Milano Finanza

Transcript

Milano Finanza
n. 173 Settembre
2014 IT Euro
4,80*
PENSIONI
CONVIENE
ANCORA RISCATT
ARE LA LAUREA
?
www.milanofinanza.it
CHI VINCE CON L’EURO
CHE FINALMENTE VA GIÙ
€ 4,80*
Uk £ 3,40 - Ch fr. 9,50 Francia € 7,60
IL PRIMO
MENSILE
FONDI SPECIALIZ
ZATI
VALE LA PENA
SUL GAMBEROPUNTARE
I CONSIGLI DEI EUROPA?
GESTORI AL TOP
PER CREARLI,
GESTIRLI,
ACCRESCERLI
MATERIE PRIME
DIVERSIFICARE
IL GRANTURC CON
O, ORA
CHE È AI MINIMI
STORICI
I ALLEGATO
IN
P
PATRIMONI
QUALE ENERG
IA
SHALE OIL E GAS,
PERFORAZIONI
NUOVE TECNOLOGI
E ESTRATTIVE NELLE PROFONDITÀ DEGLI
PRODUZIONE
: COME CAMBIERÀ
OCEANI,
E DEI CONSUMI.
LO SCENARIO
E COME INVESTIRE
DELLA
NEL LUNGO PERIODO
Sabato 27 Settembre 2014 Anno XXVI - Numero 190
Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano
* In abbinamento obbligatorio ed esclusivo con Patrimoni a € 4,80
CREDITO Con le T-ltro Draghi ha inondato gli istituti di liquidità. A chi la presteranno?
Ecco i soldi
che avrà la tua
banca per te
Chiediglieli
ORSI & TORI
di Paolo Panerai
D
omanda a un bravo bancario corporate
con buona predisposizione ad aiutare i
clienti: «Come spiega che oggi l’euribor a
tre mesi, il tasso più usato nei prestiti, sia
pari allo 0,086% e in via ordinaria voi
chiedete alle aziende il 5, il 6, il 7 e anche l’8%? Non
vi pare di esagerare?».
Risposta onesta: «Il fatto è che oggi il cavallo non
beve, come diceva Guido Carli, ci sono aziende che
hanno linee di credito importanti che non usano perché non investono; i miei collaboratori passano buona
parte del loro tempo di lavoro a sollecitare il tiraggio
del credito...».
Per forza, applicate tassi come quelli indicati e non di
rado ancora di più, al limite dell’usura.... «I due fatti,
non l’usura, sono interdipendenti. Se la banche non
riescono a sfruttare il denaro di cui dispongono sono
come una fabbrica che fa girare solo la metà dei suoi
impianti. O aumenta i prezzi dei suoi prodotti o chiude: la nostra banca ha il 70% dei suoi ricavi dall’intermediazione di denaro...».
Vuol dire che i tassi sono alti perché potete applicarli
solo su una parte di quanto potreste prestare? «Una
delle cause principali è questa, anche se non la sola;
un’altra è che a chiedere denaro sono spesso le aziende più a rischio, quindi il loro merito di credito impone l’applicazione di spread molto alti. A maggio-giugno abbiamo avuto l’illusione che la macchina si stesse rimettendo in moto, cioè che le aziende avessero
riconquistato fiducia e quindi potessero bere di più.
Oggi siamo non a un livello piatto, ma addirittura
sotto la linea di galleggiamento,
raccogliamo soltanto sentimenti di
sfiducia».
A maggio c’erano state le elezioni
europee e la forte affermazione
di Matteo Renzi aveva provocato un recupero di fiducia e di
coraggio. È così? «È così. Quel
focherello si è spento molto
presto e le notizie, inevitabili, sul fatto che il Paese
fosse in deflazione hanno
fatto il resto».
Ma allora dal vostro punto di vista come si esce da
questa spirale perversa? Non sarebbe il caso che le
banche facessero un atto di coraggio e offrissero il
denaro a tassi bassi, visto che la Bce è disposta a
inondare le banche di denaro a bassissimo costo?
«Per ora l’effetto denaro a basso costo riguarda soltanto i mutui fondiari diretti ai privati. Ci sono offerte pari anche a qualcosa in meno del 2%...».
