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Novembre 2011 NUMERO II ANNO XII In questo numero… Direttore Niccolò Fiaschi Vicedirettore Agnese Dolis … Addio Sic , Omosessualità, Halloween, La Ca$$ata… ….E TANTO ALTRO !!! Pagina 2 Editoriale Novembre2011 editoriale di Niccolò Fiaschi Buongiorno castelnuovini. Dopo il primo appuntamento (nato per pilotare le elezioni dei rappresentanti, in modo da conquistare il potere all'interno della scuola) ci rincontriamo ad anno scolastico già inoltrato. I primini si sono già adattati, i prof interrogano e preparano compiti in classe, gli alunni cercano posti nuovi dove fare forca e noi di quinta stiamo già battendo la testa nel muro per l'esame (“esame? che esame?!”...ah, quello della patente). Insomma il solito tran-tran di ogni anno, lievemente modificato dal fatto che, per il poco che ho capito, non si dovrebbe occupare. Ah! E che, meraviglia tra le meraviglie, il Dilo (n.d.r. abbreviativo affettuoso riferito alla figura del preside) permette al collettivo di riunirsi a scuola. E che sono circa tre giorni che fisso una pagina bianca che solo ora si sta riempiendo (quest'editoriale è un dramma). Quando all'improvviso, girellando sul sito del fatto quotidiano mi imbatto in una agghiacciante verità. Un "articolo" che riguarda: Il “Piano di rinascita democratica” della loggia massonica Propaganda 2 (P2), scritto probabilmente nel 1976 dal maestro venerabile Licio Gelli insieme ad alcuni “consulenti” esterni, fu sequestrato nel 1982 all’aeroporto di Fiumicino nel doppiofondo della valigia di Maria Grazia Gelli, la figlia, che rientrava in Italia da Nizza. Lo ripubblichiamo (n.d.r. sul sito del Fatto quotidiano) quasi integralmente: gli unici tagli, indicati dai puntini di sospensione fra parentesi, riguardano le parti meno interessanti e più legate ai problemi dell’Italia degli anni ’70. Le parti sottolineate (n.d.r. nel piano di rinascita democratica) e in grassetto sono commenti ai punti del Piano che sono già stati realizzati. Dopo questa laconica introduzione si vede come Gelli avesse teorizzato e auspicato la presa del potere di Berlusconi (tessera 1816), o di una persona con attitudini simili, per realizzare il suo progetto di rinascita. Il testo è arricchito da numerosi commenti di Marco Travaglio che si focalizzano sui punti raggiunti dai tre governi Berlusconi, anche grazie all'inesistente opposizione. Dopo questa scoperta mi chiedo se si può parlare ancora di Democrazia o se devo inchinarmi al nuovo imperatore d'Italia (unica consolazione: non è un Savoia). Ma la domanda è questa: è giusto delegare la possibilità di prendere decisioni riguardanti la mia vita a un gruppo di persone di quella specie? Novembre2011 Pagina 3 Indice Viva l’Italia, l’Italia liberata INDICE di Niccolò Fiaschi I problemi dell’Italia li sappiamo tutti, è impossibile sfuggire al bombardamento mediatico. Per esempio le troie di Berlusconi (escort è troppo volgare), la maggioranza che si regge in piedi grazie agli scissionisti Padani capitanati dal prode Bossi, un’opposizione che scalda i banchi, e tanti altri. Poi ci sono i problemi economici: le borse al collasso, le banche che dettano legge, le imprese che chiudono, la disoccupazione, la Fiat (e Marchionne) che fa quello che vuole negli stabilimenti e tanti, tanti altri. Poi arrivano i problemi sociali come l’aumento delle persone sotto, o vicino, la soglia della povertà (aiutati anche dall’aumento delle tasse), i giornalisti schiavi del potere , la giustizia che mischia i “buoni” coi “cattivi” e tanti, tanti, tanti, altri. Conscio di essermi dilungato anche troppo, arrivo al punto. Se il tunnel della Gelmini è frutto di cattiva informazione (leggi: deficienza allo stato puro) gli “errori” che dovevano sopportare gli alunni della terza elementare del 1935 erano spacciati come realtà assolute e fuori da ogni possibile discussione. Parlo della dottrina che veniva inculcata, fin dalla tenera età dei giovani italiani, nel pieno del ventennio fascista. In questa serie di articoli mi propongo di criticare (anzi, mettere alla gogna) non i principi del fascismo, non la sua ideologia, ma il suo modo di uniformare le menti senza possibilità di scelta. Critico la sua base, cioè la volontà di annullare la libertà di pensiero. Critico il suo scellerato nazionalismo che ha portato al totalitarismo che tutti conosciamo. Critico la loro volontà di far sparire l'individuo all'interno della società. Critico il restringimento della libertà personale che cominciava già dalla prima istruzione, dato che è sui banchi scolastici che l'individuo si forma e quindi non vi è posto migliore per creare una “gioventù che spaventi il mondo”. Ce la raccontano sempre a modo loro di Cosimo Ianni 5 Lo spazzino mi sta derubando! di Silvia Martini 7 Volere è potere - perché si può sempre far qualcosadi Agnese Dolis 8 Addio Sic di Alessandro Guetta 9 Dall'Antica Grecia all'epoca contemporanea: omosessualità nella storia 10 Dialogo decor(e)ativo di I Ragazzi della BO-FI 14 Che cos’è la felicità? di Vincenzo Dal Cortivo 16 Superstizioni di Elena Fiore 18 Cercasi titolo disperatamente di Beatrice Volpi 22 La Grande Ca$$ata 24 Games di Andrea Pacini 27 di Sofia Taylor Pagina 4 Attualità Novembre2011 Se infatti oggi lottiamo (io poco, non sono un attivista) per “un’istruzione laica, pubblica e di qualità” e se vogliamo “riprenderci la scuola ed il nostro futuro” (come ci ripetono spesso tramite manifesti e volantini) è perché i nostri nonni non l’hanno ricevuta. Infatti, essendo consapevoli degli “orrori”, e non più errori, avvenuti durante la nostra non poco accidentata storia, abbiamo il dovere di bloccare ogni processo che ci riporti a quella aberrante d-istruzione. E arriviamo all'evento che ha segnato la nascita di questi articoli. Dato che la cometa è già stata usata sono ripiegato su qualcosa di più semplice e comune: un libro. Infatti in questi giorni mi è capitato fra le mani il manuale unico della terza classe elementare, distribuito dalla libreria dello stato, con sede a Roma, nell’anno XIII dell’era fascista. Già il fascio littore che svetta tra le montagne, rischiarato dal sole nascente, mi fa accapponare la pelle, ma spinto da curiosità mi addentro nella lettura. Le materie sono: letture (interessante il racconto della visita alla casa del Duce), religione, storia, geografia ed aritmetica. In questa serie di articoli mi concentrerò sui primi tre capitoli, con un ovvia attenzione alla parte storica. Ma analizziamo ora le letture (solo in termini generali per mancanza di spazio). Dopo l’introduzione, che dipinge un ameno paesaggio che saluta sorridente l’inizio della scuola, si entra nelle avventure del giovane Sergio, uno scolaro come un altro (ma con soli amici maschi, le ragazze non sono mai nemmeno nominate) che impara le massime della vita tramite favoline e parabole degne dei peggiori miti greci. Il buon Sergio apprende ad avere pietà, coraggio e dignità, a “essere preparato per la vittoria e forte nella sconfitta” e ad usare il suo ingegno. Insomma, quello che doveva renderlo un buon adulto fascista cresciuto sotto la grande ala protettrice del Duce. In ognuna di queste massime vi è sempre la presenza di un bersagliere (forte e coraggioso, simbolo dell’amor di patria), del padre (simbolo della bontà d’animo e della cultura, ovviamente fascista) e della chiesa (messa solo per mantenerla in buoni rapporti, dato che veniva vista come nemica contro l’opprimente totalitarismo fascista). Quello che trapela nei racconti non è il desiderio di educare (nel senso più alto, non un mero passaggio di informazioni) i futuri italiani, ma quello di uniformare la popolazione sotto gli stessi ideali. Abolire il bene ed il male, il giusto e lo sbagliato e sostituirli con il Fascista e l’Antifascista. Anzi, con fare ancor più subdolo rispettivamente con l’italiano ed il nemico. Perché più subdolo? Perché così facendo se vuoi essere chiamato italiano, se vuoi sentirti parte della società italiana, devi avere quegli ideali espressi nelle letture fasciste, essere contro questi principi diventa crimine contro lo stato e la società. Le storie continuano creando una specie di “ricettario” di istruzioni per definire come un giovane italiano debba comportarsi in ogni situazione possibile (sia al lavoro, specialmente quello nei campi, sia in guerra, sia a messa, sia in famiglia o a scuola). La prima parte si conclude con una speciale dedica al maestro (“che è stato per voi, più che padre, fratello, amico, compagno” in quanto artefice della vostra lobotomia mentale) e agli autori del libro: Grazia Deledda (nobel per la letteratura del 1926) e Pio Pullini, che l’hanno scritto “con la speranza di fare del bene”. E si chiude con una magistrale immagine di un giovane balilla (maschio, ovviamente) che si slancia in un perfetto saluto romano. E io non posso che pensare: Viva l’Italia, l’Italia liberata. P.S.: il libro è ovviamente stampato in Italia, più precisamente a Firenze, dagli stabilimenti tipografici R. Bemporad e F. e non vi è presente nemmeno un minimo errore di stampa che sarebbe visto come un’imperfezione ed una debolezza, impensabile durante quel duro ventennio Novembre2011 Attualità Pagina 5 CE LA RACCONTANO SEMPRE A MODO LORO di Cosimo Ianni 5A La Repubblica titola "I black bloc devastano roma – città a ferro e fuoco, 5 ore di guerriglia. Gli indignati si ribellano ai violenti."; da notare però che sull'articolo di Scalfari viene menzionato il fatto che a protestare PACIFICAMENTE fossero centinaia di migliaia di giovani, mentre questi black bloc erano solo qualche centinaia, ma sufficiente per far degenerare la situazione. È abbastanza chiaro che la massa dei black bloc era praticamente una massa indipendente dal cordone pacifico, presente non per manifestare quanto per rovinare ogni movimento; su questo si esprime anche Scalfari dicendo che "molti manifestanti hanno tentato di isolare i facinorosi che hanno reagito picchiandoli a colpi di spranghe". I dati riportati da Repubblica sono di trecentomila giovani che hanno manifestato pacificamente e quasi cinquecento black bloc che hanno rovinato la festa. Ma di preciso, cosa ci viene raccontato? La7 conta un centinaio di teppisti. Canale 5 ne conta circa 500. Sky dice che c'erano mille black bloc provenienti da fuori italia. Tg4 annuncia: migliaia di terroristi eversivi terrorizzano il popolo italiano. Questa è la nostra informazione. Informazione sarebbe concentrarsi sui problemi di trecentomila persone, non solo sull'azione estremista di cinquecento. Informazione vorrebbe dire che all'interno delle trecentomila persone a manifestare ce n'era una piccola parte costituita da coloro i quali hanno smesso di credere che un movimento pacifico possa risolvere qualcosa e che ha deciso di provare con l'arma della violenza. Informazione sarebbe dire che la polizia ha aspettato tre ore prima di iniziare ad intervenire sui rivoltosi violenti. Informazione vorrebbe dire che non tutti sono come quelli che ci fanno vedere in televisione, ma ci sono tante persone unite in piazza da uno scopo unico e dissociate dal filone violento dei black bloc. L' informazione porterebbe a dire che forse è arrivato il momento di ascoltare la popolazione e provare a risolvere i problemi di tutti. Filtriamo al meglio le notizie che vengono passate per informazioni. Pensieri di Cosimo Lorenzetto Bologna Io non c'ero. Non ho visto con i miei occhi ciò che è successo e non ho sentito con le mie orecchie ciò che è stato detto. Ho visto però delle immagini e dei video, ho ascoltato testimonianze: mi sono fatto un'idea. Mi soffermerò sul genere di violenza e non sulla sua legittimazione poichè credo che ognuno abbia le proprie idee e difficilmente si possono cambiare con un articolo. La violenza che si è scatenata alla manifestazione di Roma non nasce certo da un sentimento spontaneo giustificato dal periodo storico (in cui la popolazione è ormai giunta ad un livello tale di disperazione da non vedere altra via che la violenza) ma da un desiderio , sì spontaneo, di distruzione. E pensavo... Il gioco di guerriglia urbana non è mai stato così divertente come da quando si lotta contro la polizia! Loro sono attrezzati: hanno i caschi, hanno gli scudi, hanno gli stivali e soprattuttto non possono (anche se la storia ci porterebbe ad usare "potrebbero") ucciderti. Inoltre i poliziotti difficilmente vengono uccisi e se succede poco male. È come giocare a softair, Pagina 6 Attualità Novembre2011 con la limitazione di poterlo fare solo in situazioni di folla. Scartando l'ipotesi dell'infiltrazione dall'alto (mi piace essere ottimista), stavo vagliando tra me e me le possibili soluzioni al problema dei violenti nelle manifestazioni pacifiche. E pensavo... Ci vorrebbe un servizio d'ordine, che sia abbastanza attrezzato da contrastare anche un gruppo organizzato di violenti e abbia un addestramento specifico. Un servizio d'ordine che abbia caschi e manganelli. Persone sparse nel corteo pronte ad intervenire sempre e ovunque. E sapete qual è il paradosso maggiore? Ci vorrebbe la polizia che non fosse polizia. Perchè invece non sappiamo sfruttare correttamente le forze dell'ordine che abbiamo? Poi sul web trovo video di poliziotti che calpestano persone; poi ascolto in televisione storie di persone uccise di botte in caserma. Non posso che chiedere se mi fiderei a manifestare accanto a quegli stessi. E non posso che chiedermi se loro si fiderebbero a fare da servizio d'ordine a manifestanti che gridano A.C.A.B (all cops are bastards). E non posso che chiedermi se preferirei manifestare in mezzo ai poliziotti o in mezzo ai violenti o non manifestare affatto. L’unica scusa è il linguaggio di Cosimo Ianni 5A In questo Paese, che il Governo sta portando a fondo, dovremmo fare tutti qualcosa. Dobbiamo cercare di essere il più possibile attivi e per fare ciò dovremmo far sì che l'informazione sia la nostra arma migliore e l'ignoranza il nostro primo nemico. Mi sembra inutile dire che non fare nulla non possa portare a una qualche soluzione, quindi agire è l’unica alternativa: è nostro dovere informarsi, cercando di comprendere quale sia la reale situazione dell’Italia e allora proviamo a dire cosa non ci sta bene, qual è secondo noi il problema di fondo di una degenerazione che sta colpendo il nostro Paese da anni. Non è importante il fatto che una persona decida di non protestare o di non lamentarsi della situazione in cui si trova, ma almeno che quella persona sappia realmente quale sia la situazione. Ognuno deve prendere una posizione, ma bisogna che sia consapevole di tale posizione e delle conseguenze alle quali la propria scelta può portare. E' chiaro che per alcuni, me compreso, il fine della scelta presa è abbastanza utopistico, ma io ci voglio credere ugualmente, voglio cercare di cambiare qualcosa in questo Paese, o almeno cercare di far capire che non voglio vivere in una realtà del genere. Qualsiasi cambiamento non può partire da un singolo, perché è destinato a morire in partenza. Mi illudo di un cambiamento comune, portato da una protesta comune, e mi piacerebbe veramente tanto che quest'illusione diventasse o provasse a diventare la realtà del domani. Cominciamo ad alzarci in piedi oggi se non vogliamo vivere in ginocchio domani, e facciamolo insieme. Novembre2011 Pagina 7 Attualità Lo spazzino mi sta derubando! di Silvia Martini 5E Il principio della nostra storia è una grossa somma di denaro. Il denaro statale. Quest'oggi buona parte degli italiani ha perso fiducia in quelle istituzioni a cui aveva affidato le sue preziose monete, quelle istituzioni che avevano promesso sulla Costituzione di usarle per migliorare la vita dei cittadini, quelle istituzioni infine che non stanno facendo ciò che avevano promesso. La questione si presenta così: il popolo paga lo Stato, che, in teoria, si impegna a realizzare ciò che sta scritto sulla Costituzione, perché è questo il suo compito, come quello di un dottore è di guarire i malati o quello di uno spazzino è di pulire le strade. Questo è il compito dello Stato: assicurarsi che la Costituzione venga rispettata, che i cittadini siano protetti e che le loro condizioni di vita migliorino. Questo gli è stato chiesto dal popolo, che secondo l'articolo 1 di quella stessa Costituzione esercita la sovranità. Il problema drammatico dei nostri tempi è che, benché il popolo sia sovrano, esso non può governare in modo diretto, non può prendere le decisioni in prima persona, perché è formato da milioni di uomini e donne che certo non si possono riunire in una stanza. Ma questo non implica che la popolazione non possa avere qualche richiesta, non implica che le persone non possano chiedere o avere quello che in molti altri paesi possiedono già. Gli italiani hanno il diritto di ottenere ciò che vogliono, hanno il diritto a un'istruzione non ottima, eccellente. Hanno il diritto di trovare lavoro appena usciti da scuola. E lo Stato, che in questo caso intendiamo come insieme di rappresentanti eletti dal popolo, ha il dovere di rendere ciò possibile. Non è un'utopia, è lo scopo della democrazia. Adesso è difficile credere a un governo capace di realizzare la Repubblica di cui tanto parla. Ma la nazione è morta? “Una d'arme, di lingua, d'altare, / di memorie, di sangue e di cor.”