Rassegna Selpress

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Rassegna Selpress
Rassegna Stampa
Mercoledì 22 Giugno 2016
Sommario
Testata
Data
Pag. Titolo
p.
1. FIEG
Italia Oggi
22/06/2016
Gazzetta del
Mezzogiorno (La)
22/06/2016
E Polis Bari
22/06/2016
21 La carta sostiene ancora i giornali
1 L'editoria riunita a Bari «Insieme contro la crisi»
1
2
(Costarella Livio)
6 La carta stampata ai tempi di internet (Di Zanni
4
Elisabetta)
Gazzetta del Sud
22/06/2016
10 Wan-ifra italia Le nuove frontiere dei quotidiani
tra pubblicità e innovazione.
6
Pubbli.com Now!
22/06/2016
11 Wan-ifra Italia 2016, "la filiera dei quotidiani fra
slogan e realtà"
7
Stampa (La)
22/06/2016
20 Rcs, ecco perché la fusione con La7 è quasi
impossibile
8
Giornale (il)
22/06/2016
25 La battaglia per Rcs - In Borsa l'Ops di Cairo oltre
l'Opa di Bonomi
9
MF mercati
finanziari
22/06/2016
12 Rcs, Bonomi verso rilancio (Montanari Andrea)
10
Italia Oggi
22/06/2016
20 Rcs, Cairo supera opa di Bonomi
11
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
23 Editoria - Del Torchio (Sole 24 Ore) esclude la
fusione con Rcs
12
Corriere della Sera
22/06/2016
38 «Sole24Ore-Rcs, fusione esclusa»
13
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
25 Assicurazioni - Caltagirone secondo socio delle
Generali (R. Fi.)
14
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
29 Il bilancio è online - Cir, il documento di
sostenibilità
15
DailyNet
22/06/2016
42 Mercato News Corp primo editore a usare il
formato vertical video mobile di Unruly
16
Corriere della Sera
22/06/2016
21 Addio Pietro Sormani, firma garbata e gentile
che ha raccontato la Turchia, Mosca e Bonn
17
2. EDITORIA
(Ferrari Antonio)
Daily Media
22/06/2016
10 Eventi Riprendono a Bari gli appuntamenti
culturali organizzati da Corriere del Mezzogiorno
e Fondazione Corriere aelia Sera
18
Specchio
Economico
30/06/2016
74 Corsera Story - Oggi essere giornalista è più
pericoloso che mai: vuoi aìre essere detenuto,
sospettato, disoccupato
19
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
23 Master Intesa-Sole 24Ore - Accompagnare le Pmi
ad innovare (Cavestri Laura)
20
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
10 Vescovi e politica - Avvenire: bene Grillo ma il
Paese sarà esigente
21
Repubblica (la)
22/06/2016
11 Tarquinio: "Serie e intelligenti, ecco perché ho
promosso le grilline" (Rodari Paolo)
22
Testata
Data
Pag. Titolo
p.
2. EDITORIA
Corriere della Sera
22/06/2016
34 Danna - Web e informazione, tanti i pezzi
condivisi, pochi li leggono davvero (Danna Serena)
23
Manifesto (il)
22/06/2016
15 Il «caro prezzi» della Siae
24
International New
York Times
22/06/2016
Italia Oggi
22/06/2016
20 Chessidice in viale dell'editoria
26
Italia Oggi
22/06/2016
22 Share, ammiraglie sempre in testa
27
Italia Oggi
22/06/2016
22 Tv locali, serve innovazione E l'Auditel dia
certezze
28
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
35 Tassa Tv - Canone Rai, importi ragguagliati
29
6 How Britain's media went pro-Brexit
25
(Fossati Saverio)
Libero
22/06/2016
1 Il ritorno in Rai del mullah Lerner con Islam, Italia
30
Italia Oggi
22/06/2016
20 Porro a Canale 5
32
Italia Oggi
22/06/2016
24 II plotone di Lilli Gruber contro Alessandro Sallusti
33
Pubbli.com Now!
22/06/2016
9 Accordo fra Tribuna Economica e Radio Monte
Carlo per lo scambio di contenuti
35
3. ORGANISMI DI SETTORE
Corriere della Sera
22/06/2016
Daily Media
22/06/2016
24 Caso Sopaf-Inpgi. Un teste chiave: soldi a
Toschi, non a Camporese (Ferrarella Luigi)
1 ADS: attesa per venerdì la verifica sulle multiple
digitali. Intanto, però, il "confronto" tra diflusioni e
lettori Audipress rivela molte incoerenze
36
37
4. RELAZIONI SINDACALI
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
38 Pensioni - Legittimo il divieto di cumulo dell'Inpgi
38
(Prioschi Matteo)
Sole 24 Ore (Il)
22/06/2016
38 Retribuzioni - Meno vincoli al welfare aziendale
39
(De Fusco Enzo)
5. FIEG - WEB
Corriere delle
Comunicazioni.it
21/06/2016
1 Antitrust, ecco perché in Europa Google non farà
la fine di Microsoft
40
Lavoce.info
21/06/2016
1 Perché con la Ue Google non farà la fine di
Microsoft
42
Mediakey.tv
21/06/2016
1 "La filiera dei quotidiani fra slogan e realtà".
Recuperare efficienza e contenere i costi in
redazione, pubblicità, stampa e logistica, il 21 e
22 giugno a Bari WAN-IFRA Italia 2016
45
6. TWOSIDES
Mattino (Il)
22/06/2016
38 Pubblicità
46
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Mercoledì
22/06/2016
21
Direttore Responsabile
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Pierluigi Magnaschi
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Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress
Dati mondiali Wan-ifra: il 90% del fatturato proviene dalle edizioni
tradizionali delle testate La carta sostiene ancora i giornali In Italia
pubblicità in ripresa contenuta e sempre più mobile
DI MARCO A. CAPISANI 11
digitale sta cam «biando in
profondità l'industria editoriale,
ma non esistono soluzioni
standard né business consolidati.
Le culture sono diverse, le
economie sono differenti. E i
ricavi vengono ancora per il 90%
dalla carta», ha avvertito ieri da
Bari Gianni Paolucci, presidente
dell'Associazione stampatori
italiana giornali (Asig),
ricordando che è vero che si
sperimenta e si deve sperimentare
sul web ma, ugualmente, «anche i
big internazionali, europei
compresi, continuano a sviluppare
prodotti cartacei verticali, in
abbinamento alle loro principali
testate». Tanto più che, secondo il
segretario Asig Sergio Vitelli, per
la prima volta nel mondo i ricavi
da diffusioni hanno superato
quelli pubblicitari, considerando il
forte calo della raccolta negli
ultimi anni, «l'aumento del
numero di copie stampate come
conseguenza dei trend in atto in
paesi tra cui l'India ma anche il
valore aggiunto di un giornale,
ossia l'approfondimento, i
commenti». Per la precisione,
stando al Rapporto AsigOsservatorio Carlo Lombardi sul
solo comparto tricolore, il
mercato pubblicitario flette di un
contenuto 0,5% nel 2015 (sul
2014) ma il suo valore pari a
6,271 miliardi di euro si è ridotto
di un quarto negli ultimi cinque
anni. A raccogliere più pubblicità
sono le tv con il 58,2% ma una
consistente fetta degli
investimenti verrà spostata sul
mobile. Nel primo trimestre 2016
si registra una piccola ripresa. Il
consiglio di Vitelli per gli editori
è «tendere alla globalizzazione
dei prodotti, all'adattamento degli
stessi alle piattaforme esistenti,
alla creazione di una propria
nicchia specialistica». Insomma,
al centro della Wan-ifra Italia
2016,19° edizione della
conferenza internazionale per
l'editoria e la stampa quotidiana
italiana, promossa
dall'Associazione mondiale degli
editori Wanifra e da Asig nella
città della Gazzetta del
Mezzogiorno edita dalla famiglia
Ciancio Sanfilippo, infatti, ci
FIEG
sono tutti i nuovi e possibili
scenari del settore tra gestione dei
contenuti digitali, riorganizzazioni
redazionali, pubblicità, stampa e
logistica. Senza trascurare
efficienza e contenimento dei
costi. Comunque vada, «mai come
oggi i giornali hanno ricoperto un
ruolo centrale nella formazione
dell'opinione pubblica», ha
dichiarato Claudio Giua del gruppo
L'Espresso che pubblica
Repubblica, perché «i contenuti
sono raggiungibili su molteplici
piattaforme, ma
i giornali restano fondamentali
offrendo una gerarchia delle
notizie e dando un senso al flusso
di informazioni». Constatazione
che non vuoi dire tralasciare ogni
tentativo d'innovare online visto
che, a giudizio del direttore
del Fattoquotidiano.it Peter
Gomez, «è assolutamente
necessaria l'integrazione con i
social media. La formula del blog
all'interno del sito di informazione
funziona». Anche Domenico
Ioppolo, presidente FcpAssoquotidiani, ha precisato che «occorre
concentrarsi non sulle notizie, oggi
disponibili ovunque, ma sulle
informazioni, che richiedono
approfondimento e interpretazione.
È sull'informazione di qualità che
si può fare business».
Informazione
che può essere arricchita da analisi
sui big data e accompagnata da
eventi «capaci di coinvolgere sia i
lettori abituali sia quelli che non lo
sono», ha aggiunto Massimo
Colombo del gruppo StampaSecolo XIX.
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COSMO COME RECUPERARE Ef HCIEffi« E CONTEBEtt I COSTI. Il
RUOtO W GIOBIWUSTIE imORJ L'editoria riunita a Bari «Insieme contro la
crisi» Web e cartaceo: così 11 futuro del giornali COSTARELLA A PAGINA
18 » BARI II convegno Wan-ifra
«Uniti contro la crisi»
II riscatto dei domali
A Bari la conferenza dell'Associazione mondiale degli editori Domenico
Ciancio Sanfilippo: dobbiamo anticipare il mercato
I nuovi possìbili scenari
per carta stampata e web.
«Dobbiamo essere noi gli
artefici dei cambiamenti,
senza subirli
passivamente» I contributi
di Capparelli, Colombo,
DeTomaso, Giua, Gomez,
Ioppolo, Lorusso,
Martellini, Paolucci,
Recchiuti, Zamboni,
Zanotti, Werfel di LIVIO
COSTARELLA j$**""% e
la possiamo fare solo se
stiamo Centro Congressi di
Villa Romanazzi Carducci
ASIG (Associazione
Stampatori Italia Giornali),
che pubblica la «Gazzetta
del Mezzogiorno»).
//muniti Solo così possiamo salvarci \ \ \ I
AWruBenti> affondiamo tutti insie^ ^ ^^*X me»
L'accorato appello di Domenico Ciancio
Sanfilippo, editore della «Gazzetta» e
condirettore de «La Sicilia», è rivolto
all'industria dell'editoria e della stampa italiana,
ed è giunto alla conclusione della prima giornata
di WAN-IFRA Italia 2016, la conferenza
internazionale che dopo sette anni è tornata da
ieri a Bari - nel per provare a disegnare nuovi
possibili scenari per il business editoriale «Se si
tratta di fare accorpamenti di centri stampa- ha
proseguito Ciancio Sanfilippo - bisogna farlo con
intelligenza Dobbiamo essere noi gli artefici dei
cambiamenti, se saranno necessari, senza subirli
dal mercato Ragionando sul contratto
giornalistico e poligrafico, senza dimenticare il
comparto della distribuzione Dobbiamo trovare
tutti insieme la maniera più virtuosa per farlo,
altrimenti non riusciremo a uscire da questa crisi
che attanaglia il settore» Alla conferenza
internazionale, promossa da WAN-IFRA
(Associazione mondiale degli editori) e con oltre
180 partecipanti e 14 sponsor aderenti all'evento,
si è parlato di gestione dei contenuti digitali,
organizzazione redazionale, pubblicità
multimediale, stampa e logistica del prodotto,
con dati e numeri in leggera ripresa negli ultimi
mesi Insomma, se nessuno ha la palla di cristallo
(come lo studioso di editoria Philip Meyer' nel
2007 ha annunciato che l'ultima copia cartacea
del «New York Times» sarà stampata nel 2043),
è inevitabile ragionare sulla «rivoluzione
epocale» che si sta vivendo, come ha sottolineato
nei saluti iniziali Franco Capparelli, direttore
generale di Edisud (società
Gianni Paolucci, presidente ASIG, ha posto subito
le carte in tavola' «II digitale sta cambiando in
FIEG
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profondità l'industria editoriale, ma non esistono
soluzioni standard, né business consolidati Le
culture sono diverse, le economie differenti E i
ricavi vengono ancora per il 90% dalla carta» E se
Manfred Werfel, deputy CEO di WAN-IFRA, ha
evidenziato il bisogno di innovazione tecnologica
per tutta la stampa internazionale, si è poi discusso
dello scenario della pubblicità in Italia e
l'evoluzione del mercato Massimo Martellini,
presidente della Federazione delle concessionarie di
pubblicità, ha spiegato che «gli indicatori
economici e politici obbligano a mantenere cautela
nelle previsioni sugli investimenti pubblicitari,
anche se si intravedono segnali
pratiche» internazionali è stata curata da Gregor
Waller di WAN-IFRA, con le esperienze di Franco
Zamboni del Gruppo Athesis e Virginia Gonzalvo
Yanes di «El Economista». Oggi i lavori riprendono
alle 9,30, per l'ultima giornata del convegno.
di ripresa II futuro dei giornali sta nello
scommettere sulla propria storia e credibilità Poi
bisogna raccontare storie, scriverle bene, coltivare
talenti, analizzare e contribuire alla circolazione
delle idee» Un esempio concreto di come delineare
strategie pubblicitarie nuove è giunto da Massimo
Colombo (Publikompass, «La Stampa»)' il gruppo
Stampa-Secolo XIX punta sull'organizzazione di
eventi capaci di coinvolgere i lettori abituali, ma
anche attrarne nuovi Per Domenico Ioppolo (Class
Editori) occorre concentrarsi soprattutto sulle
informazioni «La sfida - ha detto - sta
nell'interpretare e approfondire la notizia, che non è
monetizzabile, mentre l'informazione di qualità ha
un valore sul quale si può costruire business Stiamo
attenti a non dare la colpa solo a Internet»
Si è poi parlato di come produrre e valorizzare i
contenuti giornalistici, con un ripensamento
profondo dei modelli organizzativi redazionali «
Abbiamo posto al primo punto - ha detto Raffaele
Lorusso, segretario della Federazione nazionale
della stampa - nel confronto con gli editori per il
rinnovo del contratto di lavoro, l'occupazione e
l'inclusione contrattuale di quanti oggi esercitano la
professione con continuità' sono lavoratori strategici
per molte aziende editoriali, ma non sono
assolutamente inquadrati e versano in uno stato di
inammissibile precarietà» Se Claudio Giua, del
gruppo editoriale «L'Espresso», ha tracciato poi una
mappa internazionale di questi cambiamenti,
sottolineando il dato fruttuoso dell'integrazione della
redazione cartacea e on lme
nel caso della «Repubblica», Peter Gomez ha
raccontato l'esperienza nella direzione de «
ilfattoquotidiano.it», il cui sito è votatamente
distaccato nei contenuti dal «Fatto Quotidiano»
cartaceo, una scelta che ha premiato finora. Il
direttore della «Gazzetta» Giuseppe De Tomaso ha
aperto poi un altro fronte, come la sempre più
necessaria lotta alla pirateria, mentre «dalla politica
e da coloro che legiferano - ha affermato - ci
aspettiamo che non vi siano più atteggiamenti
negativi e ostativi nei confronti dei giornali,
elemento che penalizza fortemente la solidità dei
bilanci. Il Sud soffre una crisi economica più grave
del Nord, e bisogna tener presente che i bilanci
ormai non possono fare affidamento né sulle vendite
né sugli introiti pubblicitari. Il futuro? Se
l'integrazione tra
EDITORIA, CONVEGNO A BARI Sopra: Domenico Ciancio Sanfilippo, editore
de «La Gazzetta del Mezzogiorno». Qui a fianco, da sinistra: Raffaele Lorusso
(presidente nazionale Fnsi), Giuseppe De Tomaso (direttore della «Gazzetta») e
Peter Gomez (direttore de «II Fatto Quotidiano.it»}. In pagina 18 in alto: Franco
Capparelli (direttore generale di «Edisud»}» [foto Luca Turi] EDITORIA,
CONVEGNO A BARI Sopra: Domenico Ciancio Sanfilippo, editore de «La
Gazzetta del Mezzogiorno». Qui a fianco, da sinistra: Raffaele Lorusso (presidente
nazionale Fnsi), Giuseppe De Tomaso (direttore della «Gazzetta») e Peter Gomez
(direttore de «II Fatto Quotidiano.it»}. In pagina 18 in alto: Franco Capparelli
(direttore generale di «Edisud»}» [foto Luca Turi]
internet e cartaceo è sempre più necessaria,
abbiamo bisogno di un giornalista che sia capace
di offrire una notizia in tre righe, di svilupparla in
dodici e pian piano di approfondirla in un
articolo vero e proprio». Sono intervenuti anche
Martina Recchiuti, de «L'Internazionale», che ha
descritto l'utilizzo sistematico dei social, e
Francesco Zanotti, della Federazione Italiana
Settimanali Cattolici, che ha sottolineato il
bisogno del pluralismo dell'informazione. Infine
una panoramica delle «migliori
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E Polis Bari
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Dionisio Ciccarese
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22/06/2016
La carta stampata ai tempi di internet La
fetta della torta pubblicitaria si fa sempre
più esigua. La salvezza c'è: si chiama
innovazione di contenuti Da sinistra:
Gianni Paolucci, presidente ASIG e
Manfred Werfe), Geo Wan-ifra
! CENZIO DI ZANNI
C y è chi ne ha predetto la fine ora per il
2018, ora per il 2043. "Cassandre", per gli
operatori del settore. No, la carta stampata
non scomparirà dopo la tempesta soffiata
dalla Rete, così come non è scomparsa la
radio dopo l'irruzione della tv. È vero, la fetta
della torta pubblicitaria si fa sempre più
esigua, ma per gli operatori una strada per la
salvezza c'è: si chiama via dell'Innovazione.