Ah già, vi sbilanciate solo quando vi è una garanzia
consistente, visto che a fronte del mutuo segnate ipoteca sull’immobile, per altro stimato ai valori attuali,
quindi i più bassi della storia e pertanto destinati
solo a potersi rivalutare. Con una garanzia così forte
vi sbilanciate. Bravi, bravissimi... Ma di tutti i soldi
che Mario Draghi ha messo a disposizione e di quelli che sta per mettere, che ne sarà? «Intanto, come si
è visto, in totale con Ltro sono stati tirati da tutte le
banche europee solo un’ottantina di miliardi e l’Italia
per così dire si è posta in prima posizione con 23.
Certamente ne potevano essere tirati anche di più,
ma le banche hanno appena subito la asset quality
review e sono in attesa degli stress test...».
RISPARMIO/1
alle pagine 14, 15, 16 e 17
RISPARMIO/2
a pagina 27
MILANO FINANZA
27 Settembre 2014
I FATTI SEPARATI
DALLE OPINIONI
Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58.219.209)
Direttore ed editore associato Gabriele Capolino (02-58.219.227)
Direttore Pierluigi Magnaschi (02-58.219.207)
Condirettori Andrea Cabrini (coordinamento media digitali),
Vicedirettori Filippo Buraschi (02-58.219.205),
Antonio Satta (Capo della sede di Roma 06-69.760.847)
Caporedattore centrale Francesco Allegra (02-58.219.875),
Capiredattore Davide Fumagalli (Internet e Patrimoni 02-58.219.229),
Aldo Bolognini Cobianchi (Patrimoni 02-58219233),
Alessandro Wagner (MF Fashion 02-58.219.798)
Vicecapiredattore
Giuliano Castagneto (02-58.219.336), Lucio Sironi (02-58.219.228)
Capiservizio
Teresa Campo (02-58.219.471), Roberta Castellarin (02-58.219.260), Ester Corvi (ufficio
studi, 02-58.219.317), Stefania Peveraro (02-58.219.401), Stefano Roncato (MFF Magazine 02-58.219.225), Angela Zoppo (06-69.760.831, Roma)
Vicecaposervizio Marcello Bussi (02-58.219.392)
Redazione Chiara Bottoni (MF Fashion 02-58.219.446), Cristina Cimato (MF Personal
02-58.219.566), Andrea Di Biase (02-58.219.314), Manuel Follis (02-58.219.779), Gian
Marco Giura (02-58.219.460), Luca Gualtieri (02-58.219.757), Luisa Leone (02-58.219.388),
Anna Messia (06-69.760.865), Luciano Mondellini (02-58.219.592), Andrea Montanari
(02-58.219.316), Francesco Ninfole (02-58.219.238), Paola Valentini (02-58.219.475)
diretto da
Giampietro Baudo
diretto da
Giulia Pessani
Redazione di New York Andrea Fiano (corrispondente, 001-212.447.7953)
Capo economista Massimo Brambilla (02-58.219.495)
Impaginazione Alessandra Superti (responsabile), Marco Delise
(viceresponsabile), Daniela Asperges (pubblicità), Filomena Donofrio
Illustrazioni e grafici Lucrezia Alfieri, Monica Pegoraro
Segreteria Rosalba Pagano e Federica Troìa (Milano).
Barbara Alabiso e Tiziana Cioppa (Roma)
Milano Finanza Editori Spa
INTERNET: www.milanofinanza.it
E-MAIL: [email protected]
20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02- 58.219.1, fax 02-58.317.518 - 58.317.559.
00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976.081 r.a., fax 06-69.920.373 - 69.920.374
--------------------------------- AI LETTORI ----------------------------------Tutte le informazioni contenute in queste pagine si basano su fonti che MF/Milano Finanza
ritiene attendibili. Le asserzioni espresse nei vari articoli dei collaboratori rispecchiano esclusivamente l’opinione degli autori. Nonostante l’estrema cura nel trattare la materia, MF/Milano Finanza non si assume responsabilità per quanto riguarda conseguenze derivanti da
eventuali inesattezze o imprecisioni dei dati e delle quotazioni. In particolare, l’investimento in
prodotti derivati (opzioni, futures, premi, warrant) offre la possibilità di ottenere elevatissime
performance ma anche correndo un rischio molto elevato. Nel caso più negativo, si può verificare anche la perdita totale del capitale investito. In un normale portafoglio, la quota da destinare a prodotti di questo tipo dovrebbe essere limitata.
