Untitled - WordPress.com

Transcript

Untitled - WordPress.com
ORARIDIPROI
EZI
ONE:
Mer
col
edìor
e16.
30e21.
15
IL PIANETA DEGLI ORGANISMI VIVENTI
O
gni giorno, dalla faccia del nostro pianeta, sparisce per sempre una specie animale.
Le ricerche sulle alterazioni della biosfera non
considerano il fenomeno dell’estinzione di decine di sale
cinematografiche e decine di migliaia di spettatori.
Eppure le sale sono organismi viventi: presentano cicli di
sviluppo, crescita e riproduzione, sono soggette al metabolismo, si ammalano, fioriscono e inaridiscono, non
temono l’ipernutrizione, possono sopravvivere anche a
prolungate diete o regimi ipercalorici, sopportando ogni
tipo di innesti, trapianti, potature...
Beato Federico Fellini perché ha continuato a sognare
per tutta la vita il mondo incantato del suo piccolo cinema di Rimini...
dal “Diario di uno spettatore”
I PORTICI
Via Roma, 74 - FOSSANO (CN) - Tel. 0172.633381
[email protected] - www.i-portici.net
Il programma potrebbe subire delle variazioni
Mercoledì 10 settembre 2014
Mercoledì 17 settembre 2014
di Paolo Virzì, con Valeria Bruni
Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria
Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio
(Italia 2014, 109’)
di Pierfrancesco Diliberto, con Cristiana
Capotondi, Pif, Ginevra Antona, Alex
Bisconti, Claudio Gioé (Italia 2013, 90’)
Il capitale umano
Nei pressi del lago di Como,
alla vigilia delle feste natalizie, un ciclista viene investito durante la notte. L’evento
e la dinamica dei fatti hanno conseguenze che cambieranno per sempre la vita
della ricca famiglia dei Bernaschi e quella degli Ossola,
sull’orlo del fallimento.
Virzì fa un salto in avanti nel
personale viaggio politico nell’Italia del suo presente, puntando finalmente la bussola verso
il nord del Paese, trovando un
cuore nero che non fa ridere
proprio per niente. Un apologo
potente e inaspettato. (D. Zonta,
Mymovies.it)
La mafia uccide
solo d’estate
Palermo, anni Settanta. Il piccolo Arturo ha otto anni ma
le prova tutte pur di conquistare il cuore di Flora, la sua
amata compagna di banco
snob e ricca che vede come
una principessa irraggiungibile. Mentre cresce e va incontro alla sua educazione civile e sentimentale, Arturo è
testimone dei fatti di cronaca
che sconvolgono la sua città,
compresi i terribili attentati
di mafia che per vent’anni,
quasi sempre d’estate, rendono Palermo protagonista
di una delle pagine più buie
della storia d’Italia.
Nella cronaca, acre, di vent’anni
d’Italia, si infilano i tragicomici fatti
privati del bambino che volle farsi
“divo” quindi giornalista ragazzino
e accidentalmente pianista per la
tv “d’intrattenimento”. Politica e
sentimento sono un “unicum” resistente, in un’opera prima che non
rinnega l’immediatezza satirica del
testimone ma ci lascia con un manifesto necessario da protagonista:
consapevole del proprio ruolo nel
mondo. E le ingenuità del Pif neoregista si riscattano in un inedito
incontro di romanticismo poetico e
coscienza civile. (FilmTv.it)
Mercoledì 24 settembre 2014
Grand Budapest Hotel
di Wes Anderson, con Ralph Fiennes,
F. Murray Abraham, Mathieu Amalric,
Adrien Brody, Willem Dafoe, Edward
Norton, Owen Wilson, Tilda Swinton,
Jude Law, Bill Murray, Harvey Keitel
(USA 2014, 103’)
Gustave H, leggendario concierge di un famoso hotel
europeo tra le due guerre
mondiali, stringe amicizia
con il giovane impiegato
Zero Moustafa, che diventa
il suo protetto di fiducia.
La loro storia si intreccia
con quelle di un furto, e
del successivo recupero, di
un dipinto rinascimentale
dall’inestimabile valore, della battaglia per un enorme
patrimonio familiare e dei
lenti o improvvisi sconvolgimenti che hanno trasformato l’Europa nella prima metà
del XX secolo.
Un giallo raccontato come una
commedia (e un dramma raccontato come una favola), Grand
Budapest Hotel sembra uno dei
dolci che prepara nel film la dolce
Agatha dove panne, spumoni e
variopinte meringhe si impilano
sostenuti da un miracoloso equilibrio. Anche il film mescola elementi eterogenei, dai formati di
proiezione, a epoche temporali,
a riferimenti storici, per costruire
un mondo che sappia coniugare
il piacere della fantasia e l’ambizione del racconto morale. (P.
Mereghetti, Corriere della Sera)
Mercoledì 1 ottobre 2014
Come il vento
di Marco Simon Puccioni, con Valeria
Golino, Filippo Timi (Italia 2013, 110’)
Armida Miserere è una delle prime donne a divenire
direttrice di carcere in Italia: al suo rigore vengono
assegnate le sorti degli istituti penitenziari di Voghera, di Palermo e dell’isola
di Pianosa. Ma la sua vita
è segnata dal tragico amore per Umberto Mormile,
assassinato in un agguato di
camorra nel 1990.
