Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.

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Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.
B. P. R.
Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.
Anno 56. Nuova serie, n. 6 – 13 giugno 2011
I COORDINATORI DELLE CINQUE CONFERENZE
Prot. 0000 154/2011
AI SUPERIORI (V)PROVINCIALI, REGIONALI E DELLE MISSIONI
Cari confratelli,
saluti nel nome di Gesù Cristo nostro Redentore. Il mio augurio è che, in qualità di
segni e testimoni della potenza della risurrezione di Cristo, noi possiamo annunziare la
vita nuova ed eterna che Egli condivide con noi! (Cost. 51). Le benedizioni, la pace e la
gioia della Pasqua colmino il vostro cuore e le vostre esistenze.
Per ottemperare a quanto deciso dal XXIV Capitolo Generale (Decisioni 2.1–
2.8), il Consiglio Generale, durante la riunione straordinaria 13-20 aprile u.s., ha scelto,
tra i candidati proposti dalle Assemblee di Conferenza, i Coordinatori delle cinque
Conferenze. Con valore effettivo dal 1° giugno 2011, io nomino per il sessennio in
corso e fino alla nomina dei loro successori:
•
P. Jacek Zdrzałek, C.Ss.R. (1700 Warszawa)
Coordinatore della Conferenza dei Redentoristi di Europa (9100);
•
P. John Kingsbury, C.Ss.R. (0700 Baltimore)
Coordinatore della Conferenza dei Redentoristi di Nord America (9200);
•
P. Noel Londoño, C.Ss.R. (2800 Bogotá)
Coordinatore della Conferenza dei Redentoristi di America Latina e Caraibi (9300);
•
P. Jovencio Ma, C.Ss.R. (4700 Cebu)
Coordinatore della Conferenza dei Redentoristi di Asia-Oceania (9400);
•
P. Guy-Arnaud Agbossaga, C.Ss.R. (4400 Burkina-Niger)
Coordinatore della Conferenza dei Redentoristi di Africa e Madagascar (9500).
Chiedo a ciascun Superiore (V)Provinciale, Regionale e di Missione di comunicare questa
informazione a tutti i confratelli della propria Unità.
Diamo grazie a Dio per lo spirito di disponibilità e generosità con cui ciascuno di questi confratelli
ha accettato questa nuova responsabilità. Non manchi loro il sostegno della nostra collaborazione e della
nostra preghiera. Per l’intercessione di Gesù Cristo e le preghiere della Madonna del Perpetuo Soccorso,
essi possano ottenere ogni grazia necessaria per servire umilmente, con sapienza, compassione, forza e
coraggio.
Il vostro fratello in Gesù Redentore,
Michael Brehl, C.Ss.R.
Superiore Generale
Roma, 24 aprile 2011, Domenica di Pasqua
Pagina 2 [98]__________________________________________________CONFERENZA EUROPEA
LETERA DEL CORDINATORE DELLA CONFERENZA EUROPEA
P. JACEK ZDRZAŁEK
Carissimi Confratelli,
vi invio i migliori auguri per una santa Pasqua e che sia, per tutti voi, colma della
divina presenza.
Come forse già sapete, sono stato eletto Coordinatore della Conferenza Europea dei
Redentoristi. A causa del compito che mi è stato affidato, sento nel cuore una certa
inquietudine pur restando sereno.
Spero che, con il vostro aiuto, riuscirò a trasformare questa mia inquietudine in un
proficuo lavoro per il bene della Conferenza. Confido nella vostra collaborazione e in
quella delle vostre Unità, perché mi rendo conto di non poter fare nulla da solo.
La notizia dell’elezione a Coordinatore della Conferenza Europea mi ha raggiunto poco prima della mia
partenza per Roma per l’incontro del Segretariato Generale per la Formazione, quindi cercherò al più
presto di comunicarVi tutte le novità.
Vi chiedo di porgere i miei migliori saluti ed auguri a tutti i Confratelli delle Vostre Unità.
Saluto tutti voi in Cristo Redentore
P. Jacek Zdrzałek CSsR
P.s. Per il momento continuo a svolgere il mio compito di Maestro del Noviziato in Polonia, cercando di
assolvere quanto prima tutti i miei impegni, sarò così presto disponibile al nuovo ruolo affidatomi della
Conferenza
L’indirizzo della mia posta elettronica: [email protected]
AUGURI DEL P. PROVINCIALE
AL P. ZDRZALEK
Carissimo Padre,
a nome mio personale e della Provincia romana ti formulo i
migliori auguri per un proficuo lavoro di coordinazione della missione redentorista in
Europa. Ti assicuro che da parte nostra non ti mancherà la necessaria collaborazione in
questo senso, oltre alla corroborante preghiera.
Roma, 25 aprile 2011
P. Gianni Congiu
CONFERENZA EUROPEA_____________________________________________________pagina 3 [99]
LETTERA DEL COORDINATORE (2/2011)
P. JACEK ZDRZAŁEK
C
arissimi Confratelli,
vi saluto cordialmente tutti quanti all’inizio di questo mio nuovo servizio. Come
sapete dal 1° giugno il P. Generale Michael Brehl mi ha nominato Coordinatore
della Conferenza Europea dei Redentoristi. Certamente questo è solo l’inizio e per tutti noi
si tratta di un’esperienza totalmente nuova. Spero che il Signore Dio ci indichi il cammino
futuro e ci benedica. Vorrei dire che sono pieno di speranza e di ottimismo per ciò che
riguarda il nostro comune lavoro.
Finora abbiamo avuto tre Assemblee della Conferenza: Vienna (Austria), Trois-Épis
(Francia) e Cortona (Italia). I primi passi sono stati fatti, perché abbiamo elaborato la
stesura degli Statuti da approvare, come pure il documento sulle priorità apostoliche.
