LA PILLOLA PER NAVIGARE - Parrocchia Santa Maria della Mercede

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LA PILLOLA PER NAVIGARE - Parrocchia Santa Maria della Mercede
…
Il Telefono d’Argento – Onlus
Via Panama, 13 – 00198 ROMA
Tel. 06.8557858 – 333.1772038
e-mail: [email protected]
sito: www.telefonodargento.it
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LA PILLOLA
Settembre 2016
Qui al Telefono d’Argento siamo tutti molto felici di avere la possibilità di condividere quanto
contenuto in questo numero della Pillola, inviata gratuitamente, è il frutto e il risultato di un
lavoro fatto con amore e dedizione.
Maggiori informazioni sulle attività dell’associazione possono essere reperite alla Sede più
vicina de “Il Telefono d’Argento”:
Parrocchia S. Maria della Mercede – Via Basento, 100 – 00198 Roma
Tel. 06 88 40 353 MARTEDI e VENERDI DALLE 17 ALLE 19
E’ in preparazione
per domenica
2 ottobre
la Festa dei Nonni
segnala sul
calendario!
Apriamo la pillola con questa riflessione
Ognuno brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro e per il disgusto del presente. Ma
chi sfrutta per sé ogni ora e gestisce ogni giorno come se fosse una vita, non desidera né teme
il domani.
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La Pillola – Settembre 2016
Guardo l'intestazione dell'agenda di oggi: mi si dice che dell’anno ho già consumato 259 giorni e
che ne ho a disposizione altri 106. Da un lato, affiora la nostalgia del passato (pensiamo solo
alle vacanze recenti, a quella quiete, alle buone letture, alla serenità); d'altro lato, però, contano
gli impegni che ci attendono e l'agenda è appunto il simbolo di questa oscillazione tra passato e
futuro. La realtà che meno ci coinvolge è il presente, anche perché - come già ammoniva s.
Agostino - se appena lo consideri, già ti sfugge dalle mani.
Così l'uomo si rassegna a vivere sempre legato al «già» e al «non ancora», come suggerisce
Seneca nel testo sopra citato dal De brevitate vitae. Una parabola giudaica narra che l'angelo
Gabriele fu inviato da Dio con un tesoro da destinare all'umanità. Ma, a sorpresa, l'angelo
ritornò a Dio col dono dicendo: «Non ho trovato nessuno che mi badasse perché tutti avevano
un piede nel passato e l'altro nel futuro e non avevano il tempo di fermarsi e ascoltare quello
che dovevo loro dire e dare». Nostalgia e fretta sono due facce dello stesso modo con cui non si
vive il senso genuino dell'esistenza che è oggi, presenza, realtà quotidiana. È questo il vero
tempo che è tra le nostre mani: forse è modesto e fatto di piccole cose, eppure è proprio questo
l'orizzonte in cui si deve far frutto, impedendo alla vita di essere sospesa, bruciando e lasciando
solo fumo.
Card. Gianfranco Ravasi
"Il Mattutino" - da L'Avvenire
IN QUESTO NUMERO DELLA PILLOLA PER NAVIGARE:
1. Appuntamenti e Notizie
2. Le donne : la nostra rubrica riprenderà nel mese di ottobre
3. Giovedì al cinema!
4. Ho letto e consiglio……
5. Le nostre ricette: Tagliatelle con fagiolini e pesto
6. Raccontaci di te: Incontri
7. Curiosità – Roma leggendaria, misteriosa, insolita e fantastica
8. Buon compleanno a …
Per coloro che, non ricevono la Pillola e desiderano iscriversi, telefonare al
n. 06 88 40 353 il martedì e venerdì dalle ore 17 alle ore 19
1 – APPUNTAMENTI E NOTIZIE
Nella Sede di S. Maria della Mercede via Basento 100
Tutti i Martedì e Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00 –– Via Basento, 100: "Per stare insieme".
Gli incontri del mercoledì nell’Angolo dell’Amicizia riprenderanno in ottobre.
Contattateci per avere informazioni Tel. 06 88 40 353 il martedì e venerdì dalle 17 alle 19.
Nella sede di S. Roberto Bellarmino via Panama 13
Tutti i giorni dalle 17 alle 20.
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La Pillola – Settembre 2016
Il Mercoledì TUTTI IN TERRAZZA Ingresso da piazza Ungheria. Il pomeriggio sarà allietato dalla
degustazione di gelati e dolcetti oltre che dalla compagnia di amici . Vi aspettiamo dalle 17,30 in
poi e vi promettiamo un po’ di Ponentino.
