ventimiglia: clandestini bloccati al confine. la francia

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ventimiglia: clandestini bloccati al confine. la francia
Sabato
02 Aprile 2011
Direttore
Antonio Ciliento
Anno III - Numero 12
www.gazzettinoeuropeo.it
GAZZETTINO EUROPEO
PARLAMENTO EUROPEO
SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO
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EUROPEO.IT
L’Ue stigmatizza il comportamento della Francia: “Il regolamento di Schengen è molto chiaro al riguardo: i controlli sistematici sono banditi”
VENTIMIGLIA: CLANDESTINI BLOCCATI AL CONFINE.
LA FRANCIA NON VUOLE I PROFUGHI DI LAMPEDUSA
Il Financial Times traccia lo scenario della situazione politica nei due Paesi
IL POST ELEZIONI IN FRANCIA E GERMANIA:
PER LA MERKEL E SARKOZY E’ GIA’ LA FINE?
BCE
UE: ALLE BANCHE
IRLANDESI ALTRI
24 MILIARDI
COMMISSIONE UE
TRASPORTI 2050: IL
NUOVO PIANO PER LA
MOBILITÀ SOSTENIBILE
Dopo la débâcle delle elezioni locali di domenica 27 marzo in
Germania e Francia, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il
Presidente francese Nicolas Sarkozy rischiano il loro futuro
politico e quello dei rispettivi partiti.
FIRENZE
DA MICHELANGELO
A TIZIANO, I DISEGNI
ITALIANI DEL '400
QUADRI GIURIDICI
ANIMALI CLONATI:
ISTITUZIONI EUROPEE
SENZA UN ACCORDO
Dopo una tappa londinese
salutata da un eccezionale
successo di pubblico, quest'antologia di cento fogli
capaci di togliere il respiro
approda agli Uffizi di Firenze
Potrebbero arrivare sul
mercato, e senza etichetta,
formaggi, carne e latte
derivati da animali clonati.
A Bruxelles, infatti, è fallito
ogni tentativo di accordo
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L’Ue stigmatizza il comportamento della Francia: “Il regolamento di Schengen è molto chiaro al riguardo: i controlli sistematici sono banditi”
VENTIMIGLIA: CLANDESTINI BLOCCATI AL CONFINE.
LA FRANCIA NON VUOLE I PROFUGHI DI LAMPEDUSA
E’ emergenza clandestini a Ventimiglia: in migliaia sono gli extracomunitari arrivati da Lampedusa nella
speranza di poter passare in Francia.
Speranza bloccata dall’inflessibilità
della polizia di frontiera francese: gli
immigrati devono stare in Italia, non
possono passare sul suolo francese. C’è chi ha provato a passare in
treno, chi cerca di attraversare
incastrato nel bagagliaio di un
auto. Qualcuno prova a passare
via mare, altri preferiscono
affrontare gli strapiombi della
montagna, ma il risultato è sempre il medesimo: la polizia francese li respinge tutti.
Ventimiglia si trova così assediata da migliaia di profughi.
Qualcuno tenta di aizzare la folla di
disperati, li fa marciare in colonna
verso la frontiera, ma niente da fare:
dopo neanche un’ora sono costretti a
ritornare in stazione, dove è stata
creata una sala d’attesa di fortuna.
Arrivano a piedi, fuggono dai centri
di accoglienza che li ospitano dopo
aver passato giorni a Lampedusa,
dove la situazione è sempre più al
collasso a causa degli sbarchi di clandestini che non accennano a fermarsi.
Sembra che presto aprirà un centro di
accoglienza allestito in fretta e furia
in una ex caserma dei vigili del fuoco.
Pierpaolo Fanzone, dirigente della
sede della polizia frontiera di
Ventimiglia, è alquanto seccato da
tutta questa situazione: “Per noi c’è
una mole di lavoro notevolissima che
riguarda tutte le attività legate alle
riammissioni”. Ogni volta che la
“Police” riporta indietro un clandestino, bisogna riprendere le impronte
digitali, fare la foto di segnalazione,
contattare la Questura per mettere in
atto il procedimento di esplusione e
via discorrendo. Molti profughi si
sono rassegnati e si limitano a stare
seduti lungo i binari della stazione
della cittadina ligure: sanno benissimo che se valicano i confini con la
Francia, la “Police” li riporterà subito
indietro.
A Ventimiglia la situazione più difficile si sta vivendo alla stazione, divenuta ormai un dormitorio, con condizioni igieniche al limite, tanto che il
sindaco Gaetano Scullino ha dovuto
allestire i locali inutilizzati dell’ex
dogana per evitare che la città si trasformi in un bivacco a cielo aperto.
«Anche se siamo molto impegnati
con le attività legate alla riammissione - spiega il dirigente della polizia di
frontiera Pierpaolo Fanzone - in questo momento non tralasciamo i controlli anche in entrata nel territorio
nazionale e le attività investigative,
legate alla commissione di reati specifici come quello dei passeur, che
portano le persone da un lato all’altro.
Solo in questi ultimi 10 giorni, infatti, ne abbiamo arrestati otto con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Passeur, anche
loro di nazionalità tunisina, che chiedono fino a 150 euro a viaggio per un
passaggio oltre confine.
Insomma, la situazione diventa di
giorno in giorno sempre più insostenibile e da più parti è stato invocato
l’intervento dell’Unione europea per
aiutare l’Italia a sostenere la difficile
situazione.
L'Unione europea è pronta a sostenere con misure ulteriori l'Italia per
gestire l'emergenza di Lampedusa e
in particolare il rimpatrio degli immigrati illegali in Tunisia. Lo ha assicurato la commissaria Ue agli affari
interni Cecilia Malmstrom a
Bruxelles, che poi ha ammonito la
Francia sui respingimenti alle sue
frontiere. "Parigi non può agire così
perché i confini nello spazio di libera
circolazione di Schenghen non esistono più", ha spiegato.
Non hanno titolo di farlo se l’arresto
dei clandestini è frutto d’una sistematica vigilanza di frontiera come quella a cui si assiste in queste ore, perché
si violano gli accordi di Schengen
sulla libera circolazione. Altra cosa è
se il respingimento segue degli interventi a campione decisi per «una
grave minaccia all’ordine pubblico».
Anche qui, però, la svedese «non
vede il caso».
La Malmstrom ha auspicato una soluzione bilaterale tra Francia e Italia e
ha aggiunto che l’Unione europea è
pronta a sostenere con misure ulteriori l’Italia per gestire l’emergenza di
Lampedusa e in particolare il rimpatrio degli immigrati illegali in
Tunisia. Dallo scorso anno, l’Italia ha
già ricevuto "una cifra considerevole"
dai diversi fondi europei disponibili,
ha specificato, "e ci sono ancora soldi
che rimangono a disposizione: abbiamo già detto a Roma che questi soldi
possono essere usati per gestire l’emergenza di Lampedusa. Ma siamo
pronti a discutere altri fondi quando
questi soldi saranno finiti e a discutere su cosa può essere utile fare per il
futuro. Per questo restiamo in stretto
contatto con le autorità italiane, alle
quali spetta valutare la situazione".
Quanto a Parigi, "siamo in Schengen,
quindi non è possibile, né desiderabile che ci siano delle frontiere" tra
Francia e Italia, ha detto la
Commissaria europea, aggiungendo
di "essere cosciente del problema" del
‘muro’ che le autorità francesi hanno
elevato alla frontiera per respingere
in Italia i migranti nordafricani.
"Spero che si troverà una soluzione
bilaterale — ha aggiunto Malmstrom
— Se c’è un problema di sicurezza
alla frontiera ci si dovrà rivolgere alla
Commissione che affronterà la questione. Ma in questo momento sono le
autorità francesi ed italiane che hanno
contatti bilaterali. Finora nessuno si è
rivolto alla Commissione".
Il respingimento degli immigrati
clandestini provenienti dall'Italia da
parte delle autorità francesi è "perfettamente" conforme alle norme europee: lo dice il ministro dell'Interno
francese, Claude Gueant, in una lettera inviata al commissario Ue
all'Immigrazione, Cecilia Malmstrom, che aveva duramente criticato
la Francia per i respingimenti degli
immigrati clandestini provenienti
dall'Italia. Nella missiva, inviata oggi
a Bruxelles, Gueant si dice anche
"stupito" per le parole della
Malmstrom. Il rinvio degli immigrati
irregolari verso l'Italia "sono naturalmente e perfettamente conformi al
diritto comunitario, in particolare,
all'acquis di Schengen.
La direttiva Ue del 16 dicembre 2008,
detta 'rimpatri', prevede (...) la pratica
delle riammissioni di cittadini di
Paesi terzi in situazione irregolare tra
Stati membri, sulla base di accordi
bilaterali esistenti". In questo contesto, sottolinea ancora Gueant nella
missiva inviata a Bruxelles, "il trattato franco-italiano del 3 ottobre 1997
fissa l'attuale quadro giuridico in
vigore, che rispettiamo scrupolosamente". Il ministro lancia quindi un
forte appello alla Malstrom affinché
Bruxelles mostri maggiore impegno
nel campo dell'immigrazione: "Il
governo attende, come molti altri in
Europa, delle proposte e un'azione
vigorosa da parte della Commissione
per superare le difficoltà alle quali ci
espone l'attuale situazione migratoria
nel Mediterraneo". Gueant assicura
infine che "i controlli operati nella
zona frontaliera nella striscia di 20
chilometri lungo la frontiera interna
sono anch'essi conformi al diritto
europeo".
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SICUREZZA
ALIMENTARE
Nessuna nuova norma europea sui
cibi provenienti da animali clonati o
da loro discendenti. A Bruxelles,
infatti, è fallito il tentativo di trovare
un accordo tra il consiglio dei
Ministri dell’Ue e il Parlamento
europeo, chiamati a decidere se e in
che modo dare il via libera a prodotti derivati dagli eredi della pecora
Dolly. Uno scontro, quello tra il
Parlamento e il Consiglio europeo,
andato avanti per tutta la notte e conclusosi questa mattina, alle 7, con un
nulla di fatto. E' stata una discussione fiume, racconta all'ASCA Gianni
Pittella, capodelegazione dell'Europarlamento nella procedura di conciliazione Ue, ''che dura da tre, quattro
mesi. Questa è stata l'ultima notte di
discussione perché oggi era l'ultimo
giorno, non si è raggiunta un'intesa e,
per regolamento, ora aspetteremo che
la commissione europea presenti una
nuova proposta che sara' poi esaminata dal Parlamento e dal Consiglio''.
Quello che è successo, spiega, ''è che
il Parlamento ha chiesto a maggioranza il divieto degli alimenti derivanti
da animali clonati e dai loro discendenti o almeno la loro etichettatura
per permettere ai consumatori una
scelta responsabile. Eravamo anche
disponibili a fare una cosa graduale,
iniziando da un alimento e introducendo man mano tutti gli altri, ma nel
Consiglio abbiamo trovato un muro''.
Il Consiglio infatti, prosegue Pittella,
''era a favore dell'etichettatura di un
solo tipo di prodotto, la carne bovina,
e a fare uno studio nei prossimi anni,
ma la carne bovina è una percentuale
CIBI DA ANIMALI CLONATI: SULLE NUOVE NORME
FALLITI I NEGOZIATI TRA LE ISTITUZIONI DELL’UE
minima, il problema sono anche i formaggi, lo yogurt''. I Governi, insomma, ''erano disponibili solo a mettere
a bando l'ingresso di animali clonati
nella Ue, ma gli animali clonati non
arrivano: arriva invece il cibo derivato da animali clonati e i loro discendenti''. Tra i paesi contrari Pittella
nomina Inghilterra, Svezia e Spagna.
Tra i favorevoli, Polonia, Francia e
Italia.