Abbiamo anche gli strumenti di lavoro della Commissione per la Formazione, Teologica e
delle Finanze. Abbiamo iniziato la discussione su diversi argomenti, ma tante cose sono
ancora da stabilire. Non c’è da meravigliarsi perché siamo all’inizio di una realtà nuova.
Prossimamente avrà luogo a Roma l’incontro del Consiglio Generale con i nuovi
Coordinatori (20-23.06.2011). Mi aspetto che tanti argomenti siano chiariti, in particolare
quelli giuridici.
Invece dal 12 al 14 luglio 2011 a Varsavia incontrerò i Consultori P. Pedro López
Calvo (Spagna) e P. Cornelius Casey (Irlanda). Quest’incontro tratterà le attuali questioni
della Conferenza, come anche i preparativi alla nostra prossima Assemblea della
Conferenza a Dublino (Irlanda) dal 24 al 27 ottobre.
Dal 1 giugno sono a Vostra disposizione. Contemporaneamente sto terminando il
mio lavoro in Polonia. Fino al 15 agosto 2011 svolgerò ancora l’incarico di Maestro del
Noviziato a Lubaszowa.
Consapevole del fatto che è molto difficile raggiungere Lubaszowa dall’estero, il
P. Provinciale Janusz Sok mi ha dato la possibilità di abitare temporaneamente a Varsavia
(ul. Karolkowa 49; 01-203 Warszawa). Se qualcuno volesse incontrarmi è pregato di
informarmi in anticipo e io verrò a Varsavia per l’occasione. Invece dopo il 15 agosto
starò a Varsavia fino al momento in cui la Conferenza sceglierà la sede stabile per il
Coordinatore; questa decisione sarà presa probabilmente a Dublino.
La via migliore per contattarmi è attraverso l’e-mail: [email protected]. In caso di
necessità il mio cellulare è: 0048 694 496 977.
Invito tutti a collaborare e ci conto tantissimo. Vorrei ringraziare fin da ora per ogni
segno di cordialità e di simpatia che mi riserverete.
Ringrazio anche il Provinciale P. François Vannier e il suo Consiglio Provinciale
per il fruttuoso incontro con il Consiglio Straordinario a Parigi all’inizio di maggio, come
anche P. Pedro Lopez e il Superiore della Comunità di Granada P. Juan Lasso per avermi
dato la possibilità di studiare la lingua spagnola nelle ultime settimane.
Pagina 4 [100]_______________________________________________________________________CRONACA
FESTA DI SANTA RITA E S. GIOVANNI NEUMANN
A MONTESPACCATO – ROMA
P. Vincenzo La Mendola
nche quest’anno, nella nostra parrocchia di Montespaccato, si sono svolti i festeggiamenti
tradizionali in onore dei santi patroni. La festa poi ha assunto un tono ancora più solenne, per la
celebrazione del secondo centenario della nascita del titolare san Giovanni Neumann.
Come già negli anni trascorsi, la festa è stata preceduta da una settimana di speciale preparazione
spirituale e di predicazione. I giorni 16, 17, 18 maggio, il sottoscritto ha predicato un triduo in onore di
San Giovanni Neumann, sottolineando l’aspetto missionario, lo zelo e la carità del santo, nonché la sua
condizione di immigrato e di grande evangelizzatore. Ai fedeli è stata data anche la possibilità di baciare
e venerare la reliquia del santo. Il 19, 20, e 21 maggio, p. Ezio Marcelli ha predicato il triduo in onore di
Santa Rita, soffermandosi sugli aspetti più evangelici della vita della santa e ricavandone preziosi
insegnamenti per la comunità che numerosa ha partecipato alla predicazione, dato il grande affetto verso
santa Rita, che in questo quartiere vanta una devozione popolare di oltre trent’anni.
Il sabato, vigilia della festa, le signore del gruppo Caritas hanno ripristinato la tradizionale
benedizione e distribuzione del pane di santa Rita e dei petali di rose. Un gesto che ha trovato accoglienza
e simpatia nella comunità. Inoltre, per finanziare le spese per i poveri, da un mese si sono impegnate a
realizzare tegoline ornamentali con le immagini dei santi patroni, anche queste apprezzate come una
gradita novità e andate a ruba. Sempre alla vigilia della festa, la comunità ha voluto intensificare la
preparazione spirituale con un’ora di adorazione eucaristica.
Domenica, la gente ha partecipato numerosa alle celebrazioni del mattino. Nel pomeriggio si è
raccolta per la processione, ma il tempo instabile ci ha giocato un brutto tiro: una pioggia scrosciante ha
A
CRONACA_______________________________________________________________________ Pagina 5 [101]
La benedizione delle rose
.
Nella pagina precedente, Un momento della processione
scoraggiato i devoti. La parola profetica però del Superiore Provinciale, ha dato a tutti speranza e fiducia
che la pioggia sarebbe cessata! Un forte temporale ha indebolito le speranze. Si è celebrata la messa in
cappella, presieduta da P. Gianni, in sostituzione del M. R. P. Generale, che non è potuto intervenire per
urgenti impegni sopravvenuti. Il P. Provinciale ci ha portato i suoi saluti, con la promessa che presto verrà
a visitare la nostra parrocchia; poi ha spezzato per noi il pane della Parola di Dio e dell’Eucaristia,
regalandoci una bella meditazione sulla santità, arricchita da spunti ed esempi edificanti tratti dalla vita
dei santi patroni. Hanno concelebrato anche P. Sergio, P. Fadhj, P. Antonio. I nostri studenti hanno
animato la celebrazione con il servizio liturgico e con la loro presenza gioiosa.
Al termine della celebrazione, si è avverata la profezia: un raggio di sole ha squarciato le nuvole e
con soddisfazione di tutti si è potuta fare la processione, che si è svolta con ordine e devozione, animata
da p. Vincenzo e da alcuni giovani, con canti, riflessioni e preghiere. Giunti al campo, dove sorgerà la
chiesa, si è conclusa con la benedizione e la distribuzione delle rose ai fedeli convenuti. Il parroco ha
rivolto parole di ringraziamento al Provinciale per la sua presenza e a tutti i confratelli per la loro
partecipazione.