Per informazioni chiamare lo 06 8557858
Nella sede di S. Agnese via Nomentana 349
Da martedì 13 settembre alle ore 16:00 : incontri Aperta..Mente
Tutti i martedì e giovedì dalle 17:00 alle 19:00.Info: 06 86207644.
Nella Sede di Santa Croce Via Guido Reni 2b
Lunedì 12 settembre 2016 ore 16.00: TORNEO DI BURRACO
Costo del torneo euro 15 a persona – Premi per le coppie 1e 2e e 3e classificate.
Venerdì 16 settembre 2016 ore 16.00: GRANDE TOMBOLATA Ricchi, ricchissimi premi…
Per informazioni telefonare a 333.1772038 – 06.3222976
Nella Sede dei Sacri Cuori Via Poggio Moiano,12:
Da metà settembre ricominciano tutte le attività: tutti i lunedì, martedì e giovedì dalle ore 17
alle 19.“.
Per informazioni telefonare al n. 06 86210008
Nella sede di S. Emerenziana Via Lucrino 53
Da metà settembre ricominciano tutte le attività. Info: 06 86218048.
A Via G. Frescobaldi 22
Dall‘8 settembre il giovedì mattina (ore 10,30 – 12) Cineforum.
Il giovedì mattina (ore 10 – 13) e il venerdì mattina (ore 10 – 13) sono a disposizione, per
consulenze e consultazioni gratuite, psicologo e avvocato,
Chiama il Telefono d’Argento al n. 06 8557858 o al cellulare 331 3248598.
Card Telefono d’Argento
E’ sempre in distribuzione la card che consente di ottenere sconti ed agevolazioni presso alcuni
esercenti, studi medici, sanitari, teatri, ecc. .
La card è personalizzata, quindi vi aspettiamo per offrirvela e farvi conoscere le diverse
possibilità di utilizzo.
Se avete bisogno di informazioni e delucidazioni contattateci al n. 06 88 40 353 il martedì e
venerdì dalle 17 alle 19.
2 – LE DONNE………
La rubrica riprenderà nel mese di ottobre.
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La Pillola – Settembre 2016
3 – GIOVEDI’ AL CINEMA
A Via G. Frescobaldi 22
Dall‘8 settembre giovedì mattina (ore 10,30 – 12).
Lo scopo di questi incontri non è tanto quello di andare al cinema quanto quello di creare
occasioni di incontro e scambio di idee. Giusto “per stare insieme”!
Per info telefonare a 06 8557858 o al cellulare 331 3248598.
4 – HO LETTO E CONSIGLIO
Meno dodici di Pierdante Piccioni con Pierangelo Sapegno
L’ultimo giorno di maggio del 2013, Pierdante Piccioni, primario
all’ospedale di Lodi, finisce fuori strada con la macchina. Lo
ricoverano in coma, ma quando si risveglia, poche ore dopo, il
suo ultimo ricordo è il momento in cui sta uscendo dalla scuola
dove ha appena accompagnato il figlio Tommaso, nel giorno
dell’ottavo compleanno. Precisamente il 25 ottobre 2001, dodici
anni prima della realtà che sta vivendo. A causa di una lesione
alla corteccia cerebrale, dodici anni della sua vita sono stati
inghiottiti in un buco nero, riportandolo indietro nel tempo.
All’improvviso Pierdante Piccioni è diventato un alieno, incapace
di riconoscere le sue cose, le sue abitudini, addirittura se stesso
in quel volto invecchiato che gli restituisce lo specchio e in cui a
stento ritrova la propria immagine. Attorno a lui tutto è
cambiato: i figli non sono più due bambini di otto e undici anni,
ma due maschi adulti, mentre la moglie sembra un’altra donna,
con le rughe e i capelli corti che hanno cambiato colore. In
questo viaggio incredibile fra due esistenze parallele che non
riuscirà mai a riallacciare completamente, Piccioni racconta non
solo l’angoscia di un uomo costretto a guardare la realtà con gli
occhi di un estraneo, come fosse un marziano, ma la lunga e
faticosa riconquista della propria identità, delle relazioni con i
familiari e con i colleghi, di tutto il tempo perduto che non riavrà
più indietro.
