Lezione sulla Virtual Archaeology

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Lezione sulla Virtual Archaeology
VIRTUAL ARCHAEOLOGY
Che cosa è la Virtual Archaeology ?
L'archeologia virtuale è un ambito di ricerca che si occupa della
ricostruzione di artefatti, edifici, paesaggi del passato attraverso modelli
tridimensionali, ipertesti e soluzioni multimediali.
L'archeologia virtuale consente di raccogliere, catalogare e rendere
disponibili a tutti le informazioni acquisite dal lavoro degli archeologi
trasformandole in sapere digitale e diffondendole ad un numero sempre più
vasto di persone secondo distinti livelli di conoscenza.
Oggi, grazie alla Information and Communication Technology (ICT) le
possibilità di rappresentazione e comunicazione del passato si
sono sempre più raffinate.
VIRTUAL ARCHAEOLOGY
Che cosa è la Virtual Archaeology ?
Le tecnologie della visualizzazione hanno aperto ai beni culturali nuove
opportunità nell'ambito della comunicazione, della divulgazione, della
formazione professionale.
L'archeologia virtuale, infatti, consente di comunicare in modo efficace,
interattivo e a volte “immersivo” informazioni sui paesaggi antichi, su
monumenti ed architetture ricostruite oppure esistenti, ma non visitabili,
cercando di replicare nel contesto paesaggistico persone, oggetti ed
attività e di fornire ai visitatori una lettura corretta e completa del passato.
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Finalità della Virtual Archaeology
Finalità Scientifiche: ricostruzione architettonica; studio dell'illuminazione
nell’antichità; analisi dei rapporti volumetrici fra ambienti chiusi e ambienti
aperti; osservazione della relazione tra spazi privati e spazi pubblici; analisi
dei sistemi di riscaldamento e idraulici; simulazioni di attività produttive e
agricole.
Finalità Divulgative: attraverso presentazioni sui siti archeologici, in
occasioni di mostre su temi particolari, sul web con itinerari espositivi
virtuali.
Finalità Didattiche: con la creazione di un nuovo metodo di insegnamento
interattivo, sviluppato su basi scientifiche, volto al mondo antico ma anche
a queste nuove tecniche.
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The London Charter: principi Metodologici
Successivamente al prolificarsi incontrollato di ricostruzioni virtuali e
tridimensionali avvenuto dalla metà degli anni ‘90 in poi, nel 2006 fu
concepita da una comunità di studiosi e tecnici della materia la London
Charter for the Use of 3D Visualisation in the Research and
Communication of Cultural Heritage (http://www.londoncharter.org/):
questo documento aveva come scopo la necessità di esplicitare dei
rigorosi principi metodologici da rispettare nella computer-based
visualization del patrimonio culturale.
Le problematiche evidenziate allora erano essenzialmente due:
1. Mancanza di trasparenza delle ricostruzioni: i paesaggi digitali
venivano proposti come un prodotto da assumere senza possibilità di
analisi critica e senza esplicitarne i principi e i modi formativi.
2. Iperrealismo: le ricostruzioni si presentavano come la
rappresentazione unica e indiscutibile del passato, non come ipotesi
virtuali alle quali se ne potevano affiancare molte altre.
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The London Charter: principi Metodologici
Il preambolo della Carta di Londra è che una serie di pricipi metodologici
sono necessari affinché la visualizzazione digitale del patrimonio culturale
sia intellettualmente e tecnicamente rigorosa come tutte le altre attività di
ricerca inerenti il patrimonio archeologico, storico ed artistico.
Tra il 2006 ed il 2009 il documento ufficiale è divenuto la London Charter
for the Computer-based Visualisation of Cultural Heritage con ambizioni
e scopi più ampi.
Se inizialmente ci si rivolgeva solo alla visualizzazione 3D, ora si cerca di
coinvolgere tutti gli aspetti della computer-based visualization del
patrimonio culturale,comprendendo ambienti in 2D, 3D, 4D (che prende in
considerazione anche il fattore tempo) ed anche repliche di oggetti museali.