Anche quest’anno la festa ha avuto dei momenti ricreativi, organizzati dall’associazione Amici del
Monte, costituitasi in comitato festa. Diversi gruppi di ballo, cantanti ed animatori si sono succeduti nelle
serate per offrire momenti di divertimento e di aggregazione, qualche volta interrotti dalla inattesa
pioggia! Anche dalle borgate vicine molte persone sono venute per usufruire degli spettacoli e delle feste.
Un coreografico fuoco di artificio ha concluso i festeggiamenti di questo anno, lasciando contenti tutti gli
abitanti della parrocchia, e con un pizzico di orgoglio per aver organizzato e celebrato una bella festa in
onore dei due santi Patroni.
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GIACOMO CIRELLI
L’ECCELLENZA MUSICALE DEI REDENTORISTI
DEL CENTRO-NORD D’ITALIA
Paolo Saturno, SANT’ALFONSO, 1-2, 2010
Cenni biografici
D
opo aver presentato, in passato, su queste stesse pagine i medaglioni di alcuni musicisti
redentoristi (p. Vincenzo Sorrentino al quale, dietro mia richiesta, il sindaco della città, dott.
Alberico Gambino, ha intitolato una delle più belle strade di Pagani, p. Samuele Torre, p. Sabino
Rossignoli, p. Mosè Simonetta), riprendo con piacere l’interrotto filone di questa piccola storia della
musico liguoriana per delineare il profilo del M° p. Giacomo Cirelli C. Ss. R., che decisamente ne è uno
dei più rappresentativi dell’area centro settentrionale d’Italia.
La sua attività ha improntato, per diversi decenni, non solo la propria vita, ma anche quella
dell’Istituto redentorista di un esemplare impegno missionario, didattico e artistico.
Nato il 12 ottobre 1932 a Campoli Appennino FR, fino all’età di 14 anni fu l’organaro per
eccellenza del suo paesetto. Con tale appellativo si indicava il suonatore popolare che accompagnava con
l0’organetto i canti dei contadini nelle gaie riunioni paesane.
In seguito, assecondando l’impulso del suo spirito e la naturale inclinazione verso l’arte dei suoni,
il giovane Cirelli entrò tra i religiosi redentoristi, dove riuscì a coniugare mirabilmente l’impegno
scolastico ordinamentale con quello musicale, in cui si avvalse della illuminata guida soprattutto del p.
Antonio Canuto, che ha legato il proprio nome sia ad una storica trascrizione del Laudario 91 di Cortona,
che alla prima messa con testo italiano (1965) all’indomani della riforma liturgica promossa dal Concilio
Vaticano II.
Del periodo dei suoi studi filosofici e teologici nello studentato redentorista di Cortona in
provincia di Arezzo, il nostro don Giacomo ricorda con particolare simpatia la sua entusiastica
partecipazione al Coro degli studenti nella corda dei tenori II. All’epoca tali cori, necessariamente
costituiti da sole voci maschili, imponevano la formazione delle quattro corde canoniche della polifonia
mediante lo sdoppiamento delle voci acute in tenori in I e II e di quelle gravi in baritoni e bassi.
All’indomani dell’ordinazione sacerdotale, un po’ per soddisfare la propria vocazione artistica e
un po’ per sollecitazione dei superiori, i quali volevano garantirsi quella continuità didattico-musicale
all’interno dell’Istituto che, sull’esempio del fondatore sant’Alfonso M. de Liguori, ha sempre utilizzato
la musica sacra popolare come supporto alla predicazione missionaria itinerante, frequentò in Roma
l’Istituto Pontificio di Musica Sacra. Qui realizzò il massimo profitto nelle discipline compositive
(armonia, contrappunto e fuga) sotto il magistero di Edgardo Carducci, la cui figura è rimasta sempre
impressa nel cuore e nella memoria del Nostro.
In seguito, volendo ulteriormente approfondire le competenze musicali, si scrisse all’Istituto
Ambrosiano di Musica Sacra di Milano, dove conseguì summa cum laude il diploma in Canto gregoriano
e Musica sacra sotto la guida, tra gli altri, dei Maestri L. Agustoni e L. Molfino.
Passò quindi dai banchi dello studente alla cattedra del professore arricchendo, con il suo
appassionato insegnamento di Canto corale, diversi Istituti magistrali del Lazio.
Avvertendo, pertanto, l’esigenza di no rendere la sua musica sterile con un insegnamento solo
teorico, oltre a formare cori polifonici nell’ambiente delle scuole in cui svolgeva il ruolo di docente, ne
creava altri o per il servizio liturgico presso le chiese annesse alle nostre case religiose, o per recuperare e
STUDIO____________________________________________________________________________ Pagina 7 [103]
diffondere canti popolari ciociari. E così, mentre approfondiva
ancora lo studio della composizione con il M° Daniele Paris presso
il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone, ricercava, trascriveva ed
eseguiva canti popolari, svolgendo insieme una significativa attività
musicale ed un’altra etnomusicologica.
Apprezzato per le belle competenze critiche e compositive, il
Maestro è stato sistematicamente scelto come membro della giuria
del concorso nazionale di Canto corale di Vallecorsa FR e come
collaboratore della rivista Celebriamo della casa musicale Carrara.
Al presente cura il coro “Amici della Montagna” di Campoli
Appennino.
Ossequiente alle direttive del Concilio, che desidera la
partecipazione di tutta l’assemblea al canto liturgico, prima della
celebrazione di ogni Messa nel santuario-parrocchia redentorista
della Madonna delle Grazie e San Gerardo in Frosinone dove risiede,
istruisce i fedeli per una diecina di minuti sui canti liturgici che
vengono poi eseguiti durante il sacro rito.
