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MUSEO DEL MARE BISCEGLIE.pmd
Su esplicita richiesta avanzata dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia
– Gruppo di Bisceglie – e dalla Società Nazionale di Salvamento - Sezione
di Bisceglie - , nella seduta del 27 dicembre 2001 il Consiglio Comunale di
Bisceglie deliberava di istituire in loco il «MUSEO CIVICO DEL MARE»
inaugurato, poi, il 20 luglio 2002.
Dal marzo 2003, sempre per
volontà consiliare, la direzione
è affidata a due volontari:
Eugenio Padalino e
Paolo Tarantini.
Allestito nell’antico convento di Santa Croce (Via G. Frisari, 5 – 2° piano –
Bisceglie), ha per fini l’incremento dell’attività culturale della città nel campo
della marineria locale, nazionale, internazionale e dell’ambiente marino.
Si compone di nove sezioni suddivise in tre saloni:
1. Modellismo Navale; 2. Strumenti per la navigazione; 3. Ancore; 4. Varie e
Curiosità; 5. Pesca; 6. Ex Voto; 7. Subacquea; 8.Archeologia sub – marina;
9. Numismatica – Tematica.
Con le attività della ricerca storica
raccoglie, studia e conserva i materiali
che si riferiscono alla storia della
marineria in genere ed in special
modo a quella locale.
Con l’attività di «ricerca documenti»
costituisce un supporto agli studiosi
e agli amatori nonché all’attività
scolastica nel campo dell’informazione
marinara e fornisce ai gruppi, alle
famiglie ed ai cittadini l’occasione per
l’avvicinamento e l’approfondimento
ai temi del mare e dell’ambiente
marino.
Sin dall’apertura è stato richiesto in
affidamento alla Soprintendenza ai
Beni Culturali di Bari quei reperti
ritrovati nelle acque di mare antistanti
la città di Bisceglie dalla locale sezione
subacquea della Società Nazionale di
Salvamento e la stessa soprintendenza,
con nota di risposta, si è impegnata
ad una mostra subito dopo averli
repertati.
All’interno del museo si
conservano, fra l’altro, strumenti
appartenuti a concittadini biscegliesi,
comandanti di battelli dell’800,
manoscritti a firma di Don Pasquale
Uva (fondatore della ‘Casa della Divina
Provvidenza) datati 1936/1939, fossili
marini rinvenuti in Via S. Andrea nelle
vicinanze del Dolmen, modellini di
navi come la bellissima ‘Amerigo
Vespucci’ (nave scuola della Marina
Militare Italiana) e la ‘VICTORY’
dell’Amm. Nelson, foto di avvenimenti
storici e fra queste quelle relative
all’affondamento della corazzata
«ROMA» dove persero la vita sei
concittadini insieme ad altri 1247
marinai.
Il Monumento ai «Marinai d’Italia» di Bisceglie
I
l grande monumento, sito davanti al porto nei pressi del torrione delle
mura aragonesi nel largo oggi denominato all’Amm. Luigi Durand de La
Penne (Medaglia d’Oro per l’impresa di Alessandria di Egitto notte del 18/
19 dicembre 1941), venne inaugurato il 28 gennaio 1990.
Per la realizzazione venne presentata richiesta al Sindaco Prof.
Francesco Contò dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e
dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia sezioni di Bisceglie.
L’idea fu accolta dall’Amministrazione Comunale nella convinzione di
realizzare un’opera molto sentita dall’intera cittadinanza, tenendo bene in
vista le caratteristiche ambientali del porto e delle mura aragonesi le quali
risultarono altamente valorizzate. Difatti, fu asportato una notevole quantità
di terreno di riporto che permise di abbassare il livello che opprimeva e
nascondeva, pure con alberelli a fusto alto e mal tenuti unitamente ad una
scarsissima illuminazione , le mura stesse che riprendevano luce offrendosi
alla visione della gente anche con la sistemazione di un verde adeguato e,
per la sera, di una illuminazione che risaltava l’intera piazza.
