992 define la publicidad como "cualquier mensaje que prevalece en cualquier
alguno en el ejercicio de un negocio, negocio, oficio o profesión con el fin de
promover la venta de bienes muebles o inmuebles, el establecimiento o la
transferencia de los derechos y obligaciones o la prestación de obras o servicios " 46.
Esta es la primera vez que un artículo de legislación dio una definición de la
publicidad.
La definición de publicidad cumple con una serie de dificultades. Es difícil dar
una definición única, oficial, precisa y concisa porque publicidad puede asumir
diferentes aspectos y servir causas insospechadas.
Intentemos crear una más específica: la publicidad es un tipo de comunicación
impersonal orientada a influir, regular y intencionalmente, el comportamiento
individual respecto a los productos; es decir que está dirigido a influir e inducir en
nosotros, a través de un lenguaje preciso, el deseo y la necesidad de lo que estamos
observando. Esto puede ser una máquina como un teléfono o más genéricamente la
producción de objetos de regalo y para el hogar.
45
46
Gazzetta Ufficiale n. 207 del 6 Septiembre 2007
Codice del Consumo, 1992
104
Esta intención secular fue intensificada gradualmente y se modificó con la
introducción de anglicismos y extranjerismos. Todo el mundo sabe que la publicidad
(sea televisión, radio o papel impreso), es una de los sectores más afectados por este
fenómeno mediático y donde su presencia es muy conocida. Idiomas más utilizados
dentro de este fenómeno son el frances y el inglés.
Ejemplos incluyen productos para personas y cosméticos, donde el uso de la
lengua francesa (asociada con los valores de elegancia y refinamiento) es cada vez
más secundarios con el uso del inglés, que acentúa el carácter tecnológico y la
confiabilidad del producto. Pero incluso si es sólo el francés para permanecer
arraigados especialmente en ciertos campos, es el inglés que ahora aparece más en
anuncios y eslóganes publicitarios.
TELEFONÍA
7.
Nokia. Connecting people47
8.
Motorola. Intelligence everywhere
9.
LG. Life’s good
10.
Vodafone. Life is now48
11.
Panasonic. Ideas for life
12.
Apple. Think different49
ROPA DEPORTIVA
4.
Adidas. Impossible is nothing 50
5.
Nike. Just do it!51
6.
Benetton. United colors of Benetton
47
Possible traducción: Nokia. Conecatando a las personas
Vodafone. Es tu momento, es Vodafone
49
Apple. Piensa diferente
50
Adidas. Nada es imposible
51
Nike. Sólo hazlo
52
United Dreams
48
105
52
ELECTRODOMĖSTICOS
4.
Hoover. Generation future
5.
Philips. Sense and simplicity
6.
Pionner. Sound, vision, soul
ALIMENTOS (y otro por el estilo)
10.
Campari. Red passion
11.
Heineken. Sounds good
12.
Martini. No Martini, no party
13.
Lipton ice tea. No sugar, full taste
14.
Coca Cola. Just what I want
15.
Mc Donald’s. I’m lovin’ it!
16.
Mentos. The freshmaker
17.
Corona Extra. The place to be
18.
Ringo. Do you Ringo?
RELOJES
2
Sector. No limits
3
Omega. My choice
4
Chronotech. Shock your time
El uso del inglés podría ser debido a que se trata de eslogan que se utilizan para
publicitar el producto en todo el mundo, aunque algunas veces se traducen. Por
ejemplo, uno de los últimos ejemplos de Coca Cola, está presente en la forma citada
anteriormente y al mismo tiempo la versión italiana que dice: "Vivi il lato Coca-Cola
della vita".
106
La marca Mc Donalds se comporta de manera diferente: este eslogan se traduce
en casi todas las lenguas del mundo, incluyendo Oriental, con la excepción de
español y italiano. En ambos países el eslogan sigue siendo como es en inglés (I'm
lovin' it!).