Attività compositiva
Nell’ambito dell’attività compositiva del Maestro, tra l’altro, ricordiamo: la trascrizione e
l’elaborazione a 4 voci dispari di diversi canti popolari, fra i quali Gli stornelli campolesi raccolti dalla
viva voce della gente; le sei Messe a 4 voci a cappella o con accompagnamento di organo o armonio; i tre
Madrigali a quattro voci su testo di Ada Fregni e di altri poeti; una quindicina di Inni alla Madonna, a
sant’Alfonso, a s. Gerardo, ad altri santi e per la scuola; l’elaborazione di una ventina di Canti di
montagna a 4 voci per il già menzionato coro “Amici della Montagna”; la realizzazione del basso
continuo del Duetto tra l’Anima e Gesù Cristo di sant’Alfonso; i Vespri solenni di sant’Alfonso e di s.
Gerardo per soli, coro, assemblea con accompagnamento di armonio o pianoforte.
Il p. Cirelli è stato l’unico musicista redentorista italiano che ha pubblicato con la benemerita Casa
editrice Carrara. Tra queste pubblicazioni si ricordano Le melodie popolari più belle di sant’Alfonso M.
de Liguori, armonizzate a 4 voci; il Concerto per Natale a 4 voci dispari; Mottetti a 4 voci dispari per la
Messa dei Defunti; Ritornelli a 1 voce; I Salmi Responsoriali degli anni liturgici A, B e C. Inoltre ha
pubblicato un Manuale di armonia.
Collocatosi in pensione, ha incrementato l’attività apostolica come missionario partecipando a
numerose missioni anche con i confratelli della provincia religiosa dell’Italia Meridionale. Come
missionario ha sempre edificato i fedeli ai quali ha predicato la Parola divina; come superiore di case
religiose è stato la delizia dei confratelli; come sacerdote è stato un emblema di fervore e soprattutto di
carità. Chi scrive potrebbe confermare l’assunto con particolari commoventi ed edificanti.
Il p. Calogero Sciortino, che condivise con il Nostro alcuni anni di formazione nello studentato
redentorista di Cortona, ne parla con rispetto sia ripensando alla passione musicale del p. Giacomo, sia
riflettendo sulle sue belle doti intellettive ed umane. Compagno poi di predicazioni missionarie del p.
Cirelli, ne ricorda con simpatia l’atteggiamento un po’ astratto del volto e dello sguardo che incuriosiva le
persone. «È un musicista!», era la risposta del p. Calogero e... alla curiosità subentrava l’ammirazione. Il
p. Francesco Saturno, anch’egli più volte compagno di predicazione del confratello romano, ne esalta,
invece, l’affabilità del carattere, lo stile nel comportamento, la finezza dei sentimenti. Il M° p. Alfonso
Vitale, esimio compositore redentorista, ne apprezza la musica come espressione di euritmica sintesi della
tradizione liguoriana, dell’autenticità ed originalità personale e dello spirito della musica liturgica
cattolica.
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Il linguaggio musicale del M° Cirelli, totalmente dolce, garbato, aristocraticamente dotto pur nella
sua cristallina semplicità, è lo specchio più genuino de suo animo. È musica che aiuta a pregare e ad
elevare lo spirito a Dio.
Essa è stata inserita in diversi concerti del nostro ensemble corale-strumentale. In particolare
ricordo la canzoncina di sant’Alfonso Su lodate, valli e monti, di cui richiesi espressamente
un’elaborazione a 4 voci per il Coro Alfonsiano. Nel concerto che tenemmo con l’ensemble Coro
Polifonico Alfonsiano-Orchestra Alfaterna a Frosinone la sera del 21 marzo 1998 nella chiesa del Sacro
Cuore eseguimmo con successo, tra l’altro, l’Inno a sant’Alfonso e i Vespri di s. Gerardo del Cirelli, e in
quello del 18 marzo 2006 a Roma nella chiesa di San Gioacchino in Prati, invece, sempre presente
l’autore, l’Inno a s. Gerardo e la Ballata gerardina (rielaborata per quartetto di fiati dal M° Giulio
Marazia). Nel medesimo conserto eseguimmo anche il Kyrie della Missa de Angelis II di mons. Valentino
Miserachs, maestro di cappella di Santa Maria Maggiore e Duirettore del Pontificio Istituto di Musica
Sacra con l’entusiasmo e il plauso dell’autore per la rivisitazione in chiave trionfale del M° Cirelli
soprattutto per gli squilli coinvolgenti della tromba del M° Domenico Amendola.
Abbiamo intitolato l’articolo l’Eccellenza musicale dei Redentoristi del centro-nord d’Italia
perché, al pari dei Liguorini dell’Italia Meridionale, anche
quelli dell’are centro-settentrionale hanno curato
assiduamente e dignitosamente la musica finalizzata al
supporto delle proprie missioni popolari itineranti. Ne
menzioniamo qualcuno tra i più rappresentativi: Antonio
Canuto, Giuseppe Sartori, Salvatore Finelli, Eugenio
Gaviglia, Giuseppe Pascoli, Oreste Dragoni, Rocco di
Leva.
Giacomo Cirelli, però, su tutti come aquila vola e
continua a testimoniare con la sua musa quell’unicità
dell’arte musicale redentorista concepita come “strategia
pastorale di età moderna” secondo il significativo titolo
dato dalla professoressa Stefania Nanni al Convegno
internazionale di Studi, che organizzò presso “La
Sapienza” di Roma nel febbraio 2006, e da cui il corpus
dei canti alfonsiani risultò essere l’unico sopravvissuto
all’usura del tempo tra tutti quelli degli altri ordini
religiosi, che hanno come carisma anche la predicazione
missionaria.