Di contenuti, innanzitutto. La notizia arriva
dal summit internazionale dell'industria
editoriale e della stampa quotidiana, che ieri
s'è data appuntamento a Bari per una due
giorni voluta dalla Wan-ifra, l'associazione
mondiale degli editori. i dati. Ma prima per
capire qual è lo spazio vitale per il futuro di
quotidiani e settimanali occorre partire dai
numeri di oggi. Innanzitutto, dal -6,6% che il
fatturato pubblicitario dei quotidiani ha
registrato nel 2015 sull'anno precedente, a cui
eco la voce grossa della Tv, che "mangia" il
58.2% della torta delle pubblicità, mentre ai
quotidiani resta il 12%. Poi, nonostante nel
primo trimestre 2016 si sia vista una piccola
ripresa del mercato pubblicitario, la carta
stampata continua ad arretrare: -4,6% per i
quotidiani, -3,9% per i periodici. Ancora, i
dati - elaborati dall'Osservatorio Carlo
Lombardi - indicano che una consistente
quota di inserzioni si sta spostando sui
dispositivi mobili, perché nel panorama
internazionale i consumatori trascorrono in
media due ore e 14 minuti al giorno su
smartphone e tablet, contro gli Slminuti della
tv, i 70 del pc, i 44 della radio e i 33 del
quotidiano. Pure i dati sulla diffusione dei
quotidiani cartacei stonano: -17% rispetto al
2014, da 3.4 a 2.8 milioni di copie
giornaliere. Accantonati i numeri da requiem,
le voci favorevoli sono tre. Primo: il 90% dei
ricavi è ancora generato dalla carta, come ha
detto il presidente dell'Associazione italiana
degli
FIEG
crescono "al ritmo promettente" del 23%,
dalle 430mila giornaliere del gennaio '14 alle
530mila di dicembre '15. La via
dell'Innovazione. Se la fotografia del rapporto
è impietosa per l'oggi, la strada per il domani
passa - si diceva - dall'innovazione dei
contenuti. Che secondo lo stesso Martellini
significa pubblicare non tanto le notizie,
"molto poco monetizzabili e difficilmente
contendibili", ma la loro interpretazione. Il
quotidiano dovrebbe fornire le chiavi di
lettura delle news fornite prima dai
concorrenti multimediali. Dello stesso tenore
Giuseppe De Tomaso, direttore della Gazzetta
del Mezzogiorno, per il quale
l'approfondimento è "una polizza assicurativa
sul futuro del cartaceo, anche per evitare la
cannibalizzazione fra carta e web". Resta
valida la flessibilità nell'uso di vari canali per
attrarre altre risorse. Un esempio? Il New
York Times - come ha detto Claudio Giua, del
Gruppo L'Espresso - ha usato anche WhatApp
perseguire la visita del Papa negli Usa. Ecco,
su questa via, i quotidiani potranno spandere
ancora il profumo della carta.
Pag.
4
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E Polis Bari
Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Dionisio Ciccarese
23.000
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22/06/2016
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|||!lffjl|^ zione nazionale della stampa llllfflil^ stragrande maggioranza delle imprese
editoriali" si sta "avventurando in un'area in cui il lavoro lllllfj^ }|f!!!!^ della conferenza
internazionale dell'industria editoriale e della j^ Wan-ifra. Nel corso dell'incontro illlllll^
Jllflll^^ ressanti per i lettori e più appetibili per la pubblicità, migliorando ifllpl^ iliÌIÌA
||||!!l^ iiillilillA llllfll!^ notizie spariranno dai giornali di Jlllll^ fi||fi||j|^^ jlflllllf^ IllllI^^
iflllllf^ ïllillll^^ lllllflj^ nare, tagliare, ridurre organici e partire dall'elemento centrale di
j||||||i|^ lista e il suo lavoro. Il giornalista llllll!^ mento di una comunità di lettori |||§f|||^^
•fllllll^ adeguatamente remunerato".
FIEG
Pag.
5
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Mercoledì
22/06/2016
10
Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Alessandro Notarstefano
34.033
Wan-ifra italia Le
nuove frontiere dei
quotidiani tra
pubblicità e
innovazione
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BARI
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II presidente Asig Gianni
Paolucci e il direttore
generale Fieg Fabrizio
Carotti hanno aperto ieri, nel
Centro Congressi dell'Hotel
Villa Romanazzi Carducci di
Bari, i lavori di Wan-ifra
Italia 2016, la conferenza
internazionale dell'industria
editoriale e della stampa
promossa da Wan-ifra
(Associazione mondiale degli
editori) e Asig (Associazione
Stampatori Italiana Giornali)
con il titolo «La filiera dei
quotidiani fra slogan e
realtà». A distanza di sette
anni dall'edizione del 2009,
Wan-ifra Italia torna a Bari
per disegnare i nuovi
possibili contorni per il
business editoriale. Dopo le
relazioni introduttive, la
prima sessione è stata
«Nuovo giornalismo e nuova
pubblicità: riorganizzare lo
sviluppo», È iniziata con una
presentazione dello scenario
pubblicitario italiano
coordinata da Massimo
Martellini, presidente della
Federazione delle
concessionarie di pubblicità.
È seguito un dibattito dal
titolo «Giornalismo: produrre
e valorizzare i contenuti». Le
mutate abitudini di consumo
delle notizie richiedono
nuovi prodotti e nuovi servizi
e un ripensamento profondo
dei modelli organizzativi
redazionali e del lavoro
giornalistico. Ne hanno
parlato Giuseppe de Tomaso
della Gazzetta del
Mezzogiorno, Claudio Giua
del gruppo editoriale
L'Espresso, Peter Gomez del
Fatto Quotidiano, Raffaele
Lorusso della Fnsi, Martina
Recchiuti de L'Internazionale
e Francesco Zanotti della
Federazione Italiana
Settimanali Cattolici. I lavori
riprenderanno oggi con la
terza sessione, dal titolo
«Tecnologie e
riorganizzazione: il futuro è
FIEG
qui». L'innovazione
tecnologica ed organizzativa
rimane fondamentale
nell'ottica di creare maggiore
efficienza nella filiera
produttiva e maggiore sinergia
tra i suoi attori. Dopo una
rassegna delle novità
tecnologiche emerse dalla
Drupa 2016 di Dusseldorf
seguiranno relazioni sul tema
«Tecnologie, automazione e
materiali di consumo: a che
punto siamo?«. « (a.a.)
Pag.
6
Mercoledì
22/06/2016
11
Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Lorenzo Martorana
1.200
Wan-ifra Italia 2016, "la filiera dei quotidiani fra slogan e realtà"II presidente dell'Associazione Stampatori
Italiana Giornali, Gianni Paolucci, e il direttore generale Fieg, Fabrizio Carotti, hanno aperto ieri, presso il Centro
Congressi dell'Hotel Villa Romanazzi Carducci di Bari, i lavori di Wan-ifra Italia 2016, conferenza internazionale
dell'industria editoriale e della stampa promossa da Wan-ifra, associazione mondiale degli editori) e Asig,
Associazione Stampatori Italiana Giornali), dedicata a ""La filiera dei quotidiani fra slogan e realtà". Dopo le
relazioni introduttive, si è parlato di "Nuovo giornalismo e nuova pubblicità: riorganizzare lo sviluppo", con una
presentazione dello scenario pubblicitario italiano coordinata da Massimo Martellini, presidente della Federazione
delle concessionarie di pubblicità. Al dibattito seguente, "Giornalismo: produrre e valorizzare i contenuti", hanno
partecipato Giuseppe de Tomaso della Gazzetta del Mezzogiorno, Claudio Giua del gruppo editoriale L'Espresso,
Peter Gomez del Fatto Quotidiano, Raffaele Lorusso della Fnsi, Martina Recchiuti de L'Internazionale e Francesco
Zanotti della Federazione Italiana Settimanali Cattolici. I lavori riprenderanno oggi con la terza sessione, dal titolo
"Tecnologie e riorganizzazione: il futuro è qui". L'innovazione tecnologica e organizzativa rimane fondamentale
nell'ottica di creare maggiore efficienza nella filiera produttiva e maggiore sinergia tra i suoi attori. Dopo una
rassegna delle novità tecnologiche emerse dalla Drupa 2016 di Dusseldorf seguiranno rela zioni sul tema
"Tecnologie, automazione e materiali di consumo: a che punto siamo?", nelle quali stampatori dall'Italia e
dall'estero presenteranno le proprie esperienze nell'utilizzo delle tecnologie. Wan-ifra Italia 2016 sarà anche
l'occasione per illustrare la ricerca annuale dell'Osservatorio Tecnico Carlo Lombardi, con la sua mappa anagrafica
di editori, testate, centri stampa, concessionarie e agenzie di informazione, e i dati statistici più aggiornati
dell'industria editoriale e della stampa italiana. CONFERENCE World Association of^ewspapïrs and Utvis
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FIEG
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Maurizio Molinari
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Le spine di Cairo RCS, ECCO PERCHÉ LA FUSIONE
CON LA7 È QUASI IMPOSSIBILE La fusione tra Cairo
Communication e Rcs è uno dei punti forti del rilancio
con cui il patron de La7 punta a disinnescare gli 0,70 euro
con cui Andrea Bonomi (insieme a Diego Della Valle,
Mediobanca, Unipol e Pirelli) si è presentato al mercato.
C'è però un particolare che finora è passato sotto traccia:
la cordata guidata dal numero uno di Investindustrial
coagula fin d'ora il 22,5%. Dal momento che per dare il
via libera alla fusione occorrerebbero i due terzi dei «sì»
in assemblea, o Cairo ottiene un successo «bulgaro»
nell'Ops, conquistando quasi tutto il capitale residuo,
oppure la fusione - col «no» implicito dei soci storici risulta impossibile fin d'ora. Tutto finito? Secondo la
matematica è così, non secondo le dinamiche di una
società dove, in caso di vittoria netta di una cordata,
difficilmente un'altra potrebbe mantenere un
ostruzionismo ad oltranza, bloccando l'afflusso di oltre
100 milioni di cassa della Cairo in Rcs.[F.SP.]
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Mercoledì
22/06/2016
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Direttore Responsabile
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Alessandro Sallusti
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LA BATTAGLIA PER RCS In Borsa l'Ops di Cairo
oltre l'Opa di Bonomi H L'Ops di Urbano Cairo
supera di un soffio l'Opa a 70 centesimi in contanti
lanciata su Rcs da Andrea Bonomi insieme ad alcuni
soci storici del Corriere. Le Cairo Comm hanno
infatti toccato in Borsa un top di seduta a 4,396 euro
(+1,52%) valorizzano quindi il titolo Rcs 0,703
euro. L'editore di La7, dopo il rilancio, propone lo
scambio di 0,16 azioni Cairo Comm per ogni titolo
Rcs. Scarse comunque finora le adesioni alle due
offerte awersarie: lo 0,00532% per quella di Cairo,
lo 0,00307% per Bonomi & C. Il titolo Rcs ha
chiuso la seduta in flessione dello 0,52% a 0,7635
euro, ma sale l'attesa per il rilancio che la cordata di
Bonomi dovrebbe annunciare entro venerdì
prossimo. Intanto il neo capo azienda del gruppo
Sole 24 Ore, Gabriele Del Torchio ha escluso
qualsiasi ipotesi di integrazione con Rcs.
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22/06/2016
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Pierluigi Magnaschi
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ENTRO VENERDÌ E ATTESA LA RISPOSTA A CAIRO Rcs, Bonomi verso
rilancio DI ANDREA MONTANARI C 5 è tempo fino a venerdì sera. E la
contromossa potrebbe arrivare all'ultimo secondo. Secondo quanto appreso da
milanofinanza. it, è altamente probabile che la cordata composta dalla
Investindustrial di Andrea Bonomi e dai soci storici di Rcs Mediagroup Diego
Della Valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai (che assieme già detengono il 22,6%
del capitale della casa editrice), riveda i termini dell'epa cash, che è partita
formalmente ieri e si concluderà il prossimo 15 luglio. La cordata, che punta a
conquistare il 66,7% del capitale della società presieduta da Maurizio Costa e
guidata dali'ad Laura Cioli (ma l'offerta potrà andare a buon fine anche se
raggiungerà solo il 30%) e che vuole continuare a mantenere quotato il titolo Rcs
dando fiducia all'attuale management, sta valutando con i propri advisor
(Mediobanca) e consulenti legali l'opportunità di alzare l'asticella dell'opa, ora
fissata a 0,70 euro, portandola a un valore tra gli 0.73 e gli 0,75 euro. Un livello
ancora inferiore all'attuale corso azionario del titolo Rcs (0,76 euro) e più basso
rispetto al consensus medio degli analisti (0,81 euro) e al valore attribuito alle
azioni dal perito indipendente Roberto Tasca, nominato nelle scorse settimane dal
cda del gruppo di via Rizzoli, ovvero 0,95 euro. Per la cronaca, sempre in tema di
valutazione, Mediobanca Securities mantiene un target price di 0,95 euro, mentre
gli analisti di Equita sim (Equita è con Banca Imi uno dei due advisor dell'ops
lanciata dalla Cairo Communication) hanno portato il prezzo obiettivo di Rcs
addirittura a 1,03 euro per azione. L'eventuale risposta di Bonomi & C
arriverebbe dopo la mossa effettuata dalla società di Urbano Cairo (socio al
4,72% di Rcs), che venerdì scorso ha migliorato il concambio da 0,12 a 0,16
azioni Cairo Communication per ogni titolo Rcs, assegnando implicitamente un
controvalore al titolo di via Rizzoli di 0,69 euro. Cairo ha anche proposto la
fusione tra le due società editoriali, ha varato un aumento di capitale al servizio
dell'operazione di 70 milioni, ha autorizzato il voto maggiorato per chi deterrà le
azioni per almeno due anni e, infine, ha deciso la distribuzione di un dividendo
straordinario di 20 milioni nel caso in cui l'offerta pubblica di scambio non
dovesse andare in porto. Intanto il mercato continua a snobbare le due offerte:
ail'opa ieri sono state 4.772 azioni portando il totale allo 0,0031%, mentre all'ops
4.891 azioni per un totale pari allo 0,0053% (riproduzione riservata) 21 mar'16 21
giù'16
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Pierluigi Magnaschi
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IN BORSA Rcs, Cairo supera
opa di Bonomi DI MARCO
A. CAPISANI Cairo
Communication ha chiuso ieri
in Borsa a 4,396 euro
(+1,52%), valorizzando di
conseguenza un'azione Rcs
0,70336 euro e superando,
seppur di poco, l'offerta
presentata da Andrea Bonomi
pari a 0,7 euro. Già ieri il
titolo del gruppo di Urbano
Cairo aveva toccato la soglia
dei 4,33 euro (+0,6%),
valorizzando un'azione Rcs
0,6928 euro. Adesso diventa
più probabile il rilancio della
Investindustrial di Bonomi in
cordata con Mediobanca,
Diego Della Valle, Unipol e
Pirelli, che ha tempo per
questo fino a venerdì. La
decisione è attesa proprio per
venerdì sera. Sempre ieri in
piazza Affari, sono state
conferite all'ops dell'editore de
La7 4.891 azioni, spingendo il
dato totale a 27.766, a sua
volta pari allo 0,00532%.
