osservatorio finanziario sulle società vinicole italiane
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Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2006 OSSERVATORIO FINANZIARIO SULLE SOCIETÀ VINICOLE ITALIANE Analisi dei profili reddituali e finanziari di un campione rappresentativo delle diverse tipologie di società vinicole italiane 3° edizione, 2007 Stefano Cordero di Montezemolo MasterWineManagement Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 LE PREMESSE In questa pubblicazione viene presentata la terza edizione dell’Osservatorio Finanziario delle Società Vinicole Italiane che ha per oggetto l’analisi di un campione di 160 società vinicole italiane rappresentative – per dimensioni, per strutture e per performance aziendali – delle diverse tipologie di imprese che caratterizzano questo specifico settore industriale. Questa terza edizione è aggiornata ai dati di bilancio del campione delle società dell’esercizio 2005. Questa ricerca si distingue da altri importanti e sistematici lavori di analisi economica e finanziaria sul settore vinicolo italiano1 perché considera anche campioni di imprese di minori dimensioni che rappresentano – per numerosità, per qualità produttiva e per notorietà aziendale – una delle componenti fondamentali di questo comparto produttivo e dove maggiori appaiono le problematiche gestionali che rischiano di minare la complessiva stabilità economica e finanziaria di questo settore e che non verrebbero rilevate se l’analisi venisse limitata solo alle imprese di maggiori dimensioni. Il complessivo campione è suddiviso in quattro classi di imprese: la classe A, formata dalle grandi società vinicole; la classe B, rappresentativa delle medie società vinicole; la classe C, composta dalle società definite intermedie; la classe D, che include le piccole società vinicole. Per quanto riguarda gli obiettivi e alla metodologia di questo studio del campione delle società vinicole italiane si rinvia alle note introduttive delle due precedenti edizioni. In questa edizione, i dati aggregati dell’intero campione e quelli della classe A riferiti all’esercizio 2004 sono leggermente diversi da quelli indicati nella precedente edizione pubblicata l’anno scorso. Di alcuni gruppi che, per ragioni dimensionali, appartengono alla classe A in questa edizione sono riportati i bilanci consolidati mentre nell’edizione precedente furono trattati con la modalità dei bilanci aggregati. Questa variazione di computo dei dati di bilancio ha effetti significativi sui tassi di crescita annuale dei valori aggregati di bilancio mentre non si rilevano significative variazione in termini di indici di bilancio. In questa edizione, per arricchire l’analisi e la valutazione della posizione economica e finanziaria del campione di società vinicole italiane, si è ritenuto di aggiungere anche i principali indicatori economici e finanziari delle società vinicole quotate nei mercati azionari internazionali per lo stesso periodo 2001-2005 e l’andamento della quotazione delle relative azioni riferito agli ultimi tre trimestri del 2004 ed il primo trimestre del 2005, ritenendo che questi valori di mercato siano più correlati con i dati di bilancio dell’ultimo esercizio. Legenda degli indici di bilancio utilizzati per l’analisi delle società vinicole Definizione Redditività netta Redditività lorda Flusso di redditività netta Redditività sugli investimenti totali Redditività sul capitale investito Costo dei debiti finanziari Costo dei debiti totali Redditività netta sul venduto Redditività lorda sul venduto Margine di redditività finanziaria lorda Margine di redditività finanziaria netta Margine (lordo) sul venduto Margine di valore aggiunto Crescita dei ricavi Crescita degli investimenti Produttività del capitale investito Intensità delle immobilizzazioni tecniche Intensità dei crediti commerciali Intensità delle scorte Capitalizzazione delle attività Struttura Copertura Disponibilità Tesoreria Indebitamento netto Indebitamento finanziario Durabilità dei debiti finanziari Autonomia finanziaria lorda Autonomia finanziaria netta Descrizione ROE netto = Utile netto / Capitale netto ROE lordo = Risultato caratteristico / Capitale netto CFROE = Cash flow ROE / Capitale netto ROA = Risultato caratteristico / Capitale attivo netto ROI = Risultato operativo / Capitale investito netto CODF = Oneri finanziari / Debiti finanziari CODT = Oneri finanziari / Indebitamento netto (al netto dei debiti commerciali) ROS = Risultato operativo / Ricavi GROS = Risultato operativo lordo / Ricavi ROI – CODF ROA – CODT Margine industriale lordo / Ricavi Valore aggiunto / Ricavi (Ricavi t - Ricavi t-1) / Ricavi t-1 (Immobilizz. tecniche lorde t – Immobilizz. tecniche lorde t-1) / Immobilizz. tecniche lorde t-1 Ricavi / Capitale investito netto Immobilizz. tecniche lorde / Ricavi Crediti commerciali / Ricavi Scorte / Ricavi Capitale netto / Attivo totale Capitale netto / Capitale fisso (Capitale fisso + Debiti pluriennali) / Capitale fisso (Attivo corrente - debiti commerciali) / Paasivo corrente Liquidità immediate / Debiti finanziari correnti Indebit. Netto / Capitale netto Indebit. Finanz. / Capitale netto DF bt / DF mlt Risultato caratt. / Oneri finanz. (Risultato operativo lordo – Imposte) / (Oneri finanziari + Ammortamenti) 1 “Indagine sul settore vinicolo italiano” realizzata e pubblicata dall’Ufficio Studi di Mediobanca s.p.a. che nell’edizione 2007, riferita anch’essa ai bilanci fino al 2005, tratta un campione delle maggiori 85 società che sono, complessivamente, quelle che formano le classi A e B delle maggiori società vinicole dell’Osservatorio Finanziario delle Società Vinicole Italiane. Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 2 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 L’EVOLUZIONE DEL CAMPIONE DI SOCIETÀ VINICOLE ANALIZZATE L’evoluzione del campione aggregato Ricavi Margine ind. Lordo Valore aggiunto Risultato operativo Risultato netto Attivo totale Immobilizz. tecniche Debiti finanziari Capitale netto € ‘mln ‘05 3,920 1,516 806 228 97 5,530 2,171 1,662 1,884 05/04 1.6 6.2 9.2 15.7 27.6 6.1 9.3 8.8 7.5 ∆±% 04/03 03/02 2.1 5.5 5.1 0.1 3.9 -4.4 -4.6 -20.3 -13.4 -34.3 5.2 7.6 16.5 6.8 1.8 20.1 6.9 5.7 02/01 10.1 8.9 7.4 3.4 21.0 11.8 14.5 12.1 8.6 ROE netto ROE lordo ROA ROI Margine sul venduto ROS GROS Costo debiti finanziari Costo dei debiti totali ‘05 5.4 9.2 5.7 5.8 38.7 5.8 10.5 4.5 3.0 % ‘04 4.5 8.5 5.4 5.5 37.0 5.1 9.9 4.8 3.1 ‘03 5.6 10.4 6.6 6.3 35.9 5.5 10.0 5.9 3.8 I principali dati di bilancio delle quattro classi ‘mln euro Ricavi Margine ind. Valore aggiunto Risultato oper. Risultato netto Attivo totale Immob. tecniche Debiti finanziari Capitale netto • • • • • ‘05 2,642 1,002 537 154 69 3,508 1,394 983 1,230 Classe A ‘04 ∆±% 2,588 2.1 934 7.2 485 10.7 129 17.9 58 19.7 3,285 6.8 1,288 8.2 924 6.4 1,142 7.7 ‘05 720 273 149 60 30 995 339 281 310 Classe B ‘04 ∆±% 727 -0.9 259 6.7 134 11.2 46 30.8 20 51.9 880 13.1 274 23.7 269 4.6 267 16.2 ‘05 389 163 82 16 2 642 273 214 239 Classe C ‘04 ∆±% 375 3.8 154 5.8 79 3.2 17 -5.8 3 -31.3 617 4.1 265 3.0 189 12.1 236 1.5 ‘05 169 78 38 -1.7 -4.3 385 165 184 105 Classe D ‘04 ∆±% 169 0.2 81 -3.7 40 -5.2 5 -134.2 -3 -43.1 389 -1.1 161 2.4 136 35.3 107 -1.7 Nel 2005, il tasso di crescita dei ricavi del complessivo campione (+1.6%) ha confermato la linea di tendenza alla progressiva riduzione che si è andata creando dopo la fase di espansione del settore che sembra essersi completata tra il 2001 ed il 2002. Tenuto conto che nel corso del 2005, il settore vinicolo italiano ha registrato una nuova ripresa delle vendite, il basso tasso di crescita dei ricavi è spiegato in misura largamente prevalente dalla riduzione dei prezzi di vendita per fronteggiare la crescente concorrenza internazionale, un eccesso d’offerta rispetto ai volumi di vendita e il rafforzamento dell’euro nei mercati valutari. Nonostante la bassa crescita dei ricavi, i risultati di redditività dell’intero campione sono complessivamente migliorati rispetto ai due precedenti esercizi in cui si erano registrate significative contrazioni. Il livelli di redditività sono migliorati sia intermini assoluti sia in termini relativi: gli indici ROE, ROA e ROI sono migliorati rispetto al 2004 anche se rimangono a livelli significativamente inferiori a quelli raggiunti tra il 2001 ed il 2002. Sul lato delle poste di conto economico, la ragione principale di questi incrementi di redditività è la crescita del margine industriale lordo (+6.2%), prodotto in parte dalla crescita dei ricavi e in altra parte dalla riduzione del costo del venduto (-1.1%) come già avvenuto nel corso del 2004 e, altresì, dalla positiva crescita delle poste di natura finanziaria per l’ulteriore riduzione del costo dei debiti finanziari. Tutte le altre categorie di costi hanno avuti tassi di crescita superiori a quello dei ricavi anche se l’altra principale componente dei costi di produzione di queste imprese, i costi per servizi, ha avuto un tasso di crescita (2.8%) leggermente superiore a quello dei ricavi e, comunque, più contenuto rispetto agli esercizi precedenti; Il consistente recupero della redditività sul venduto a livelli superiori a quelli del 2003 è stata, tuttavia, in parte compensata dalla ulteriore e consistente crescita del capitale investito e, soprattutto, delle immobilizzazioni tecniche. La conseguenza di questo fenomeno è che la crescita del ROI è stata molto più contenuta rispetto a quella del ROS; L’elevata e persistente crescita degli investimenti in capitale fisso si dimostra essere uno dei veri fattori critici di questo settore che ne riduce i livelli di redditività ben al di sotto i suoi potenziali nel rispetto dei relativi valori della produzione e dell’efficienza nella gestione dei costi di produzione. L’elevata e sistematica crescita degli investimenti in immobilizzazioni tecniche genera un eccesso di capacità produttiva ed un’intensità del capitale investito che determinano una riduzione dei margini reddituali ben oltre quella prodotta dalla minore crescita dei ricavi e dalla maggiore concorrenza internazionale da parte di produttori con profili di costi e di prezzi più ridotti. Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 3 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 Crescita ricavi Crescita investimenti in capitale fisso Tasso di crescita - % 25 20 15 10 5 0 2005 • • • • • • • 2004 2003 2002 2001 Nell’ultimo esercizio si conferma la riduzione del costo dei debiti finanziari, anche se con una variazione inferiore rispetto all’anno precedente, che insieme alla crescita della redditività industriale (ROI) spiegano il recupero della redditività del capitale netto (ROE) anche se la stessa rimane a livelli inferiori a quelli raggiunti alla fine della fase espansiva del settore; Nel corso del 2005, la classe C ha avuto il più elevato tasso di crescita dei ricavi, significativamente superiore alla media (+3.8%), dopo la significativa contrazione del 2004 e la sistematica minore crescita degli anni precedenti rispetto alle due classi di maggiori imprese. Durante l’ultimo esercizio è la classe B che ha avuto un tasso di crescita dei ricavi negativo e la classe D ha avuto un tasso di crescita quasi invariato; Nonostante abbia avuto un tasso di crescita negativo dei ricavi, è la classe B che ha avuto il migliore incremento di redditività, sebbene negli anni precedenti questa classe di imprese avesse già avuto i livelli maggiori di redditività rispetto a tutte le altre classi. La superiore crescita dei livelli di redditività di questa classe di imprese è parzialmente spiegata dai minori costi del venduto – in linea con quelli delle classi A e C – ma dalla inferiore crescita dei costi per servizi e, soprattutto, dei costi di struttura. Come già indicato nelle precedenti edizioni, in questa classe c’è la maggiore incidenza di imprese caratterizzate da una più elevata flessibilità operativa per la minore intensità dei costi fissi e del capitale fisso che favoriscono una gestione più redditizia anche le fasi di minore crescita e di maggiore concorrenza sui prezzi di vendita; A fronte dei superiori miglioramenti dei livelli reddituali, la classe B è quella che ha avuto il maggiore incremento della dotazione di immobilizzazioni tecniche, sebbene questa classe, come già indicato, abbia una complessiva minore intensità del capitale fisso. Viceversa, la classe A che ha avuto incrementi più limitati dei livelli reddituale ha accresciuto agli impieghi in capitale fisso in misura largamente inferiore; La classe A mostra ancora una dinamica di evoluzione più costante con performance più equilibrate rispetto alla classe B. In effetti, questa classe mostra tassi di crescita dei ricavi, dei livelli reddituali e del capitale fisso più correlati anche se con minore intensità di variazione rispetto alla