Secondo la stampa britannica, è stata
Caroline Spelman, ministro dell'ambiente del primo ministro conservatore David Cameron, a guidare, seguita
a ruota dalla maggior parte dei colleghi europei, la crociata a Bruxelles
per sabotare i tentativi di regolamentare la filiera. La ragione: tali controlli potrebbero provocare una guerra
commerciale in primo luogo con
Washington, ma anche con Brasilia e
Buenos Aires, tutti Paesi dove questi
prodotti vengono regolarmente venduti.
Il governo di Londra ha insistito sul
CdR: COMITATO
DELLE REGIONI
fatto che i prodotti derivati da animali clonati non sono diversi da quelli
degli animali convenzionali. La stessa Food Standards Agency, l'agenzia
per la sicurezza alimentare del Regno
Unito, ha fatto sapere di essere ormai convinta della sicurezza di questi prodotti,
aggiungendo che le restrizioni
che ad oggi ne impediscono la
vendita saranno ammorbidite
"nel giro di alcuni mesi".
Intanto, però, il mancato
accordo apre un periodo
senza norme e senza leggi, né
sull’etichettatura né sull’importazione. Una situazione
paradossale di liberalizzazione forzata per cui non solo
potremo ritrovarci nel piatto
prodotti derivati dalla prima generazione di organismi clonati, ma non
sarà nemmeno possibile riconoscere
tali alimenti attraverso un’etichettatura adeguata.
"Il fallimento del negoziato tra
Consiglio dei ministri Ue e
Parlamento europeo per lo stop agli
animali clonati desta non poche
preoccupazioni. Il mancato compromesso lascia i consumatori e gli operatori del settore senza una chiara
legislazione in materia. Una situazione che alimenta molte perplessità,
con il rischio che sulle tavole di tutta
Europa possano giungere carni, latte
e formaggi da animali modificati
geneticamente. E contro questa eventualità si sono espressi otto europei su
dieci". E’ quanto sottolineato dal presidente della Cia-Confederazione ita-
liana agricoltori Giuseppe Politi rammaricato per la conclusione negativa
della trattativa.
"Ora -rimarca Politi- si dovrà ricominciare tutto daccapo, con una
nuova proposta legislativa; ma nel
frattempo la commercializzazione dei
prodotti alimentari da animali clonati
o dalla loro discendenza non è sottoposta ad alcuna regolamentazione.
Non solo. I produttori agricoli si troveranno ad operare in un contesto
privo delle necessarie certezze".
”Senza l’accordo – spiega Coldiretti
– gli operatori commerciali sono liberi di importare latte, formaggi o carne
derivati dalla progenie e discendenza
degli animali clonati senza peraltro
alcuna etichettatura. Sotto osservazione in Europa e in Italia sono
soprattutto le importazioni di carne
proveniente da Brasile, Argentina e
Usa dove la pratica della clonazione
si è rapidamente diffusa”.
L’Italia, secondo una analisi della
Coldiretti su dati Istat, ha importato
nel 2010 carne fresca, congelata o
refrigerata per 18 milioni di chili dal
Brasile, per 9,3 milioni di chili
dall’Argentina e per 1,3 milioni di
chili dagli Usa. Quasi marginali –
continua Coldiretti – sono invece le
importazioni di prodotti lattiero
caseari da questi Paesi che assommano complessivamente a 350mila chili.
Il consiglio per i consumatori è quindi – precisa Coldiretti – di verificare
l’etichetta di origine che è oggi obbligatoria per la carne bovina e per quella di pollo e di preferire la produzione nazionale.
COMITATO DELLE REGIONI: CONTRO LA POVERTÀ NON BASTANO LE
PROPOSTE, SERVE UN CONCRETO IMPEGNO POLITICO E FINANZIARIO
L'ambizioso obiettivo di sottrarre 20 milioni di
europei alla povertà potrà essere raggiunto soltanto
se gli enti regionali e locali avranno un ruolo chiave nello sviluppo dei programmi
nazionali e se l'Europa sarà disposta ad appoggiare adeguatamente
gli sforzi delle autorità nazionali,
regionali e locali, anzitutto attraverso i finanziamenti del Fondo
sociale europeo. È questo il messaggio centrale del parere del
Comitato delle regioni (CdR) sulla
Piattaforma europea contro la
povertà e l'esclusione sociale,
adottato nei giorni scorsi in sessione plenaria.
Christine
Chapman
(UK/PSE),
membro
dell'Assemblea nazionale del Galles e relatrice del
parere, esprime soddisfazione per l'impegno a coinvolgere gli enti regionali e locali nello sviluppo dei
programmi nazionali di riforma, assunto formalmente in un documento che gli Stati membri pubblicheranno verso la metà di aprile, ma rimane
scettica sulla qualità dei contributi.
"Il vero banco di prova di questa iniziativa faro
della strategia Europa 2020 sarà il suo successo sul
campo, ed è a quel livello che sarà fondamentale il
contributo degli enti regionali e locali, dato che
sono proprio loro a fornire i servizi sociali ai citta-
dini e a poter comprendere meglio l'entità della
sfida e le possibili soluzioni. È per questo motivo
che avrei voluto vedere qualche orientamento della
Commissione europea sulle
modalità di partecipazione
di questi enti allo sviluppo
dei programmi nazionali di
riforma, per garantire che il
loro contributo sia effettivo
e pertinente".
Il Comitato ha invitato la
Commissione europea ad
assicurarsi che venga offerto un sostegno sufficiente
agli sforzi delle autorità
nazionali, regionali e locali
per realizzare gli obiettivi di questa iniziativa faro
dell'UE. Sempre secondo Chapman, "la politica
sociale è un ambito in cui l'Europa non ha competenze specifiche; per assicurarsi che gli obiettivi
siano raggiunti, la Commissione dovrà quindi agire
diversamente: garantendo, ad esempio, che il
Fondo sociale europeo sia esteso in modo da finanziare non solo i progetti in materia di occupazione
ma anche quelli per combattere la povertà e l'esclusione".
Il parere del Comitato è stato elaborato sulla base
di un contributo supplementare degli enti regionali
e locali di tutta Europa, raccolto mediante un'inda-
gine realizzata dalla Piattaforma di monitoraggio
della strategia Europa 2020. Un questione essenziale, evidenziata da un'ampia maggioranza degli
enti così interpellati, riguarda la misura in cui gli
investimenti in programmi di contrasto alla povertà
e all'esclusione debbano diventare un obbligo per
gli enti regionali e locali nell'ambito dei futuri programmi regionali dell'UE. Alcuni enti interpellati,
tuttavia, ritengono che un obbligo di questo genere
limiterebbe le loro possibilità di utilizzare i fondi
UE per investire in altri ambiti prioritari. Nel suo
parere finale, tuttavia, il CdR suggerirà che in futuro il finanziamento di misure di contrasto all'esclusione sociale sia reso obbligatorio.
Vi è inoltre un ampio consenso sul fatto che il CdR
debba incoraggiare la Commissione ad adottare un
approccio più proattivo, in particolare nella lotta
alla povertà infantile. Chapman si dice particolarmente delusa dalle modeste ambizioni delle proposte presentate dalla Commissione in questo campo:
"è necessario agire con urgenza, già adesso e non
nel 2012 o più tardi. La Commissione avrebbe
dovuto essere più coraggiosa e impegnarsi a elaborare una raccomandazione quest'anno, dato che il
lavoro di preparazione è stato effettuato durante la
presidenza belga". La relatrice si dice invece soddisfatta di scorgere nella proposta riferimenti specifici alla lotta contro l'esclusione dei Rom e alla riduzione del numero dei senza dimora.
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Proteggere le infrastrutture critiche informatizzate: rafforzare la preparazione, la sicurezza e la resilienza per proteggere l'Europa dai cyberattacchi
L’UE RIESAMINA LA PROTEZIONE DEGLI STATI
MEMBRI CONTRO GLI ATTACCHI INFORMATICI
In una relazione che tiene conto dei progressi realizzati nell’attuazione del piano d'azione europeo
del 2009, la Commissione europea si complimenta
con gli Stati membri per gli sforzi
intrapresi nella protezione delle
infrastrutture informatiche critiche
da possibili cyberattacchi e cyberperturbazioni. Al contempo, la relazione sottolinea la necessità di procedere a ulteriori azioni in questo
settore – in particolar modo per
creare, entro il 2012, una rete efficiente di gruppi di pronto intervento informatico
(CERT). La sicurezza informatica e la protezione
delle infrastrutture critiche in questo settore sono
elementi vitali per i cittadini e per le aziende – se si
vuole che gli utenti si rivolgano con fiducia a internet e alle altre reti – e rappresentano una priorità
fondamentale dell'Agenda digitale europea.
La commissaria europea per l’Agenda digitale e
vicepresidente della Commissione Neelie Kroes ha
spiegato: “I cittadini europei necessitano e desiderano un accesso a reti e servizi online sicuri, resilienti e robusti. Nel corso degli ultimi due anni
abbiamo ottenuto successi significativi ma dobbiamo incrementare gli sforzi in tutta l'UE e a livello
mondiale per essere in grado di far fronte a pericoli informatici sempre nuovi”.
I recenti eventi hanno dimostrato che nuove minacce informatiche, sempre più sofisticate dal punto di
vista tecnologico, possono perturbare o distruggere
funzioni vitali sia per la vita economica che societale. Gli esempi includono gli attacchi alle reti del
Ministero delle finanze francese prima del vertice
del G20, al Sistema comunitario di scambi di emissioni e ancora più recentemente al Servizio europeo
per l'azione esterna e alla Commissione stessa.
Sono episodi che dimostrano la necessità di creare
una rete governativa/nazionale perfettamente operativa di gruppi di pronto intervento in Europa,
entro l'anno prossimo, nonché di organizzare a scadenza più regolare delle simulazioni di ciberattacchi a livello
nazionale e di riesaminare i temi
della governance per garantire la
sicurezza delle tecnologie emergenti, come ad esempio il cloud
computing.
I principali risultati della ricerca
descrivono questo scenario:
- la maggioranza degli Stati membri è ora dotata di
gruppi nazionali/governativi di pronto intervento
informatico (CERT);
- la cooperazione tra gli Stati membri sta migliorando grazie ai regolari scambi d’opinione sulle politiche da adottare, che avvengono all'interno di un
forum europeo costituito nel 2009;
- la costituzione di partenariati pubblico-privati
europei per la resilienza (EP3R) si è dimostrata un
passo fondamentale nella responsabilizzazione del
settore privato e ha contribuito ad aumentare il
livello di sicurezza in ambiente digitale e a sviluppare un solido mercato al servizio della sicurezza
dell’informazione in Europa.
La relazione indica chiaramente la strada da seguire per rafforzare la cooperazione internazionale nel
settore. Di concerto con gli Stati membri e con il
settore privato, la Commissione si impegna a:
- istituire CERT presso gli Stati membri che ne sono
ancora sprovvisti nonché per le istituzioni dell'UE,
entro il 2012;
- sviluppare un piano d’emergenza per rispondere ai
ciberattacchi, entro il 2012, sulla base dei piani
nazionali d'emergenza sullo stesso argomento;
- organizzare simulazioni di ciberattacchi sia a
livello nazionale (finora solo 12 Stati membri lo
QUANDO I RIFIUTI CESSANO DI ESSERE TALI? LO
SPIEGA L’UE CON UNA NUOVA DIRETTIVA QUADRO
I rifiuti generati dalle industrie e dai consumatori
europei sono in misura sempre maggiore rielaborati per ottenere materie prime secondarie e nuovi
prodotti, anziché essere conferiti nelle discariche.