All'opa di Bonomi, invece,
sono stati apportati 4.772 titoli
del gruppo del Corriere della
Sera. In tutto 12.402 azioni
(circa lo 0,003070%). Il titolo
Rcs ha chiuso infine a 0,7635
euro, giù dello 0,52%.
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Roberto Napoletano
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EDITORIA Del Torchio (Sole 24 Ore) esclude la
fusione con Rcs II nuovo amministratore delegato
del Gruppo Sole 24 Ore Gabriele Del Torchio ha
escluso ieri l'ipotesi di un'aggregazione con Rcs.
«È una domanda bella e insidiosa» ha risposto Del
Torchio, a margine del convegno su Industria 4.0
di cui si parla in questa pagina, a chi gli chiedeva
di un ritorno delle voci sul consolidamento del
settore editoriale italiano. «Credo che II Sole 24
Ore abbia tutte le caratteristiche per continuare a
crescere, a essere un
puntodieccellenzanelpanorama dell'editoria
italiana, (...) quindi questo lo escluderei».
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Luciano Fontana
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«Sole240re-Rcs, fusione
esclusa» D
neoamministratore delegato
del Sole 24 Ore, Gabriele
Del Torchio, non vede
un'aggregazione con il
«Corriere». «Lo escluderei»
ha risposto interpellato su
una possibile integrazione
con Rcs Media Group
EDITORIA
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22/06/2016
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Roberto Napoletano
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Assicurazioni
Caltagirone
secondo socio
delle Generali
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12,4 13,2 Andamento del titolo a
1 < Francesco Gaetano
Milano Generali 12,0 11,6 11,2
Caltagirone è diventato il
20/05 21/06
secondo azionista delle
Generali. Stando alle più
recenti comunicazioni di
internal dealing, l'imprenditore
romano ha arrotondato la
partecipazione al 3,19%. Ciò lo
pone alle spalle del primo socio
Mediobanca (13,21%) e un
passo avanti alla Delfin
(3,17%) di Leonardo Del
Vecchio. Caltagirone, che è
anche vice-presidente della
compagnia assicurativa, ha
acquistato nei giorni scorsi in
due distinte operazioniun totale
di 9Oomila azioni del Leone di
Trieste per un controvalore
complessivo di 10,43 milioni di
euro. In particolare, il 15
giugno gli acquisti sono
avvenuti a 11,65 euro Per
azione, su 662.239 titoli,
mentre il 16 giugno il prezzo
unitario è stato di 11,45 euro su
un pacchetto di 237.761 azioni.
Il lógiugno Caltagirone ha
anche proceduto alla vendita di
due pacchetti - da 500 mila
l'uno - di opzioni Generali "put
American style", con scadenza
19 settembre, per un
controvalore di poco meno di
un milione di euro, aventi come
sottostante un milione di azioni
della società. Lo strike price
del primo pacchetto era di 11,5
euro e del secondo di 12 euro.
Ieri il titolo Generali ha
archiviato la seduta in rialzo
dell'i,79% a 12,51 euro.
Caltagirone a fine maggio
deteneva il 3,13% di Generali,
raggiunto dopo una corposa
campagna acquisti iniziata a
febbraio quando risultava
detenere il 2,44% della
compagnia. R.Fi.
©RIPRODUZIONE
RISERVAI A
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Roberto Napoletano
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It bilancio è online Cir, il
documento di sostenibilità
\ - < Oltre 13.500 azionisti
della capogruppo, più di
I4mila dipendenti (Smila
dei quali in Italia) e 2,5
miliardi di euro di valore
economico globale netto.
Sono alcuni dei numeri del
gruppo Cir contenuti nel
bilancio di sostenibilità
2015, redatto sulla base
degli standard del Global
Reporting Initiative (GRI).
Il documento, pubblicato
sul sito del gruppo,
contiene informazioni
quantitative e qualitative
sull'attività di Cir rispetto
ai suoi
principalistakeholder.
©RIPRODUZIONE
RISERVATA
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15
Mercoledì
22/06/2016
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Daniele Bologna
4.000
Mercato News Corp primo editore a usare il formato vertical video mobile di Unruly I
siti a sperimentare la novità sono il Sun e il New York Post. Per la misurazione c'è Moat
News Corp ospiterà un nuovo prodotto di vertical video ads per mobile. Lo ha
annunciato la società stessa di proprietà del magnate australia no Rupert Murdoch, che
per l'occasione ha stretto una partnership con Unruly, che fornirà all'editore il nuovo
formato mobile e Moat, che si occuperà invece della parte relativa alla misurazione. "Il
panorama sta evolvendo rapidamente e i nostri formati verticali aiuteranno i brand a
connettersi con la mobile audience in modo più autentico, intimo ed effettivo". Come
indica la nota, la novità è compatibile sia con device lOS sia Android e ri spetta i criten
di viewability del Media Rartmgs Council. In aggiunta al formato video, Unruly ha
presentato anche Vertical Video Collective, un network di content creator mobile-first
fecalizzato sulla produzione di contenuti video. I primi siti di News Corp a sperimentare
la novità sono il Sun e il New York Post mentre nel prossimo mese saranno coinvolte
tutte le properties, incluso il Wall Street Journal.
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22/06/2016
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Luciano Fontana
369.391
HI ricordo Addio Pietro Sormani,
firma garbata e gentile che ha
raccontato la Turchia, Mosca e
Bonn
di Antonio Ferrari
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Ogni tanto capitava di incontrarlo, in via
Solferino, in quella che sembrava la
passeggiata della nostalgia. Gentile,
garbato, con la sua aria un po' casseur,
Pietro Sormani lanciava un'occhiata
all'edificio del suo Corriere, di cui era
stato una firma importante. Come
corrispondente da Mosca, allora capitale
dell'Unione Sovietica, si era fatto
apprezzare per i suoi articoli equilibrati,
attenti, scrupolosi. Rientrato in Italia,
aveva cominciato una seconda vita da
_____________ inviato. Era in Turchia,
quando i carri armati dell'ultimo golpe
militare (1980) entravano nelle città del
Paese. Ma il suo vero ____________
piacere professionale, dove dava il
meglio, era proprio l'ufficio di
corrispondenza, che sapeva guidare con
quieta maestria. Quando Alberto
Cavallari gli propose l'ufficio di Bonn,
allora capitale della Germania
occidentale, non ebbe dubbi. L'ho
incontrato più volte anche in Germania,
dove mi aiutò per un'intervista all'allora
ministro degli Interni Gerhart Baum, ai
tempi dei terroristi della Raf. Ricorderò
sempre un suo simpatico intercalare
«Beh, vabbè...» Era il suo modo di
comunicare, perché era timido. Se n'è
andato a 83 anni. Riposa in pace, amico
mio. n Corriere non ti ha dimenticato.
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22/06/2016
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Vittorio Parazzoli
9.000
Eventi Riprendono a Bari gli appuntamenti culturali organizzati da Corriere del Mezzogiorno e Fondazione
Corriere aelia Sera II primo incontro sarà domani: "Duchamp docet" alle 19, con Gianluigi Colin e Marco Senaldi
A un anno dall'esordio, gli incontri di Palazzo Diana, organizzati da Corriere del Mezzogiorno e Fondazione
Corriere della Sera, sono diventati un appuntamento da non mancare. Dopo il successo della serie di incontri "Ban
incontra il mondo", dal quotidiano barese arriva ora una nuova proposta: "Quanto è contemporanea l'arte
contemporanea?". Da domani, sulle Terrazze di Palazzo Diana, sede del giornale, si parlerà dell'arte del presente,
con quattro eventi a cura di Marilena Di Tursi. "Negli incontri sulle Terrazze del nostro giornale, abbiamo scelto di
avvicinarci a grandi temi culturali cercando connessioni tra discipline diverse", spiega il direttore del Corriere del
Mezzogiorno Enzo d'Ernco. "Il nostro pubblico ha mostrato di apprezzare questa impostazione, con cui nei mesi
scorsi abbiamo parlato di flussi e relazioni tra città e culture. Adesso vogliamo guardare all'arte contemporanea,
che come dimostra il successo del settimanale la Lettura riscuote grande interesse da parte dei lettori". Gli incontri
del ciclo "Quanto è contemporanea l'arte contemporanea?"affronteranno questioni attuali, facendo dialogare
esperti di arte e intellettuali che si occupano di discipline apparentemente estranee, ma straordinariamente
connesse tra loro: antropologia, filosofia, fìsica, architettura. Ogni evento è completato e arricchito da un piccolo
focus su giovani artisti pugliesi vicini alle tematiche affrontate. Due studenti saranno i giudici finali assegnando
voti al dibattito, da 1 a 10. Il primo appuntamento, domani, è "Duchamp docet. Arte contemporanea,
spettacolarizzazione e new media", condotto dall'ari director de la Lettura Gianluigi Colin, che mostrerà una
selezione di copertine, in dialogo con Marco Senaldi, docente di Cine ma e Arti visive all'Università di Milano
Blcocca. Giovedì 30 giugno sarà la volta di "Green art. Arte contemporanea e emergenza ambientale" con Marco
Scotini e Mano Cucinella e con la presenza dell'artista Maia Anthea Mannelli. Il 7 luglio Achille Bonito Oliva e
Roberto Esposito parleranno di "Gaugin 3.0. Arte contemporanea tra migrazioni e multiculturalismo", con la
presenza dell'artista Miko Angiuli. Ultimo appuntamento giovedì 15 luglio, con "Post media. Arte contemporanea,
tecnologie e neuro-scienze". Dialogheranno Domenico Quaranta e Roberto Cingolani, con la presenza dell'artista
Pamela Diamante.
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Giovedì
30/06/2016
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Direttore Responsabile
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Victor Ciuffa
40.000
Corsera Story Oggi essere giornalista è più pericoloso che mai: vuoi aìre essere detenuto, sospettato, disoccupato £*'
———— ^^^ I è celebrata la giornata della ^^A • libertà di stampa, valore in ^^J ff sidiato ed offeso. Il cardine 1^^^della
liberaldemocrazia non è questa o quella legge elettorale, né il bi o il monocameralismo, né la Costituzione scritta o quella di
fatto, bensì la I libertà di stampa. Molti, troppi, sono i Paesi dove è negata, ma a noi europei dovrebbero preoccupare
soprattutto le situazioni contigue e, quindi, a rischio I contagio. All'interno della Ue, ad esempio, c'è chi preme per l'ingresso
della Turchia, divenuta, però, emblema di repressione dell'informazione. «Oggi essere giornalista è più pericoloso che mai e
richiede molto coraggio. Essere un giornalista in Turchia . vuoi dire essere detenuto, sospettato o disoccupato»: così Can
Dündar, diret ' tore del quotidiano «Cumhuriyet», già condannato solo per aver criticato il presidente Erdogan. Non aveva
previsto, però, che in quelle lande il giornalista può essere preso anche a revolverate, come gli è capitato il 5 maggio scorso.
Appena sfuggito a 3 pallottole, il tribunale gli ha, a sua volta, «sparato contro» 5 anni di galera. Il reato? Pubblico la notizia
del ca I mion dell'intelligence carico di armi, diretto verso la Siria, chissà verso quale destinatario. Sono decine i giornalisti
sotto processo in Turchia, molti reporter curdi vengono percossi o arre . stati arbitrariamente. Ai giornalisti stranieri - come il
tedesco Volker ' Schwenck o lo statunitense David Lepeska - è riservato un trattamento preventivo: espulsione non appena
toccano il suolo turco. Non si contano più le testate chiuse o messe sotto amministrazione controllata, perché colpevoli d'aver
respinto le veline governative. Insomnia, verrebbe da rimpiangere la dittatura illuminata, eppur niente affatto liberale, del
generale Atatürk Kemal ( 1880-1938), il quale, dopo aver cancellato sultanato ottomano, califfato e diritto canonico islamico,
laicizzò lo Stato e proclamò la repubblica. La Turchia odierna sta scontando il paradosso d'aver superato il modello
autoritario eppur modernizzatore di Atatürk, il padre della patria, ripreso, quindi, da militari illuminati, sostituendolo con
l'attuale regime, formalmente eletto dal popolo sovrano, ma che, con l'avvento al potere della « fratellanza musulmana», sta
mettendo in discussione, insieme alla libertà di stampa, la stessa laicità dello Stato. Gli Erdogan si sono visti anche da noi,
tanto è che varie volte abbiamo subito attentati alla libertà di stampa. Il primo si verificò nel maggio 1898, quando Milano, la
capitale economica del Regno, fu scossa da un forte moto continuato a lavorare; ebbe paura la borghesia, che s'immaginò che
il gran giorno della liquidazione fosse giunto; ebbero paura le autorità che non fidavano nella resistenza dell'esercito. La
paura gettò sulla strada tutti gli operai di Milano, la paura fece ammazzare un centinaio di persone (...), la paura ha fatto
credere in tutta Italia che la nostra città fosse a due dita da una catastrofe; la paura ha fatto sì che siamo fuor della legge, e
che sia stata sospesa ogni libertà, ogni guarentigia costituzionale. (...) Al Sindaco dissi che la città era di piazza. I giornali
radicali e socialisti che appoggiavano o incoraggiavano la rivolta furono chiusi e molti cronisti vennero arrestati. Il «Corriere
della Sera» evitò la mannaia, grazie alla defenestrazione di fatto di Viollier, il fondatore, emarginato da Domenico Oliva. Sia
Viollier che Oliva avevano le loro buone ragioni. Il nuovo direttore, per coerenza con la storia del quotidiano e per lealtà
verso la monarchia, tenne bloccato il timone sulla rotta filogovernativa, esagerando il pericolo di un moto capace di elevarsi
a rivoluzione, minando le fondamenta del Regno. Il silenziato Viollier, invece, più da giornalista che da politico, avrebbe
voluto una cronaca obbiettiva, senza allarmismi ingiustificati. Allo storico Pasquale Villari illustrò il proprio punto di vista:
«(...) Io mi trovo in questi giorni oggetto d'avversione così degli scalmanati radicali come degli scalmanati moderati (...). I
moti di Milano furono cosa molto meno spettacolosa di quello che s'è creduto qui e fuori. Li ha ingranditi la paura generale,
li ha ingranditi non soltanto nella immaginazione, ma nella realtà. Hanno avuto paura gli operai, che abbandonarono alcuni
stabilimenti alle prime intimazioni dei malintenzionati; ebbero paura gli industriali che chiusero gli stabilimenti - ed erano la
maggioranza - ove gli operai avevano tranquilla e ch'era indispensabile egli agisse presso le autorità militari per far cessare
un macello che ormai non faceva che vittime innocenti. E tentai persuaderlo che la rivoluzione era stata esagerata. Quanti
soldati sono caduti?, dissi. C'è stato un morto solo, un ufficiale ferito, pare, di coltello e poco più di mezza dozzina di soldati
feriti da sassi. Dall'altra parte, si hanno 500 persone tra morti e feriti. I rivoltosi non avevano altre armi che sassi e tegole da
cui l'esercito si è difeso con molta facilità. È stato un movimento di poca canaglia, e di donne e ragazzi, che furono
facilmente dispersi. Questo ed altre cose dissi al Sindaco Vigoni, e mi accorsi che erano poco gradite. Nei giorni successivi,
non potendo dire nel giornale quel che pensavo, lo dissi ad altri pezzi grossi, senz'altro risultato, pare, che di passare per
uomo che vuoi tenere i piedi in due staffe e per un falso conservatore, un infido, un giornalista che mira soltanto alle
palanche, ecc. Non potei parlare nel Corriere come piaceva a me, anche perché capivo che non era quello il momento
d'indebolire l'autorità; ma non volli neanche parlare come piaceva agli altri». L'Historia insegna che l'analisi di TorelliViollier fu certamente corretta, eppure a salvare il Corsera dalla chiusura fu il cinico realismo di Domenico Oliva.•
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22/06/2016
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Master Intesa-Sole 240re
Accompagnare le Pmi ad
innovare
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Accompagnare, con conoscenze
trasversali e mirate e un più agevole
accesso a prestiti e finanziamenti, il
percorso delle Pmi verso un'innovazione
di sistema e di processo. Da qui nasce
l'accordo tra Intesa Sanpaolo e il Gruppo
24Ore, attraverso 24Óre Business School.