Inoltre si aspira a suggerire un uso corretto della visualizzazione digitale non
solo in contesti accademici o professionali ma anche in quei settori
dell’industria dell’intrattenimento che coinvolgono il patrimonio culturale.
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The London Charter: principi Metodologici
Gli aspetti cruciali da considerare quando si ricostruisce digitalmente la
realtà antica sono:
1. Rendere disponibili tutte le fonti utilizzate per la ricostruzione.
2. Rendere noti tutti gli strumenti tecnologici utilizzati.
3. Esplicitare chiaramente il processo logico seguito nel ricomporre
le varie ipotesi ricostruttive.
4. Proporre più ipotesi ricostruttive, soprattutto in casi
particolarmente controversi.
5. Proporre distinte e diverse ipotesi ricostruttive per ciascun periodo
o fase dell’oggetto antico considerato.
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The London Charter: principi Metodologici
Le fonti utilizzabili per la ricostruzione di ambiti antichi sono:
1. Resti materiali (contesti stratigrafici, architettonici e paesaggistici).
2. Documentazione grafica diretta.
3. Documentazione fotografica diretta.
4. Documentazione grafica pregressa.
5. Documentazione fotografica pregressa.
6. Fonti scritte (epigrafiche, numismatiche e letterarie)
7. Apparato iconografico (stampe, disegni, raffigurazione pittoriche).
8. Confronti tipologici delle architetture e delle decorazioni.
9. Considerazioni metriche.
10. Considerazioni stilistiche.
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The London Charter: obiettivi
La Carta di Londra cerca di stabilire i principi per l’uso dei metodi e dei
risultati di visualizzazione digitale nella ricerca e nella comunicazione
relativa ai beni culturale per:
Fornire un caposaldo che abbia un ampio riconoscimento fra gli
interessati.
Promuovere il rigore tecnico e intellettuale nella visualizzazione digitale
dei beni culturali.
Assicurare che i procedimenti e i risultati della visualizzazione digitale
possano essere capiti e valutati dagli utenti.
Fornire autorevolezza scientifica alla visualizzazione digitale nello
studio, nell’interpretazione e nella gestione dei beni culturali.
Assicurare che siano stabilite e applicate strategie di accessibilità e
sostenibilità.
Offrire una solida base d’appoggio sul quale le comunità impegnate nel
settore possano costruire linee guida più dettagliate a implementazione
della Carta di Londra.
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The London Charter: principi
Principio 1 – Implementazione: i principi della Carta di Londra sono validi
ogniqualvolta è applicata la visualizzazione digitale alla ricerca e alla
disseminazione relative ai beni culturali.
Principio 2 - Scopi e metodi: un metodo di visualizzazione digitale dovrebbe
normalmente essere usato solo quando è il metodo disponibile più
appropriato per quello scopo.
Principio 3 - Fonti della ricerca: per assicurare l’integrità intellettuale dei
metodi e dei risultati della visualizzazione digitale, le fonti rilevanti devono
essere identificate e valutate in maniera documentata e strutturata.
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The London Charter: principi
Principio 4 – Documentazione: sufficienti informazioni dovrebbero essere
fornite per permettere ai metodi e ai risultati della visualizzazione digitale di
essere compresi e valutati in maniera appropriata rispetto ai contesti e agli
scopi nei quali e per i quali sono divulgati.
Principio 5 – Sostenibilità: dovrebbero essere pianificate e implementate
strategie per assicurare la sostenibilità a lungo termine della documentazione
e dei risultati divisualizzazione digitale riguardante i beni culturali per
prevenire perdite di questa parte crescente del patrimonio culturale,
economico, sociale, intellettuale dell’umanità.
Principio 6 – Accessibilità: nella creazione e divulgazione delle
visualizzazioni digitali si dovrebbero tenere in considerazione i modi in cui i
risultati del lavoro possono contribuire allo studio, alla conoscenza,
all’interpretazione e alla gestione del patrimonio culturale.
