CONTRIBUTO CAMERALE AL RAPPORTO ISTAT REGIONALE
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CONTRIBUTO CAMERALE AL RAPPORTO ISTAT REGIONALE
CONTRIBUTO CAMERALE AL RAPPORTO ISTAT REGIONALE NORD AFRICA Da un punto di vista strettamente economico, i Paesi considerati sono caratterizzati da forti differenze: paesi esportatori di petrolio e gas (Libia e Algeria) e paesi con una struttura economica più differenziata, soprattutto caratterizzati da un discreto sviluppo del settore manifatturiero. Tutti i Paesi della sponda sud del Mediterraneo hanno evidenziato nel decennio 1998-2008 una notevole crescita con PIL intorno al 5% (e anche di più…). Seguito ovviamente da un calo subito dopo gli eventi rivoluzionari, per poi (quasi tutti) riprendere gli stessi ritmi di crescita, già nel 2012. Da un punto di visto politico i cinque Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, sono stati investiti dalla protesta e dai rivolgimenti popolari in modo differente: Tunisia, Libia ed Egitto sono indicati come i Paesi della Primavera araba, dove si sono registrati anche scontri violenti che hanno portato a veri e propri rivolgimenti politici, con nuovi regimi e transizioni politiche (in alcuni casi neanche ora terminate…). In Algeria e Marocco invece le proteste sono state più contenute (in tutti i sensi, soprattutto in Algeria), anche se comunque ci sono stati cambiamenti a livello politico (soprattutto in Marocco, dove il monarca ha apportato importanti modifiche e innovazioni per tacitare le piazze), senza però portare a rivolgimenti istituzionali. Per tutti i Paesi comunque l’impatto delle proteste (più o meno accentuate) ha inevitabilmente comportato una fase di recessione economica, con ripercussioni sia sui tassi di crescita del PIL (soprattutto in Libia a causa della ridotta attività di estrazione, ma anche in Tunisia ed Egitto dove si è registrato un rallentamento nel manifatturiero ma soprattutto nei servizi ed in particolare nel turismo), sia negli Investimenti diretti all’estero (IDE), che si sono ridotti in tutti i Paesi, sia nell’aumento della disoccupazione. Pertanto, il processo di stabilizzazione del quadro politico (ancora in corso ad esempio in Libia o addirittura – nel caso dell’Egitto – rimesso nuovamente in discussione), le incertezze riguardo alle azioni delle nuove amministrazioni (in Tunisia), associate alla debolezza di molte economie soprattutto dell’area Euro, hanno comportato effetti negativi su queste economie già fragili e provate e hanno influenzato anche i loro rapporti con gli altri Paesi. Il Marocco mantiene una crescita del PIL al 4,6% per il 2013 grazie anche ad una buona campagna agricola, che ridurrà il rallentamento di quelle non agricole. Più basse invece le previsioni per il 2014 (intorno al 3%). Risulta essere finora il Paese con maggiore stabilità economica, ma anche politica e sociale anche grazie alle “illuminate” riforme avviate dal Re per garantire equità e dare nuova linfa alle classi sociali medie: tra piani quinquennali, relativa coesione politica, sicurezza e aspirazioni di modernità il Marocco può ancora rappresentare una buona opportunità per le imprese italiane, come peraltro evidenziato da un recente studio di Euler Hermes (Gruppo Allianz). L’Algeria mostra un quadro macroeconomico caratterizzato da indicatori sostanzialmente positivi, seppur sia sempre il settore degli idrocarburi quello trainante per le esportazioni. I restanti settori sono scarsamente produttivi e quindi il Paese dipende dalle importazioni anche per i bisogni più elementari della popolazione. Il quadro legale è ancora molto complesso, con burocrazia farraginosa ma soprattutto corruzione che pongono grosse difficoltà all’avvio di iniziative imprenditoriali private (lo Stato è in effetti dominante) e ciò si traduce in salari molto bassi ed