Per l’esecuzione dell’opera fu formato un Comitato di esperti e
rappresentanti delle due associazioni che avevano formalmente avanzato la
domanda.
Le opere artistiche vennero affidate allo scultore prof. Vito Zaza di
Molfetta mentre la direzione dei lavori venne affidata all’Arch. Giacomo
Losapio di Bisceglie (Dirigente Ufficio Tecnico del Comune stesso).
Innumerevoli i contrasti sia da parte di alcuni politici che di una stampa
locale che volevano fosse realizzato nei luoghi più disparati della città. Ci
furono anche denuncie alla Procura della Repubblica e alla Soprintendenza
ai Monumenti ma, alla fine, prevalse il buon senso e il monumento fu
realizzato nel luogo prescelto dal Comitato, ovvero nel cuore delle attività
marinare, suo ambiente naturale, assumendo un ruolo importante come
arredo urbano e, quello che più conta, ottenendo il consenso e il grande
rispetto da parte della stragrande maggioranza dei cittadini.
Può essere osservato da sei diverse prospettive.
Completamente realizzato in pietra di Trani con una statua e un’ancora
in bronzo.
L’elemento più importante è proprio la statua che vuole rappresentare
il Marinaio morente, con lo sguardo rivolto verso il mare, in segno di
protezione e saluto; il braccio sinistro, fortemente proteso verso l’alto, in
atteggiamento di preghiera e di invocazione ma che nel complesso vuole
essere monito per le future generazioni, destinatari del Sacrificio, perché
sia ricordato il Suo dolore e il Suo eroismo.
Alla realizzazione di questa statua il prof. Zaza si ispirò meditando
su un racconto dell’Ing. Renzo Valentini (ex ufficiale della Regia Marina
Militare Italiana fra i pochi scampati all’affondamento della Corazzata
‘ROMA’ – 09/09/1943 – dove fra i tanti marinai persero la vita ben 6
giovani biscegliesi).
Il Valentini raccontò che, dopo essersi salvato dall’affondamento della
corazzata ‘Roma’, giunse ad Alessandria d’Egitto e fu destinato
sull’incrociatore ‘Eugenio di Savoia’ per continuare a combattere affianco
degli Alleati contro i nazi-fascisti. Il 29 febbraio 1944 la nave lasciò
Alessandria di Egitto per far rotta verso Taranto e alle ore 12,00, al largo
della Calabria, all’altezza di Capo Rizzuto, urtò contro una mina. Ci fu uno
squarcio nella carena, seguì uno sbandamento di circa 20°, col rischio di
affondare. Accorsero dei rimorchiatori che lentamente condussero la nave
nella base navale di Augusta.
A bordo ci furono diversi feriti e mancarono all’appello due marinai.
Dopo sommari lavori subacquei che permisero di chiudere in parte le
falle, il 10 marzo 1944, con una sola macchina in funzione e con una scorta
navale, la ‘Eugenio di Savoia’ lasciò Augusta alla volta della base navale di
Taranto. Il Comando riteneva di entrare subito in bacino per le riparazioni
ma ciò non fu possibile perché la precedenza era data alle navi degli Alleati.
Rimase attraccata nel Mar Piccolo e soltanto il 23 settembre 1944, dopo
circa sette mesi, fu rimorchiata e puntellata nel bacino.
Il giorno successivo il Valentini (all’epoca ricordiamo S. Tenente del
Genio Navale e ufficiale a bordo della stessa) ebbe l’ordine di prendere una
squadra di marinai e svuotare l’acqua che ancora si trovava nei locali caldaia
dell’altra macchina, ormai fuori servizio.