? Essa è presente sempre, perché, finché gli italiani esisteranno, vivrà in loro. Uniamoci in unico coro: anche i politici, che si gingillano con le nostre monete, tremano di fronte alla potenza di una nazione incollerita. Cosa potrebbero mai fare dei poveri studenti da soli? Dei poliziotti da soli? Dei giornalisti da soli? Dei professori, degli operai? Soli è impossibile vincere, ma uniti in una nazione è certo impossibile perdere. Ma non tralasciamo la crisi. Grave e distruttiva. Essa minaccia di espellerci dall'Unione Europea, minaccia l'esistenza dell'Europa stessa. Com'è possibile che siamo arrivati a tanto? È poi possibile che l'economia possa influenzare i principi della Costituzione? Non sono inderogabili? Ogni diritto, come la libertà e l'uguaglianza, come l'istruzione e la ricerca, ogni diritto deve essere rispettato, perché altrimenti anche i doveri perdono valore portando a risultati disastrosi. Molti trovano che questa crisi sia sorta per colpa del capitalismo e della globalizzazione: forse che non è vero in parte? Ovvio che non ci si debba scagliare solo su un aspetto della crisi, molti altri fattori sono intervenuti. Però, ogni volta che ci penso, mi domando: c'è una qualche connessione con il fatto che lo Stato sia governato dai capitalisti? Staranno magari usando il potere a proprio vantaggio? Perché non si prova a cercare soluzioni lontane dai banalissimi tagli al Paese? Tagli alla Costituzione? Ma davvero quei geni dell'economia non sono riusciti a trovare una soluzione diversa? Io non voglio dover scegliere tra un diritto e un altro. Per me non è un'opzione. Quindi sì. Alla fine vi sto chiedendo questo: leggete la Costituzione, criticate tutto, anche me, unitevi con l'obiettivo di far valere i vostri diritti, pretendete ciò per cui pagate, collaborate, interessatevi, create un partito se lo Stato non vi ascolta, seguite il vostro senno e non imponete le vostre idee, rispettate quelle di tutti, senza usare la forza. Questo è il momento che dopo lunghi anni di disorganizzazione vi si presenta per migliorare un Paese a cui tenete, un Paese di cui andare fieri nonostante tutto, di cui non lamentarsi senza prima aver provato a cambiarlo. Pagina 8 Attualità Novembre2011 Volere è potere - perché si può sempre far qualcosaDi Agnese Dolis Peppino Impastato fu ucciso dalla mafia nel 1978, è un eroe. Non perché era diverso da tutti gli altri ragazzi della sua età. Non perché era diverso da noi. Il suo solo , unico, grande potere era credere nel cambiamento e passare dalle parole ai fatti. Talvolta potrà essere stato avventato, avrà azzardato fin troppo, tanto da metter a rischio la propria vita, ma è un modello: un modello di legalità, di giustizia, di civiltà. Parlando della sua emozionante e al contempo triste storia, molti di noi finiscono però col sentirsi impotenti; molti credono che la criminalità sarà sempre più forte. ma si sbagliano. E non poco. È dalle piccole cose, dalle azioni in apparenza più semplici che può nascere l’impulso verso un futuro diverso, migliore. Cosa si può concretamente fare? Informarsi. Interessarsi alle vicende del nostro paese. Cercare di andare giusto un poco più a fondo per capire meglio cosa accade nel mondo che ci circonda. Usare meglio i mezzi di comunicazione di massa che abbiamo a disposizione. Provare noi per primi ad avere stili di vita maggiormente sostenibili e volti alla salvaguardia dell’ambiente. Perché essere legali non vuol dire solo non rubare, non uccidere, non spacciare, non essere finiti in galera, ma essere cittadini che vivono la propria libertà nei limiti di quella degli altri e nel rispetto della natura già fin troppo e da troppo molestata. Oppure, partecipare ai campi antimafia che numerose associazioni (Libera, Arci) organizzano durante il periodo estivo, specialmente nel sud Italia. Potreste così rendere socialmente utili ben due settimane delle vostre beneamate vacanze. Non sarebbe male. Io l’ho fatto e sono ancora qui a parlarne! Pensateci. Informatevi. Ognuno di voi ha un potenziale di cui non si rende neanche conto. Insieme siamo più forti di tutto. Novembre2011 Cronaca Pagina 9 ADDIO SIC di Alessandro Guetta Come tutti saprete, pochi giorni fa ci ha lasciato un grande motociclista italiano, Marco Simoncelli. “Sic”, com’è stato soprannominato dai suoi numerosissimi fans sparsi in tutta Italia e non solo, è nato a Cattolica nel 1987, a meno di 10 km da dov’è nato il suo ben più famoso collega e amico, Valentino Rossi. Sic si è sempre distinto per la sua foltissima chioma di capelli ricci, per il suo spiccato accento romagnolo e per la sua irrefrenabile simpatia. Ha cominciato a girare in pista giovanissimo, a 7 anni con le minimoto e da quel giorno non ha più smesso di stare in sella. Già a 14 anni gareggiò tra i professionisti nella categoria 125, diventando poi campione europeo nel 2002. Nel 2006 passò alla categoria successiva, la 250, conquistando il campionato del mondo nel 2008. Poi, dopo una breve esperienza in superbike, nel 2010 è approdato nella classe più ambita da tutti i motociclisti: la MotoGP. Sic è scomparso durante il gran premio della Malesia, in un terribile incidente che ha visto coinvolto l’incolpevole Colin Edwards e, per uno scherzo del destino davvero di pessimo gusto, anche l’amico Valentino Rossi. L’immagine più scioccante per tutti coloro che hanno visto l’incidente, credo sia stata quella del corpo senza vita di Sic che scivolava lungo la pista, con il casco e la moto che invece rotolavano a qualche metro di distanza. In questo drammatico scatto non ci sono solo gli ultimi attimi della vita di un ragazzo di appena ventiquattro anni, c’è molto di più. In tutti noi, guardando i piloti di corse automobilistiche e motociclistiche così protetti e con attrezzature così sofisticate, nasce spontanea la convinzione che siano invincibili, che nulla possa ostacolare il loro cammino e che anche un imprevisto o un incidente non possa metterli in pericolo di vita. Invece non è così, loro stessi ne sono consapevoli, infatti ogni volta che scendono in pista sanno che stanno facendo qualcosa di pericoloso, qualcosa per cui possono rischiare la vita. Sanno tutto questo ma nonostante ciò, vogliono provarci, vogliono gareggiare e viaggiare a velocità incredibili, semplicemente perché al momento in cui si accendono le luci verdi dei semafori si dimenticano del rischio a cui vanno incontro e captano soltanto l’adrenalina che gli scorre nelle vene. Proprio per questo motivo Sic ha cominciato la fatale gara di Sepang con la stessa grinta e la stessa convinzione di sempre, ma al momento della partenza non avrebbe mai potuto pensare che quella sarebbe stata l’ultima corsa della sua vita. Lui stesso, un giorno, aveva dichiarato che “si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa , di quanto non faccia certa gente in una vita intera”. Se questa era la sua filosofia senza dubbio Sic ha vissuto al meglio il tempo che gli è stato concesso. Ogni volta che muore un personaggio celebre si accende una grossa polemica: se sia giusto o meno dare tanta importanza alla sua scomparsa, dato che ogni giorno muoiono nel mondo migliaia di persone di cui ignoriamo l’esistenza. Il caso ha voluto che proprio il giorno della scomparsa di Sic ci sia stato un terribile terremoto in Turchia che ha causato oltre mille vittime, dando vita, appunto, a discussioni riguardo la diversa rilevanza delle due tragedie. Oggettivamente non possiamo affatto paragonare la strage in Turchia con la morte di Simoncelli, anche perché tutte le vittime del terremoto stavano trascorrendo la loro tranquilla vita mentre Sic, come già detto, sapeva i rischi a cui andava incontro. Quello che conta però è il messaggio che ci ha dato, ovvero l’ennesima dimostrazione che i piloti non sono esseri invincibili, che durante le corse automobilistiche e motociclistiche la tragedia è sempre dietro l’angolo e che la morte non guarda in faccia nessuno. Quindi noi non dobbiamo dimenticare Sic soltanto perché è morto facendo quello che ha sempre desiderato fare e di cui conosceva i rischi, dobbiamo piuttosto ricordarlo semplicemente perché era un ragazzo di ventiquattro anni che aveva, come tanti noi, la passione delle moto. Un antico proverbio dice: “Muore giovane colui che è amato dagli dei”. Se è davvero così qualcuno lassù ha dato una moto a Sic e gli ha detto di continuare a fare ciò che ha sempre amato. Pagina 10 Attualità Novembre2011 Madonna Comunista! di Francesco Calamai Quello che non ti aspetti, peggio della battuta più banale da bar, più pericolosa di un colpo di stato, più imbarazzante di... occhei, ultimamente a cose imbarazzanti andiamo giù a palate. Però, toccare proprio questa donna, effigiandola di un così importante, nel senso di ingombrante, titolo. Eppure sono stati proprio alcuni esponenti del partito di maggioranza. Hanno spinto la loro massima accusa persino a questa donna, attaccando un simbolo ed una istituzione; noncuranti di tutte quelle persone -centinaia di migliaia - che le sono devoti. Proprio