Pierdante Piccioni prima dell’incidente era direttore dell’Unità
operativa di pronto soccorso dell’ospedale di Lodi, membro del
direttivo dell’Academy of Emergency Medicine and Care,
consulente del ministero della Salute oltre che coautore di
quarantacinque lavori pubblicati su riviste scientifiche
internazionali. Attualmente è primario all’ospedale di Codogno.
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La Pillola – Settembre 2016
5- LE NOSTRE RICETTE
Tagliatelle con fagiolini e pesto
Ingredienti per 3 persone:
Per il pesto:
50 gr di pistacchi non salati
un mazzetto di basilico
2 cucchiai di lievito alimentare in scaglie (o parmigiano per
chi non ne può fare a meno)
sale q.b.
olio q.b.
Altri ingredienti:
200 gr di fagiolini bolliti
2 spicchi di aglio
alcuni fiori di zucchina
olio
sale
300 gr pasta tipo tagliatelle
Preparazione:
Come prima cosa preparate il pesto mettendo in un frullatore, o nel mortaio, i pistacchi con il basilico,
il lievito e olio sufficiente per fare un bel pesto. Mettete in una padella dell’olio dove farete imbiondire
2 spicchi di aglio, aggiungete i fagiolini già lessati, in alternativa potete lessarli assieme alla pasta, fate
insaporire e un attimo prima di spegnere aggiungete i fiori di zucchina tagliati che cuoceranno col
calore.
Lessate quindi la pasta scolatela al dente versandola in padella assieme ai fagiolini unite quindi il pesto
amalgamando bene il tutto se necessario aggiungete un goccio di acqua calda, quella della cottura
della pasta va benissimo
6 - RACCONTACI DI TE
Incontri
La mattina del mio primo giorno da pensionata sono rimasta a guardare la sveglia elettronica
che lampeggiava ed emetteva i suoi beep beep come una piccola astronave.
“Non mi servi più. Da oggi posso dormire quanto mi pare”, ho detto a voce alta. “E dopo aver
dormito tanto, che cosa potrò fare?”
Questa provocatoria domanda girava nella mia mente come una mosca fastidiosa.
Doveva essere il mio alterego, il mio subconscio. Insomma: potevo chiamarlo come volevo, ma,
alla fine, ero sempre io che dovevo accettare la nuova realtà.
Non avevo idea di cosa avrei fatto della mia esistenza da quel giorno in poi.
Non avevo legami familiari. Figlia unica, i miei genitori se ne erano andati già da un bel po’ di
anni, sapevo vagamente che da qualche parte dovevano esserci cugini di primo e secondo
grado di cui non ricordavo l’ultima volta di aver visto.
Tutta presa dalla carriera non mi ero mai sposata e non avevo avuto figli.
“Cara la mia Lisa, smetti di piangerti addosso e deciditi a reagire”, mi sono detta.“Secondo le
statistiche ti restano altri 20, forse 25 anni di vita. Vuoi trascorrerli tutti mangiandoti il fegato
per gli errori commessi?” Sono rimasta in silenzio per qualche secondo.
“Certo che no”, mi sono risposta a voce sempre più alta. “Farò tante cose: viaggi organizzati,
corsi di pittura …. Hanno inventato l’università per la terza età, giusto?”.
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Ma io ero davvero, a 60 anni, entrata nella vecchiaia?
Quel pensiero poteva farmi sprofondare nella peggiore tristezza soltanto a formularlo. Passavo
ore davanti allo specchio, rivolgendomi alla mia immagine riflessa come a un interlocutore.
Tante cose avrei potuto fare, ma, a essere sincera, in quel momento, non avevo nessuna voglia
di metterle in pratica.
Passavo le giornate vagabondando nei grandi magazzini di Roma. Provavo vestiti, profumi,
scarpe che non compravo mai.
Proprio in un reparto di abbigliamento, in circostanze piuttosto insolite, ho incontrato Elena per
la prima volta.
L’ho notata subito, sembrava un cucciolo abbandonato da un padrone senza cuore e in effetti le
cose stavano più o meno così.
Dimostrava non più di 16 anni, ma ne aveva 21. Si guardava intorno con aria spaventata, ma
questo non le aveva impedito di infilare rapidamente un maglione in una grande borsa.
Purtroppo per lei non sono stata la sola ad accorgermi di quel gesto maldestro. Un tipo grande
e grosso l’ha afferrata per un braccio bloccando la sua corsa verso l’uscita.