Tuttavia in passato sono mancati criteri chiari per
stabilire quando un materiale recuperato dai rifiuti
cessi di rientrare in questa
categoria e possa essere
considerato un altro prodotto o una materia prima. Il
primo regolamento su quando i rifiuti cessano di essere
tali, adottat nei giorni scorsi,
stabilisce detti criteri per i
rottami di ferro, di acciaio e
di alluminio. La sua finalità è di stimolare i mercati del riciclaggio in Europa.
Janez Potoènik, commissario UE per l'ambiente, ha
dichiarato: "Dobbiamo iniziare a trattare i rifiuti
come una risorsa preziosa e l'adozione odierna di
criteri su quando un rifiuto cessa di essere tale per
i flussi di materiali costituirà un autentico stimolo
per le industrie e i servizi di riciclaggio in Europa.
Si tratta di un nuovo importante passo verso l'obiettivo che l'UE si è posta di diventare una società che
ricicla e che utilizza in modo efficiente le risorse".
Una finalità importante delle norme su quando i
rifiuti cessano di essere tali è di stimolare i mercati del riciclaggio nell'Ue. Dette norme permetteranno infatti di creare certezza giuridica e parità di
condizioni per l'industria del riciclaggio, di eliminare per tale settore gli oneri amministrativi super-
flui, escludendo dall'ambito di applicazione della
normativa sui rifiuti le materie prime secondarie
sicure e pulite, e di contribuire all'approvvigionamento di materie prime delle industrie europee.
In passato l'assenza di criteri chiari e armonizzati
ha portato a una situazione in cui alcuni Stati membri hanno sviluppato quadri regolamentari differenti e non sempre compatibili
per quanto concerne i materiali di recupero.
Grazie al regolamento adottato i rottami
di metallo puliti e sicuri non devono
essere classificati come rifiuti, a condizione che i produttori applichino un
sistema di gestione della qualità e dimostrino rispetto dei criteri prevedendo una dichiarazione di conformità per ciascuna partita di rottami.
Prima che i rottami possano perdere la qualifica di
rifiuti, occorre terminare qualsiasi trattamento
(come taglio, frantumazione, lavaggio e disinquinamento) necessario per preparare i rottami all'utilizzazione finale in impianti di lavorazione dell'acciaio o dell'alluminio oppure nelle fonderie. Ad
esempio per le vecchie autovetture occorre procedere allo smontaggio, alla rimozione di liquidi e
composti pericolosi e al trattamento della frazione
metallica, in modo da recuperare rottami metallici
puliti che soddisfano i criteri stabiliti per definire
quando un rifiuto cessa di essere tale.
Scopo della nuova direttiva quadro sui rifiuti è
quello di conseguire livelli assai più elevati di riciclaggio e a limitare l'estrazione di ulteriori risorse
hanno fatto) che paneuropeo, sull'esempio dell’esercizio “Cyber Europe” del 2010;
- promuovere principi condivisi a livello mondiale
sulla stabilità e la resilienza di internet;
- istituire partenariati strategici in questo settore con
paesi non-UE (in particolare gli Stati Uniti), promuovendo contemporaneamente la discussione
all'interno di forum internazionali come il G8.
ETWINNING PER L'APPRENDIMENTO
TRANSFRONTALIERO: ANNUNCIATI GLI
8 MIGLIORI PROGETTI DELLE SCUOLE
Il programma della Commissione europea
"eTwinning" che entra ora nel suo settimo anno
di attività coinvolge più di 130.000 insegnanti
in 31 paesi che si servono delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) per
creare progetti educativi transfrontalieri. 500
insegnanti e 120 allievi si riuniscono a Budapest
tra il 31 marzo e il 2 aprile per scambiare idee
sulle future iniziative di eTwinning e per celebrare gli otto migliori progetti eTwinning dell'anno cui partecipano scuole di Austria, Cipro,
Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Italia,
Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna e
Turchia.
Androulla Vassiliou, Commissario responsabile
per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la
gioventù, ha affermato: "L'iniziativa eTwinning
è stata un successo fin dall'inizio. Essa promuove l'apprendimento e la creatività oltre a stimolare nei giovani l'orgoglio di essere europei.
eTwinning non ha un'agenda prestabilita, si tratta di un contenitore in cui c'è spazio per tutto, il
programma consiste soprattutto nell'uso della
TIC per aiutare gli allievi a realizzare appieno le
loro potenzialità."
Gli otto progetti vincenti sono stati selezionati
tra più di 300 candidature e sono ripartiti in tre
categorie di età: 4-11, 12-15 e 16-19 anni.
Ciascun progetto è un esempio di pratica innovativa nell'ambito del quale almeno due scuole di
due diversi paesi hanno fatto opera di apprendimento comune in modo nuovo e creativo.
Vi sono inoltre categorie speciali per la matematica e le scienze, l'apprendimento delle lingue
francese, spagnola e italiana, nonché un premio
speciale sponsorizzato dalla Commissione, per
lo studio della lingue di un paese vicino. Una
scuola francese (Lycée Benjamin Franklin,
Auray, Bretagna) e due spagnole (IES Doctor
Alarcón Santón, La Roda, IES Melchor de
Macanaz, Hellín) riceveranno il premio relativo
a un progetto che incoraggiava gli allievi a studiare le radici delle moderne lingue romanze.
naturali. L'obiettivo a lungo termine è di far diventare l'Europa una società del riciclaggio, che evita
di produrre rifiuti e che per quanto possibile usa i
rifiuti inevitabili come risorsa.
La nuova direttiva è basata su principi riconosciuti
per la gestione dei rifiuti nel rispetto dell'ambiente,
in modo da stabilire una gerarchia in cinque fasi
che promuove la prevenzione, la preparazione al
reimpiego, il riciclaggio e altre forme di recupero.
I sistemi di smaltimento come la messa in discarica - che è ancora oggi quello più comunemente utilizzato per i rifiuti urbani nella maggior parte degli
Stati membri - dovrebbero costituire l'ultima risorsa. La politica dell'UE in materia di rifiuti introduce il concetto di ciclo di vita per garantire che ogni
azione comporti complessivamente un beneficio
rispetto alle altre opzioni.
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Il documento che chiarisce qual è l'ambito di applicazione della Carta e come rendere più agevole l'accesso dei cittadini alla giustizia
PUBBLICATA LA RELAZIONE SUI PROGRESSI REALIZZATI IN
MATERIA DI RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI NELL'UE
Da oltre un anno la Carta dei diritti fondamentali
dell'UE è diventata giuridicamente vincolante –
prima di tutto per le istituzioni dell'UE (il
Parlamento europeo, il Consiglio e la
Commissione europea) quando preparano nuove leggi europee, ma
anche per le autorità nazionali quando attuano il diritto dell'Unione.
Nell'ambito del suo impegno per far
sì che i diritti fondamentali siano
una realtà per i cittadini dell'UE, la
Commissione europea ha stilato per
la prima volta una relazione sull'applicazione della Carta. La relazione
sottolinea l'importanza dei diritti fondamentali in
un'ampia gamma di politiche, dalla protezione dei
dati all'immigrazione e all'asilo, e testimonia il
vivo interesse dei cittadini per la Carta. La relazione, tuttavia, segnala anche che questa viene spesso fraintesa. Nel 2010 la Commissione ha ricevuto
più di 4.000 lettere di cittadini riguardanti i diritti
fondamentali. Circa tre quarti di tali lettere denunciavano casi che esulano dal campo di applicazione del diritto dell'UE. Inoltre, un recente sondaggio
commissionato dal Mediatore europeo ha riscontrato che il 72% degli europei non si ritiene adeguatamente informato sulla Carta. "Per far sì che la
Carta venga messa in pratica occorre che i cittadini conoscano i propri diritti e sappiano come esercitarli per ottenere giustizia" ha dichiarato Viviane
Reding, Vicepresiden-te e Commissaria UE per la
Giustizia. "L'UE non è un supergendarme dei diritti fondamentali. La Carta si applica principalmente
alle istituzioni dell'UE. I giudici nazionali devono
innanzitutto far rispettare i diritti sulla base delle
rispettive costituzioni nazionali."
L'interesse dei cittadini e le loro aspettative per
quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali
dell'UE sono grandi. Molte delle denunce pervenu- dignità umana, la vita privata e familiare e la prote, però, riguardavano situazioni in cui la Carta non tezione dei dati. In materia di gestione delle fronpoteva applicarsi. Se ciò si verifica è perché spes- tiere, la Commissione ha proposto nuove norme
so vengono fraintesi gli obiettivi della Carta e le per rendere più efficace la sorveglianza delle fronsituazioni in cui si applica, ma tiere marittime garantendo al contempo il rispetto
anche il ruolo stesso dell'UE.
dei diritti fondamentali dei migranti intercettati in
La relazione presentata intende per- mare. La Commissione ha inoltre proposto modifitanto contribuire a far sì che i citta- che alle disposizioni relative a Frontex, l'Agenzia
dini siano meglio informati sui casi dell'Unione europea per la gestione delle frontiere
in cui possono appellarsi alla Carta. esterne. Le proposte prevedono una formazione sui
In essa si cerca, in particolare, di diritti fondamentali per gli addetti al controllo delle
chiarire i ruoli rispettivi degli Stati frontiere e chiedono che qualsiasi eventuale incimembri e dei loro ordinamenti dente sia segnalato alle autorità nazionali affinché
nazionali per la tutela dei diritti e il provvedano a indagare sull'accaduto.
ruolo della Commissione europea. I cittadini
che ritengono che i propri diritti fondamentali siano stati lesi devono sapere a chi rivolgersi per accedere alla giustizia.
La relazione offre poi una prima panoramica
globale delle modalità con cui vengono fatti
rispettare i diritti fondamentali nell'UE dopo
il trattato di Lisbona che ha reso vincolante Ricercatori, ingegneri, imprenditori, innovatori, studenti
la Carta. Vi si ribadisce che le istituzioni e tutti coloro che si sentono creativi hanno tempo fino al
dell'UE devono sempre prendere attentamen- 10 maggio per suggerire un nome adeguato, attraente e
te in considerazione i diritti sanciti dalla suggestivo per il nuovo programma UE di ricerca e innoCarta mentre gli Stati membri ne sono vinco- vazione che sarà introdotto dopo il 2013. Il concorso
lati solo quando attuano il diritto e le politi- indetto nei giorni scorsi dalla Commissione europea è
che dell'UE. La relazione si articola in sei collegato alla consultazione, tuttora in corso, delle parti
capitoli che corrispondono ai sei titoli della interessate sul Libro verde relativo al nuovo programma,
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione che sarà al centro dell'iniziativa "Unione dell'innovazioeuropea: dignità, libertà, uguaglianza, solida- ne" e della strategia "Europa 2020".
rietà, cittadinanza e giustizia. Ciò dimostra Il nuovo programma sarà basato su un "Quadro strategiquanto la Carta sia rilevante per una serie di co comune", che riunisce in modo coerente e flessibile
politiche che sono competenza dell'Unione. diversi tipi di finanziamento. Sarà così possibile armoPer esempio, per quanto riguarda l'uso di nizzare più efficacemente i fondi destinati alla ricerca per
body scanner negli aeroporti, la affrontare le sfide globali e dare un contributo importanCommissione ha fatto presente la necessità te alla strategia generale dell'UE "Europa 2020". Le fordi rispettare diritti fondamentali quali la malità burocratiche saranno ridotte al minimo e la partecipazione semplificata. La Commissione è quindi alla
ricerca di un nome nuovo e si è assicurata l'aiuto di una
Nuove regole per il riordino del settore
giuria composta di personalità eminenti che, a partire
dalle proposte ricevute, selezioneranno una rosa di possibilità; queste verranno poi votate on line.