3
Sommario
Anno XXVIII, numero 39, Sabato 27 Settembre 2014 - Nuova serie anno XXVI, numero 190
4
Visto & Previsto
8
News
8 Superdollaro
La speranza è verde
9 Europa
E se fosse un’autorete
10 Europa
Miracolo a Napoli?
11 Piazza Affari
I nuovi panieri di borsa
12 Credito
Banca, adesso presta
13 Intervento
Parola d’ordine: legalità
14 Risparmio
Che povere rendite
16 Risparmio
La casa finisce in soffitta
19 Voluntary disclosure
Fuori tempo massimo
20 Scenari
Grande bluff su Telecom
21 Matricole
Iol vuole fare shopping
22 Aeroporti
Cosa cambia con Etihad
23 Raffinazione
Dove si ferma il barile
24 Marketing
Ricomincio da cinque
25 Popolari
Un duopolio per le pop
26 Risparmio
Corsa all’oro dei fondi
27 Parla Lombardo
Renzi, ora premiaci
28 Cmc
Cooperando sul mercato
29 Auto
Fiat, rebus a Wall Street
30 Alberghi
Stranieri alla concierge
31 Eataly
Questo è glocal business
33 Cinema Saranno famose
34 Welfare/1
Più fondi meno ticket
35 Welfare/2
Nuovi equilibri cercansi
Rubriche
20 Il Punto di Mauro Masi
25 Rosso & Nero
33 Lombard Street
36 Mercato Globale
37
MFF
F
Alla corte
futurista di Dior
47
PF
F
Reti a carte scoperte
I Vostri Soldi
In Gestione
41 Azionari Autunno in Europa
43 Lontani dal Giappone
44 Etf Sereni con Easytrading
45 L’Asia è più resistente
Il Trader
55 Quelle occasioni a Londra
56 Trading Focus
Supporto a quota 20.200
57 Nel Portafoglio
Realizzi di fine estate
60 Cambi & materie prime
La moneta unica tira il fiato
61 Bond Market
La Bce non convince
Nel Mattone
63 Affitti brevi
Tutto in una notte
65 Tra i fasti di Villa Celeste
68
Il business delle favelas
piccole e medie, cioè la grande maggioranza dei
nostri clienti, sono vicine allo stremo. Non c’è
molto tempo da perdere».
Il ragionamento semplice ma concreto del bravo
bancario corporate di una delle maggiori banche
Vuole dire che le banche hanno paura di uscire italiane evidenzia che
penalizzate da questi pesanti controlli e che quindi quanto Draghi ha fatto
non si vogliono spingere troppo in avanti. La sfidu- finora non ha avuto
cia insomma è in primo luogo delle banche...«La minimamente l’efficacia
sfiducia è il male da cui siamo tutti colpiti, il vero dell’azione di iniezione
cancro del sistema. Basta guardare che pur in pre- di liquidità, una vera inondazione, che ha carattesenza di un numero crescente di
rizzato la politica monetaria della
disoccupati, di minori introiti da
Federal Reserve americana. In
FTSE MIB DELLA SETTIMANA
parte della stragrande maggiooccasione dell’istituzione della catranza delle famiglie, il risparmio
tedra per lo studio degli effetti
è tornato a crescere molto. La
della politica monetaria alla
gente non si fida, ha paura, e FTSE All Share -1,09 FTSE Mid Cap -2,83 Bocconi, finanziata dalla Bce e
cerca di accrescere le proprie
intitolata al convinto europeista
MF ITALY40 Large cap
riserve.
Tommaso Padoa-Schioppa, il
+1,47 presidente Draghi spiegò che fino
-1,80 Luxottica
Se non si rompe la spirale saremo Atlantia
-6,19
Autogrill
-0,47 Mediaset
del gatto chi sa per quanti anni». Azimut
-4,51 a quel momento gli impulsi prove-2,63 Mediobanca
-0,61 nienti da Francoforte, cioè dalle
-0,76 Mediolanum
Appunto, chi sa per quanti anni... A2a
-3,78
B Pop Milano +1,10 Moncler
-2,46 scelte sue e del consiglio di ammiBasta pensare a quanti anni di Bco Popolare -7,95 Mps
-7,00
-1,52 Pirelli e C.