L’affresco della Madonna delle Grazie, che dà il titolo alla
Casa e alla chiesa, ora parrocchia, nella quale da diversi
anni p. Cirelli insegna musica liturgica e ne è l’organista.
Mi ricordo che [Alfonso] si metteva a suonare il cembalo e a cantare, con voce angelica,
qualche sua canzoncina; delle quali ne compose e stampò in gran numero, perché
s’imparassero da tutti nelle missioni e si levasse l’abuso delle canzoni profane [...] E
maggiormente esprimono l’uno e l’altro (cioè le doti e le perfezioni della Vergine e la sua
tenerezza verso i peccatori) le tante canzoncine composte e stampate dal Servo di Dio in
onore di Maria santissima (p. G. B. Di Costanzo).
STUDIO____________________________________________________________________________pagina 9 [105]
messaggeri della misericordia di Dio
I REDENTORISTI
(Fabio Ciardi, “Se Vuoi”, 2/2009)
A
lfonso Maria de Liguori (16961787): un fanciullo prodigio. A
dodici anni era già pronto per
l’università. Aveva appreso il greco, il
latino, il francese e lo spagnolo, studiato
musica e imparato a suonare il
clavicembalo, coltivato le principali
scienze del suo tempo, fino a conoscere
le opere di Copernico,
Cartesio, Pascal, Newton...
Per l’esame di ammissione
all’università fu sottoposto
alle
interrogazioni
del
famoso Giambattista Vico. Fu
così che a 17 anni, con
dispensa reale per non aver
ancora compiuto i 20 anni
richiesti dalla legge, si laureò
in diritto con il massimo dei
voti. In 10 anni di lavoro in
tribunale
perdette
una
causa. Poi la scelta “insensata”, come
diceva il padre disperato, di lasciare tutto
per farsi sacerdote.
Appena ordinato (aveva
trent’anni) Alfonso decise quale sarebbe
stato il suo campo di lavoro: i “lazzaroni”,
la povera gente dei bassifondi della sua
città, Napoli, dove abitavano delinquenti,
usurai,
rapinatori,
contrabbandieri,
assieme a piccoli commercianti, artigiani,
barcaioli, saltimbanchi, bambini nudi e
donne affaccendate in mille cose. Un
formicaio umano, che pur nella miseria
riusciva a sorridere.
Dopo aver stabilito un
rapporto di profonda amicizia con tutti, al
suono dell’Angelus della sera, si portava
questa gente in una piazza un po’ più
tranquilla e lì parlava loro di Dio. Tra di
essi Pietro Barbarese, un vero
mascalzone, e Luca Nardone, espulso dall’esercito,
scampato dalla forca: presto
cambiarono vita e furono i
suoi più stretti collaboratori
tra i dannati dei bassi fondi,
rivelandosi i migliori apostoli
del loro ambiente.
Ogni sera, con
parole semplici, Alfonso
parlava a tutti di Gesù, del
suo amore per gli uomini,
illustrando una pagina del
Vangelo e spronandoli a metterla in
pratica. Poi lasciava che facessero
domande o raccontassero della loro vita,
intervallando il tutto
con canti e
preghiere, senza alzare tropo la voce per
non disturbare la quiete pubblica.
Il governatore della città, a
cui erano giunte notizie di questi
assembramenti sospetti, ordinò una
retata ma Alfonso, avendolo saputo,
avvisò tutti di non uscire di casa fino a
nuovo ordine. Purtroppo alcuni più
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lontani, non avendo ricevuto la comunicazione in
tempo, arrivarono puntuali all’incontro serale e,
invece di Alfonso, trovarono gli sbirri che li
condussero in carcere. Interrogati il mattino
seguente su cosa complottassero ogni sera in
piazza Stella, risposero unanimi che essendo dei
poveri ignoranti andavano a farsi istruire da don
Alfonso sui doveri dei buoni cristiani. Tutto
chiarito ma il cardinale Pignatelli pensò che era
prudente proibire queste riunioni notturne nelle
piazze.
Chiuse le piazze, si aprirono le case e
sorsero tante piccole comunità che non davano
all’occhio della polizia. Poi il cardinale aprì anche
le porte di numerose chiese e chiesette. Da allora
questi incontri vennero chiamati “cappelle
serotine”: era la piccola comunità cristiana che si
riuniva a sera per ascoltare la Parola, per pregare e per risolvere insieme i propri
problemi. È per questa gente semplice che sant’Alfonso compose i suoi canti più belli,
come il famoso canto natalizio “Tu scendi dalle stelle”.
Alfonso non si interessava solo dei poveri. La sua capacità di presentare il
Vangelo con un linguaggio a tutti comprensibile e con una forza di convinzione non
comune, lo aveva fatto il predicatore più richiesto in tutta Napoli. Divenne il cantore
dell’amore e della misericordia di Dio. «Tutta la santità e la perfezione di un’anima –
scriveva – consiste nell’amare Gesù Cristo nostro Dio... Forse Iddio non si merita tutto il
nostro amore? Egli ci ha amati sin dall’eternità... Uomo, dice il Signore... sono stato il
primo ad amarti... Da che sono Dio, io t’amo».
Non soltanto parlava, ma anche scriveva per insegnare a pregare, ad amare
Dio... Ed ecco alcuni titoli dei molti libri che avevano una rapida e vastissima diffusione:
Pratica di amar Gesù Cristo; Del gran mezzo della preghiera; Visite al Ss. Sacramento;
Massime eterne; Le glorie di Maria... I suoi 111 scritti gli hanno valso il titolo di “dottore
della Chiesa”.
Alfonso comprese che io suo lavoro tra la gente, in città prima e poi nelle
campagne, dove nel frattempo si era trasferito, in mezzo a caprai e contadini, esigeva
continuità e molte braccia: comprese con chiarezza che Dio lo chiamava a fondare una
nuova congregazione di missionari che si dedicassero all’evangelizzazione dei più poveri
tra i poveri.
