La scuola è un mondo il nostro Mondo!
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La scuola è un mondo il nostro Mondo!
La scuola è un mondo: il nostro Mondo! Fino ad ora abbiamo operato in questo modo per rendere realmente modificabile l’articolo 26 della Dichiarazione universale dei Diritti umani: Abbiamo analizzato insieme l’articolo 26 facendo un “brainstorming” Ci siamo suddivisi le parti da approfondire sull’istruzione cercando informazioni su internet Alcuni di noi hanno amici o parenti all’estero, quindi hanno fatto delle domande sulla scuola di altri paesi, ricavandone un dialogo informativo Altri hanno chiesto ai nonni informazioni sull’istruzione di quando erano piccoli Abbiamo analizzato brani letterari e musicali, creando cartelloni Abbiamo cercato alcune leggi riguardanti la scuola e i cambiamenti dei libri di testo, argomento che ci toccava particolarmente. Tutti, in modo creativo, abbiamo cercato un titolo e un logo per questo progetto, che ha coinvolto anche le iniziative scolastiche di Intercultura, Continuità e Orientamento Leggi di riferimento La legge 15 luglio 1877 n. 3961, Legge Coppino: essa portava a cinque le classi della scuola elementare che rendeva gratuita ed elevava l‘obbligo scolastico . Legge 30 ottobre 2008, n. 169, Riforma Gelmini: valutazione del comportamento degli studenti, valutazione sul rendimento scolastico degli studenti, adozione dei libri di testo. Legge 2 dicembre 1991 n. 390: afferma che spetta allo stato il compito di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l'uguaglianza dei cittadini nell'accesso all'istruzione superiore, parla di scuola aperta a tutti e di istruzione inferiore gratuita e obbligatoria da impartirsi per almeno otto anni. Legge 2006-2007: lo scopo è di elevare l'obbligo scolastico a 16 anni, la costituzione del «biennio unitario" della scuola secondario superiore e il ridimensionamento del numero di indirizzi. La riforma Moratti: prevedeva due percorsi ben distinti uno liceale e tecnico e l'altro professionale, la riforma prevedeva una durata liceale quinquennale e quadriennale per l'istituto professionale. In particolare, per assicurare costi più accessibili: LIBRI E LEGGI Cambiano le regole sui tetti di spesa dei libri di testo: d'ora in poi dovranno essere i dirigenti scolastici ad assicurarne il rispetto non approvando le delibere del collegio dei docenti che ne prevedono il superamento. Il decreto legge approvato dal CDM stabilisce che i testi cosiddetti 'consigliati' potranno essere richiesti agli studenti solo se avranno carattere di approfondimento o monografico. L'adozione dei testi scolastici diventa facoltativa: i docenti potranno decidere di sostituirli con altri materiali Le scuole di ieri e di oggi... Analizzando alcune interviste abbiamo tratto alcune conclusioni: IERI OGGI Le classi si trovano in stanze Ci sono strutture apposite e specializzate di case affittate Si studiano tante materie Si studiavano solo le diverse e in modo molto materie essenziali approfondito Frequentare le scuole Ora nelle scuole la superiori era un privilegio di frequenza è obbligatoria pochi fino ai 16 anni Non c'era la possibilità di Adesso ogni scuola ha a utilizzare mezzi pubblici disposizione pullman e autobus e addetti professionisti Mio nonno era molto timido e timoroso dei maestri, i quali gli affidavano delle lettere (delle note negative). Gli insegnanti dovevano assegnarle ai genitori dei ragazzi che non si erano comportati bene. Anche allora,come al solito,c'erano i ragazzi prepotenti usavano violenza e, come si sa, la violenza era la prerogativa degli "imbecilli". La scuola,invece,aveva lo stesso orario: i pomeriggi si incominciavano a fare alle superiori, le gite non si facevano, le scuole erano meno informatizzate e la frequenza era obbligatoria solo fino alla quinta