La Commissione europea ha avviato una consulta- dure nazionali trasparenti e agevolare un La commissaria europea per la ricerca, l'innovazione e la
zione pubblica al fine di ammodernare le regole accesso più ampio e veloce ai medicinali. scienza Máire Geoghegan-Quinn ha speigato: "L'Europa
sulla trasparenza applicabili alle decisioni degli Alcune delle tematiche toccate nella consul- ha tratto grande beneficio dai programmi quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, che continuano a creare creStati membri in merito alla fissazione dei prezzi e tazione comprendono:
al rimborso dei medicinali. Nell'ambito di questa - ritardi nelle procedure di fissazione dei scita e occupazione e a migliorare la qualità di vita. Ma
consultazione si invitano tutte le parti interessate a prezzi e di rimborso evidenziati dalla indagi- il nostro nuovo programma di ricerca e innovazione rapesprimere i loro punti di vista
ne sul settore farmaceutico presenta un nuovo punto di partenza e una nuova avvensul riesame della direttiva
(luglio 2009) condotta dalla tura, per questo abbiamo bisogno di un nuovo nome.
Dobbiamo entrare in contatto con le parti interessate e
89/105/CEE del Consiglio,
Commissione europea;
spesso denominata 'direttiva tra- la coerenza tra le regole attual- con il pubblico e dare maggiore visibilità politica e
sparenza'. Dal 1989 questa
mente in vigore in tema di tra- mediatica al nostro lavoro, il che a sua volta promuoverà
la partecipazione e migliorerà i risultati".
direttiva non è stata modificata
sparenza e:
nonostante siano intervenuti
- lo sviluppo di prodotti sempre Il Libro verde della Commissione pubblicato in febbraio
propone un quadro strategico comune per le sfide che
cambiamenti sostanziali nel
più innovativi;
mercato dei prodotti medicinali.
- l'evoluzione di meccanismi per l'Europa dovrà affrontare nel prossimo decennio e oltre.
Sebbene il prezzo dei medicinail contenimento dei costi dei Questo nuovo approccio richiede una nuova "identità"; si
è così indetto un concorso per trovare un nome che sia
li e il loro rimborso siano decisi a livello nazionale, medicinali negli Stati membri;
la direttiva trasparenza è volta a facilitare la libera - il ruolo della giurisprudenza della Corte di facilmente associabile alla ricerca e innovazione e al
circolazione dei medicinali nell'UE. Termine ulti- giustizia europea, che ha sempre dato un'in- tempo stesso originale, facile da ricordare, da pronunciamo per presentare i contributi è il 25 maggio 2011. terpretazione ampia delle norme esistenti per re e da scrivere e utilizzabile in un'ampia gamma di lingue o agevolmente traducibile.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione assicurarne l'efficacia;
europea e commissario responsabile per l'Industria - l'opportunità e la fattibilità di ampliare il
e l'imprenditoria, ha spiegato: "La trasparenza campo di applicazione della direttiva trasparenza membri hanno la responsabilità di controllare i loro
prezzi e i rimborsi al fine di promuovere la sosteninelle procedure di fissazione dei prezzi e di rimbor- per includervi i dispositivi medici;
so contribuisce a mantenere un mercato dinamico - l'eventualità di un sistema di sanzioni valido per bilità finanziaria dei loro sistemi di previdenza
dei prodotti farmaceutici e può contribuire a ridur- tutta l'UE nel caso di ritardi nelle decisioni in meri- sociale.
Le misure in tema di fissazione dei prezzi e di rimre l'onere che grava sui bilanci della sanità pubbli- to ai prezzi e ai rimborsi.
ca. È giunto il momento di svecchiare il quadro Nell'UE i medicinali possono essere immessi sul borsi si ripercuotono sulla capacità delle società
attuale: le autorità pubbliche, le imprese e, soprat- mercato solo dopo essere stati autorizzati dalla farmaceutiche di vendere i loro prodotti sui mercatutto, i cittadini si avvantaggeranno di un insieme Commissione europea o dalle autorità nazionali ti nazionali e possono costituire barriere agli scamdi regole più moderno".
competenti. Le autorizzazioni alla commercializza- bi all'interno dell'UE. La direttiva trasparenza è
La consultazione aiuterà la Commissione a deter- zione sono concesse conformemente alle regole finalizzata a mitigare l'impatto potenziale delle
minare come meglio aggiornare le regole esistenti comuni dell'UE volte ad assicurare la qualità, la regole nazionali assicurando che le decisioni su
per ridurre i prezzi dei medicinali, garantire proce- sicurezza e l'efficacia dei medicinali. Gli Stati prezzi e rimborsi seguano procedure trasparenti.
MEDICINALI: UNA CONSULTAZIONE PER DEFINIRE PREZZI E RIMBORSI
DATEGLI UN NOME! SI APRE LA GARA
PER DESIGNARE IL NUOVO PROGRAMMA
DI RICERCA E INNOVAZIONE DELL’UE
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02 Aprile 2011
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Interrompere la dipendenza del sistema dei trasporti dal petrolio senza sacrificarne l'efficienza e compromettere la mobilità
TRASPORTI 2050: L’UE DELINEA UN PIANO AMBIZIOSO PER
INCREMENTARE LA MOBILITA’ E RIDURRE LE EMISSIONI
La Commissione europea ha adottato nei giorni scorsi una
strategia di ampio respiro (Trasporti 2050) per un sistema di
trasporti concorrenziale in grado di incrementare la mobilità,
rimuovere i principali ostacoli nelle aree essenziali e alimentare la crescita e l'occupazione. Contemporaneamente, le
proposte contribuiranno a ridurre sensibilmente la dipendenza dell'Europa dalle
importazioni di petrolio, nonché a ridurre le emissioni di anidride carbonica nei
trasporti del 60% entro il 2050.
Per raggiungere questo risultato sarà
necessaria una trasformazione dell'attuale sistema dei trasporti europeo. Da qui al
2050, gli obiettivi essenziali saranno:
- esclusione delle auto ad alimentazione
tradizionale nelle città,
- uso pari al 40% di carburanti sostenibili a bassa emissione
di anidride carbonica nel settore aeronautico, riduzione di
almeno il 40% delle emissioni del trasporto marittimo,
- trasferimento del 50% dei viaggi intercity di medio raggio
di passeggeri e merci dal trasporto su gomma a quello su
rotaia e per via fluviale,
- tutto questo porterà ad una riduzione del 60% delle emissioni nel settore dei trasporti entro la metà del secolo.
La tabella di marcia Trasporti 2050 verso uno spazio unico
europeo dei trasporti è diretta a eliminare i principali ostacoli e strozzature in molte aree essenziali di vari settori: investimenti e infrastrutture dei trasporti, innovazione e mercato
interno. L'obiettivo è di creare uno spazio europeo unico dei
trasporti con più concorrenza e una rete di trasporti pienamente integrata che colleghi i diversi modi e permetta un
profondo cambiamento nei modi di trasporto per passeggeri
e merci.
La tabella di marcia Trasporti 2050 stabilisce diversi obiettivi per diversi tipi di viaggi: all'interno delle città, da una città
all'altra e su lunga distanza.
1. Per i viaggi intercity: il 50% di tutti i trasporti di
medio raggio di passeggeri e merci dovrebbe passare dal
trasporto su gomma a quello su rotaia e per via navigabile interna.
- Entro il 2050, la maggior parte del trasporto di passeggeri
nel medio raggio, dovrebbe avvenire su rotaia.
- Entro il 2030, il 30% del trasporto di merci su gomma
dovrebbe passare ad altri modi di trasporto come la ferrovia
e le vie navigabili interne e più del 50% entro il 2050.
- Realizzare una rete pienamente funzionale e estesa in tutta
l'UE di corridoi di trasporto, che assicuri le infrastrutture per
un trasferimento efficiente tra i modi di trasporto (rete TENT) entro il 2030, con una rete ad alta capacità di elevata qualità entro il 2050 e una serie corrispondente di servizi di
informazione.
- Entro il 2050, collegare tutti gli aeroporti della rete centrale alla rete ferroviaria, preferibilmente ad alta velocità; assicurare un sufficiente collegamento di tutti i porti marittimi
principali al sistema ferroviario merci e, se possibile, al
sistema di navigazione interna.
- Entro il 2020, stabilire il quadro per
un'informazione europea sui trasporti multimodali, il sistema di gestione e pagamento, sia per i passeggeri che per le merci.
- Passare alla piena applicazione dei principi "chi utilizza paga" e "chi inquina paga" e
all'impegno del settore privato a eliminare
le distorsioni, a generare profitti e assicurare il finanziamento dei futuri investimenti
nei trasporti.
2. Per i viaggi a lunga distanza e il trasporto merci intercontinentale, continueranno a predominare i viaggi aerei
e per nave. Nuovi motori, carburanti e sistemi di gestione del traffico aumenteranno l'efficienza e ridurranno le
emissioni.
- I carburanti a bassa emissione di anidride carbonica nel settore aeronautico dovranno arrivare al 40% entro il 2050;
inoltre, entro il 2050, dovranno essere ridotte del 40% le
emissioni UE di CO2 derivanti da combustibili di bordo nell'uso marittimo.
- Una modernizzazione completa del sistema di controllo del
traffico aereo europeo entro il 2020, che realizzi il cielo
unico europeo: viaggi aerei più brevi e più sicuri e maggiore capacità. Completamento dello spazio aereo comune
europeo di 58 paesi e 1 miliardo di abitanti entro il 2020.
- Adozione di sistemi intelligenti di gestione dei trasporti a
terra e in mare (ad esempio ERTMS, ITS, RIS, SafeSeaNet
e LRIT ).
- Collaborazione con partner internazionali e organizzazioni
internazionali come l'ICAO e l'IMO per promuovere la competitività dell'Europa e gli obiettivi di ordine climatico a
livello mondiale.
3. Per il trasporto urbano, il passaggio verso auto e carburanti più puliti. L'abbandono nell'ordine del 50%
delle auto ad alimentazione convenzionale entro il 2030,
escludendole gradualmente dalle città entro il 2050.
- Dimezzare quindi l'uso di auto "ad alimentazione convenzionale" nel trasporto urbano entro il 2030; ottenere entro il
2030 nei maggiori centri urbani un trasporto delle merci
essenzialmente esente da CO2.
- Entro il 2050, avvicinarsi all'obiettivo di azzerare il numero delle vittime degli incidenti stradali. Coerentemente con
questo obiettivo, l'UE mira a dimezzare il numero delle vittime di incidenti stradali entro il 2020.
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STANZIATI 24,2 MILIONI
DI EURO PER LO SVILUPPO
DELL'ELETTROMOBILITÀ
IN EUROPA
La Commissione europea finanzierà un'iniziativa transeuropea di
elettromobilità, Green eMotion,
del costo di 41,8 milioni di euro,
con altri quarantadue partner di
settori diversi: industria, servizi di
pubblica utilità, costruttori di
automobili elettriche, comuni,
università e istituti di tecnologia e
di ricerca. Scopo dell'iniziativa è
scambiare e sviluppare know-how
ed esperienze in alcune regioni
europee selezionate e facilitare
l'introduzione dei veicoli elettrici
sul mercato europeo. La Commissione finanzierà con 24,2 milioni
di euro parte delle attività previste
dall'iniziativa.
Il vicepresidente Siim Kallas,
responsabile dei trasporti, ha spiegato: "Attualmente il fabbisogno
energetico del settore dei trasporti
è coperto per il 96% dal petrolio.
È una situazione assolutamente
insostenibile. La tabella di marcia
"Trasporti 2050" mira a porre fine
all'attuale dipendenza dal petrolio
dei trasporti e a consentire la crescita della mobilità. Possiamo e
dobbiamo realizzare entrambi
questi obiettivi per giungere a una
situazione vantaggiosa per tutti.