L'offerta prevede un nucleo di master
trasversali sulle tematiche aziendali e
digitali, ed una serie di percorsi che,
farmo leva sui valori del nostro
patrimonio nazionale: artigianato, design,
lusso, turismo, agrifood ebeni culturali.
L'accordo entrerà nel vivo a partire da
settembre, quando partiranno i primi
master specialistici in aula e on line, a
numero chiuso e frequenza obbligatoria
con attestato di frequenza. I master in
aula avranno una durata di 2 mesi,
articolati in 5 week end (venerdì e sabato)
con presenza in aula e lavoro su
piattaforma online. Le prime città
coinvolte sul territorio saranno Ancona,
Bari, Catania, Firenze, Napoli, Padova,
Parma, Torino, Vicenza. I terni: nuovi
modelli di business imposti dalla
rivoluzione digitale, le competenze
necessarie per le nuove professioni e i
processi di internazionalizzazione. Intesa
Sanpaolo punta ad attivare, attraverso
lepropriefilialUaconcessionediprestiti
d'onore perla formazione permanente, sia
per i privati che per le imprese, con
l'offerta di strumenti per il check-up delle
competenze digitali delle Pmi e di
programmi di filiera, per un accesso al
credito più facile e vantaggioso. Verrà
inoltre creato un Osservatorio permanente
per il monitoraggio della digitalizzazione
e internazionalizzazione delle imprese,
con proposte concrete alle aziende per
migliorare il business. LCa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA O
APPROFONDIMENTO ONLINE______
Tutti i video e gli approfondimenti
www.ilsole24ore.com/impresa-e-territori
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Vescovi e politica. Ipsos: oltre il 50% dei cattolici ha votato Raggi a Roma e Fassino a
Torino Avvenire: bene Grillo ma il Paese sarà esigente «È Grillo il vero vincitore».
L'Avvenire, il quotidiano della Cei, ieri ha dato le pagelle ai protagonisti del voto alle
amministrative. Di fatto promuovendo non soltanto Grillo (8), Appendino (9)6 Raggi
(7,5) ma l'intera strategia pentastellata: «La corsa in solitària, il no a qualsiasi alleanza,
la scommessa sulla legalità e su uomini (e donne) senza macchia, la forza della Rete
rispetto a quella della popolarità dei candidati». Per Matteo Renzi, di contro, neppure la
sufficienza, ma un 5. Il merito che gli va riconosciuto è l'onestà di aver «ammesso» la
sconfitta, sua e del Pd. La verifica finale, scrive il quotidiano, si avrà a ottobre con il
referendum sulle riforme. E lo si aspetta «al varco delPItalicum: ha sempre sostenu to
che la legge elettorale andava bene così perché era fatta per assicurare il governo del
Paese, e non per il Pd». Cambiarla ora sarebbe una modifica «ad partitum». Ma adesso
per i Cinque Stelle arriva il difficile: «C'è tanto da dimostrare». «Il Paese ha dato
fiduciaaM5Sma-awerteAvveràre-i] Paese sarà esigente, attento, capace di punire a
posteriori come è stato capace di premiare, prima. Pizzarotti e Nogarin (oggi sindaci
M5S a Parma e a Livorno) spesso hanno traballato. Ora aspettiamo le prime mosse di
Raggi e Appendino. E pensiamo all'ultima sfida di Beppe: "Costringeremo i nostri
awersari a diventare persone perbene". Un bel proposito». Tutto da attuare per provare
che «legalità e capacità di governo non erano solo un'allucinazione di Grillo e
Casaleggio». La posizione attendista ma non pregiudiziale del quotidiano si sposa con
un'indagine Ipsos, riportata da Radio Vaticana, che ha fotografato il voto cattolico: a
Milano i cattolici che vanno settimanalmente a Messa hanno votato in modo equanime
per Stefano Parisi e Giuseppe Sala, 500/0-50%. A Roma sono prevalse le preferenze per
Virginia Raggi (53%), mentre a Torino il voto cattolico è andato a Piero Fassino (54%).
«In questocaso-haspiegatoLucaComodo, della divisione politico-sociale dell'Istituto - ha
fatto premio la percezione di continuità di buona amministrazione che a Fassino era
riconosciuta». ©R [PRODUZIONE RISERVATA
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L'INTERVISTA/TAKQUWIO, »I "AVVENIRE""Serie e intelligenti, ecco perché ho promosso le grilline"
PAOLO RODARI ROMA Ieri Avvenire,
il quotidiano dei vescovi italiani, ha dato i
voti ai protagonisti delle amministrative.
Promossi i 5 Stelle, bocciati Renzi,
Fassino e Salvini, mentre nonostante la
sconfitta raggiungono la sufficienza Parisi
e Giachetti. Direttore Marco Tarquinio, il
suo giornale apprezza l'esito del voto
«Non facciamo apprezzamenti né
endorsement per nessuno. Semplicemente
abbiamo voluto fotografare la realtà così
come si è palesata. E il
dato da non eludere è che i voti,
questa volta, si contano e si pesano.
Abbiamo cercato di pesarli e rilevare
come sia saltata l'aritmetica
tradizionale. Ieri, in sostanza,
avremmo cercato di dire che avevano
vinto o il centrodestra o il
centrosinistra. Oggi, invece, in un
momento nel quale in troppi si sono
consegnati al non voto, ha vinto chi
ha saputo interpretare una basilare
volontà di cambiamento degli
elettori». È la stessa volontà di
cambiamento su cui si è appoggiato
precedentemente Renzi? «Certo, di
questo voto di "cambiamento" ha goduto anche Matteo
Renzi nel 2014. Ma ritengo che il
tutto sia frutto più di un mix di
disillusione e di speranza che di una
profonda convinzione. In questo
senso è il voto di oggi sembra
estremamente volubile». I vescovi
secondo lei cosa pensano in merito
«Ognuno ha le sue idee. In generale
la Chiesa è sempre per le forme
partecipative, forme che il mondo
cattolico sperimenta e promuove da
sempre. Il fatto che in molti non
abbiano voluto votare è un segnale
che certamente non piace all'interno
del
la Chiesa, seppure sia un fatto da
ascoltare e capire». Quale risultato
l'ha maggiormente colpita «La vera
sorpresa è per me Torino. Roma è la
terza volta che cambia cavallo. I due
esiti in ogni caso dovrebbero farci
tutti riflettere. Comunque sia, i toni
che hanno scelto di usare Raggi e
Appendino subito dopo la vittoria
sono molto intelligenti e istituzionali.
Non ce l'aspettavamo all'inizio della
loro parabola. E rilevarlo ora mi
sembra un fatto del tutto importante e
non scontato».
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Luciano Fontana
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di Serena Danna n corsivo del giorno WEB
E INFORMAZIONE TANTI I PEZZI
CONDIVISI POCHI LI LEGGONO
DAVVERO
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ei 13 mf Ja linfe ad articoli della Bbc che
vengono condivisi in un mese su Twitter ne
vengono aperti— con conseguente lettura
reale— meno della metà. Va peggio al
«New Yorfc Times», che si attesta al
64,94% di contenuti non letti, mentre la
Cnn supera addirittura il 70%. I poco
confortanti risultati emergono da un nuovo
studio — realizzato da ricercatori di
Columbia University e dell'Istituto
nazionale francese per la ricerca
nell'informatica e nell'automazione — che
ha analizzato l'attività social di alcune
testate giornalistiche. Obiettivo della
ricerca, pubblicata sulla piatta/orma Hal, è
capire il valore reale dei cosiddetti «social
clicfc»; i pezzi/avoriti, citati, condivisi che
compaiono sulle nostre bacheche. Emerge
quello che, purtroppo, da tempo si
sospettava: un titolo di poche righe (meglio
se «urlato») e una testata bastano per
diffondere articoli — creando l'illusione che
un contenuto, e non semplicemente il suo
titolo, sia virale. Credevamo che
commentare senza aver letto fosse una
prerogativa dei romanzi, e scopriamo che la
stessa sorte tocca alle news. Le ragioni?
Molteplici. I pregiudizi,innanzitutto, che
spesso vengono alimentati dalla «bolla del
filtro» dei nostri contatti; la fiducia nella
testata, che ancora costituisce una forza
contro {'overload informativo; la fretta di
dire la propria; e un po' di pigrizia. Se
l'obiettivo dei giornali è quello di essere
letti e l'aspirazione dei cittadini è essere
informati, in quelle percentuali si nasconde
un pericolo per le industrie editoriali e per
la conoscenza, che Internet si limita a
rivelare. Non esistono, infatti, strumenti
scientifici per capire se un lettore «della
carta» abbia letto davvero l'articolo che
discuterà al bar con gli amici e che
orientera le sue scelte politiche. Online,
piaccia o meno, tutto viene misurato. E le
bugie durano poco. © RIPRODUZIONE
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Norma Rangeri
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Diritto d'autore/AssociazioniI // «caro prezzi»
della Siae
Ringrazio «il manifesto» per aver sollevato il
problema dei diritti d'autore governati dalla Siae.
Vorrei far notare come le cifre dovute alla Siae sono
a tutt'oggi, in un momento di quasi nullo sostegno
pubblico alla partecipazione dei cittadini alla vita
civile, il principale fattore limitante di numerose
attività culturali. Per esempio, nel caso di
manifestazioni per scopi benefici, spesso quanto
dovuto a Siae compromette la riuscita delle raccolte
fondi, a meno che non siano sponsorizzate da
personaggi con un altissimo potere di richiamo, il che
avviene in un'infima minoranza dei casi. Inoltre,
organismi di partecipazione di base, come i Comitati
Cittadini delle frazioni, i quali non godono di alcun
aiuto economico da parte delle Amministrazioni
Comunali di riferimento, spesso non riescono a
realizzare eventi, pur estremamente utili alla coesione
sociale delle popolazioni, proprio per l'impossibilità a
far fronte alle spese per i diritti Siae. Lancio una
proposta, sulla quale chiedo che si esprima il mondo
associative), così articolata: 1)
Che alle iniziative per scopi benefici e senza obiettivi
di produzione di reddito venga tolto l'obbligo di
pagare le imposte Siae. 2) Che agli organismi di
partecipazione dal basso (Comitati Cittadini, Consigli
Territoriali, Pro-Loco, Polisportive), venga
consistentemente ridotta (indicativamente del 75%) la
tariffa Siae, e che questa venga concordata
forfettariamente con i Comuni di riferimento. 3) Che
la scadenza del Copyright, per qualsiasi esibizione
senza scopo di lucro, venga fissata a venti anni a
partire dalla data di produzione dell'opera presentata,
e non - come oggi - a settanta dalla morte dell'artista.
4) Che per le feste private (compleanni,
pensionamenti, matrimoni, ecc), purché sia
dimostrabile l'assenza dello scopo di lucro, la tariffa
Siae sia sostituita da una tassa fissa di pertinenza
comunale, indicativamente pari al dieci per cento
delle attuali tariffe Siae. Resta aperto un discorso, più
ampio, sull'opportunità che la Siae e il suo monopolio
debbano esistere, ma questa è un' altra storia.
PippoTadolini
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Martin Gottlieb
(non disponibile)
Martin Fletcher LONDON No one should be
surprised that Bi itam could vote to leive the
European Union on Thuisdi\ For decades Bi
itish new&pipei s have offei ed then readeto an
endless stream of biased misleading ind
dowmightfallacious, stoi tes about Bi ussels
And the journalist who helped set the tone —
long before he became the ma\ or of London
01 the face of the pi o-Bi exit campaign —
was Boi is Johnson [ know this because I was
appointed Bi ussels correspondent foi The
Times of London in 1999 a few \ ears after Mi
Johnson reported from there for anothei
London newspapei The Telegi nph 1 had to
Jive with the conséquences Mr Johnson fired fi
om The Times in 1988 for fabricating a
quotation made his nime in Brussels not w ith
honest i epoi ting but with exti erne euroskepti
cism, tu elessh attacking mocking and
denigrating the European Union He w i ote
about Eui opean Union plans to take over Em
ope ban Britain s favoi ite potato chips
standirdizecondom sizes and blow up its ow n
asbestos filled headquai ter s These ai tides v.
ei e nn doubtedlv coloi fui but thev boi e scant
i elation to the ti nth Mr Johnson s dispatches
galvanized the rest of Bi itam s highly
competitive and partisan newspapei industry
They wei e tar moie fun than the usual drv
pohcv driven Bi ussels fai e Editoi s at
the Continent embraced the former
Communist countries of Centnl Eui ope
bioken up cartels 01 forced
headlines like BeLeave in Britain per market
Thev matter if the) have collectiveK and
individually misled then teadeisfot decades the
Eur opean Umon that he hrmself as i eai as the
one in Loch Ness Mr
h small circulations and preach lai geh to the
convei ted The Times has been evenhanded
though it finallv declared on June 18 that it
favoied staving in the Em opean Union But
the biggest bi oad sheet (The Telegi aph) the
biggest midmarket papei (The Dailj Mail) and
the biggest tabloid (The Sun) htve thrown
themselves shamelesslv behind Brexit The\
have peddled the myths that Britain pa\ s 350
million pounds a week (about $500 million)
to the Eui opean ______ Union thatmillions
Led by Boris °^ ^U1 '
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How Britain's media went pro-Brexit
othei new spapei s particularlj but not
exclusivelj the tabloids, started pi ess ing their
own correspondents to match Mi Johnson s
imaginative rejxn ts B% the time I ai i ived in
Bi tinsels ed itors winted onK i eports about
faceless Eui oci ats dictating the shape of the
cucumbet s that could be sold in Bi itam oi
plots to impose a European supet state 01
Butish prime mmisteib fighting plucky i eai guai d actions against a hostile Continent
Much of the Bi itish pi ess seemed unable to
view the Europein Union through an\ othei
prism These nan atives i eflected and exploited
the mn ite nationalism, his toncal sense of
superici itv and disdain foi Johnnv Foreignei
ofman> readeis Ai tides that did not bash
Brussels that acknowledged the European Un
ion s achievements that lecogmzed that Butani
had mam natural allies m Eui ope and often
won important aigumentson sa\ the cieation of
the single market were almost mvambK killed
The European Union can be meddle some
irrog int and incompetent but seldom if evei
was the 01 dinary British i eadei told how it
Ind secui ed peace on the Continent embraced
the former Communist countries of Centnl Eui
ope bioken up cartels 01 forced
EDITORIA
short \ ears by this relentlesslj expand ing
German-dominated federal state
Loughboiough University s Center foi Reseai
ch in Communication and Cultui e has
calculated that 82 pei cent of new spaper ai
tides ibout the refei endum favoi Brexit w hen
cu dilation and sti ength of p iper s
endorsements are taken into account InFacts
apio-Re mim group that campaigns foi
accurate journalism has filed 11 complaints
with the Independent Pi ess Standards Or
gamzation Britain s print media watch dog
leading to five collections including one
against a headline m The Sun that pi oclaimed
Queen Backs Bi exit The watchdog has yet to i
uie on the i est It is often said that new spapei s
no longer matter Butthev do matter when the
contest is so close and shoppei s see headlines
like BeLeave in Britain emblazoned across the
front pages of tabloids whenevei thev visit
then su per market Thev matter if the) have
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CHESSIDICE IN VIALE DELL EDITORIA
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Agcom assolve Rai e Mediaset sugli investimenti in opere
europee indipendenti. Il consiglio dell'Autorità ha archiviato
i procedimenti su Mediaset e Rai sul 2013: per la prima
perché ha dimostrato che si sono superate le quote previste
dalla legge e per la seconda perché ha accolto le
argomentazioni di viale Mazzini circa il legittimo
affidamento in merito all'indirizzo interpretativo seguito
dall'Agcom per le verifiche precedenti. Prorogato invece U
procedimento per Sky Italia. Tivitter, un'app per autori di
video. Twitter ha rivelato una nuova app per telefoni
cellulari progettata per aiutare gli autori di video a
incrementare il loro pubblico sul social network e, di
conseguenza, ottenere dei ricavi. L'app, chiamata Twitter
Engage, disponibile solo per dispositivi iOS, permetterà ai
creatori di postare su Twitter video da 140 secondi. Darà
anche la possibilità agli utenti di ottenere informazioni in
tempo reale sulla performance del loro tweet, oltre a
offrirgli un metodo per identificare gli user più «influenti».