elementare. La mia scuola era la stanza di una casa, abbastanza grande da contenere 30/40 bambini, che i proprietari avevano affittato al comune. In questa casa ho passato gli anni di scuola elementare. Fino alla terza abbiamo avuto grandi banchi e scrivevamo con il pennino e l’inchiostro che prendevamo dal calamaio. Come libri avevo il sussidiario e la lettura,un quaderno a righe e uno a quadretti. Nell’astuccio, che era una scatoletta di legno, mettevamo il pennino ,la matita, la gomma, 6 pastelli e un temperino. Nella stanza c’era una lavagna, la cattedra, un grande abaco, la mappa dell’Italia, un lungo attaccapanni e una stufa a legna di terracotta. Ogni mattina, dopo l’appello e prima di tornare a casa, recitavamo una preghiera rivolti al crocefisso. Dalla quarta alla quinta si cambiava aula, che aveva poi lo stesso aspetto della precedente, ma c’erano dei banchi simili a quelle delle chiese, ma più lunghi e con più spazio per scrivere. Questi banchi erano disposti come i gradini di una scala, quelli davanti erano più bassi e poi salivano man mano, diventando sempre più alti. Ohhh come piaceva stare lassù! Le Istituzioni a scuola: incontro con il Ministro Kyenge, tra istruzione e immigrazione Nel giorno di sabato 19 ottobre, abbiamo avuto l’occasione di incontrare il ministro dell’integrazione in visita nel comune di Baiso. Nonostante un invito al teatro di Bismantova di Castelnovo ne’ Monti, infatti il ministro Cecile Kyenge ha colto l’occasione per far conoscenza con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Toschi (Baiso-Viano). Il tema principale dell’incontro era l’emigrazione, vista anche la presenza della carica politica attinente all’argomento principale; oltre alla signora Kyenge, erano presenti sia il sindaco di Viano che il sindaco di Baiso, e per finire, le forze dell’ordine, indispensabili in questo tipo di eventi. Riflettere sul rapporto scuola-immigrazione ci porta a considerare che esistono realtà differenti dalle nostre, da studiare, capire e approfondire. Tornando all’argomento emigrazione, le varie classi presenti alla “manifestazione” dovevano presentare una sorta di mini spettacolo o semi-recita, riguardante il tema preso in considerazione quella giornata. In particolare, la mia classe ha organizzato una breve recita riguardante le emigrazioni degli italiani nei primi anni del 900’ verso il continente americano. Come sottofondo al breve spettacolo eseguito da un mio compagno con tanto di abbigliamento consono al personaggio e una grande valigia, la classe ha eseguito una canzone intitolata “MERICA MERICA”. L’attore che recitava il personaggio, si era immedesimato in un emigrante verso l’America a bordo di un’imponente barca, intento a scrivere una lettera ai familiari sul duro viaggio in mare , l’attore recitava con tanto di scrittoio e calamaio. La mattinata si è conclusa con i saluti al ministro Kyenge ringraziandola di avere fatto visita al nostro istituto e per averci conosciuto, e con il ritorno delle classi alle rispettive sedi scolastiche. Scuole nel mondo Indiana - - - - Lezioni = 45 minuti Scuola = inizio a 4 anni, scrivere e a 6 anni il primo esame, premiato con i cioccolatini. Materie = studi sociali, inglese e matematica. Il numero dei libri è proporzionale alla difficoltà della classe. - Lezioni = 45 minuti. - Pranzo= al sacco o alla mensa. - - - Vacanze = durano poco e si svolgono nel mese natalizio e nel periodo estivo ( un mese). - - Esami = da gennaio a febbraio. - - Classi = 2 gruppi da 35 alunni - Americana Materie 8° anno= matematica, storia, spagnolo, ginnastica , scienze. Giornata lezione= dalle 8 alle 15. Materie 12° anno= astronomia, italiano, letteratura, inglese, economia. Anno scolastico= inizio 1 settembre e si conclude il 24 giugno. Feste= Columbus Day (12 Ottobre), scoperta dell’America. La