linee guida per la gestione
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linee guida per la gestione
RETE NATURA 2000 SIC MONTE CAUCASO E MONTE RAMACETO LINEE GUIDA PER LA GESTIONE E ILMIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ AMBIENTALE DEGLI HABITAT 567"8"-7"(&$890$)"38"#" ö :(3#(-6"38( õ +$%%*8$ T ;0$8*0"$ « ;0$8(-#(&-(0#<".** g =*%*8$>"(&*-$07938",$ f =*%*8$>"(&*-"%0(?")$ U =*%*8$>"(&*-09@*380* ( A(&$-96".$ õ ö g U ö g g õ õ õ gUT õ U ö T T g T T T T T U T ! +$,$)*-."-'/),$0( ö gU ö ö T T Tö ög T T T « ! 1203"#$ ! T g g g T T T T ö ö TU !U « T T T U U U T U T g T f ( T T ! ! !!"#$%&$ ! 40*0( ! '(&)*(&* REGIONE LIGURIA T T T T TT T U T T! ö ö “Valorizzazione e promozione dei siti Caucaso e Ramaceto” Linee guida per la gestione delle aree SIC e individuazione degli interventi per la gestione e il miglioramento della qualità ambientale degli habitat (attività 3.2.1 e 1.2.2) Progetto cofinanziato dall’Unione Europea con fondi FESR SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto “Valorizzazione e promozione dei siti Caucaso e Ramaceto” Linee guida per la gestione delle aree SIC e individuazione degli interventi per la gestione e il miglioramento della qualità ambientale degli habitat (attività 3.2.1 e 1.2.2) Progetto cofinanziato dall’Unione Europea con fondi FESR Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 1 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Sommario Presentazione ...................................................................................................................................... 3 Le rilevazioni naturalistiche: prime indicazioni.............................................................................. 4 I risultati delle rilevazioni naturalistiche ..................................................................................... 4 Gli studi di ecologia storica............................................................................................................... 7 Valutazioni conclusive................................................................................................................... 9 Linee guida per la gestione - gli aspetti agronomici.....................................................................10 Analisi ............................................................................................................................................10 Obiettivi e interventi....................................................................................................................11 Conclusioni agronomiche...........................................................................................................12 Appendice I Il Piano di sviluppo rurale 2007-2013 e i SIC .......................................................14 Misure del Piano regionale di Sviluppo Rurale che si ricollegano alle aree dei Siti di importanza comunitaria (sic)......................................................................................................14 Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale ..................................................18 Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale Gruppo 2 - Misure finalizzate all'uso sostenibile dei terreni forestali.....................................................................27 Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale Gruppo 1 Misure per la diversificazione dell'economia rurale..............................................34 Gruppo 2 Misure intese a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali..........................37 Appendice II Valutazioni sulla mappatura degli habitat.............................................................41 La carta bionaturalistica delle aree oggetto di studio nei siti di importanza comunaria Monte Caucaso e Monte Ramaceto.......................................................................42 Committente Referente amministrativo Responsabile scientifico Comunità Montana Fontanabuona Dott. Franco Amadori Dott.ClaudiaVaccarezza Versione Date Responsabilità Autori del documento Attività Descrizione 1.0 Inizio progetto Responsabile della commessa Mariacristina Bruzzone 1.2.2 Settembre 2005 C. Giusso Matteo Graziani Roberta Cevasco Verifica e data Prima red. documento Coordinamento Novembre 2006 Carlo Bertelli Emanuele Biggi(contributo da relazione scientifica) Raffaella Spinetta Stefania Notarnicola Rif. file 3.2.1 Individuazione degli interventi per la gestione e il miglioramento della qualità ambientale degli habitat Individuazione delle linee guida per la gestione delle aree SIC e integrazione con regolamenti ZRC. Indicazione per piani di gestione e valutazione di incidenza. file://lm/data3/sic_fontanabuona/Linee_guida.doc Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 2 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Presentazione Le due attività descritte rispettivamente in: Attività 1.2.2 – Individuazione degli interventi per la gestione e il miglioramento della qualità ambientale degli habitat; Attività 3.2.1 – Individuazione delle linee guida per la gestione delle aree SIC