elevata disoccupazione (spesso giovanile). Per il 2013 si prevede un tasso di crescita del PIL del 4,3%. La Tunisia già in passato ha conosciuto notevoli misure di modernizzazione che si sono arrestate dopo gli eventi della primavera araba. I rallentamenti dell’economia, però, sono anche dovuti alla contrazione della domanda (soprattutto europea) derivante dalla crisi mondiale, che hanno portato anche ad una riduzione della crescita del PIL, che si prevede del 3,8% nel 2013. Le elezioni e la forte volontà della nuova classe politica di portare pacificazione (anche se non sempre realizzata…) dovranno concentrarsi su quelli che sono i due più grandi problemi: la disoccupazione (che nel 2011 è arrivata al 18%) e gli IDE. L’uccisione di Shokri Belaid (capo dell’opposizione) a febbraio e poi quella di Mohammed Brahmi a fine luglio(che hanno suscitato la preoccupazione anche del numero uno delle Nazioni Unite, BanKiMoon) ha aggravato la situazione politico-sociale, rallentando i miglioramenti di quella economica. La Tunisia sta affrontando una complessa transizione politica che si potrebbe concludere, presumibilmente, con le elezioni legislative, previste entro la primavera del 2014. La Libia presenta una situazione ben lontana dalla pacificazione: continuano la guerriglia e gli attentati (il 17 agosto un ordigno di fronte al Consolato egiziano ha provocato diversi feriti). Eppure l’Italia continua a confermarsi come il principale partner della Libia e le aziende italiane che sono rientrate nel Paese dopo il crollo di Gheddafi sono circa il 70%, anche se forse solo la metà ha ripreso effettivamente le attività produttive. La mancanza di interlocutori istituzionali è sicuramente la causa principale di tutto ciò. E’ auspicabile che si realizzi quanto discusso nel corso del G8 di giugno scorso in Irlanda del Nord,dove sono stata abbozzate le linee guida internazionali di un possibile intervento coordinato dall’Italia, avvalorato ulteriormente dall’incontro di luglio fra il nostro Presidente del Consiglio e il Premier libico: questo ridarebbe all’Italia un ruolo più forte nella diplomazia internazionale. Per quanto riguarda l’Egitto, è notizia recente a conoscenza di tutti: la situazione è riesplosa il 3 luglio 2013, con la “destituzione” del Presidente Morsi, eletto democraticamente a giugno 2012 con il 51% dei voti, e con la sospensione della Costituzione. Il 14 agosto è stato sicuramente il culmine (almeno per ora…) degli scontri, con l’intervento addirittura degli elicotteri contro i manifestanti: alla fine sono rimaste uccise centinaia di persone. La linea dura dell’esercito – almeno fino a questo momento – non sembra smorzarsi e da un lato il rischio è quello di una radicalizzazione del conflitto (che potrebbe favorire gruppi islamisti radicali) e dall'altro il fallimento dell'Islam politico non può comunque cancellare le responsabilità dei militari (che stanno tentando in ogni modo di riportare tutto sotto il loro controllo): l’insieme crea una situazione di violenta contrapposizione tra le varie anime politiche e sociali dell'Egitto, di fronte alle quali nessuna diplomazia è riuscita a reagire. La situazione economica quindi, che prevedeva per il 2013 una seppur lenta crescita del PIL fino a quasi i livelli pre-rivoluzione araba (4,9%), è tutta da verificare, nonostante prima degli ultimi avvenimenti le imprese italiane avessero già in qualche modo consolidato la loro presenza. Il Consiglio straordinario Affari esteri dell'Ue tenutosi il 21 agosto, composto dai Ministri degli Esteri dell'Unione, ha deciso di sospendere le licenze di esportazione verso l'Egitto di armi ed equipaggiamenti di sicurezza (e su questo non si può che essere d’accordo), e di riesaminare gli aiuti europei al Cairo (la sospensione degli aiuti – seppur da considerarsi un’”arma” per convincere