7^ GITA SOCIALE - CREMONA Domenica 9 Giugno 2013

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7^ GITA SOCIALE - CREMONA Domenica 9 Giugno 2013
7^ GITA SOCIALE - CREMONA
Domenica 9 Giugno 2013
Quest’anno DOSCA ha scelto come meta della tradizionale gita sociale la bella Cremona. Città
affascinante, Cremona è anche simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. Cremona è la patria dei
liutai e del noto Antonio Stradivari; ma è anche luogo di antichi e prelibati sapori come il salame
cremonese, la mostarda e il torrone. Troviamo inoltre importanti monumenti architettonici come
la Cattedrale e il Torrazzo, il campanile storico più alto d'Italia (più di 126 metri).
La città dei liutai
Cremona possiede infatti un patrimonio liutario di gandissimo interesse. Passeggiando nel centro,
tra le viuzze ricche di storia e i palazzi medievali, in mattoni rossi, al tramonto ammantati, come i
violini, di un bel colore arancio dorato, si può scoprire il passato musicale e liutario della città
attraverso importanti testimonianze. Alcune sono legate direttamente alla vita del grandissimo
Antonio Stradivari.
Collezione di straordinaria bellezza è quella degli Archi di Palazzo Comunale, un’esposizione di
strumenti ad arco fra le più importanti che si conoscano. Gli strumenti esposti tracciano la storia di
quella che è stata la più grande scuola liutaria di ogni tempo, nata e sviluppatasi in Cremona dalla
prima metà del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo.
Il violino appare nella prima metà del XVI secolo e ha in Andrea Amati il primo dei liutai cremonesi
che si distingue nella costruzione di strumenti ad arco.
Alcune considerazioni, di non poco peso, danno un consistente contributo al sostegno di questa
tesi: il fatto che Andrea Amati sia nato attorno al 1505 ridimensiona decisamente l'importanza che
si è creduto di attribuire alla città di Brescia, in quanto patria del violino con Gasparo Bortolotti da
Salò, nato nel 1540; il gruppo di strumenti commissionati da Carlo IX di Francia, poco dopo la
prima metà del XVI secolo, ad Andrea Amati dimostra che a quel tempo, quando Gasparo da Salò
era poco più che ventenne l'arte del liutaio cremonese fosse conosciuta ben oltre i confini italici.
Due dei figli di Andrea, Antonio e Gerolamo, si dedicano alla liuteria e lavorano nella bottega del
padre. Nicolò Amati, figlio di Gerolamo, si afferma nel XVII sec. proseguendo il cammino nel solco
dei suoi predecessori.
Dalla seconda metà del XVII secolo lavora in Cremona il più celebre dei liutai: Antonio Stradivari.
Nascono così i più grandi capolavori che la storia della liuteria conosca. Un posto fra i grandi della
liuteria cremonese spetta a Giuseppe Guarneri del Gesù il quale, benché più giovane di Stradivari
di circa mezzo secolo, gli sopravvive di pochi anni.
Inutile sarebbe ricercare in Guarneri del Gesù la raffinatezza di linee espresse dagli Amati e da
Stradivari nei loro lavori.
Piuttosto sembra lecito pensare che le attenzioni maggiori del maestro siano rivolte a problemi di
carattere acustico: la prontezza di del suono, in strumenti dal taglio vigoroso, senza per altro che
questa ultima si dissoci dalla capacità di penetrazione e al tempo stesso dalla dolcezza.
I violini di Palazzo Comunale
Andrea Amati
il Carlo IX, 1566 c. - violino
Questo violino faceva parte di un gruppo di strumenti costruiti per la corte di Carlo IX di Francia, gruppo formato da piccoli violini,
grandi violini, viole e violoncelli, ed è uno dei soli quattro superstiti tra i violini di grande formato. È uno strumento ancora
pienamente efficiente, in ottimo stato di conservazione. Sul fondo sono visibili ampie tracce dello stemma di Carlo IX. Sulle fasce si
nota invece ancora parte del motto "Pietate et Justitia".
La Commissione preposta a redigere il verbale peritale, nel maggio del 1966 riconobbe il grande valore artistico e storico dello
strumento e concluse che esso era idoneo sotto tutti gli aspetti". Proveniente dalla famosa collezione Henry Hottinger, passato in
seguito alla Casa Wurlitzer di New York, fu acquistato presso quest'ultima dall'Ente Provinciale peril Turismo di Cremona, e donato
poi alla città il 25 febbraio 1966.
Antonio e Gerolamo Amati
la Stauffer, 1615 - viola
La viola di proprietà di S.H. Danks, prima viola dell'orchestra B.B.C. di Londra, fu acquistata dalla fondazione musicologia W.
Stauffer di Cremona nel mese di maggio 1966 e depositata presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
In realtà la viola è stata costruita da Gerolamo, in quanto il fratello Antonio era morto nel 1607. L'etichetta porta però anche il
nome di Antonio perché Gerolamo utilizzò sempre la stessa fino al termine della sua attività. La viola, finemente lavorata, presenta
un eccellente stato di conservazione. La vernice, tutta allo stato originale, è di un bel colore bruno dorato. La qualità sonora della
viola si basa su un indiscutibile equilibrio timbrico fra le quattro corde.