Segnata dall’uccisione dell’amato, la Miserere è un corpo privato
dell’anima in perenne girovagare
da un carcere all’altro, alla ricerca
dei colpevoli dell’assassinio e di
un’altra ragione per svegliarsi al
mattino. Una vita di emozioni
implose restituita con doverosa
sottorecitazione e con messa in
scena concreta fino a far male.
(FilmTv.it)
Mercoledì 8 ottobre 2014
Marina
telli che dalla provincia di Cosenza raggiunge papà a Genk, dove
la baldanza giovanile e il suono
della fisarmonica lo portano in
cima al mondo. (M. Porro, Il Corriere della Sera)
di Stijn Coninx, con Luigi Lo Cascio,
Donatella Finocchiaro, Matteo Simoni
(Italia/Belgio 2013, 120’)
Mercoledì 15 ottobre 2014
Sud Italia, 1948. Rocco ha
dieci anni quando il padre
emigra in Belgio per lavorare in una miniera di carbone.
L’ambiente grigio della zona
mineraria, i gelidi inverni,
una lingua e una cultura
straniera rendono la nuova
vita di Rocco più difficile del
previsto. Contro il volere del
padre, il ragazzo cerca una
via di fuga nella musica.
Ispirato alla vita di Rocco
Granata, noto per aver composto la canzone “Marina”.
di Alessandro Rossetto, con Maria
Roveran, Roberta Da Soller, Vladimir
Doda (Italia 2013, 111’)
Non c’è il solito esborso di nostalgia vintage, ma il clima dell’epoca è tracciato nel percorso visibile
e invisibile, negli scatti e negli
umori di questo Rocco senza fra-
Piccola patria
Un gruppo di giovani del
nord est dell’Italia e loro
famiglie sono costrette a
confrontarsi con i problemi della vita quotidiana
in un mondo in continuo
cambiamento. In un posto
dove tutti hanno segreti ben
custoditi, Luisa e il giovane albanese Bilal sono due
fidanzati che si nascondono
dal mondo mentre Menon li
osserva e, spinto dalla gelosia, cerca vendetta.
Attraverso i falsi movimenti di
due giovani donne in cerca di
una via di fuga, emerge il quadro
di una società votata al dio denaro che contrabbanda per buoni
valori morali che nessuno sente
più; sfoga le insicurezze nell’aggressività e nella xenofobia;
nasconde vizi segreti e sbandiera
pubbliche virtù, mentre il tessuto
familiare si sfalda e i capannoni
industriali diventano vuote cattedrali nel deserto. (A. Levantesi
Kezich, La Stampa)
Mercoledì 22 ottobre 2014
Alabama Monroe
Una storia d’amore
di Felix Van Groeningen, con Veerle
Baetens, Johan Heldenbergh
(Belgio 2012, 100’)
del virus HIV apre un calvario di medicinali poco testati
e molto inefficaci, fino all’estrema soluzione di sconfinare in Messico alla ricerca
di cure alternative.
Elise e Didier vivono una
travolgente storia d’amore. Elise gestisce uno studio
di tatuaggi, Didier suona il
banjo in un gruppo musicale. La passione per la musica
bluegrass esalta la loro unione: insieme si esibiscono in
irresistibili performance. A
coronare la loro felicità è la
nascita di Maybelle...
Storia vera e schiumante rabbia:
gli abomini delle multinazionali
incrociano la dimensione individuale del male, in un percorso
che ha nel corpo di McConaughey
il contrappunto visivo. Un film di
scrittura e interpretazioni la cui
regia, pur tenendosi a distanza di
sicurezza dalla ribalta, è in grado
di esplicitare i sottotesti in poche
inquadrature. (FilmTv.it)
Alabama Monroe è un grande,
commovente film che colpisce al
cuore. I due protagonisti sono
meravigliosi, pure come cantanti.
Il film è indimenticabile, soprattutto per la forza straordinaria di
una musica popolare che aderisce
alla storia come la voce di un
sapiente narratore. (N. Aspesi, la
Repubblica)
Mercoledì 5 novembre 2014
Mercoledì 29 ottobre 2014
Dallas Buyers Club
di Jean-Marc Vallée, con Matthew
McConaughey, Jared Leto, Jennifer
Garner (USA 2013, 117’)
Ron Woodroof vive come se
non ci fosse un domani, professando solo la religione
della droga e dell’alcool. La
scoperta di non avere realmente un domani a causa
Mai così vicini
di Rob Reiner, con Michael Douglas,
Diane Keaton, Sterling Jerins, Frankie
Valli (USA 2014, 94’)
Oren è un egocentrico agente immobiliare totalmente
privo di interesse e di attenzione verso gli altri. Le sue
abitudini e la sua esistenza vengono sconvolte nel
momento in cui l’estraniato
figlio gli si presenta improvvisamente con una nipote
che non ha mai conosciuto. Con l’aiuto della decisa
ma amabile vicina di casa
Leah, Oren dovrà imparare
a prendersi cura della nipote
e, inaspettatamente, a innamorarsi di nuovo.