gli egiziani ad una rapida pacificazione, non può che aggravare la situazione). Da ricordare, invece, gli aiuti finanziari promessi al Governo dei Generali (subito dopo il golpe) da Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. Anche gli USA hanno assunto una posizione indecisa, al contrario invece della Turchia che ha più volte esortato la comunità internazionale a non rimanere semplicemente spettatori. A detta del nostro Ministro degli Esteri (Bonino – 23 agosto 2013), l’Europa non è stata lenta ma “non ha molte leve economiche da usare” e per tale motivo la mediazione sarebbe fallita. L’esito degli avvenimenti in atto in questo Paese è sicuramente un’incognita destinata ad influire in maniera decisiva sia sulle dinamiche di tutto il Medio Oriente sia sulla ridefinizione dei rapporti di forza tra grandi potenze, in una fase di evidente declino del potere statunitense ed anche europeo. ITALIA L’Italia è comunque il secondo paese esportatore verso i paesi della sponda sud del Mediterraneo dopo la Francia: si registrano flussi maggiori con Tunisia, poi Egitto, Algeria, Libia ed infine il Marocco. La Primavera Araba ha aumentato in alcuni casi il peso delle esportazioni verso questi Paesi (Tunisia e Algeria soprattutto), riducendo invece quello di altri (Egitto e Libia). Per quanto riguarda invece le importazioni, l’Italia è il principale mercato di sbocco per il Nord Africa: ovviamente un peso preponderante hanno le importazioni di prodotti energetici dalla Libia e ciò spiega fondamentalmente il drastico calo delle stesse dopo gli eventi della Primavera Araba. Nella dinamica dei flussi commerciali tra Italia e Nord Africa si registra nell’ultimo decennio una tendenza alla crescita con due episodi di riduzione: nel 2009 a seguito della crisi economica mondiale e nel 2011 (ben più importante, tanto da arrivare anche ad un -20%) per le conseguenze e l’instabilità dovute alla Primavera Araba. Il netto calo è giustificabile soprattutto con la flessione delle importazioni di petrolio dalla Libia. Il Nord Africa resta però un’area molto importante nei rapporti con l’Europa e con l’Italia in particolare e il 2012 ha visto infatti una ripresa degli scambi, piazzandosi al secondo posto come partner commerciale, dopo la Germania e scavalcando ancora Francia e Spagna. Analizzando i dati del 2012, nell’interscambio totale, il Nord Ovest ha un’incidenza del 28,5% sul totale italiano (prima fra le macro regioni italiane) e se si considerano invece i valori al netto dei prodotti energetici, la percentuale sale al 43,8% (dove si segnala in particolare la posizione assunta dal settore metallurgico e dei prodotti in metallo e dei prodotti chimici). In totale le esportazioni sono cresciute del 3,5% nel Nord Ovest, più che nel Nord Est (+1,1%), ma meno che al Centro e nel Mezzogiorno. Nel 2012 sono ancora aumentate le imprese esportatrici (rispetto al 2011 + 0,3%), ma sono quelle di maggiori dimensioni che fanno registrare un maggior aumento delle vendite (+5,4%), mentre diminuiscono le quote di quelle medio grandi e medio piccole (rispettivamente -0,5% e -0,3%), e, clamorosamente si registra un aumento per le micro imprese (+2,5%). Ciò nonostante proprio le dimensioni delle imprese – insieme ai vincoli burocratici e legislativi – sono una delle principali difficoltà di accesso ai mercati esteri. Se si analizza la situazione degli operatori export relativamente al settore merceologico, preponderante resta quello dei macchinari e degli apparecchi, seguito dai metalli e loro prodotti (la meccanica in generale) e dagli articoli in gomma e plastica. Altri settori da segnalare quello del comparto tessile e abbigliamento, seguito dal manifatturiero in genere (mobili, articoli sportivi, apparecchi medicali, apparecchi elettrici e elettronici, mezzi di trasporto). Analizzando invece