Nasce così, nel 1732, la
Congregazione del Santissimo Redentore,
popolarmente chiamata Congregazione dei Redentoristi. Presenti attualmente in 77
Paesi, i Redentoristi contano circa 5.500 membri, sacerdoti, fratelli e seminaristi. La
Congregazione ha come motto un versetto del salmo 130 che dice in latino: Copiosa
NOTIZIARIO____________________________________________________________________pagina 11 [107]
apud eum redemptio, ossia “In Lui c’è una redenzione
abbondante”, parole che riassumono molto bene lo spirito
che anima questa famiglia religiosa.
Ma la famiglia redentorista è molto più vasta.
Ci sono tanti istituti, soprattutto Religiose, che hanno una
storia e una spiritualità comune con i Redentoristi, a
cominciare dall’Ordine delle Monache Redentoriste,
fondato dalla venerabile Maria Celeste Crostarosa,
contemporanea di sant’Alfonso, la quale collaborò in
buona misura per la fondazione della stessa
Congregazione dei Redentoristi. Le Monache sono 477, e
vivono in 46 monasteri dispersi per il mondo.
Questa grande famiglia continua a ripetere a
tutti, con sant’Alfonso, che Dio è infinitamente generoso nell’amore, nella compassione e
nel perdono: ha tanto amato il mondo da consegnare alla morte per noi il suo unico
figlio; poteva darci di più?
SCALA, UNA NUOVA MONACA NELL'ORDINE DELLE REDENTORISTE
SUOR MARIA D'AMATO
(IL VESCOVADO, Il giornale di Ravello e della Costa d’Amalfi, 1° aprile 2011)
S
i è tenuta sabato 19 marzo, nella meravigliosa cornice del Duomo di San Lorenzo, a
Scala, la cerimonia di professione temporanea nell'Ordine delle Monache Redentoriste di
suor Maria D'Amato.
La cerimonia, officiata da S.E. Mons. Orazio Soricelli e da numerosi prelati provenienti da
tutto il comprensorio amalfitano, è stata coinvolgente e a tratti toccante.
Dopo diversi anni di preparazione, la giovane religiosa originaria
di Amalfi ha realizzato il suo desiderio, alla presenza, oltre che dei
numerosi fedeli che hanno gremito il Duomo, della famiglia, che da
sempre le è stata vicina. Perché quella di suor Maria D'Amato è una
straordinaria testimonianza di fede.
Alla celebrazione ha preso parte anche S.E. Francesco Cocco
Palmero, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, giunto
direttamente dal Vaticano per presenziare la funzione e per portare il
saluto del Santo Padre, Benedetto XVI, del quale è stato letto il
messaggio augurale indirizzato alla nuova consorella dell'ordine delle
Redentoriste di Scala.
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ESPERIENZA DI VOLONTARIATO NEL GRUPPO GIOVANI DI
MONTESPACCATO
Francesco Iacobellis e Ivana Raguso
uest’anno il gruppo giovani della parrocchia di San Giovanni Neumann a Montespaccato ha
voluto fare una esperienza nuova. Ci siamo messi in contatto con la Comunità di Sant’Egidio di
Primavalle per avere qualche delucidazione sul volontariato e per ascoltare l’esperienza di altri
giovani. Sentire il racconto dei volontari ha destato interesse nella maggior parte di noi e abbiamo voluto
lanciarci in questa esperienza nuova e difficile nello stesso tempo. Non eravamo pronti, né sapevamo cosa
ci aspettasse, per questo abbiamo chiesto qualche incontro di preparazione
Dopo due riunioni, insieme abbiamo deciso di fare una esperienza concreta con i poveri. Ogni
terzo giovedì del mese ci siamo ritrovati nella cappellina della Comunità a Primavalle per la preghiera o
nella nostra Cappella, a seconda degli accordi presi; e poi, divisi in
gruppi, siamo partiti per la stazione di San Pietro, per Valle Aurelia e
per i dintorni di Gregorio VII. Abbiamo trovato alla stazione gruppi di
immigrati polacchi, pakistani, tunisini, rumeni, moldavi e di altre
nazionalità. Spesso erano tormentati dal freddo e dalla fame, tristi e
abbandonati, per non dire scansati dai passanti frettolosi. Gente da
evitare, perché sporca e malvestita. Con molta delicatezza e un sorriso
li abbiamo avvicinati e, dopo aver sciolto il ghiaccio, abbiamo offerto
panini imbottiti, tè e latte caldo che le signore della Caritas ci hanno
preparato ogni volta con tanto amore. Abbiamo lasciato una coperta,
dei calzini e dei guanti e berretti per aiutarli a combattere il freddo.
Molti erano ubriachi, cercando di affogare nell’alcol la disperazione. Uno di quelli che abbiamo
incontrato sotto gli archi di Gregorio VII è morto assiderato, molti erano febbricitanti o malati. Alcuni
erano ormai rassegnati. Altri più coscienti del loro destino e disposti a cercare una soluzione.
L’incontro con questa gente ci ha messo in discussione. Di fronte a certe situazioni estreme ci
siamo sentiti anche impotenti. Non pensavamo potesse esistere tanto degrado. Abbiamo toccato con mano
che la nostra società non è giusta e lascia nell’abbandono tanta gente, in condizioni invivibili. La nostra
esperienza non è stata solo portare delle cose materiali, anche se utili. Abbiamo cercato di far capire ai
barboni che sono persone come noi. Li abbiamo ascoltati a lungo, sedendoci vicino a loro e ci siamo
accorti che sono persone che possono dare tanto. Abbiamo ascoltato storie tristi e a volte drammatiche,
che ci hanno fatto pensare veramente.