classe B. Questi dati confermano che la classe A ha una maggiore solidità economica e patrimoniale rispetto alle altre classi in relazione alle sue superiori dimensioni strutturali; Le due classi di dimensioni inferiori, la classe C e la classe D, confermano la tendenza alla riduzione dei livelli reddituali anche se con dinamiche differenziate. Per la classe C la riduzione dei livelli reddituali è spiegata da una crescita a tassi largamente superiori dei costi di struttura, in particolare del costo del lavoro, rispetto al positivo incremento dei ricavi, del margine industriale lordo e del valore aggiunto. In questi termini, la classe C mostra di avere recuperato posizioni in termini di competitività mentre ne ha perse sul fronte dell’efficienza gestionale. Viceversa, per la classe D si è realizzata una grave perdita dei livelli reddituali per una perdita combinata della capacità competitiva (con una riduzione dei livelli del margine industriale lordo e del valore aggiunto e, altresì, dell’efficienza gestionale (con un significativo incremento relativo dei costi di struttura); I diversi andamenti dei livelli reddituali hanno avuto effetti anche sui tassi di crescita degli impieghi in capitale fisso. Sebbene, come più volte sottolineato anche nelle precedenti edizioni, la crescita del capitale fisso possa essere un fattore strutturalmente negativo per le performance economiche di questo settore, le classi di maggiori dimensioni hanno potuto accrescere la propria dotazione di immobilizzazioni tecniche in misura largamente superiore a quella delle classi di minori dimensioni. Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 4 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 L’ANALISI DEGLI INDICI DI BILANCIO DELLE QUATTRO CLASSI DI SOCIETÀ VINICOLE I principali indici economici e finanziari delle quattro classi di imprese vinicole Dati in % ROE netto ROE lordo CFROE ROA ROI Costo dei debiti finanziari Costo dell’indebitamento totale ROS GROS Margine lordo sul venduto Valore aggiunto sul venduto Crescita dei ricavi Crescita investimenti in immob. tecn. Ricavi / Capitale investito netto Immob. tecn. / Ricavi Crediti commerciali / Ricavi Scorte / Ricavi Capitale netto / Attivo totale Indice di struttura Indice di copertura Indice di disponibilità Indice di tesoreria Indebit. Netto / Capitale netto Indebit. Finanz. / Capitale netto DF bt / DF mlt Indice lordo di autonomia finanziaria Indice netto di autonomia finanz.iarie Classe A Classe B Classe C Classe D ‘05 ‘04 5y ‘05 ‘04 5y ‘05 ‘04 5y ‘05 ‘04 5y 6.0 10.2 17.1 6.0 6.1 4.6 2.9 5.7 10.8 37.9 21.2 2.1 8.2 1.07 0.51 0.30 0.30 0.35 0.80 1.26 1.40 0.29 1.32 0.83 1.08 3.95 1.32 5.3 8.9 16.6 5.6 5.6 4.9 3.1 5.0 9.8 36.1 18.3 3.6 16.5 1.13 0.46 0.29 0.30 0.34 0.81 1.28 1.45 0.26 1.35 0.84 1.21 3.50 1.31 7.2 12.0 18.3 7.5 7.5 6.3 3.9 6.2 11.0 36.8 19.7 6.2 17.2 1.19 0.44 0.29 0.30 0.35 0.83 1.29 1.46 0.27 1.27 0.78 1.28 3.60 1.39 10.4 15.1 21.7 8.2 8.7 4.5 3.1 8.3 11.3 37.9 20.7 -0.9 15.8 1.15 0.39 0.35 0.33 0.32 0.88 1.37 1.57 0.30 1.30 0.91 1.17 4.44 1.77 7.8 14.3 18.9 7.8 8.3 4.7 3.3 6.4 10.2 35.6 18.5 -0.4 13.0 1.30 0.35 0.34 0.33 0.29 0.91 1.42 1.52 0.27 1.47 1.04 1.50 3.92 1.47 9.9 16.0 22.2 8.8 9.3 5.5 3.9 6.9 10.6 36.0 18.9 4.5 24.4 1.38 0.32 0.33 0.32 0.29 0.92 1.42 1.50 0.23 1.47 1.04 1.74 3.76 1.50 0.1 2.4 9.5 2.8 3.2 4.3 3.4 4.1 9.6 41.7 21.1 3.7 11.8 0.78 0.72 0.38 0.42 0.37 0.84 1.16 1.27 0.17 1.15 0.85 2.15 1.50 0.98 1.1 3.9 9.9 3.6 3.8 4.8 3.4 4.6 9.8 41.0 21.2 -1.3 15.9 0.84 0.66 0.36 0.40 0.38 0.86 1.18 1.28 0.17 1.14 0.80 2.28 2.00 1.05 2.2 5.5 11.3 4.7 5.0 5.7 4.1 5.4 10.4 41.1 21.2 4.0 19.6 0.91 0.60 0.35 0.39 0.37 0.87 1.19 1.29 0.14 1.12 0.80 2.43 2.13 1.02 -3.6 -4.2 6.8 1.0 -0.5 4.1 2.9 -1.0 6.7 46.3 22.3 0.2 9.4 0.52 1.11 0.27 0.62 0.27 0.47 0.97 1.25 0.06 2.67 1.88 0.65 0.42 0.31 -3.1 0.2 7.6 1.8 1.8 3.8 2.6 3.0 9.9 47.8 23.6 -1.5 8.1 0.61 0.91 0.33 0.57 0.29 0.59 1.10 1.17 0.08 1.87 1.29 1.43 1.04 0.75 2.1 5.0 13.5 4.2 4.1 4.6 3.5 5.4 12.4 47.6 25.9 2.6 20.0 0.68 0.84 0.31 0.53 0.30 0.60 1.13 1.32 0.09 1.88 1.39 0.94 1.81 0.79 La classe A • • • • • Tutti gli indicatori di redditività della classe A sono migliorati rispetto all’esercizio precedente ma rimangono a livelli significativamente inferiori alla media degli ultimi cinque anni. L’indicatore di redditività che ha avuto il maggiore incremento è il ROE lordo, in modo molto maggiore rispetto al ROA ed al ROI ad indicazione che alla redditività sul capitale netto hanno contribuito in modo rilevante anche i rendimenti degli investimenti finanziari (partecipazioni, finanziamenti e attività monetarie). Nell’ultimo esercizio c’è stato un importante miglioramento dei margini di redditività finanziaria, sia come differenza tra il ROA ed il costo dei debiti totali sia come differenza tra il ROI ed il costo dei debiti finanziari per la ulteriore riduzione del capitale di debito a valori molto inferiori rispetto alla media quinquennale; La classe A, oltre ad avere avuto una positiva crescita del fatturato (+2.1%), ha avuto una significativa espansione del margine lordo (+1.8 punti percentuali) e del valore aggiunto (+1.9) sul venduto portando questi due indicatori a valori superiori alla media degli ultimi cinque esercizi. Questi dati indicano, che le imprese di più grandi dimensioni hanno recuperato capacità competitiva rispetto al periodo 2003-2004 in cui gli effetti della minore attrattività del settore (maggiore competizione, crescita elevata della capacità produttiva e incremento del valore dell’euro) avevano prodotto effetti negativi sul margine lordo e sul valore aggiunto sul venduto di questa classe di imprese. Questi dati indicano, altresì, che la crescita dei costi per servizi è stata più contenuta rispetto agli esercizi precedenti e potrebbe segnalare una maggiore attenzione di queste imprese al contenimento di queste spese che, nel passato, avevano contribuito a ridurre le relative condizioni di redditività; Anche il ROS ha avuto un positivo miglioramento (+0.7) anche se, come per gli indici di redditività sul capitale investito, rimane a valori inferiori alla media quinquennale. Invece, il GROS ha avuto un incremento maggiore (+1.0) ed ha raggiunto livelli in linea con la media quinquennale a dimostrazione che la gestione operativa di queste imprese è migliorata non solo per ragioni di capacità competitiva ma anche di efficienza operativa. Il minore miglioramento del ROS