le aree geografiche, se l’Unione Europea (seppur in flessione) resta il mercato con la maggiore concentrazione di operatori, al secondo posto si posizionano i Paesi europei non facenti parte della UE ed a seguire l’Asia Orientale, l’America settentrionale, il Medio Oriente e quindi in sesta posizione proprio i Paesi dell’Africa settentrionale. Residuali l’America centro-meridionale, gli altri Paesi Africani, l’Oceania e altri territori nel Pacifico e in ultimo, l’Asia Centrale. LIGURIA Esaminando attualmente la situazione delle esportazioni a livello regionale, la Liguria ha mostrato una capacità di mantenere le proprie posizioni sui mercati esteri: il rapporto di Unioncamere evidenzia una crescita vivace dell’export della Liguria verso Medio Oriente e Nord Africa e una diminuzione invece dei flussi verso i paesi asiatici emergenti. Viene inoltre confermata la tendenza ad un arretramento sui più rilevanti mercati maturi. Le imprese liguri che hanno dichiarato di avere rapporti con il Nord Africa sono 191, e nello specifico si evidenziano: Marocco 78; Algeria 58; Tunisia 83; Libia 35 e Egitto 82. Ciascuna impresa può essere presente in più Paesi, ragione per cui il totale delle risposte non corrisponde al dato complessivo delle imprese operanti con i 5 Paesi. Secondo i dati forniti da Istat le esportazioni della Liguria verso i Paesi dell’Africa Settentrionale, ovvero Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia, sono aumentati del 60,5% dal 2011 al 2012, passando da un valore di 323.225 Euro a 518.899 Euro. Dal 2004 al 2012 le esportazioni della nostra Regione verso i Paesi del sud del Mediterraneo hanno subito una diminuzione solo tra il 2008 e il 2010, registrando in questo biennio un calo del 58%,dovuto probabilmente alla crisi economica che ha colpito l’Europa, per poi recuperare nuovamente nel 2011 e nel 2012, superando nuovamente i 500 mila Euro. Nel 2011 il principale destinatario dei prodotti esportati dalla Liguria era l’Egitto, per un valore di 216 mila Euro, ma nel 2012 questo Paese ha importato dalla nostra Regione prodotti per un valore di soli 83 mila Euro, facendosi superare rispettivamente dall’Algeria, con più di 264 mila Euro, e dalla Tunisia, con 107 mila Euro. Il cambio di destinazione delle esportazioni liguri può essere legato all’instabilità e agli scontri violenti che si sono registrati nel 2011 in Egitto e che hanno portato alla caduta del regime e all’arresto di Hosni Mubarak, al potere da trent’anni. I dati del primo trimestre 2013 mostrano un trend positivo delle esportazioni verso i Paesi del Nord Africa rispetto allo stesso periodo del 2012 con un aumento del 127%. Sicuramente influirà molto sugli scambi dei prossimi mesi la situazione politica di questi Paesi, in particolare Egitto, Libia e Tunisia che attualmente risultano più instabili rispetto a Marocco e Algeria. ESPORTAZIONI In azzurro viene indicato, per ciascun anno, il Paese maggiore importatore dalla Liguria 2010 2011 VARIAZIONE % 2010-2011 2012 VARIAZIONE % 2011-2012 ALGERIA 38.415 43.915 14,3 264.919 503,3 EGITTO 58.656 216.371 268,9 83.175 -61,6 LIBIA 51.294 18.218 -64,5 26.315 44,4 MAROCCO 30.132 24.358 -19,2 37.224 52,8 TUNISIA AFRICA SETTENTRIONALE 39.788 20.341 -48,9 107.231 427,2 218.288 323.225 48,1 518.899 60,5 PAESI Le esportazioni riguardano principalmente i prodotti della raffinazione del petrolio, i macchinari in genere e apparecchiature per l’elettricità ma sta crescendo anche l’export di prodotti chimici, prodotti in metallo e autoveicoli. In particolare coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio dal 2011 al 2012 hanno avuto un incremento di oltre il 2000%, passando da un valore di 4.306 Euro a 116.170 Euro e risultano ulteriormente in aumento nel primo trimestre 2013, con una variazione del 427% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Per