Donne, Scienza ed Industria Christina A. Drace

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Donne, Scienza ed Industria Christina A. Drace
THE LEAKY PIPE – WHERE HAVE ALL THE WOMEN GONE?
Donne, Scienza ed Industria
Christina A. Drace
Trastec S.C.p.A., Galleria Spagna 28, 35127 Padova; [email protected]
ABSTRACT
Recenti analisi indicano che le donne hanno superato gli uomini sia nel conseguimento di un
diploma di istruzione secondaria superiore (89.9% vs. 89.5%) che nelle iscrizioni
all’Università (55.7%). In alcuni paesi Europei, e tra questi l’Italia, la percentuale di donne
iscritte nelle facoltà scientifiche e ad ingegneria è stata nel 2001 fra il 52% e il 59% (Eurostat,
2004).
La posizione della donna nella ricerca scientifica accademica è generalmente conosciuta
mentre è meno nota quella nel settore privato. Uno studio europeo del 2003 evidenzia che le
donne, nella ricerca e sviluppo industriale, occupano solo il 15% delle posizioni. In 8 paesi,
sui 10 che hanno pubblicato dati relativi all’industria privata disggregati per sesso, la donna
ricopre il ruolo di ricercatrice in percentuali variaibli tra il 18% e il 28% con l’Irlanda in
prima posizione e l’Italia che ragginge il 18,5%. Nei rimanenti due (Germania e Austria), la
presenza femminile è al di sotto del 10%. (EU, 2003: Women in Industrial Research: A wake
up call for European industry. European Commission, Directorate-General for Research).
Nel settore delle Tecnologie della Informazione e Comunicazione (Information and
Communication Technology: ITC) i dati indicano che le donne rappresentano il 27% degli
occupati e ricoprono il 14,4% degli incarichi dirigenziali. Questi numeri concordano con
quelli del mondo accademico dove le donne costituiscono il 31% dei professori di prima
fascia e il 16% di quelli di seconda fascia.
I dati indicano pertanto un fenomeno chiamato “leaky pipe” (condotta che perde); nel corso
della vita lavorativa, solo un limitato numero di donne raggiunge posizioni ad alto livello
decisionale sia nel mondo universitario che nell’industria.
Females now outnumber their male counterparts in earning a high school diploma (89.9% vs.
89.5%) and enrolling in university education (55.7%). In some European countries including
Italy, the proportion of women enrolled in science and engineering fields ranged from 52% to
59% in 2001 (Eurostat, 2004).
The gender situation of scientific research in academia is well known and documented
whereas the situation in the private sector is less known. The data that do exist reveal that, on
the European level, the proportion of women present in industrial research and development
is only 15%. In 8 of the ten countries that provided separate data for gender, women
constituted between 18% and 28% of industrial researchers. In the remaining countries,
Germany and Austria, the presence of women in industry was under 10%. The highest rate
was in Ireland with 28% and in Italy the rate was 18.5%. (EU, 2003: Women in Industrial
Research: A wake up call for European industry. European Commission, Directorate-General
for Research).
Focussing on the area of Information and Communication Technology (ICT), data show that
women make up 27% of the workforce and 14.4% of executives. These numbers are more
consistent with data from academia where women make up 31% of 1st level professors and
16% of 2nd level professors.
These data demonstrate the leaky pipe phenomenon; along the path of life, only a small
proportion of women succeed to top decision making positions both in academia and industry.
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Oggi vi sono più opportunità di formazione per la donna; in numero sempre maggiore
ottengono un diploma di istruzione secondaria superiore e frequentano l’Università con una
sensibile presenza nelle facoltà scientifiche. Dati recenti evidenziano il fatto che le donne
hanno superato gli uomini nel conseguimento di un diploma di istruzione secondaria
superiore; si diploma l’ 89.9% delle ragazze contro l’89.5% dei ragazzi (Fonte: ISTAT,
2003). Il numero delle donne iscritte ai corsi universitari è in aumento; nell’anno accademico
2003/2004 le immatricolazioni femminili hanno raggiunto il 55.7% (Fonte ISTAT - MIUR).