Rob Reiner, l’autore di Harry ti
presento Sally e altri successi, nel
registro romantico si muove a
perfetto agio, senza mai cadere
nel dolciastro perché al momento opportuno interviene la battuta spiritosa a sdrammatizzare il tutto. Gli interpreti, rughe
in vista e capelli sale e pepe,
rappresentano la carta vincente:
Douglas è attore fantastico e
carismatico qualsiasi cosa faccia;
la Keaton conferisce l’usuale tocco di eccentrico chic, umorismo
e nevrosi d’ansia al suo personaggio. (A. Levantesi Kezich, La
Stampa)
Mercoledì 12 novembre 2014
La moglie del sarto
di Massimo Scaglione, con Maria Grazia
Cucinotta, Marta Gastini,
Alessio Vassallo, Ernesto Mahieux
(Italia 2011, 98’)
Rosetta è un’avvenente siciliana che si è trasferita in
un paesino della Calabria
dopo aver sposato il marito
Edmondo, eccellente sarto
per soli uomini. Alla morte improvvisa di Edmondo, Rosetta e la figlia Sofia
rimangono sole e decidono di reagire buttandosi a
capofitto nell’unica risorsa
che gli è rimasta: la loro
bottega. La loro bellezza e
la loro autonomia attirano
una girandola incontrollata
di voci e di pettegolezzi.
Il melodramma del regista teatrale Massimo Scaglione spinge fino
alla tragedia (...). Benvenuti nel
Sud del 60, dove la donna vince
con una nuova creatura: un inno
alla speranza che non manca di
retorica ed eccessi ma tiene un
ritmo da sceneggiata. (M. Porro,
Corriere della Sera)
Mercoledì 19 novembre 2014
Jersey Boys
di Clint Eastwood,
con Christopher Walken, John Lloyd
Young, Vincent Piazza, Erich Bergen
(USA 2014, 134’)
La vera storia di Frankie Valli
and The Four Seasons: l’ascesa di un gruppo di ragazzi che provengono dai bassifondi di Newark, New Jersey
e che, partendo da umili
origini, divennero uno dei
più grandi fenomeni della
pop music americana di ogni
tempo, con 175 milioni di
dischi venduti nel mondo.
Oggi che la musica pre-invasione
Beatles dei Four Season potrebbe
apparire datata, l’intelligenza di
Eastwood è di riproporla in un
registro di affettuosa nostalgia,
enfatizzando gli aspetti umani e
valorizzando la raffinatezza degli
arrangiamenti dietro l’apparenza di semplicità. Con un pizzico
di ironia, ritmo e un’incantevole
freschezza. (A. Levantesi Kezich,
La Stampa)
Mercoledì 26 novembre 2014
In solitario
di Christophe Offenstein, con François
Cluzet, Samy Seghir (Francia 2013, 96’)
Yann Kermadec è chiamato a sostituire l’infortunato
skipper della squadra DCNS
nella regata Vendée Globe,
la circumnavigazione del
globo in solitaria. Dopo una
sosta di emergenza a Capo
Verde, l’uomo scopre a bordo un clandestino: l’adolescente Mano Ixa, originario
della Mauritania. Yann decide di portare con sé il ragazzo e il viaggio cambierà per
sempre le vite di entrambi.
L’eccezionale Cluzet s’immedesima appieno nella figura di Kermadec. L’attore profonde carisma a iosa nel film, piacevole e
a tratti entusiasmante: l’eterna
lotta dell’uomo con la natura e
il dissidio tra sfida ai propri limiti
ed equilibrio spirituale vi riconquistano quel piglio slanciato ed
eloquente che caratterizzava il
cinema romantico e popolare di
una volta. (V. Caprara, Il Mattino)
Mercoledì 3 dicembre 2014
Il centenario che saltò
dalla finestra
e scomparve
di Felix Herngren, con Robert
Gustafsson, Iwar Wiklander, David
Wiberg, Mia Skäringer, Jens Hultén
(Svezia 2013, 105’)
Allan Karlsson compie cento
anni e la casa di riposo in cui
vive ha intenzione di onorare il compleanno con una
grande festa. Allan, però, è
di tutt’altro avviso e, decidendo che non è mai troppo
tardi per ricominciare, esce
dalla finestra e si imbarca
in un divertente ed inaspettato viaggio, alla ricerca del
suo passato.
Ispirato al bestseller dello svedese
Jonas Jonasson, Il centenario che
salto dalla finestra e scomparve
è un film che all’inizio sembra
una commedia crepuscolare sulla terza età, poi però la storia
prende l’andamento picaresco di
un viaggio verso l’ignoto che si
traduce in metafora esistenziale.
