10 Minuti—10 Mesi—10 Anni

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10 Minuti—10 Mesi—10 Anni
10 Minuti—10 Mesi—10
Anni
Casa editrice:
Sperling & Kupfer
Guida alla lettura
Autrice: Suzy Welch
Numero pagine: 246
Codice ISBN: 978-88200-4838-9 (anno 2010)
Sommario:
Ma che cos’era?
Cap 1
La mente e il
Cap 2
10 – 10 —10
Finalmente auten- Cap 3
tici
E vissero felici e Cap 4
contenti
Il lavoro nobilita Cap 5
Volere è potere
Cap 6
L’impresa di educare i figli
Cap 7
Conta su di me
Cap 8
La freccia di vischio
Cap 9
Book rating
Applicabilità
70%
Innovazione
70%
Facilità di lettura
90%
Approfondimento
dei contenuti
80%
VOTO
GLOBALE
7,5
La formula per prendere
sempre le decisioni giuste.
Ogni giorno siamo sopraffatti dagli impegni e dallo
stress della vita quotidiana, tanto che abbiamo la
sensazione di non avere
mai il tempo di capire se
quello che stiamo facendo
sia giusto o sbagliato.
prospettiva, considerandone le conseguenze nel
presente, nel breve e nel
lungo termine.
Grazie all‟utilizzo di esempi
di persone che hanno sperimentato
direttamente
questo metodo, e anche al
racconto di esperienze
personali della stessa au-
Con 10 minuti -10 mesi 10 anni, Suzy Welch esamina questi dubbi e propone un metodo semplice
e allo stesso tempo innovativo, che ha l‟intento di
aiutare le persone a prendere le decisioni giuste.
Attraverso le testimonianze riportate nel testo, si
capisce che la chiave del
successo di questo metodo è il fatto che esso renda le persone capaci di
visualizzare in modo chiaro il problema, liberandosi
di ogni elemento che impedisca di focalizzarlo e
quindi di risolverlo.
La formula del 10-10-10
da la possibilità di prendere coscienza delle proprie
decisioni e di valutarle in
PUNTI DI FORZA
Il linguaggio nel libro è
molto semplice e lineare.
Questo facilita la lettura e
la comprensione del testo.
Il testo trasmette ottimismo, grazie alla presenza
di testimonianze di persone che, utilizzando questo metodo, hanno risolto
realmente i loro problemi.
trice, si può capire come
questo metodo possa essere applicato in qualsiasi
ambito e da qualsiasi persona: dalla mamma che
ha un figlio con problemi
di droga alla donna che ha
problemi
d‟amore,
dall‟impiegato
comunale
all‟imprenditore.
PUNTI DI DEBOLEZZA
L’AUTRICE
In alcuni casi il testo si
presenta un po‟ troppo
„romanzato‟ e ciò potrebbe tediare il lettore, che
di conseguenza potrebbe
affrontare la lettura con
un po‟ di incredulità sulla
reale efficacia del metodo
presentato nel testo.
Suzy Welch è scrittrice ed
editrice di libri e articoli su
leadership, organizzazione
e gestione delle risorse
umane. Insieme al marito
Jack Welch, è coautrice
del best seller Vincere! e
della rubrica “The Welch
Way” (Buisness Week). La
Welch, inoltre, tiene una
rubrica su O, The Oprah
Magazine e il Wall Street
Journal. E‟ opinionista televisiva in programmi come Good Morning America, The View, Morning
Joe, Your World With Neil
Cavuto e Power Lunch.
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Cap 1
Ma che cos’era?
Il 10-10-10 alla luce del sole
L‟autrice spiega che il metodo 10-10-10 nasce dalla sua esigenza di avere un proprio metodo
per organizzare la vita. Il punto di partenza del metodo 10-10-10 è il porsi una domanda precisa (in base alla decisione da prendere in quel momento), senza aggiungere altri fattori che
potrebbero non far centrare l‟obiettivo. Successivamente si raccoglieranno informazioni, cosa
che avverrà cercando di rispondere in maniera sincera alle tre domande che seguono: tenendo presente il quesito a cui si deve rispondere, quali saranno le conseguenze delle decisioni
prese tra dieci minuti?
Quali invece tra dieci mesi? E tra dieci anni? A proposito del calcolo del tempo in dieci minuti,
dieci mesi e dieci anni, la Welch precisa che non bisogna considerarli in senso letterale.
I „tre 10‟ stanno ad indicare la frammentazione del tempo su cui basare le proprie decisioni.
In altre parole, il primo „10‟ del metodo 10-10-10, sta ad indicare il presente, quindi bisogna
considerare quali conseguenze le decisioni di una persona possono avere nell‟immediato (tra
qualche minuto, qualche ora, tra qualche giorno).
Il secondo „10‟ prevede di considerare le conseguenze nel vicino futuro, rappresentato da
qualche mese.
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Il terzo, infine, indica un lasso di tempo relativamente lungo, quindi da un anno in su. La terza parte del metodo 10-10-10 prevede di analizzare tutti i dati raccolti e considerarli rispetto
ai propri ideali, ossia le proprie convinzioni, i propri desideri, i propri fini, le proprie esigenze.
Il risultato di questa analisi, spiega la Welch, dovrebbe aiutare a chiedersi: „Dal momento che
conosco quali scelte ho davanti e quali conseguenze può avere ognuna di esse, quale opzione può aiutarmi a prendere in mano la mia vita?‟.
Trovata la risposta a questo quesito, secondo l‟autrice, si avrà la formula personale del 10-10
-10.
Storie di persone che hanno adottato il metodo 10-10-10
Per dimostrare che chiunque può adottare questo metodo e che può essere usato per affrontare qualsiasi tipo di problematica, l‟autrice presenta l‟esperienza di alcune persone che hanno messo in pratica il 10-10-10.
La prima storia che viene presentata è quella di Gwen, una casalinga di Chicago, madre di tre
figli. Prima di diventare madre, Gwen lavorava per una ditta farmaceutica. Era un tipo estroverso e allegro. Il suo lavoro le piaceva molto e continuò a lavorare anche dopo aver avuto i
bambini. Una sera, però, Gwen tornò a casa e il suo bambino più piccolo non la riconobbe
perché non la vedeva mai e trascorreva la maggior parte del suo tempo con la tata. Così
Gwen decise di lasciare il lavoro per un po‟ di tempo per poter stare insieme ai suoi bambini,
con l‟intento, comunque di tornare a lavorare un giorno. Purtroppo, racconta l‟autrice, il tempo passava e Gwen non aveva ripreso il suo lavoro. Questo stava spegnendo il suo carattere
a poco a poco rendendola sempre più triste perché aveva nostalgia del suo lavoro. Ad un
certo punto si domandò se avesse fatto bene a lasciare il lavoro per fare la mamma a tempo
pieno. Fu in quel momento che sua sorella le consigliò di applicare il metodo 10-10-10. Così
Gwen decise di utilizzarlo per decidere se continuare a fare la casalinga. Seguendo il
metodo10-10-10 poté valutare la sua situazione in base alle tre prospettive temporali. Se
considerava la scelta in base ai „10 minuti‟, si vedeva sommersa dai problemi casalinghi, senza alcuna prospettiva per il futuro. Basandosi sul lungo termine, vedeva i suoi figli grandi e
ormai fuori casa, e si vedeva ancora in casa senza lavoro.
