Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di
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Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di
La Corporate Social Responsibility per le PMI: i risultati del progetto COOPERATE CO.OPE.R.A.T.E. Project www.cooperateproject.sssup.it Prof. Marco Frey Scuola Superiore Sant’Anna 1 PROGETTO COOPERATE z z COmpanies OPErating in a Responsible Area and with Transparent Ethics Macro-Obiettivo: sperimentare l’efficacia del “cluster approach” per la diffusione della CSR nelle PMI z 2 3 distretti toscani (Empoli, S.Croce, Lucca) Definizione di cluster “gruppi di imprese indipendenti e di istituzioni associate che: – – – – – – collaborano e sono in concorrenza fra loro, geograficamente sono concentrate in una o più regioni (anche se possono estendersi a livello globale), sono specializzate in un settore particolare e sono collegate fra loro da tecnologie e competenze comuni, hanno una base scientifica oppure tradizionale, possono essere istituzionalizzati (e avere quindi un vero e proprio organismo di governo del cluster) o non istituzionalizzati, hanno un impatto positivo sull'innovazione e la competitività, sull'acquisizione delle competenze e l'informazione,sulla crescita e sul dinamismo imprenditoriale a lungo termine” Rapporto Finale dell’European Commission Expert Group on Enterprise Clusters and Networks 3 Rilevanza del cluster approach z 4 6. …and through industrial clusters and sectors. SMEs from the same cluster or sector often face common social and environmental issues. Addressing these issues collectively can reduce the costs of action and result in improvements that an individual SME acting alone cannot achieve. CSR e PMI: un ossimoro? 5 z L’acronimo (“corporate” social responsiblity) così come la raison d’être dei primi studi sul tema (H. R. Bowen, 1953), z necessità di attribuire responsabilità sociali alle corporations in ragione della crescita del loro potere economico, sociale e politico PMI quando sono sole… z z z 6 le Pmi che adottano pratiche di responsabilità sociale, seguono spesso una strategia sociale “timida”, segnata da “sudditanza psicologica” nei confronti delle corporations e dal timore di una “sovraesposizione” all’attenzione dell’opinione pubblica (Hinna) CSR “nascosta” (UNIDO) o “implicit” (Matten e Moon (2004) Limiti nelle risorse e negli strumenti Oltre i confini…. z l’approccio di filiera/distretto costituisce un forte incentivo per le PMI, per – – – – 7 l’attenzione alla responsabilità sociale può essere generata da richieste dei clienti all’interno di contesti produttivi omogenei, come i distretti, in cui siano presenti diverse fasi della catena del valore, si possono generare scope economies che favoriscono gli investimenti in capitale reputazionale l’ambiente relazionale e il capitale sociale distrettuale favoriscono la CSR Importante ruolo degli attori intermedi TRE DOMANDE CUI IL PROGETTO HA CERCATO DI RISPONDERE 8 1. Le istituzioni intermedie (associazioni di categoria, agenzie di sviluppo locali, consorzi di affari, centri di ricerca e innovazione, etc.) operanti su scala distrettuale possono agire come “registi” del cambiamento verso la CSR delle PMI distrettuali? 2. Il sistema relazionale tradizionale caratterizzante le realtà produttive distrettuali può rappresentare un volano per la messa a punto di strumenti di CSR da parte delle PMI? 3. Quali sono i principali vincoli che le PMI distrettuali incontrano nell’adozione di strumenti di CSR? Quale può essere il ruolo di attori del credito e del mercato (operanti lungo la filiera) nello stimolare l’adozione di tali strumenti? Le istituzioni intermedie 9 Distretto abbigliamento di Empoli Distretto cartario di Lucca Distretto conciario di S. Croce s/Arno - Agenzia per lo Sviluppo dell’ Empolese Valdelsa - Circondario Empolese Valdelsa - Associazione Industriali di Empoli - CNA Firenze (Sede di Empoli) - Confartigianato Empoli - FILTEA CGIL Empoli - Comitato Promotore EMAS del Distretto Cartario di Capannori - Provincia di Lucca - Associazione Industriali di Lucca - Comitato del Distretto Cartario di Capannoni - Provincia di Pisa - ASSA: Associazione Lavorazioni Conto Terzi - Associazione Conciatori di Santa Croce s/Arno - Consorzio Conciatori Ponte a Egola - Rappresentanze sindacali del Distretto di Santa Croce Processi e strumenti di CSR Stakeholder