pn 027 Villa Metz, Marzola

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pn 027 Villa Metz, Marzola
PORDENONE
pn 027
Villa Metz, Marzola
Comune: Chions
Località: Villotta
Via Sesto, 
Irvv 00007125
Ctr 086 so
Il complesso, non lontano dalla frazione di Villotta,
nel territorio comunale di Chions, si trova a ridosso
della strada provinciale Val d’Arzino che collega tale abitato a San Vito al Tagliamento. La proprietà è
composta di tre edifici, delimitanti un’ampia corte
interna, con giardino e alberi secolari.
La casa padronale, il cui nucleo originario risale al
 secolo, ha subito un’ampia ristrutturazione a cavallo degli anni -, la cui testimonianza assoluta è data dalla facciata nord, tale data è confermata anche dalla datazione di due pavimenti alla veneziana.
Esattamente negli stessi anni sono stati realizzati dal
proprietario, tale Enrico Metz, noto e stravagante
personaggio, gli altri due edifici, entrambi di tre piani, il primo dei quali, posto a ovest dell’abitazione
padronale, fu adibito, già nel tempo, a residenza di
coloni e personale di servizio al piano terra, mentre
il primo e il secondo piano furono destinati a bachificio; il secondo edificio, dalle caratteristiche aperture in stile veneziano, e denominato fin dai primi tempi “barchessa”, fu ugualmente adibito a bachificio.
Annessa a quest’ultimo corpo di fabbrica esiste, quale prolungamento, una casa rustica con stalla, co-
Dati catastali: . , .  ⁄  ⁄  ⁄  ⁄  ⁄
 ⁄ 
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struita dopo il , e di proprietà di terzi. Nel 
l’intero complesso venne acquistato dalla famiglia
Marzola che ne è tuttora proprietaria.
La casa presenta a nord una facciata ottocentesca al
centro della quale, soprastante l’ingresso al piano
terra, è presente una porta finestra con relativo poggiolo decorato; le aperture al piano sottotetto, quadrate, hanno dimensioni inferiori rispetto a quelle
presenti al piano terra e al piano nobile. Il fronte è
poi concluso dal cornicione, leggermente aggettante,
riscontrabile anche negli altri due edifici presenti all’interno della proprietà. La facciata posta a est non
ha una forte caratterizzazione, se non per due piccole aperture in posizione centrale, poste a livello del
piano sottotetto, aventi forma a “cuore”.
Il prospetto ovest non è lineare, in quanto vi è addizionato un corpo di fabbrica composto di due piani;
questo prolungamento di facciata presenta una piccola loggia al primo piano, all’interno della quale è
nascosta una scala di accesso, scala che, secondo
quanto documentato dalla datazione della pavimentazione, è ascrivibile al .
Il prospetto sud è invece composto da quattro grandi archi che occupano, in altezza, piano terra e primo piano, creando uno spazio di piacevole fruizione.
L’edificio, distinto fin dall’epoca della sua costruzione con il nome di “barchessa”, è a semplice pianta
rettangolare, e il fronte rivolto verso la corte interna
si presenta lineare con ingresso centrale al piano terra e, all’estremo sinistro, con un arco che dà accesso
alla scala per raggiungere i piani superiori; il piano
terra è sottolineato da un bugnato semplice, mentre
i due piani superiori sono solo decorati da marcapiani. Le aperture presenti al piano terra sono modellate ad arco, mentre quelle dei due piani superiori riprendono lo stile delle aperture dei palazzi cinquecenteschi veneziani.
L’edificio rustico posto ad ovest, anch’esso a pianta
rettangolare, presenta quale prolungamento, un corpo composto di due soli piani, e di piccole dimensioni; questo è testimone della presenza di una cappella distrutta negli anni quaranta del Novecento;
testimonianza certa dell’esistenza di suddetta cappella è data dalla documentazione fotografica in possesso del proprietario.
Scorcio del prospetto ottocentesco della villa (S.P. )
La “barchessa” (S.P. )
Il complesso nel periodo tra i due conflitti mondiali in
una foto d’epoca (S.P. )