(...) E, pur nella sua leggerezza, la
commedia suggerisce l’idea liberatoria e attraente che la vita, a
volte basta un balzo e può essere
reinventata. (A. Levantesi Kezich,
La Stampa)
Mercoledì 10 dicembre 2014
Le meraviglie
di Alice Rohrwacher, con Maria
Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba
Rohrwacher, Sabine Timoteo, Agnese
Graziani (Italia/Svizzera 2014, 111’)
La dodicenne Gelsomina
abita con le sorelle e il padre
in un equilibrio perfetto a
contatto con la natura e gli
animali. Un bel giorno, però,
nella vita di Gelsomina entra
un ragazzino di nome Martin, un giovane criminale
tedesco in riabilitazione che
sconvolge l’armonia della
famiglia, mentre la zona in
cui vive affronta l’incursione
di un concorso televisivo a
premi, condotto dalla fata
bianca Milly Catena.
Raccontare l’Utopia, i suoi sogni e
i suoi errori e fallimenti. E raccontarla quando non è più di moda,
quando ti devi interrogare sul
suo senso, sulle sue ragioni, sulle
sue fatiche: ecco la scommessa vinta, diciamolo subito - di Alice
Rohrwacher (...) senza per questo
nascondere i limiti e le ambizioni
dell’Utopia, un sogno che era
giusto per i padri ma può diventare problematico per i figli. Ma
di cui, come dice l’ultima battuta del film, bisognerà comunque
conservare e nascondere un qualche componente segreto perché
possa essere trasmesso anche alle
generazioni successive. (P. Mereghetti, Corriere della Sera)
Mercoledì 17 dicembre 2014
Smetto quando
voglio
di Sydney Sibilia, con Edoardo Leo,
Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo
Calabresi, Libero de Rienzo
(Italia 2014, 100’)
Pietro, ricercatore di 37 anni,
viene licenziato a causa dei
tagli all’università. Per sopravvivere ha un’idea semplice e
drammatica: mettere insieme
una banda criminale. Inizia
così a reclutare i migliori tra i
suoi ex colleghi, grandi cervelli che ormai vivono ai margini della società. Contando su
macroeconomia, neurobiologia, antropologia, lettere classiche e archeologia, la banda
ha un successo immediato,
le cui conseguenze saranno
però difficili da gestire.
Arriva finalmente sugli schermi la
vera commedia sulla crisi di questo scorcio di millennio. Il film ha
una marcia in più. Perché parla dei
trentenni, generazione snobbata
dal nostro cinema. Perché castigat ridendo mores, usa la risata
anche fragorosa per parlare di
una piaga sociale come la fuga,
o l’umiliazione, o la sottovalutazione dei migliori cervelli in circolazione. Il giovane Sidney Sibilia,
gira una commedia come se fosse
un film d’azione, veloce, «pompato». Come se Tarantino facesse un
remake di Monicelli. (A. Crespi,
L’Unità)
Mercoledì 14 gennnaio 2015
Mercoledì 21 gennnaio 2015
di Roman Polanski, con Emmanuelle
Seigner, Mathieu Amalric
(Francia/Polonia 2013, 96’)
di James Gray, con Marion Cotillard,
Joaquin Phoenix (USA 2013, 120’)
Venere in pelliccia
Thomas è un regista che
sta cercando l’attrice per
il ruolo di Vanda nel suo
adattamento per le scene di
«Venere in pelliccia» di Leopold Von Sacher-Masoch.
Arriva in teatro un’attricetta apparentemente del
tutto inadatta al ruolo, ma
durante l’audizione Thomas
viene attratto dalla trasformazione a cui assiste: dopo
poche battute si accorge
che nessun’altra può aderire
come lei al personaggio.
Venere in pelliccia è opera di
attori, di campi/controcampi, di
dialoghi da ripetere fino alla nausea nelle scuole di cinema, di
interni filmati come ai bei tempi
di Repulsion e Cul-de-sac. L’autore
ritrova e rinnova la natura dell’estasi creativa come guida linguistica e dà vita all’opera più complessa, stratificata e illuminata dei
suoi ultimi 30 anni. (FilmTv.it)
C’era una volta
a New York
New York, anni ‘20. L’arrivo
di una donna diversa dalle
altre ad Ellis Island sconvolge la vita di un imbonitore/showman/impresario/
magnaccia, un uomo che
vive raccogliendo ragazze
sprovvedute con problemi
di immigrazione per poterle
impiegare prima negli spettacolini e poi nelle camere
con i clienti.
Puro distillato di melodramma, ma la regia magistrale e
la densa sensibilità introspettiva
di Gray provvedono a far vibrare di nuova vita gli stereotipi.
(A. Levantesi Kezich, La Stampa)
Mercoledì 28 gennnaio 2015
Un insolito naufrago
nell’inquieto mare
d’oriente
di Sylvain Estibal, con Sasson Gabay
(Francia/Germania/Belgio 2011, 98’)
Jafaar, pescatore palestinese, è a dir poco sconvolto
quando trova un panciuto
maialino vietnamita aggrovigliato nella sua rete. Deve
sbarazzarsi in fretta dell’animale impuro, prima che
le autorità lo scoprano, ma
non riesce a resistere alla
tentazione di farne una fonte di guadagno...