rispetto al GROS è spiegata dalla crescita dei costi per ammortamenti porta ad un minore incremento del ROS e conferma che l’elevata e sistematica crescita degli investimenti in capitale fisso con tassi superiori alla crescita dei ricavi e con la conseguenza di una crescente intensità delle immobilizzazioni tecniche; Nel corso del 2005 si è registrata un’ulteriore riduzione della produttività del capitale investito, in larga misura per la maggiore intensità del capitale fisso e in minore misura delle scorte, mentre quella dei crediti commerciali rimane costante; In generale, nell’ultimo esercizio le imprese della classe A hanno registrato un ulteriore peggioramento della struttura patrimoniale. Sebbene il tasso di capitalizzazione delle attività sia rimasto costante, gli altri due indici che mi- Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 5 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 • surano il grado di solidità della struttura patrimoniale consolidata – gli indici di struttura e di copertura – hanno avuto un peggioramento. Sul fronte della struttura patrimoniale corrente, l’indice di tesoreria ha avuto un miglioramento e, tuttavia, l’indice di disponibilità ha avuto una significativa contrazione che riduce il grado di solidità della struttura patrimoniale corrente; Sul fronte della struttura finanziaria, invece, le imprese della classe A hanno avuto un complessivo miglioramento. Gli indici di indebitamento, sia quello totale sia quello finanziario, hanno avuto un leggero miglioramento, mentre consistenti miglioramenti si sono registrati per quanto riguarda gli indici di autonomia finanziaria corrente e gli indici di urabilità dei debiti finanziari. Invece, il miglioramento dell’indice di solvibilità risulta marginale anche se i suoi livelli sono largamente sufficienti e superiori a quelli delle imprese di minori dimensioni che, come verrà analizzato dopo, sono a livelli negativi (molto negativi per quanto riguarda la classe D). La classe B • • • • • La classe B, sebbene abbia avuto nuovamente una contrazione dei ricavi (-0.9%), come l’anno precedente, ha registrato un positivo incremento di tutti gli indici di redditività, al pari della classe della A, e in misura superiore in termini di ROE netto (per una relativa migliore contribuzione delle poste straordinarie) che ha raggiunto un livello superiore alla media quinquennale. L’incremento degli indici di redditività, unito ad una ulteriore riduzione del costo dell’indebitamento, hanno portato ad un significativo accrescimento del margine di redditività finanziaria lorda (ROI – COFD) e netta (ROA – COTD). Cita e di maggiore competitività, le imprese di questa classe siano comunque riuscite a sviluppare maggiori efficienze di gestione sui costi per servizi e di struttura oltre ad avere beneficiato dei minori costi per acquisti. Questa maggiore produttività industriale spiega la consistente crescita del risultato netto di questa classe (13.4%). Per la classe B, gli incrementi degli indici di redditività sono determinati dal sensibile miglioramento degli indici di marginalità (che misurano il rapporto tra i diversi risultati della gestione industriale ed il livello dei ricavi), che hanno tutti raggiunto valori superiori a quelli medi quinquennali. In particolare, per questa classe si deve registrare un sensibile incremento del margine sul venduto e del margine di valore aggiunto che variazioni positive di +2.3 e +2.2 punti percentuali. Questi dati rivelano che queste imprese, nonostante un contesto di maggiore competizione, hanno complessivamente migliorato le loro performance strategiche. L’incremento invece degli indici di redditività sul venduto (GROS e ROS) sono stati inferiori a indicazione che queste imprese hanno perso una parte dei margini di redditività sui costi di struttura; Per quanto riguarda gli indici di produttività del capitale investito, si è registrato un peggioramento, come per tutto il complessivo campione, per una crescita ulteriore e significativa degli investimenti in immobilizzazioni tecniche anche se con tassi largamente inferiori alla medie quinquennale. Come per la classe A, l’intensità dei crediti commerciali è cresciuta in modo marginale mentre il peso delle scorte sui ricavi è rimasto invariato a conferma di un mantenimento stabile della posizione gestionale delle imprese maggiori sui fattori industriali del capitale circolante; Gli indici di struttura patrimoniale mostrano segnali in parte contrastanti. C’è stato un miglioramento significativo degli indici di capitalizzazione delle attività aziendali, di disponibilità e di tesoreria, mentre c’è stato un peggioramento degli indici di struttura e di copertura. Questo quadro segnala che, sebbene gli indici più significativi per misurare l’equilibrio della struttura patrimoniale siano migliorati queste imprese, sebbene dotate di una minore intensità del capitale fisso rispetto alle altre tipologie analizzate, possono migliorare la gestione finanziaria con un maggiore apporto dei finanziamenti più duraturi (capitale proprio e debiti pluriennali) a copertura degli investimenti in capitale fisso; La classe B ha avuto un consistente (e largamente superiore alle altre classi) miglioramento della struttura finanziaria. Tutti gli indici riferiti a questa componente della gestione aziendale hanno avuto un sensibile miglioramento che consentono a questa categoria di imprese di mostrare un grado di solvibilità largamente superiore a quello delle altre classi di imprese. In particolare, l’indice di indebitamento netto di è ridotto da 1.47 a 1.30 ben al di sotto della media quinquennale; il rapporto tra debiti finanziari a breve e quelli a medio/lungo termine è passato da 1.50 a 1.17 e l’indice di autonomia finanziaria netta è passato da 1.47 a 1.77; La classe C • • A fronte di un consistente incremento dei ricavi, superiore a tutte le altre classi e in linea con la sua media quinquennale, la classe C ha avuto un’ulteriore contrazione dei propri indici di redditività. Il ROE netto è ormai vicino a valori nulli, mentre tutti gli altri indici di redditività hanno avuto una riduzione tra 0.4 e 0.8 punti percentuali. Questa classe, quindi, conferma e rafforza una situazione di margini di redditività finanziaria. Peraltro, mentre il costo dell’indebitamento finanziario si è ridotto, al pari delle due classi di imprese maggiori, il costo dell’indebitamento totale è rimasto