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La seconda storia raccontata dalla Welch è quella di Razvan, un aspirante imprenditore rumeno.
Quella di Razvan, spiega l‟autrice, è una storia più complessa di quella di Gwen perché, in questo caso, il metodo10-10-10 ha portato conseguenze inaspettate. Razvan voleva lanciare una
nuova rete di telefonia mobile in Romania. Il problema in questa situazione era che la sua fidanzata, Mihaela, voleva per forza entrare nell‟impresa con lui. Questo rappresentava un problema
per Razvan perché Mihaela, venendo da una famiglia di comunisti, era molto dedita agli ideali e
non dava molto valore al denaro e quindi non sarebbe stata in grado di gestire le finanze
dell‟azienda. Insieme alla Welch, Razvan analizzò la situazione in base al metodo10-10-10, per
poter decidere se avrebbe dovuto concedere alla sua fidanzata di lavorare con lui. Per prima
cosa Razvan valutò la cosa in base ai „10 minuti‟ e la risposta alla sua domanda era „sì‟; in questo modo avrebbe fatto felice Mihaela e avrebbe dedicato tutte le sue energie all‟idea. Se avesse risposto di no sarebbero sorti problemi con lei e la sua famiglia. Considerando la faccenda
con effetto sui „dieci mesi‟, Razvan non vedeva la sua situazione in modo positivo, a prescindere
dalla decisione che avrebbe preso. Pensava che se avesse concesso a Mihaela di lavorare con
lui si sarebbero sicuramente lasciati. Quando valutò la situazione sul lungo termine, rifletté sul
fatto che se avesse permesso a Mihaela di entrare con lui nell‟impresa probabilmente si sarebbero sposati ma vedeva un matrimonio fatto di continue discussioni e litigi. Dopo questa analisi,
Razvan si rese conto che, a parte l‟affetto che provavano l‟uno per l‟altra, lui e Mihaela non avevano niente in comune. Fu così che Razvan capì che il problema non era se far partecipare Mihaela alla sua società o meno, ma se continuare a stare con lei o meno. Così Razvan, non senza
sofferenze, capì che non poteva più stare con Mihaela. È in questo senso che l‟autrice intende
dire che a volte il metodo10-10-10 può portare a decisioni inaspettate, che neanche si era immaginato di considerare.
Come l‟autrice sottolinea più volte, il metodo 10-10-10 può essere applicato a diversi contesti. A
sostegno della sua teoria, la Welch presenta la storia di Antoine Jefferson, un impiegato statale
di ventisette anni, che voleva cambiare il sistema del welfare degli Stati Uniti. Antoine, spiega
l‟autrice, era un ragazzo ottimista che credeva che il mondo, anche se duro, aveva ancora qualcosa di buono da offrire. Il suo lavoro consisteva nell‟accogliere e aiutare a compilare moduli gli
utenti che si recavano presso il centro assistenza per cui lavorava. Gli piaceva quel lavoro ma il
suo entusiasmo era smorzato dalla poca passione che i suoi colleghi mettevano nel loro mestiere: erano scontrosi con gli utenti e anziché confortarli, li mortificavano sempre di più. Per questo motivo, Antoine preparò un prospetto nel quale illustrava come avrebbe dovuto cambiare il
sistema dell‟ufficio assistenza secondo lui. Quando lo mostrò a sua sorella, lei gli disse che i
suoi colleghi non avrebbero accettato quel cambiamento.
Così Antoine utilizzò il metodo 10-10-10 per capire quali effetti si sarebbero verificati se avesse
presentato il suo prospetto al capufficio. Ne emerse che nei 10 minuti le reazioni dei colleghi
sarebbero state assolutamente contrarie ad esso. E anche entro i 10 mesi, i suoi colleghi sarebbero rimasti contrari all‟idea di Antoine. Ma, valutando la situazione sui dieci anni, Antoine capì
che la sua idea avrebbe sicuramente cambiato il sistema assistenziale dello Stato. A quel punto
decise di parlare con la sua direttrice e di spiegarle che i suoi colleghi erano troppo cinici e sgarbati con gli utenti e che le cose andavano cambiate. La risposta della direttrice non fu quella
che si aspettava; infatti, anziché decidere di cambiare le cose, propose ad Antoine di trasferirsi
in un altro ufficio. Lui accettò la proposta e si trovò benissimo nel nuovo ufficio. Da quel momento Antoine decise di usare il metodo 10-10-10 per ogni decisione che doveva prendere.
Come dimostrano le storie appena narrate, secondo l‟autrice ciò che fa funzionare il metodo 1010-10 è il fatto che esso faccia emergere nelle persone l’intenzione di fare qualcosa. Grazie a
questo metodo, infatti, le persone riescono a valutare la propria situazione in modo chiaro perché libera la mente dal resto, in modo tale che l‟individuo abbia veramente intenzione di cambiare le cose.
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Gwen analizzò anche la sua situazione in base ai „10 mesi‟ e pensò che in quel periodo avrebbe
visto le esibizioni di sua figlia con il flauto e le partite di hockey di suo figlio. Il quadro intermedio le rivelò che non aveva sbagliato a lasciare il lavoro e che, anche se sapeva che non sempre
sarebbe andato tutto bene, il suo lavoro di mamma non era così brutto come credeva e che non
avrebbe sbagliato a scegliere di dedicarsi completamente alla famiglia senza tornare a lavorare.
Decise, quindi, di restare una casalinga.
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Grazie a questo metodo, infatti, le persone riescono a valutare la propria situazione in modo chiaro perché libera la mente dal resto, in modo tale che l‟individuo abbia veramente
intenzione di cambiare le cose.
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Cap 2
La mente e il 10-10-10
I presupposti scientifici del metodo
Spesso, spiega l‟autrice, le persone ritengono che si possa imparare anche dalle decisioni
dettate dall‟istinto. Tuttavia, la Welch non è d‟accordo con questa affermazione. Lei sostiene, infatti, che l‟istinto sia molto utile, ma può esserlo per decisioni che devono essere prese all‟istante, dettate da un‟emergenza, e non per decisioni che avranno conseguenze sul
lungo termine. Per provare la sua teoria, la Welch presenta due personali esperienze nelle
quali si è affidata all‟istinto, ma dalle quali, afferma, non ha imparato nulla.
La prima storia riguarda un‟avventura che le è capitata all‟età di 21 anni quando era a Kansas City per un colloquio di lavoro come giornalista. Una sera, uscendo dalla sede del giornale per tornare in albergo, la Welch si accorse di essersi persa. Mentre cercava di capire
dove fosse, le si avvicinò un uomo su un‟auto e le chiese se avesse bisogno di un passaggio. L‟autrice racconta che le era sempre stato spiegato di non accettare passaggi dagli sconosciuti, ma quella sera guardò bene quell‟uomo e l‟istinto la portò a pensare che fosse una
brava persona e accettò il passaggio. L‟uomo si rivelò realmente una brava persona perché
l‟accompagnò al suo albergo senza avanzare strane pretese.