Ma si presentano grandi difficoltà:
la strategia "Trasporti 2050" prevede una riduzione delle emissioni di CO² provenienti dai trasporti
di almeno il 60% entro il 2050. Il
punto centrale di questa strategia è
un passaggio radicale, nelle città,
all'utilizzazione di veicoli elettrici
a scapito delle auto ad alimentazione convenzionale. Il livello di
sostegno finanziario fornito
dall'UE a questo progetto di elettromobilità dimostra che l'Unione
europea è veramente decisa a raggiungere tali obiettivi. Si tratta di
un progetto che affronta alcuni dei
problemi pratici e degli ostacoli
reali incontrati dalle città e dai
costruttori di automobili che
vogliono immettere sul mercato
veicoli elettrici. È esattamente il
tipo di iniziativa per la quale la
cooperazione europea rappresenta
un enorme valore aggiunto. Il suo
futuro è molto promettente."
La strategia Trasporti 2050 mira a
dimezzare entro il 2030 e ad eliminare gradualmente entro il 2050
il numero di auto ad alimentazione
convenzionale circolanti nelle
città. Il progetto "Green eMotion",
che si estende su un arco di quattro anni, fa parte dell'iniziativa
europea per le auto verdi e sarà
finanziato nell'ambito del Settimo
programma quadro di ricerca e
sviluppo al fine di:
- raffrontare le dodici iniziative
regionali e nazionali di elettromobilità in corso in otto diversi Stati
membri dell'UE;
- confrontare i diversi approcci
tecnologici seguiti e
- individuare le soluzioni migliori
per il mercato europeo.
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Cronache
IL POST ELEZIONI IN FRANCIA E GERMANIA:
PER LA MERKEL E SARKOZY E’ GIA’ LA FINE?
(Lettera 43) - L’Europa è vicina a un giro di boa? Dopo le
elezioni locali di domenica 27 marzo in Germania e Francia,
il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy rischiano il loro futuro politico e quello
dei rispettivi partiti. Il Financial
Times ha commentato il 29 marzo le
sconfitte elettorali del Cancelliere
tedesco Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy
inflitte il 27 marzo alle elezioni
amministrative.
Una débâcle pericolosa per i due
leader anche per il loro futuro politico. Si tratta di casi isolati o i partiti
di centrodestra europei stanno perdendo terreno?
Sul fronte tedesco il risultato della
consultazione elettorale nel BadenWürttemberg, che confina con Francia e Svizzera, ha segnato una pesante umiliazione per Frau Merkel, considerata
dalla rivista Forbes per quattro anni consecutivi, dal 2006 al
2009, la donna più potente al mondo.
Il partito della Merkel, la Cdu, ha perso una roccaforte politica governata per 58 anni dai cristiano democratici.
La ragione della sconfitta, stando alle dichiarazioni rilasciate dal Cancelliere tedesco durante una conferenza stampa dai
toni cupi, , è però fuori dalla Germania e dal partito: si trova
in Giappone.
Colpa, dunque secondo la Merkel, del disastro avvenuto a
Fukishima e della conseguente crisi sul nucleare. Il partito
della Merkel ha perso a favore dei verdi e dei social-demo-
cratici in una regione sensibile al problema ecologico il cui
elettorato, secondo la Merkel, ha così manifestato il suo dissenso con le posizioni pro-nucleare della maggioranza.
«La Germania ora ha bisogna di una politica energetica
nuova di zecca», ha detto il Cancelliere
aggiungendo che «il dolore di questa
sconfitta non scomparirà in un giorno».
Secondo alcuni esponenti del centrodestra, ha puntualizzato l’autorevole quotidiano finanziario, le ragioni della sconfitta andrebbero ricercate all'interno del
partito.
Frau Merkel ha risposto picche dichiarando ufficialmente che nella coalizione
al governo non ci sono tensioni né
incomprensioni e che quindi non si procederà a un rimpasto. Il ministro degli
Esteri e leader del partito liberale Fdp,
Guido Westerwelle, si è però discostato in parte da questa
visione limitandosi a dichiarare che «il terremoto in
Giappone non è l’unico motivo della sconfitta elettorale».
Stessa musica è suonata per il presidente francese Nicolas
Sarkozy e per il suo partito, l’Ump. Al secondo turno delle
elezioni cantonali, paragonabili alle nostre elezioni provinciali, domenica scorsa il partito del presidente ha preso una
bella batosta e, secondo il Ft, «questa sconfitta a livello locale mette in pericolo la sua rielezione alle presidenziali dell’anno prossimo».
Il suo interventismo in Libia non ha fatto evidentemente
breccia nei cuori dei francesi e anche per Sarkò i prossimi
mesi saranno un importante banco di prova.
SARKOZY BATTUTO ALLE CANTONALI, LA FRANCIA VIRA A DESTRA
Per molti osservatori erano le prove generali per verificare
la popolarità di Sarkozy a un anno dalle presidenziali del
2012, ma il dato più eclatante del secondo turno delle elezioni cantonali francesi è stata l’astensione record: più di un
elettore su due non è andato a votare. E quei pochi che lo
hanno fatto, hanno confermato le tendenze
che da settimane emergono nei sondaggi: la
popolarità di Sarkò e del suo partito, l’Ump,
è ai minimi; il Partito socialista e gli altri partiti di sinistra hanno consolidato il loro consenso, mentre è salito, radicandosi sul territorio, il Front National, la forza di estrema
destra guidata da Marine Le Pen.
La mappa politica non è stata però stravolta:
il Partito socialista ha guadagnato due dipartimenti alla destra ma deve cedere il dipartimento di Val
d'Oise, già roccaforte di Dominique Stauss-Kahn, attuale
presidente del Fondo monetario internazionale e probabile
candidato socialista alle presidenziali del 2012.
I risultati in percentuale dei singoli partiti però raccontano
di più. Per Le Figaro, si tratta di una «sconfitta incontestabile», nonostante il primo ministro François Fillon abbia
tentato di minimizzare: «La maggioranza arretra meno del
previsto». A gonfiare il petto è stato invece il Front
National.
Se a livello nazionale il partito di estrema destra ha raggiunto l’11,73% dei consensi, ottenendo solo due cantoni, Le
Monde ha segnalato la reale portata della crescita del partito di Marine Le Pen e ha sottolineato come il Front National
abbia guadagnato molti voti dal primo al secondo turno.
Il risultato del partito nei soli 403 cantoni nei quali era presente al secondo turno ha mostrato infatti un aumento da
620 mila voti del primo turno a 914 mila nell’ultima tornata. Un incremento riscontrato sia quando i candidati della
formazione di estrema destra erano in ballottaggio contro
quelli di sinistra, sia quando lottavano contro l’Ump.
Questo significa che al secondo turno hanno scelto il Front
National anche elettori che al primo turno avevano votato a
sinistra.
A confermare l’avanzata dell’estrema destra sono stati
anche i sondaggi, l’ultimo, pubblicato domenica, di Ipsos
per France Télévisions, che hanno dato la leader del Front
National al secondo turno delle presidenziali del 2012 contro il candidato socialista, e Sarkozy eliminato al primo turno.
Ed è il presidente che risulta essere il vero
sconfitto di queste elezioni: Le Monde ha
parlato di crisi d'autorità. «Settimana
dopo settimana, giorno dopo giorno, il
presidente della Repubblica non sembra
più essere in grado di esercitare tutta l’autorità che dovrebbe essergli propria», ha
sottolineato il quotidiano parigino. «Si fa quasi fatica a crederlo per come si era imposto nel 2007 come capo incontestato del suo campo».
Ha perso autorità sul suo esecutivo, guidato da un primo
ministro, François Fillon che gode più che della sua fiducia,
di quella dei parlamentari della maggioranza.
Ha perso autorità nel suo partito, all'interno del quale continuano a levarsi voci che criticano la sua strategia e chiedono un riallineamento verso posizioni più centriste.
Ma Sarkozy non sembra voler fare marcia indietro, e come
ha riportato Le Figaro, in una riunione con i suoi, ha confermato l'avvio del dibattito interno all’Ump sui temi
dell'Islam e della laicità, sconfessando François Baroin,
portavoce del governo che poco prima aveva chiesto «di
farla finita con questi dibattiti», aggiungendo: «Penso che
occorra allontanarsi da tutto ciò che può dare l'impressione
di stigmatizzare, per concentrarci su occupazione e deficit».
La strategia di Sarkozy, ha continuato il giornale, comunque
non cambia: l'obiettivo è recuperare il consenso di quell’elettorato lo aveva sostenuto in passato e che ora alle urne ha
virato verso l’estrema destra o non si è nemmeno presentato. Il 2012 è dietro l'angolo.
GERMANIA: CLAMOROSO
EXPLOIT DEI VERDI NEL
BADEN-WUERTTEMBERG
Clamorosa vittoria rosso-verde e
storico crollo della Cdu di Angela
Merkel nelle elezioni regionali del
Baden-Wuerttemberg, in cui,
dopo 58 anni di dominio assoluto,
il partito della cancelliera è
costretto a passare all'opposizione.
La “Cancelliera buona”, che in
Consiglio di sicurezza Onu ha
scelto di restare neutrale sulla
guerra in Libia e che, all'indomani
del
disastro
nucleare
di
Fukushima, ha fatto un repentino
dietrofront sul piano di prolungamento nucleare, non ha convinto i
tedeschi ambientalisti e pacifisti. I
quali, alle regionali hanno votato
in massa i Verdi, eleggendo il
primo presidente verde della storia
del
Land:
Winfried
Kretschmann.
Né, soprattutto, ha convinto l'ala
più conservatrice dei cristianodemocratici della Cdu: i falchi del
nucleare e gli industriali che
avrebbero voluto un ruolo più
forte della Germania, al fianco dei
francesi e degli inglesi, nel grande
risiko del Nord Africa.
Sul crollo, molto ha influito anche
la campagna mediatica della settimana precedente al voto, in cui
Angela Merkel e Guido Westerwelle, il ministro degli Esteri a
capo dei liberali dell'Fpd, sono
stati letteralmente fatti a pezzi
dalla stampa nazionale bipartisan,
che ha bollato l'astensione sulla
Libia come una scelta dettata più
dal non volersi esporre alla vigilia
della tornata elettorale, che dalle
reali convinzioni politiche.
Se la guerra faceva paura all'opinione pubblica, il nucleare spaventava ancora di più. Ecco dunque, hanno gridato i Verdi cavalcando l'onda del dissenso, la molla
che ha spinto il governo a bloccare sette delle 17 centrali tedesche.
A dar loro manforte, il ministro
dell'Economia tedesca Rainer
Brüderle che, secondo indiscrezioni frettolosamente smentite
dall'interessato, ha spiattellato
chiaro e tondo, in una riunione a
porte chiuse con la Confindustria
tedesca a pochi giorni dalle urne,
come il ripensamento sull'atomo
fosse solo una strategia elettorale.
I nodi della campagna elettorale di
Stoccarda sono stati temi di rilevanza nazionale: oltre alle manifestazioni contro il nucleare, che da
settembre 2010 hanno avuto come
campo di battaglia la ricca capitale del Baden-Württemberg, la città
è stata anche teatro degli scontri
con la polizia dello scorso autunno, durante le dimostrazioni contro la costruzione della nuova stazione ferroviaria Stuttgart 21.
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02 Aprile 2011
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Cronache
STRESS TEST SULLE BANCHE IRLANDESI:
SERVIRANNO ALTRI 24 MILIARDI DI EURO
Le banche irlandesi nel loro complesso necessitano di capitali freschi per 24 miliardi di euro per potersi considerare al
sicuro da nuovi choc. È la stima fornita giovedì 31 marzo
dalla banca centrale irlandese che ha pubblicato i risultati
degli stress test. Oltre la metà di questa somma,
ben 13,3 miliardi, rappresenta il buco teorico
trovato nei bilanci di Allied Irish Banks mentre
per Bank of Ireland il fabbisogno è di circa 5,2
miliardi.