Prima dei video postati su Engage appariranno messaggi
pubblicitari pre-roll, a patto che il creator faccia parte del
programmaper le pubblici tà di Twitter Amplify Open. Al
momento, 120 partner hanno preso parte al programma
Amplify Open, ma la società vede il numero dei partner in
aumento. «I video stanno diventando sempre più un
elemento centrale nell'uso di Twitter per le conversazioni in
realtime», ha dichiarato il ceo e co-fondatore Jack Dorsey.
«Stiamo investendo sempre più nei video, negli autori e
negli influencer per costruire un nuovo pubblico e dar la
possibilità ai creator di fare soldi attraverso Twitter e, molto
presto, anche con Vine». Peppe Cirillo e Giovanni Chiarelli
direttori creativi di YAM112003. La divisione consumer
brand di YAM 112003, parte di Endemol Shine Italy, ha due
nuovi direttori creativi: Giovanni Chiarelli e Peppe Cirillo.
Integreranno U team creativo storico guidato da Elena
Bianchi e Gory Fianca e la dirczione creativa web di Davide
Mancosu. LifeGate, sul sito il web magazine di
Legambiente. LifeGate e Legambiente hanno avviato una
collaborazione per portare all'interno della piattaforma di
comunicazione LifeGate.it il web magazine tematico
dedicato all'attivismo e al volontariato dell'associazione
ambientalista.
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A maggio Canale 5 svetta sulle 24 ore (17,06%), Rai Uno in prima
serata (18,08%) Share, ammiraglie sempre in testa Tv8 di Sky
stabile all'8° posto, ma a distanza da La7
DI CLAUDIO PLAZZOTTA
Canale 5 è la tv più vista durante
le 24 ore, mentre Rai Uno ha la
leadership in prima serata. Nel
maggio 2016, nonostante la
rivoluzione in atto nell'universo
del piccolo schermo italiano,
sono ancora le due tradizionali
ammiraglie a contendersi i
primati, con share tra il 16 e il
18%. Nessuno riesce ad
avvicinarsi a loro, separate da un
gap incolmabile per le altre
contendenti généraliste classiche,
che stazionano tra il 4 e il 7%
(quando va benissimo).
All'ottavo posto, però, c'è la
novità Tv8 di Sky, che occupa
questa posizione sia nelle 24 ore,
sia in prima serata, dove ha
appena superato Iris di Mediaset
(certo, gli investimenti sul
palinsesto dei due canali sono
molto differenti, e Tv8 costa
sicuramente di più). La distanza
tra La7 (3% sulle 24 ore, 4% in
prima serata) e Tv8 (1,5% sulle
24 ore, 1,7% in prima serata)
appare ancora sensibile, pur
considerando che i trend delle
due reti (La7
(il Biscione porta in classifica
Premium Sport, ventesimo, con
10 0,73%), Discovery tre ma con
audience non proprio
straordinarie (il migliore è Nove
con lo 0,92%, seguito da Real
Time allo Sky due (gli ascolti di
Cielo, tuttavia, sono in drastico
calo e 11 canale, a dirla tutta,
sembra avere anche perso di
senso da un punto di vista
editoriale) e La7 uno. C'è
maggiore frammentazione nelle
24 ore, mentre in prima serata
solo 12 reti superano la fatidica
soglia dell'1% di share. Una
soglia alla quale, nelle
dichiarazioni di rito, ambiscono
almeno in 30 canali. Ma che,
come risulta evidente dai dati
Auditel, è molto difficile da
raggiungere. Altrimenti non si
spiegherebbe il ritardo, per
esempio, nella pubblicazione dei
dati di Paramount channel,
canale partito il 27 febbraio con
notevoli ambizioni, ma che
ancora non ha comunicato nulla
circa le sue audience.
Le Top 20 dello share % a maggio
Totale 24 ore Canale 5 Rai Uno Rai Tre
Rai Due Italia Uno Rete 4 La7 Tv8 Rai
YoYo Iris Real Time Dmax Rai 4 Rai
Movie Cielo Top Crime Nove Rai
Sport 1 Rai Premium Boing 17,06
16,59 6,78 6,35 4,97 4,37 3,02 1,56
1,26 1,25 1,24 1,04 1,03 1 0,97 0,95
0,94 0,94 0,92 0,90 Prima serata
20,30-22,30 Rai Uno Canale 5 Rai Tre
Rai Due Italia Uno Rete 4 La7 Tv8 Iris
Rai 4 Rai Movie La5 Rai Premium
Nove Cielo Rai YoYo Top Crime Real
Time Dmax Premium Sport 18,08
16,44 6,82 6,77 5,59 4,43 4,08 1,72
1,71 1,23 1,20 1,08 0,93 0,92 0,88 0,83
0,83 0,79 0,74 0,73 Fonte:
Elaborazione ItaliaOggi su dati Auditel.
Share media quotidiana
è stabile, Tv8 è in crescita)
potrebbero diminuire l'ampiezza
della forbice. Notevole l'exploit
di Rai YoYo, al nono posto
assoluto nelle 24 ore. Significa
che il canale Rai, che da maggio
è anche senza pubblicità, ha una
forza immensa sul target dei più
piccoli, tale da far diventare
rilevante anche l'ascolto di chi li
accompagna (gli adulti) davanti
alla tv. Per ora non ci sono canali
del gruppo Discovery (Nove,
Real Time, Dmax ecc.) nella top
ten degli ascolti, né sul totale
giorno, né in prima serata. Ed è
proprio per quest» che i nuovi
palinsesti autunnali del gruppo
americano presenteranno
personaggi più pop (con volti da
tv larga tipo Max Giusti, Fabio
Volo, Giancarlo Giannini,
Federico Russo, Roberto
Saviano, Antonino
Cannavacciuolo, Massimiliano
Rosolino, Costantino della
Gherardesca ecc.) e che in
gennaio arriverà una star come
Maurizio Crozza. Nella top 20 di
maggio sulle 24 ore Rai infila
otto canali, Mediaset sei,
Discovery tre,
Sky due e La7 uno. In quella in
prima serata, invece, Rai e
Mediaset ne hanno sette ciascuno
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Il sottosegretario Giacomelli al forum di Aeranti-Corallo Tv
locali, serve innovazione E VAuditel dia certezze
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DI PIERRE DE NOLAC Rispetto all'Auditel abbiamo bisogno di un sistema che dia certezze e
non stati d'animo. Glielo abbiamo già detto, se l'Auditel ce l'assicura bene, altrimenti serve uno
strumento più raffinato, che catturi dinamiche più complesse»: parole pronunciate dal
sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, nel suo intervento al RadioTv Forum
2016, il convegno annuale di Aeranti-Corallo, svoltosi a Roma nella sede nazionale di
Confcommercio. Un incontro aperto dal coordinatore Aeranti-Corallo e presidente di Aeranti,
Marco Rossignoli: «II comparto radiotelevisivo locale è ora in grande difficoltà e sta rischiando
un forte ridimensionamento», chiedendosi se «il governo, dopo quarant'anni, voglia ancora un
sistema radiotelevisivo basato anche sull'emittenza locale». Le emergenze denunciate dalle
televisioni locali sono tantissime: Rossignoli ha evidenziato il totale dissenso di AerantiCorallo
dai provvedimenti legislativi e regolamentari assunti negli ultimi anni, in materia di uso delle
frequenze: «Le criticità di tali provvedimenti sono confermate dalla circostanza che gli stessi, a
oggi, non hanno ancora trovato attuazione, con ciò alimentando ulteriormente lo stato di
permanente incertezza in cui il settore si trova a operare. Occorre superare questa situazione, in
modo tale che le tv locali possano pensare a fare impresa e non soltanto a rispettare continui,
complessi e onerosi adempimenti burocratici». Giacomelli ha riconosciuto lo sforzo svol to
quotidianamente dalle televisioni locali: «C'è chi scommette sul proprio ruolo di editore ogni
mattina, facendo conti con le difficoltà, e c'è chi ha approfittato fino a oggi delle lacune della
normativa e ha preso contributi a pioggia. Io vorrei che si uscisse da questa fase, evitando di
disperdere risorse e concentrandole su chi scommette sulla propria impresa». Giacomelli è
convinto che «questo settore potrà essere ancora protagonista a patto che mantenga la
caratteristica di quaranta anni fa, quando si è affermato perché era innovativo e rivoluzionario.
Penso che le tv locali non debbano rimanere ferme e confermare se stesse, ma che debbano
mantenere la capacità di essere innovative». Ma quali possono essere le prospettive? Secondo il
sottosegretario, «si può puntare sul fatto che siano sul mercato e sull'autonomia industriale che
hanno, oppure puntare sul riconoscimento della funzione pubblica che svolgono. Ci sono rischi
e pro in entrambi i casi». Secondo il componente dell'esecutivo Aeranti-Corallo e presidente
Corallo, Luigi Bardelli, «occorre essere consapevoli che, in un mondo sempre più globalizzato,
vi sarà sempre una forte esigenza di emittenza locale, che è emittenza di prossimità, capace di
ricostituire le nostre comunità». Al termine del convegno, per la ricorrenza del quarantennale
della liberalizzazione dell'etere, operata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del
1976, Aeranti-Corallo ha consegnato un riconoscimento alle imprese radiofoniche e televisive
locali già attive in quell'anno. ———©Riproduzione riservata——|
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22/06/2016
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Ip Le regole per il canone •f'..Ì addebitato in
bolletta AGENZIA DELLE ENTRATE Ip Le
regole per il canone •f'..Ì addebitato in bolletta
Saverio Fossati *• pagina 39 Ip Le regole per
il canone
DIRITTO
Tassa Tv. Dall'agenzia delle Entrate le regole per calcolare le somme nel caso di
contratti elettrici stipulati durante l'anno Canone Rai, importi ragguagliati La data
della dichiarazione sostitutiva fa scattare l'esenzione annuale o per sei mesi
Saverio Fossati Le Entrate
chiariscono le regole per pagare il
canone Rai con una corposa
circolare (la 29/E, diramata ieri) che
di fatto risolve alcuni casi dubbi e
riepiloga la normativa. Il
meccanismo è comunque molto
avanti e le scadenze (nonostante le
lungaggini nella pubblicazione del
Dm attuativo dello Sviluppo, a
lungo bloccato dal cambio di
ministro) sono state tutte rispettate.
Quindi, assicurano allo Sviluppo, in
luglio tutti i contribuenti titolari di
utenza elettrica riceveranno con la
bolletta la prima maxi rata del
canone, che dovrebbe essere di circa
70 euro. Naturalmente non verrà
coinvolto chi (circa Siymila persone
secondo le Entrate) ha attestato di
essere sì titolare di utenza elettrica
ma di non dover pagare perché il
canone è già a carico di
altri familiari. La circolare, infatti,
indica come «utenze residenziali»,
quelle cioè obbligate al
pagamento, quelle che in bolletta
hanno la sigla Di, D2 o 03 (queste
ultime solo se effettivamente
residenziali in base
all'allineamento fatto con i dati
dell'Anagrafe tributaria). Quando
allo stesso codice fiscale sono
abbinate più utenze classificate in
bollettacomeresidenziali o «altri
clienti domestici» (come può
accadere se, al momento del
contratto, ci si è di-
menticati di comunicare che si
l'Agenzia assicura che il
canone verrà addebitato su una
sola fornitura, quella per la
quale risulta la residenza
all'Anagrafe
EDITORIA
tributaria (se risultano ambedue
le tipologie) o quella di
attivazione più recente (se
risultano solo Per la prima
applicazione del sistema,
comunque, saranno addebitate
in bolletta le rate di canone
relativamente a utenze attive
alla data del 1° luglio 2016.
Nella circolare sono anche
indicati gli importi per il
rinnovo semestrale (51,03) e
trimestrale (26,58) e quelli a
seconda del mese di
attivazione. In ogni caso,
conferma la circolare, per
determinare l'importo del
canone valgono le dichiara
zioni sostitutive presentate entro
ilio maggio scorso (circa Siymila)
sulla «non detersione» di
apparecchi televisivi e sulla «
sussistenza di altra utenza elettrica
per laqualeunodei componenti
della famiglia è già tenuto al
pagamento». Nelle bollette,
quindi, se ne terrà conto. Per
quanto riguarda la «non
detenzione» (il "quadro A" della
dichiarazione), per chi aveva
utenze elettriche già attive al 1°
gennaio 2016, se la dichiarazione
è stata presentata nei termini,
l'esenzione vale per tutto il 2016;
se invece è stata presentata tra il
17 maggio e il 30 giugno, il
canone è dovuto per il primo
semestre 2016 ma non per il
secondo. Chilapresenteràdopo il
30 giugno pagherà tutto il 2016
ma sarà esente per il 2017. Se
invece l'utenza elettrica è stata
attivata dopo il 1° gennaio
2016 (ed entro il 31 marzo 2016), la
dichiarazione avrebbe dovuto essere
presentata entro il 16 maggio 2016.
Per chi ha attivato in aprile
c'era tempo sino al 31 maggio e
per le attivazioni di maggio sino
al 30 giugno. In tutti questi casi,
esenzione per tutto il 2016. Se
questi termini non sono stati
rispettati, ma la dichiarazione è
stata presentata comunque entro
il 30 giugno 2016, l'esenzione
spetta per il secondo semestre.
Per chi, invece, presenta la
dichiarazione dal 1° luglio al 31
dicembre 2017, il canone è
dovuto per il 2016 ma non per il
2017. Se la dichiarazione è di «
sussistenza di altra utenza
elettrica» cioè relativa al fatto
che altri membri dello stesso
nucleo familiare già pagano il
canone, questo non verrà
addebitato all'interes
FUORI DAL PERIMETRO Sono
871mila i contribuenti che hanno
dichiarato di non dover pagare la
somma in quanto già a ca rico di
altri familiari
sato o, se ladichiarazione è
arrivata troppo tardi, l'addebito
verrà interrotto alla prima rata
possibile e poi andrà chiesto il
rimborso. Inoltre, precisa la
circolare, la
dichiarazionedivariazioneeventual
mente resa in un momento
successivo alla prima, nella quale
si comunica che è venuto meno il
diritto all'esenzione, comporterà
l'addebito adecorreredal mese di
presentazione. Infine, per le altre
tipologie di soggetti esenti (perché
pagano in altro modo, oppure
hanno almeno 75 anni e pensione
non superiore alla sociale, o
godono di esenzioni in base a
convenzioni internazionali)
l'addebito in bolletta non ci sarà,
sulla base dell'incrocio delle date
di attivazione
deH'utenzaelettricaedeldirittoal
non addebito. ©RIPRODUZIONE
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Rieccolo: Gad Lerner
parla in tv dell'isiam
Adesso si salvi chi può
MALABARBA a pagina
2
II ritorno in Rai del mullah Lerner
con Isiam, Italia Da gennaio Gad
andrà in onda su RaiTre con un
programma sul modello di
«Milano, Italia». Stavolta per
educarci (con i soldi del canone)
all'accoglienza
;;;MALABARBA
••• Bisogna ammettere che a
Gad Lerner non difetta il
physique du rôle. La barba
folta da imam ce l'ha da un
pezzo, dunque è perfetto per
EDITORIA
condurre un programma
televisivo sull'isiam. Già,
perché la notìzia è che Lerner
si prepara a tornare in video,
dopo la chiusura - ormai
qualche anno fa - del suo talk
show L'Infedele e dopo aver
lasciato la dirczione di LaEffe,
il canale tv della Feltrinelli,
con ascolti non proprio
esaltanti. All'inizio del
prossimo
Pag.