La seconda storia raccontata dall‟autrice risale a due anni dopo quella appena citata. In
quel periodo lavorava come reporter a Miami. Questa volta le si ruppe l‟auto mentre pioveva a dirotto ed era lontana da casa. Le si avvicinò un uomo su un camion, che le offrì un
passaggio. Osservandolo l‟autrice pensò che non fosse il caso di accettare il passaggio e gli
disse che stava già aspettando qualcuno che la venisse a prendere, anche se ciò non era
vero. Pochi mesi dopo quella sera, la Welch scoprì che l‟uomo sul camion era ricercato per
diversi crimini. Anche stavolta, spiega l‟autrice, l‟istinto le aveva fatto prendere la decisione
giusta. Tuttavia, lei ritiene che l‟istinto possa essere d‟aiuto solo per questo tipo di decisioni
che sono repentine e cariche di stress. Ma per le decisioni importanti, dove bisogna essere
consapevoli delle proprie capacità, l‟istinto non è sufficiente, e ci sia bisogno di riflessione.
Come spiega l‟autrice, quando si devono prendere decisioni importanti l‟istinto non basta.
Nella maggior parte dei casi, le persone si affidano ai consigli di amici o parenti nella speranza che possano aiutarle a trovare la soluzione ai loro problemi. A tal proposito, la Welch
spiega che alcuni psicologi sostengono che le persone tendono a dare più ascolto ai consigli
dati da persone che gradiscono e meno da quelle che a loro non piacciono. Grazie al metodo 10-10-10 è possibile, secondo l‟autrice riuscire a valutare bene i consigli delle altre persone e si riesce ad essere abbastanza obiettivi da accettare anche quelli provenienti da persone che non si gradiscono.
Per dimostrare la sua teoria, la Welch presenta la storia di Paula, madre di Hooper, un adolescente che non le aveva mai dato problemi ma che, da quando frequentava il secondo
anno delle scuole superiori era cambiato molto. Il primo problema sorse quando tornò a
casa con una pagella piena di gravi insufficienze. Hooper aveva interrotto anche gli allenamenti di basket ed era sempre di cattivo umore. Quando i suoi genitori gli chiesero il perché
di un tale cambiamento, il ragazzo rispose che era tutto dovuto al fatto che il suo insegnante di matematica lo detestava (e lui, di conseguenza, odiava il professore) e che se avesse
cambiato scuola sarebbe andato tutto bene. A quel punto Paula e suo marito consultarono
lo psicologo e il preside della scuola, i quali credevano che probabilmente se Hooper avesse
cambiato scuola, le cose sarebbero migliorate. Il marito di Paula, tuttavia, riteneva che ciò
sarebbe stato diseducativo perché avrebbe insegnato a suo figlio che si poteva scappare dai
problemi anziché affrontarli. Paula decise di parlare con il professore di matematica di Hooper, il quale, con tono scortese e molto cinico le disse che il ragazzo era depresso e che
aveva bisogno di un‟assistenza psichiatrica. Paula fu molto irritata e scossa da questa
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affermazione. Non credeva a quello che diceva il professore, che riteneva saccente, scontroso
e incapace di sapere di cosa avesse bisogno suo figlio. La donna decise di valutare la cosa con
il metodo 10-10-10, ponendosi la domanda se fosse giusto iscrivere Hooper in un‟altra scuola.
Sui „10 minuti‟ la risposta sembrava essere „sì‟: Hooper avrebbe sicuramente gioito nel cambiare scuola e il suo umore sarebbe cambiato. Nei „dieci mesi‟ la cosa sembrava ancora dare
ragione al ragazzo e allo psicologo. Ma le venne il dubbio che forse le cose non sarebbero andate così. A quel punto Paula decise di prendere in considerazione anche l‟opinione del professore antipatico, oltre a quella del marito e del consulente scolastico. La sua decisione fu dettata dall‟esigenza di avere più informazioni possibili per valutare bene la situazione del figlio. Ne
derivò che il professore di Hooper aveva ragione: il ragazzo soffriva di una forma di depressione che fu curata e ora è un dirigente della squadra di basket della sua scuola e studia economia.
Da questa storia, spiega l‟autrice, si può imparare che quando si deve prendere una decisione
importante, è necessario prendere in considerazione tutte le opzioni che si hanno davanti,
chiunque sia la persona da cui provengono.
Il metodo 10-10-10 aiuta ad evitare l’escalating commitment
La storia di Rachel, racconta la Welch, rappresenta un esempio di come l‟escalating commitment può cambiare la natura di una persona. Rachel è una ragazza di 36 anni che vive a Chicago. È una ragazza molto attiva, estroversa e con molto successo nel suo lavoro. Aveva una
grande capacità di capire le persone, ma un giorno conobbe Kyle, un giovane imprenditore di
origine irlandese, e le cose cambiarono. Da quando si erano conosciuti, passavano ore al telefono e sembravano essere veramente intimi, tanto che Rachel cominciò a pensare di aver trovato l‟uomo della sua vita. L‟unico problema era che la sua relazione con Kyle era solo platonica, da quando si erano conosciuti non si erano scambiati neanche un bacio. Rachel non si
spiegava il perché di tale situazione; forse Kyle era troppo preoccupato per la madre malata di
cancro da non potersi lasciare andare con lei. Per fargli capire che gli era vicina, Rachel cominciò a frequentare i famigliari di Kyle, andando anche a far visita a sua madre in ospedale.
Quando la madre di Kyle morì, Rachel incontrò un cugino di Kyle al funerale della donna, il
quale le confessò che Kyle era fidanzato da molti anni con una ragazza, anche lei di origini
irlandesi. Rachel capì che Kyle la considerava una buona compagna con la quale parlare e che
non avrebbe mai trovato il coraggio di lasciare una ragazza che aveva le sue stesse origini.
Così interruppe ogni contatto con Kyle la sera stessa del funerale. Rachel, spiega l‟autrice,
pensò che se avesse applicato il metodo 10-10-10 su questa storia avrebbe capito subito che
la relazione con Kyle non l‟avrebbe portata da nessuna parte. Analizzando la cosa in retrospettiva con il metodo 10-10-10, si rese conto che con esso avrebbe capito che il problema fondamentale con Kyle era la mancanza di comunicazione: infatti, anche se parlavano molto, Rachel
non riusciva a comunicargli i suoi dubbi, e lui era troppo preso da se stesso per capire i segnali che la ragazza gli mandava.
Cap 3
Finalmente autentici
Identificare i propri valori
Molte persone sanno bene quali sono i propri valori, ma altrettante non lo sanno. Secondo
l‟autrice, il metodo 10-10-10 può aiutare ad individuarli.
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Il metodo 10-10-10, spiega l‟autrice, aiuta le persone ad essere obiettive e ad evitare un comportamento molto diffuso: quello che viene chiamato dai cognitivisti “escalating commitment,
cioè quel meccanismo psicologico che ci spinge ad aggrapparci a certi „investimenti‟ anche
quando è evidente che non funzionano” (p. 47). Questo è il tipico comportamento che assumono le persone che si ostinano a perseguire un progetto anche se sanno che è senza speranze o che continuano ad investire in una relazione senza futuro.
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È quanto è accaduto a Jackie, la quale, dopo aver letto un tema di sua figlia Leah, si ritrovò
a dover decidere quali avrebbero dovuto essere le sue priorità: il lavoro o la famiglia. Nel
suo tema Leah aveva scritto la biografia della sua famiglia, parlando in modo entusiasta del
padre e della nonna ma nella parte dedicata a Jackie, Leah aveva solo scritto che sua madre era molto impegnata, che viaggiava molto e che organizzava feste di compleanno. Leggendo il tema della figlia, Jackie capì che non aveva alcun rapporto con lei. Così si domandò
se fosse il caso di continuare a lavorare o se avesse dovuto lasciare il lavoro per restare con
Leah. Applicò il metodo 10-10-10 per decidere cosa fare e giunse alla conclusione che i suoi
valori non sarebbero più stati i soldi e il successo sul lavoro ma la famiglia e le sue figlie.