Non so nemmeno io perché sono intervenuta, ho agito senza pensare, senza pensare niente.
Anche perché non avrei avuto il tempo per farlo.
“Tesoro, hai trovato un maglione che ti possa andare bene?”, ho chiesto alla ragazza
sorridendole.
Ho afferrato con decisione la refurtiva e l’ho esaminata con occhio critico.
Il cerbero mi ha guardata da capo a piedi, diffidente. “Lei conosce questa ragazza?”, mi ha
domandato infine. Ci voleva altro per mettermi in difficoltà: nella mia lunga carriera avevo
affrontato tipi ben più tosti di quello. “Certo, è mia nipote” ho insistito cocciuta.
Il sorvegliante continuava a guardarmi sempre più scettico. Poi il cerbero ha preso in esame
l’aspetto di Elena. Capelli tagliati da una forbice maldestra, jeans scoloriti dall’uso e una maglia
di cotone con gli orli sfilacciati. “Questi ragazzi moderni”, ho sospirato.
Il sorvegliante non se l’è bevuta, ma, forse, ha deciso anche lui di dare a quella ragazzina
terrorizzata una possibilità di cavarsela.
In ogni caso, ci è rimasto appiccicato finché non siamo andate alla cassa e abbiamo pagato la
maglia.
“Perché lo ha fatto?” mi ha chiesto la ragazza.
“Perché lo hai fatto tu?”, a quel punto mi sentivo in dovere di farle una bella ramanzina.
“Oltretutto questo maglione è troppo grande per te, almeno di due taglie”.
“Lei non capisce” ha ripreso lei. “Deve essere grande perché tra poco io diventerò enorme ,
perché….”. Prima che finisse la frase è scoppiata a piangere. Così l’ho trascinata in un bar e l’ho
costretta a sedere con me a un tavolo e a bere un cappuccino bollente.
Con una bevanda calda e profumata sotto il naso si è calmata e mi ha raccontato tutto. Una
storia vecchia come il mondo, in realtà. Quella della ragazza ingenua e impreparata cha ha
lasciato il paesino per venire a cercare lavoro a Roma. Il solito ragazzo che le ha promesso mari
e monti e l’ha conquistata. Poi, però, quando lei, sprovveduta e fiduciosa, gli ha annunciato di
essere incinta sul serio, lui è sparito senza lasciare traccia.
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“Avevo un lavoro, ma era a tempo determinato e quel tempo è scaduto”, mi ha spiegato con
tristezza. Elena raccontava, tra un sorso di cappuccino e una lacrima, la sua triste storia.
“Non so come pagare l’affitto della stanza. Ho paura. Non so cosa devo fare, dove trovare i soldi
per mangiare”, ha detto sempre più demoralizzata.
“Non hai una famiglia, dei parenti?”, le ho chiesto io.
“Ho i genitori giù al paese, vivono di pensione ed è già tanto se alla fine del mese riescono a
mettere in tavola pane e patate”
Allora le ho fatto la fatidica domanda: “Non hai pensato che potresti rinunciare al tuo
bambino?”. Elena mi ha puntato addosso quei suoi occhi viola grandi come finestre.
“Si, per un momento ci ho pensato. Ma non posso farlo”, ha cominciato a dire. “Io la sento
dentro di me: la mia bambina è viva, mi trasmette delle emozioni, è come se mi parlasse”.
“Sono sicura che è una bambina. La chiamerò Viola”.
E, mentre Elena continuava a parlare, la mia mente si è allontanata, è volata veloce ai miei 35
anni. Avevo già un posto di grande responsabilità nell’azienda farmaceutica dove lavoravo. Per
questo il grande capo mi aveva chiesto di sostituirlo all’appuntamento con un importante
chirurgo: un bellissimo e affascinante uomo. Non ero andata a quell’incontro con intenzioni
seduttive. Mi premeva soltanto portare a buon fine l’accordo per dimostrare al grande capo
quanto ero brava e professionale. Lui, appena uscito dalla sala operatoria e incontrandomi nel
suo studio aveva allargato le braccia. “Temo che non riuscirò a trovare nemmeno dieci minuti
per parlare con lei. A meno che… le andrebbe di pranzare con me? Potremmo parlare mentre
mangiamo qualcosa, le va?
