Preview - Scout Cittadella 2

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Veglia alle Stelle
(4/5 anno)
San Francesco (Vito d'Asio) 2015
Il cielo è stupendo, le stelle sono tante, siamo circondati dalla natura che noi scout tanto amiamo.
E’ giunto il momento di concederci un po’ di tempo per pensare a noi stessi, per cercare di
assaporare la serenità e il silenzio di questo posto. Ora sei solo con te stesso, ma intorno a te anche
i tuoi fratelli scout stanno incominciando questa bella esperienza. Allora mettiti comodo, guarda le
stelle e…..buona veglia!
I vostri Capi
Una notte di velluto aveva vestito il cielo e sembrava che tutte le stelle guardassero solo quel prato e quel
fuoco. Era incredibile come le nostre anime fossero colme di sentimenti quella sera. Tutti con gli occhi bassi
persi nel fuoco. Forse fui l’unico ad alzare lo sguardo e a percepire tutta la vita che c’era in quei fazzolettoni
pieni di macchie, in quelle mani sporche di terra. In quei visi stanchi eppure così, ognuno come un tempio di
tremule e fugaci emozioni, che giocavano con i nostri lineamenti e poi fuggivano via. Su quelle facce si
poteva leggere tutto…l’atmosfera era così strana, e io così me stesso, come non lo ero mai stato.
Pensavo a quante storie si intrecciavano intorno a quel cerchio, tra quelle facce cotte dal calore: storie di
amicizia, d'acqua gelida sulle mani, di risate anche davanti a montagne di pentole da lavare...storie di
sudate sui sentieri in salita, di paura di non farcela, storie di canzoni urlate, di corse e di scorpacciate di
vento, di spaghetti mangiati con le mani...storie d’amore e di indimenticabili serate insieme sotto le
stelle...Storie di tende sempre disordinate, di accette mai affilate, di uscite proibite di notte…Tornai al
presente.
Non avrei mai creduto di poter voler bene a così tante persone contemporaneamente. Mi vedevo parte di
un gruppo! Era strano. Sentivo che ogni esperienza, ogni risata, ogni “cavolata” fatta insieme aveva
aggiunto un filo a quella meravigliosa tela che ci legava. Mi sentivo in armonia con l'erba molle di rugiada
sotto le mani, con la tenerezza delle nuvole, con l’umido che mi entrava nelle ossa, con la luna e le stelle nel
cielo...Perché mi ero accorta che le stelle più importanti erano incastonate nei nostri occhi.
Ci alzammo. Respirai, lasciai che la gioia mi gonfiasse i polmoni. Guardai con gli occhi semichiusi quelle
ginocchia sporche di fango, quelle mani gelate e capii che eravamo tornati veramente delle creature di Dio.
Andammo a dormire nelle nostre tende, tranquilli. Le montagne avrebbero vegliato su di noi.
(Un Capo Squadriglia)
Stelle Marine
Camminando in riva al mare un uomo vide in lontananza un giovane che si chinava a raccogliere qualcosa
sulla sabbia e lo gettava nell'acqua.
Avvicinandosi vide sparse sulla spiaggia numerose stelle marine che il mare aveva sospinto a riva. Incapaci
di ritornare nell'acqua per la bassa marea, le stelle marine erano destinate a morire.
Il giovane le raccoglieva una ad una e le gettava in mare.
L'uomo, dopo aver osservato quel gesto apparentemente inutile, disse al giovane:
"Ci saranno migliaia di stelle marine su questa spiaggia. È impossibile raccoglierle tutte. Sono troppe! Non
riuscirai mai a salvarne abbastanza perché questa tua fatica… conti qualcosa".
Il giovane lo guardò. E mentre raccoglieva un'altra stella e la gettava in mare, rispose:
"Per questa certamente conta qualcosa".
Se
(Rudyard Kipling)
Se riesci a non perdere la testa
quanto tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa;
Se riesci ad avere fiducia in te stesso
quando tutti dubitano di te
ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare;
Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato a non rispondere con calunnie
o essendo odiato a non abbandonarti all'odio
pur non mostrandoti troppo buono ne' parlando troppo da saggio;
Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se riesci incontrando il successo e la sconfita a trattare questi due impostori allo stesso modo;
Se riesci a sopportare di sentire le verita' che tu hai detto,
distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi,
o vedere le cose per le quali hai dato la vita distrutte e umiliarti,
ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
Se riesci a fare un solo fagotto delle tue vittorie
e rischiarle in un solo colpo a testa o croce
e perdere e ricominciare da dove iniziasti,
senza dire mai una parola su quello che hai perduto;
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi,
a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti piu',
ed a resistere quando ormai in te non c'e' piu' niente
tranne la tua volonta' che ripete: resisti!
Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onesta',
o a passeggiare con i re senza perdere il senso comune;
Se tanto nemici che amici non possono ferirti;
Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;
Se riesci a colmare l'inesorabile minuto con un momento fatto di sessanta secondi,
tu hai la terra e tutto cio' che e' in essa, e quel che piu' conta sarai un uomo, figlio mio.