Scuola In Australia Quando inizia la scuola australiana? Inizia a febbraio, è aperta dieci settimane e poi due si sta a casa; poi si ritorna a scuola per altre dieci settimane. Questo è il primo semestre da febbraio a giugno. Il primo e il secondo semestre hanno la stessa struttura? Sì, sono molto simili. Inoltre, tra il primo e il secondo semestre ci sono due settimane di vacanza. Come si accede all'università? Per accedere all'università bisogna fare un esame per verificare le capacità, poi in base al risultato del test si sceglie la scuola e l'indirizzo che si preferisce, come da noi. Come si svolge l'università? Gli studi fondamentali durano circa 3/4 anni. Dopo la laurea la maggior parte degli istituti offrono i corsi di specializzazione. Tutti gli istituti offrono sia programmi di studio a tempo pieno o anche part-time. Ci sono molte varianti di corsi dell'università? Sì, abbastanza, i corsi sono molto vasti come quelli di: legge, arte, commercio, scienze, medicina, musica... le materie e i corsi sono simili a quelle italiane. Gli studenti contribuiscono al finanziamento della scuola? Sì, contribuiscono con il Programma per i Contributi all'Istruzione. In questo modo i ragazzi possono scegliere di pagare la spesa complessiva al'inizio del semestre usufruendo di uno sconto; o un po' alla volta pagando l'intera spesa con un sistema fiscale. La scuola nei Paesi Bassi Le scuole assomigliano molto a quelle che conosciamo noi, ma vi sono piccole differenze. Si iniziano le elementari a 4 anni e si finisce a 12; di conseguenza si va subito alle superiori, saltando le medie. L’università non è praticabile da tutti gli studenti in quanto bisogna avere svolto un liceo (VWO) e riguarda indirizzi/professioni specifici di alto grado. Le superiori già si si classificano a seconda dei diversi indirizzi ma questi sono meno rilevanti che come in Italia; le superiori infatti si suddividono maggiormente in base al livello (VMBO, MAVO, HAVO, VWO). Frequentano la scuola da lunedí a venerdí, compresi alcuni pomeriggi. Le vacanze sono in periodi diversi a seconda della zona: nord, centro, sud. Generalmente durano 6 settimane per le vacanze estive, 1 in autunno, 2 per Natale, 1 a Pasqua e infine 2 in primavera. Nelle scuole olandesi vi sono particolarmenti tanti stranieri, a volte più della metà del totale degli alunni: per questo è anche possibile conoscere nuove culture. Come in tutte le scuole è necessario studiare ma di tanto in tanto ci sta anche un momento di svago. Passi tratti dal nostro testo di antologia, su cui abbiamo riflettuto in classe -Il secondo giorno di scuola, mancano 2 allievi. Sono malati o si sono persi per strada? Nessuno risponde. 2 assenti su 30 non sono tanti. Verranno domani. In realtà l’indomani non arrivano. Mancano altri 3 bambini,mi inizio a preoccupare perché sono il maestro,il bidello e il guardiano della scuola. -Alla fine del mese mi ritrovo con la metà degli alunni. Dove sono finiti gli altri 15? Decido di parlarne al capo del villaggio. Gli chiedo perché i bambini non vengono a scuola e lui mi risponde: “Ah! La scuola! Tu chiami questo rudere una scuola? Non hai neanche una lavagna. Quanto ai tavoli e alle sedie, aspetta, aspetta pure. Perché questo villaggio sperduto dovrebbe essere preso in considerazione dalle autorità della città? Sei ingenuo, figlio mio. Questa è la nostra fortuna e la nostra sfortuna. Moriremo da soli. Non abbiamo bisogno di malattie. Qui le persone muoiono dormendo, non si svegliano. Non te la prendere se i bambini spariscono; torneranno. -Un guardiano mi minaccia con un bastone, faccio un passo indietro e gli offro delle sigarette, a quel punto, mi fa entrare. Mi trovo di fronte una sala in cui trovo un centinaio di ragazzi, stanno cucendo dei pezzi di cuoio. In fondo, delle ragazze giovani lavorano con le macchine