Bce, svolta Draghi: alle imprese 75 mld, per le famiglie

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Bce, svolta Draghi: alle imprese 75 mld, per le famiglie
Bce, svolta Draghi: alle imprese 75 mld, per le
famiglie nuovi mutui meno cari
Pubblicato il 6 giugno 2014 10:40 | Ultimo aggiornamento: 6 giugno 2014 11:00
ROMA - Bce, svolta Draghi: alle imprese 75 mld, alle famiglie nuovi mutui meno cari. Le mosse
della Bce, il “bazooka” di Mario Draghi (mai il denaro è costato così poco e banche “costrette” a prestar
soldi) possono far virare al bello il clima economico europeo ma, scorrendo reazioni e analisi, l’unica
certezza è che non sono, per definizione, risolutive, altri pezzi del mosaico devono andare al loro posto:
la politica monetaria della Bce, secondo un’efficace metafora, può al massimo (e davvero non è poco)
oliare gli ingranaggi della macchina, non è una bacchetta magica.
L’intenzione è quella di riavviare i flussi del credito verso le imprese: a determinate condizioni un
contributo decisivo per metter fine al “credit crunch” in Italia, con benefici potenziali enormi per le
imprese (si possono sbloccare 75 miliardi complessivi), abbastanza limitati per le famiglie (per chi stipula
un mutuo), mentre per le banche, specie quelle italiane gravate da livelli di tossicità degli asset oltre il
limite di guardia, la vera boccata di ossigeno avverrà quando la Bce acquisterà i debiti in sofferenza
(manovra possibile in futuro).
Alle imprese un flusso potenziale di 75 miliardi di credito. Si tratta della quota italiana dei 400
miliardi di euro complessivi con cui la Bce finanzierà le banche a tassi molto agevolati a patto che
concedano credito alle imprese. Si chiama Tltro laddove, rispetto ai precedenti finanziamenti, è la T di
targeted a fare la differenza: significa che senza l’obiettivo (target) di sostenere le imprese, le banche
non possono accedere al maxi-finanziamento della durata di 4 anni al tasso dello 0,25%.
Liquidità a basso costo ma vincolata: le banche possono essere messe in condizione di erogare più crediti
e a tassi minori. Va detto, però, che il vincolo è definito da una penalizzazione, che non sposta di molto il
vantaggio che le banche continueranno ad avere se decidono di investire i finanziamenti (fino al 7% del
proprio capitale) a basso costo in titoli di Stato ancora molto più remunerativi.
I prestiti dell’Eurotower costano lo 0,25%, mentre i Btp italiani o i Bonos spagnoli a dieci anni rendono il
3%. Questo margine avrà una serie di effetti a catena, poiché verrà maturato su decine di miliardi per
ogni grande istituto. (Federico Fubini, La Repubblica)
Certo, poi, affinché il meccanismo funzioni e sia remunerativo per i conti delle banche, le imprese devono
aumentare la domanda di credito. L’euro dovrebbe scendere come nelle intenzioni (anche se ieri ha avuto
un andamento a V) e darebbe una spinta alle esportazioni.
Famiglie: sui mutui, per ora effetti trascurabili. La discesa da 0,25 a 0,15% del tasso di riferimento
avrà effetti trascurabili su chi ha un mutuo variabile. Più incoraggianti sono le prospettive per chi un
mutuo si accinge a stipularlo. Le banche sono a caccia di nuovi impieghi e anche lo spread dello spread,
cioè il ricarico applicato dalle banche ai tassi di base si è ridotto al 2% (nei momenti di massima crisi era
al 4%).
Banche: i tassi negativi sui depositi servono a quelle del Nord, non a quelle italiane. Per la prima
volta la Bce ha spostato in territorio negativo i tassi dei depositi delle banche presso la Bce: cioè, a
parcheggiare il denaro la banca ci rimette. Un incentivo in più per convincerle a far credito alle imprese.
Tuttavia, segnala il Sole 24 Ore, la misura ha l’aria di un favore alle banche del Nord.
Una “tassa” che in teoria incentiva gli istituti a concedere maggior credito a famiglie e imprese, anche se
le due cose in realtà non sono incompatibili: per prestare denaro le aziende di credito possono
tranquillamente usare i fondi presso le banche centrali. Quanto all’Italia, gli effetti di questa mossa sul
nostro Paese saranno assai relativi. Sì, perché a depositare soldi presso l’Eurotower sono soprattutto le
banche francesi, tedeschi e lussemburghesi, che hanno un eccesso di liquidità. Mentre quelle del Sud
(italiane e spagnole) di liquidità hanno bisogno. Morale: quello dei tassi negativi è un “regalo” che la Bce
ha fatto soprattutto alle imprese del Nord Europa. (Enrico Marro, Il Sole 24 Ore).
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