Llendo a otra marca y pasando por los relojes, todos vimos que la Binda Italia
S.p.A. (la empresa propietaria de la marca BREIL), en cambio, hizo su debut con el
lema en inglés “Don’t touch my Breil”, pero también con la versión alternativa
popular traducida en italiano "Toglimi tutto, ma non il mio Breil".
Aunque con diferencias pequeñas de ortografía ambos mensajes
quieren
transmitir los valores de coraje, determinación, ambición y la preciosidad del objeto
a través de la posesión de la misma. Por lo tanto, es evidente que el uso del inglés en
la mayoría de las veces es el más famoso, pero nosotros no podemos dejar de señalar
otra técnica llamada anuncios o lema "multilingüe".
Aquí hay algunos ejemplos notables:
o
Maxibon Motta. Two gust is megl che one 53
o
Gocciole “Expresso” Pavesi. 07.00 a.m. your Expresso,
Sir. 54
El material inglés entonces se introduce en los esloganes con expresión
estereotipada y términos fácilmente comprensibles incluso por un público que no
habla inglés, con el objetivo de crear una atmósfera alrededor de los listados de
productos, internacionalidad, aprovechar ese poder más cerradp y conciso que
caracteriza a los ingleses.
Todos estamos de acuerdo que el uso del inglés en la publicidad, hoy en día,
evoca la idea de determinación, reputación y globalización, pero en la mayoría de
los casos el anglicismo, préstamo o pseudo anglicismo, sirve no tanto para el
53
54
Eslogan de un helado italiano donde se funde el italiano y la lengua inglés.
Eslogan de una marca de galleta italiana.
107
lenguaje publicitario, sino para la comunicación verbal y para sugerir el encanto del
producto, con el fin de de vender.
De hecho, la palabra publicidad es una supuesta "forma de comunicación de
masas", y su lenguaje es directo, alusivo y conscientemente diseñado para obtener
una respuesta: comprar.
No siempre, sin embargo, la meta de la comprensión se alcanza en nuestro
contexto de publicidad. Es cierto que el lema se caracteriza por un texto fácil,
reconocible y memorable, pero la lengua extranjera a menudo evoca riferimentos
decodificados que no permiten la comprension efficaz. Un ejemplo de ello podría ser
la publicidad de Fanta.
Después de una escena breve en verano, jugada en la razón de la participación
y exclusión a un juego,una voz extranjera dice:share the fun. El sonido de la voz
extranjera está a medio camino entre la afirmación y el estímulo, con un efecto
persuasivo muy delgado. Este pequeño matiz no pudo ser capturado y luego el lugar
pierde su efectividad.
No son de descuidar los lemas de las estaciones de radio, especialmente los
italianos, dentro de los cuales son a menudo el uso de anglicismos para atraer tanto
como sea posible, la atención del oyente. Estos son algunos ejemplos:
o
Radio 102.5. Very Normal People
o
Radio Deejay. One nation, one station
En las publicidades de productos para la ropa puedes ver abundante y repetido
uso de la palabra wear utilizada como sustantivo y precedida por varios términos que
indican un cierto tipo de ropa o accesorios, tales como bolsos, cinturones, gafas.
Estos son algunos ejemplos:
o Armani. Armani underwear
o Colmar. Skiwear for passion
o Prada. Prada eyewear
108
Por lo tanto podemos decir que el uso de anglicismos en el mundo de la
publicidad puede variar. Que sea ropa o una radio la publicidad siempre utiliza
anglicismos.
109
Capítulo 4
Los anglicismos en la política
El lenguaje político tiene una distinta forma/función que pretende persuadir y
suscitar la participación y apoyo emocional. El análisis del lenguaje político, por lo
tanto, no puede prescindir de la relación entre pensamiento-discurso-texto-contexto,
aunque es por su propia naturaleza polémica y poco verificable, así como dijo
George Orwell.
La politica cubre toda la comunidad, así que una lengua totalmente
comprensible ayudaría a estar informados sobre los acontecimientos cotidianos,
especialmente los económicos y financieros.