da cucire. Leggo: “Le scarpe da pallacanestro del terzo millennio, lo spirito della vittoria”. Quale vittoria? Quella che fa lavorare i bambini, quella che li allontana dalla scuola per poterli sfruttare, visto che sono poveri e non possono difendersi? -La denuncerò. Le ricordo l’articolo 4 “IN QUALSIASI FORMA, IL LAVORO MINORILE È UNA FORMA DI SCHIAVITÙ È PUNITO DALLA LEGGE”. Qui non abbiamo bisogno di persone che ci diano lezione di morale, poi i bambini prendono un dollaro all’ora, sempre meglio che niente a scuola. PICCOLI SCHIAVI DELLE MINIERE -Rodolfo, ha 8 anni, gliene daresti 6 per l’esilità del suo corpicino, ma ha già imparato a distinguere perfettamente i sassi con lo zinco da quelli con l’argento e a scartare le pietre con poco minerale: “Aiuto mio padre 2 giorni alla settimana mentre gli altri giorni vado a scuola”. -Da grande farà il minatore perché è già abbastanza bravo e si guadagna bene. Abbandonerà la scuola e metterà il caschetto. -Lui è uno dei tanti bambini e ragazzi che vengono sfruttati nelle miniere del Cerro Rico. Ma le persone che vengono sfruttate non vengono trattate come dovrebbero. Si mangia raramente con un pezzo di pane e se sei fortunato una piccola ciotola di minestra, si beve raramente e scarsamente, si respirano gas nocivi,e purtroppo non si hanno i soldi per maschere antigas e vestiti appositi. Ancora oggi chi scava, può trovare dei resti di scheletri di persone che sono morte a causa dei gas e della dinamite. PROGETTO SULL’ ANTIDISPERSIONE SCOLASTICA Il “Tutoring”, “Cambia-menti” o “Qui mi gioco anch’io”, ogni scuola sceglie il nome per il progetto, è attivo sul distretto di Scandiano dal 1997. Questo progetto è finanziato dall’Amministrazione Comunale e si rivolge a tutti quei ragazzi che vivono una qualche forma di disagio scolastico e/o relazione e che manifestano atteggiamenti di aggressività, apatia o rifiuto della regolare attività didattica. Gli educatori della Cooperativa Koala, dopo aver concordato con i Consigli di Classe gli obiettivi da raggiungere e i relativi percorsi da seguire, operano in orario scolastico, individualmente o per microgruppi, con gli alunni precedentemente individuati, di solito ragazzi delle classi 2^ e 3^ media. L’intervento si colloca in un’ottica di prevenzione alla demotivazione, principale causa di abbandono scolastico, e focalizza l’attenzione sull’aspetto motivazionale e sul miglioramento del livello di autostima degli alunni. Ogni percorso è organizzato in momenti all’esterno e all’interno della classe: fuori dalla classe per privilegiare lo studio e la socializzazione facilitati nel piccolo gruppo; e dentro per il reinserimento nel gruppo dei pari, dopo aver migliorato il proprio livello di autostima. ALCUNE DOMANDE ALL’EDUCATORE 1) Qual è l’obiettivo del progetto? Potrebbe raccontarci un episodio che gli è rimasto in mente, magari se lo ha colpito un ragazzo con un progetto particolare o una storia particolare di una scuola? Il progetto non ha un solo obiettivo ma ne ha diversi. Sicuramente uno di questi è quello di accrescere l’autostima nei ragazzi tramite l’esposizione in classe dei percorsi preparati durante le ore del progetto con l’educatore. M., un ragazzo che frequentava la scuola media di Castellarano, ha una storia molto particolare. Il suo problema principale era motivazionale, non aveva alcun interesse nel venire a scuola e, ogni volta che se ne presentava l’occasione, restava a casa. Lo scorso anno è riuscito a prendere la licenza media facendo, in particolare, un esame orale bellissimo ed ora è iscritto all’istituto Gobetti di Scandiano. 2) Come mai ha intrapreso la strada per aiutare i ragazzi? Ho sempre avuto la voglia di aiutare e fare qualcosa di utile per gli altri. Da adolescente, aiutavo gli animatori dell’oratorio del mio paese nei centri estivi e campeggi ed ora sono diventato un educatore professionale. 