deflazione ha subito il Giappone. Bper
-5,16 nistrazione della Bce, non avevano
Buzzi Unicem
-6,64 Prysmian
-1,08 avuto i risultati sperati. Draghi
-2,84 Saipem
Ma lei che è allo stesso tempo in Campari
-0,32
Industrial +0,72 Snam
prima linea, cioè a contatto con le Cnh
-2,68 attribuì questo fallimento al fatto
Enel
+0,48 Stm
aziende, e in contatto con i grandi Enel G. Power -2,23 Telecom Italia +4,08 che mentre la Bce iniettava dena-0,17
-2,37 Tenaris
capi, i banchieri, che ricetta sug- Eni
+0,66 ro i governi non avevano fatto il
Exor
-0,39 Terna
-5,85 loro dovere, cioè, per usare quello
+0,76 Tod’s
gerirebbe? «Se non vogliamo pre- Ferragamo
-0,38
+3,41 Ubi Banca
cipitare sempre più in basso, una Fiat
-1,43 che è ormai uno slogan, non aveFinmeccanica -0,46 Unicredit
-2,60 vano realizzato tutte le riforme
+0,36 UnipolSai
volta conclusi gli stress test, che Generali
Gtech
+0,97 World D. Free -1,50
per le banche italiane saranno IntesaSanpaolo +0,41 Yoox
-1,16 strutturali necessarie.
positivi, occorrerà che i banchieri
Naturalmente Draghi, guardato a
tornino a fare i banchieri. Ed è
vista dai mastini tedeschi, vati del
vero che anche oggi offriamo denaro e che il cavallo rigore assoluto e delle riforme, non disse che la
non beve, ma qualcuno deve pur cominciare un quantità di denaro che aveva potuto iniettare era
nuovo ciclo. Banche e imprese devono venirsi insufficiente. In altre parole era come se nella cura
incontro: le banche offrendo denaro a tassi più di un tumore con farmaci chemioterapici il medico
bassi, decisamente più bassi di quelli attuali, e le non avesse potuto usare le dosi piene ma solo una
imprese ripartendo per un nuovo ciclo di investi- parte di esse. Il risultato in questi casi (e purtropmenti. Purtroppo non poche aziende, soprattutto po esempi come questi non mancano) è sempre
ORSI & TORI
41
Personal
68 Salute
A spasso con il dottore
69 My tech
iPhone 6, più che grande
70 Arte
Antiche silhouette da collezionare
72
Il Laboratorio
stato scontato: l’ammalato nel migliore dei casi ha
potuto sopravvivere un po’ di tempo in più ma non
certo guarire.
Ecco, il grave errore che è stato compiuto e che
continua a essere perpetrato nell’Unione europea è
quello di non voler
affrontare con la determinazione e le quantità
necessarie una efficace
cura chemioterapica.
Basti ricordare cosa è accaduto con la Grecia: il
Paese patria della civiltà e della democrazia avrebbe potuto essere salvato con il 20% dei fondi che
poi sono stati necessari, e con un 20% delle sofferenze che i cittadini hanno subito, se solo la
Germania avesse consentito un intervento tempestivo. Invece la dittatrice (in economia) Angela
Merkel si mosse solo dopo una telefonata notturna, piena di ultimatum, fattale dal presidente degli
Stati Uniti, Barack Obama.
In altre parole, è il gravissimo ritardo nell’adozione delle cure necessarie e poi l’averle erogate con il
contagocce che ha portato l’Europa e in particolare
l’Italia alla recessione e alla deflazione, che come
ha documentato l’ex governatore della Banca
d’Italia, Antonio Fazio, fa assai più morti che
l’inflazione.
In questo contesto occorre davvero che si crei,
anche se artificialmente, una nuova fiducia fra
imprese e banche. In che modo? Prima di tutto con
la decisione delle banche di ritirare dalla Bce tutto
quanto la Bce offre, che oggi non è poco nonostante
stia arrivando in ritardo. In secondo luogo, occorre
che le banche accettino per un certo periodo di
pareggiare i conti e non di voler fare utili a tutti i
costi, concedendo prestiti con un margine di guadagno fra il loro costo del denaro (praticamente a
zero per la parte proveniente dalla Bce) e stimolino
le aziende a prenderlo per fare investimenti. In
-0,84%
(continua a pagina 4)
MILANO FINANZA
4
27 Settembre 2014
Visto &
L’ULTIMA SETTIMANA
C’È L’ACCORDO: LA RUSSIA RIATTIVERÀ LE FORNITURE ALL’UCRAINA
ORSI & TORI
Mosca, ok per il gas a Kiev
segue da pagina 3
terzo luogo, appunto, che
le aziende tornino a investire, considerando che se
un’azienda non investe, prima o poi muore.