Sin embargo, el historiador Luca Serianni en una entrevista con el periódico
"La Repubblica" en 2008 ha reconocido que los políticos prefieren hablar más
directamente, favoritos también por la televisión, que se convirtió en la arena política
por excelencia. De hecho, la absoluta falta de transparencia de ciertos anglicismos de
economía y finanza parecen contravenir a esa oseveración. Términos como
austerity55 o spending review56 no son fácil de entender para muchos ciudadanos,
pero sin duda todo el mundo estaría de acuerdo en dar una connotación negativa
debida a los contextos en los que dichas expresiones se utilizan normalmente.
La tendencia hacia el uso de anglicismos en el lenguaje popular de los políticos
era alinearse fácilmente a empujones linguisticos de la Unión Europea y también ha
condicionado psicologicamente las
opciones económicas de muchos ciudadanos
atemorizados por el espantoso fantasma que es la crisis financiera de los últimos
años, representado aún más espantoso por términos de dudosa claridad.
Por esta razón puede ser útil y funcional la distinción entre "lenguaje de la
política" y el "lenguaje de los políticos": Si el primero tiene un cierto grado de
formalización, con un léxico de tendencia más especializado y único en la semántica,
la segunda sólo en el sentido más amplio puede ser sectorial; por que no tiene un
léxico técnico.
55
56
En español, austeridad
En español, revisar los gastos
110
Las opciones lingüísticas no conciernen tanto el contenido de la comunicación,
pero la manera en que se presenta y las estrategias comunicativas en lugar de
capturar consenso.
Con el fin de arrojar luz sobre su significado y hacerla más fácil de entender,
nos proponemos aquí algunos de los más populares y usados anglicismos hoy por la
politica italiana:
1. Antitrust
<L’Antitrust multa Samsung per “informazioni fuorvianti”> La Repubblica, 23
Dicembre 2014.
<L’Antitrust contro Trenitalia: “multe troppo onerose per chi è senza
biglietto”> La Repubblica, 08 Novembre 2014.
Estos son sólo dos ejemplos que demuestran el uso de este anglicismo, ahora
convertido en el lenguaje común en el mundo de la política.
Antitrust
(autoridad de competencia y el mercado, AGCM) significa la
institución pública encargada de la protección de la legislación nacional. Creado por
la ley 287/1990 (normas para la protección de la competencia y del mercado), de
inspiración comunitaria , diseñada para garantizar el correcto funcionamiento del
mercado para que los operadores económicos puedan acceder libremente y competir
con igualdad de oportunidades.
Si se busca una traducción de este término además de su significado, por
desgracia no es confiable. La mayoría de los diccionarios inglés-italiano, se limita a
la explicación del término, no propone ningún término en italiano.
111
2. Bipartisan
<Strisce blu, critiche bipartisan: «Stop agli aumenti». Il 3 settembre la
decisione del Tar> Il messaggero, 28 Agosto 2014.
<Divorzio, proposta bipartisan alla Camera: un anno per dirsi addio, 9 mesi
senza figli minorenni> Il Messaggero, 02 Aprile 2014.
Aquí hay otro anglicismo que ya entró en la lengua común de la política. Este
término, según el vocabulario Treccani significa "persona, institución, movimiento,
etc., que es aceptado por ambos partidos políticos en desacuerdo o que está dispuesto
a aceptar las defensas de ellos".
Una curiosidad de este término es que sin ningún problema podríamos
encontrar un sinónimo en italiano: bipartitico .
Puede sonar extraño y a veces gramaticalmente incorrecto, pero el problema
radica solamente en la costumbre de escucharlo. De hecho el término en italiano no
es usado por ningún político italiano y periodista, y esto significa que es un término
extranjero.
Admitamos el uso del término inglés porque más fácil y de impacto: hay otro
problema grave que no debe subestimarse: la pronunciación completamente no
corecta que todo el mundo, y me refiero a todos, hace de este término. Leemos como
está escrito: error garrafal.