Reporting Controllo Strumenti Azioni Policy 10 Si è partiti dalle imprese - 11 Dopo aver selezionato i tre distretti (a partire da 9 disponibilità) Sono state intervistate complessivamente 89 imprese operanti nei tre distretti industriali (cui si aggiungono le informazioni relative a ulteriori 271 imprese ottenute a Santa Croce dai locali consulenti del lavoro) Dalle imprese emerge in generale 12 Dai risultati dei questionari indirizzati alle PMI distrettuali e dalle visite dirette effettuate presso i loro siti sono emerse le seguenti indicazioni: - Importanza a livello distrettuale delle organizzazioni intermedie (e delle associazioni di categoria locali) nei processi di diffusione delle innovazioni tra le PMI e degli strumenti innovativi tecnici e gestionali (grazie alla forza relazionale che caratterizza i rapporti tra PMI e loro rappresentanti) - scarsa percezione da parte delle PMI (in particolare dalle più piccole dei settori conciario e abbigliamento) dei vantaggi competitivi connessi con l’adozione degli strumenti della CSR Risultati dei questionari alle imprese – mappatura degli stakeholder z z z 13 in tutti e tre i contesti i lavoratori ed i clienti sono stati identificati come portatori di interessi privilegiati per le imprese interpellate rilevanza assumono tra le imprese del sistema moda (concerie e abbigliamento) i fornitori, mentre questi ultimi paiono meno rilevanti tra le cartiere, per le quali invece importante pare il ruolo delle comunità e delle istituzioni di governo locali media rilevanza in tutti e tre i contesti produttivi è assegnata al sistema bancario e creditizio Risultati di due distretti EMPOLI SANTA CROCE I N T E R LOC U T OR I P R I M A R I Interlocutori più importanti (%) 100% 80% 60% 87 82 40% 48 20% 15 14 10 3 5 15 0% Lavoratori Fornitori Clienti Comunità locale Terzisti Partner Sistema Istituzioni Commerci Bancario Altro Concerie 79,2% 58,3% 83,3% 8,3% 50,0% 0,0% 25,0% 33,3% 8,3% Terzisti 87,5% 31,3% 75,0% 6,3% 0,0% 0,0% 6,3% 18,8% 0,0% Risultati dei questionari alle imprese – sistema dei valori z La maggioranza delle risposte si è concentrata in tutti e tre i distretti sull’attenzione alla salute e sicurezza dei lavoratori, sulla produzione e, per concerie e cartiere, sulla tutela ambientale PROGRESSO SOCIALE E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELLA VITA TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’ AMBIENTE 15 CRESCITA ECONOMICA EQUILIBRATA E DURATURA I PRINCIPI ISPIRATORI DELLA SOSTENIBILITA’ Aspetti rilevanti ad Empoli A SP E T T I R I L E V A N T I P E R L 'A Z I E N D A 80 70 73 60 63 50 40 43 30 35 20 10 0 16 23 10 3 3 3 L’impegno deve essere però contestualizzato z 17 I risultati emersi dai Report di Sostenibilità, ed in particolare le criticità che questi rapporti hanno posto in evidenza, hanno rappresentato il principale riferimento su cui i tre gruppi di lavoro locali hanno formalizzato le loro Politiche Distrettuali di Responsabilità Sociale Indicatori z z z 18 nel Distretto cartario di Capannori gli indicatori selezionati sono stati complessivamente 78 dei quali 28 sociali, 20 economici e 30 ambientali nel Distretto conciario di Santa Croce s/Arno gli indicatori sono stati complessivamente 85 dei quali 28 sociali, 22 economici e 35 ambientali nel Distretto dell’abbigliamento di Empoli gli indicatori sono stati in totale 61, dei quali 9 economici, 28 sociali e 24 ambientali. Azioni collettive - - - 19 Sono state redatte Linee Guida per l’applicazione degli standard SA8000 ed EMAS all’interno delle PMI operanti nei settori conciario e dell’abbigliamento Sono stati redatti schemi di procedure per l’applicazione della OHSAS all’interno delle imprese del settore cartario Sono state organizzate iniziative pubbliche e di formazione che hanno coinvolto attori locali e PMI, finalizzate ad informare circa le opportunità di adozione degli strumenti di CSR Es. La formazione a Lucca Le attività di formazione hanno previsto in particolare la realizzazione di due incontri entrambi della durata di un giorno, orientati a sviluppare i seguenti argomenti – I sistemi di gestione per la Salute e la Sicurezza sul lavoro secondo la norma OHSAS 18001:07. z z – Strumenti e approfondimenti per lo sviluppo di un sistema di gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro z z 20 Introduzione, pianificazione, attuazione e funzionamento (mattina) Attuazione e funzionamento, verifica, riesame (pomeriggio) Tecniche e modalità di conduzione degli audit sulla sicurezza e salute dei lavoratori (mattina) Elementi di integrazione tra il Sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza sul lavoro e il Sistema di Gestione Ambientale (pomeriggio) Azioni a livello d’impresa 21 Sugli strumenti a livello d’impresa - - 22 Scarso interesse mostrato dalle PMI locali nell’adozione strumenti di reporting socio – ambientali; diversamente maggiore interesse è stato mostrato nell’implementazione di strumenti gestionali (gestione della sicurezza dei lavoratori, ambiente e etica, in conformità con i requisiti espressi dagli standard OHSAS18001, EMAS e SA8000) Le imprese del settore abbigliamento hanno dimostrato interesse nell’adozione di strumenti gestionali di etica del lavoro, ma hanno anche dimostrato perplessità nel dover entrare nel merito dei rapporti di lavoro esistenti tra i loro fornitori/appaltatori e i rispettivi lavoratori; questo elemento è infatti percepito come contrastante con il sistema di relazioni informali che caratterizzano i rapporti commerciali a livello distrettuale tra i diversi attori coinvolti lungo la filiera produttiva I Focus Group - - 23 contributo che può essere fornito da soggetti finanziari e della filiera produttiva nello stimolare l’adozione di strumenti di CSR da parte delle PMI l’adozione di strumenti di CSR rappresenta effettivamente sul mercato finale una opportunità in termini di vantaggio competitivo per le imprese che li abbiano adottati Ruolo del settore finanziario z forte consenso nei confronti di interventi di valorizzazione “diretta” dell’impegno delle imprese, quali – – 24 crediti a tasso agevolato e la riduzione dei premi assicurativi (23%) adozione di modalità di valutazione del rischio bancario-assicurativo (31%); Altre modalità di supporto a parte dei soggetti finanziari z z 25 il finanziamento di progetti pilota costituisce un’altra modalità che incontra il favore in particolare delle imprese (30%). Altre forme di intervento “mediato” (promozione cooperazione sul territorio, azioni di sensibilizzazione su soggetti clienti delle PMI, etc.) riscontrano invece un grado inferiore di consenso. Ruolo degli attori di filiera z 26 valorizzazione delle pratiche CSR lungo tutta la filiera produttiva attraverso progetti di collaborazione tra i soggetti che la compongono (31%), iniziative a monte dell’attività di impresa (definizione di sistemi di selezione e qualifica dei fornitori basati su criteri CSR con il 23%) e/o a valle della filiera stessa, attraverso iniziative nei confronti dei consumatori tese a valorizzare l’impegno sul fronte CSR delle imprese (18%). • Politiche di prezzo (es.: promozione o sconti per prodotti ecologici, politiche di under price per prodotti più sostenibili, trasparenza del prezzo per i prodotti equosolidali, ecc.) ; 5% • Controllo sull’operato delle PMI produttrici da parte dei clienti e dei distributori (audit di filiera); 7% • Promozione di progetti di filiera (es.: take back: restituzione degli imballaggi al fornitore, reverse logistic: ottimizzazione della logistica e del pieno carico nei trasporti, filiera corta: approvvigionamento da fornitori; 31% • Educazione alla sostenibilità di cittadini-consumatori (es.: iniziative culturali per la diffusione della consapevolezza sociale e ambientale nelle scuole); 9% • Collaborare nella progettazione e realizzazione di prodotti sostenibili (ecologici, equo- solidali, ecc.) ; 7% • Sistemi di qualificazione/accreditamento dei propri fornitori sulla base di criteri sociali e/o ambientali (es.: vendor list basate su criteri CSR); 23% • Iniziative nei confronti dei consumatori finali (azioni di comarketing, promozione e comunicazione per il consumatore sul punto vendita, attività di informazione sull’impegno delle aziende in ambito CSR; 18% Modalità di supporto da parte delle istituzioni • Marketing territoriale e valorizzazione competitiva (es.: organizzazione di iniziative condivise di comunicazione, eventi relativi alla CSR, marketing dei prodotti etici o ecocompatibili della filiera, ecc.); 6% • Supporto tecnico (progetti pilota, linee guida); 4% • Imposizione di regole (contrattuali, associative, di regolamentazione istituzionale); 0% • Sviluppo di strumenti “distrettuali” (codice etico condiviso, bilancio sostenibilità collettivo del