Oggi Jackie ha ridotto le ore lavorative in modo tale da avere più tempo da trascorrere con
le sue figlie. Un altro esempio riportato dall‟autrice è quello di Melanie, la cui storia insegna
che il metodo 10-10-10 può anche aiutare le persone a capire come i propri valori possano
cambiare nel tempo. Melanie è una redattrice, figlia di musicisti classici. Anche lei suonava,
il suo strumento era il flauto. Dopo la nascita del figlio le sue esercitazioni erano diminuite
ma continuava comunque a coltivare la sua passione per la musica classica. Riuscì a trasmettere questa passione anche a suo figlio Ian che suonava il violoncello. A undici anni,
però, Ian non volle più suonare il violoncello ma la batteria. Melanie non era affatto
d‟accordo perché non amava la musica pop e per lei la classica era decisamente meglio. Le
discussioni con Ian continuarono per un anno, finché Melanie decise di utilizzare il metodo
10-10-10 per capire cosa fare. La domanda che si pose Melanie era se cominciare a considerare tra i suoi valori anche altri tipi di musica e non solo quella classica. Nei dieci minuti,
Melanie vide che decidere di considerare come un valore tutta la musica e non solo quella
classica, le avrebbe consentito di avere un rapporto migliore con il figlio perché avrebbero
condiviso una passione. Questa prospettiva le si manifestò anche per i dieci mesi e i dieci
anni. Se avesse deciso il contrario sicuramente suo figlio si sarebbe allontanato da lei e dalla musica, e Melanie non voleva che ciò accadesse. Così decise di comprare la batteria a
Ian e gli fece frequentare anche delle lezioni. Spiega l‟autrice che Melanie, oltre a cambiare
la sua visione sulla musica, imparò un altro valore: apprendere e rispettare le idee del figlio.
Secondo la Welch è possibile scoprire i propri valori rispondendo a delle domande. Quelle
che lei propone sono tre. Nella prima domanda si chiede: “Il giorno che compirai 70 anni,
che cosa potrebbe farti piangere?” Questa domanda, spiega l‟autrice, fa scoprire le aspettative delle persone, quali valori si portano dietro e cosa vorrebbero lasciare. La seconda domanda è: “Cosa vorresti che le persone dicessero di te in tua assenza?”. La Welch osserva
che le risposte a questa domanda, sono diverse: tra le persone da lei intervistate alcune
hanno risposto che avrebbero voluto che le persone dicessero che fossero brave persone,
altre invece avrebbero voluto sentirsi dire che avevano educato bene i propri figli. Ma la
risposta che la colpì di più fu quella di Morgan, un‟ex showgirl di Las Vegas, che rispose che
non le interessava affatto cosa la gente pensasse di lei. All‟età di 22 anni, Morgan aveva
sposato a Las Vegas un uomo trent‟anni più grande di lei, dal quale ebbe una figlia e divorziò poco tempo dopo. Dopo la separazione Morgan si trasferì a New York, poi a Parigi e
Praga, cambiando spesso lavoro. Oggi cerca di costruirsi una carriera come sceneggiatrice a
Los Angeles. La caratteristica di questa donna, osserva l‟autrice è il fatto di essere intrepida
e che abbia voglia di reinventarsi senza paura dell‟opinione della gente che la circonda o
delle conseguenze delle sue azioni.
La terza domanda proposta dalla Welch è la seguente: “Cosa amate dello stile di vita dei
vostri genitori e cosa invece non sopportate?”.
L‟esempio presentato dall‟autrice riguardo a questa domanda è quello di Paula, la madre di
Hooper di cui si è parlato precedentemente. La risposta di Paula a questa domanda fu che
dei suoi genitori non amava il silenzio che regnava nella loro casa. Quello che apprezzava,
invece, era il modo in cui la madre cucinava. Secondo Paula, cucinando sua madre dimostrava tutto l‟amore per la sua famiglia. Grazie alle sue risposte, spiega la Welch, Paula ha
potuto comprendere quali sarebbero stati i suoi valori: avere una casa in cui ci fossero dialogo e amore.
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Cap 4
E vissero felici e contenti
Il 10-10-10 e il codice dell’amore
Secondo l‟autrice, il 10-10-10 può aiutare le persone a risolvere anche i problemi d‟amore. A
sostegno della sua tesi, la Welch presenta alcune storie che possono spiegare in che modo
questo metodo può essere d‟aiuto nella relazione tra due persone. Il 10-10-10 può risolvere i
problemi di una coppia, può salvare un matrimonio in crisi e può solidificarlo. In un rapporto è
importante, secondo la Welch, che i partner abbiano gli stessi valori e che ognuno rispetti gli
interessi dell‟altro.
La prima storia è quella di Ajitha, un‟ex compagna di college dell‟autrice. Sin dai tempi
dell‟università, Ajitha era stata una ragazza mondana e anche dopo il matrimonio continuava
ad andare praticamente tutti i giorni alle feste organizzate dai suoi amici. Suo marito Rohan
non aveva alcun problema con questa passione di Ajitha, ma da quando ebbero una bambina
avrebbe voluto che sua moglie restasse di più in casa. Lei però non voleva rinunciare a divertirsi e poi, pensava, la bambina stava benissimo con la nonna, alla quale la lasciava ogni volta
che usciva. Piano piano questo problema con Rohan diventava sempre più grande, tanto che il
loro rapporto era arrivato ad un punto che restavano insieme solo per la bambina. Il momento
culminante della crisi tra Ajitha e suo marito arrivò un giorno in cui lei volle partire per una
gita di tre giorni in montagna con gli amici. Rohan non voleva e le disse che se lei fosse partita avrebbe voluto dire che per lei era più importante la vacanza che la sua famiglia. A quel
punto Ajitha cominciò a riflettere su quello che aveva detto suo marito e, preso in mano il metodo 10-10-10 si domandò se partire per la montagna o meno. Su un foglio annotò le tre fasi
del metodo e nei „dieci minuti‟ scrisse le due opzioni: se fosse partita, Rohan ne sarebbe rimasto deluso e si sarebbe convinto che a lei non interessava salvare il matrimonio. Se, invece,
Ajitha non fosse partita e fosse rimasta, il marito ne sarebbe stato contento e ci sarebbe stato
lo spunto per ricostruire il loro rapporto.
Nei „dieci mesi‟ si vedeva un po‟ titubante perché non sapeva se il fatto di decidere di rinunciare alla gita in montagna significasse sacrificare la propria personalità. In questo caso lasciò dei
punti di sospensione. Passando ai „dieci anni‟, come conseguenza della sua decisione di rimanere a casa, vedeva suo marito felice, ma soprattutto vedeva se stessa felice. Quindi decise di
non partire e di provare a ricostruire il suo rapporto con Rohan. La decisione che prese Ajitha,
racconta l‟autrice, fu per lei la migliore che potesse prendere perché riuscì a salvare il suo matrimonio.
Nancy e il 10-10-10
Anche nella storia che segue il metodo 10-10-10 è stato utile alla protagonista per salvare il
rapporto con il suo partner.
Questa storia riguarda Nancy, la quale dopo un divorzio incontrò Carl, divorziato anche lui.