Nicolò Amati
l'Hammerle, 1658 - violino
Costruito su forma grande, questo strumento rappresenta degnamente l'arte di Nicolò Amati, che più di tre secoli fa portò la
liuteria ad un notevole livello. Violino di squisita fattura, ricco di vernice originale possiede straordinarie qualità acustiche che
denunciano l'appartenenza dello stesso ad un'unica matrice: la prestigiosa scuola cremonese. Proveniente dalla collezione di
Teodoro Hammerle, fu posseduto in seguito da Henry Hottinger; successivamente passò alla Casa Wurlitzer di New York, dalla
quale fu acquistato per iniziativa dell'Ente Provinciale per il Turismo di Cremona nell'autunno del 1966 con sottoscrizione cittadina
"un dollaro per il Nicolò Amati".
Antonio Stradivari
il Clisbee, 1669 - violino
Lo strumento, dono dei coniugi Evelyn e Herbert Axelrod, è del primo periodo della produzione stradivariana dove il riferimento
alle opere di Nicolò Amati appare evidente pur mostrando già la forte personalità di Stradivari. Il violino è entrato a far parte della
collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
Francesco Ruggeri
1675 - violino
Considerato dagli esperti di pregevole fattura e di notevole qualità acustica, questo violino, è stato concesso in comodato gratuito
al Comune di Cremona. Il violino, il 27 ottobre 1937, in occasione del Bicentenario Stradivariano svoltosi a Cremona, venne
sottoposto all'esame di una commissione internazionale composta da: Fridolin Hamma, Simone Fernando Sacconi, Leandro Bisiach
senior, Mario Corti, Ignazio Caporali, Paolo Deschamp, Max Moller che ne attestò l'autenticità e lo definì un bellissimo esemplare
di Francesco Ruggeri detto il "Per" . Vi è anche un ulteriore certificato di autenticità compilato dalla casa Beare di Londra del 24
marzo 2006.
Giuseppe Guarneri (figlio di Andrea)
il Quarestani, 1689 - violino
Attribuito, come si legge nell'expertise redatta dalla casa John & Arthur Beare, di Londra, a Giuseppe Guarneri, figlio di Andrea, il
violino, sempre secondo detta expertise, è stato costruito nel laboratorio del padre Andrea nell'anno 1689, come risulta dalla
etichetta originale collocata nell'interno dello strumento. Questo violino va considerato come un esempio caratteristico del primo
periodo della produzione del maestro cremonese, anche se sono da escludere, da questa valutazione, le "effe" che sono state
allargate. Strumento di bella fattura, possiede notevoli qualità acustiche. Per la costruzione sono stati impiegati legni pregevoli,
dall'acero con marezzatura molto pronunciata, all'abete rosso con venatura molto fine al centro; la vernice è di un caldo arancio
bruno su fondo più chiaro. Il violino è di proprietà del Comune di Cremona.
Antonio Stradivari
ex Cristiani, 1700 - violoncello
La Fondazione W. Stauffer, l'11 novembre 2005, ha acquistato il violoncello "Cristiani" costruito da Antonio Stradivari nel 1700. Si
realizzava così il sogno del presidente della fondazione, Paolo Salvelli, di affiancare alle altre celebri opere che costituiscono la
collezione "Gli archi di Palazzo Comunale di Cremona" un violoncello in modo da completare strumentalmente la forma che
costituisce l'ensemble quartettistica (2 violini, 1 viola e 1 violoncello). Il suo stato di conservazione è eccezionale; la bellezza
dell'acero del fondo si accoppia alla particolare qualità dell'abete rosso della tavola armonica e all'eccellenza della vernice.
L'equilibrio fra le quattro corde e la prontezza di emissione del suono pongono questo strumento tra le opere più significative di
Stradivari. Il nome di questo strumento ricorda quello della giovane violoncellista Lisa Cristiani che lo possedette e alla quale
Mendelssohn dedicò la "Romanza senza parole" op. 109.
Antonio Stradivari
il Cremonese, 1715 - violino
Conosciamo poco più di dieci violini costruiti nel 1715, tra questi l'Alard, il Tiziano, l'Imperatore, il Bazzini, il Rode: quello
appartenente alla civica collezione di Cremona può figurare degnamente tra i primissimi di questo gruppo.È un violino di grande
formato. La bellezza del lavoro viene esaltata dalla particolare qualità del legno impiegato dal maestro cremonese, e da una
vernice arancione dorato, tutta allo stato originale. Strumento generosissimo di voce, anche nelle zone meno favorite, dimostra
una straordinaria vitalità. Eccezionale l'equilibrio timbrico dalle note gravi alle acute. La corda di Sol è particolarmente dotata sul
piano del volume; la capacità di penetrazione e di espansione della voce di questo strumento ben si accomunano ad una
straordinaria prontezza di emissione della voce stessa. Acquistato nel 1961 dall'Ente Provinciale per il Turismo di Cremona presso
la Casa W. E. Hill & Sons di Londra, venne in seguito donato alla città.