distretto, formazione diffusa, etc.) in sostituzione (o integrazione) di strumenti aziendali; 27% • Disponibilità di finanziamenti o credito agevolato; 11% • Tavoli di confronto permanenti fra le parti sociali; 4% • Incentivi e/o agevolazioni fiscali; 11% 27 • Diffusione informazioni e conoscenza sull’opportunità e sugli strumenti della CSR; 13% • Semplificazioni amministrative e/o normative a favore delle aziende eccellenti; 24% Competitività z 28 Mantenimento di posizioni competitive sul mercato e necessità di garantire la conformità normativa rappresentano due fondamentali motivazioni all’adozione di pratiche CSR (oltre 50% dei consensi), come riconosciuto anzitutto dalle stesse PMI (che attribuiscono a questi elementi l’80% circa delle proprie preferenze). Rilevante, ma non tanto per le imprese, anche l’accesso ai finanziamenti. • Importante, soprattutto in relazione alle pressioni degli stakeholder locali; 8% • Importante, soprattutto in funzione dell’accesso privilegiato o facilitato a forme di finanziamento (finanziamenti pubblici, fonte bancaria e assicurativa); 22% • Attualmente questa variabile risulta non importante nell’ambito delle strategie dei distretti industriali; 0% • Importante, soprattutto in relazione alle opportunità in termini di competitività sul mercato; 36% • Importante, soprattutto come risposta alle pressioni provenienti da parte della filiera (clienti, distributori o fornitori); 8% • Importante, soprattutto per motivazioni di carattere etico (cittadinanza di impresa); 8% • Importante, soprattutto in funzione di adeguamento normativo (norme attuali o future); 18% Clusters e competitività regionale 29 Vincoli alla diffusione della CSR nelle PMI z La determinante più rilevante è l’insufficiente maturazione culturale del vertice aziendale (40%). • Carenza di tempo per sviluppare queste tematiche; 6% • Costo eccessivo; 2% • Insufficiente maturazione culturale dei temi legati alla CSR nella direzione dell’azienda (o nell’imprenditore); 40% • Carenza di risorse umane e di competenze interne all’azienda per affrontare questi temi; 27% • Scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione, della loro utilizzabilità e potenziale efficacia; 25% 30 Utilità degli strumenti z 31 L’indicazione precedente può essere incrociata con il riscontro proveniente dalla domanda 4, che evidenziava la crescita culturale e conoscitiva dei sistemi di gestione (28%) come primo ostacolo da superare, seguita dalla carenza di risorse e competenze (27%) e dalla scarsa conoscenza degli strumenti (25%). • Utili, soprattutto quelli che prevedono forme di rendicontazione e di informazione sulle prestazioni sociali e ambientali ; 4% • Poco utili, in generale, poiché troppo complessi rispetto alle dimensione e alle specificità della piccola impresa; 34% • Utili, soprattutto quelli che supportano l’attivazione e gestione di partnership con il mondo associativo; 6% • Utili, soprattutto quelli che prevedono forme di coinvolgimento, sensibilizzazione, e valorizzazione delle risorse umane; 13% • Utili, soprattutto quelli che prevedono forme di certificazione di parte terza indipendente; 2% • Utili, soprattutto quelli che suggeriscono o impongono criteri per la gestione e organizzazione di queste problematiche all’interno delle aziende (sistemi di gestione); 28% • Utili, soprattutto quelli che prevedono l’assunzione di impegni forti da parte dell’Alta direzione aziendale ; 2% • Utili, soprattutto quelli che favoriscono la gestione delle problematiche sociali e ambientali tra soggetti della filiera; 11% Ciò è emerso anche nel corso del progetto z 32 nel distretto dell’abbigliamento le Pmi hanno dimostrato una scarsa conoscenza degli strumenti di gestione proposti, chiedendo una attività più di carattere informativo (su cosa fossero tali strumenti e quali vantaggi potessero loro fornire in una logica di mercato) che non una vera e propria sperimentazione nell’adozione dell’uno o dell’altro degli strumenti proposti Conclusioni z z z z z 33 Nei distretti esistono condizioni favorevoli (istituzioni intermedie, capitale sociale…) La CE ha valorizzato il cluster approach nella CSR I vantaggi competitivi della CSR per le imprese pur essendo auspicati non risultano evidenti Occorre una maggiore consapevolezza sugli strumenti Per garantire -e misurare- risultati evidenti serve continuità di azione a livello distrettuale