Nel 2001, in alcuni paesi Europei (Italia compresa), la percentuale di donne iscritte nelle
facoltà scientifiche e tecniche variava dal 52% al 59% (Eurostat, 2004). Durante la vita
lavorativa però le donne, ad ogni livello gerarchico, si “perdono per strada” in modo non
proporzionato rispetto ai colleghi maschi. Una conseguenza di questo fatto è che le donne
sono scarsamente rappresentate nelle posizioni di vertice. Questo fenomeno definito “leaky
pipe”, condotta che perde, è ben conosciuto nel mondo universitario, mentre è meno noto nel
settore privato. Lo scopo di questo intervento è quello di illustrare il ruolo e le posizioni
ricoperte dalla donna nella ricerca industriale privata (industrial research) nell’ambito della
Unione Europea (UE).
Nel 1999 erano impiegati nella UE 953,222 ricercatori (tabella 1), il 49%, di questi
lavorava nell’impresa privata, mentre un altro 49% era occupato in istituti di ricerca pubblici e
nelle Università. Le nazioni dove si contano più ricercatori nel settore privato rispetto al
pubblico sono l’ Irlanda con un 73%, l’ Austria con un 64% seguite dalla Germania con un
59% e poi dalla Svezia, Inghilterra e dal Belgio. Negli altri paesi della UE vi sono meno
ricercatori nell’ industria privata rispetto a quelli del settore pubblico, la più bassa percentuale
sia ha in Grecia (16%) e in Portogallo (13%). La Grecia ha la più alta percentuale di
ricercatori nelle Università (71%) seguita da Spagna e Portogallo che a sua volta ha la più alta
percentuale di ricercatori (22%) negli istituti pubblici.
Germania
UK
Francia
Italia
Spagna
Olanda
Svezia
Belgio
Finlandia
Austria
Dannimarca
Portogallo
Grecia
Irlanda
EU 15
Numero totale
Impresa %
Ricerca Pub. %
Università %
255,260
165,105
160,424
76,796
61,568
40,623
39,921
30,219
25,398
20,222
18,438
15,752
14,828
10,668
935,222
59
56
47
35
25
48
57
55
42
64
47
13
16
73
49
15
9
16
16
19
20
6
4
16
5
21
22
13
3
14
26
30
35
47
55
31
37
40
41
31
31
52
71
24
35
Tabella 1: Numero totale di ricercatori e distribuzione (%) per settore (1999) - Women in Industrial Research:
A wake up call for European industry, European Commission, Directorate - General for Research
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Nella Figura 1 è rappresentato il numero percentuale di ricercatrici sul totale dei ricercatori
per singola nazione della UE. Come è ben evidente si notano sostanziali differenze tra le varie
nazioni. I paesi dove si riscontrano più ricercatrici sono il Portogallo con il 43% e la Grecia
con il 41% mentre il numero più basso si trova in Austria (19%) e in Germania (14%). Negli
altri paesi UE le donne rappresentano più del 25% dei ricercatori.
Portugal
43
Greece
41
Iceland
33
Spain
33
Finland
29
Norway
28
Italy
27
France
26
Denmark
26
UK
26
Austria
19
Germany
14
0
10
20
30
40
50
Figura 1: Presenza delle Donne nella Ricerca a Livello Nazionale (1999) - Women in Industrial Research: A
wake up call for European industry, European Commission, Directorate-General for Research
Nella Tabella 2 sono riportati i dati relativi al numero totale dei ricercatori (maschi e
femmine), delle ricercatrici (femmine) e la loro relativa percentuale nella industria privata.