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La Carta di Siviglia
La Spanish Society of Virtual Archaeology (SEAV) ha costituito
l’International Forum of Virtual Archaeology per stabilire I fondamenti
teorici per il futuro della Virtual Archaeology. Nell’ambito di questa attività è
stata redatta la Carta di Siviglia (http://www.arqueologiavirtual.com/carta/)
Le finalità aggiunte a quelle della London Charter sono:
1. Generare criteri facilmente applicabili da tutta la comunità degli esperti.
2. Stabilire linee guida finalizzate a dare al pubblico una migliore
comprensione dell’attività archeologica.
3. Stabilire criteri di valutazione della qualità dei progetti realizzati
nell’ambito della Virtual Archaeology.
4. Promuovere un uso responsabile delle nuove tecnologie per il
management del patrimonio culturale.
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La Carta di Siviglia
5. Migliorare con l’ausilio delle nuove tecnologie le ricerche svolte
nell’ambito del patrimonio archeologico, della conservazione e della
disseminazione dei processi.
6. Aprire nuove prospettive per l’applicazioni di metodi e tecniche digitali
nella ricerca archeologica e nelle sua divulgazione.
7. Aumentare la coscienza all’interno della comunità scientifica
internazionale di una prevalente necessità di sforzi concertati all’interno
dell’ambito sempre più crescente della Virtual Archaeology.
Si avverte oggi sempre più la necessità per lo sviluppo di un indice on-line dei
vari progetti dedicati alla visualizzazione digitale del patrimonio culturale (si
veda ad esempio l’indice 3Dvisa (3dvisa.cch.kcl.ac.uk/projectlist.html)o
iniziative quali il Virtual Museums Transnational Network (V-MUST).
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Alcuni progetti:
Rome Reborn (http://www.romereborn.virginia.edu)
Progetto internazionale finalizzato alla creazione di modelli digitali 3D che
illustrino lo sviluppo urbano dell’antica Roma, dal primo insediamento della
tarda età del bronzo fino al VI seolo d.C.
Punto di partenza è stata la modellazione della città in età costantiniana
utilizzando come base il famoso plastico di Gismondi. Da qui dovrebbero
essere sviluppati altri modelli per le diverse epoche (siamo ancora fermi a
Costantino !)
Il progetto si svolge con la collaborazione di vari istituti:
il Virtual World Heritage Laboratory of the University of Virginia (VWHL),
l’UCLA Experiential Technology Center (ETC), il Reverse Engineering
(INDACO) Lab del Politecnico di Milano, l’Ausonius Institute del CNRS,
l’Università di Bordeaux-3, l’Università di Caen.
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Alcuni progetti:
I vari progetti a cura del Virtual Heritage Lab (CNR ITABC), del
CINECA ed altre istituzioni accademiche tra cui:
1.
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3.
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6.
7.
Virtual Rome
Virtual Museum of Ancient Via Flaminia
Appia Antica archaeological Park:
Esaro Valley Cultural District
Virtual Museum of the Scrovegni Chapel
Aksum Projetc:
Vettii Project:
I links a questi progetti si trovano in:
http://www.vhlab.itabc.cnr.it/Projects.htm
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A 3D GIS FOR THE VALLEY VIRTUAL
OF THE COLOSSEUM
Documentazione per i modelli 3D
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A 3D GIS FOR THE VALLEY VIRTUAL
OF THE COLOSSEUM
Documentazione per i modelli 3D
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A 3D GIS FOR THE VALLEY VIRTUAL
OF THE COLOSSEUM
Documentazione per i modelli 3D
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A 3D GIS FOR THE VALLEY VIRTUAL
OF THE COLOSSEUM
Documentazione per i modelli 3D
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A 3D GIS FOR THE VALLEY VIRTUAL
OF THE COLOSSEUM
Documentazione per i modelli 3D
VIRTUAL ARCHAEOLOGY
Modellazione in Low-Poly e High-Poly
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Differenti tipi di Texturing
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A 3D GIS FOR THE VALLEY VIRTUAL
OF THE COLOSSEUM
Differenti tipi di Texturing
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Copie digitali di edifici esistenti
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Copie digitali di edifici esistenti
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Ricostruzione diacroniche di paesaggi antichi.