quanto riguarda le importazioni della Liguria di prodotti provenienti dai Paesi nordafricani, si è registrato un aumento del 282% tra il 2011 e il 2012 passando da un valore di 559 mila Euro fino a superare i 2 miliardi di Euro, cifra mai raggiunta nel periodo 2004-2012. L’unico calo in questi otto anni si è registrato nel 2011, quando le importazioni dai Paesi dell’Africa Settentrionale si erano ridotte del 57%, sicuramente a causa degli eventi della Primavera Araba e della crisi economica globale. Nel 2011 solo le importazioni dalla Libia erano diminuite del 70%, pur rimanendo il nostro principale esportatore dell’area davanti a Tunisia e Algeria. Nel 2012 la situazione politica era migliorata risollevando anche quella economica, infatti in questo anno sono state importate in Liguria dalla Libia merci per un valore di 1.965.889 di Euro. IMPORTAZIONI 54.428 VARIAZIONE % 2010-2011 410,6 64.579 VARIAZIONE % 2011-2012 18,7 45.470 41.663 -8,4 44.004 5,6 1.120.562 362.898 -70,8 1.965.889 541,7 MAROCCO 15.141 22.817 50,7 15.717 -31,1 TUNISIA 112.575 113.797 1,1 51.109 -55,1 1.304.409 559.609 -57,1 2.141.298 282,6 PAESI 2010 2011 ALGERIA 10.660 EGITTO LIBIA AFRICA SETTENTRIONALE 2012 Le importazioni riguardano principalmente il petrolio greggio, i prodotti della raffinazione del petrolio e i metalli preziosi, diminuiti del 66% i prodotti in gomma e plastica così come i prodotti della siderurgia, scesi di quasi l’80%. Il principale prodotto è da sempre il petrolio greggio, per questa ragione infatti la Libia è il primo esportatore: nel 2012 i Paesi dell’Africa settentrionale hanno venduto “oro nero” alla nostra Regione per un valore di oltre due miliardi di Euro. GENOVA Nel 2011, a pochi mesi dallo scoppio della primavera araba, la Camera di Commercio di Genova aveva lanciato un sondaggio fra le imprese per capire meglio e fare una prima valutazione dei rapporti con questi Paesi – che erano considerati prioritari per le attività con l’estero dei nostri operatori. Ne era emersa una situazione piuttosto chiara per le imprese (per la maggior parte esportatrici) che avevano dichiarato di aver presagito quanto era di fatto avvenuto e facevano previsioni di ripresa dei rapporti – forse un po’ troppo ottimisticamente – nel breve periodo. Quello che aveva stupito era stato che nonostante le difficoltà di quel momento e quelle previste per il futuro (di contatti, di pagamenti, ecc.), nessuna delle imprese partecipanti al sondaggio aveva dichiarato di voler abbandonare quei mercati. Le imprese genovesi che attualmente dichiarano di avere rapporti con il Nord Africa sono 138 (quindi oltre il 72% rispetto alle liguri) e più specificatamente: Marocco 57; Algeria 40; Tunisia 63; Libia 30; Egitto 67. Le esportazioni da Genova verso Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia sono aumentate del 53,3% dal 2011 al 2012 passando da un valore di 254.599 Euro a 390.374 Euro. Le esportazioni genovesi verso i Paesi del sud del Mediterraneo, così come quelle regionali, tra il 2004 e il 2012 hanno subito una diminuzione solo tra il 2008 e il 2010, registrando in questo biennio un calo di oltre il 70%, anche in questo caso dovuto probabilmente alla crisi economica globale che ha colpito anche la nostra Provincia. L’export si è poi ripreso gradualmente nel 2011 e nel 2012, ottenendo un valore rispettivamente di 254.599 Euro e 390.374 Euro e secondo le stime del primo trimestre 2013 le esportazioni dovrebbero ulteriormente aumentare quest’anno. Come per il valore dell’intera Regione, nel 2011 il principale destinatario dei prodotti esportati da Genova era l’Egitto, per un valore di 200 mila Euro, ma nel 2012 questo Paese ha importato merce per un valore di soli 51 mila Euro, con una diminuzione del 74% rispetto all’anno precedente. Anche per la provincia di Genova