Poco tempo dopo essersi conosciuti si sposarono. Il loro era un matrimonio felice, vivevano in
una villa bifamiliare e la madre di Nancy, Virginia, viveva al primo piano. Andava tutto bene
finché Virginia si ammalò perdendo progressivamente le capacità motorie e intellettive. Questo gravò sulla coppia perché Nancy si occupava della madre per tutto il tempo che aveva a
disposizione trascurando il suo rapporto con Carl. Anche quando mandò sua madre in una
casa di riposo, le cose non migliorarono perché Nancy andava da lei tutti i giorni perché si
sentiva in colpa. Carl cominciava a risentirne e chiese a Nancy di non andare così spesso a
trovare sua madre e di dedicare più tempo alla famiglia. Nancy però aveva paura che la madre avrebbe sofferto della sua mancanza e il suo senso di colpa l‟avrebbe fatta soffrire.
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Quelli che seguono, sono alcuni esempi di come il metodo 10-10-10 funzioni nei rapporti di
coppia.
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Carl le fece osservare che sua madre non era più cosciente come una volta e che sicuramente se lei fosse andata meno spesso a trovarla avrebbe dato più possibilità agli altri parenti di andare da lei. Così Nancy decise di affidarsi al metodo 10-10-10 per decidere se
ridurre o no le visite a sua madre.
Nei „dieci minuti‟ Nancy pensò che sua madre si sarebbe offesa con lei se non fosse andata
più da lei così spesso, ma nei „dieci mesi‟, la cosa si prospettava diversamente: diminuendo
le sue visite avrebbe dato spazio agli altri parenti che sarebbero stati contenti di stare con
la madre di Nancy. Riflettendo sulle conseguenze sui „dieci anni‟, Nancy realizzò che sarebbe stato importante aver fatto non solo qualcosa per la madre ma anche per suo marito. In
quel momento Carl le fu di conforto perché le disse che lei si era comportata molto bene
con sua madre e che lui l‟avrebbe aiutata a mantenere vivo il loro rapporto. Dopo quella
riflessione, Nancy decise di ridurre le visite a sua madre e poté constatare che anche nel
brevissimo tempo le conseguenze erano positive. Infatti, sua madre non era affatto arrabbiata con lei, anzi ogni volta che la vedeva era sempre più felice di stare con Virginia. Anche il suo rapporto con Carl era migliorato sin da subito.
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Il 10-10-10 per chiudere un matrimonio già finito
Per chiudere il capitolo, l‟autrice presenta la sua esperienza personale, raccontando di come
ha preso la decisione di divorziare dal suo primo marito. Racconta la Welch che, dopo qualche anno di matrimonio, lei e suo marito si erano resi conto che il loro rapporto era finito.
Pensò che il divorzio fosse l‟unica soluzione, ma c‟era qualcosa che la tratteneva dal farlo:
la delusione di sua madre e soprattutto la reazione dei figli. Decise di provare a capire cosa
fare usando il 10-10-10. Sui „dieci minuti‟ la separazione dal marito avrebbe fatto soffrire
tutti, soprattutto i figli, perché sarebbero stati turbati dal distacco dal padre. Nei „dieci
mesi‟, le cose probabilmente sarebbero peggiorate perché anche le procedure di separazione avrebbero creato stress e conflitti. Ma nei „dieci anni‟ l‟autrice vedeva la sua vita molto
serena perché non avrebbe vissuto una vita che lei riteneva infelice. Valutando la cosa in
questa prospettiva si rese conto che in fondo anche suo marito aveva le sue stesse sensazioni. Così ne parlarono e giunsero alla conclusione di divorziare. Come aveva pensato, sua
madre non fu molto felice della separazione, ma la Welch rimase sorpresa nel vedere che i
suoi figli reagirono meglio di quanto credesse perché capirono che se i loro genitori fossero
rimasti insieme, avrebbero vissuto tutti nella finzione.
Cap 5
Il lavoro nobilita
Il lavoro e il 10-10-10
Il metodo 10-10-10, spiega l‟autrice, può essere utile anche per decisioni che riguardano il
proprio lavoro e anche in questo caso uno degli esempi che l‟autrice presenta, riguardo la
sua esperienza personale. L‟episodio che viene raccontato risale al periodo in cui l‟autrice
lavorava per la Harvard Business Review.
La Welch si occupava della pubblicazione di articoli che avevano come argomento tecniche
manageriali. Un giorno si trovò a dover decidere se pubblicare o no un articolo di un professore di Harvard che la Welch e i suoi collaboratori ritenevano fosse un miscuglio di vecchi
argomenti messi insieme e che quindi non avesse niente di innovativo. Decisero di applicare
il metodo 10-10-10 per capire se pubblicare l‟articolo.
Nei „dieci minuti‟ pubblicare l‟articolo avrebbe significato che lo sforzo di proporre la Harvard Business Review come una rivista „fresca‟ e innovativa, sarebbe risultato vano. Nel
medio termine ciò avrebbe significato quasi la stessa cosa perché se avessero concesso al
professore di pubblicare il suo articolo, anche altri professori avrebbero voluto pubblicare
articoli dello stesso genere. Nel lungo periodo, tuttavia, la cosa si prospettava in un altro
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La Welch e i suoi colleghi si resero conto che pubblicare l‟articolo non avrebbe creato enormi
problemi perché non era l‟unico articolo che avrebbero inserito nella rivista e l‟immagine della
Harvard Business Review non sarebbe stata compromessa. Uno dei motivi per cui decisero di
pubblicare l‟articolo era il fatto che in questo modo avrebbero mantenuto dei buoni rapporti
con l‟università di Harvard, che in quel periodo era uno degli enti che finanziavano la rivista e
dal quale proveniva la maggior parte degli articoli che pubblicavano.
Per dimostrare che il metodo 10-10-10 può aiutare nel lavoro come in ogni ambito della vita di
una persona, l‟autrice presenta un altro episodio della sua vita, che risale a quando lavorava
per l‟Associated Press di Boston nel 1985. In quel periodo era responsabile del turno di notte e
doveva controllare dodici uomini i quali, però, non accettavano di buon grado di essere comandati da una donna. Questi dipendenti le dimostravano in ogni momento quello che pensavano: la soprannominavano „Miss Harvad‟ e le facevano scherzi di ogni tipo, tra cui quello di
staccare la corrente lasciandola sola al buio nel suo ufficio. Erano, racconta l‟autrice, giorni
terribili: ogni giorno era sempre peggio ma non ne parlò mai con il suo capo.
Usando il 10-10-10, la Welch spiega che ha potuto capire che la decisione di tacere è stata
l‟unica cosa da fare per lei perché le ha insegnato come gestire le situazioni difficili, affrontandole e non scappando da esse.
Cap 6
Volere è potere
Programmare la carriera con il 10-10-10
Spesso, spiega l‟autrice, le persone hanno difficoltà nel prendere decisioni riguardo al proprio
lavoro soprattutto quando queste decisioni hanno effetti sulla propria carriera. Anche in questo caso è possibile usare il metodo 10-10-10. A tal proposito la Welch presenta tre delle maggiori problematiche che spesso ci si trova ad affrontare: ci si domanda se si è scelto il lavoro
giusto, o se la propria carriera sia „immobile‟, oppure ancora come trovare un equilibrio tra
lavoro e vita privata. Quando ci si trova a dover scegliere un lavoro ci si chiede se sia il lavoro
giusto, se sia cioè il lavoro adatto alla propria personalità. Questa perplessità, spiega l‟autrice,
è comune a molte persone e il metodo 10-10-10 può rivelarsi un valido strumento per rispondere a questo quesito.