La ricerca industriale privata si avvale prevalentemente della collaborazione di ricercatori
competenti nelle aree delle scienze, della matematica, della informatica e ingegneria, la
presenza delle donne è bassa in quanto anche a livello universitario e di perfezionamento il
loro numero e ancora inferiore rispetto a quello degli uomini. Pertanto non sorprende il fatto
che la percentuale di donne impiegate nella ricerca industriale sia più bassa che in altri settori
dove sono occupati ricercatori che provengono da più settori. Questo fatto però da solo non
spiega perché la percentuale di donne impiegate nella ricerca industriale sia solo il 15%. Le
donne costituiscono fra 18% e il 28% degli occupati in 8 dei 10 paesi che forniscono dati
statistici disaggregati per sesso. In Germania e in Austria la presenza della donna è al di sotto
del 10%.
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Germania
Danimarca
Grecia
Spagna
Francia
Irlanda
Italia
Lussemborgo
Austria
Portogallo
Finlandia
Svezia
UK
EU (10)
Numero totale di
Ricercatori
150,149
11,292
3,391
17,310
86,215
1,900
29,706
1,217
13,966
3,328
22,515
39,921
98,587
Numero totale
di Donne
14,414
2,218
940
3,353
17,787
536
5,490
No data
1,258
793
3,999
No data
No data
% di Donne
340,312
50,789
14.9
9.6
19.6
23.9
19.4
20.6
28.2
18.5
No data
9.0
23.8
17.8
No data
No data
Tabella 2: Numero e Percentuale di Ricercatrici nella Ricerca Industriale (1999) - Women in Industrial
Research: A wake up call for European industry, European Commission, Directorate-General for
Research.
Uno studio recente riporta che la donna scienziata rappresenta circa il 30% della forza lavoro
nel settore della docenza universitaria (Palomba, 2000), come qui evidenziato, la percentuale
si dimezza e scende al 15% nel settore privato.
Nel settore della Information and Comunication Technology (ICT), i dati disponibili
confermano la tendenza “leaky pipe”. Prendendo in considerazione due grandi aziende ICT, il
personale femminile è così rappresentato (CNEL, 2004):
− ITALTEL 2002: dipendenti donna 26%; donne quadro 59 (14%); donne dirigenti 11.
L’azienda stava assumendo giovani donne nell’area ricerca e sviluppo.
− IBM 2002: Dipendenti donne 27%; donne executive 11%; Dirigenti Donne 14%; Manager
Donne 12%. Neo-assunti donne nel ‘95: 27%; nel 2002: 42%. E’ donna la Diversity
Manager.
In una dimensione aziendale più contenuta, i dati sono diversi. Uno studio effettuato in 11
aziende (media, piccola e molto piccola) dell’hinterland Milanese ha rilevato la seguente
presenza di donne (CNEL, 2004):
− 84% in posizioni operative
− 4.4% dirigenti
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Riassumendo i dati presentati, la situazione illustrata dimostra l’effetto “leaky pipe”:
−
−
−
−
−
−
−
Studentesse neo-iscritte
Nuove assunte in ICT
Ricercatrici Universitarie
Dipendente ICT
Professoresse seconda Fascia
Dirigenti ICT
Professoresse prima Fascia
55.7%
42%
40%
27%
31%
14%
16%
In conclusione, alcune domande sorgono spontanee – Dove sono le donne? dove sono andate
tutte le donne? Dove andranno? Quali sono i fattori che hanno influenzato le loro scelte di
vita?
Il problema della scarsa presenza della donna nella ricerca scientifica sia industriale che
accademica è complesso. C’è bisogno di raccogliere informazioni sulla presenza delle donne
in tutti settori scientifici ed elaborarle in modo da poter individuare le aree di intervento e
implementare azioni positive. Queste sono necessarie e possono aiutare nell’immediato, ma
sarà necessario un cambiamento più radicale, più profondo per arginare e fermare il “ leaks in
the pipe” cioè le perdite nella condotta che impediscono alle donne di dare il meglio di loro
stesse.
Bibliografia
European Commission (2003) Women in Industrial Research: A wake up call for European
industry, European Commission, Directorate-General for Research.
CNEL (2004) Sintesi – La Trasformazione Silenziosa Donne, ICT, Innovazione.
Palomba, Rossella (2000) Figlie di Minerva. Franco Angeli Editori, Milano.
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