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anno, forse già da gennaio, Gad
apparirà su RaiTre e presenterà
al pubblico una trasmissione in
sei puntate intitolata Isiam,
Italia, sulla falsariga del suo
successo degli anni Novanta,
Milano, Italia. Non si tratterà
però di un talk, bensì di una
serie di documentari simili,
pare, a quelli della serie Fischia
il vento, realizzata per LaEffe.
Insomma, diciamo che per la
terza rete di viale Mazzini non
si prevede un bagno di share.
Ma volete mettere la
soddisfazione, per la direttrice
di RaiTre Daria Bignardi, di
trovarsi di nuovo gomito a
gomito con il suo vecchio, caro
collega di La7? Una bella
rimpatriata sul canale
gentilmente finanziato dai
contribuenti. Speriamo si
scambino baci e abbracci
rimembrando i fasti
sostenitore di tali fandonie? Indo ::: IL RITORNO MILANO,
vinato: Gad Lerner. Lo ha
scritto chiaramente sul suo sito
in maggio, subito dopo
l'incontro tra Papa Francesco e
l'imam di al-Azhar, cioè il
signor al-Tayyeb. A parere di
Lerner, dialogare con simili
figuri, per quanto integralisti, è
una «necessità ineludibile». Per
inciso, al-Tayyeb è uno che
sostiene che sia giusto prendere
a pugni le donne, crocifiggere e
mutilare i nemici del vero
isiam e, per gradire,
accoltellare qualche israeliano
durante l'Intifada. Se Gad
sostiene e promuove il
ITALIA «Milano, Italia» è un
talk show andato in onda su
RaiTre dali 992 ah 994, in
piena epoca di Tangentopoli.
Lo stesso titolo prende spunto
dal fatto che Milano era il
simbolo della rivoluzione
giudiziaria in atto in quegli
anni IN VIDEO DA
GENNAIO In seguito ha
condotto, per oltre 10 anni
«L'Infedele», su La7,
programma che ha chiuso nel
2012. Ora il ritorno a RaiTre
con una nuova trasmissione
sull'isiam che potrebbe partire
già da gennaio
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dialogo con costui,
figuriamoci che
atteggiamento avrà nei
confronti dei vari tifosi della
sottomissione degli infedeli
sparsi sul nostro territorio.
Come minimo h' riempirà di
coccole. Sinceramente, per
delle Invasioni barbariche e
degli altri format progressisti. capire che certi personaggi
L'aspetto più discutibile della vanno evitati e possibilmente
tenuti a debita distanza
faccenda, tuttavia, non
dall'Italia non servono sei
riguarda gli ascolti né
puntate del muezzin Lerner
tantomeno le amicizie da
salottino chic, ma l'argomento pagate dai contribuenti
tramite il canone (anzi, la
del programma di Gad.
Secondo l'informatissimo sito tassa sulla tivù). A capire che
TvBlog, Isiam, Italia sarà una l'isiam rappresenta un grave
trasmissione «d'inchiesta e di problema per l'Europa e che i
reportage, in cui Lerner girerà fanatici musulmani sono dei
pericolosi pirla, ci arriviamo
l'Italia raccontando l'isiam
benissimo da soli. Con buona
che oggi è a casa nostra,
pace di Daria Bignardi, a cui
come vive e come si è
il velo sul capo non
integrato nel tessuto del
nostro Paese, anche alla luce donerebbe granché. ©
RIPRODUZIONE
del fenomeno
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dell'immigrazione». Ancora
una volta, dunque, agli
italiani viene propinata l'idea
che sia «necessario»
conoscere fin nei minimi
anfratti la cultura musulmana.
Quando, piuttosto, dovrebbero essere gli islamici (specie
quelli appena giunti qui) a
preoccuparsi di apprendere usi
e costumi locali, onde non
calpestarli come regolarmente
avviene. Invece no, ogni volta
tocca a noi « approfondire» e
«dialogare». Essere tolleranti e
accoglienti, ben disposti
all'ascolto. Persinò nei
confronti dei fanatici religiosi,
degli integralisti come i Fratelli
Musulmani o i sunniti della
Grande Moschea egiziana di alAzhar. Sapete chi è il primo
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Chiamata di Mediaset dopo la chiusura di Virus Porro a Canale 5 Un
programma al posto di Matrix DI MARCO LIVI Dal 1° luglio Nicola
Porro passa a CanaleS. Lo ha annunciato ieri, in un comunicato,
Mediaset. Il giornalista, vicedirettore del Giornale, con un passato a
La7, viene da una fortunata stagione a Rai 2. Il nuovo direttore
generale, Antonio Campo Dall'Orto, ha deciso a maggio di
ridimensionare gli spazi informativi in prima serata, cancellando
Virus, il programma di Porro, dai palinsesti. Anche per Ballarò si
annuncia un ridimensionamento, con cambio di conduttore e
accorciamento della messa in onda. Una mossa, evidentemente, poco
azzeccata, tanto che Mediaset e La7 si sono subito gettati sugli spazi
liberi lasciati dalla Rai. Il nuovo programma di Porro andrà in onda a
settembre, due volte la settimana, in seconda serata sulla rete
ammiraglia del Biscione. Prenderà il posto di Matrix, ma ancora non è
stato stabilito il nome. A Luca Telese verrà invece affidato un nuovo
programma di reportage. Mauro Crippa, direttore generale
dell'informazione Mediaset, ha commentato: «Mediaset, in
controtenden za, aumenta i propri spazi d'informazione. Siamo lieti di
dare il benvenuto a un giornalista che ha molto innovato il genere
talk-show, grazie al suo stile, al suo equilibrio, alla capacità di
scegliere ospiti sorprendenti e di lasciarli parlare richiedendo i
chiarimenti necessari senza irritante concitazione. Il nostro obiettivo è
proprio quello di far tornare i talk-show politici momenti realmente
informativi, senza caos e senza discutibili escamotage, che con la
politica c'entrano molto poco, per rincorrere gli ascolti». ———
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TELE-VISIONI II plotone di Lilli Gruber contro Alessandro Sallusti
DI GIORGIO PONZIAMO Lilli Gruber vivacizza
il suo Otto e mezzo (La7). Chiama il direttore del
Giornale, Alessandro Sallusti, sotto accusa per
avere allegato al quotidiano una copia del Mein
Kampfe 10 redarguisce. Lui risponde per le rime:
«Non so se sia peggio la stupidità o la faziosità,
certo 11 mix è devastante come in questo caso,
con un plotone di esecuzione contro di me».
Roberto Chiattelli, direttore di Laeffe, ringrazia
Daria Bignardi, direttore di Rai3. Ha ingaggiato al
volo Sintona Ercolani, che si era ritagliata uno
spazio interessante nell'accesa prime time della
rete pubblica con SconosciutiLa nostra personale
ricerca della felicità. Quando la Bignardi le ha
comunicato che la prossima stagione non avrebbe
messo in palinsesto il programma, lei ha cercato
un rifugio e Chiattelli s'è fatto avanti. Potrà quindi
inserire un tassello popolare nel mosaico di
restyling della rete, che prevede anche il lancio di
un nuovo logo. Col passaggio sulla piattaforma
Sky, Laeffe cerca di conquistare audience dopo la
poco brillante stagione firmata Gad Lerner. È
stata anche interrotta la collaborazione col gruppo
Espresso. Francesca Fagnani, storica inviata di
Ballarò (Rai3) e, prima, dei talk di Michele
Santoro, si interroga sul declino di questo tipo di
programmi: «I talk politici erano pochi e si
riusciva a creare un appuntamento con il pubblico.
Poi c'è stata la frammentazione dell'offerta ma la
compagnia di giro dei politici che vanno in tv è
sempre la stessa. È chiaro che l'effetto è un
impoverimento o banalizzazione della proposta
televisiva».
Ilaria Dalla Tana, direttore Rai2, ce la mette tutta
per raggiungere l'obiettivo che le ha affidato il dg
Antonio Campo Dall'Orto: acquisire il pubblico
giovane, quello che da tempo latita nei canali Rai.
Così sta firmando l'ingaggio di un personaggio
popolarissimo tra gli under40, la popstar Mika, che
condurrà quattro puntate a novembre tra
autobiografia e spettacolo. Proprio in vista di
questo impegno, egli aveva rinunciato dopo tre
edizioni a far parte della giuria di X Factor (Sky).
Non sarà facile convincere i suoi fans a traslocare
da Sky a Rai2: complimenti per il coraggio. Aldo
Romersa, ovvero la spallata a Rai e Mediaset con
l'obiettivo di diventare il terzo polo, asfaltando sia
La? che le ambizioni Sky di posizionarsi anche sul
digitale terrestre free. L'allettante ingaggio di
Maurizio Crozza, con una cifra (200 milioni a
puntata più le spese di allestimento) che ha
impedito all'editore di La7, Urbano Cairo di
gareggiare, indica che Romersa, direttore di Nove,
canale di proprietà Discovery, non sta badando a
spese pur di riuscire a diventare il diretto
concorrente del duopolio. Un altro evento sarà
l'inedita accoppiata Emina Marone-Fabio Volo. La
Marone, dopo l'esperienza di direttore artistico di
Amici (CanaleS) di Maria De Filippi debutterà
come attrice in una fiction, ideata da Volo:
Untraditional; 10 puntate di 40 minuti, storia di una
famiglia che si divide tra Milano e New York. Livia
Pomodoro, prima donna d'Italia a presiedere il
tribunale di Milano, poi capo di
EDITORIA
gabinetto al ministero della giustizia, oggi in pensione,
boccia la fiction Gomorra (Sky): «Mi pare una
schifezza. Il dibattito comunque mi
pare un po' superficiale: non credo che
rappresentare il male possa servire a produrre altro
male». Stefano Accorsi replica. Interpreterà una
nuova serie di 1992, la docu-fiction sugli anni di
Mani pulite andata in onda su Sky Atlantic. La
storia procede e quindi il nuovo titolo sarà 1993. La
regia sarà sempre di Giuseppe Gagliardi. Dieci
episodi per raccontare le vicende politicogiudiziarie
di 13 anni fa. Accorsi impersonerà ancora
Leonardo Notte, uno spregiudicato uomo di
marketing con un misterioso passato mentre
Miriam Leone tornerà nei panni di Veronica
Castello, bellissima soubrette in cerca di fama.
Altro ritorno sul set, ma in questo caso dopo ben 12
anni di assenza, per Kim Rossi Stuart, protagonista
di Maltese, il romanzo del commissario. Lui è
appunto un commissario che negli anni 70, dopo il
suicidio del padre investigatore, torna in Sicilia per
indagare sulla mafia. Sarà in palinsesto su Rail
dopo l'estate. Cristina Parodi (La Vita in diretta,
Rail) si riposa in attesa della rentrée di settembre
(sempre in coppia con Marco Liorni) e ne
approfitta per farci sapere che tiene famiglia: «Non
nego che mi piacerebbe poter condurre un
programma con mia sorella Benedetta e mio
fratello Roberto. Li adoro. Siamo compiici e ci
vogliamo molto bene». Ilenia Pastorelli (ex
concorrente del Grande Fratello, CanaleS) e
Fabrizio Biggio (/ Sociopatici, Radio2)
condurranno Stracult, magazine di cinema di Rai2
firmato da Marco Giusti. Sostituiscono (dall'8
luglio) Andrea Delogu, che era dal 2014 alla guida
della trasmissione (insieme, tra gli altri, a Nino
Frassica). Adam F. Goldberg è l'ideatore di The
Goldbergs, sit-com su una famiglia della
Pennsylvania del 1980 con al centro l'ultimogenito
che documenta con la videocamera i momenti più
vivaci della vita familiare, tra tic, nevrosi e manie
tipiche degli anni 80. A proporla in Italia sarà ora
Joi (Mediaset Premium) dal 7 luglio in prima
serata. Maria Rita Munizzi, presidente del Moige,
movimento italiano genitori, ha premiato il
direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, e Franco
Nembrini, conduttore di Nel mezzo del cammin,
programma sulla Divina commedia, ritenuto il più
family friendly della tv italiana della
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stagione 2015-2016. Maglia nera a CanaleS, che ha
proposto i programmi ritenuti più inadatti alle
famiglie: Grande Fratello 14, Ciao Darwin 7,
Uomini e donne, e L'onore e il rispetto (parte
quarta). Luigi Pelazza (Le Iene, Italial) in tribunale
a Torino per un servizio realizzato nel 2012 su una
comunità per disabili. Per l'inchiesta era stata
utilizzata una telecamera nascosta. Di qui la
denuncia della direzione della comunità e il
processo, che ancora una volta si incentra sui limiti
del diritto di cronaca. Enrico Mentana, direttore del
Tg de La7, e la maratona postelettorale. Forse
provato dalla stanchezza, se la prende con un
ospite, il senatore 5 stelle Alberto Airola, che si
dilunga nel celebrare la vittoria del movimento:
«Non esageriamo», lo interrompe Mentana,
«sembra che abbiate combattuto la resistenza e
siate arrivati al 25 aprile». Gabriele Romagnoli,
direttore Raisport, sta preparando la squadra per il
Tour de France, impegno che cade tra gli Europei
di caldo e le Olimpiadi di Rio. Davvero un'estate
intensa per la testata. Dal 2 al 24 luglio sono
previste 150 ore di trasmissione su Rai3. Ogni
tappa sarà seguita dalle ore 15 fino alla
conclusione, con in più four Replay, che proporrà
analisi e commenti. Anche RadioRail seguirà il
Tour: gli ultimi 30 minuti di ogni tappa. Twitter:
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Accordo fra Tribuna Economica e Radio Monte Carlo per lo scambio di contenuti Radio
Monte Carlo e Tribuna Economica diventano partner per lo scambio reciproco di contenuti.
L'iniziativa messa in campo dai due editori (Finelco e AFC Editore), già insieme negli
ultimi anni nel servizio giornalistico "Rapporti Ambasciate Principato di Monaco" di
Tribuna Economica, prevede, a partire da fine mese di giungo 2016, una sinergia per la
divulga zione reciproca di materiali giornalistici. Radio Monte Carlo ospiterà nei propri
programmi alcuni approfondimenti a cura della redazione di Tribuna Economica, al fine di
mettere in evidenza la percezione del Made in Italy all'estero, il contributo italiano nelle
economie estere non solo sotto l'aspetto puramente economico, ma anche di società,
ponendo l'accento sui servizi giornalistici "Rapporti Ambasciate" curati dalla testata da 30
anni. Tribuna Economi ca introdurrà nella "Terza pagina" del giornale il glamour di RMC:
notizie, concerti, iniziative, eventi culturali e molto altro così da offrire ai lettori uno spazio
leggero e di approfondimento dedicato al fascino della Radio Italiana del Principato di
Monaco. Non solo: Radio Monte Carlo e Tribuna Economica sono accomunate dal target di
ascoltatori/lettori ma anche dall'attenzione che negli ultimi anni hanno rivolto alle nuove
tecnologie. Per questo la partnership si estenderà anche alle rispettive edizioni online,
creando un'area dedicata alle notizie divulgate dalle rispettive testate.
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Luciano Fontana
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O Milano Caso SopafInpgi Un teste chiave:
soldi a Toschi, non a
Camporese di Luigi
Ferrarella
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Colpo di scena al Tribunale
di Milano nell'udienza di ieri
del processo sul dissesto
della Sopaf dei fratelli
Magnoni, che tra gli
imputati vede anche Andrea
Toschi (amministratore
delegato della società di
gestione del risparmio
Adenium Sgr spa con
Alberto Ciaperoni), ü
consulente Gianfranco
Paparella e il presidente
dell'Istituto nazionale di
previdenza dei giornalisti
(Inpgi) Andrea Camporese.