A noi si sono aggiunti altri volontari della parrocchia e giovani che non frequentano nessun
gruppo, i quali hanno vissuto questa esperienza come un arricchimento e sono pronti a rifarla. Ci siamo
resi conto che stare con i poveri non è un gesto di volontariato ma di arricchimento umano e che a volte i
veri poveri possono essere quelli che pensano di avere tutto. Tutte le volte che siamo ritornati da questa
esperienza eravamo più ricchi e più felici. Nelle spedizioni ci hanno accompagnati i volontari di
Sant’Egidio e padre Vincenzo.
All’interno del gruppo non tutti hanno voluto fare questa esperienza, alcuni non si sentivano
pronti. Speriamo di ripetere altre esperienze con i poveri e di coinvolgere altra gente. Il Vangelo e tutte le
riflessioni fatte duranti gli incontri di gruppo in questa esperienza le abbiamo vissute in prima persona e
abbiamo capito che Gesù è nei poveri e che lì è più facile incontrarlo e sentire la sua presenza.
Q
NOTIZIARIO___________________________________________________________________pagina 13 [109]
NEUMANN A ROMA-MONTERONE
(Dal libro della Cronaca della Casa di Monterone)
C
irca la metà di detto mese [ottobre 1854], qui venne
ancora Mons. Vescovo di Filadelfia in America, P.
Giovanni Neumann, della nostra Congregazione, e
non essendovi altra stanza libera che quella piccola del 3°
piano, che è l’ultima a destra e guarda la strada, si contentò
di abitare in essa, e quivi stette anche per tutto il mese di
dicembre finché poi partì di Roma.
Era venuto, come tanti altri Arcivescovi e Vescovi
invitati dal Sommo Pontefice Pio IX per la Dogmatica
Definizione dell’Immacolata Concezione di Maria, che poi
fu fatta nell’arcibasilica di San Pietro li 8 dicembre di
quest’anno 1854.
Si portò pure il medesimo Vescovo a cantare la Messa
solenne nella vicina chiesa di Sant’Andrea della Valle, per
ragione che essendo egli delle Estere Missioni fu perciò invitato dai Presidenti alla Pia
Opera della Propagazione della Fede ivi stabilita sotto la protezione di san Francesco
Saverio, ad onore del qual Santo si fa funzione speciale il 3
dicembre di ogni anno.
foto di p. Marcelli, La facciata della casa e
della chiesa, la camera abitata dal Santo, la
targa commemorativa.
Nelle
Per ulteriori notizie sul soggiorno romano di san Giovanni Neumann, si legga
Nicola Ferrante, San Giovanni Neumann, pp. 356 – 357.
Pagina 14 [110]__________________________________________________________________NOTIZIARIO
GIOVANNI PAOLO II E I REDENTORISTI
a beatificazione di papa Wojtyla, avvenuta il 1° maggio 2011 da parte di Benedetto XVI, ha
causato nel mondo cattolico entusiasmo e gioia. Ma è stata festeggiata, o almeno ben vista, anche
da molti gruppi cristiani e perfino da persone fuori del cristianesimo.
Per i Redentoristi di tutto il mondo è stata una felice occasione per rivivere tanti momenti di
spirituale letizia ricordando le sue presenze in tanti santuari e chiese gestiti e curati da noi; gli incontri
occasionali con gruppi di confratelli e quelli con i Consigli Generali; soprattutto le grandi celebrazioni
per elevare agli onori degli altari tanti nostri confratelli: Pietro Donders, il 23 maggio 1982; Gennaro
Maria Sarnelli, il 12 maggio 1996; Gaspare Stanggassinger, il 24 aprile 1998; Francesco Saverio
Seelos, il 9 aprile 2000; i martiri ucraini Nicola Chernesky, Basilio Velyckovskj, Zenone Kovalyk,
Ivan Ziatyk, il 27 giugno 2001 a Lviv; e in fine Metodio Domenico Trcka il 4 novembre 2001.
Sempre attuali le sue lettere apostoliche: quella per il terzo centenario della nascita di
sant’Alfonso, firmata il 24 settembre 1996; quella per il secondo centenario della morte del nostro
fondatore, del 1987; e il messaggio alle Monache dell’Ordine Ss. R. nel terzo centenario della nascita
della venerabile Maria Celeste Crostarosa, del 31 ottobre 1996.
Per noi italiani i ricordi si fanno, oltre che grati, anche affettuosi rivivendo la celebrazione a
Pagani nella basilica di Sant’Alfonso; la sua visita al santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso in
via Merulana a Roma, il 30 giugno 1991, in occasione del 125° anniversario della esposizione dell’icona
nella nostra chiesa; l’udienza, accordata il 15 dicembre 2002, alla parrocchia di San Giovanni Neumann
di Montespaccato, quando esortava i fedeli «a non perdersi d’animo. Del resto, alla vostra giovane
comunità, non manca l’iniziativa, grazie pure ai cari Padri Redentoristi che, da veri figli di sant’Alfonso,
nell’anno del Grande Giubileo, hanno accettato di occuparsi di voi»; “le quattro chiacchiere col Papa”,
pranzando insieme con lui, dei padri Battistoni, parroco, Nicola Cocozzello, Gaspare Fadione e Ezio
Marcelli, il 3 febbraio 1982; e la visita pastorale a San Gioacchino il 7 dello stesso mese. Proprio in
questa occasione, intrattenendosi con noi nella sala da pranzo – presente il superiore generale p. Giuseppe
Pfab e alcuni consiglieri del Governo generale – rispondendo al saluto di p. Pfab disse: «Io penso che...
forse dirò di più, direi di più dicendo che i Redentoristi hanno avuto tanta parte nella mia vita, tutti i
segreti di quel capitolo sono conosciuti a loro. Forse si lasceranno scoprire da me... Ecco in questa linea
di incontri, l’incontro odierno certamente ha un suo valore, del tutto specifico, perché si effettua nella mia
nuova missione, si effettua a Roma, viene compiuto dal vescovo di Roma; questo non si poteva mai
prevedere andando da Wadovice a Cracovia, e visitando la vostra chiesa: specialmente, come diceva lei p.