Mano mano che scendeva il livello dell’acqua d’improvviso vide il corpo
di un marinaio aggrappato ad una grossa pompa verticale, quasi inginocchiato,
nella parte superiore della macchina stessa, nel tentativo di rialzarsi, con la
testa reclinata verso la spalla sinistra. Con il getto d’acqua, la carne, macerata
dalla permanenza in acqua salmastra, veniva a sfaldarsi. Si trattava del
Motorista Navale VIRDO’ di origine siciliana che fu poi sepolto nel cimitero
di Taranto. Tutti i presenti rimasero fortemente impressionati per come
appariva quest’uomo, di certo caduto e ferito al momento dello scoppio
della mina al quale seguì l’immediato allagamento del locale e che, nel
tentativo di salvarsi, avrà cercato di aggrapparsi nelle parti alte della sezione.
Tutto alla fine risultò vano perché l’allagamento fu totale.
Il Valentini con lo scultore non ne parlò più ma l’episodio, ben raccontato
da chi lo aveva vissuto in prima persona, colpì talmente lo scultore Zaza che
seppe poi rappresentare bene l’opera e la disperazione del marinaio morente.
Ancora oggi l’ing. Valentini ogni qualvolta vede la statua del monumento
esclama: «rivedo sempre il marinaio Virdò perito nel 1944».
Il monumento riporta in pietra una grande vela che vuole rappresentare
la nave, una lampada votiva, un ruota di timone e due grosse bitte posizionate
davanti alla grande scalinata. Sulle bitte sono rappresentati gli stemmi del
Comune di Bisceglie e delle quattro Repubbliche Marinare (insegna che fa
bella mostra al centro della bandiera italiana navale militare e mercantile).
Sulla gradinata sono incise profondamente le ultime frasi invocative della
bellissima ‘Preghiera del Marinaio’ opera del poeta Antonio Fogazzaro:
BENEDICI O SIGNORE LE NOSTRE CASE LONTANE
LE CARE GENTI-BENEDICI NOI CHE PER ESSE
VEGLIAMO IN ARMI SUL MARE – BENEDICI
Il Monumento fu dedicato a tutti i CADUTI del mare (militari e civili)
e alla inaugurazione presenziarono, oltre ad una nutrita cittadinanza, Autorità
Civili, Militari e Religiose giunte da ogni parte d’Italia e, soprattutto, molti
Rappresentanti di Governo.
La sera precedente l’inaugurazione la Banda Centrale della Marina
Militare (102 elementi) nel Teatro Politeama Italia tenne un concerto diretto
dal maestro Luigi Franco. Fu un fatto veramente eccezionale poiché detta
Banda raramente si esibisce in altri luoghi se non per occasioni eccezionali
e per disposizione del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare.
Questo è quanto il Monumento vuole significare ed esprimere.
Questa direzione, dopo aver raccolto i nomi di tutti i giovani biscegliesi
Caduti in mare nell’adempimento del Loro Dovere con la divisa della Marina
Militare, oggi sta cercando di mettere insieme i nomi dei marinai di Bisceglie
caduti e/o dispersi durante il loro normale lavoro di marittimi o pescatori.
Alla fine di questa ricerca tutti i nomi potrebbero essere riportati in ottone
bronzato sulle quattro facciate del basamento in pietra che sostiene la statua.
La Direzione
Paolo Tarantini
Ogni anno è frequentato dai 1500 ai 1800 visitatori provenienti da tutte
le parti del mondo (inglesi, statunitensi, argentini, tedeschi, francesi oltre
che italiani)
Il museo è aperto al pubblico dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle ore
18,00 alle ore 20,30 di ogni sabato; dalle ore 10,30 alle ore 12,30 di ogni
domenica e giorni festivi. L’ingresso e la guida sono gratuiti. Infine, per
visite fuori orario e/o comitive e scuole si può contattare il seguente numero
telefonico:
335 /8153300
1 – Modellino della Nave Scuola della M.M. ‘Amerigo Vespucci’
2 – ‘Morione’ – Elmo del ‘600 calzato da mercenari tedeschi che
difendevano la città di Genova
3 – Pompa per immersione di palombaro
4 – Ottante dell’’800 in prezioso avorio