Per spiegare come il 10-10-10 può aiutare le persone in questo senso, l‟autrice presenta alcuni
esempi, tra i quali quello di Kristin, una studentessa del Babson College. Kristin aveva davanti
a sé due proposte di lavoro e non sapeva quale scegliere. La prima proposta era un impiego
in una piccola azienda, ma molto interessante perché Kristin sapeva che si sarebbe trovata
bene con i colleghi e pensava che il lavoro sarebbe stato perfetto per lei.
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La motivazione di quella decisone di non raccontare niente viene spiegata dall‟autrice usando
il metodo 10-10-10 in retrospettiva. La prima cosa da tenere presente era, spiega la Welch,
che nel 1985 le condizioni lavorative per una donna erano molto diverse rispetto ad oggi.
Quindi, dire al proprio capo come veniva trattata dai dipendenti avrebbe significato sul breve
termine, la rimozione dall‟incarico. Nei „dieci mesi‟, se non avesse detto niente la situazione
sarebbe sicuramente migliorata perché quell‟esperienza le avrebbe formato il carattere e le
sarebbe servita per crescere dal punto di vista lavorativo. Nei „dieci anni‟ raccontare tutto avrebbe significato essere vista come una persona che non sapeva rapportarsi con gli altri.
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Il lato negativo di questo lavoro era il fatto che l‟impresa era piccola e probabilmente non le
avrebbe consentito di fare carriera.
La seconda proposta riguardava un impiego in una grande azienda, che offriva corsi di formazione e possibilità di carriera. Analizzando la situazione sui „dieci anni‟, la seconda proposta sembrava la migliore per Kristin. Ma per valutare una situazione con il 10-10-10, rammenta l‟autrice, bisogna prima stabilire quali sono i valori in base ai quali si vuole fare questa analisi. È con questa prospettiva che la Welch invitò Kristin a valutare le due proposte e,
dopo un‟attenta riflessione, la ragazza capì che lei preferiva un lavoro dove avrebbe avuto
delle responsabilità e non dove avrebbe comandato sugli altri. E il lavoro nella piccola impresa sembrava proprio darle quella possibilità.
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Quando la carriera è a un punto fermo
Può capitare che a un certo punto della propria carriera ci si ritrovi in una situazione di stallo e non si riesca a progredire dal punto di vista lavorativo. In una situazione come questa,
spiega l‟autrice, ci si domanda se sia il caso di continuare o di lasciare il lavoro. Quello che
bisognerebbe fare, invece, è provare a capire se si è fatto qualcosa di sbagliato e se si sta
lavorando realmente con impegno. Spiega la Welch, che anche in questo caso è importante
fare un esame di questo tipo prima di applicare il 10-10-10. Le ragioni per cui ci si può trovare a un punto fermo nella propria carriera possono essere diverse: una di queste è che
spesso si ha una determinata reputazione e questa impedisce ad una persona di avanzare
nella carriera. È quanto è accaduto a Jody, la quale, dopo essersi laureata in economia, ha
una determinata reputazione e questa impedisce ad una persona di avanzare nella carriera.
È quanto è accaduto a Jody, la quale, dopo essersi laureata in economia, ha trovato un lavoro come contabile presso un‟impresa di Boston. Dopo cinque anni di lavoro svolto in modo impeccabile, Jody si chiedeva come mai la sua carriera non avesse fatto passi avanti.
Chiese una promozione, ma il suo capo le disse che anche se sapeva che lei sarebbe stata
in grado di svolgere un lavoro di livello maggiore, non poteva darglielo perché per ricoprire
quel tipo di incarico serviva un master in Business Administration. Jody decise di prendere
quel master e, una volta ottenuto il diploma, tornò dal suo capo per chiedergli la promozione. Anche stavolta, però, Jody non la ottenne. Comprese che il problema non era il titolo di
studio, ma il fatto che in quell‟azienda era considerata un‟ottima contabile e difficilmente
l‟avrebbero rimossa da quel tipo di incarico. La sua reputazione le impediva di fare carriera.
Qualche tempo dopo Jody venne assunta da un‟altra azienda dove poté mettere a frutto
tutte le sue potenzialità.
Tra lavoro e vita privata
Il problema che si pone la maggior parte delle persone che lavorano, è quello di conciliare
vita privata e professionale. È un problema molto complesso e, spiega l‟autrice, il 10-10-10
può essere utile a chiarire la situazione.
Riguardo a ciò, l‟autrice presenta l‟esempio di Barbara, responsabile delle vendite presso
l‟azienda per cui lavorava. Dopo diversi anni di matrimonio, Barbara e suo marito John,
neurochirurgo, si resero conto che nella loro vita mancava qualcosa: un figlio. Provarono ad
averne ma i tentativi furono vani, così decisero di adottare una bambina. A questo proposito l‟autrice racconta un episodio che mise Barbara di fronte ad una scelta. Quando le bambine compirono cinque anni, Barbara e John decisero di andare a fare una vacanza a Disneyland. Barbara chiese una settimana di ferie con sei mesi di anticipo, in modo da poter fare
tutto nel modo giusto.
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Una settimana prima della partenza, però, il suo capo le disse che non le avrebbe concesso le
ferie perché in quei giorni il loro Presidente avrebbe fatto una visita alla loro sede. A quel punto Barbara si trovò in difficoltà perché non sapeva cosa fare, se partire o restare. Analizzò la
situazione con il 10-10-10. Nei „dieci minuti‟ se non fosse partita, avrebbe perso l‟occasione di
stare con le sue figlie, le quali sarebbero rimaste deluse da lei. D‟altro canto, se fosse partita il
suo capo non l‟avrebbe accettato di buon grado. Nei „dieci mesi‟ la situazione si prospettava
migliore: se fosse partita sicuramente le bambine avrebbero avuto una bella esperienza e anche il suo capo l‟avrebbe perdonata. Nei „dieci anni‟ Barbara vedeva le sue figlie grandi, con le
quali, grazie al fatto di aver mantenuto la promessa di andare in vacanza, avrebbe avuto una
bel rapporto; tutto questo, secondo Barbara valeva molto di più del successo sul lavoro. Alla
fine prese la decisione di partire per Disneyland e quando tornò dalla vacanza, il suo capo le
disse che la visita del Presidente era andata bene e che doveva contattarlo per decidere con
lui alcune strategie aziendali.
Cap 7
L’impresa di educare i figli
Il 10-10-10 al fianco dei genitori
A questo proposito, l‟autrice racconta un episodio della sua vita nel quale dovette prendere
una decisione importante per il futuro rapporto con suo figlio Roscoe. Un giorno il capo della
Welch le chiese di presenziare ad una convention della società. Era una bella opportunità per
lei ma il periodo in cui avrebbe avuto luogo la convention sarebbe coinciso con l‟esame per
ottenere la cintura nera di karate di suo figlio Roscoe. La Welch si domandò cosa fare: andare
alla convention o assistere alla prova di Roscoe? Per prendere questa decisione si affidò al 1010-10. Nei ‘dieci minuti’ se fosse andata alla convention, ciò avrebbe significato un passo avanti per la sua carriera ma avrebbe deluso Roscoe e lei non avrebbe mai superato il suo senso di colpa per non aver mantenuto una promessa. Anche nei dieci mesi le cose erano simili.
