Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
Piccola biblioteca 164 un senso letargico, a volte. assumere quello Calvino abdica al ruolo dell'intellettuale impegnato per producendo una narrativa che di spettatore, "descriptive rather than ideologically redemptive" (105). è, nelle parole del Ricci, In questa rinuncia ai gio- vanili fervori ideologici, nella precoce delusione sull'irredimibile consorzio umano, Ricci vede le basi del progressivo ritiro dalla realtà da parte di Calvino per rifugiarsi nella letteratura. Lo studio psicologico che molto interessante e approfondito, Ne negativismo. il risulta ma un Calvino il mondo critico così fa del calviniano forse eccessivamente volto a sottolinearne astratto dalla realtà, chiuso nel cui personaggio scivola nell'inevitabile dissoluzione del genere umano, preso nel labirinto sociale e letterario, di cui / racconti sarebbero l'appropriato preambolo. lascerei che questo offuscasse la scrittore mai rinunciato ad immergersi con profonda e dolente consapevolezza se ridotto ad astratto spettatore, infatti, lo scambio fra protagonista e al livello del pensiero, di riflettere, interpretare. non hanno sociale. "Guardare" Proprio l'intertestualità fra opere stesse di Calvino, così ben sottolineata dal Ricci, dimostra anche come, inizi, lo scrittore sia Anche realtà continua quel raziocinio sottolineato dal Ricci stesso. per Calvino vuol dire "pensare", Non nota più vitale della narrativa di Calvino, quella di umana, nella quale personaggio e infaticabile indagine nella realtà il suo isolamento, fin le dagU preso dal travaglio di una problematica sociale ed esistenziale che non l'ha più abbandonato. Lavoro lodevole questo del Ricci per aver messo a fuoco un'opera trascurata spetto alle altre di Calvino, ed estremamente utile per la ri- comprensione del Calvino maggiore. GIUSY ODDO University of British Columbia Eugenio Montale. Diario postumo. Milano: Mondadori, 1991, Pp. 54. Montale, come tutti i A dieci anni dalla grandi poeti, non cessa di riservarci sorprese. molte (Milano, 12 settembre 1981) ecco questo suo Diario postumo che un suo nuovo testamento, serie di 66, inedite, (in gruppi di sei) in dieci buste legale della (di cui la Mondadori Cima è Cima donate dal poeta ad Annalisa l'incarico di pubblicarle a scadenza annuale — si offre come L'opera presenta 30 poesie di una esistenziale e poetico. dopo la (conosciuta nel 1968) con sua morte. EH tali poesie, divise depositate con testamenti olografi presso l'Ufficio —24 furono pubblicate nel 1986 dalla Fondazione Schlesinger presidente): Diario postumo le ripropone ora con le altre sei, inedite, del 1990. Per quanto riguarda si i tenu i toni e i ricollega alla stagione avviata nel 1971 modi della versificazione la da Satura, in nuova opera un singolare caleidoscopio ed estri mossi dall'assoluta contingenza, sui registri dell'/iumour, dell'appunto, del "divertimento", nell'assidua frizione fira ironia e presagio, di occasioni rifrazioni partecipazione e disincanto. accentuava le ombre Su tali prospettive del pessimismo, marcando il Quaderno l'ottica di di quattro anni (1971) una "perdita di centro", entro la progrediente eclissi di una ragione distorta e ancora adescata dal miraggio mentre in Altri versi (1981) si confermava l'immagine di un Montale quasi stregato dell'indecifrabile mappa del rapporto uomo-cosmo, ma sempre coerente nel nuovo connubio tra imprevedibili provocazioni della banalità e delle "magnifiche sorti", calmo fuoco della saggezza. Nel Diario postumo temi e problemi di quelle raccolte Piccola biblioteca rifluiscono e 165 consumismo e intersecano, dal rigetto dell'etica del si coscienza dell'inaridirsi dei rapporti umani, cui ora cuore ancor vivo, è tanto "morte che vive". "L'oblio come uno rivela si — memoria non scrive la arresa quanto un vuoto, inventa un nuovo senso della Lo spazio della suprema incertezza La presenza tutti gli si saggia follia di che vita attraverso poesie ci trasforma in un tempo preciso: oggetti e cose inanimate ci sopravvivono, cerca E un'eternità nell'imitazione delle loro esistenze". mondo, compie un viaggio nel "Montale, dunque, più avanti: dopo per desiderio una seconda di questa è la chiave dell'enigma che lasciò sotto forma di dono". vita; "desiderio di una seconda vita" ancora s'affida, così, alla parola della poesia, Il anche se "L'esser poeti non è un vanto. s'ingroppa con paura" conclave discreto dove come critici / E' solo un vizio di natura. Un / Ed ecco poesia fìrequentano e amano. la come un nascere protagonisti sono talora solo adombrati nell'allusione: poeti i