El término en la ley inglesa se lee baipartisan según la regla gramatical que ve
la pronunciación de i en a.
Esto significa sólo una cosa: que se prefiere el termino inglés pero lo leemos
muy mal.
3. Welfare
<Ripartire dal welfare per favorire lo sviluppo> Il Messaggero, 13 Dicembre
2014.
112
<Bilancio, altri tagli per 46 milioni «A rischio nidi, scuole e welfare»>. Il
Corriere della Sera, 17 Dicembre 2014.
Cómo no mencionar este término que ocupó durante mucho tiempo la cima de
la clasificación de las palabras más comunes en el lenguaje político. Welfare equivale
al bienestar en italiano.
Desgraciadamente , o por suerte, hoy en día este término está un poco
desaparecido, o mejor dicho, se usa menos desde su debut en 2007 cuando quería
sustituir el término en italiano Previdenza sociale: es decir un sector estatal que se
encarga de los más vulnerables (personas con discapacidad, trabajadores, jubilados,
etc....).
4. Spending review
<Corte dei Conti sulla Pubblica Amministrazione “Con la spending review
tagli indifferenziati”> La Stampa 09 Gennaio 2015.
<Gli assessori regionali viaggiano in pulmino: “E’ la spending review”. La
Repubblica, 10 Gennaio 2015.
No podía faltar en nuestra lista de anglicismos este famoso término. Por meses
la gente oyó de este misterioso término sin saber el significado. Este término se
refiere en realidad a un conjunto complejo de procedimientos y políticas para
mejorar la gestión (y programación) del presupuesto nacional tanto en términos
financieros y contables, tanto en la producción y la asignación del gasto público. El
propósito de la spending review es por lo tanto, aumentar la eficacia del gasto en
113
relación con los objetivos y fomentar una mayor eficiencia en el uso de recursos
materiales y humanos disponibles.
114
Conclusión
Después de haber analizado el fenómeno de los anglicismos en nuestra lengua,
puedo decir cómo estos términos han tomando pie de manera muy invasiva. Aunque
hay varias escuelas de pensamiento sobre este fenómeno, es imposible no darse
cuenta de cómo la evolución de nuestra lengua está corriendo con el tiempo.
Que es algo bueno o no sigue siendo el hecho de que todo está cambiando,
evolucionando y modificando segun la moda.
Porque si, también los anglicismos están afectados por las tendencias, vienen y
van desde nuestro vocabulario segun el momento de la vida que se está viviendo; en
el mundo de los jóvenes hemos aprendido cómo estos términos se mezclan con un
lenguaje ya en sí mismo "afectado".
En un mundo más "sectorial" como la política, se ha observado como estos
términos han reemplazado muchos términos italianos de gran importancia histórica
convertiendo un lenguaje complejo, en uno aún más difícil para quienes que no hace
parte.
Hemos visto cómo para la publicidad el uso de anglicismos y de la lengua
inglesa en general es de vital importancia. Es posible observar la gran cantidad de
eslogan en inglés, casi siempre a nivel internacional.
Pasando luego a uno de los campos que "nace" con el inglés, es evidente a
todos cómo el mundo de la informática es ahora lleno de términos ingleses. Para
varios términos no hay siquiera una traducción válida en italiano.
Luego se han analizado las opiniones de algunos lingüistas y estudiosos de este
fenómeno durante años y surgió como pueden convivir bastante tesis de pensamiento
opuestas.
Por un lado, los partidarios que analizando el número de términos italianos no
se sienten amenazados por los anglicismos, y por otro lado, los críticos, quienes que
se sienten muy amenazados por la carga de este fenómeno.
Juntando todas las piezas, llego a creer que la verdad se encuentra en el centro.
La evolución es buena... el cambio es parte de nuestro mundo, pero ten cuidado
porque como dice el refrán lo poco agrada y lo mucho cansa!
115
116
Ringrazio tutti, davvero tutti.
Chi più chi meno, siete stati tutti parte di questo cammino.
117
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