Con palpabile divertimento ma
altrettanta voglia di affrancarsi
dal cliché, l’esordio di Estibal è un
oggetto filmico capace di infilare
Miss Piggy pinup nel conflitto
israelo-palestinese senza deragliare nella demenza improduttiva, e di trasformare il mite volto
stropicciato del protagonista Sasson Gabai (superbo nel suo umano dissidio) nello specchio delle
contraddizioni geopolitiche, religiose, sociali, umane. (FilmTv.it)
Mercoledì 4 febbraio 2015
Still Life
di Uberto Pasolini, con Eddie Marsan,
Joanne Froggatt, Karen Drury
(Gran Bretagna/Italia 2013, 87’)
Meticoloso al punto da
rasentare l’ossessione, John
May è un lavoratore comunale incaricato di rintracciare il parente più vicino di
coloro che sono morti in
solitudine. Quando il reparto per cui lavora viene sottoposto a dei tagli, John
deve sforzarsi per portare a
termine il suo ultimo caso,
andando incontro a un liberatorio viaggio.
Still Life è un’opera compiuta
e dolorosa, una grande prova
di regia. (…) Il film è austero,
minimale, pochissimo dialogato.
Eddie Marsan, il protagonista, è
straordinario. Lo stile è sorvegliatissimo: inizialmente gelido,
avvolge pian piano lo spettatore in un’empatia che nel finale
strappa un pianto caldo e liberatorio. Un film sulla morte, pieno
di vita. (A. Crespi, L’Unità)
Mercoledì 11 febbraio 2015
Le week-end
di Roger Michell, con Jim Broadbent,
Lindsay Duncan, Jeff Goldblum
(Gran Bretagna/Francia 2013, 93’)
Nick e Meg sono due professori sposati da tanti anni
che, per il loro trentesimo
anniversario di matrimonio,
decidono di trascorrere un
week-end a Parigi, meta della loro luna di miele. Durante
il viaggio i due cercheranno
di recuperare quella sintonia
che aveva dato vita al loro
matrimonio, ma che si era
persa nel corso degli anni.
Il film, malinconicamente cinico,
dissemina nei dialoghi, nelle telefonate con i figli, nei tic dell’uomo,
le tracce di due esistenze che alla
fine crediamo di conoscere molto
di più di quanto apparentemente
viene raccontato. La simbiosi nella
regia e nella scrittura con il corpo di
due attori mostruosi come Jim Broadbent e Lindsay Duncan - ma c’è
anche un favoloso terzo incomodo
Jeff Goldblum - è qualcosa di poco
visto nel cinema recente. (FilmTv.it)
Mercoledì 18 febbraio 2015
Ida
di Pawel Pawlikowski, con Agata
Trzebuchowska, Agata Kulesza,
Dawid Ogrodnik (Polonia 2013, 80’)
Polonia, 1962. Anna, un’orfana allevata dalle suore di un
convento, è una novizia. Prima di prendere i voti, desidera vedere Wanda, la sua unica parente in vita, che le rivela di essere ebrea. Entrambe
le donne intraprendono allora un viaggio teso scoprire
la tragica storia della loro
famiglia e anche chi esse siano veramente, rimettendo in
discussione le loro credenze e
la loro religione.
Insieme, zia e nipote intraprendono un viaggio in un traumatico passato che è al contempo un viaggio
nel grigio presente di una società
sovietizzata e infiltrata di perduranti pregiudizi religiosi, dove solo
le note di Mozart o di un sassofono
jazz riescono a far risuonare un palpito di vita. Di impeccabile bellezza
formale, forte nei temi e vibrante
(eccellenti le interpreti) nel doppio
ritratto femminile. (A. Levantesi
Kezich, La Stampa)
Mercoledì 25 febbraio 2015
In ordine di
sparizione
di Hans Petter Moland, con Stellan
Skarsgård, Bruno Ganz
(Norvegia/Svezia 2014, 111’)
Nils guida uno spazzaneve
e vive un’esistenza senza
preoccupazioni nel paradiso
invernale di Beitostølen, in
Norvegia. La morte improvvisa di suo figlio lo pone però
nel bel mezzo di una guerra
per il controllo della droga
tra la mafia norvegese e i
serbi. Nel nuovo universo criminale Nils è solo un novellino ma, armato di macchinari
pesanti, ha la classica fortuna
dei principianti.
Aiutato dalla prova di alcuni
attori in stato di grazia. (...) più
la «guerra» diventa cruenta più
la regia raffredda i toni con lunghe scene con gli spazzaneve in
azione o piccole curiosità alla
Tarantino (i soprannomi cinematografici dei malviventi, le riflessioni più insensate nei momenti
meno opportuni) ma giocate con
una secchezza e un’efficacia che
evitano il rischio citazionista e
aumentano il divertimento. (P.