Avevo accettato. In certi ambienti è normale parlare di lavoro durante un pranzo o una cena: le
chiamano colazioni di lavoro. Solo che quella volta, dopo aver risolto in modo più che
soddisfacente un problema di lavoro, il discorso era scivolato sul personale. Era stato soltanto il
primo di una serie di incontri che ci avevano portato fatalmente l’uno nella braccia dell’altra.
Per me si trattava sicuramente di amore, per lui, anche a distanza di tanti anni, non so.
Il destino però ha stabilito che ……
Poi, ho ripreso a pensare ai giorni di solitudine che mi aspettavano e un’idea ha cominciato a
prendere forma.
“Vieni con me”, ho proposto subito a Elena. L’ho presa per un braccio e insieme siamo uscite
dal bar. “Dove stiamo andando?”, mi ha chiesto stupita.
“A casa mia”. Una casa grande e bella con mobili e quadri importanti e fredda come una
ghiacciaia.
Oggi non è più così. E’ sempre in disordine, soprattutto in cucina e in soggiorno. Ci sono le cose
della piccola Viola.
Ormai faccio la nonna a tempo pieno perché Elena, povera ragazza, lavora tutto il giorno nella
mensa della mia ex azienda. Credo proprio che sia serena, forse addirittura felice, e anche io mi
sento così.
Perché Elena e Viola sono una specie di premio di consolazione che il destino, chissà perché, ha
voluto farmi.
Lisa R.
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7 – CURIOSITA’ ……..
Roma leggendaria, misteriosa, insolita e fantastica
La leggenda di Sant’Alessio
Tra le chiese più interessanti di Roma è sicuramente Sant'Alessio sull'Aventino. La chiesa risale al IV
secolo, quando fu dedicata a San Bonifacio. Fu solo nel 977 che il titolo si estese anche a Sant'Alessio.
In poco tempo, il nome del secondo 'intestatario' divenne predominante e si estese alla via e alla piazza
di fronte. All'origine della nuova intitolazione fu il luogo dove sorgeva la chiesa: lì era la casa del santo
e, successivamente, si era costituito un cenobio di monaci provenienti da Damasco, fautori del suo
culto. Cenobio che, sorta la chiesa, si insediò nel convento annesso. La memoria di questo santo
romano è stata ufficialmente cancellata dal calendario della Chiesa, ma il ricordo delle sue vicende
terrene ne ha mantenuto vivo il culto per secoli: la storia del santo fu affrescata sui muri della basilica
di San Clemente, cantata da menestrelli, messa in versi da poeti, musicata nel 1634 da Stefano Lando
su libretto del cardinal Rospigliosi (il futuro Clemente IX).
La leggenda inizia da un mancato matrimonio: Alessio, vissuto nel V secolo, figlio del senatore
Eufemiano e della nobildonna Aglae, nel giorno delle sue nozze con una ricca ragazza romana
comprende di non essere tagliato per la vita matrimoniale. Dopo un colloquio chiarificatore con la
futura sposa, abbandona la bella casa paterna per andarsene ramingo per il mondo, vestito di un solo
saio e dedito alla penitenza. Arriva in Palestina dove vive d'elemosina. Poi, dopo molti anni, decide di
tornare a Roma. Bussa alla casa paterna, ma - emaciato com'è, con la barba lunga e coperto di stracci non viene riconosciuto. Creduto un pellegrino, gli viene offerto di alloggiare in un sottoscala del
palazzo. Là vive diciassette anni adibito ai lavori più umili, nutrendosi della carità paterna e bevendo
l'acqua di un vicino pozzo, ancora oggi in piena efficienza nel cortile della chiesa. La sua vera identità fu
svelata da una lettera al padre solo quando Alessio morì. Il papa e l'imperatore videro in lui "l'uomo di
Dio" e lo venerarono. Si racconta che le campane di Roma, senza che nessuno le toccasse, si misero a
suonare e che nel palazzo si sparsero paradisiaci effluvi. La scala, che fu il tetto del santo per lunghi
anni, è conservata in una grande teca di vetro nella chiesa. Nella tradizione romana, Alessio è il santo
deputato a fornire i numeri da giocare al lotto. Per ottenere i numeri, chi si rivolge ad Alessio deve
pregare nove giorni e vegliare sulle scale di casa, in ricordo della mortificazione scelta dal santo.
8 – BUON COMPLEANNO A ……
TANTI AUGURI!!!!!!!!!!
a Diana, Emilia, Felicita, Gaetana, Irina,
Laura, Rosalba, Silvana
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