Quest'ultimo, infatti, accanto
all'ipotesi di reato di truffa
da 7,6 milioni ai danni
delllnpgi e a favore di Sopaf
nelle operazioni di
trasferimento di quote di
Fondo immobili pubblici
(Fip), risponde anche di una
accusa di corruzione che
fino a ieri si reggeva
prevalentemente su una
prospettazione dei fatti
messa a verbale da Toschi.
L'amministratore delegato di
Adenium Sgr spa (in ipotesi
a fronte degli investimenti
veicolati su Adenium e dei
contatti propiziati da
Camporese quale presidente
Inpgi) affermava di essersi
intestato il 4 marzo 2013 un
conto presso la banca Bsi di
Lugano e di avervi detenuto
fiduciariamente 142.000
euro per conto di
Camporese, somma poi
usata per vari prelievi in
contanti nel corso del tempo
fino al 2013. E sempre
stando a Toschi, su sua
indicazione un fiduciario
della Bsi aveva prelevato e
consegnato una tranche di
soldi direttamente nelle mani
di Camporese. Ma ieri in
udienza il pm Gaetano Ruta
ha depositato l'esito a
sorpresa di una rogatoria
svizzera nel cui ambito è
stato interrogato proprio il
fiduciario bancario indicato
da Toschi. E la sua
ORGANISMI DI SETTORE
versione è molto diversa.
Opposta. Salvagente per
Camporese e boomerang per
Toschi. D fiduciario
racconta infatti di aver sì
ricevuto da Toschi l'ordine
di prelevare 53.000 euro, ma
di averli poi consegnati non
a Camporese, che specifica
di non aver mai conosciuto,
bensì proprio direttamente a
mani a Toschi, nel corso di
in un incontro a piedi in
strada davanti alla stazione
ferroviaria di Lugano. Ora si
vedrà se nel seguito del
processo Toschi insisterà
nella propria versione dopo
l'esito della rogatoria, che
certo non giova alla
credibilità di questo
consulente finanziario
arrestato nel maggio 2014
nell'indagine Sopaf condotta
dalla CdF, e la cui parentela
proprio con un fratello
generale CdF (Giorgio) è
tornata d'attualità sia appena
prima sia subito dopo che ü
Consiglio dei Ministri ha
nominato appunto il fratello
Giorgio Toschi nuovo
comandante generale della
Guardia di Finanza.
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22/06/2016
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Vittorio Parazzoli
9.000
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ADS: attesa per venerdì la verifica sulle
multiple digitali. Intanto, però, il "confronto"
tra diflusioni e lettori Audipress rivela molte
incoerenze In arrivo il risultato dell'audit di
Reply per 'eventuale ripristino dei relativi
dati. L'incrocio tra le due rilevazioni
evidenzia, per altro, anche l'esistenza di
notevoli incongruenze tra i due report 17
Indagini ADS: venerdì la verifica sulle multiple digitali. Ma il "confronto" tra diffusioni e lettori rivela molte incoerenze Dovrebbe
arrivare dopodomani il risultato dell'audit di Reply per un eventuale ripristino dei dati. L'incrocio con i numeri forniti da Audipress,
per quanto relativamente legittimo, pone in evidenza, però, anche forti incongruenze tra i due report di Vittorio Parazzoli Dovrebbe
essere pronto dopodomani secondo quanto risulta a Daily Media il report di Reply sulle co pie multiple digitali IICdAdiADS sarà
cosi nelle condizioni di valu tare se e come remserirle ail m terno degli accertamenti delle diffusioni stampa dopo la loro so
spensione cautelativa, che ha por tato alla non pubblicazione dei relativi dati per il report di aprile riferito a quotidiani e settimana li
e di marzo per i periodici Lor ganismo di cui e presidente Carlo Mandelli e soprattutto il merca to si attendono lumi sul nodo di
fondo del problema che e stato sollevato da Conde Nast la verifi cabihta, e quindi la possibile, sue cessiva certificazione, che le re
pliche vendute attraverso questo canale siano state effettivamen te scaricate II Gruppo guidato da Gianpaolo Grandi aveva po sto il
problema dopo aver appu rato (m base a verifiche condot te a campione con la Johnsons, lo stesso operatore con cui era stata
concordata una vendita in bloc co di copie digitali di una serie di sue testate), che solo lo 0,42% di queste era stato effettivamen te
downlodato II fatto si era veri ficaio nel 2014 e Conde Nast ave va deciso nello scorso autunno, m fase di certificazione delle dlf
fusioni delle sue testate, di toglie re i dati relativi alle multiple digi tali, dichiarando che non avrebbe più utilizzato questo canale Ea
sospensione di questi ultimi, come gia ricostruito da DailyMe dia, ha determinato la sottrazione del loro contributo al totale delle
diffusioni con penalizzazioni, so prattutto, per una serie di testate di Hearst Magazines Italia, II Sole 24 Ore e Italia Oggi Quali siano
le modalità e le verifiche che poi portano alle relative certificazio ni delle repliche diffuse attraver so questo canale (ma cio riguarda
qualsiasi editore che se ne avva le), non e stato dato sapere, al di la delle dichiarazioni rilasciate dal quotidiano confindustriale e cioè
che le vendite tramite questo ca nale avvengono m logica b2b e, quindi, ad aziende e associazioni professionali' II problema, pero,
non e questo, ma piuttosto se le multiple digitali vengono poi ef fettivamente scaricate Eimpres sione e che i dubbi su questa mo
dalita diffusionale evidenzmo >
DailyMedia II quotidiano della comunicazione anno XXVI114-| "7 mercoledì 22 giugno 2016 p. JL /
una problematica più ampia sui sistemi di verifica delle diffusioni e dei lettorati nel loro insieme Ce da premettere, infatti, che il con fronto tra queste due
indagini ha una relativa fondatezza Nel caso di Audipress, i numeri sono frut to di campionature nazionali e di altri elementi che ovviamente li
appiattiscono e che forse, pro prio per questo, potrebbero an che essere migliorate Nel caso, emergerebbe un quadro sicu ramente giustificabile e da inter
pretare, appunto, caso per caso che presenta comunque del le mcoerenze che non si posso no non evidenziare Ad esempio, parlando ancora del Sole 24
Ore, i calcoli (magari non precisi al mil lesimo) elaborati m base alle ulti me rilevazioni, danno un rappor to di 3,08 tra copie complessive diffuse e numero
complessivo di lettori, che diventa 3,03 m quel 10 tra sole copie digitali diffuse e soli lettori digitali Rapporto che, pero, scende a 0,96 se si aggiun gono le
ultime multiple digitali dichiarate Tradotto e ancora n badilo che il confronto vale per quel che vale significa che, m questo caso, il quotidiano di Con
findustna vanta più copie digita 11 diffuse rispetto al numero di chi le legge o dichiara di leggerle Gli stessi tre indici diventano, rispet tivamente, 3,04, 10
e 0,87 per Ita lia Oggi Per II Corriere della Sera, sono 6,5, 2,16 e 2,01 Per La Stam pa ,6,25,1,96 e 1,87 E ancora, per la Repubblica, sono 8, 3,68 e 3,50
Una certa ricorrenza, comun que, si nota Per La Gazzetta del lo Sport (esclusa I edizione del lu nedi), grazie forse ai tavoli dei bar, i rapporti si attestano a
15,53,8,30 e 7,33 Se pero si esamina il maga zme lo Donna (m abbinata obbli gatoria con il Corsera), i rapporti cambiano completamente 2,66, 0,11 e 0,10
Certo, si dira, chi si leg ge un penodico sul digitale7 Qua si nessuno, appunto La stessa di namica dovrebbe valere per D la Repubblica delle donne, che ha
rapporti, rispettivamente, di 3,64, 0,33 e 0,32, e per il Venerdì, con 4,34, 0,55 e 0,51 L la domanda da prendersi, come detto, più che con le pinze e sempre
la mede sima ma perche solo la meta, per non dire un terzo, delle copie di gitali diffuse (e si presume, qum di, pagate), viene letto7 Prendia mo qualche
altro settimanale a caso per Sorrisi e Canzoni Tv, che non usa le multiple digitali, i rap porti sono del 4,98 e dello 0,42 Identica moria' per Settimana le
Dipiu (4,84 e 0,81) e Oggi (7,38 e 0,81) Passando ai mensili, Lile ha un rapporto complessivo di 5,10, che diventa di 1,39 sul fron te digitale ma che crolla
allo 0,20 con le multiple Analoga situazio ne ha Marie Claire, con 8,56, 1,02 e 0,075 Vogue e AD li hanno, n spettivamente, di 23,9 e 3,69 il primo, e di
12,15 e 2,77 il secon do Ma, come detto, per le due te state di Conde Nast, non ci sono più le multiple digitali, che avreb bero inevitabilmente abbassato il
rapporto L che risulterebbero pochissime, per avanzare qual che ultimo esempio, anche per National Geographic che, invece, ha rapporti davvero
interessanti 18,28, 48,04 e 41,45 Insomma, e una rivista che ci si passa di mano m mano e di tablet m tablet a dlf ferenza di Focus, che arriva si al 23,96
nel rapporto complessivo, ma che scende solo' ail 1,34 sul fronte digitale •
ORGANISMI DI SETTORE
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22/06/2016
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Roberto Napoletano
145.182
Pensioni. Per la Cassazione l'istituto di previdenza dei giornalisti può stabilire regole diverse dall'assicurazione generale
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Legittimo il divieto di cumulo dell'Inpgi
Matteo Prioschi L'Istituto di
previdenza dei giornalisti italiani
(Inpgi) può legittimamente mettere
un tetto al cumulo tra pensione e
redditi da lavoro in quanto la sua
autonomia non la obbliga ad
adeguarsi alle regole previste per
l'assicurazione generale obbligatoria
(Ago) dell'Inps. Questa la decisione
espressa dalla Corte di cassazione
con la sentenza 12671/2016 relativa
a un giornalista pensionato che si è
visto trattenere parte dell'as
76 della legge 388/200 tra le
forme previdenziali dell'Inpgi e
quelle della previdenza sociale
obbligatoria non inficia
l'autonomia dell'Istituto, perché
in tal caso si sarebbero usati i
termini «conformazione» o «
adeguamento». Riprendendo la
sentenza 11023/2006, i giudici
sottolineano che il
coordinamento è «la negazione
di una diretta e ne
cessaria efficacia delle norme di
previdenza sociale
nell'ordinamento dell'Istituto, e,
sul piano positivo,
segno previdenziale a fronte di
l'affermazione d'un autonomo
reddito da lavoro autonomo.
potere di adeguare le norme
L'articolo 15 del regolamento
dell'Inpgi (nella versione attuale) stesse alle interne esigenze, ed
in particolare alle esigenze di
stabilisce che le pensioni di
bilancio». Inoltre viene ricordato
anzianità ottenute con meno di
che leSezioniuniteconlasentenza
40 anni di contributi sono
17589/2015 hanno stabilito che
cumulabili con redditi per un
le Casse privatizzate sono
massimo di 2omila euro (nel
organizzate sulla base della
2009, rivalutabili), mentre non
disciplina elaborata dai rispettivi
c'è limite per le pensioni di
organi, mentre l'Ago del
vecchiaia o per quelle di
anzianità con più di 40 anni di
contributi o una volta raggiunta l'Inps è assoggettata a una
disciplina di carattere legislativo
l'età della vecchiaia.
e che gli enti privatizzati non
Secondo la sentenza 12671/2016 rientrano tra le forme esclusive e
sostitutive dell'Ago. «I due
non si può stabilire, come
riconosciuto in primo e secondo sistemi previdenziali sono
fondati su principi organizzativi
grado, la disapplicazione
dell'articolo 15 del regolamento diversi» e questo si riflette anche
sulle contribuzioni, i requisiti
Inpgi sulla base del fatto che
soggettivi e le modalità di
quest'ultima è una forma di
godimento. A conclusione di
assicurazione sostitutiva
dell'Inps e pertanto soggetta alla questo ragionamento la
Cassazione ritieneche lanon
stessa disciplina dell'Ago.
confrontabilità dei due regimi
Innanzitutto i giudici ricordano
induce a «ritenere
che il Digs 509/1994, con cui è
manifestamente infondata ogni
stato privatizzato l'Inpgi, ha
questione di legittimità
conferito all'istituto stesso
costituzionale in proposito».
autonomia gestionale, organiz
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RISERVATA
zativa e contabile. A fronte di ciò,
la necessità di « coordinamento»
prevista dall'articolo
RELAZIONI SINDACALI
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Diffusione Testata
Roberto Napoletano
145.182
Enzo De Fusco Spettano i benefici
fiscali e contributivi pieni per i
progetti diwelfareaziendaleche
nascono sin dall'inizio per erogare
solo beni e servizi ai lavoratori
(senza opzioni con premi in denaro);
e ciò anche se ilriconoscimento del
welfare è legato al raggiungimento
di specifici risultati aziendali. E
quanto emerge dalla lettura della
circolare 28/16 delle Entrate, che
affronta in modo organico le norme
contenute nella legge di
stabilità2Oi6 che incentivano lo
sviluppo del welfare aziendale (si
veda il Sole 24 Ore di giovedì 16
giugno). Il tema di questi giorni
nelle aziende è proprio come
coordinare una corretta iniziativa di
welfare aziendale e il
riconoscimento dei premi ai
lavoratori. Ciò anche alla luce della
precisazione della circolare 28/16,
secondo cui l'erogazione in natura
non deve tradursi in un aggira
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LAVORO Retribuzioni. Benefici fiscali e contributivi pieni in caso di erogazione di beni e servizi
senza opzioni rispetto ai premi in denaro Meno vincoli al welfare aziendale In caso di conversione
agevolazioni limitate al tetto di 2mila o 2.500 euro
Una scelta aziendale alternativa
sarebbe quella di progettare sin
dall'origine una quota di premio
in denaro e una quota in servizi
di welfare senza opzioni tra loro.
Nei fatti, dunque, la strategia
aziendale potrebbe essere quella
di contenere la parte di premio in
denaro affiancando ad essa una
piano di servizi che,
complessivamente, potrebbero
assumere anche un valore
superiore alle aspettative dei
lavoratori. Tale aspetto è
pienamente legittimo e può
essere introdotto seguendo due
strade: la prima attraverso la
negoziazione in occasione della
misurazione delle performance
con i sindacati; la seconda,
inserendo una specifica
previsione all'interno di un
regolamento aziendale
vincolante per il datore di
lavoro. Come spiega l'Agenzia,
questa operazione è legittima
anche qualora il riconoscimento
della quota di welfare sia
strettamen-
Una soluzione alternativa, che
potrebbe avere un suo interesse,
sarebbe quella di predisporre
piani di welfare aziendali
appetibili peri lavoratori, tali da
indurre gli stessi a rinunziare a
elementi retributivi ad personam
(come il superminimo) per
aderire ai servizi aziendali. Non
si tratterebbe di una opzione tra
denaro e welfare: le parti,
avendo la piena disponibilità di
eliminare elementi retributivi
aggiuntivi al Ceni, farebbero,
infatti, questa scelta a fronte di
un vantaggioso piano di welfare.
E ciò senza che l'operazione si
possa tradurre in un aggiramento
degli ordinari criteri di
determinazione del reddito di
lavoro dipendente in violazione
dei principi di capacità
contributiva e di progressività
dell'imposizione. Infatti, non può
valutarsi un "aggiramento" della
legge il comportamento che è
consentito dalla stessa legge.
©
RIPRÛDUZIÛNERISERVATA
te collegato ai risultati aziendali
e dunque diventi un elemento
premiale. La scelta delle Entrate
è molto importate poiché in
questo modo il welfare può
certamente essere una valida leva
per aumentare la produttività
aziendale. Sulla scia di questa
precisazione della circolare
28/16, nulla vieta all'azienda di
riconoscere servizi con un valore
diversificato anche all'interno
della stessa categoria omogenea
di lavoratori. Cosi come non ci
sono controindicazioni
normative affinchè un piano di
welfare predisposto, ad esempio,
a giugno 2016 possa prevedere il
riconoscimento delle spese
sostenute per l'intero anno 2016.