Mereghetti, Corriere della Sera)
Mercoledì 4 marzo 2015
Quel che sapeva
Maisie
di Scott McGehee e David Siegel, con
Julianne Moore, Alexander Skarsgård,
Onata Aprile, Steve Coogan
(USA 2012, 93’)
Sullo sfondo di una New
York frenetica e scintillante, la piccola Maisie vive gli
strascichi dell’amaro divor-
zio tra la madre Susanna,
un’icona del rock, e il padre,
un mercante d’arte affascinante ma distratto. Man
mano che fa la spola avanti e
indietro dalle rispettive case
dei genitori, Maisie entra
in contatto con i nuovi loro
partner e, intuendo quanto
stupidi ed egoisti siano il
padre e la madre, cerca di
trovare una soluzione per
aiutarli a crescere.
(...) a reggere il racconto e soprattutto a catturare l’attenzione ci
pensa lo sguardo «perplesso e
indagatore» di una bambina,
sballottata tra divorzi e matrimoni a catena. La piccola Maisie
è una specie di rivelatore involontario delle debolezze e degli
egoismi di un mondo che sembra
aver dimenticato il senso profondo dei propri legami. Un film che
sa parlare senza gridare, mostrare senza accecare ed emozionare
senza ricattare. (P. Mereghetti,
Corriere della Sera)
Mercoledì 11 marzo 2015
All is lost
Tutto è perduto
di J.C. Chandor, con Robert Redford
(USA 2013, 106’)
Durante un viaggio nell’Oceano Indiano, un uomo si
trova da solo in balia del
mare e degli elementi, dopo
che il suo yacht ha subito
una collisione con un con-
tainer abbandonato: per
sopravvivere deve far affidamento solo su un sestante,
delle mappe nautiche, e il
suo intuito.
All’inizio ci sono un uomo, una
barca e l’Oceano; poi un uomo,
un canotto e l’Oceano; poi un
uomo e l’Oceano; infine (forse)
solo l’Oceano. Il film mette disagio, paura, apprensione, nonostante l’assenza forzata dei dialoghi. (A. De Grandis, Il Gazzettino)
Mercoledì 18 marzo 2015
La Grande Guerra
di Mario Monicelli, con Alberto Sordi,
Vittorio Gassman, Silvana Mangano,
Folco Lulli (Italia 1959, 129’)
Prima le tentano tutte per
imboscarsi quando gli altri
vanno all’assalto, ma poi
moriranno da eroi per non
tradire la patria di fronte al
nemico. Strepitosi Sordi e
Gassman.
Il film realizza la fusione, per certi
versi insuperata, tra la critica di
costume della commedia e una
prospettiva di riflessione storica
non edulcorata; quest’ultima si
dimostra capace di affrontare il
passato con la stessa lucidità e
lo stesso anticonformismo con
il quale il cinema seguiva l’evoluzione della società italiana
contemporanea. Il suo successo di
pubblico contribuì più di qualsiasi
saggio alla demitizzazione della
storiografia patriottica e roman-
tica che aveva da sempre occultato il massacro della Prima guerra
mondiale, sotto l’oratoria dell’ardimento e del sacrificio. (M. Sesti,
Enciclopedia del Cinema Treccani)
Mercoledì 25 marzo 2015
Una promessa
di Patrice Leconte, con Richard Madden,
Rebecca Hall, Alan Rickman, Shannon
Tarbet (Francia/Belgio 2013, 95’)
Germania, 1912. Un giovane
laureato di umili origini viene assunto in un’acciaieria
e grazie alle sua capacità si
guadagna la fiducia dell’anziano proprietario che lo
sceglie come segretario
personale. Ben presto tra il
ragazzo e la giovane moglie
del padrone nasce un’intesa
fatta solo di sguardi e di
silenzi, ma quando il giovane deve recarsi in Messico
per affari, la donna gli rivela
il proprio amore. Trascorrono otto anni, milioni sono i
morti a causa della guerra,
l’Europa è in rovina: l’amore
sarà sopravvissuto al passare
del tempo?
Leconte non perde di vista i sottotesti sociali (le differenze di
classe) e la questione generazionale (il giovane minaccia il
vecchio), trattiene finché può le
passioni e le sublima dentro il
maniacale feticismo che avvin-
ghia invisibilmente i due amanti,
ma il punto di arrivo è un altro: è
la celebrazione e insieme il lutto
del desiderio, di una passione
inattuale, condannata a restare
fuori dal tempo. Lo scacco di
due amanti ritrovati, che inconsapevoli risalgono la corrente di
una storia ineluttabilmente lanciata verso la propria catastrofe.
(G. Arnone, Cinematografo.it)
Mercoledì 1 aprile 2015
Barbecue
di Eric Lavaine, con Lambert Wilson,
Franck Dubosc, Guillaume De
Tonquedec, Lionel Abelanski, Florence
Foresti (Francia 2014, 97’)
Per i suoi cinquant’anni,
Antoine ha un attacco di
cuore e da quel momento
deve cominciare a “stare
attento” a tutto ciò che fa.
Antoine, però, ha già trascorso tutta la vita a prestare
attenzione alla sua salute
e a ciò che mangia, a preoccuparsi della famiglia e a
condividere le traversie degli
amici, mandando giù diversi
rospi. Decide allora che è
arrivata l’ora di rivedere il
suo regime e, volendo cambiare la sua esistenza, finirà
inevitabilmente con il rivoluzionare quella degli altri.