Generale, pregando davanti alla Madonna del
Perpetuo Soccorso. Ecco: sono solamente alcune
impressioni; ma con queste impressioni voglio dire
che mi impressionava sempre la figura del vostro
Fondatore. E mi impressionava anche l’opera della
vostra Congregazione religiosa: l’opera missionaria,
diciamo.
Missionari
voleva
dire
sempre
“Redentoristi”. Ma più impressionante per me è il
nome scelto da sant’Alfonso, redentoristi, perché
sottolinea una vocazione specifica e una
partecipazione specifica: è l’opera della divina
Redenzione. E questo è il più grande mistero.
«Benedico di cuore tutti i presenti: della
Curia Generalizia, della parrocchia, e di tutti i vostri
confratelli del mondo, anche della mia Polonia».
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L
Nella foto di p. Marcelli, Giovanni Paolo II, nella sala da pranzo di S. Gioacchino, insieme al p. G. Lasso De La Vega.
NOTIZIARIO___________________________________________________________________pagina 15 [111]
NELLA CHIESA DI SAN GIOACCHINO
CONCERTO “LE CHEMIN DE LA CROIX”
n collaborazione con l’Accademia
Romana d’Organo César Franck, per la
Domenica delle Palme, 17 aprile alle ore
17, è stato organizzato un concerto di
organo e voce recitante. Le musiche sono state
composte da Marcel Dupré, presente alla
esecuzione effettuata da Pascal Reber, organista
titolare della cattedrale di Strasburgo. Le
meditazioni per le quattordici stazioni della Via
Crucis, sono state scritte dal poeta, drammaturgo
e diplomatico francese Paul Clodel (Villeneuvesur-Fère, 1868 – Parigi 1955).
Le riflessioni e le preghiere sono state lette
da Filly Balice, attrice, doppiatrice e speaker
radiotelevisiva. La quale, il 2 maggio 2005,
presso la parrocchia di San Saturnino a Roma, ha
dato vita a “La Voce di Karol” con lo scopo di
divulgare i pensieri e le preghiere del papa
Giovanni Paolo II, con eventi di letture e concerti
(www.lavocedikarol.org).
I
As
foto p. Marcelli
A sinistra, L’attrice Filly Balice
Sopra, Pascal Reber
In alto, Il compositore Marcel Dupré
Pagina 16 [112]___________________________________________________________________NOTIZIARIO
GIOVANNI VELOCCI, Alfonso
de Liguori alla Scuola di San Paolo. Jaca Book, Milano 2011, pp.158, € 16.
P. Vincenzo La Mendola CSsR
opo la pubblicazione, nel 2009, del
volume Incontrando Newman, di p.
Giovanni Velocci l’editrice Jaca Book
pubblica ora Alfonso de Liguori alla
scuola di san Paolo. Un altro interessante studio
sulla spiritualità alfonsiana che ci offre la
possibilità di scoprire l’amore di sant’Alfonso
per la Sacra Scrittura e nella fattispecie per san
Paolo.
È lo stesso titolo della recente
pubblicazione che mette in luce le
affinità di argomenti alfonsiani con
quelli paolini. Il volume segue un
criterio tematico dentro il quale poi
è possibile rintracciare l’analisi dei
vari pilastri della spiritualità
paolina, abbondanti nelle opere del
santo dottore napoletano.
L’analisi è impegnativa e
sottintende una approfondita e
analitica conoscenza delle opere
alfonsiane, nonché della teologia
paolina. Il linguaggio è scorrevole,
giornalistico, lo stile semplice. Le
argomentazioni
abbondanti
e
facilmente condivisibili.
Un altro lavoro veramente apprezzabile
quello di p. Velocci. Ricerca paziente, durata
diversi anni. I vari capitoli del libro prendono
spunto da studi fatti in precedenza e da articoli
pubblicati nell’Osservatore Romano, dove
l’autore vanta una lunga collaborazione. I temi
ripresi, rielaborati e ampliati, hanno dato vita ad
uno studio sistematico che offre ai lettori una
vasta antologia di spiritualità
alfonsiana,
attualizzata e accessibile al grande pubblico. Il
D
volume
inoltre
presenta aspetti diversi
dell’attività multiforme del santo fondatore dei
redentoristi. Temi biblici, filosofici, dogmatici,
di spiritualità, di storia, si completano a vicenda
dando al lettore una grande varietà di spunti e
interessandolo all’opera e alla vita di S. Alfonso.
L’appendice poi è una interessante
novità: uno studio sulla coscienza che mette a
confronto due giganti della teologia nella chiesa
moderna: sant’Alfonso e il beato Antonio
Rosmini. Lo studio mira alla
rivalutazione del pensiero e della
produzione teologica del grande
filosofo incompreso, in continuità
con il dottore della Chiesa,
Alfonso de Liguori, al quale fanno
riferimento tutti i santi e gli autori
spirituali dell’Ottocento. È bello
constatare come la riflessione
sull’opera del santo napoletano è
ricca e continua a stimolare una
produzione editoriale ininterrotta.
Grazie, p. Giovanni, per
averci lasciato, tra le tue numerose
pubblicazioni,
anche
questo
strumento che ci permette di conoscere meglio e
di comprendere ancora di più la grandezza di
sant’Alfonso e la sua enorme importanza nel
panorama della teologia, della spiritualità e della
dogmatica moderna.
Si evidenzia che nel volume in oggetto l’Autore
ha inserito brani estrapolati dall’opera
UN UMANISTA DEL SETTECENTO
ITALIANO di Santino Raponi - Ezio Marcelli
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Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma
[email protected]
http://portale.cssr.it/Bollettino