lei, quella di Lourdes, quella che ha avuto una prole senza sapere chi ne fosse il padre, è stata rimbeccata dal Vice-Ministro Giovanardi che svela che la signora "è apertamente per le famiglie omosessuali, quindi schierata palesemente contro la nostra cultura e la nostra Costituzione che non prevedono famiglie gay".Ma proprio lei? La stessa donna così strettamente legata al concetto di verginità? Ma qualcuno abbassa il tiro, se possibile, dicendo che la donna divenuta icona è stata palesemente "imbeccata". La deputata Carlucci del PdL afferma che la signora, anzi, Signora, in questione "non sa nulla dell'Italia","è un comportamento molto scorretto, da lei non me lo aspettavo". Addirittura è stata definita 'castrista'(nel senso che è fedele a Fidel). Capisci ora il vestito rosso... Ora, per correttezza d'informazione (cosa?! in quale ideologica utopia mi vado ad affossare!), c'è da dire anche cosa ha scatenato questa dura reazione. Una dichiarazione della stessa Madonna, che ha detto del Cavaliere: "è inadatto a guidare l'Italia". Te guarda se la nostra amica Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, ci stupisce così, senza crocifissioni sul palco o baci saffici in diretta, ma condividendo la posizione dell' Economist (tutt'altro che comunista) sul Premier ("L'uomo che ha fottuto un intero paese"). Pensare che è pieno di cantanti italiani che criticano la classe dirigente italiana e l'unica che ha effetto (esilarante) sul governo è una popstar americana. Ma noi la perdoniamo, infondo "evidentemente ha un ufficio stampa comunista che le ha detto di dire così per farla uscire meglio sui giornali comunisti." Parola di deputata PdL. Fonti: giornalettismo.com Dall'Antica Grecia all'epoca contemporanea: omosessualità nella storia di Sofia Taylor In questo articolo vorrei trattare un problema attuale e, purtroppo, irrisolto: il modo in cui vengono considerati e trattati gli omosessuali nella nostra società. Esistono opinioni molto varie su questo argomento. C’è chi pensa che l'omosessualità, sia fra uomini che fra donne, sia un fenomeno naturale e non vada ostacolata, e chi ritiene l'essere gay o lesbica una malattia o un disturbo mentale. Nella storia gli omosessuali sono passati da periodi di tolleranza, ad esempio nell'Atene classica, a periodi di completa repressione, quando addirittura venivano condannati a morte, come durante la Seconda Guerra Mondiale. Nell'Antica Grecia e nell'Antica Roma l'omosessualità non era considerata illegale in sé per sé, ma la sua legalità dipendeva più che altro dal rango dei diretti interessati e del ruolo che essi svolgevano all'interno della loro relazione (attivo o passivo). I Greci vedevano l'amore come una ricerca della perfezione e della bellezza, indipendentemente dal sesso della persona amata. Usuale era il rapporto fra uomo (l'erastes) e ragazzo (l'eromenos), anche se una volta che quest'ultimo diventava adulto la relazione si tramutava in amicizia. Infatti l'uomo era colui che amava il ragazzo, il quale doveva considerarsi onorato dell'amore del più anziano facendogli provare piacere; con l'età adulta al concedersi a qualcuno seguivano l'umiliazione e la vergogna pubblica. I Romani, nel periodo antecedente alla conquista della Grecia, giudicavano l'omosessualità un vizio degli Ellenici e la guardavano con sospetto. Invece, dopo la sua sottomissione anche loro acquisirono questo cosiddetto “vizio”, ma con qualche differenza: il ruolo di passivo poteva essere svolto solo da uno schiavo o da un liberto, poiché qualsiasi cittadino romano che avesse avuto un ruolo di sottomissione avrebbe perso tutto il rispetto e Novembre2011 Attualità Pagina 11 sarebbe stato disprezzato. Infine, durante il Basso Impero, con il codice Teodosiano, l'omosessualità passiva divenne punibile addirittura con la pena di morte e con Giustiniano anche coloro che svolgevano il ruolo attivo non vennero più tollerati. Si hanno testimonianze di relazioni fra persone dello stesso sesso anche durante il Medioevo, sebbene a quel tempo, con la caduta dell'Impero Romano e l'avvento del Cristianesimo, non fossero bene accette. Nell'Alto Medioevo questa intolleranza inizialmente era gestibile, poiché né la legge né le regole della Chiesa si occupavano molto di questa questione. In Oriente invece rimase in atto il codice riformato da Giustiniano, che in Occidente era andato perduto con la fine dell'Impero Romano, nel quale gli omosessuali erano condannati al rogo. Nel Basso Medioevo era presente un'aperta ostilità, alimentata dalla Chiesa, e i sodomiti divennero vittime di persecuzioni. Ma anche le classi sociali che non erano influenzate dalla Chiesa li disprezzavano e sono molti i documenti che li condannano. Non è chiara la situazione degli omosessuali nel Rinascimento. Ufficialmente erano presenti pene severissime, ma capitava spesso che non ci si prestasse attenzione e che si chiudesse un occhio, soprattutto se gli accusati di sodomia erano personalità influenti (come Gingastone, l'ultimo dei Medici). Poteva comunque succedere che queste accuse fossero utilizzate come pretesto per incriminare persone che avevano screzi coi potenti, come per esempio accadde a Leonardo Da Vinci, ed esistono casi come quello del quindicenne Giovanni di Giovanni, che a causa della sua omosessualità venne prima fatto sfilare per la città su un asino, poi castrato e infine sodomizzato con un ferro rovente. L'idea di una sottocultura nel Rinascimento è stata avanzata recentemente da Giovanni dall'Orto, un giornalista e storico milanese. La prima testimonianza di incontri fra omosessuali nelle città italiane del Rinascimento risale al 1407 a Venezia: i documenti parlano di un processo che coinvolse più di trenta persone. Un ragazzo etero accettava di avere rapporti sessuali con un altro uomo per denaro, per attirare l'attenzione di un adulto o per l'ovvio desiderio di essere iniziato al sesso. Poteva capitare che i genitori favorissero la prostituzione dei figli perché i soldi guadagnati erano utili al bilancio familiare. Una divertente prova dell'esistenza conosciuta degli omosessuali nella Firenze rinascimentale è una lettera di Machiavelli a Francesco Vettori, in cui parla di Giuliano Brancacci, uscito una sera a caccia di “uccelli”. Nonostante questi esempi, gli arresti in massa si successero ininterrottamente per secoli. Venivano incriminate persone non solo giudicate omosessuali, ma anche i cosiddetti “ruffiani di sodomia”, cioè coloro che procuravano i ragazzi ai ricchi sodomiti o che semplicemente favorivano gli incontri fra omosessuali. Ben pochi hanno avuto il coraggio di ostentare la propria diversità, come il pittore Giovanni Antonio Bazzi; la maggior parte di loro erano oppressi dalla famiglia e dalla paura di finire sul rogo e probabilmente vivevano con un continuo senso di colpa. Con la Rivoluzione Francese e i principi filosofici dell'Illuminismo venne promulgato il Codice Napoleonico, dove l'omosessualità era definita un “reato immaginario”, purché i diretti interessati conservassero una decenza pubblica. Questa scelta divise l'Europa in due aree: una composta dai Paesi, soprattutto cattolici, che seguivano il Codice di Napoleone e nei quali una relazione omosessuale fra due adulti non era un crimine; un'altra i cui Paesi continuavano a considerare un reato l'omosessualità maschile. Di conseguenza gli omosessuali che se lo potevano permettere finanziariamente andavano a cercare i propri amanti nei Paesi in cui era loro permesso dalla legge. Questa disparità di trattamento fu uno stimolo per i primi movimenti di liberazione omosessuale e per le campagne contro le leggi che li Pagina 12 Attualità Novembre2011 contrastavano, che ebbero maggiore successo nei Paesi in cui erano considerati contro natura. Con l'avvento del fascismo e del nazismo in Italia si creò una situazione quasi paradossale. Infatti l'inserimento degli omosessuali nei gruppi da colpire per la “tutela della razza” fu una decisione che non ebbe quasi conseguenze reali sui gay, proprio a causa di una tradizione forse peggiore: in Italia il mondo omosessuale non esisteva, non era considerato reale. Definire i gay una “razza”, come gli ebrei o i neri, sarebbe stato ammettere la loro esistenza e quindi ostacolare la strategia che aveva seguito il fascismo: cancellare del tutto l'omosessualità togliendole qualsiasi spazio di visibilità, anche se questa fosse stata negativa. Per settant'anni gli italiani avevano ripetuto che l'omosessualità era un vizio da inglesi e tedeschi e non fu certo il fascismo ad ammettere che esisteva anche in Italia. L'arresto del singolo omosessuale di cui tutti conoscevano i gusti particolari serviva a rafforzare l'immagine di una società “normale”, mentre un arresto in massa di decine di persone che non