È un Barbecue “ben cotto”, un
vero e proprio momento di convivialità. (Mr. Omaïs, Metronews.fr)
Mercoledì 8 aprile 2015
La sedia della felicità
di Carlo Mazzacurati, con Valerio
Mastandrea, Isabella Ragonese,
Giuseppe Battiston, Antonio Albanese,
Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando
(Italia 2013, 94’)
Un tesoro nascosto in una
sedia, una estetista e un
tatuatore che, dandogli la
caccia, si innamorano, un
misterioso prete che incombe su di loro come una
minaccia. Dapprima rivali,
poi alleati, i tre diventano
protagonisti di una rocambolesca avventura che, tra
equivoci e colpi di scena,
li vedrà lanciati all’inseguimento dai colli alla pianura, dalla laguna veneta alle
cime nevose delle Dolomiti,
dove in una sperduta valle
vivono un orso e due fratelli.
La sedia della felicità possiede
una leggerezza e una delicatezza, autoironiche e vagamente
malinconiche, che conquistano e
affascinano, e si rivelano come la
vera, preziosa «eredità» che Mazzacurati ha voluto lasciarci. Ne
esce un viaggio che è solo apparentemente una ricerca del Graal
con sfumature gialle; in realtà è
il ritratto di un mondo che dietro
le stranezze e le ridicolaggini
mostra la faccia malinconica e
umanissima di un’Italia dimenticata o relegata ai margini e che,
però, possiede una sua dolcezza
e una sua tenerezza pur nella
stranezza e nell’incongruenza. (P.
Mereghetti, Corriere della Sera)
Mercoledì 15 aprile 2015
I due volti di Gennaio
di Hossein Amini, con Viggo Mortensen,
Kirsten Dunst, Oscar Isaac, Aleifer
Prometheus
(Gran Bretagna/USA/Francia 2014, 96’)
Grecia 1962. Tre esistenze
si incrociano in un torbido
triangolo: quella di Chester,
elegante e carismatico consulente d’affari americano,
di sua moglie Colette, giovane seducente e inquieta, e di
Rydal, una guida turistica in
fuga dai fantasmi del passato. Tra le rovine del Partenone, Rydal resta affascinato
dalla bellezza di Colette e
impressionato dalla ricchezza e raffinatezza del marito. Ma non tutto è come
sembra. Gli eventi prendono
una piega sinistra e, dopo
un omicidio, in un crescendo
di tensione e mistero, nessuno dei tre avrà più sotto
controllo le proprie emozioni e i propri istinti...
va la libertà con la fine della
guerra. Anni dopo, Eric vive
con la moglie Patti quando
scopre che uno dei suoi torturatori è ancora in vita.
Il film ruota tutto intorno al contrasto tra ciò che appare e ciò che
è: la tensione scorre palpabile,
si trascina in un latente stato di
agonia che tiene alta la tensione
per gli avvenimenti, la fuga è resa
talmente verosimile a portare
inevitabilmente ogni spettatore
a fuggire con loro, costringendo
a immedesimarsi nel truffatore
Chester e nei suoi atteggiamenti
discutibili, fatti di alcool e pacchetti di sigarette. (L. Chiappini,
Everyeye.it)
Adattamento
dell’omonimo
romanzo autobiografico di Eric
Lomax. «Eric è un personaggio
straordinario attorno al quale
ruota tutto il racconto; la sua
passione per gli orari ferroviari
e per i treni, le sue straordinarie qualità di soldato - lealtà e
fedeltà al senso dell’onore, il tutto combinato in una personalità
estremamente dinamica. In lui
c’è anche un lato oscuro, che ha a
che fare con le sofferenze subite,
molto difficile da interpretare.
Insomma, è un uomo amabile,
ma che nasconde un lato misterioso». (C. Firth, Koch Media)
Mercoledì 22 aprile 2015
Le due vie del destino
di Jonathan Teplitzky, con Colin Firth,
Nicole Kidman, Stellan Skarsgård,
Jeremy Irvine, Hiroyuki Sanada
(Australia/Gran Bretagna 2013, 116’)
Nel 1942 Singapore si arrende ai giapponesi. Tra le
migliaia di soldati britannici fatti prigionieri c’è il
tenente Eric Lomax, appassionato della costruzione di
apparecchi radio. Mandato
a lavorare sulla linea ferroviaria giapponese che collegherà la Thailandia con
la Birmania, Lomax si lascia
coinvolgere nella costruzione di alcune radio clandestine ma viene scoperto e ritro-
Mercoledì 29 aprile 2015
Jimmy’s Hall
di Ken Loach, con Barry Ward, Simone
Kirby, Jim Norton, Brian F. O’Byrne,
Andrew Scott
(Gran Bretagna 2014, 106’)
Irlanda, 1932. Jimmy Gralton torna a casa dopo dieci
anni in esilio negli Stati Uniti
per aiutare la madre a prendersi cura della fattoria di
famiglia. Il Paese che ritrova,
dopo anni di guerra civile,
ha un nuovo governo ed
è pieno di speranze. Spinto dai giovani della Contea
di Leitrim, Jimmy accetta di
riaprire la “Hall”, una sala
dove le persone possono
incontrarsi per ballare, studiare o discutere. Ma sa che
la sua decisione e le sue
idee progressiste riaccenderanno gli antichi dissapori
con la Chiesa e i proprietari
terrieri.