Diverso è il caso delle aziende
sciuti a titolo di premio da parte che normalmente non prevedono
dell'azienda. In questo caso però, il riconoscimento premi. Una
soluzione ordinaria potrebbe
scatta un limite secondo cui i
essere quella di stanziare somme
benefici fiscali e contributivi
aggiuntive per finanziare un
sono limitati all'importo di
2.OOO euro, innalzabile a 2.500 piano di welfare.
euro al verificarsi delle
specifiche condizioni.
mento degli ordinari criteri di
determinazione del reddito di
lavoro dipendente in
violazione dei principi di
capacità contributiva e di
progressività
dell'imposizione. La prima
certezza è che i lavoratori
posso convertire in welfare
somme di denaro riconoL'ALTERNATIVA Possibile
predisporre piani appetì bi li
in modo da «convincere» a
rinunciare a elementi retributi
vi ad personam
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Antitrust, ecco perché in Europa Google non farà la fine di
Microsoft La Commissione Ue ha aperto una procedura per abuso
di posizione dominante: sotto accusa gli accordi vincolanti con i
produttori di smartphone. Ma la situazione è diversa da quella che
portò alla multa per Redmond e allo spacchettamento di Windows.
L'analisi dell'economista Vincenzo Visco Comandini di Vincenzo
Visco Comanditi!, economista e professore dell'Università Tor
Vergata II commissario europeo Margrethe Vestager ha annunciato
il 20 aprile l'apertura di una procedura per abuso di posizione
dominante nei confronti di Google per accordi anti-competitivi
relativi al suo sistema operativo Android. È un nuovo caso
Microsoft, condannata per pratiche finalizzate a estendere la
dominanza di Windows all'attiguo mercato dei browser?
L'Economist ritiene di sì, perché i contratti di Google con i
costruttori di smartphone sono assai vincolanti. Microsoft, in
effetti, fu obbligata a "spacchettare" Windows per consentire ai
consumatori di installare programmi concorrenti. Ma i
comportamenti contestati a Google hanno uguali effetti negativi sui
consumatori e sull'innovazione, evidenti nel caso di Microsoft?
Oggi si addebita a Google 1) di richiedere ai
Antitrust, ecco perche in Europa Google non fara la fine di Microsoft costruttori di smartphone la preinstallazione di Chrome, You Tube
e Gmail come condizione per usufruire di incentivi finanziari e di ottenere le licenze di alcune app proprietarie, come Google Play o
Musica; 2) di impedire la commercializzazione di smartphone che montano sistemi operativi Android modificati da terzi. In apparenza,
la dominanza di Android, adottato nel 2015 dall'80 per cento degli smartphone venduti nel mondo, è simile a quella di Windows sui Pc.
E simile è anche la strategia di usare quel potere per favorire le proprie applicazioni. Tuttavia, la fattispecie è piuttosto diversa, sia
perché Android è gratuita e open source, sia perché i due principali concorrenti di Google - Microsoft e Apple - applicano i medesimi
contratti di esclusiva (i cosiddetti Mada, Mobile Application Distribution Agreement) per Windows Mobile e los.
Dunque qui, a differenza del caso Microsoft, non può essere la dominanza a consentire
l'eventuale comportamento abusivo. La posizione dominante sembra piuttosto dovuta alla
preveggente (e fortunata) scelta di Google di stringere accordi con Samsung, che nel 2015
deteneva il 22,7 per cento delle vendite di smartphone nel mondo, mentre la stessa strategia
non è riuscita a Microsoft con Nokia, le cui vendite sono in costante calo. L'obiettivo di
Google non è estendere la sua dominanza ad altri mercati attigui come voleva fare Microsoft,
ma mantenerla anche sugli smartphone per sfruttare le esternalità di rete godute nella
fornitura dei servizi pubblicitari sui Pc. Nel caso di Microsoft la riduzione di benessere del
consumatore, cui era impedito di disporre di programmi concorrenti di Explorer, era evidente.
Qui non vi è alcun
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impedimento a usare altre app. Il ruolo dell'analisi economica L'analisi economica può fornirci alcuni
elementi di valutazione dell'eventuale abusività dei comportamenti contestati. La teoria dei costi di
transazione di Williamson sembra cogliere un profilo rilevante: l'integrazione verticale, nella forma di
sistema chiuso o aperto ma legato da clausole di esclusività, permette significativi risparmi nei costi di
transazione per fornitori e consumatori. Ciò spiegherebbe perché i contestati Mada sono la regola e
non l'eccezione. Aver sottovalutato l'importanza dei costi di transazione e la necessità di innovare
costò a Blackberry, che adottava un sistema chiuso, il crollo della sua quota di mercato nel mobile.
Quanto all'innovazione, sembra essere favorita - e non bloccata - dall'integrazione verticale: solo la
versione Google di Android garantisce infatti la piena compatibilita con Chrome. In Cina, dove sugli
smartphone è montata una versione modificata del sistema operativo, Chrome non funziona. La
politica entra in gioco È probabile che il caso Android costituisca il tentativo della Commissione di
mostrare ai cittadini europei il proprio zelo, visto che nell'altro caso Google Search, aperto ormai da
cinque anni, nonostante recenti voci non riesce a costruire prove fondate di abuso. In quel caso,
Google è accusata da alcuni grandi gruppi editoriali europei (cui si è aggiunta ora Newscorp) e dai
cosiddetti motori verticali (siti che offrono servizi specializzati, come Yandex, DuckDuckGo,
eDreams e altri) di alterare deliberatamente le sue modalità di indicizzazione dei risultati delle
ricerche. Il fronte sta però perdendo di compattezza.
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Estratto da pag.
Antitrust, ecco perché in Europa Google non farà la fine di Microsoft Da un lato Microsoft, il principale concorrente con il suo motore
Bing, ha di recente ritirato le proprie accuse dalla procedura europea. Dall'altro, Google ha stretto accordi con alcune federazioni
nazionali (anche in Italia con la Fieg - Federazione italiana editori giornali) che prevedono forme di revenue sharing sui dispositivi
mobili, l'uso di strumenti come Google Analytics e investimenti per decine di milioni di euro. A contestare Google sono rimasti alcuni
gruppi editoriali poco attrezzati nella competizione sul digitale, che sostengono di perdere ricavi pubblicitari a causa di Google News
(dove peraltro non c'è pubblicità), ma non sono neanche in grado di valutare se convenga o meno auto-escludersi dal servizio. È
esemplare il caso degli editori tedeschi, che hanno dapprima vietato a Google l'uso delle loro news, salvo poi ripensarci due mesi dopo.
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Perché con la Ue Google non farà la fine di
Microsoft 21.06.16 Vincenzo Visco
Comandini ^ Commenta La Commissione
europea ha aperto una procedura contro
Coogle-Android per abuso di posizione
dominante. Sotto accusa gli accordi
vincolanti con i produttori di smartphone. Ma
la situazione è diversa da quella che portò
alla multa per Microsoft e allo
spacchettamento di Windows. Innovazione
favorita. Commissione contro Google II
commissario europeo Margrethe Vestager ha
annunciato il 20 aprile l'apertura di una
procedura per abuso di posizione dominante
nei confronti di Google per accordi
anticompetitivi relativi al suo sistema
operativo Android. È un nuovo caso
Microsoft, condannata per pratiche finalizzate
a estendere la dominanza di Windows
all'attiguo mercato dei
browser? L'Economist ritiene di sì, perché i contratti di Google con i
costruttori di smartphone sono assai vincolanti. Microsoft, in effetti, fu
obbligata a "spacchettare" Windows per consentire ai consumatori di
installare programmi concorrenti. Ma i comportamenti contestati a
Google hanno uguali effetti negativi sui consumatori e sull'innovazione,
evidenti nel caso di Microsoft? Oggi si addebita a Google 1 ) di
richiedere ai costruttori di smartphone la preinstallazione di Chrome,
You Tube e Gmail come condizione per usufruire di incentivi finanziari
e di ottenere le licenze di alcune app proprietarie, come Google Play o
Musica; 2) di impedire la commercializzazione di smartphone che
montano sistemi operativi Android modificati da terzi. In apparenza, la
dominanza di Android, adottato nel 201 5 dall'80 per cento
degli smartphone venduti nel mondo, è simile a quella di Windows sui
Pc. E simile è anche la strategia di usare quel potere per favorire le
proprie applicazioni. Tuttavia, la fattispecie è piuttosto diversa, sia
perché Android è gratuita e open source, sia perché i due principali
concorrenti di Google - Microsoft e Apple - applicano i medesimi
contratti di esclusiva (i cosiddetti Mada, Mobile Application
Distribution Agreement) per Windows Mobile e los. Dunque qui, a
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differenza del caso Microsoft, non può essere la dominanza a consentire
l'eventuale comportamento abusivo. La posizione dominante sembra
piuttosto dovuta alla preveggente (e fortunata) scelta di Google di
stringere accordi con Samsung, che nel 201 5 deteneva il 22,7 per cento
delle vendite di smartphone nel mondo, mentre la stessa strategia non è
riuscita a Microsoft con Nokia, le cui vendite sono in costante calo.
L'obiettivo di Google non è estendere la sua dominanza ad altri mercati
attigui come voleva fare Microsoft, ma mantenerla anche sugli
smartphone per sfruttare le esternalità di rete godute nella fornitura dei
servizi pubblicitari sui Pc. Nel caso di Microsoft la riduzione di
benessere del consumatore, cui era impedito di disporre di programmi
concorrenti di Explorer, era evidente. Qui non vi è alcun impedimento a
usare altre app. Il ruolo dell'analisi economica L'analisi economica può
fornirci alcuni elementi di valutazione dell'eventuale abusività dei
comportamenti contestati. La teoria dei costi di transazione di
Williamson sembra cogliere un profilo rilevante: l'integrazione verticale,
nella forma di sistema chiuso o aperto ma legato da clausole di
esclusività, permette significativi risparmi nei costi di transazione per
fornitori e consumatori. Ciò spiegherebbe perché i contestati Mada sono
la regola e non l'eccezione. Aver sottovalutato l'importanza dei costi di
transazione e la
necessità di innovare costò a Blackberry, che adottava un sistema
chiuso, il crollo della sua quota di mercato nel mobile. Quanto
all'innovazione, sembra essere favorita - e non bloccata dall'integrazione verticale: solo la versione Google di Android
garantisce infatti la piena compatibilita con Chrome. In Cina, dove sugli
smartphone è montata una versione modificata del sistema operativo,
Chrome non funziona.
La politica entra in gioco È probabile che il caso Android costituisca il
tentativo della Commissione di mostrare ai cittadini europei il proprio
zelo, visto che nell'altro caso Google Search, aperto ormai da cinque
anni, nonostante recenti voci non riesce a costruire
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prove fondate di abuso. In quel caso, Google è accusata da alcuni grandi
gruppi editoriali europei (cui si è aggiunta ora Newscorp) e dai
cosiddetti motori verticali (siti che offrono servizi specializzati, come
Yandex, DuckDuckGo, eDreams e altri) di alterare deliberatamente le
sue modalità di indicizzazione dei risultati delle ricerche. Il fronte sta
però perdendo di compattezza. Da un lato Microsoft, il principale
concorrente con il suo motore Bing, ha di recente ritirato le proprie
accuse dalla procedura europea. Dall'altro, Google ha stretto accordi con
alcune federazioni nazionali (anche in Italia con la Fieg - Federazione
italiana editori giornali) che prevedono forme di revenue sharing sui
dispositivi mobili, l'uso di strumenti come Google Analytics e
investimenti per decine di milioni di euro. A contestare Google sono
rimasti alcuni gruppi editoriali poco attrezzati nella competizione sul
digitale, che sostengono di perdere ricavi pubblicitari a causa di Google
News (dove peraltro non c'è pubblicità), ma non sono neanche in grado
di valutare se convenga o meno autoescludersi dal servizio. È esemplare
il caso degli editori tedeschi, che hanno dapprima vietato a Google l'uso
delle loro news, salvo poi ripensarci due mesi dopo.
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21 giugno 2016 "La filiera dei quotidiani fra slogan e realtà". Recuperare efficienza e contenere i costi in redazione, pubblicità, stampa e
logistica, il 21 e 22 giugno a Bari WAN-IFRA Italia 2016 Categoria Tv, editoria, radio e concessionarie, Sponsorship, partnership, eventi
e award II presidente ASIG Gianni Paolucci e il Direttore Generale FIEG Fabrizio Garatti aprono oggi, martedì 21 giugno, presso il
Centro Congressi dell'Hotel Villa Romanazzi Carducci di Bari, i lavori di WAN-IFRA Italia 2016, la conferenza internazionale
dell'industria editoriale e della stampa promossa da WAN-IFRA (Associazione mondiale degli editori) e ASIG (Associazione Stampatori
Italiana Giornali) con il titolo "LA FILIERA DEI QUOTIDIANI TRA SLOGAN REALTà" A distanza di sette anni dall'edizione del
2009, WAN-IFRA Italia torna a Bari per disegnare i nuovi possibili contorni per il business editoriale Dopo le relazioni mtroduttive delle
ore 14,00, la prima sessione di martedì 21 giugno, "Nuovo giornalismo e nuova pubblicità riorganizzare lo sviluppo", inizierà con una
presentazione dello scenario pubblicitario italiano coordinata da Massimo Martellmi, presidente della Federazione delle concessionarie di
pubblicità Seguirà un dibattito dal titolo "Giornalismo produrre e valorizzare i contenuti" Le mutate abitudini di consumo delle notizie
richiedono nuovi prodotti e nuovi servizi e un ripensamento profondo dei modelli organizzativi redazionah e del lavoro giornalistico Ne
parleranno Giuseppe de Tomaso della Gazzetta del Mezzogiorno, Claudio Giua del gruppo editoriale L'Espresso, Peter Gomez del Fatto
Quotidiano, Raffaele Lorusso della FNSl, Martina Recchiuti de L'Internazionale e Francesco Zanotti della Federazione Italiana
Settimanali Cattolici Concluderà la sessione la presentazione di alcuni tra i prodotti e servizi più innovativi del panorama italiano ed
internazionale dell'industria dei quotidiani Questa prima parte dei lavori si concluderà alle 19,00 I lavori riprenderanno mercoledì 22
giugno alle ore 9 30 con la terza sessione, dal titolo "Tecnologie e riorganizzazione il futuro è qui" L'innovazione tecnologica ed
organizzativa rimane fondamentale nell'ottica di creare maggiore efficienza nella filiera produttiva e maggiore sinergia tra i suoi attori
Dopo una rassegna delle novità tecnologiche emerse dalla Drupa 2016 di Dusseldorf seguiranno relazioni sul tema "Tecnologie,
automazione e materiali di consumo a che punto siamo"?", nelle quali stampatori dall'Italia e dall'estero presenteranno le proprie
esperienze nell'utihzzo delle tecnologie La sessione si concluderà con un panel di discussione sulla realtà italiana, dal titolo
"Riorganizzare il network di stampa cambiare si può"?" L'ASIG presenterà un modello di simulazione dei costi di stampa, con l'obiettivo
di evidenziare le attuali criticità ed i possibili recuperi di efficienza nella filiera produttiva Tutti i soggetti della filiera stessa - redazione,
stampatori e sistema logistico - si confronteranno su questo tema II confronto con il pubblico concluderà la sessione La Conferenza
WAN-IFRA ITALIA sarà anche l'occasione per illustrare la Ricerca Annuale dell'Osservatorio Tecnico Carlo Lombardi, con la sua
mappa anagrafica di editori, testate, centri stampa, concessionarie e agenzie di informazione, e i dati statistici più aggiornati dell'industria
editoriale e della stampa italiana La conclusione dei lavoro è prevista per le ore 14,00 Hashtag dell'evento #wanifraitaha2016
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Diffusione Testata
Alessandro Barbano
50.205
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•o i Puoi stare franqoiì|o, Le nostre dell'iriter .«*»*"",/ / fi • /""^%i^ la carta e i la gestione sostenibile
deioroprip, I di quelli tagliati. ^fesciuli^dji^^^Ärficie pari a quella ^ •j*'' / ,„X* f ^V*' % ^""N 2^\éP
\^^ì l_ * IH "Y^Jri_i * * i n il i ^i^iJiVfii Qo/^r^nno • V/v/v/ v*l 1111 \A l Owv«WI Ivi W / più
riciclato d^uropa. lllalo NAT(/RAU4€NTe lo CARTA-carta www.twosides.info/it * elaborazione Two
Sides su dati FAO 2015 - ** fonte ERPC 2015
TWOSIDES
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