sembravano avere nulla di diverso da tutti gli altri avrebbe causato uno scandalo pericoloso per la società voluta dal fascismo. Quindi non ci furono leggi antiomosessuali, nonostante la polizia avesse il potere di eliminare “discretamente” gli individui con atteggiamenti scandalosi. Comunque furono poco più di un'ottantina coloro che ne subirono mortalmente le conseguenze; la maggioranza furono vittime di pestaggi, licenziamenti da enti pubblici o di una specie di arresto domiciliare mitigato, l'ammonizione. Queste forme di repressione sono praticamente sconosciute: infatti non facevano parte del codice penale e quindi erano “indolori per la società”, ma sicuramente non per coloro che ne erano colpiti. Invece, in Germania era presente una parte di popolazione dichiaratamente gay, visibile e cosciente di sé, una parte che era come un'alternativa per il “mondo etero”. Con Hitler e il nazismo questa parte omosessuale venne considerata come una tradimento alla società, perché i gay non potevano avere figli e non potevano quindi contribuire al potenziamento del popolo. La comunità omosessuale fu distrutta e i gay deportati in massa nei campi di concentramento: ne morirono tra i diecimila e i trentamila. Dagli anni '60 in Occidente si è sviluppata una vera e propria cultura gay, alla quale appartiene il Gay Pride, un corteo annuale che manifesta per ottenere maggiori diritti. Con lo scoppio dell'AIDS negli anni '80, questi movimenti hanno acquistato politicamente più importanza, offrendo servizi e supporto a chi ne è colpito. Ormai le relazioni omosessuali vengono considerate reati solamente in pochi Paesi, come in Africa o nella Penisola araba: in alcuni Stati sono addirittura punibili con la pena morte o l'ergastolo. Comunque nella maggior parte del mondo, compresa l'Italia, non c'è alcun riconoscimento per i gay, neppure un'unione civile (cioè una qualsiasi forma di convivenza fra due persone legate da vincoli affettivi ed economici riconosciuta dallo Stato). Fortunatamente sempre più Paesi si stanno aprendo ai matrimoni omosessuali: la Spagna, alcuni Stati degli Usa, il Sudafrica, il Canada. Ci sono anche Paesi dove comunque valgono matrimoni contratti in altri stati, come per la Francia. Ho scritto questo articolo perché è un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Ho più di un amico “dell'altra sponda” ed è orribile vedere come certe persone giudichino l'omosessualità innaturale, una malattia. Ora mi chiedo perché così tanta gente insista con questa teoria, considerate le prove scientifiche, scientifiche, che abbiamo sull'uguaglianza di amore etero e gay. Per esempio c'è un esperimento condotto presso l'University College di Londra, dai dottori Semir Zeki e John Romaya: sono state analizzate le attività celebrali di 6 etero, 6 lesbiche e 6 gay alla vista di una foto del loro partner. Nei risultati le mappature cerebrali erano tutte simili, nonostante le differenze di età e orientamento sessuale. E poi siamo nel XXI secolo, non esiste più la pena di morte nell'Unione Europea, non si bruciano più le “streghe” o gli eretici sul rogo, perché dovremmo prendercela con i gay? Moltissime attività che in passato erano considerate normali, come l'assoluto disprezzo per gli ebrei nell'Inghilterra del XII secolo, si sono evolute insieme alla scienza. Come mai per gli omosessuali ci sono ancora tutti questi pregiudizi? Siamo fermi a questo punto da troppo tempo: forse sarebbe l'ora se ci dessimo da fare per risolvere quest'idea bigotta sull'innaturalità dei gay. Ci sono moltissimi letterati famosi omosessuali: chi non conosce Oscar Wilde, Virginia Wolff, Federico Garcìa Lorca? Ci sarebbero tantissime altre cose da dire su queste e altre personalità, ma già il mio articolo è chilometrico. Finisco consigliandovi, se siete interessati, un telefilm e un paio di libri di argomento omosessuale: Queer As Folk, telefilm che, incredibilmente doppiato in italiano, si trova Novembre2011 Satira&Varie Pagina 13 su YouTube o Megavideo: parla di un gruppo di amici gay e della loro vita nella Liberty Avenue di Pittsburgh; Chiamami col tuo nome, di André Aciman, un libro particolare, secondo me bellissimo, che mi ha emozionata tantissimo: è la storia di Oliver ed Elio durante le vacanze estive di quest'ultimo nel Ponente ligure; La chimica dell'incontro, di Arthur Dreyfus, libro che si merita pienamente tutti gli apprezzamenti che ha ricevuto dalla critica: intreccia la storia di Chris ed Ernest a quella del nonno di quest'ultimo e la sua lotta contro il nazismo. Il rinomato Humour inglese 1)How do you get four elephants in a car? Two in the front and two in the back. 2)How can you tell that an elephant has been in the refrigerator? You can see its footprints in the butter. 3)What time is it when an elephant sits on your car? The time to buy a new one. 4) What do you do if an elephant sneezes? Get out of the way very quickly. 5)How do you stop an elephant going through the eye of a needle? Tie a knot in its tail. 6)How do you know if there is an elephant under your bed? The ceiling is very close. 7)Why is an elephant large, grey and wrinkled? Becouse if it was small, white and smooth it would be an aspirin. 8) How does an elephant decide to give up his job with the circus? It was tired of working for peanuts. 9)How does an elephant get down from a tree? It sits on a leaf an waits for autumn. 10) Why can’t two elephants go into the swimming pool at the same time? They only have one pair of trunks between them. 11) Why do elephants paint their toenails pink? So they can hide in cherry trees! Pagina 14 Novembre2011 L’AngoloPoetico Dialogo Decor(e)ativo De I Ragazzi della BO-FI “Io non coagulo bene: schiarisce o stiamo solo scendendo?” “Il vento porta il Sole Il vento porta le nubi” “Stare tra le mucche è romantico” “È gutturalità anglofona” “Ma la tazza no” “L’età incombe e tu sei l’uomo tra due fiumi “ “Però il bagno è profondo” “Però, tu sei degli autoscatti l’esperto” “Siamo invasi dallo spazio” “Si sente astratto” “È l’erba che punge” I Ragazzi della BO-FI Commento dei I Ragazzi della BO-FI Sin dal primo scambio di battute possiamo individuare i due personaggi che si stanno confrontando. Il primo è un uomo in crisi, senza più certezze, non è più in grado di stare con se stesso, si scivola via (non coagula). L’altro è in comunione con la natura, tanto da farne derivare la sua sicurezza, non si piega agli sconforti della vita. La ricerca del primo volge verso orizzonti interni, ma l’altro gli fa notare che è una strada chiusa e aspra. Ma vi è comunque una speranza nel quotidiano, raffigurato dalla tazza. L’uomo sicuro delle sue certezze incoraggia il suo discepolo, lo rassicura che per quanto passi l’inesorabile azione del tempo è pur sempre la natura il miglior rifugio. Ma vi è uno spazio troppo vasto per ritrovare la propria coscienza. Il maestro ribatte che essa è perseguibile attraverso lo studio di se stessi (l’autoscatto), di cui il discepolo ne è già fautore. Ma lui si arrende di fronte alla totalitarietà che va oltre le sue possibilità. L’ultima soluzione è quella di elevarsi oltre le nubi che oscurano la brillantezza del Sole. Invece non c’è modo di distaccarsi, di raggiungere la pace dei sensi perché infondo siamo sempre su questo prato a farci del male. Commento di un laureato in Matematica Sinceramente, al di là della gutturalità anglofona ci ho capito poco… Alcuni versi sembrano fatti apposta per far dire Eh? al lettore. E' un caso? Un momento: per forza!Siamo noi che invadiamo lo spazio, non viceversa! E l'erba che punge è il campo, di forza, che modella lo spazio. Ne curva la struttura come un paziente fabbro fa con le sue creazioni. Nella sua realtà, lo trovo splendidamente astratto. Vero senza infingimenti, fin nella singolarità da cui tutto ha origine e tutto finisce: la tazza. Novembre2011 Satira&Varie Pagina 15 HALLOWEEN E LE SUE ORIGINI Di Sara Fiore Halloween o Hallowe'en, che significa ''ognissanti'', è una festa popolare di origine pre-cristiana che viene celebrata il 31 Ottobre . Le sue antichissime origini affondano però nel più remoto passato delle tradizioni europee . Tutto iniziò con i Celti, che indirono una festa per celebrare la fine dell'estate chiamata inizialmente ''Samhain'' (grammaticalmente ''estate-fine''). Secondo le loro tradizioni durante il Samhain si ''aprivano'' le porte delle terre dei morti in modo che questi potessero far visita al mando dei vivi. I Celti non avevano paura dei morti; nonostante ciò, credendo che tali spiriti fossero malvagi, e per evitare scherzi maligni o rapimenti, lasciavano loro dei piatti con dei dolci. Da qui nasce l'usanza del ''trickor-treat'' (dolcetto o scherzetto).Ed è a causa di questa credenza che cominciarono a diffondersi terribili storie