Certo, perché la fiducia reciproca torni ci vuole qualche
fatto shock. Non ripetendoci
sul taglio del debito pubblico,
che è fatto ormai condiviso
da tutti, il famigerato articolo 18 può essere uno degli
shock necessari. Servizio
pubblico, il programma de
La7, si è divertito nei giorni scorsi a mandare in
onda un’intervista di due
anni fa a Renzi, nella quale l’allora sindaco di Firenze
diceva che non aveva mai visto un imprenditore che non
assumesse perché c’era l’articolo 18. È facile fare ironia
o critica politica usando dichiarazioni di due anni fa.
Quelli di Servizio pubblico si dimenticano che due
anni fa le prospettive non
erano quelle di una profonda deflazione e non tengono
conto che oggi le responsabilità sono ben diverse, sono
quelle del capo del governo
che deve riuscire a smuovere i macigni esistenti sulla
strada della ripresa e non
può non tener conto che sono
anni che le imprese chiedono
di avere una legislazione del
lavoro omologa a quella dei
Paesi occidentali che vanno
meglio, non quella degli Stati
Uniti, dove la flessibilità del
lavoro è totale, ma almeno
quella della Germania, dove un socialista, Gerhard
Schröder, ha riformato il
diritto del lavoro dando comunque più importanza
alla qualità dell’impegno e
all’apertura verso i nuovi
occupati che non a garantire chi ha già il lavoro.
Se almeno questo shock,
anche se poi non così forte
(visto la crescente garanzia
offerta dal progetto Renzi
man mano che cresce l’anzianità), forse potrebbe
scoccare una scintilla per
ritornare a guardare con
un po’ di fiducia al futuro.
E tutti gli studi dei migliori economisti indicano che il
sentimento, l’aspetto psicologico di chi intraprende e chi
consuma pesa almeno per il
40% sull’andamento dell’economia.
Per capirlo basterebbe
osservare con quale determinazione, con quale voglia
di crescere, con quale voglia
di consumare lavorano i cinesi.
Oltre 500 aziende italiane
e un foltissimo gruppo di
giornalisti se ne sono potuti
rendere conto assistendo alla presentazione, mercoledì
24, di CCIG/Mall, la piattaforma di e-commerce BtoB
creata da Madam (sì, senza
la e) Guo Hong, chairperson
di Century International
Group. La piattaforma,
di cui Class Editori, che
edita questo giornale, e la
sua controlla CCeC (Class
China e-commerce) sono il
riferimento in Italia, è stata creata per importare in
Cina e offrire a una rete di
3 mila negozi i prodotti del
Made in Italy, un marchio
che come hanno testimoniato l’ambasciatore cinese a
Roma, Li Ruiyu, e il direttore generale nel Belpaese del
China Council for promotion international trade,
Zhang Gang, è indicazione
di creatività, qualità e garanzia assoluta. Per questo
la piattaforma, che a regime avrà un giro d’affari di
oltre 100 miliardi di dollari
di cui circa il 15% di prodotti italiani, sta accogliendo
per primi i prodotti di centinaia di aziende italiane del
food&beverage, della moda,
degli accessori, del design selezionate in Italia da CCeC.
«Forse voi non avete l’esatta percezione di che cosa è
il valore dei vostri prodotti
per noi cinesi», si è sbilanciato il direttore generale
del CCPIT. «La ricchezza
italiana di piccole e medie
aziende è straordinaria e
vostri prodotti sono straordinari. Dovete impegnarvi
di più in quello che è già il
primo mercato del mondo e
la piattaforma CCIG/Mall è
a vostra disposizione. Chi la
dura la vince, non dice così
un proverbio italiano?».