Roscoe sarebbe stato ancora deluso e non avrebbe più creduto alle sue promesse. Nel lungo
termine, l‟autrice immaginò che anche se non fosse andata alla convention, la sua carriera
sarebbe avanzata lo stesso e il rapporto con suo figlio si sarebbe salvato perché, andando al
suo saggio, lui avrebbe saputo che avrebbe potuto sempre contare su sua madre. Così decise
di non andare alla convention per essere presente a una giornata molto importante per Roscoe. Quello appena raccontato, spiega la Welch, è un problema che si può risolvere facilmente e rientra nella „normale amministrazione‟ nel rapporto genitori-figli. Ma, secondo lei, il 1010-10 può essere utile per risolvere anche problemi più seri che mettono in grande difficoltà i
genitori.
Uno degli esempi citati dalla Welch è quello di Rick. Rick è un padre single che ha avuto dei
problemi con la figlia adolescente Tina. Un giorno Rick ricevette una telefonata dalla madre di
una compagna di scuola di Tina, la quale gli riferì che la ragazza insultava sua figlia scrivendo
messaggi offensivi su un social network. Rick rimase scosso da quella situazione perché si rese conto di non conoscere la figlia che riteneva fino a quel momento una brava persona.
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Il metodo 10-10-10, spiega la Welch, può essere un valido strumento anche per educare i
propri figli. I modi in cui esso può aiutare i genitori sono diversi: ad esempio può aiutare le
mamme a sconfiggere il senso di colpa che le assale quando credono che lavorando stanno
trascurando i propri figli.
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Per capire quali strategie applicare per evitare che sua figlia peggiorasse, ricorse al 10-1010. Attraverso il suo ragionamento, però, si rese conto che prima di intraprendere qualsiasi
decisione, Rick avrebbe dovuto tenere conto dell‟opinione di sua figlia. Insieme, infatti, decisero che Tina sarebbe andata dallo psicologo per capire che cosa le avesse scatenato tanta aggressività.
Una mamma davvero in difficoltà
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Riguardo alle difficoltà di educare i figli, l‟autrice presenta il caso di Ana, una donna che ha
avuto problemi seri con suo figlio. Il suo primogenito Bobby aveva problemi di droga e andava e veniva da casa ogni volta che voleva. Questa situazione si ripercosse su tutta la famiglia: Kara, la secondogenita ebbe problemi a scuola e Brian, il più piccolo, passava tutto il
suo tempo a giocare con i videogames. Anche suo marito Gary non sopportava più quella
situazione perché pensava che Bobby stesse rovinando la propria vita e quella del resto
della famiglia. Arrivò anche a dire ad Ana che se avesse permesso a Bobby di rientrare in
casa, lui se ne sarebbe andato. Ana a quel punto si trovò a dover prendere una decisione.
Nel mezzo della sua riflessione si rese conto che in tutta quella confusione tra Bobby e suo
marito aveva trascurato per molto tempo gli altri due figli, Kara e Brian.
Usò il 10-10-10 per capire se far rientrare Bobby in casa e quale effetto avrebbe avuto su
Kara e Brian. Nei „dieci minuti‟ vide che far rientrare Bobby avrebbe causato
l‟allontanamento di Gary e ciò avrebbe fatto soffrire Kara e Brian ancora di più di quanto
soffrissero in quel momento. Nei „dieci mesi‟ se non avesse più accettato Bobby in casa,
Gary sarebbe rimasto ed insieme avrebbero recuperato il rapporto con Kara e Brian. Valutando la cosa nel lungo termine Ana vedeva la situazione molto triste: era certa che Bobby
non sarebbe mai cambiato se gli avesse concesso di tornare a casa ogni volta che voleva.
Si rese quindi conto che avrebbe aiutato Bobby solo se non gli avesse più permesso di tornare a casa. Alla fine Ana decise di ascoltare suo marito e di provare insieme a ricostruire
un ambiente sereno almeno per gli altri due figli.
Cap 8
Conta su di me
Ritrovare un’amicizia con il 10-10-10
Come si è visto, il metodo 10-10-10 può essere utilizzato in qualsiasi ambito e, secondo
l‟autrice può aiutare le persone anche a salvare un rapporto di amicizia.
In questo capitolo l‟autrice presenta alcuni esempi di come questo strumento abbia risolto i
problemi tra due amici. Ma presenta anche un esempio di come il 10-10-10 può aiutare una
persona a riconoscere un‟amicizia ingombrante e che non ha più ragione di esistere.
Un’amicizia oltre le distanze
Il primo esempio presentato dalla Welch è quello di Jeremy e Lucille, due colleghi che lavoravano presso un‟agenzia immobiliare di Las Vegas. I due erano molto amici: condividevano
le stesse opinioni politiche e trascorrevano molto tempo insieme. Anche quando Jeremy si
fidanzò, la loro amicizia rimase intatta. Lucille adorava il suo amico, ma nonostante ciò, volle lasciare Las Vegas, una città che non amava molto. Così si trasferì a Hartford e una volta
lì interruppe ogni contatto con Jeremy perché temeva che se avesse continuato ad avere
rapporti con lui, avrebbe sentito la sua mancanza e non sarebbe riuscita a rifarsi una vita a
Hartford.
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Durante la vigilia di Natale, però, Lucille si ritrovò a pensare a Jeremy e cominciò a riflettere
se avesse potuto far conciliare la sua nuova vita con la loro amicizia. Provò a prendere una
decisione usando il 10-10-10. Nei „dieci minuti‟ Lucille pensò che se avesse chiamato Jeremy
la cosa sarebbe stata imbarazzante e forse lui non avrebbe neanche voluto ascoltarla. Nel medio termine vedeva la sua vita lavorativa più stabile permettendole di avere tempo anche per
Jeremy. Nei „dieci anni‟, Lucille si rese conto che, dando molta importanza all‟amicizia, sapeva
che non avrebbe potuto fare a meno di un amico fondamentale come Jeremy. Così decise di
chiamarlo e, al contrario di quanto credesse, lui ne fu molto felice e i due recuperarono il loro
rapporto di amicizia.