di rapimenti e scherzi maligni (attribuiti appunto agli spiriti). Attualmente, la credenza è che si debba bussare a 13 porte, dicendo ''dolcetto o scherzetto'', per allontanare la sfortuna. La Jack'o'lantern, più comunemente chiamata ''zucca di Halloween'', veniva invece creata con lo scopo di ingannare i morti ed evitare di essere rapiti e portati nel loro mondo. C'è anche una leggenda britannica che narra di un ragazzo, Jack, che faceva scherzi malvagi non solo sulla terra ma perfino al Diavolo. Così, quando morì, divenne un fantasma destinato a vagare per sempre con una lanterna, ricavata da una zucca, e illuminata da una candela. Pagina 16 Varie Novembre2011 CHE COS’E’ LA FELICITA’? di Vincenzo Dal Cortivo Vi è mai successo di rimanere a casa o in qualsiasi altro posto e non sapere cosa fare? Vi siete mai sentiti a disagio nel fare o nel non fare qualcosa? Vi siete mai chiesti se siete felici? Se siete soddisfatti di quello che avete? Se vorreste cambiare qualcosa in quella che è la VOSTRA vita? Avete mai pensato se siete contenti di condividerla con amici, genitori, con il vostro/a ragazzo/a? Beh, a me succede spesso e ho deciso di parlarne con qualcun altro, e ho scelto il giornalino scolastico, che da quando è stato fondato ha dato la possibilità a tanti di noi di raccontare i propri segreti, pregi e difetti e molto altro ancora. Ad alcuni di voi potrà sembrare strano che ascoltando un po’ di musica si possa riuscire a rilassarsi, e invece a molti altri risulterà una cosa più che normale; chi non l’ha mai fatto provi a distendersi, a mettersi delle cuffie ed ascoltare la propria musica (possibilmente senza addormentarsi) pensando a tutto ciò che ci circonda. Provate a rispondere alle domande che vi ho posto prima, e perché no, fatevene delle altre e proponetele ai vostri amici, e anche al DeGe stesso. Per come la vedo io, una persona può esser felice accontentandosi di poco, anche solo per il sorriso di una persona cara, oppure cercando di raggiungere degli obiettivi che si è posta col trascorrere del tempo. Se non ve li siete mai fissati, beh, fatelo, anche solo per scoprire se raggiungendo tutto ciò possiate essere felici. Basta veramente così poco per essere felici? Per me, ad esempio, tornare a casa e poter salutare i miei genitori, dopo aver discusso la sera prima, può darmi la possibilità di capovolgere una giornata iniziata male, facendola finire bene. A voi è mai successo? Ognuna di queste cose però ha una valenza individuale! A me per essere felice può bastare poter stare anche solo 5 minuti con i miei migliori amici e ridere, e ridere ancora. Gli amici esistono proprio per questo, per cose sia superficiali e altre fondamentali: se il compito è andato male, se hai litigato con un amico, se hai discusso con i tuoi, se una persona ti ha deluso, ti ha sorpreso in negativo, se sei stato lasciato da una persona a cui tenevi senza un motivo chiaro o comunque lontanamente comprensibile, se hai bisogno di un consiglio in amore, nelle amicizie, nella vita che continua imperturbabile a fregarsene di tutto e di tutti. Queste sono quelle piccole-grandi cose che ti possono aprire un nuovo mondo, intoccabile o quasi per gli altri, nel quale TU sei al centro e sei libero di decidere cosa fare della TUA vita, se mantenerla solo TUA oppure condividerla con quelle persone che ti fanno inconsapevolmente sentire speciale ogni giorno, e che influiscono positivamente su di TE, sulle TUE azioni, sul TUO essere TE STESSO. Insomma, quello che io non sto riuscendo a fare lo propongo a voi: cercate di trascorrere più tempo possibile con le persone che vi vogliono bene partendo da amici cari, genitori, e non per ultimi, anche con voi stessi perché ve lo meritate; imparate ad apprezzare tutto ciò che avete e condividetelo con gli altri. Cercate di risolvere i problemi che vi circondano, Novembre2011 Varie Pagina 17 sia quelli di matematica e fisica, sia quelli che avete creato voi nei rapporti con chiunque, e anche in quei casi dove voi non ne avete alcuna colpa. (Aprendo una piccola parentesi veloce, mi sono appena reso conto che Benedetta Parodi non l’hanno soppressa, ma bensì, dopo esser stata sostituita a “Cotto e Mangiato” di Studio Aperto, è passata a LA7 al programma “Menù di Benedetta”. È ancora viva; mi sembrava debito dirlo ai suoi sostenitori! Chiusa parentesi). Cercate di realizzare i vostri sogni chiedendo tranquillamente l’appoggio a chi vi sta vicino. Questo ve lo dico perché ho conosciuto amiche, e anche amici, col desiderio di farsi un anno all’estero o altro: tutto programmato e approvato e…e alla fine tutto è saltato, e vederli tutti così delusi non è stato assolutamente piacevole (ovviamente per fortuna, ci sono anche coloro che sono riusciti nel loro intento di partire). Nonostante ciò v’invito e incito a provare e provare, e a riprovare ancora a raggiungere i vostri traguardi, perché ciò vi potrà rendere felici, e rendere contenti molti altri che tengono a voi. Mai arrendersi e fermarsi al primo ostacolo che vi si pone davanti. Insomma, cos’è la felicità per ognuno di noi? Cosa ci costa provare a raggiungerla ed agguantarla rendendola nostra? E soprattutto non tenetevi tutto dentro come fanno tanti di voi, e dopotutto come faccio anch’io, ma sfogatevi, apritevi (non fisicamente) e condividete tutto ciò che sentite di voler far sapere del vostro vero IO. Scrivendo quest’articolo potrei aver dato l’impressione di essere sicuro di me, di aver provato a fare ciò che vi consiglio…ma in realtà non è assolutamente così, anzi io stesso vi invito a dire la vostra e perché no, a suggerirmi qualche risposta alla domanda del titolo. Siate sempre pronti e disposti a dare, anzi donare e aiutare in qualsiasi modo tutti come diceva e faceva sempre Lorenzo Guarnieri, una persona che era entrata nel cuore di molti, e che resterà sempre nel mio e di tanti altri, un amico speciale. Pagina 18 Novembre2011 Varie Superstizioni Di Elena Fiore Questo articolo è stato scritto partendo dal presupposto che io non sia l 'unica ad avere un nonna (o un parente) un po ' "strana", che si mette le mani nei capelli quando a tavola rovesci il sale o distrattamente appoggi il cappello sul letto. Qui di seguito troverete tutte le spiegazioni a quelle superstizioni che francamente, al momento, sono fonte più di incredulità (personalmente ci rido su) che timore (fortunatamente non sono più molti ad inchiodare e a fare inversione con la macchina alla vista di un gatto nero sul ciglio della strada). Il Gatto Nero: Navigando su Internet ho trovato due motivazioni attendibili che potrebbero spiegare questa credenza: La prima risale ai tempi in cui si utilizzavano ancora le carrozze e l' illuminazione per le strade era scarsa. I gatti neri di notte non si vedevano e se un gatto finiva sotto le ruote di una carrozza provocava un incidente in quanto i cavalli si spaventavano e si imbizzarrivano. L'altra motivazione ha a che fare con i pirati turchi che erano soliti portare a bordo delle navi dei gatti neri per cacciare i topi nella stiva (neri perchè così erano meno visibili nel buio). Quando i pirati approdavano vicino a una città, in attesa di saccheggiarla, i gatti potevano approfittarne per scendere a terra. Vedere in giro un gatto nero, quindi, divenne un presagio di sventura. La Scala: La scala forma in genere tra pavimento e muro a cui è poggiata un triangolo. Il triangolo è un simbolo che in genere è riferito a dio e alla trinità. Il passarvi in mezzo implica una profanazione del simbolo religioso e quindi una fonte di sfortuna. Novembre2011 Pagina 19 Varie Il Sale: Anche qui le motivazioni sono principalmente due: Nonostante nel Cenacolo di Leonardo Da Vinci non si veda più, data l'usura della tela, Giuda col gomito aveva rovesciato il salino mentre parlava all'orecchio di Gesù. L'altra motivazione risale invece a quando il sale aveva ancora un grandissimo valore (tanto che ci si pagava la gente, il "salario", appunto) per cui rovesciarlo portava male in quanto spreco di un bene prezioso. Ombrello aperto in casa e cappello sul letto: Pare che nel medioevo i preti, quando andavano a dare l' estrema unzione, portassero un' ombrello nero, che aprivano sopra la testa del malato prossimo alla morte. Siccome quello era l' unico ombrello che si apriva in casa, allora ecco che si fece il collegamento tra un ombrello aperto in casa e la morte imminente. Lo stesso vale x il cappello : In passato, quando i sacerdoti si recavano al capezzale di un moribondo, posavano il cappello sul letto. Da allora è nata quindi anche la superstizione che posare un copricapo sul letto porti sfortuna. Rompere uno Specchio: Anche in questo caso le spiegazioni di questa credenza sono due: La prima ha origine presso i cinesi, e gli orientali in generale, per