invariato penalizzando il margine netto di redditività finanziaria.; La riduzione degli indici di redditività di questa classe è stata prodotta, sul piano industriale, da un contestuale peggioramento delle performance sia sul lato degli indici di marginalità sia sul lato della produttività del capitale investito. Per quanto riguarda gli indici di marginalità, la riduzione è stata prodotta da una dinamica negativa dei costi per servizi e dei costi di struttura, soprattutto quelli relativi al capitale fisso. In effetti, a fronte di un incremento del margine sul venduto c’è stata una leggera contrazione del margine di valore aggiunto e più significative riduzioni della redditività operativa sul venduto. Sul lato della produttività del capitale investito, si deve registrare un genera- Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 6 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 • le peggioramento del rapporto tra tutte le sue componenti ed i ricavi. Oltre alla crescita dell’intensità delle immobilizzazioni tecniche, che è generale a tutte le classi di imprese, c’è stato un incremento relativo sia dei crediti commerciali sia delle scorte. Questi dati sembrano indicare una insufficiente capacità gestionale da parte del management che non riesce a controllare in modo efficace ed efficiente i fattori di gestione più direttamente rispondenti alla struttura aziendale, al di là delle dinamiche competitive del mercato vinicolo; Mentre sul fronte della struttura patrimoniale, questa classe mostra una generale stabilità dei relativi indicatori, anche se con un marginale ulteriore peggioramento; è sul fronte della struttura finanziaria che la classe C mostra un grave ed ulteriore peggioramento di tutti gli indicatori, in particolare quelli che misurano il grado di autonomia finanziaria, che – in prospettiva e senza una effettiva inversione di tendenza – possono portare numerose imprese di questa classe a situazioni di crisi finanziaria e perfino ad una strutturale insolvenza. La classe D • • • • • • Per l’esercizio 2005 si conferma e, perfino, si aggrava la negativa situazione economica e finanziaria di questa classe di imprese vinicole. Sebbene la classe D abbia avuto un leggero incremento dei ricavi, i suoi indicatori di redditività hanno registrato un significativo ed ulteriore peggioramento rispetto a livelli già negativi raggiungi nel corso del 2004. In particolare, sia il ROE lordo sia il ROI hanno raggiunto livelli negativi a indicazione di una situazione sempre più preoccupante per le prospettive di molte delle imprese che formano questa classe. A fronte di questo, il costo dell’indebitamento è cresciuto come probabile risposta del maggiore rischio di affidamento di queste imprese, rendendo altresì ancora più gravi le performance in termini di margini redditività finanziaria; La riduzione degli indici di redditività della classe D è, in primis, spiegata da una progressiva perdita di competitività del modello aziendale tipico di queste imprese che si manifesta in una consistente riduzione del margine sul venduto (-1.5 punti) e del margine di valore aggiunto (-1.3 punti). La maggiore concorrenza nel settore, la maggiore pressione sui prezzi e le peggiori di cambio valutario hanno portato ad una consistente riduzione dei margini operativi in un segmento del settore vinicolo caratterizzato da un’elevata numerosità di imprese con scarsa capacità commerciale e con sempre minori spazi di differenziazione qualitativa e produttiva; A precedenti dati si deve aggiungere che la maggiore rigidità dei costi di struttura di queste imprese ha avuto ulteriori effetti negativi sugli indici di redditività operativa sul venduto con contrazioni di 2.2 punti percentuali del GROS e 4.0 punti percentuali del ROS; Contestualmente, la classe D ha registrato un ulteriore peggioramento degli indici di produttività del capitale investito a causa di una crescita dell’intensità delle immobilizzazioni fisse (per un tasso di crescita degli investimenti superiori al tasso di crescita dei ricavi) e delle scorte, nonostante il miglioramento del rapporto tra i crediti commerciali ed i ricavi. In particolare, la significativa crescita del rapporto tra le scorte ed i ricavi, in continuazione con i più recenti esercizi, mostra che queste imprese si stanno confrontando con una progressiva minore capacità distributiva delle proprie produzioni; Il peggioramento delle performance di queste imprese viene registrato anche sul fronte della struttura patrimoniale e della struttura finanziaria. Per quanto riguarda la struttura patrimoniale, il peggioramento riguarda tutti gli indicatori in modo quasi equivalente, salvo un miglioramento dell’indice di disponibilità per la forte riduzione dei debiti commerciali che, tuttavia, rappresenta una ulteriore indicazione della minore competitività di queste imprese che devono garantire condizioni più stringenti di pagamento dei propri fornitori; Sul fronte della struttura finanziaria, il peggioramento è molto più consistente e preoccupante. I tassi di indebitamento sono cresciuti in modo molto elevato, sebbene la struttura dei debiti finanziari veda una maggiore incidenza della componente a medio-lungo termine ma, soprattutto, per la forte crescita dei finanziamenti soci (che per il calcolo degli indici sono trattati come debiti finanziari pluriennali). Solo questi dati direbbero della gravità crescente della situazione finanziaria di queste imprese che viene, altresì, rafforzata dall’andamento degli indici di autonomia finanziaria che sono letteralmente “crollati” a livelli che rivelano, già al tempo attuale e ancor più in prospettiva, una complessiva situazione di insolvibilità di molte imprese che formano questa classe. LE INTERPRETAZIONI DI SINTESI Per le considerazioni di sintesi, in questa terza edizione s’intende concentrarsi solo sui punti chiave e più rilevanti per formulare alcune valutazioni strutturali sul complessivo settore vinicolo italiano, rinviando alle precedenti due edizioni per le altre interpretazioni di dettaglio che, in larga parte, come si può ricavare dalla lettura dei punti riferiti al complessivo campione e alle singole classi di imprese, sono confermate dai dati più recenti; Per quanto riguarda il generale contesto di riferimento, c’è un’ormai consolidata tendenza verso minori tassi di crescita dei ricavi che, negli ultimi anni, vengono spiegati più dalla contrazione dei prezzi di vendita che dalla ulteriore riduzione dei consumi pro-capite di vino. La più recente crescita dei margini sul venduto realizzata da alcune componenti del settore vinicolo viene, quindi, spiegata da un minore costo del venuto per la consistente riduzione dei prezzi delle materie prime vinicole per la superiore offerta rispetto agli stabili volumi di acquisto e/o di utilizzazione (per questo fenomeno sia ciclico o strutturale bisogna aspettare la verifica dei prossimi esercizi). Laddove si sono registrati migliori margini sul venduto, tuttavia, essi sono stati in parte assorbiti da superiori costi per servizi che vanno spiegati dalla necessità di sostenere crescenti spese commerciali e distributive per fronteggiare la maggiore concorrenza e le progressive minori condizioni di attrattività strutturale del settore. Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 7 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 La ripresa dei livelli di redditività netta del settore è spiegata principalmente da una positiva leva finanziaria prodotta da un’ulteriore riduzione dei costi dell’indebitamento e da un parziale miglioramento della redditività sugli investimenti totali e sugli investimenti industriali. La limitata riduzione della redditività industriale di questo settore è determinata da una crescente intensità delle immobilizzazioni tecniche. Sebbene negli ultimi esercizi vi sia stata una riduzione del tasso di crescita degli investimenti in immobilizzazioni tecniche, essi rimangono largamente superiori ai tassi di crescita dei ricavi. I più elevati livelli d’intensità del capitale investito contribuiscono a ridurre anche i livelli di redditività operativa sul venduto a causa dei maggiori costi di struttura e della crescente capacità produttiva che contribuisce a ridurre i margini di redditività in aggiunta agli effetti prodotti dalla maggiore concorrenza e dai più sfavorevoli tassi di cambio valutari. Anche in questa edizione emerge che il fattore dimensionale ed il modello aziendale sono sempre più determinanti nello spiegare le performance economiche e finanziarie del settore vinicolo italiano. Le imprese di maggiori dimensioni ed una struttura operativa più flessibile (classe A e B) hanno avuto migliori e crescenti performance in termini redditività, di solidità patrimoniale e di sostenibilità finanziaria. Sulla base dei dati riferiti all’esercizio 2005, si rafforza il processo di polarizzazione tra le performance delle imprese maggiori e quelle di minori dimensioni, con le prime che hanno maggiore redditività, capacità di autofinanziamento e d’investimento e le seconde che mostrano una sempre minore competitività, efficienza gestionale, capacità di ulteriore sviluppo e, soprattutto, di solvibilità finanziaria. Oltre alla maggiore rigidità dei costi di struttura, le imprese di minori dimensioni (classe C e D) soffrono di una minore competitività che si manifesta in maggiori costi di promozione e di distribuzione, in una maggiore riduzione dei prezzi di vendita per mantenere le posizioni di mercato e in un crescente livello delle scorte che rivela una decrescente capacità di vendita delle proprie produzioni. Sulla base dei dati riferiti al 2005, si conferma ancora la relativa superiorità delle performance economiche e finanziarie della classe B. Anche nel corso dell’ultimo esercizio, la classe B, sebbene con un negativo tasso di crescita dei ricavi come nel 2004, ha espresso i maggiori livelli ed i superiori incrementi di redditività, di solidità patrimoniale e di sostenibilità finanziaria. Questi risultati rafforzano ulteriormente la valutazione che le superiori performance di questa classe trovano spiegazione nel suo modello aziendale caratterizzato dalla maggiore flessibilità operativa che determina una migliore produttività del capitale investito, una minore intensità dei costi fissi di gestione e una struttura finanziaria meno rigida e più compatibile con una prevalenza del capitale circolante nell’attivo patrimoniale. I dati del 2005 riferiti alle imprese vinicole di minori dimensioni rafforzano l’indicazione già emersa nella precedente edizione per cui si sarebbe ridotta o esaurita l’efficacia del posizionamento caratterizzato da produzioni più specializzate in fasce con elevati contenuti di qualità e di prezzo, e con un controllo diretto dei fattori di produzione, che nel passato avevano permesso a queste imprese di compensare la strutturale minore produttività del capitale investito e le minori economie gestionali connesse con le limitate dimensioni aziendali. Per le classi di minori dimensioni il deterioramento dei livelli di redditività è ulteriormente spiegato dalla inferiore e progressivamente peggiore solidità patrimoniale e finanziaria2,3. Superiori livelli di solidità patrimoniale e finanziaria consentono una maggiore flessibilità e indipendenza gestionale che, soprattutto, in fasi di minore crescita e di più crescente intensità competitiva riducono la pressione sui margini economici necessari per fronteggiare gli impegni finanziari. L’indicazione forte e conclusiva di questa edizione di OFSVI è che ci sono sempre più preoccupanti segnali di debolezza per le imprese vinicole di minori dimensioni che nel loro complesso e a differenza delle imprese di maggiori dimensioni, hanno negativi e/o decrescenti tassi di redditività e un progressivo peggioramento della struttura finanziaria che, come sottolineato in questa e nelle precedenti pubblicazioni, rafforza la pressione negativa sulle performance di redditività. Nel complesso, per questa tipologia di imprese vinicole, si sono già raggiunti e altresì consolidati parametri indicativi di una probabile e prossima crisi di solvibilità che potrebbe avere effetti negativi anche sulle imprese di maggiori dimensioni. Questa situazione di per sé preoccupante e ulteriormente aggravata proprio dalle minori dimensioni di queste imprese che, per le loro caratteristiche strutturali, possono essere meno attrattive per operazioni di acquisizione o di ristrutturazione finanziaria con l’intervento nel capitale di investitori finanziari. In questo quadro, al fine di salvaguardare il valore produttivo e finanziario di questo importante comparto dell’economia italiana, al di là di una anche auspicabile ma parziale razionalizzazione del settore, si deve ritenere sempre più urgente lo sviluppo di strategie organiche che riguardino la struttura industriale e finanziaria di queste imprese, anche con il supporto di programmi d’intervento istituzionali e, certamente, con la partecipazione attiva delle banche e degli intermediari finanziari che, qualora sottovalutino questa situazione e non agiscano in via anticipativa, potrebbero trovarsi a dover gestire una grave crisi finanziaria con esposizioni non facilmente recuperabili se non con consistenti perdite di capitale. 