Quando non c’è più niente da salvare
È quanto è accaduto ad Angela e Rebecca. Le due erano amiche sin dai tempi del liceo e stavano sempre insieme: erano solo loro due, lasciando il resto del mondo all‟esterno. Tra le cose
che le accomunavano c‟era il fatto che entrambe fossero obese. Spiega la Welch, che alcuni
studi dimostrato che gli amici che hanno problemi di sovrappeso tendono a “identificarsi l‟uno
nell‟altro, rafforzando le rispettive immagini e finendo, sostanzialmente, per impedirsi a vicenda di cercare di liberarsi dell‟obesità” (p. 201). Angela e Rebecca avevano proprio questo tipo
di amicizia. Frequentarono lo stesso college e, dopo la laurea, trovarono lavori vicini. Quando
Angela compì 25 anni, suo padre si ammalò e lei dovette aiutare sua madre ad accudirlo. Si
rese conto, però, che con il suo peso non poteva aiutare suo padre; perciò decise di dimagrire
e chiese a Rebecca di farlo insieme a lei. All‟inizio Rebecca accettò ma non sembrava così convinta, tanto che non fece alcun progresso. A causa di questi cambiamenti, la loro amicizia stava progressivamente affievolendosi. Angela era molto soddisfatta dei cambiamenti della sua
vita: aveva un lavoro che le piaceva ed era dimagrita molto. Quando era insieme a Rebecca,
però, doveva frenare i suoi entusiasmi perché lei non ne sembrava affatto felice, anzi arrivò
addirittura ad essere insofferente. Angela si accorse che Rebecca non tollerava la sua nuova
vitalità e sentiva che la sua amica la frenava, così arrivò al punto di domandarsi se fosse il
caso di continuare un‟amicizia che ormai sembrava essere agli sgoccioli. Per rispondere a questo quesito applicò il 10-10-10 e, nei „dieci minuti‟, sapeva che chiudere con Rebecca l‟avrebbe
fatta soffrire molto perché la loro amicizia era stata molto importante per lei. Anche nel medio
termine la situazione si prospettava triste. Angela temeva che non sarebbe riuscita a rifarsi
altri amici. Ma nei „dieci anni‟ la prospettiva era molto diversa: la sua nuova vita l‟avrebbe resa
più sicura di se stessa e certamente sarebbe riuscita a farsi degli altri amici. Purtroppo in questo quadro Rebecca non vi rientrava. Sentiva che ormai avevano valori diversi e non avevano
più nulla in comune. Angela provò comunque a fare un ultimo tentativo, chiedendo a Rebecca
di fare uno sforzo per salvare la loro amicizia, provando ad andare incontro al nuovo stile di
vita della sua amica, ma Rebecca non aveva alcuna intenzione di cambiare le sue abitudini e il
suo rifiuto fu piuttosto brusco. A quel punto Angela si rese conto che la loro amicizia era veramente finita.
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A volte, spiega l‟autrice, ci sono amicizie che arrivano a un punto morto e non c‟è altra soluzione che mettervi fine.
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Cap 10
La freccia di vischio
Riflessioni sul 10-10-10 e il cerchio
della vita
In questo capitolo l‟autrice affronta due temi importanti nella vita di una persona: la nascita di un figlio e la morte di una persona cara. Quando arriva un bambino, la vita di due
persone cambia notevolmente e, afferma l‟autrice, il 10-10-10 può essere molto utile per
affrontare questi cambiamenti.
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Uno degli esempi presentati dalla Welch è quello di Bethany e suo marito Juan. Bethany
aveva sempre desiderato avere un figlio e, quando rimase incinta, programmò ogni dettaglio, persino il parto che desiderava avvenisse in casa. I suoi programmi, però, saltarono
perché le si ruppero le acque due settimane prima del previsto e fu costretta a fare un
cesareo. Le settimane successive al parto furono un incubo perché il bambino non dormiva mai la notte. Un giorno, stremata dallo stress, Bethany chiamò Juan e gli chiese di tornare a casa prima per badare al bambino e consentirle di riposare un po‟. Juan le rispose
con un‟altra domanda, chiedendole a sua volta se l‟avrebbe accompagnato al matrimonio
di sua cugina previsto per il week end. Bethany andò su tutte le furie perché pensò che
Juan fosse un egoista superficiale, che con tutti i problemi che avevano, lui stesse pensando al matrimonio di sua cugina, mentre lei aveva dato per scontato che lui non sarebbe andato. Nel pomeriggio sua madre le fece visita e Bethany le parlò della discussione
con Juan.
Sua madre le consigliò di considerare la situazione in base al 10-10-10 e di chiedersi se
Juan dovesse andare al matrimonio.
Nei „dieci minuti‟ pensò che non sarebbe riuscita a badare al bambino da sola e, anche se
la madre si offrì di aiutarla, Bethany si rifiutò. A quel punto sua madre le propose di pensare alla cosa nei „dieci mesi‟ e Bethany si rese conto che infondo Juan le era sempre stato accanto e, se non fosse andato al matrimonio, lui sarebbe stato adirato con lei dal momento che da quando era nato il bambino aveva rinunciato a tutto ciò che gli piaceva per
aiutare sua moglie. Se fosse andato al matrimonio, invece, avrebbe avuto un po‟ di svago
e sarebbe tornato con più energie per aiutarla. Valutando la situazione nel lungo termine,
Bethany si rese conto che col passare del tempo il problema che stavano affrontando sarebbe stato dimenticato e che forse stava facendo tanto rumore per nulla. Dopo quella
riflessione con sua madre, Bethany chiamò Juan e, dopo avergli chiesto scusa, gli propose
di andare tutti e tre al matrimonio così avrebbero cominciato a capire che non potevano
annullare la loro vita solo perché avevano un figlio, ma anzi dovevano riuscire a renderlo
parte di essa.
La difficoltà di affrontare un lutto
Il metodo 10-10-10 può aiutare le persone ad affrontare le difficoltà che si possono incontrare dopo la morte di una persona cara. A tal proposito, l‟autrice presenta l‟esempio di
Alice, che perse il marito molto giovane. Alice e James si erano sposati dopo che lei aveva
scoperto di essere incinta. Lei era una musicista e lui un artista. Dopo il matrimonio e la
nascita dei loro due figli, Alice accettò un lavoro come insegnante di musica e dava anche
lezioni private; nel frattempo James continuava la sua attività di artista. Finalmente dopo
dieci anni una galleria d‟arte gli propose di esporre le sue opere e così divenne famoso.
Grazie a ciò, James guadagnava molti soldi e Alice poté lasciare il lavoro per badare ai
bambini.
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Tuttavia, poco tempo dopo James, sobbarcato dagli ordini e dalle scadenze, cominciò ad abusare di alcool e droghe e morì di overdose. Dopo la morte del marito Alice era diventata apatica: accompagnava i ragazzi a scuola e non faceva nient‟altro. Era piena di rabbia ma si teneva
tutto dentro. Dopo sei mesi si accorse che il conto in banca era quasi esaurito e scoppiò a piangere sui gradini davanti alla banca. A quel punto pensò di chiedere sostegno a sua sorella, la
quale arrivò in suo aiuto il giorno successivo. Insieme si sedettero a un tavolo e, utilizzando il
10-10-10, provarono a capire se fosse il caso di lasciare la casa dove abitavano per andare in
un posto più piccolo. Alla luce dei „dieci minuti‟ nessuno di loro voleva abbandonarla: i ragazzi
non volevano lasciare i loro amici. A quel punto la sorella di Alice ricordò loro la situazione economica in cui erano e i costi che implicava avere una casa come quella. Propose loro di valutare la cosa anche alla luce dei „dieci anni‟ e di pensare al tipo di vita che avrebbero voluto avere.
I ragazzi risposero che avrebbero voluto frequentare l‟università di Boston e fare un viaggio in
Europa. Ascoltando i suoi figli, Alice si rese conto che come loro, anche lei avrebbe dovuto cominciare a pensare al futuro. Così riprese il suo lavoro come insegnante di musica, vendette
alcune opere di James per provvedere alle spese e vendette anche la casa per prenderne una
più piccola. Con la vendita della casa, Alice riuscì ad avere soldi a sufficienza per pagare gli studi ai suoi figli.
La storia di Alice, conclude l‟autrice, insegna che le difficoltà causate da un lutto possono essere numerose e possono avere effetti per lungo tempo. È per questo che, secondo la Welch,
può essere utile avere uno strumento che aiuti le persone a prendere atto di queste difficoltà e
ad agire per superarle.
LETTURE CONSIGLIATE
Diventa la persona che vorresti incontrare
Autore: Cheri Huber
Editore: Oscar Mondadori
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