Antonio Stradivari
il Vesuvius, 1727 - violino
Nel 1977 Remo Lauricella, violinista e compositore, in visita alla collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona", confidò al
conservatore, che era sua intenzione donare, dopo la sua morte, il suo strumento, conosciuto come "Vesuvius" del 1727 di
Antonio Stradivari. Lauricella moriva il 19 gennaio 2003, il Comune di Cremona venne informato che, in una clausola dell'ultimo
testamento era stato previsto il lascito del suo violino "Stradivarius Vesuvius", al sindaco e ai consiglieri in carica della città di
Cremona. Scattò un'entusiasmante gara di solidarietà e di iniziative per raccogliere fondi necessari per pagare l'imposta di
successione. Il 3 novembre 2005 una delegazione cremonese, guidata dal sindaco Gian Carlo Corada, ritirò da Londra il violino.
Giuseppe Guarneri (detto del Gesù)
1734 - violino
Già nel 1830 il violino apparteneva alla famiglia italiana Bravi Mazzo; il 22 febbraio del 1916 veniva in possesso di un certo D.
Saluzzo. Nell'aprile del 1924 la casa di Hjorth di Copenaghen lo vendeva a H.L.Wessel, abitante in quella città. Dal 1972 al 1977 è
stato usato dal celebre violinista Pinchas Zukerman per concerti in tutto il mondo e per la registrazione di numerosi dischi. È' uno
degli strumenti meglio conservati, appartenenti al secondo periodo del maestro cremonese. Costruito con bel legno, posside
eccellenti qualità acustiche; la vernice è di colore giallo arancio su fondo dorato. Il violino, di proprietà della Fondazione
musicologia "Walter Staufffer", è stato acquistato nell'aprile del 1980 e depositato presso la collezione "Gli Archi del Palazzo
Comunale di Cremona".
Enrico Ceruti
lo Stauffer, 1868 - violino
Enrico Ceruti, figlio ed allievo di Giuseppe, nacque a Cremona nel 1806. Il suo nome di battesimo era, in effetti, Riccardo Fabio e fu
in seguito soprannominato Enrico. Partecipò a diverse mostre e concorsi nazionali e internazionali, vincendo anche alcuni premi.
Morì nel 1883. Il violino è stato acquistato dal Centro di Musicologia "Walter Stauffer" di Cremona e depositato presso la
collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
Simone Fernando Sacconi
1941 - violino
Questo straordinario violino si trova ampiamente illustrato in "Loan exbition of stringed instruments and bows" commemorating
the seventieth birthday of Simone Fernando Sacconi, New York City October 1966. Simone Fernando Sacconi, universalmente
ritenuto uno dei più grandi liutai di ogni tempo, trasse l'ispirazione, per la costruzione di questa mirabile opera, dagli strumenti
intarsiati di Antonio Stradivari, in particolare l'intarsio è riferito al violino Hellier del 1679. Il violino è di proprietà del Comune di
Cremona.
La città dei sapori
Goethe la definì ‘giardino d’Europa’, assegnando a questo termine il significato, oggi
prevalentemente in disuso, di luogo bello ed utile, curato e produttivo, dove si concentrano
l’eccellenza estetica, economica e culturale di un’epoca e di una società.
Cremona già in età romana era rinomata per la produzione di carni e per la sua grande fiera
autunnale, per commerciare bestiame e suini in particolare. Tra gli insaccati, gustoso e singolare è
il salame dall’impasto morbido e delicatamente profumato all’aglio, il cotechino vaniglia, così
chiamato per il sapore particolarmente dolce, e il salame da pentola, che è poi uno degli
ingredienti del gran bollito. I primi piatti, invece, spaziano dai marubini in brodo del cremonese
a quelli di zucca del Casalasco, fino ai tortelli della zona cremasca. Tra i formaggi particolarmente
appetitosi il nutriente Grana Padano, il Provolone Valpadana, dolce o piccante, ed il Salva
Cremasco, dalla pasta bianchissima e compatta. Ai secondi caldi e freddi ben si accompagna la
mostarda, composta da frutta candita generalmente intera immersa in sciroppo di glucosio
aromatizzato con senape. Cremona è, infine, patria del Torrone, un’accurata melange di albume,
miele e mandorle. Leggenda vuole che sia stato inventato in occasione del matrimonio di Bianca
Maria Visconti e Francesco Sforza celebrato nella chiesa di San Sigismondo il 25 ottobre 1441. Il
nome stesso deriverebbe dal Torrazzo, la celebre torre campanaria all’epoca chiamata anche
Torrione, sul modello della quale sarebbe stato confezionato il dolce nuziale, dono ghiottissimo
della cittadinanza agli illustri sposi. A tavola, dunque, è facile scoprire il territorio, la storia e la
cultura cremonese da una prospettiva insolita e assai gustosa, ma ugualmente importante per
assaporare e comprendere il fascino di un luogo unico da scoprire ed apprezzare.