nel 2012 il principale destinatario delle esportazioni è stata l’Algeria con un valore di oltre 220 mila Euro. Sicuramente anche in questo caso gli scontri in Egitto che hanno poi portato alla fine del regime di Mubarak, hanno influito sulla decisione da parte delle imprese genovesi operanti con il Nord Africa di cambiare destinazione e optare su Algeria e Tunisia, piuttosto che Egitto o Libia, che nel 2011 apparivano meno instabili dal punto di vista politico-istituzionale. Come già accennato, secondo i dati Istat del primo trimestre 2013, le esportazioni mostrano un trend positivo verso i Paesi dell’Africa Settentrionale rispetto allo stesso periodo del 2012 con un aumento del 147%, ma visti i continui attentati in Libia, l’aggressione e uccisione di membri dell’opposizione in Tunisia e la situazione caotica in cui regna al momento l’Egitto a seguito della destituzione del Presidente Morsi e del golpe militare, è difficile fare previsioni su come proseguiranno gli scambi tra Genova e questi Paesi. ESPORTAZIONI 14.760 VARIAZIONE % 2010-2011 -13,5 220.796 VARIAZIONE % 2011-2012 NS 31.077 200.594 545,5 51,269 -74,4 LIBIA 24.812 16.990 -31,5 8.661 -49 MAROCCO 21.730 11.131 -48,8 10.586 -4,9 TUNISIA 27.280 11.100 -59,3 99.027 792,1 AFRICA SETTENTRIONALE 121.969 254.599 108,7 390.374 53,3 PAESI 2010 2011 ALGERIA 17,068 EGITTO 2012 Come per il resto della Regione le esportazioni genovesi riguardano principalmente i macchinari e accessori in genere e apparecchiature elettriche. Cresce anche l’export di autoveicoli, prodotti manifatturieri, prodotti di miniere e cave e prodotti della lavorazione di minerali. Per quanto riguarda le importazioni di prodotti provenienti da Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia, tra il 2011 e il 2012 sono aumentate del 142% passando da un valore di 89 mila Euro a 218.265 Euro. Le importazioni dai Paesi Nordafricani sono aumentate notevolmente lo scorso anno: tra il 2004 e il 2011 l’import aveva raggiunto a malapena i 90 mila Euro. In particolare si sono intensificati gli scambi con la Libia, importando da questo Paese petrolio greggio da raffinare. Nel I trimestre 2013, rispetto allo stesso periodo del 2012, l’importazione di oro nero è aumentata del 751% da un valore di 8 mila Euro ad addirittura 68 mila. IMPORTAZIONI 774 VARIAZIONE % 2010-2011 -81,8 2.061 VARIAZIONE % 2011-2012 166,3 39.407 29.165 -26 37.504 28,6 LIBIA 13.554 15.572 14,9 120.702 675 MAROCCO 12.550 21.821 73,9 15.449 -29,2 TUNISIA 20.484 22.574 10,2 42.549 88,5 AFRICA SETTENTRIONALE 90.243 89.912 -0,4 218.265 142,8 PAESI 2010 2011 ALGERIA 4.249 EGITTO 2012 Non discostandosi dai dati regionali, le importazioni dai Paesi dell’Africa Settentrionale della provincia di Genova riguardano specialmente il petrolio greggio seguito dai prodotti della raffinazione del petrolio ed i metalli preziosi, in diminuzione invece i prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature, prodotti della metallurgia e prodotti di elettronica. Fonti bibliografiche: Economie regionali – n. 1 – giugno 2013 – Banca d’Italia Med Business &TradeIndicatorsItaly-Med Africa – SRM (Studi Ricerche per il Mezzogiorno –IntesaSanpaolo) Conseguenze economiche della Primavera Araba – Rapporto ISPI per il Ministero Affari Esteri – ISPI dicembre 2012 Rapporto Unioncamere 2013 Statistiche Report – 8 luglio 2013 – ISTAT I Paesi del Nord Africa: analisi delle evoluzioni e degli effetti sulle economie e risvolti sulle imprese –SRM (Studi Ricerche per il Mezzogiorno –IntesaSanpaolo) Sondaggio CCIAA Genova 2011 Italiancom (database camerale)- CCIAA/Infocamere Rapporti congiunti 2013 – Ministero Affari Esteri Il Sole 24 Ore – diversi numeri Elaborazioni Agenzia ICE su dati ISTAT Fonti sitografiche: www.ispionline.it www.ansa.com www.intopic.it www.eurasia-rivista.org www.esteri.it www.ice.gov.it