2 Cordero di Montezemolo S., Bottani P.; Le determinanti della redditività delle società vinicole italiane; Amministrazione e Finanza; N. 13, 2005. 3 Cordero di Montezemolo S.; Il futuro della competitività tra dimensione e proprietà; Atti del convegno “Alimentare il futuro; IV Forum Giovani Imprenditori di Federalimentare; Lecce, 24-25 marzo 2006. Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 8 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 PRINCIPALI SOCIETÀ VINICOLE ITALIANE - 2005 Ricavi (‘mln euro) Caviro Gruppo Italiano Vini Cavit Ferdinando Giordano Marchesi Antinori Gancia Fratelli Martini Cantine Mezzacorona Cantine Riunite Nosio Marchesi De’ Frescobaldi Banfi Cantina Di Soave Casa Vinicola Zonin Casa Vinicola Botter Carlo S.Margherita Casa Vinicola Caldirola Cantine Brusa Cantine Soldo Ferrari F.lli Lunelli Cantine Dei Colli Berici San Michele Masi Agricola La Gioiosa Casa Girelli Gruppo Cevico Guido Berlucchi Mionetto Pasqua Duca Di Salaparuta 264,3 257,2 162,1 115,0 111,2 99,2 96,4 89,9 81,7 64,4 68,1 63,7 58,2 62,8 54,0 53,1 51,9 44,0 45,3 44,6 44,4 36,3 42,6 42,2 41,7 43,2 40,8 39,3 39,0 38,5 Valore aggiunto (‘mln euro) Gruppo Italiano Vini 47,5 Marchesi Antinori 42,1 Caviro 34,7 Marchesi De’ Frescobaldi 28,3 Ferdinando Giordano 27,4 Cantine Mezzacorona 25,9 Banfi 24,9 Guido Berlucchi 20,2 Ferrari F.lli Lunelli 19,9 Cantine Riunite 16,8 Cavit 15,6 S.Margherita 15,6 Masi Agricola 15,3 Fratelli Bolla 14,0 Gancia 11,2 Tenute Sella & Mosca 10,9 Casa Vinicola Zonin 10,9 Nosio 10,8 Duca Di Salaparuta 10,5 Castellani 10,0 Casa Vinicola Luigi Cecchi 8,9 Cantina Di Soave 8,7 Casa Vinicola Botter Carlo 8,6 Mionetto 7,9 Firriato 7,6 Pasqua 7,5 Cantine Dei Colli Berici 6,7 Casa Vinicola Sartori 6,7 Feudi di San Gregorio 6,7 Gruppo Cevico 6,2 Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] Attivo totale (‘mln euro) Marchesi Antinori 289,5 Cantine Mezzacorona 286,4 Gruppo Italiano Vini 260,4 Caviro 228,5 Marchesi De’ Frescobaldi 174,3 Banfi 162,8 Ferrari F.lli Lunelli 137,1 Gancia 134,9 Nosio 134,3 Cavit 131,9 Mps Tenimenti 130,3 Guido Berlucchi 121,4 Cantine Riunite 111,6 Duca Di Salaparuta 102,7 Cantina La Vis 84,7 Saiagricola 73,5 Tenute Sella & Mosca 71,3 Casa Vinicola Zonin 69,6 San Gabriele 67,7 Cantina Di Soave 65,5 S.Margherita 64,7 Ferdinando Giordano 64,0 Fratelli Martini 60,8 Cantine Dei Colli Berici 58,3 Casa Vinicola Caldirola 56,4 Masi Agricola 52,2 Gruppo Cevico 45,1 Rocca Delle Macie 43,0 Pasqua 41,1 Feudi di San Gregorio 41,1 9 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2006 I PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI E FINANZIARI DELLE SOCIETA’ VINICOLE QUOTATE ALLA FINE DEL 2005 Società vinicole quotate Naz Boizel Chanoine Cottin Frères Henri Maire JeanJean Laurent-Perrier Vranken Pommery Baron de Ley Bodegas Riojanas CVNE Federico Paternina J. Boutaris Ktima Kostas Lazaridis Schloss Wachenheim Hawesko Foster's Group Simon Gilbert Wines McGuigan Simeon Wines Evans & Tate Cockatoo Ridge Wines New Zealand Wine Co. Oyster Andrés Wines Vincor International Magnotta Winery Constellation Brands Scheid Vineyards Willamette Valley Vina Concha y Toro Vina San Pedro Vina Santa Rita Santa Emiliana Vina Undurraga Yantai Changyu Dynasty Fine Wine Distell Group FRA FRA FRA FRA FRA FRA SPA SPA SPA SPA GRE GRE GER GER AUS AUS AUS AUS AUS NZL NZL CAN CAN CAN USA USA USA CHI CHI CHI CHI CHI CIN CIN SAF Revenues € - '000 97,130 47,503 30,500 144,160 213,419 250,539 80,531 16,712 43,448 30,190 30,050 6,350 264,835 287,049 2,465,889 2,661 228,475 59,832 10,513 5,583 4,450 122,135 476,437 16,163 3,902,221 26,456 11,586 333,109 138,719 137,501 18,589 32,565 182,765 99,522 797,292 ROE 5ya 2005 10.7 14.8 4.2 3.9 -0.3 11.6 10.4 10.0 11.7 14.1 8.2 9.4 16.7 13.1 7.3 15.1 11.2 7.6 -20.9 -28.7 -5.0 2.7 10.9 5.7 9.2 13.0 10.9 15.9 23.0 25.3 15.6 22.4 -39.8 21.8 15.0 10.2 -32.0 -203.1 5.6 5.9 7.2 5.0 3.0 5.2 9.3 10.1 9.0 7.5 11.2 10.3 14.4 11.9 4.7 13.0 13.4 11.5 6.1 0.4 7.9 1.4 9.3 0.0 11.5 16.6 28.0 20.0 15.0 18.9 14.9 18,7 ROI 5ya 8.3 5.5 2.9 10.4 10.4 7.3 14.8 5.6 9.0 -7.4 3.7 8.6 7.9 16.3 33.4 15.9 -8.9 15.0 -2.2 7.9 8.6 3.2 10.1 6.8 12.4 13.9 7.5 12.8 6.8 8.7 10.1 16.2 36.6 16.5 16.5 2005 9.8 4.8 6.5 6.8 10.2 6.6 14.0 4.4 8.0 -9.8 7.5 5.8 8.7 20.2 37.4 9.2 22.4 9.9 -45.1 7.9 6.3 5.2 10.0 2.5 12.1 11.7 15.7 10.3 1.8 3.2 1.2 22.3 25.3 19.4 19.5 ROS 5ya 2005 13.7 15.3 4.5 4.3 2.2 5.3 3.5 3.2 18.0 20.2 15.8 15.3 32.4 32.3 16.7 11.6 22.1 19.1 -16.0 -16.2 4.4 9.0 27.2 29.6 4.2 6.2 5.9 6.6 6.4 7.8 19.2 15.9 -79.3 35.6 13.6 12.7 -2.6 -72.9 28.0 24.1 22.1 18.6 10.3 26.2 8.0 7.8 1.4 1.2 22.0 21.8 14.0 14.5 9.6 14.6 15.0 12.3 8.5 2.5 12.1 4.5 17.8 3.0 23.5 25.0 25.4 24.2 9.7 12.0 9.7 12.0 GMOS 5ya 2005 34.0 36.8 26.6 25.2 80.6 84.1 32.5 32.1 52.4 48.6 34.9 34.6 59.6 59.8 56.7 54.2 65.7 63.8 6.0 4.5 42.0 38.5 49.0 43.8 34.4 39.6 42.2 41.9 20.3 21.0 50.5 52.5 40.2 25.7 24.5 20.3 44.1 39.4 41.8 39.2 56.2 94.0 19.3 42.5 40.0 43.0 2.1 4.4 48.9 48.0 27.7 28.8 49.4 46.7 37.7 34.8 33.4 30.2 34.7 30.4 31.8 21.7 56.3 62.6 51.9 51.7 30.3 32.6 30.3 32.6 Ricavi / Capitale fisso 5ya 2005 0.60 0.59 1.13 1.20 1.35 1.32 2.72 1.80 0.54 0.49 0.44 0.41 0.44 0.44 0.34 0.39 0.39 0.44 0.51 0.73 0.93 0.90 0.29 0.18 2.17 1.41 2.83 3.21 4.79 4.42 0.56 0.60 0.28 0.49 0.91 0.75 0.51 0.68 0.55 0.30 0.35 0.33 0.12 0.20 1.23 1.22 6.56 8.51 0.54 0.54 0.91 0.80 0.66 1.14 0.81 0.78 0.75 0.71 0.70 0.71 0.49 0.43 0.66 0.89 1.32 0.73 1.59 1.53 1.14 1.18 DF / CN 5ya 2005 2.05 1.76 0.79 0.70 1.86 1.88 1.92 2.83 1.45 1.52 2.81 2.27 0.24 0.13 1.04 0.76 0.33 0.17 0.96 1.05 0.77 0.83 0.45 0.36 2.40 1.24 0.57 0.28 0.02 0.00 0.89 1.37 43.46 0.19 0.48 0.51 -6.42 -37.56 0.22 0.46 0.48 0.41 0.71 1.07 0.62 0.59 0.40 0.05 0.80 0.57 1.16 0.94 0.67 0.23 0.36 0.52 0.34 0.50 0.31 0.26 0.14 0.11 0.00 0.00 0.02 0.00 0.70 0.35 28.1 7.0 CN / Attivo 5ya 2005 0.25 0.28 0.40 0.44 0.25 0.28 0.22 0.21 0.32 0.32 0.20 0.23 0.66 0.72 0.42 0.45 0.61 0.68 0.35 0.27 0.34 0.25 0.63 0.64 0.19 0.27 0.38 0.43 0.46 0.55 0.43 