CCIG/Mall è supportata oltre che da CCPIT da alcuni
dei più grandi gruppi cinesi controllati dallo Stato: da
China Telecom, a China
Union Pay, al più influente istituto di credito cinese,
Bank of China. Infatti, oltre che a contenere Alibaba,
con un differente business
model che rifiuta le copie
dei prodotti italiani, abbondantissimi invece e vero
successo della piattaforma
di Jak Ma, CCIG/Mall è
strumentale alla crescita
dei consumi in Cina, senza
la salita dei quali lo sviluppo del pil al 7-8% all’anno
non potrà continuare, e al
riequilibrio dell’interscambio con i vari Paesi partner
della Cina. L’interscambio
con l’Italia è pari oggi a 33
miliardi, di cui ben 23 di
export. Ma quando la piattaforma sarà a regime, grazie
alla straordinaria rete di 3
milioni di negozi, le esportazioni italiane potranno salire
di 10-15 miliardi di dollari,
e finalmente con la risalita
del dollaro e dello yuan le
esportazioni saranno agevolate. Per far sì che lo siano
ancora di più ci sarà l’aiuto
di Bank of China, che grazie
alla visione del presidente,
Tian Guoli, copresidente
del Business Forum ItaliaCina inaugurato a Pechino
l’11 giugno alla presenza dei
due primi ministri, Renzi e
Li Keqiang, intende in collaborazione anche con Class
Editori sostenere le piccole e medie aziende italiane.
Vediamo se l’energia della
Cina e della principale banca cinese muoveranno anche
le banche italiane. (riproduzione riservata)
Paolo Panerai
Mentre l’Ungheria decideva di chiudere il gas a Kiev a «tempo indeterminato», Russia e Ucraina hanno raggiunto un
accordo per la ripresa delle forniture da parte di Mosca. Il
piano prevede che Gazprom, il colosso energetico russo, fornisca all’Ucraina almeno 5 miliardi di metri cubi di gas nei
prossimi sei mesi a un prezzo di 385 dollari per mille metri cubi. Ma il conto per Kiev sarà salato: l’Ucraina dovrà
infatti saldare almeno 2 miliardi di dollari di pagamenti
arretrati entro ottobre e altri 1,1 miliardi di dollari entro
la fine dell’anno. La decisione è arrivata al termine dell’incontro trilaterale tenutosi a Berlino fra il commissario Ue
all’Energia, Guenther Oettinger, il ministro dell’Energia
russo, Alexander Novak e l’omologo ucraino, Yuri Prodan.
Quest’ultimo ha lasciato aperti ancora alcuni dubbi, affermando che non c’è accordo sul prezzo delle forniture e che
permangono alcune divergenze con la Russia sul pagamento
degli arretrati. Ma «l’Ucraina è pronta a giungere un compromesso», ha aggiunto Prodan, che spera di stringere il patto
entro martedì 30. (riproduzione riservata)
Alberto Battaglia
Apple. Oltre 10
milioni di iPhone 6 venduti nel
weekend di debutto negli Usa
e in altri nove Paesi, frantumando il record precedente
dell’iPhone 5. Il colosso di Cupertino potrebbe raggiungere
gli 80 milioni di pezzi venduti entro dicembre.
Germania. L’ind i c e I f o, ch e
misura la fiducia
degli
imprenditori tedeschi, è sceso a settembre a
104,7 punti da 106,3, ai minimi dall’aprile 2013. Giù anche
l’euro, sotto quota 1,28 dollari, ai livelli più bassi dal luglio
dell’anno scorso.
Pioneer. Unicredit ha scelto
Banco Santander come socio
nell’asset management. Sarà costituita
una newco cui ciascuna banca apporterà le attività di
risparmio gestito. Nel capitale della società entreranno
anche i fondi Warburg Pincus
e General Atlantic.
Fondi. In Italia
gli asset in gestione hanno
raggiunto ad
agosto quota
1.510 miliardi di euro, grazie a
una raccolta netta che nel mese è risultata ancora una volta
positiva per 12,6 miliardi (15,2
miliardi a luglio). Da inizio anno il bilancio è quindi positivo
per 88,3 miliardi di euro.
LUNEDÌ
22
MARTEDÌ
23
MERCOLEDÌ
24
GIOVEDÌ
25
IL RATING SALE DA BB+ A BBB-, LA SOCIETÀ È INVESTMENT GRADE
S&P, Gm non è più junk
Dopo Moody’s anche Standard & Poor’s ha alzato il rating
di General Motors al livello investment grade. Standard &
Poor’s ha in particolare alzato il rating della casa automobilistica statunitense da BB+ a BBB- e rivisto l’outlook da
positivo a stabile. Con il miglioramento di S&P, General
Motors ha ora, per la prima volta negli ultimi nove anni, un
rating investment grade da parte delle due maggiori agenzie di rating al mondo. Solo Fitch non ha ancora operato in
tal senso. Standard & Poor’s ha motivato la sua decisione
con il miglioramento del profilo di rischio operativo sulla
base di un miglioramento delle prospettive di diversificazione geografica dei profitti in tutte le regioni presidiate
nei prossimi 2/3 anni.