3) I ragazzi come si comportano? Educati, non attenti, interessati o per niente? Sicuramente nel rapporto 1 ad 1 o a piccolo gruppo siamo facilitati rispetto agli insegnanti che hanno da gestire una classe intera. Durante le ore del progetto i ragazzi partecipano molto attivamente ai percorsi proposti con impegno e serietà. STUDIARE O NON STUDIARE, QUESTO è IL PROBLEMA! ALCUNE STORIE DAL MONDO, DI CHI SI è TROVATO A DECIDERE CHE STRADA PRENDERE: DAL PAKISTAN: A 16 anni, Malala Yousafzai, è già un’eroina del Pakistan, perché si è combattuta per permettere la scuola anche alle donne. Per questo motivo ha ottenuto il premio Sakharov per la libertà di pensiero personale ed è diventata simbolo di molte ragazze sia del suo paese, sia del mondo. Un anno fa fu vittima di un attentato: due estremisti islamici le spararono riducendola in fin di vita. Lei è riuscita a sopravvivere ed è tornata all’attacco più agguerrita di prima dicendo: “Non sono riusciti a zittirmi con una pallottola perché la penna è più potente delle armi. L’istruzione è l’unica soluzione ai mali della terra.”, ha dato speranze a moltissime persone anche più povere di lei. Ogni suo pensiero e ogni sua causa per la quale si è combattuta vennero scritte in un diario che poi fu pubblicato, in Gran Bretagna, dove un’emittente televisiva decise di pubblicarlo su internet, grazie a ciò Malala divenne molto famosa in tutto il mondo e molte persone si misero al suo fianco. Molti dittatori dicono che doveva essere uccisa, perché adesso non riescono più a comandare le donne e sfruttarle nei lavori più umili. Studia per diventare medico e adesso vive a Birmingham, in Gran Bretagna, con la famiglia: qui continua a studiare per la laurea in medicina. Poco tempo fa ha vinto il premio Nobel per la Pace, ma in pochissime settimane, furono raccolte milioni di firme a sostegno del diritto alla scuola per le bambine e le ragazze pakistane. «Ho sedici anni e ho lasciato la scuola. Chi te lo fa fare di stare sui banchi per cinque anni e poi andare a lavorare come tutti in un call center o a fare il commesso al supermercato per 700 euro al mese? La gente parla e pensa soltanto a cosa sia giusto e cosa no, ma non ha il coraggio di dire che fuori dalla finestra ormai non ci sono nemmeno le briciole per le galline... e siccome i soldi nella vita sono più importanti delle parole, appena puoi, falli». Il commento è di un adolescente che ha rinunciato al diploma. Ma il pensiero è ricorrente: ogni anno abbandonano gli studi oltre 700mila ragazzi italiani. Che a 14, 15, 16 anni, prima di aver concluso le superiori, smettono di entrare in classe. Sperando di conquistare al più presto uno stipendio. Una casa, una vita “da grandi”. Ho fatto le elementari in due scuole differenti, a causa della separazione dei miei genitori. Adesso ho 23 anni. Una volta finite le medie sarei voluto diventare ingegnere, ma purtroppo a sedici anni smisi a causa di una grave malattia che colpì mia madre dovetti mollare l’idea dello studio per trovare un lavoro per poter mantenermi. Dopo varie cure, sofferenze e sacrifici guarì, subito pensai di riprendere gli studi, ma nel giro di poco tempo trovarono un’altra malattia, ma purtroppo stavolta era incurabile. Quindi decisi di passare tutto il tempo che gli rimaneva da vivere con lei, ma purtroppo un giorno che ero con lei al ristorante, si sentì male e anche se la portai subito in ospedale morì lasciandomi un vuoto incolmabile. Cercai vari lavori, ma nessuno voleva assumermi, perché non ero diplomato. Mi pentii di aver smesso di andare a scuola, ma allo stesso tempo ero felice di essere stato con mia mamma fino al suo ultimo respiro. Per i miei figli, però, spero in un futuro diverso. Istituto Comprensivo G.B. Toschi, plesso di Viano, classe III D