i quali ogni luogo ove viene riflesso il corpo umano è sacro, misterioso e pericoloso poiché cattura, assieme all’immagine, anche una parte dell' anima di colui che vi si riflette. Rompere uno specchio quindi significava distruggere anche parte dell’esistenza/spirito del riflesso, e per questo é motivo di funesto presagio. Dall’antica Roma in poi invece, quando si diffuse questa credenza in ambito europeo, la rottura di uno specchio aveva il significato di porta-sfortuna per motivi molto più prosaici. Gli specchi infatti costavano moltissimo a causa del primitivo strato d’oro, argento o rame puro (in seguito sostituiti da piombo, stagno, mercurio, alluminio) che veniva spalmato come riflettente sulla base prima del posiziona- Pagina 20 mento Novembre2011 Satira&Varie della lastra di vetro sopra (carissima anche quella). Romperne uno significava quindi sempre un’infausta “perdita“, soprattutto economica, . alla quale seguiva il dover fare almeno “7 anni di sacrifici * “ prima di riuscire a comprarne un altro. Rimedi: Porre i frammenti dello specchio rotto in una bacinella d’acqua insieme a una pietra trasparente e chiarissima (es. cristallo di quarzo, diamante, acquamarina), lasciarli lì per 7 giorni e poi gettare l'acqua lontano da casa. Oppure raccattare velocemente i pezzi di specchio per poi gettarli al vicino corso d’acqua dolce corrente (fiume, torrente) e buttarveli dentro. *Ma perché proprio 7 anni di sfortuna? Perché il numero 7 è da sempre considerato magico, misterioso, intriso di sacralità e con una ricchissima simbologia che lo connota fin dall'astrologia babilonese, che riconosceva 7 pianeti e divideva il mese lunare in cicli di 7 giorni, (da qui l'origine della Il 7 rappresentava in quel tempo il cosmo nostra settimana). e la sua perfezione. Il risultato della somma di 3 (lo spirito, il maschile) e del 4 (la materia, il femminile). Venerdì 17: In teoria il giorno che la tradizione vorrebbe che portasse sfortuna sarebbe venerdì 13, perché fu di venerdì 13 ottobre che venne dato l'ordine dello sterminio dei templari. In America infatti ancora oggi è il 13 il numero sfortunato. Per quanto riguarda il 17 ci sono diverse teorie: alcuni sostengono che sia perché in romano 17 si scirve XVII che anagrammato diventa VIXI e quindi VISSI, cioè vissi e ora sono morto; secondo altri si tratta del giorno d'inizio del diluvio universale, iniziato secondo l'antico testamento nel giorno 17 febbraio. Eppure, anche in passato, c'è chi invece considerava il venerdì un giorno fortunato (a prescindere dalla data del calendario in cui cadeva): Cristoforo Colombo, ad esempio, non pensava assolutamente che fare le cose in quel giorno portasse male: partì da Porto Palos un venerdì; mise piede sulla nuova terra di venerdì e rientrò, sempre di venerdì, a Porto Palos. Novembre2011 Satira&Varie Pagina 21 L’ INVASIONE DEI PICCIONI De La Redazione ATTENZIONE: Tale articolo potrebbe provocare allarmismi, problemi cardiaci e sindrome da panico. Gli affetti da sindrome anti piccioni, gli abitanti delle piazze, i veneziani e gli anatidaephobici, potrebbero registrare un aumento dei loro disturbi. Non leggere in caso di ipersensibilità, amore per piccioni, animalismo e cardiopatia. La redazione si esime da qualunque responsabilità. Se i sintomi persistono consultare uno psicologo. L'invasione dei piccioni ovvero non ci sono più i piccioni di una volta La piccionofobia (parente stretta dell'Anatidaephobia), è la nuova malattia psichica dilagante. Si è registrato un pericoloso incremento di questo disagio mentale nelle popolazioni urbane. Il motivo di tale disturbo è da registrarsi nella modificata attitudine comportamentale della fauna piccionesca. Si vedono sempre più piccioni morti nelle strade e ciò, oltre a costituire un reale problema per gli automobilisti, rappresenta una minaccia per lo stomaco dei cittadini e per i cardiopatici. Piccioni sempre meno inibiti infestano le nostre piazze e, con sguardi minacciosi e vacui e movenze scattose, perlustrano il territorio circostante come ponderando un gesto subitaneo e losco. Testimonianze parlano di “incroci tra nutrie e piccioni”, colombe che si scagliano sui vetri di case dall'ambiente caloroso e sereno, feci dalle dimensioni spropositate dal plurale bersaglio ( riuscendo a colpire piedi, teste e braccia di persone diverse nello stesso “colpo”). Le autorità si dimostrano incompetenti nel trovare una soluzione al problema, o lo ignorano, timorosi di creare allarmismi e palesarsi privi degli strumenti necessari per risolverlo. Gruppi nutriti di piccioni organizzati si riuniscono sempre più frequentemente, probabilmente studiando le mosse successive che possano garantire un'ulteriore espansione... Il futuro è ancora incerto, l'unica cosa che possiamo fare è raccomandare alla popolazione la massima prudenza e di tenere alta la guardia. Pagina 22 Satira&Varie Novembre2011 CERCASI TITOLO DISPERATAMENTE Di Beatrice Volpi Un titolo è sempre la parte più difficile quando scrivi qualcosa. Un titolo bello, un titolo elegante, un titolo didascalico. Va trovato un titolo altrimenti ciò che scrivi sembrerà privo di significato e allo stesso tempo è la prima cosa che si legge, diventa la parte più importante. Deve racchiudere il senso di ciò che i lettori troveranno sotto di esso, deve essere la sintesi ma anche il commento dello scritto. È ciò che colpisce i lettori, deve attrarre, deve essere semplice, sintetico, ma esauriente. Un titolo, per piacere, si potrebbe avere un titolo?! I titoli sono come le ferie, sono merce più che rara ma senza prezzo, non vendibili, né usati né nuovi; se esistesse un negozio di titoli io sarei la loro miglior cliente. Come puoi racchiudere i pensieri espressi in 3 colonne in un titolo di 5 parole? E a che tipo di titolo appellarsi? In un libro un titolo deve essere breve, esplicativo, abbastanza chiaro da distinguere il tuo libro da qualunque altro, non deve essere troppo lungo per comodità di chi entra in libreria e dà un’occhiata agli scaffali, di sfuggita. In un giornale il titolo indica la natura e il contenuto dell’articolo stesso ed è posto in evidenza, lo si trova scritto con carattere diverso e molto più grande rispetto al corpo del testo. A causa di vincoli di spazio, un requisito di editoria è la capacità di scrivere i titoli in stile compresso e telegrafico, con contrazioni e abbreviazioni. I titoli omettono spesso le forme del verbo essere, gli articoli grammaticali, le preposizioni, possibilmente si trovano senza congiunzioni, né punteggiatura al posto giusto. Va di moda calpestare l’italiano, i giornalisti sostengono di poterselo permettere. In una pubblicità il titolo di testa è lo slogan che sintetizza il testo correlandolo con le immagini del messaggio pubblicitario. Anche in questo caso il titolo vale o meno la vendita del prodotto. E quando scrivi un saggio breve, con i documenti e le fonti da utilizzare, magari su un argomento che non ti preme mai abbastanza, mancano 4 minuti al suono della campanella, lo rileggi, sei vagamente soddisfatto del lavoro, vedi errori che non fai in tempo a correggere, l’insegnante dalla cattedra ti ricorda che devi apporre un titolo: già, il titolo. E a quel punto ti rimangono solo 50 secondi prima della consegna, in cui devi inventarti un titolo. Formularne uno è un'operazione tutt'altro che banale in questi casi, soprattutto se il testo deve essere argomentativo. In un saggio breve il titolo deve contenere un argomento e una tesi. Sarà la prima cosa che la tua insegnante leggerà su quel foglio protocollo che qualche giorno dopo avrà un segno rosso, indicante un numero e un commento. E allora ti affidi al tuo istinto, scrivi la prima cosa che ti viene in mente, riferendoti vagamente a ciò che hai scritto fino ad ora. Un titolo, per favore, si potrebbe avere un titolo? Novembre2011 Pagina 23 Satira&Varie Due facce di una stessa, stupida, medaglia Di Anonima Arrabbiata Se dovessimo cominciare a prestare ascolto alle voci di corridoio, il mondo sarebbe pieno di "finocchi" e "donne dai facili costumi" , meglio conosciute come troie * (la qual cosa sarebbe, tra l'altro, inverosimile). Troppe volte, infatti, per gelosia, o semplicemente, perché si fraintende la situazione, scappano (per meglio dire, vengono sputati fuori) insulti decisamente pesanti. La cosa che trovo più assurda è che una stessa situazione, vista da due punti di vista diversi, appare in modo COMPLETAMENTE differente. Se una ragazza si lascia un po' andare, ad esempio in discoteca (luogo in cui il divertirsi con un ragazzo non implica poi il fatto che lo si conosca o che lo si voglia conoscere) subito gira la voce che un atteggiamento di questo tipo sia un fatto assurdo, da troia, da ragazza facile. Un ragazzo, nella stessa situazione, si