Zanzotto, Faggi, Segre, la stessa Cima, l'ispiratrice su cui risce la fantasia peso che Montale crede tuttavia più che mai, nel segno dell'ami- (7). ed a quanti cizia, ai poeti e — la conferma dell'uomo tragico celato del p)oeta assente è la Montale che, conscio che visitatore dell'altro magnetico spettro della d'impotenza dell'essere mortali; da qui stato invia dall'aldilà. in il Cima, curatrice dell'opera, nella postfazione chi, per riempire undici anni. del profitto alla contrappone, sui moti di un bisogno dell'amicizia e insieme l'apertura a un oltre-vita che non il soprassalto di una il si nominale dell'autore, che ad essa si richiama si sbizzar- come "anima viva", "imperatrice", "agile messaggero", "aerea figura", "guerriero", "smarrito adolescen- con qualche suggestione te", affiora nel primo — mosca" "la una componente nuova, di testo (dove, per l'avallo dell'adozione, l'indimenticabile moglie "musa" (che si Volpe) ruota il — Gina sia la fedele nuovo colloquio confidenziale, dove dolce" a tornare "daU 'esausto genearca questo mi basta, / affiora come là con un ricordo / così impervio è il cammino in governante). allinea alle altre della lunga carriera poetica montaliana, a una letizia irradiata da una sfera "oltretempo": l'eliso: sentimento paterno, che il sono chiamate anche dove lieto. / il la nuova da Clizia alla pacata tensione poeta invita "Agro- Un tracciato causa sia Sulla / gesto che / regali dagli iddii a noi mortali" (6). Da uno sfondo classico-pagano, da cui si innescano interrogativi su un orizzonte può cogliersi Parche han filato / lo metafisico, prende avvio "Il clou", una poesia dove zione di questo Montale postumo: "Certo / cavi delle nostre vite. i ci separa dal baratro, / fino al collo / e nulla — dici I è il rerum ... / in / Ma dei confini tra finito non ne sappiamo / E fu così che dove i il È un breve da ateo credente" (12). fulcro dell'ispira- stame e addugliano e infinito, e dello spazio / / il che Siamo dentro un involucro / serrati tu ricordo. Il clou / non è quaggiù v'è metamorfosi / / il niente. / toma, se non forse prosieguo, l'eterno, id est deus. le — non metempsicosi. / Ratio ultima tuo parlare / timoroso e ardente, mi rese testo di straordinaria intensità e ricchezza, significati si ]K>tenziano negli intrecci di un intemo oxymoron, tra scetticismo radicale e convinzione di certezze, destino di impotenza e rivendicazione della parola- memoria che esorcizza il potere étWhomo la morte e il nulla, su registri che possono richiamare persino ludens nel laboratorio creativo di Leopardi. ritomo, dunque, di lucida totalizzante porosità, montaliano. Diario postumo può offirire Un nuovo commiato- come un estremo anche nuovi spunti incandescente osso alla lettura di un Montale "postmodemo", cui ha dedicato una agguerrita esplorazione Giorgio Taffon in uno dei saggi (sul poeta, sul prosatore, sul critico) raccolti in L'atelier di Montale già (Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1990), cercando di verificare se nell'opera dell'ultimo Piccola biblioteca 166 Montale sussistano corrispondenze con le categorie concettuali ideologiche ed este- tiche, e quindi di pratica poetica, definibili si come postmoderne. In positivo gli esiti: pensi a quell'idea di pastiche, in accezione postmodemista, cui il linguaggio del "quinto" Montale inclina, su un underground bio-escatologico che un suo verso vita oscilla / tra Ricordiamo organicamente il sublime e l'immondo" —potrebbe in qualche modo "la infine un'opera recentissima, assai utile per rivisitare e approfondire l'intera produzione poetica di Montale, le sue Poesie a cura di Angelo Marchese (Milano: Mondadori, 1991). L'autore, già apprezzato per precedenti critici — siglare. lavori e semiologici anche sul poeta ligure, ne presenta qui una ricca scelta, dai primi tre libri alla stagione avviata da Satura, dal Quaderno sperse" e alle "inedite" (con le di traduzioni alle "Poesie di- quali entriamo nell'area di quel Diario postumo dal quale questa recensione ha preso avvio). Agli organici "prolegomeni" sulla personalità e l'opera del poeta rispondono le singole introduzioni alle varie opere e un attento e aggiornato commento ai testi prescelti, sono preceduti da proficue indicazioni mentre i conclusivi "Riferimenti bibliografici" sui "Materiali di lavoro", miranti a favorire l'approfondimento dell'opera montaliana su vari percorsi alle opere più mature e alle più tarde, dai religiosa alla poetica e al linguaggio dell'ultimo Montale. ALBERTO FRATTINI // Università di Roma critici, dal "protomontale" motivi ideologici di Satura alla problematica 1