Lo stress test irlandese, che contempla potenziali perdite per un peggioramento dell'economia, porta a quasi 70 miliardi il totale degli
aiuti di Dublino alle banche. L'onere più pesante, come detto, tocca ad Allied Irish Bank (13,3
miliardi) seguita da Bank of Ireland (5,2 miliardi), Irish Life (4 miliardi) ed Ebs Building
society (1,5 miliardi). Il piano di ristrutturazione di Dublino
- che aveva già ricevuto prestiti internazionali per 85 miliardi di euro - prevede la fusione di Allied Irish ed Ebs Building
Society in una nuova banca, mentre Bank of Ireland dovrà
avviare dal 2013 un processo di dismissioni da 30 miliardi.
Per Irish Life & Permanent si profila la vendita del ramo
assicurativo e la nazionalizzazione, la quinta dopo Anglo
Irish Bank, Allied Irish Banks, Ebs e Inbs. Un destino - ha
fatto capire il governatore della Banca centrale Patrick
Honohan - che «realisticamente» toccherà a tutte le banche
dell'Isola. Un aiuto dovrebbe arrivare dalla Bce con un
nuovo meccanismo per la liquidità alle banche su un arco di
tempo più lungo, fornendo un'ancora di salvezza immediata
all'Irlanda.
Per questo secondo stress test sulle banche irlandesi che non
sono statik seguiti solo i criteri adottati dall'European
banking authority per analizzare le banche dell'Unione, ma
anche le modalità messe a punto dagli specialisti di
BlackRock per soppesare, capitolo per capitolo, il debito in
pancia ad ogni istituto. Il tutto è stato poi declinato con le
esigenze di liquidità partendo dal rapporto depositi\prestiti
che oggi supera il 170% e dovrà calare al 122, secondo le
indicazioni della Banca centrale. L'esito impone, come
detto, di ricapitalizzare le quattro banche con 24 miliardi per
poter avere un core tier 1 del 10,5% in condizioni di relativa
normalità e del 6% in condizioni di stress. In altre parole per
poter avere banche ragionevolmente solide.
Un disegno che secondo il governo irlandese si
completerà creando un sistema bancario molto
asciutto e ben piantato su due pilastri: da un lato
Allied Irish si fonderà con Ebs, dall'altro Bank of
Ireland si consoliderà concentrandosi sul business
nazionale. Irish Life dovrà vendere subito gli asset
assicurativi e sarà temporaneamente nazionalizzata. Non si è parlato di Anglo Irish, il pozzo più nero
di Dublino. È banca ormai fuori dai giochi, in rapida marcia verso la liquidazione, nonostante 30
miliardi di ricapitalizzazione riversati in poco più
di due anni e bruciati sotto perdite e sofferenze che solo nel
2010 hanno superato i 17 miliardi.
In Irlanda le banche hanno già "ingoiato" 46 miliardi di euro
in capitale dello Stato pur avendo superato gli stress test
europei dello scorso anno.
Il debito dell'Irlanda è arrivato a toccare il 125 per cento del
Pil entro il 2013, secondo stime Fmi. Anche versando 25
miliardi di euro, di cui 17,5 miliardi di euro presi dal fondo
pensione pubbliche d'Irlanda, nelle banche, il piano metterà
a dura prova un paese il cui Pil è diminuito dell'1 per cento
l'anno scorso.
Con l'Irlanda che lotta per uscire da una delle peggiori recessioni del mondo industrializzato e a metà strada di un piano
di tagli selvaggi, il premier Kenny è sotto pressione, politicamente e finanziariamente per ottenere concessioni da parte
dell'Europa. Il tasso medio al 5,8% in Europa per gli 85
miliardi di euro di prestiti Ue-Fmi è visto come una penalizzazione dell'Irlanda. Ma Francia e Germania si rifiutano di
offrire tutte le concessioni senza che Dublino ceda a sua
volta sul suo tasso di tassazione delle società. L'aliquota del
12,5% è considerata pietra angolare irrinunciabile della politica industriale in Irlanda.
MEGATRUFFA IN GERMANIA CON MONETE
DA
UNO E DUE EURO, RICICLATI 20 MILIONI
Dopo indagini durate mesi, nei giorni scorsi gli inquirenti di e due euro, venivano vendute come metallo da riciclare a
Francoforte sono riusciti a smascherare una mega-truffa
milionaria fatta con monete da uno e due euro. Lo rivela la
Bild, secondo la quale sono stati
"riciclati" più di 20 milioni di euro.
All'alba la polizia tedesca ha perquisito abitazioni, aziende e uffici nella
zona del Reno, legate a impiegati
della Bundesbank o a lavoratori
della Lufthansa. Una truffa ben pensata: le monete che la Banca centrale tedesca rottamava finivano in
Cina, dove venivano ricomposte rivela il tabloid - poi le hostess e gli
steward della compagnia di volo di
bandiera le riportavano in Germania,
dove venivano cambiate con banconote di carta sempre alla
Bundesbank. Sei gli arresti, fra cui
quattro cinesi, per questa frode che avrebbe permesso almeno negli ultimi tempi il cambio di sei milioni di euro di
monete false in banconote.
Nella vasta operazione di polizia tra Francoforte,
Offenbach, Fulda e Moerfelden-Walldorf, che ha permesso
di svelare i retroscena della maxitruffa, sono state sequestrate circa tre tonnellate di monete spezzate, una saldatrice e
alcuni computer. Secondo la ricostruzione delle autorità
tedesche, tonnellate di monete spezzate, soprattutto da uno
compratori cinesi. Ma una volta in Cina le monete venivano
saldate e rispedite in Germania per poi essere cambiate in
banconote alla Bundesbank, l'unica
banca centrale in Europa che rimborsa
monete danneggiate a valore facciale.
La truffa sarebbe iniziata nel 2007 e,
secondo quanto riferisce la Bild,
vedrebbe coinvolti anche quattro assistenti di volo della Lufhtansa, che
avrebbero introdotto di contrabbando
le monete in Germania. I bagagli dell'equipaggio, infatti, non sono soggetti
a restrizioni di peso, hanno spiegato le
autorità. Non ci sono indagati tra i
dipendenti della Bundesbank, hanno
precisato le autorità tedesche.
Ogni anno la Banca federale tedesca
rottama centinaia di tonnellate di euro
in moneta, dividendo il nucleo di rame dal cerchio di ottone. I mucchi di metallo sono stati probabilmente acquistati
all'asta da una banda organizzata che ha poi trasportato il
denaro in Cina. I soldi, una volta risistemati, sono tornati in
Germania grazie a collaboratori di compagnie di volo. Gli
affari andavano bene, se non fosse che all'inizio del 2010
una hostess si è fatta beccare dalla dogana con un bagaglio
a mano un po' troppo pesante: dentro c'erano migliaia di
monete da uno e due euro.
A LONDRA TUTTI IN
PIAZZA CONTRO I TAGLI
DEL GOVERNO CAMERON
Oltre 250mila persone, ma c'è chi
dice mezzo milione, hanno manifestato a Londra contro i tagli alla
spesa decisi dal governo di David
Cameron. La manifestazione,
organizzata dai sindacati e considerata dalla Bbc la più grande
dalle marce contro la guerra in
Iraq nel 2003, è stata segnata da
gravi scontri nel centro di Londra
fra la polizia e una frangia marginale del corteo, circa 3-400 persone, che ha sfasciato vetrine di
negozi e banche a Picadilly.
Vi sono stati 202 arresti e 38 feriti, fra cui cinque poliziotti. I fermi
sono stati fatti per reati di ordine
pubblico, danni penali e per l'occupazione del negozio di Fortnum
e Mason a Piccadilly. Anche quando la marcia di protesta si era conclusa, si sono registrati piccoli
focolai di disordini in città. Molti
teatri del West End hanno cancellato gli spettacoli per ragioni di
sicurezza. La base della colonna
di Nelson a Trafalgar Square è
stata coperta di graffiti.
In precedenza il leader laburista
Ed Miliband aveva parlato alla
folla ad Hyde park. «Siamo qui
per mandare al governo il messaggio che siamo forti e uniti - aveva
dichiarato - combatteremo contro
i tagli selvaggi e non lasceremo
che siano distrutti i servizi, posti
di lavoro e la vita delle persone».
Miliband ha "scaldato" la folla
soprattutto quando ha gridato lo
slogan "c'è un'alternativa".
Alternativa, naturalmente, al
piano di tagli che il premier David
Cameron e il cancelliere George
Osborne hanno varato, cioè la più
violenta stretta alla spesa pubblica
dell'ultimo trentennio. Via obbligata per l'esecutivo visto lo stato
della finanza pubblica oberata da
un defict pari al 10% del pil.
Il corteo in serata si è sciolto
riportando lentamente Londra
verso la normalità, ma gli effetti
politici non si dissolveranno troppo presto. Alla manifestazione
hanno aderito persone di diversi
ceti sociali e impegnate in diversi
settori produttivi dalla sanità
all'industria, dal giornalismo all'agricoltura confermando il malessere crescente verso una stretta
economica che in realtà non si è
ancora fatta sentire.
La manifestazione era cominciata
intorno a mezzogiorno nella zona
di Victoria Embankment, sul
Tamigi, ed aveva raggiunto Hyde
Park, dove hanno parlato, tra gli
altri, il segretario generale della
Tuc (la confederazione sindacale
britannica,
Trade
Union
Congress), Brendan Barber, ed
appunto il leader del Partito
Laburista, Ed Miliband.
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Cultura
orizzonti transnazionali
È "Copy in Italy" a Barcellona: ovvero "Editoria
veicolo di cultura italiana nel mondo"
L’Istituto Italiano di Cultura (Iic) di Barcellona organizza,
dal 14 aprile al 6 maggio, con il patrocinio del Ministero
degli Affari Esteri la mostra “Copy in Italy. Autori Italiani
nel Mondo dal 1945 a Oggi” nel Salone della Casa degli
Italiani.
L’evento rientra tra le iniziative promosse dall’Iic per celebrare i primi 150 dell’Italia Unita. La mostra propone un
approfondimento sul tema della tradizione e della diffusione
intellettuale italiana degli ultimi
sessant’anni, attraverso un percorso a ritroso lungo la filiera
editorale che ha esportato la cultura italiana nel mondo.
Un’occasione unica per entrare
in contatto con la cultura italiana, approfondire la conoscenza
di alcuni autori del Novecento
(da Primo Levi a Eco, da
Guareschi a Saviano, da
Pasolini a Camilleri, da Gadda a
Morante, solo per citarne alcuni), prendere coscienza dell’accoglienza a loro riservata lontano da casa , osservare da vicino
i processi editoriali e le strategie
di diffusione del libro. La mostra
è a cura della Fondazione
Arnoldo e Alberto Mondadori.
Una selezione della mostra
“Copy in Italy. Autori italiani nel
mondo dal 1945 a oggi” è stata
presentata anche a Pechino, lo scorso anno, in occasione
della Beijing Book Fair in collaborazione con l'Istituto per
il commercio estero e nell'occasione è stata arricchita da
nuovi pannelli, a cura di Giovanni Peresson, dedicati alla
ricezione del copy italiano in Cina.
Si tratta di un "percorso attraverso il quale si indaga su un
aspetto del made in Italy meno scontato di altri: il prodotto
editoriale ed i cambiamenti verificatisi nell’apprezzamento
della letteraria italiana all’estero negli ultimi sessant’anni”,
afferma la Direttrice della Fondazione Mondatori, Luisa
Finocchi,“Un percorso attraverso il quale si indaga su un
aspetto del made in Italy meno scontato di altri: il prodotto
editoriale ed i cambiamenti verificatisi nell’apprezzamento
della letteraria italiana all’estero”.