La vicenda umana e politica di
Jimmy Gralton, unico irlandese deportato dal proprio Paese
come «immigrante illegale» senza processo nel 1931 a causa delle
proprie idee, condensa tutte le
tematiche della cinematografia
di Loach. Libertà, giustizia sociale, lotta irriducibile contro gli
apparati oppressivi. Politici e religiosi. E la difficile vita quotidiana
del proletariato di tutte le epoche. (S. Ulivi, Corriere della Sera)
Mercoledì 6 maggio 2015
La ragazza del dipinto
di Amma Asante, con Gugu MbathaRaw, Tom Wilkinson, Sam Reid, Emily
Watson, Miranda Richardson
(Gran Bretagna 2013, 105’)
Il film è ispirato alla vera
storia di Didone Elizabeth
Belle, l’illegittima figlia di
un ammiraglio della Royal
Navy. Cresciuta dal suo aristocratico prozio Lord Mansfield e sua moglie, il lignaggio di Belle le offre certi
privilegi, ma il colore della sua pelle le impedisce di
partecipare pienamente alle
tradizioni proprie della sua
posizione sociale. Belle si
innamora del figlio idealista
di un vicario che, con il suo
aiuto, tenterà di porre fine
alla schiavitù in Inghilterra.
Entusiasmante e stimolante, offre
tutti i piaceri del melodramma in
costume, ma si fonda sulla semplice
domanda di Belle: «Come posso
essere troppo nobile per cenare con
i servi, ma troppo umile per cenare con la mia famiglia?» (Toronto
International Film Festival)
Mercoledì 13 maggio 2015
Due giorni, una notte
di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con
Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili
Groyne, Simon Caudry
(Francia/Belgio 2014, 95’)
Per due giorni e una notte,
con l’aiuto del marito, la
trentenne Sandra inizia a
girare per la città con lo scopo di contattare i suoi col-
leghi. Il suo intento è chiedere loro di sacrificare i loro
bonus in modo che lei possa
continuare a mantenere il
suo posto di lavoro.
Ci sono dei film che riempiono
gli occhi, altri che soddisfano la
mente. Deux jours, une nuit dei
fratelli Dardenne riempie il cuore. Non che non abbia altre qualità, tutt’altro, ma è un film che
va diritto all’emozione, anche se
è ben attento a non «ricattare»
mai lo spettatore. Piuttosto usa
l’empatia con la protagonista per
aprirti gli occhi sull’oggi e sulla
realtà. (P. Mereghetti, Corriere
della Sera)
Mercoledì 20 maggio 2015
Tre cuori
di Benoît Jacquot, con Benoît
Poelvoorde, Léa Seydoux, Charlotte
Gainsbourg, Chiara Mastroianni,
Catherine Deneuve (Francia 2014, 106’)
Una notte, in una cittadina
di provincia, Marc incontra
Sylvie dopo aver perso il
treno. Insieme vagano per
le strade fino all’alba. Al
mattino, Marc prende il primo treno e fissa un appuntamento con Sylvie per un
paio di giorni dopo a Parigi.
Sylvie si presenta all’appuntamento mentre la sfortuna
si abbatte su Marc e lui non
si presenta. Mettendosi alla
ricerca della donna, Marc
incontra Sophie, senza sapere che è la sorella di Sylvie.
… Tre cuori, di un autore molto
amato in Francia come Benoit
Jacquot con Chiara Mastroianni e Charlotte Gainsbourh che
potrebbe rivelare questo regista
anche in Italia. (globalist.it)
Mercoledì 27 maggio 2015
Party Girl
di Marie Amachoukeli, Claire Burger e
Samuel Théis, con Sonia Theis
(Francia 2014, 95’)
Angélique ha sessant’anni
e per vivere intrattiene i
clienti di un night club. Ha
quattro figli, la più piccola
dei quali è stata data in
affido a un’altra famiglia.
Ora i clienti si sono fatti
più rari, ma Michel, un suo
habitué, torna a ribadirle il
suo amore e a chiederle di
sposarlo. Angélique sembra
cominciare una nuova vita,
in una vera casa, accanto a
un uomo che le vuole bene.
Angélique stessa è una contraddizione, o meglio un enigma, dai
confini labili. Libera o egoista?
Generosa o irresponsabile? Il film
non risponde ma fotografa, con
la macchina addossata alla protagonista. Dall’obbiettivo escono
insieme il dramma sociale e la
commedia, il romantico e il grottesco. (M. Cappi, Mymovies.it)
Inverno, Primavera, Estate, Autunno...
La nuova Stagione Teatrale sta per arrivare.
I PORTICI
Via Roma, 74 - FOSSANO (CN) - Tel. 0172.633381
[email protected]
www.i-portici.net