cavallo Expo - Litho Project Srl
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Il genio di Leonardo rivive nel «suo» cavallo Il cavallo di Leonardo A Fieracavalli rivive Leonardo. O, meglio, «vive», come fosse la prima volta. Perché il destriero che accoglie i visitatori all'ingresso del PalaExpo della fiera è un monumento equestre progettato in realtà dal genio rinascimentale per Francesco Sforza, signore di Milano dal 1482 al 1493, che non fu mai portato a termine. Finora. Ci sono voluti cinque secoli perché il progetto vedesse la luce grazie al maestro Giuliano Grittini, artista e fotografo personale della poetessa Alda Merini, sotto la direzione dell'architetto Alessandro Carone, con la collaborazione di Antonio Giarola, regista del Gala d'oro di Fieracavalli, e dell'azienda Litho project marble consulting che l'ha realizzato. E dopo la tappa a Fieracavalli, partirà alla volta di via Solferino a Milano, prestigiosa sede del Corriere della Sera. Un'occasione, questa rinascita della grandiosa opera leonardesca grazie allo spunto suggerito a Grittini prima di morire dalla stessa Merini, che insieme al fotografo desiderava sviluppare un omaggio all'artista e scienziato intitolato «Genio e Poesia», che ha permesso, in fiera, di riflettere anche su altri geni che hanno dato poesia, esistenza e cuore all'opera di Grittini: Marcia Theophilo, antropologa e poetessa candidata al Premio Nobel per la Letteratura, che all'opera ha dedicato una poesia; Antonio Giarola, direttore artistico e regista, e lo scrittore e giornalista Donatello Bellomo. Oltre che, ovviamente, Alda Merini. L'eco della poetessa milanese resta infatti scolpita nella figura, in cui i disegni preparatori di Leonardo, schizzi e studi sulla fisionomia del cavalli, si fondono con i versi. Il tutto su quell'ardesia lavorata a spacco che l'architetto Carone ha fortemente voluto perché rappresentativa delle stratificazione di innumerevoli desideri di portare a compimento l'opera mai compiuta.