Un impegno che, con l’ausilio di diverse università, centri di
ricerca e la stessa AIE (Associazione Italiana Editori),
affronta il vasto mondo della filiera editoriale. E ciò non
solo dal punto di vista del marketing ma anche autoriale e
più ampiamente “culturale”, a partire dalla diffusione della
lingua e della cultura italiane nel mondo per proseguire
approfondendo il flusso degli autori italiani verso i paesi
stranieri ed i mutamenti più significativi nella percezione
dell’immagine dell’Italia sociale e culturale all’estero grazie alla mediazione editoriale ed all’apporto delle diverse
professionalità che ruotano intorno al processo editoriale.
Caratterizzato alla fine della prima metà del novecento
dalla richiesta di libri ed autori italiani da parte delle comunità italiane
all’estero, il processo si è rapidamente evoluto, privilegiando le edizioni in lingua degli autori italiani,
attraverso la vendita dei diritti, da
Giovannino Guareschi, a Primo
Levi, da Andrea Camilleri a Tiziano
Terzani, da Umberto Eco a Roberto
Saviano (Gomorra), che oggi rappresentano all’estero l’eccellenza letteraria italiana. Spesso con differenziazioni salienti da Paese a Paese.
Sostanziali, naturalmente, per gli
aspetti più attuali del panorama illustrati dalla mostra, le analisi dei
risultati economici della vendita non
solo dei libri quanto anche dei diritti
d’autore e delle traduzioni nelle
varie lingue estere, che segnalano il
trend dei flussi e dei generi letterari
maggiormente
apprezzati.
Sostanziale, in questo senso, l’incremento dei Paesi dell’Oriente dell’Europa dell’Est rispetto ai
mercati americani e l’apprezzamento sempre verso alcuni
generi letterari: come i libri di fede, quelli di più concreta
utilità, i volumi dedicati al life style, all’area del
Mediterraneo, i gialli ed i libri per ragazzi.
Di particolare interesse, inoltre, l’evoluzione linguistica del
processo editoriale, che ha registrato il successo di iniziative editoriali italiane all’estero relative ad autori italiani ed
europei tradotti in lingua locale, seguendo l’esempio di non
pochi scrittori di casa nostra, che si sono trasferiti all’estero ed hanno prodotto libri in lingua locale pur con una
impronta talvolta tipicamente ancorata alla letteratura italiana.
Per non parlare del fenomeno del “successo di ritorno” di
alcuni volumi, poco più che ignorati inizialmente nel nostro
Paese, dove sono rientrati a vele spiegate grazie ai riconoscimenti ottenuti oltralpe, dando vita ad una vitalità di joint
venture fra editori di notevole valore.
In mostra la chitarra di Mazzini al Museo Napoleonico a Roma
"Giuseppe Mazzini e la musica", allestita dal 31 marzo al 29
maggio al Museo Napoleonico di Roma a cura di Pietro
Finelli, Giuseppe Monsagrati, Paolo Peluffo, Raffaella
Ponte, Stefano Ragni e Anna Villari.
L'esposizione, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri - Unità Tecnica di Missione e da Roma Capitale
Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico Sovraintendenza ai Beni Culturali, celebra il valore sociale
e rivoluzionario della musica in epoca risorgimentale e
descrive il rapporto che Giuseppe Mazzini instaurò con la
musica stessa, approfondendone i risvolti sia dal punto di
vista teorico e filosofico sia da quello più intimo e personale. E' del resto ben noto come Mazzini sia stato amico di
molti artisti, da Mario Candia, la cui casa parigina venne
utilizzata come base per incontri e cospirazioni patriottiche,
a Giulia Grisi, Antonio Ghislanzoni Agostino Ruffini.
Testimonianze originali, oggetti personali e documenti provenienti, tra gli altri, dalla Domus Mazziniana di Pisa e
dall'Istituto Mazziniano di Genova sono accompagnati in
mostra da pannelli e immagini. Tra le testimonianze originali, il testo de La Filosofia della musica, pubblicato nel 1836,
il manoscritto con lo spartito musicale autografo, il Canto
delle mandriane bernesi che riproduce un canto popolare
svizzero ascoltato nel 1836 durante l'esilio svizzero a
Grenchen, e alcuni degli spartiti della collana di spartiti
musicali patriottici patrocinata dallo stesso Mazzini negli
anni Sessanta del secolo.
In mostra il visitatore viene accompagnato lungo un viaggio
ideale alla scoperta del progetto mazziniano di una musica
sociale e "rivoluzionaria", che si inquadra in un più ampio
contesto di uso "emozionale" della musica (e in particolare
del melodramma) in politica.
L'esposizione si articola a più livelli tematici e presenta, tra
l’altro, la chitarra, risalente alla prima metà del XIX secolo
e appartenuta alla madre di Mazzini, poi a Mazzini stesso e
da questi donata, nel 1866, a Jannet Nathan.
100 capolavori d’arte
dallo Stadel Museum di
Francoforte a Palazzo
delle Esposizioni a Roma
Cento capolavori provenienti da
una delle più ricche e prestigiose
raccolte europee d'arte antica e
moderna, fondata nel 1815 dal
mercante e banchiere Johann
Friederich Stadel sono da oggi in
mostra
a
Palazzo
delle
Esposizioni a Roma fino al 17
luglio prossimo..
Opere che vanno dall'Espressionismo tedesco allo sperimentalismo visionario di artisti come
Max Ernst, Paul Klee e Pablo
Picasso in una grande rassegna a
cura di Felix Krämer. Una selezione che si orienta sulla porzione
otto-novecentesca della collezione
tedesca, articolata in sette scansioni stilistico-cronologiche nelle
sette gallerie ai lati della monumentale Rotonda di Palazzo delle
Esposizioni.
La rassegna si apre sullo scenario
del classicismo tedesco di primo
Ottocento, introdotto dal celeberrimo ritratto di Goethe in riposo
sullo sfondo della campagna
romana, realizzato nel 1787 da
Tischbein e diventato simbolo
assoluto del mito del Grand Tour
in Italia. Un'ampia rappresentanza
di pittori tedeschi attivi in Italia
all'inizio del secolo (Pforr, Fohr,
Blechen, Koch) testimonia del
contesto culturale degli esordi
dello Städel Museum, la cui direzione fu dal 1830 affidata al pittore nazareno Philipp Veit.
"Nazareni" furono chiamati quei
giovani pittori tedeschi che a partire dal 1809, in opposizione alla
formazione accademica tradizionale, partirono per Roma alla
ricerca di modelli tratti dalla natura (nelle forme del paesaggio classico) e dalle fonti antiche (nelle
forme della pittura rinascimentale). Stabilitisi nel monastero francescano di Sant'Isidoro, abbracciarono uno stile di vita di assoluta concentrazione spirituale. La
loro arte si distingue per la nettezza dello stile e la linearità del tratto ispirata ai maestri del
Rinascimento, così come per il
ricorso a figure del simbolismo
cristiano. Nella stessa sala, opere
di Friedrich, Dahl, Lessing e
Delacroix documentano le molteplici direzioni seguite della cultura figurativa del Romanticismo,
dalle poetiche rarefatte del
Sublime nordico alle atmosfere
tumultuose del meridione esotico
Un secondo ambiente poi è dedicato alla pittura realista attorno
alla metà del secolo XIX e presenta gli esiti della cultura romantica,
nell’opera dei maggiori artisti.
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Cultura
orizzonti transnazionali
Da Londra a Firenze, i grandi disegni Piaggio festeggia i
dei maestri italiani del Quattrocento 65 anni di Vespa con
il ritorno della PX
“Fra Angelico to Leonardo. Italian Renaissance Drawings”,
la mostra aperta al British Museum nella primavera dell’anno passato e organizzata congiuntamente dal museo londinese e dal
Gabinetto Disegni e Stampe degli
Uffizi ha riscosso un successo di pubblico ancora superiore alle pur ampie
aspettative che ne avevano accompagnato gli accurati preparativi.
Riprova indubitabile di una costante
predilezione accordata al disegno italiano del Quattrocento, l’esposizione
sottolineava con un’enfasi particolare
il disegno fiorentino, da sempre ammirato, studiato e ricercato nel mondo
anglosassone.
A distanza di sette mesi dalla sua chiusura, la medesima selezione di cento
disegni, equamente scelti tra quelli
proprietà del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e quelli del British Museum - le due più vaste collezioni al mondo
di disegni italiani del Quattrocento - viene riproposta alla
Galleria degli Uffizi e al Gabinetto Disegni e Stampe della
medesima Galleria.
La mostra - aperta fino al 12 giugno - include autentici
capolavori che prendono avvio dalla fine del Trecento, con
fogli ancora improntati a caratteri tardogotici, e superano
gli esordi del Cinquecento, approdando a esiti che Vasari
avrebbe definito propri della maniera moderna.
Decenni essenziali per l’affermazione del disegno come
espressione artistica dotata di una propria autonomia e che
di volta in volta è anche esercizio quotidiano, elaborazione
di uno stile, riflessione progettuale, studio dell’antico, della
figura umana o della natura, esplorazione e misurazione
dello spazio.
Gli autori, di prima grandezza, rappresentano in termini
numericamente prevalenti la scuola centro-italiana, annoverando, tra gli altri, Lorenzo Monaco, Beato Angelico,
Filippo e Filippino Lippi, i Pollaiolo, Verrocchio, Botticelli,
Perugino, Ghirlandaio, per arrivare infine a Leonardo,
Raffaello e Michelangelo; ma importanti approfondimenti
non mancano anche per gli ambiti del nord Italia con
Pisanello, Mantegna, Jacopo e Gentile Bellini, Carpaccio,
Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Amico Aspertini e, final-
mente, Tiziano.
La rassegna fiorentina non si limita tuttavia a riproporre
quell’originaria selezione di opere esposta al
British Museum, per quanto ampia e significativa, ma si arricchisce ulteriormente con
integrazioni di disegni, incisioni e oreficerie,
dando luogo a un percorso che si snoda
all’interno del complesso monumentale degli
Uffizi e che coinvolge sia la Galleria, sia il
Gabinetto Disegni e Stampe. Nella sala dello
stesso Gabinetto Disegni e Stampe e nella
contigua Sala del Camino sarà possibile
ammirare oltre cinquanta opere, capolavori
visibili solo a Firenze (consultabili solo in
loco per la particolare cautela che richiedono le tecniche e i supporti), come la Giuditta
di Mantegna o il Cartonetto per il monumento equestre a Giovanni Acuto di Paolo
Uccello o anche le due piccole prove un
tempo attribuite, forse dallo stesso Giorgio Vasari, a
Cimabue, oggi sappiamo senza fondamento.
La rassegna non offre solo l'estasi estetica ma anche l'occasione per imparare qualcosa. Ad esempio, a che cosa servissero i disegni. Premessa: nessun disegno venne mai concepito per l'uso che ne facciamo oggi, cioè incorniciarlo e
appenderlo a un muro. Michelangelo, che teneva i suoi fogli
pudicamente nascosti alla vista di estranei, sarebbe inorridito nel vederli appesi ai muri degli Uffizi. Ma allora a che
cosa servivano questi fogli? Servivano innanzitutto come
magazzini di idee, come preziose riserve di motivi figurativi
utili nella produzione di opere pittoriche, nonché quale bene
prezioso da trasmettere a figli e allievi di bottega. Tipici, in
questo senso, erano i disegni di animali e uccelli di area
lombarda tramandati come repertori di motivi utilizzabili
nelle opere pittoriche o nei manoscritti miniati. Grazie a
quest'uso di bottega, molti disegni furono incollati in grandi
libri e amorevolmente collezionati nei secoli. E così sono
giunti sino a noi.