0.33 0.53 0.81 0.50 0.52 0.29 -0.02 0.77 0.64 0.63 0.66 0.59 0.47 0.53 0.53 1.69 0.56 0.52 0.60 0.46 0.40 0.51 0.66 0.61 0.55 0.65 0.60 0.67 0.70 0.77 0.79 0.84 0.80 0.66 0.82 0.45 0.57 20.8 11.3 Crescita Ricavi 5ya 2005 8.8 6.5 -2.7 13.0 -4.5 0.3 5.5 -7.7 4.6 9.0 15.4 8.1 9.9 4.1 5.1 4.6 7.4 9.9 -5.2 -0.5 -11.0 -11.9 12.3 4.6 5.5 2.9 4.4 0.4 15.0 9.6 7.6 6.3 45.4 167.3 59.1 -7.7 39.4 22.7 85.9 19.0 11.8 16.8 55.7 9.4 4.7 7.5 28.2 37.3 5.0 4.8 15.9 12.6 17.3 45.6 15.2 3.1 10.3 -0.1 6.2 -3.6 -6.8 -3.7 16.5 43.8 11.0 1.7 28.1 7.0 9.7 12.0 Crescita Investimenti 5ya 2005 3.5 19.5 -0.6 -10.5 0.2 6.3 18.4 42.0 16.7 5.8 15.7 12.6 8.8 -0.7 3.0 -3.9 6.3 -8.6 -16.3 -28.7 0.8 -16.2 25.8 11.4 7.7 -2.1 -4.8 -8.6 20.0 19.3 7.9 -6.8 9.6 82.3 107.3 9.6 38.9 -16.2 352.1 22.2 22.5 5.5 15.4 0.8 5.9 9.9 194.0 28.0 7.2 5.7 26.8 3.3 -3.0 -10.9 12.3 16.2 8.3 1.4 7.5 0.1 2.9 -5.6 7.7 2.1 75.3 160.2 21.1 12.7 30.3 32.6 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2006 ANDAMENTO DEL VALORE DELLE AZIONI DELLE SOCIETÀ VINICOLE QUOTATE marzo 2005 – febbraio 2006 Come indicato nelle note introduttive, in questa edizione si è ritenuto di riportare i principali indicatori economici e finanziari delle società vinicole quotate nei mercati azionari internazionali con riferimento anch’essi al 2005, come riportati nella precedente sezione, e altresì l’andamento della quotazione delle relative azioni riferito agli ultimi tre trimestri del 2004 ed il primo trimestre del 2005, ritenendo che questi valori di mercato siano più correlati con i dati di bilancio dell’ultimo esercizio, che è oggetto di quest’ultima parte della pubblicazione. In aggiunta ai grafici riferiti ai singoli titoli azionari delle società vinicole quotate viene riportato, all’inizio di questa sezione, anche il grafico rappresentativo della quotazione, riferita allo stesso periodo, di Orange Wine Fund, fondo d’investimento quotato alla Borsa di Amsterdam4 e specializzato nei titoli azionari di società vinicole o collegate all’industria vinicola o per distribuzione o per la produzione di materiali di supporto o strumentali. Orange Wine Fund è, quindi, uno strumento finanziario che, nel rispetto della specifica composizione del suo portafoglio come come conseguenza delle politiche d’investimento dei suoi gestori, permette di avere una valutazione sintetica dell’andamento generale dei valori di mercato dell’industria vinicola. In tutti i grafici, insieme all’andamento dei singoli titoli, suddivisi per aree geografiche, è riportato in evidenza anche l’andamento dell’indice azionario di riferimento per poter valutare quali titoli abbiano avuto una performance superiore, inferiore o in linea con al complessivo rendimento del mercato. Analizzando il grafico di Orange Wine Fund si può rilevare che questo fondo rappresentativo dell’intera industria vinicola ha avuto un rendimento molto positivo, di circa il 18%, e tuttavia largamente inferiore a quello dell’indice di riferimento, l’Euro Stoxx 50 che solitamente viene utilizzato come benchmark per i fondi d’investimento trattati nei mercati interni all’area euro come quello di Amsterdam. Dai successivi grafici riferiti alle singole società vinicole, si può rilevare che solo 7 dei 35 titoli rappresentati (compreso Orange Wine Fund) hanno avuto una performance superiore al relativo indice di mercato: Boizel Chanoine, Laurent Perrier, Federico Paternina, Hawesko, Geerlings & Wade, Willamette Valley, Yantai Changyu. Altre cinque società hanno avuto performance di rendimento in linea con il proprio mercato: Vranken Pommery Monopole, Majestic Wines, Constellation Brands, Sheid Vineyards, Dynasty Fine Wines. Tutte le altre hanno avuto, nel periodo analizzato una performance inferiore a quella di mercato. In alcuni casi, infine, il tasso di rendimento è stato largamente negativo, in controtendenza con la generale crescita dei valori dei mercati azionari nello stesso periodo. In particolare, si deve segnalare i casi del Cile e dell’Australia dove tutte le società hanno avuto rendimenti largamente negativi, esclusa la Foster’s Group che, tuttavia, ha registrato una performance appena positiva e, comunque, molto inferiore all’indice del proprio mercato. ORANGE WINE FUND .STOXX50E – Euro Stoxx 50 ORWF.AS – Orange Wine Fund 4 Orange Wine Fund è un findo d’investimento promosso e gestito da Kempen Capital Management. Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 FRANCIA – maggiori imprese BCCP - Boizel Chanoine LPER - Laurent Perrier .FCHI - France Cac 40 VRKP - Vranken Pommery Monopole LPER.F Laurent Perrier; VRKP.PA Vranken Pommery Monopole; BCCP.PA Boizel Chanoine; .FCHI France Cac 40 FRANCIA – minori imprese .FCHI - France Cac 40 CNFE.PA - Cottin Freres JNJN.PA - JeanJean CSCE.PA - Lombard et Medot CNFE.PA Cottin Freres; JNJN.PA JeanJean; CSCE.PA Lombard et Medot; .FCHI France Cac 40 SPAGNA PAT.MC - Federico Paterina .IBEX – Index Bolsa de Espagna BDL.MC - Baron de Ley CUN.MC - Vinicola Norte de Espana RIO.MC - Bodegas Riojanas Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 12 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 GERMANIA e GRECIA HAWG.F - Hawesko STOXX50E - Euro Stoxx 50 LAZR.AT - Ktima Kostas Lazaridis SWAG.F - Schloss Wachenheim BOU.AT - J. Boutaris GRAN BRETAGNA GEER.PK - Geerlings & Wade .FTAS - Ftse All Shares MJW.L - Majestic Wines STATI UNITI WVVI.O - Willamette Valley .SPX - S&P 500 STZ.N - Constellation Brands SVIN.O - Sheid Vineyards Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 13 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 CANADA .GSPTSE - Canada TSE 300 ADWNVA.TO - Andres Wines VN.TO - Vincor MGN.TO - Magnotta Winery AUSTRALIA – maggiori .AORD - Australia All Ordinaries FGL.AX - Foster’s Group CWT.AX - Challenger Wine Trust MGW.AX - McGuigan AUSTRALIA – minori .AORD - Australia All Ordinaries CKR.AX - Cockatoo Ridge Wines SGV.AX - Simon Gilbert ETW.AX - Evans & Tate Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 14 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane – 3° edizione, 2007 NUOVA ZELANDA .NZCI - New Zealand Capital Index NWC.NZ - New Zealand Wine Company OBV.NZ - Oyster Bay Marlborough CILE IPSA - Index des Precisos de Santiago CHT.SN - Concha Y Toro SPD.SN - Vina San Pedro RIT.SN - Vina Santa Rita CINA 200869.SZ - Yantai B 000869.SZ - Yantai A .HSI - Hong Kong Hang Seng 0828.HK - Dynasty Fine Wines Stefano Cordero di Montezemolo – [email protected] 15