MILANO FINANZA
27 Settembre 2014
5
Previsto
L’ULTIMA SETTIMANA
Ftse Mib +1,9%.
A Piazza Affari
bancari in recupero dal Banco
Popolare +4,2%,
Ubi Banca +4,8%, Mps +2,9%,
Bper +3,2%, Intesa Sanpaolo
+2,7%, Unicredit +2,2% e Mediobanca +1,7%. Telecom Italia
su dell’1,9% a 0,93 euro. Class
Editori che è salita del 7,4% a
0,37 euro. In Europa Londra ha
guadagnato lo 0,1%, Madrid lo
0,6% e Parigi lo 0,9%, Francoforte, invece, ha perso lo 0,2%.
Borsa di New York in rialzo
grazie ai confortanti dati macro del pomeriggio. L’indice
Dow Jones è avanzato dello
0,99%, l’S&P 500 dello 0,82% e
il Nasdaq dell’1,02%. Recupero
dei titoli Apple del 2,8% oltre
quota 100 dollari e di Alibaba
dell’1,2% a circa 90 dollari. Il
dollaro prosegue la scalata
sull’euro a 1,268.
VENERDÌ
26
Edison. Standard&Poor’s ha
alzato il merito di credito a lungo termine di Edison ad A- da
BBB+ con outlook negativo.
L’agenzia di rating ha confermato il rating A-2 al credito a breve
termine.
Generali. Il titolo entra
nella lista dei titoli assicurativi maggiormente
preferiti da Bank of
America Merrill Lynch
(BofA). Gli analisti di BofA sottolineano come la
«profonda ristrutturazione» della
compagnia assicurativa triestina
rappresenti un caso «di valutazione attraente».
Fastweb. L’operatore estenderà
la propria rete Ngn (Next Generation Network) nel 2015 e nel
NESSUNA OPPOSIZIONE EMERSA DURANTE L’UDIENZA A TORINO
LA PIATTAFORMA E-COMMERCE VERRÀ PRESENTATA NELLA CAPITALE
Seat vicina al concordato
CCIGMall a Roma il 29
Il Tribunale di Torino si è riservato di decidere in merito
all’omologazione del concordato preventivo di Seat Pagine
Gialle e Seat Pagine Gialle Italia. Lo ha comunicato la società in una nota, spiegando che nel corso dell’udienza in
camera di consiglio non è stata presentata alcuna opposizione al concordato. La strada del concordato preventivo
aveva ottenuto quest’estate il via libera dalla quasi totalità
dei creditori ammessi al voto. Ad aprile l’assemblea straordinaria di Seat aveva approvato a larga maggioranza i
provvedimenti necessari al piano di concordato preventivo
della società: un aumento di capitale riservato ai creditori
con l’emissione monstre di 6.410 miliardi di nuove azioni
(16,1 milioni quelle attuali), il raggruppamento delle azioni
(100 a 1) e l’emissione di warrant. Nella nota Seat ha precisato: «Non è stata presentata alcuna opposizione e pertanto
l’udienza si è tenuta in assenza di parti opponenti. Al termine dell’udienza il Tribunale si è riservato di emettere la
decisione che, non appena pubblicata, sarà comunicata al
mercato». (riproduzione riservata)
Maria Elena Zanini
2016 ampliando così la disponibilità dei propri servizi a banda
ultralarga. La copertura arriverà, entro il 2016, al 27% della
popolazione pari a 7,5 milioni di
famiglie e imprese in oltre 100
città.
IL ROMPISPREAD
De Magistris se la prende con
«i magistrati collusi e corrotti».
Gaber aveva capito tutto:
«Non temo Berlusconi in sé,
temo Berlusconi in me»
Reale Mutua. In progresso
del 53% l’utile netto consolidato nel primo semestre per
il gruppo di assicurazioni che
arriva a 85,1 milioni di euro, con una raccolta premi in
crescita dell’8,2% a 1.936,7
milioni.