fa invece la fama di "figo", di uno che piace, si fa pubblicità, aprendosi la strada a nuove conquiste. Penso che ognuno abbia un proprio modo di divertirsi: ci sono persone che si divertono facendo il loro sport preferito, altre che venderebbero il proprio fratello/ sorella per andare al concerto del loro gruppo del cuore. Ecco, sappiate che c'è chi si diverte ad andare a ballare, col cuore che batte al ritmo di quella musica commerciale che molti disprezzano. Sentitevi pure superiori per aver trovato modi (secondo voi "migliori”) per star bene e divertirvi, ma non giudicate, perché di persone al mondo ce ne sono tante e non tutte sono uguali; siamo tutti diversi, impegnati nel raggiungere uno stereotipo, raramente contenti di ciò che siamo. Se poi non potete fare a meno di giudicare, almeno astenetevi dall'esprimere commenti tanto acidi, perchè possono ferire, soprattutto quando la persona in questione non si riconosce nell'immagine che di lei hanno dipinto le malelingue. Riflettete, prima di dare aria ad una bocca sempre pronta ad esprimere un giudizio affrettato e tanto restia invece a chiedere scusa, anche quando la ragione dice a chiare lettere che sarebbe la cosa più giusta da fare. (*) Avrei dovuto mettere l'asterisco per intendere "donne dai facili costumi", ma per sottlineare il fatto che non è esattamente questa la parola bisbigliata dalle labbra invidiose di una compagna di classe, ma un'altra, credo che questi siano i termini giusti per parlare in un giornalino scolastico. D’altra parte il registro usato in cortile a ricreazione non è certo meglio. Pagina 24 Novembre2011 LaGrandeCa$$ata La Grande Ca$$ata De La Redazione Salve gente! Dato che il DeGe è sempre e costantemente in ritardo vi proponiamo delle ricette halloweeniane in ricordo della lugubre festa, sperando che possiate saziarvi senza ubriacarvi. Prima di cominciare un piccolo indovinello, qual'è la verdura più tipica di Halloween?? Forse, dico forse, lo capirete facendo le ricette! Bon Appe! se riuscite a intagliare un coperchio e a levare la polpa con un scavino, potrete poi usare la zucca per fare quelle belloccissime lampade/zucca tipiche di Halloween. RISOTTO ALLA ZUCCA E SALSICCIA Ingredienti per 4 persone: 320 gr di riso 400 gr di zucca 200 gr di salsiccia 1 cipolla 1/2 bicchiere di vino bianco 1 lt di brodo 50 gr di burro 2 cucchiai di olio 30 gr di parmigiano Sale Tempo di preparazione: 10 min Tempo di cottura: 30 min Tempo totale: 40 min 1. Pulite la zucca, privatela dei semi e della buccia e tagliatela a pezzettini. 2. Sbucciate e tagliate a velo la cipolla quindi fatela imbiondire in una casseruola con metà del burro e l’olio. 3. Private la salsiccia della pelle e sbriciolatela con una forchetta , aggiungetela quindi alle cipolle e sfumate con il vino bianco 4. Aggiungete ora la zucca, mescolate e fate cuocere una decina di minuti a fiamma bassa 5. Aggiungete il riso, fatelo tostare nel condimento mescolando con un cucchiaio di legno. 6. Cuocere il risotto con la zucca e la salsiccia aggiungendo il brodo bollente un mestolo per volta mescolando di tanto in tanto 7. A fine cottura, aggiustate di sale, spegnete il fuoco e mantecate il risotto aggiungendo il restante burro e il parmigiano 8. Fate riposare il risotto zucca e salsiccia qualche minuto prima di servirlo nei piatti. P.S.: se la salsiccia non vi piace (n.d.r.: e qui giù doppi sensi) o se siete vegetariani il risotto si può fare benissimo anche senza, basta saltare il punto 3. Tempo di preparazione: 20 min OSSA DI HALLOWEEN Tempo di cottura: 60 min Ingredienti: Tempo totale: 80 min 2 albumi a temperatura ambiente 160g di zucchero 1. Iniziare a montare gli albumi. 2. Senza smettere di montare, aggiungere lo zucchero in tre riprese, fino ad ottenere un composto ab- Novembre2011 LaGrandeCa$$ata Pagina 25 bastanza sodo da mantenere la forma. 3. Utilizzando una sac à poche con il beccuccio liscio, (o, se non ce l'avete, carta da forno arrotolata a cono con la punta tagliata) disegnate le ossa su carta da forno. 4. Cuocere in forno a 70° per circa un’ora (o fino a che le ossa non saranno asciugate). Mi raccomando: non alzate la temperatura del forno per fare prima, le meringhe si ingiallirebbero! 5. Lasciar raffreddare e staccare dalla teglia. Ed ecco le vostre ossa di Halloween. Tempo di preparazione: 40 min Tempo di cottura:15 min Tempo totale: 55 min MUFFIN ALLA ZUCCA Ingredienti per 6 muffin: 200 gr di polpa di zucca 150 gr di farina 80 gr di zucchero di canna 1 cucchiaino di cannella 1/2 bustina di lievito per dolci 60 ml di latte 50 ml di olio di semi 1 uovo 50 gr di cioccolato 1. Tagliare la zucca a quadratini e farla cuocere in forno a 180 gradi per 30 minuti. Con l’aiuto di una forchetta ridurre la zucca a purè e metterla da parte. 2. In una ciotola mescolare la farina, lo zucchero, la cannella e il lievito 3. A parte, mescolare il latte, l’olio e l’uovo.Versare i liquidi negl'ingredienti secchi e mescolare 4. Aggiungere ora la purea di zucca amalgamandola all’impasto dei Muffin con un cucchiaio di legno. 5. Versare il composto il 6 stampini per Muffin e aggiungere al centro di ognuno un pezzetto di cioccolato. 6. Infornare i Muffin alla zucca in forno già caldo a 180 gradi e cuocere 15 minuti. 7. Lasciar intiepidire i Muffin alla zucca prima di servirli LA VERA ZUCCA DI HALLOWEEN avete fatto la vostra Jack O' Lantern (zucca di halloween) e vi è avanzato l'interno?? Non vi preoccupate, ecco per voi due fantastiche ricette!! p.s.:se non avete fatto la lampada potete comprare direttamente la polpa. Teatro L’anno scorso la nostra scuola, oltre al laboratorio di improvvisazione teatrale, vantava l’esistenza di altri due gruppi teatrali: il teatro della matematica e il teatro della letteratura. Quest’anno è stata presa la decisione di far coesistere le due realtà in un unico progetto che permettesse di presentare una grande opera letteraria in chiave scientifica. Il primo incontro è fissato per giovedì 10 novembre alle ore 15.00 nei locali della sede. Chiunque fosse interessato può partecipare. Per maggiori informazioni contattare i professori: Ugo Perna e Silvia Persiani. ScatoloneFabbricone Novembre2011 Cronaca Scolastica illustrata Ovvero i prodotti de Lo Scatolone Fabbricone RAPPRESENTANTE D’ISTITUTO 1, MEGLIO CONOSCIUTO COME LO ZOLFA LA FOXY, CONOSCIUTA ANCHE COME VULPIX Pagina 26 RAPPRESENTATE D’ISTITUTO 2, MEGLIO CONOSCIUTA COME CEC Novembre2011 Pagina 27 Giochi GAMES A cura di Andrea Pacini 1 2 3 4 5 6 7 8 Across 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 20 21 23 22 24 25 26 27 19 1. Drain off a fluid 5. In a higher place 9. Less distant 10. Dwelling 12. Worthless piece of cloth 13. Pry 14. Electronics letter (1-4) 15. Sliding vehicle 16. Exclamation of contempt 18. Roughly 20. Lyrical wordsmiths 22. Terrible 23. Irritate 24. Fall guy 25. Eccentric man 26. Heavens 27. Enthusiastic kiss 8. Wicked 10. Too Down 11. Exceed in weight 16. Animal with tusks 2. Tag 17. Have confidence in 3. Terminated 18. Body of bees 4. Source of venison 19. Melody 5. Take into custody 20. Head of the Roman Catholic Church 6. horizontal structural 21. Tall plant 7. Gallery occupied by a church organ (5, 4) 22. Copies Post Scriptum Come cordialmente suggerito dalla prof. Stringa, per questo numero ho messo un cruciverba in lingua inglese Il giornalino degli studenti del Liceo Castelnuovo Direttore: Niccolò Fiaschi VB Vice direttrice: Agnese Dolis VC Redattori: Andrea Pacini 5B Francesco Calamai 5B Cosimo Lorenzetto Bologna 5B Beatrice Volpi 4B Lorenzo Zolfanelli 5B Cecilia Di Loreto 5B Sofia Baumgartl 3H Tommaso Zolfanelli 2B Vincenzo Dal Cortivo 5B Serena Stucchi Prinetti 1F Giulia Rossiferrini 4F Alessandro Guetta 5F Costanza Esperti 3B Claudio Falchetti 5B Bartolomeo Tagliaferri 5B Sofia Taylor 3B Brando Baumgartl 1L Paolo Marimon 2A Daria Bragina 1F Ambra Corso 5C Saverio Misuri 2A Gli articoli per il prossimo numero vanno consegnati entro il 23 novembre Gli articoli vanno spediti al seguente indirizzo: [email protected] oppure consegnati in floppy/cd/chiavetta usb Tutti gli studenti sono invitati a partecipare con la loro presenza alle riunioni di Redazione che si terranno regolarmente tutti i Mercoledì dalle 14.30 in sede; con la produzione di articoli o altri elaborati relativamente a ciò che più gli piace o gli interessa. Il gruppo di redazione si riserva di concordare con gli autori la pubblicazione dei lavori nei limiti dello spazio disponibile e nella qualità rispettosa degli stessi . Si invitano inoltre tutti gli studenti a fare uso de Lo Scatolone Fabbricone Indirizzo e-mail: [email protected] Sito internet: Disegnatori: Novella Lecci 4B Paolo Marimon 2A “K” 6N http://degeneratione.wordpress.com Finito di stampare il : alle ore: In tiratura di copie