I disegni potevano anche essere dei regali che artisti facevano ad altri artisti o a committenti; oppure erano legati ai
ritratti: nei fogli si coglievano dal vivo volti e panneggi che
poi servivano alla composizione del quadro in bottega. La
mostra insegna che vi erano anche disegni fatti per essere
allegati ai contratti delle opere di pittura e architettura.
Pure nei libri di sociologia la
Vespa è ricordata come il mezzo a
due ruote che ha motorizzato
l'Italia e poi raccolto successi in
tutto il mondo. Quest'anno il simbolo della "Dolce Vita" e della
mobilità individuale del dopoguerra festeggia 65 anni e, superate le 17 milioni di unità sinora prodotte, la Vespa è ancora oggi
conosciuta e venduta in tutto il
mondo, dall'Europa, agli Stati
Uniti, all'Asia.
Dopo il modello realizzato per il
150mo dell'Unità d'Italia, per
festeggiare il compleanno della
Vespa la Piaggio presenta una
nuova PX, il modello classico che
negli ultimi 34 anni ha venduto
più di 3 milioni di esemplari in
tutto il mondo ed è l'unico modello della gamma ad offrire un cambio a quattro marce al manubrio.
Il suo design esclusivo, dal sapore
retrò, si declina in diverse versioni
dalla PX MY2011 classica alla
"Vie della moda" dalla Sport alla
Touring.
L'elemento comune sono le motorizzazioni, tutte in linea con i più
severi standard: i motori monocilindrici due tempi da 125 cc e 150
cc, sono raffreddati a circolazione
forzata d'aria e adottano l'accensione elettronica Cdi. Si avviano
con lo starter elettrico e tuttavia
mantengono l'avviamento kick
starter, l'indimenticabile pedivella.
Comuni anche gli altri elementi,
come l'estetica inconfondibile, la
funzionalità e la facilità d'uso, la
leggendaria robustezza.
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Eurofinanziamenti
PROMUOVERE I PROGETTI EUROPEI
Le attività promozionali e la divulgazione dei risultati conseguiti costituiscono un aspetto
estremamente importante e obbligatorio per tutti i progetti che hanno ottenuto finanziamenti
dall’Unione europea.
Già in fase di redazione della richiesta di sovvenzionamento è necessario definire i supporti
(giornali, riviste, siti web) e le azioni (ad esempio diffusione attraverso mailing list) che renderanno noti e pubblici i risultati di ciascuna azione finanziata.
“GAZZETTINO EUROPEO”, proprio per la peculiarità delle proprie competenze nel settore
dell’informazione comunitaria e, soprattutto, per la collaudata possibilità di diffusione
multiregionale per ciascuna sua pubblicazione, può rappresentare un valido supporto per quelle
organizzazioni italiane che, a diverso titolo, partecipano a progetti europei.
Attività di “disseminazione”, dunque, attraverso “GAZZETTINO EUROPEO” che per questo
specifico servizio ha elaborato una vantaggiosa piattaforma di offerte per garantire massima
visibilità a costi assolutamente competitivi.
Oltre al giornale, poi, una apposita sezione del proprio sito web può essere attivata, su richiesta,
per accogliere le schede riassuntive e le note informative di ciascun progetto comunitario;
garantendo, in questo caso - senza ulteriori costi aggiuntivi - sia il costante aggiornamento delle
informazioni pubblicate, sia l’ampliamento degli spazi web necessari a dare completa ed
esauriente rendicontazione dei risultati conseguiti.
Per conoscere l’intera gamma delle offerte o ricevere maggiori informazioni sulla tipologia dei
servizi, scrivere a:
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Bandi e Concorsi Europei
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ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/31/10 - MEDIA 2007
FESTIVAL AUDIOVISIVI
Incentivare la promozione e la circolazione di opere audiovisive
europee nel quadro di manifestazioni commerciali, di mercati
professionali, nonché di festival di programmi audiovisivi.
Stanziamento: € 1.600.000 - GUUE 2010/C 238/04
Scadenza: 30 aprile 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/02/11 - MEDIA 2007 SVILUPPO, DISTRIBUZIONE, PROMOZIONE E FORMAZIONE - SOSTEGNO ALLA CREAZIONE DI RETI E ALLA MOBILITÀ
DI STUDENTI E FORMATORI IN EUROPA
Sostegno a favore del settore audiovisivo europeo
Stanziamento: € 2.000.000 - GUUE 2011/C 39/10
Scadenza: 30 aprile 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/41/10 - ATTUAZIONE DI ERASMUS
MUNDUS 2009 - 2013 (Azione 1 - Programmi
congiunti; Azione 2 - Partenariati; Azione 3 Promozione dell’istruzione superiore europea)
Promuovere la comprensione interculturale con la cooperazione
Stanziamento: € 95.600.000 - GUUE 2010/C 341/10
Scadenza: 29 aprile 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EAC/49/10 - Programma di apprendimento
permanente (LLP) - Invito a presentare proposte
per l’anno2011
2° termine per la presentazione di proposte relative a Comenius,
Grundtvig: Formazione permanente
Stanziamento: € 1.065.000.000 - GUUE 2010/C 290/06
Scadenza: 29 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-ICT-2011-SME-DCL: invito a presentare
proposte nell'ambito della priorità TECNOLOGIE
DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE
nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro di RST
Stanziamento: € 35.000.000 - GUUE 2011/C 32/15
Scadenza: 28 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-NMP-2011-SME-5: invito a presentare proposte per l'azione NANOSCIENZE, MATERIALI E
NUOVE TECNOLOGIE DI PRODUZIONE E AMBIENTE
nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro di RST
Stanziamento: € 40.000.000 - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 28 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-NMP-2011-SMALL-5: invito a presentare proposte per l'azione NANOSCIENZE, MATERIALI E
NUOVE TECNOLOGIE DI PRODUZIONE E AMBIENTE
nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro di RST
Stanziamento: € 99.500.000 - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 28 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-NMP-2011-LARGE-5: INVITO A PRESENTARE
PROPOSTE PER L'AZIONE NANOSCIENZE,
MATERIALI E NUOVE TECNOLOGIE DI PRODUZIONE E AMBIENTE PROGRAMMA SPECIFICO 'COOPERAZIONE' DEL VII PROGRAMMA QUADRO DI RST
Stanziamento: € 118.000.000 - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 28 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
ENIAC CALL 2011-1 : Invito a presentare
proposte nell'ambito del programma di lavoro
per ENIAC Joint Undertaking
I progetti di ricerca ENIAC intendono contribuire allo sviluppo di
competenze chiave per la nanoelettronica in vari settori.
Stanziamento: € 18.700.000 - APRE del 23-02-2011
Scadenza: 21 aprile 2011
LAVORO E IMPRESE
VP/2011/02 - INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E
FORMAZIONE A FAVORE DELLE ORGANIZZAZIONI
DEI LAVORATORI
Sviluppo di misure per affrontare la dimensione occupazionale e
sociale dell'UE in materia di uscita dalla crisi economica.
Stanziamento: € 3.420.000 - VP/2011/02
Scadenza: 18 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-SST-CIVITAS-2011-MOVE : Invito a presentare proposte nell'ambito del programma di lavoro
2011 del Settimo Programma Quadro di attività di
ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione
Area 7.2.3. ENSURING SUSTAINABLE URBAN MOBILITY
Stanziamento: € 18.000.000 - GUUE 2010/C 247/03
Scadenza: 12 aprile 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/25/10 - MEDIA 2007 - SOSTEGNO ALLO
SVILUPPO DI PROGETTI DI PRODUZIONE - FICTION, DOCUMENTARI DI CREAZIONE E OPERE DI
ANIMAZIONE - PROGETTI INDIVIDUALI, SLATE
FUNDING E SLATE FUNDING 2ND STAGE
Stanziamento: € 800.000 - GUUE 2010/C 262/09
Scadenza: 11 aprile 2011
AVVISO: Per dettagli e/o schede tecniche dei Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi completi di maggio, giugno e luglio 2011, consultare
“GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
E-mail
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APRILE
APRILE
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PARLAMENTO EUROPEO
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/26/10 - MEDIA 2007 - SVILUPPO,
DISTRIBUZIONE, PROMOZIONE E FORMAZIONE
SUPPORTO PER LO SVILUPPO DI OPERE
INTERATTIVE ONLINE E OFFLINE
Contenuti digitali a complemento di un progetto audiovisivo
Stanziamento: € 2.000.000 - GUUE 2010/C 262/10
Scadenza: 11 aprile 2011
OCCUPAZIONE E AFFARI SOCIALI
VP/2010/014 - PROGETTO PILOTA COOPERAZIONE ALL-INCLUSIVE TRA AUTORITÀ
PUBBLICHE, AZIENDE E IMPRESE SOCIALI A
FAVORE DELL'INCLUSIONE SOCIALE E
L'INTEGRAZIONE NEL MERCATO DEL LAVORO
Stanziamento: € 1.500.000 - VP/2010/014
Scadenza: 08 aprile 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EUROPEAID/131022/L/ACT/CY - INVITO A
PRESENTARE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE
PER OTTENERE BORSE DI STUDIO PER LA
COMUNITÀ TURCO-CIPRIOTA PER L'ANNO
ACCADEMICO 2011/12
Stanziamento: Borse Studio - EuropeAid/131022/L/ACT/CY
Scadenza: 08 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-ENERGY-2011-2: : INVITO A PRESENTARE
PROPOSTE PER LA PRIORITÀ ENERGIA
DEL PROGRAMMA SPECIFICO 'COOPERAZIONE'
DEL VII PROGRAMMA QUADRO DI RST
Previste azioni in n. 5 Activity/Area.
Stanziamento: € 137.000.000 - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 07 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-FISSION-2011- FISSIONE NUCLEARE E
RADIOPROTEZIONE - Invito a presentare
proposte nell'ambito del Settimo Programma
Quadro Euratom (CEEA) per le attività
di ricerca e formazione nel settore nucleare
Stanziamento: € 41.000.000 - GUUE 2010/C 225/08
Scadenza: 07 aprile 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/36/10 - ATLANTIS: AZIONE A FAVORE DI
LEGAMI TRANSATLANTICI E DI RETI UNIVERSITARIE IN MATERIA DI FORMAZIONE E STUDI
INTEGRATI - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE
Sviluppo delle risorse umane sia nell'UE sia negli USA
Stanziamento: € 6.440.000 - GUUE 2011/C 02/02
Scadenza: 07 aprile 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
ERC-2011-AdG_20110406: Invito a presentare
proposte nell'ambito del programma di lavoro
«Idee» 2011 del VII Programma Quadro di RST
Termine per la presentazione delle proposte per il dominio
Social Sciences and Humanities (SH).
Stanziamento: € 661.400.000 - ERC-2011-AdG
Scadenza: 06 aprile 2011
GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI
PROGRAMMA "GIUSTIZIA CIVILE" - FORMAZIONE
DEI GIUDICI NAZIONALI NELL'UE DIRITTO DELLA
CONCORRENZA E COOPERAZIONE GIUDIZIARIA
TRA GIUDICI NAZIONALI
Cofinanziare la formazione sul diritto europeo della concorrenza.
Stanziamento: € 800.000 - 1149/2007/CE
Scadenza: 04 aprile 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EUROPEAID/130956/L/ACT/UA - UCRAINA SOSTENERE IL MIGLIORAMENTO DEL QUADRO
NORMATIVO E GIURIDICO IN MATERIA DI
TELECOMUNICAZIONI DI COMPETENZA DELLA
COMMISSIONE NAZIONALE
Stanziamento: € 1.300.000 - EuropeAid/130956/L/ACT/UA
Scadenza: 04 aprile 2011
AVVISO: Per dettagli e/o schede tecniche dei Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi completi di maggio, giugno e luglio 2011, consultare
“GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
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Gazzettino Europeo
02 Aprile 2011
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