Dopo il grande successo del vernissage milanese di mercoledì 24
settembre, CCIGMall, l’innovativa piattaforma di e-commerce B2B
cinese, verrà presentata a Roma, lunedì 29 settembre, presso la Sala
Pirelli dell’Ice Italian Trade Agency a partire dalle 9,30. CCIGMall,
sostenuta dal governo di Pechino attraverso il Ccpit e con partner
del calibro di Bank of China, China Telecom, China Merchants Bank
e China Union Pay, vuole essere un punto di incontro fra aziende
italiane e distributori e 3 milioni di dettaglianti cinesi, che finalmente potrà dare sbocco anche ai prodotti delle aziende tricolore in
un mercato in continua espansione come la Cina, senza richiedere
sforzi eccessivi in termini di investimenti e organizzazione. La piattaforma sarà operativa dal 27 ottobre: oltre a mettere in contatto
venditori e acquirenti propone un’offerta chiavi in mano per l’accesso a un sistema organizzato che garantisce la raccolta degli ordini,
l’organizzazione del trasporto e della logistica, il pagamento finale.
C’è poi una caratteristica che differenzia realmente questa piattaforma dal resto delle offerte su internet: qui l’attenzione all’originalità
dei prodotti è massima, il made in Italy deve essere tale, pensato
e fatto in Italia. Per questo l’Italia è la prima tappa di un progetto
complessivo che coinvolgerà altri sette Paesi. «Abbiamo voluto creare una piattaforma regolare, etica, trasparente» per l’e-commerce, ha
spiegato durante la
Clessidra. Chiupresentazione mide i battenti
lanese Guo Hong,
Clessidra Capichairperson di
tal Partners II, il
CenturyInternational
secondo fondo geGroup, il colosso delUn
momento
della
presentazione
milanese
di
CCIGMall
stito dai manager
le telecomunicazioni
di Clessidra che
cinesi che, attraverha lasciato inutilizzati cirso la Century Fortunet Limited, ha realizzato il progetto con un
ca 150 milioni di euro che
investimento iniziale di 1 miliardo di dollari.
non sono stati «chiamati»
Partner di CCIGMall in Italia è il gruppo Class Editori attradai sottoscrittori.
verso China Class e-Commerce (www.ccec.eu). Il suo ruolo sarà
molteplice: fornitore principale del comparto food&beverage (che
Lusso. Una cordata
si attende coprirà circa il 60% dei volumi di scambio della piatd’investitori privati guitaforma), main agent per moda, lusso e design, e ancora agente
dati dall’imprenditore
esclusivo per la produzione dei contenuti con cui far conoscere
Andrea Surliuga ha ragmarchi e prodotti e per la raccolta pubblicitaria sulla piattaforma. «Noi siamo provider esclusivi dei contenuti editoriali e della
giunto un accordo per comprare
pubblicità», ha detto Paolo Panerai, vicepresidente e ad di Class
il marchio francese Payot, speEditori, «perché spesso è l’informazione sui prodotti italiani che
cializzato nella produzione di
manca ai cinesi e questa piattaforma descrive non solo i prodotti
cosmetici di alta gamma, dalla
ma anche l’habitat delle imprese. Sulla piattaforma abbiamo già
spagnola Puig. Secondo il quoinserito molte aziende e sono convinto che se non si descrivono i
tidiano francese Le Figaro, i
prodotti, difficilmente possono essere capiti».
termini dell’intesa valorizzano
Payot 30-40 milioni di euro.
PRECISAZIONE
Con riferimento all’articolo Fortress-Prelios in pole su
Uccmb pubblicato su MF del
26 settembre, si precisa che il
mandato conferito da Intesa
Sanpaolo a Italfondiario per
la gestione degli npl è tuttora pienamente in vigore e
non è stato «perso nei mesi
scorsi», come erroneamente
scritto dall’autore dell’articolo. Inoltre Italfondiario
gestisce oggi 37 miliardi di
sofferenze, e non 26.
Italfondiario
OGGI SU MILANOFINANZA.IT
Focus su sette utility
Mini euro, effetto Draghi?
I titoli del settore utility hanno realizzato da
inizio anno una performance del 15,7%.
Ecco, secondo gli analisti di Morgan
Stanley, chi può correre ancora e chi no
«5 giorni sui mercati» con Mach, Guerrieri, Cecchi dè Rossi e Aloisio. Domenica
alle 10.25 e lunedì alle 10 su Class Cnbc
e in streaming su milanofinanza.it
www.milanofinanza.it
Sky 507
Le notizie più lette
Mib future: spunti operativi
per venerdì 26 settembre
1Ftse
Générale,
chi può salire fino al 30%
2Société
le nove società più colpite
dal sequestro di asset in Russia
3Mediobanca,