I bastoncini del paradiso
Un valoroso samurai, racconta una leggenda giapponese, morì dopo una lunga ed eroica vita. Arrivato
nell'Aldilà fu subito destinato al paradiso. Ma il samurai era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter fare
prima una capatina all'inferno.
"Sapete com'è" disse "così potrò apprezzare di più la felicità che mi attende". Naturalmente fu
accontentato e un angelo lo condusse all'inferno.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola di cui non si vedeva la fine. La tavola era
imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili, ma i commensali che
sedevano intorno erano smunti, pallidi e scheletriti da far pietà.
"Com'è possibile?" chiese il samurai alla sua guida "Con tutto quel ben di Dio davanti..:?"
"Vedi, quando arrivano qui, tutti ricevono due bastoncini, quelli che noi usiamo come posate per mangiare
Solo che sono lunghi più di un metro e devono essere rigorosamente impugnati a una sola estremità: solo
così possono portarsi il cibo alla bocca."
Il samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non
riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto i denti: con quel lunghissimi bastoncini era veramente
impossibile.
Il samurai non volle vedere altro e chiese di andare subito in Paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa: il
paradiso era una salone identico a quello dell'inferno. E dentro il salone c'era la stessa immensa tavolata di
gente. Sul tavolo, immerse in profumi deliziosi, facevano bella mostra pietanze e portate appetitose. Non
solo: tutti i commensali erano muniti di bastoncini lunghi oltre un metro e che potevano essere impugnati
sono a un'estremità per portare il cibo alla bocca, secondo il costume orientale. C'era una sola differenza.
La gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante gioia.
"Ma com'è possibile?" chiese il samurai.
"All'inferno ognuno si affanna ad afferrare cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre
comportati così nella vita. Qui, al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di
imboccare proprio vicino."
L'insegnamento della leggenda è semplice: il nostro mondo può essere inferno o paradiso, dipende
dall'atteggiamento che abbiamo gli uni con gli altri.
POESIA INDIANA
Ogni via è soltanto una via.
Tieni stretto ciò che è buono,
Non è un affronto a voi stessi o ad altri
anche se è un pugno di terra.
abbandonarla, se è questo che vi suggerisce il
Tieni stretto ciò in cui credi,
cuore.
anche se è un albero solitario.
Ma la decisione di continuare quella strada, o di
Tieni stretto ciò che devi fare,
lasciarla, non deve essere provocata dalla paura
anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,
anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
anche quando mi sono allontanato da te
o dall’ambizione.
Osservate ogni strada attentamente e con
calma.
Provate a percorrerla tutte le volte che lo
ritenete necessario.
Poi rivolgete una domanda a voi stessi, e
soltanto a voi stessi: questa strada ha un cuore?
Carlos Castañeda
Luca 15:11-24
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che
mi spetta”. E il padre divise fra loro i beni. Pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa,
se ne andò in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente. Ma quando
ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia ed egli cominciò ad essere nel
bisogno. Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a
pascolare i porci. Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma
nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno
pane in abbondanza, io invece muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre,
ho peccato contro il cielo e davanti a te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami
come uno dei tuoi lavoratori salariati.” Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma mentre era
ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il
figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai suoi servi: “Portate qui la veste più bella e rivestitelo,
mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo;
mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed
è stato ritrovato”. E si misero a fare grande festa.”
Mi Fido Di Te
Case di pane, riunioni di rane
vecchie che ballano nelle cadillac
muscoli d'oro, corone d'alloro
canzoni d'amore per bimbi col frack
musica seria, luce che varia
pioggia che cade, vita che scorre
cani randagi, cammelli e re magi
forse fa male eppure mi va
Rabbia stupore la parte l'attore
dottore che sintomi ha la felicità
evoluzione il cielo in prigione
questa non è un'esercitazione
forza e coraggio
la sete il miraggio
la luna nell'altra metà
lupi in agguato il peggio è passato
forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare
Di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare
Mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
io mi fido di te
ehi mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
Mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
eh mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
Lampi di luce, al collo una croce
la dea dell'amore si muove nei jeans
culi e catene, assassini per bene
la radio si accende su un pezzo funky
teste fasciate, ferite curate
l'affitto del sole si paga in anticipo prego
arcobaleno, più per meno meno
forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare
Mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
mi fido di te
mi fido di te
io mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
Per aiutare la tua riflessione, ti proponiamo questi spunti, che sei libero di raccogliere o di ignorare.
Guardati attorno, la natura è una naturale fonte di ispirazione. Respira, osserva le stelle in cielo, e quelle
intorno a te, dei lumini dei tuoi compagni di veglia.
Regalati questo tempo, per rivivere la tua vita da quest’angolo silenzioso di mondo.
-Tu credi in te stesso? E’ sempre facile farlo?.....................................................................................................
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-Quante volte è più facile arrangiarsi, piuttosto che affidarsi agli altri?..............................................................
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-Daresti fiducia a qualcuno che in passato ti ha deluso?....................................................................................
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-Sei disposto a fidarti di ciò che non vedi? Quante volte hai avuto fiducia in Dio? E quante quelle in cui tu
hai sentito che Dio ha avuto fiducia in te, come il padre col figliol prodigo?.....................................................
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Riflessione personale
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