e integrazione con regolamenti per ZRC. Indicazioni per piani di gestione e valutazioni di incidenza hanno dato luogo a un risultato unitario. In effetti, il percorso che conduce dalle indagini naturalistiche ai piani di gestione dei due SIC appare tutt’altro che semplice. Proprio per questo abbiamo voluto evitare di proporre orientamenti divergenti, nonostante gli approcci disciplinari fossero in parte diversi. A tal fine abbiamo condotto con la Provincia di Genova un percorso di elaborazione che è stato largamente favorito dalla disponibilità degli specialisti coinvolti, ma anche da una base di riferimento comune, costituita dagli studi di incidenza per le ZRC (condotti dal prof. Mariotti per la Provincia di Genova) e dagli studi per la redazione del Piano faunistico venatorio, condotti dal Laboratorio di storia e archeologia ambientale (LASA) dell’Università di Genova, con il quale abbiamo realizzato il poster sui pascoli del Ramaceto e abbiamo elaborato gli studi etnobotanici che hanno dato luogo agli indirizzi riportati al capitolo 2. L’intera questione è stata poi condotta su un piano di confronto interdisciplinare dall’attenta e puntuale riflessione della geografa Mariacristina Bruzzone. Dobbiamo a lei la redazione delle sintesi riportate al capitolo 1, “Le rilevazioni naturalistiche: prime indicazioni”, testo con il quale si evidenziano i risultati delle indagini di settore. Un percorso analogo è stato poi condotto da Matteo Graziani che ha affrontato in particolare il tema degli habitat 4030 e 6210, con particolare riferimento alle attività di gestione dei pascoli. I risultati delle sue indagini, riportate all'appendice cartografica, hanno costituito il punto di connessione tra i due ambiti di studio. Le conclusioni operative sono state poi affidate all’agronomo Stefania Notarnicola. La sintesi delle valutazioni condotte guarda direttamente alle condizioni operative degli enti gestori, con un continuo riferimento alle condizioni delle aziende agricole e forestali e con un diretto controllo della fattibilità finanziaria degli interventi proposti a partire da una escussione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, ormai in corso di approvazione1. I risultati del lavoro evidenziano la convergenza in atto tra gli indirizzi di gestione dei SIC e le attività condotte dalla Provincia e dall’Ambito di caccia n. 2. Essi rimandano tuttavia a un intervento più diretto e condiviso da parte della Comunità montana e delle aziende. 1 Una dettagliata esposizione delle possibilità fornite dal PSR è inoltre riportata in appendice, a partire dagli studi effettuati da M.C. Bruzzone. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 3 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Le rilevazioni naturalistiche: prime indicazioni sintesi a cura di Mariacristina Bruzzone, contributi scientifici di Matteo Graziani, Emanuele Biggi, Raffaella Spinetta I risultati delle rilevazioni naturalistiche Le linee guida hanno la finalità di fornire indicazioni utili ed organiche agli Enti Locali e a tutti gli attori coinvolti negli ambiti afferenti alla Rete natura 2000, per la stesura del piano di gestione con cui si andranno ad individuare le modalità idonee per attuare le misure necessarie al mantenimento degli Habitat delle specie presenti nei SIC. Strumenti necessari per l'individuazione delle linee guida sono gli studi scientifici eseguiti da esperti che consentono di comporre il quadro conoscitivo in cui sono specificate, per ogni Sic, le diverse caratteristiche geografiche, biologiche, economiche e territoriali urbanistiche. Gli studi naturalistici condotti nell'ambito del progetto della Comunità Fontanabuona "Valorizzazione e Promozione dei Siti Caucaso e Ramaceto" sono stati effettuati da Esperti con l'obiettivo di acquisire maggiori conoscenze sugli aspetti naturalistico-ambientali del territorio dei due siti. Il secolare insediamento antropico ha apportato nel tempo marcate modificazioni al territorio, alla vegetazione e alla fauna diffuse nel perimetro dei due Siti; si tratta principalmente di attività agro-silvo-pastorali legate all'utilizzo delle aree prative per il pascolo (ovino, caprino e bovino), alle pratiche del fuoco, al disboscamento per l'utilizzo del legname e all'apertura di sentieri e strade che mettevano in comunicazione la fascia costiera con l'entroterra e le Regioni limitrofe. Questi cambiamenti hanno portato alla riduzione o alla scomparsa di specie vegetali e animali e all'introduzione di nuove specie che nel tempo si sono adattate alle condizioni ambientali o addirittura rafforzato le loro capacità di riproduzione o resistenza a condizioni avverse. I cambiamenti in atto sono favoriti principalmente dall'abbandono dei pascoli e delle pratiche agricole iniziato il secolo scorso con lo sviluppo industriale, che ha favorito lo spostamento della popolazione nei luoghi dello sviluppo economico (fascia costiera) decretando un lento abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali e un aumento dei dissesti idrogeologici. Gli studi botanici Gli studi sulla flora e la vegetazione hanno evidenziato: • Una rilevante presenza di formazioni alloctone invasive (Pteridium aquilinum, Calluna vulgaris, Vaccinium mirtillus, Erica carnea, Brachypodium genuense) nelle zone dove la pratica del fuoco controllato, ripetuta più anni di seguito, ed il pascolo eccessivo hanno alterato il substrato e contribuito a selezionare così ulteriormente le specie presenti. • Specie floristiche di notevole importanza tra cui si annoverano Sedum monregalense, raro endemita, numerose altre specie di interesse conservazionistico come Campanula medium, Erytronium dens-canis e diverse specie di orchidee. Nella Rete Natura 2000 le attività pastorali svolte secondo criteri di piena ecosostenibilità sono riconosciute come fattori fondamentali per la conservazione e il miglioramento delle qualità paesistiche e ambientali, della biodiversità generale e soprattutto di diversi habitat e specie che dipendono proprio dal pascolamento per la loro sopravvivenza. Sulla base di questa premessa la gestione dei siti della rete Natura 2000 dovrebbe tutelare e promuovere il pascolo nelle aree e secondo modalità previste da misure di conservazione o, meglio, piani di pascolamento. Il miglioramento dell'equilibrio ecologico funzionale dell'habitat può attuarsi attraverso: Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 4 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto piani di pascolamento per un utilizzo razionale dei pascoli; pratiche di sfalcio e decespugliamento stagionale o periodico; interventi meccanici, laddove occorrano, per eliminare le formazioni alto arbustive; recupero di aree abbandonate e invase da arbusti (sottoutilizzate) con un'attenta analisi delle specie oggetto di conservazione da parte della Direttiva Habitat; • interventi di ingegneria naturalistica, dove occorrano, per moderare l'erosione ad opera delle acque dilavanti; • salvaguardia di stazioni floristiche o ambiti di interesse naturalistico; • collegamento al Piano di Sviluppo Rurale per promuovere un'agricoltura a basso impatto ambientale. Nelle aree in cui si trovano invece praterie di elevato valore naturalistico per la presenza di specie fitogeograficamente interessanti e di habitat idonei alla vita di numerose specie animali, occorrerà sensibilizzare la popolazione locale alla protezione e alla valorizzazione delle specie attraverso: • attività di educazione ambientale, rivolta soprattutto alle scuole e alle famiglie, con interventi di esperti naturalisti, che attraverso un linguaggio comprensivo sensibilizzino le future generazioni; • Incontri con esperti per la Comunità Locale per affrontare tematiche sul Territorio; • Sportelli di informazione per agricoltori, per i residenti; • Manifestazioni, convegni naturalistici. • • • • Le rilevazioni zoologiche All'interno dei due Sic, sono stati condotti studi naturalistici su specie faunistiche importanti: • la Bombina Pachypus, endemismo Italiano, considerato vulnerabile e minacciato a causa della scomparsa del suo sito riproduttivo, le zone umide; • rapaci, rapaci migratori, con particolare richiamo all'attenzione della presenza dell'Aquila reale. Dagli studi emergono la priorità di salvaguardare la presenza delle diverse specie preservando in primis quello che è il loro habitat. Per quanto riguarda la Bombina Pachypus è opportuno: • evitare il passaggio nelle zone di popolamento e riproduzione delle specie di piste da trekking o mountain bike, nonché di escursioni didattiche, sul sentiero che porta ai due siti di Caprile. B. pachypus è altamente vulnerabile ed un prelievo anche minimo di esemplari adulti comporterebbe una situazione di pericolo per la sopravvivenza stessa della specie. • Mantenere le pozze in cui la specie è presente in uno stato di semi-esposizione ai raggi solari, in modo da favorire la specie. Allo stato attuale la popolazione gode di ottima salute pertanto occorre non abusare con il taglio dei rami, in modo da evitare un'eccessiva evaporazione durante i mesi estivi. • Bombina pachypus, così come molte altre specie di Anfibi (tra cui Rana italica), non sopporta la convivenza con specie ittiche e tende ad abbandonare i siti in cui esse sono presenti. L'immissione di specie alloctone non è pertanto consigliabile e le giovani trote già presenti nel sito vanno al più presto rimosse per non disturbare le popolazioni di Anfibi del sito. • Vista la situazione di generale regressione della specie in Liguria sarebbe opportuno considerare la possibilità di allestire siti artificiali per il ripopolamento della specie con la creazione di pozze laterali in corrispondenza di corsi d'acqua idonei o la creazione di pozze ex-novo. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 5 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Sarebbe anche opportuno prendere contatti coi privati locali in modo che vengano ripristinati gli specchi d'acqua un tempo utilizzati come fonte idrica per la preparazione del "verde-rame" e per abbeverare gli animali domestici. Per quanto riguarda l'avifauna: • Promuovere miglioramenti strutturali di fitocenosi boschive degradate; • Mantenere le radure degli habitat boschivi relitti attraverso interventi naturalistici; • Tutelare le fitocenosi boschive mature anche se di ridotta estensione tipi di conduzione ad alto fusto e interventi migliorativi della struttura del bosco (ambito collinare); • Restituzione di aree incolte per la creazione di aree di foraggiamento e ricostituzione di fitocenosi ripariali complesse ed estese (ambito collinare, da collegarsi alle linee di gestione evidenziate per il mantenimento delle aree prative e dei pascoli); • Conservazione e ripristino dei pascoli abbandonati, ambienti utilizzati da diverse specie di rapaci migratori e non (poiana, gheppio, albanella minore, aquila, ecc.) come sito di alimentazione preferenziale nel periodo post-riproduttivo; • Tutela delle formazioni forestali ad alto fusto (querceti, castagneti da frutto e anche rimboschimenti di conifere che ormai hanno raggiunto un certo grado di maturità); • Una maggiore sorveglianza è inoltre necessaria per combattere il bracconaggio ancora parzialmente diffuso nei confronti di molte specie; • La messa in opera di appositi nidi artificiali studiati per specie ciascuna specie da posizionare in aree vocate, previo accertamento della disponibilità trofica locale. Inoltre, per la protezione delle varie specie e il miglioramento dei loro habitat, sarà opportuno: • Sensibilizzare la popolazione locale sulla conoscenza delle specie presenti sul territorio dei due SIC. Pertanto è altamente consigliabile l'allestimento di materiale informativo e l'attuazione di programmi didattici nelle scuole elementari e medie per la sensibilizzazione delle fasce di età più basse ma più facilmente attratte dalle tematiche conservazionistiche. • Allestire all'interno dei Sic, in prossimità di punti di raccolta di turisti ed escursionisti, un'adeguata pannellistica in grado di segnalare la presenza delle specie più interessanti, con brevi note sulla loro biologia e sull'habitat. • Monitorare ed effettuare ricerche continue coinvolgendo, oltre a personale scientifico, guardie ecologiche volontarie, (per quanto riguarda i vertebrati, in questo caso avifauna a forte e medio grado di tutela, il coinvolgimento di cacciatori, agricoltori e studiosi locali permetterebbe una stima puntuale della crescita delle popolazioni di vertebrati in un trend temporale significativo); • Aggiornare in maniera continua l'archivio di dati e la relativa cartografia (GIS), sullo stato degli habitat e le dinamiche in corso; • Costituire una "Rete" con le Aree Protette limitrofe per pianificare interventi di protezione ambientale degli habitat. • Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 6 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Gli studi di ecologia storica Pascoli - Habitat 6210 Festuco-Brometalia2 Sono estesi in particolare nel versante Ovest del M.Ramaceto. Si tratta - se letti in prospettiva storica - di pascoli "antichi", documentati dalla cartografia storica in continuità da almeno 180 anni, utilizzati in passato da greggi bovine e ovi-caprine stanziali e transumanti, oggi decisamente sottoutilizzati. Tali formazioni sono il prodotto storico, l'eredità di sistemi di gestione della risorsa erbacea e arbustiva, in particolare sistemi di alpeggio, monticazione e sfalcio legati agli insediamenti temporanei di quota, in progressivo abbandono dagli anni 1950-1960 ("casoni"). Si mantengono grazie a residue attività di pascolo (mucche da Caprile di Lorsica e Cichero, capre da Cichero) e alla pratica del fuoco. Indicazioni gestionali: Per mantenere l'habitat 6210 è indispensabile recuperare e incentivare il pascolo ovi-caprino che ha costituito fino oltre il secondo dopoguerra la pratica comune di gestione dei pascoli più ripidi e rocciosi, e di quello bovino per i pascoli più pianeggianti. Come hanno mostrato studi recenti di ecologia storica svolti nell'Appennino ligure-emiliano, il recupero delle attività di pascolo, in particolare del pascolo ovicaprino oggi molto ridotto, consentirà il contenimento del brachipodio (favorito dall'abbandono e dal fuoco) e la conservazione di specie di pregio, di piccola taglia, tipiche dei pascoli antichi come le genziane (Gentiana kochiana), genzianelle (Gentianella campestris), orchidee, garofanini, il piede di gatto (Antennaria dioica), il timo serpillo, i Sedum, le foraggere (come Lotus corniculatus e Hippocrepis comosa), ovvero le specie dei Festuco-Brometalia che si intendono conservare nel SIC. Nei pascoli abbandonati, infatti, la biomassa erbacea non più asportata dal bestiame si accumula causando ombra e aumento dell'umidità a discapito delle specie suddette e a favore del brachipodio e di poche specie invadenti. Inoltre aumentano gli arbusti e dunque il combustibile infiammabile a disposizione degli incendi incontrollati. In tale contesto si inserisce la proposta di sperimentazione dell'incendio controllato, in deroga alle normative vigenti, come già proposto e accolto nel PFV della Provincia di Genova (2001). Come succede in Francia, per prevenire il fuoco incontrollato e gli incendi distruttivi, nei pascoli antichi si dovrebbe puntare alla reintroduzione di un appropriato regime di fuoco "controllato", con monitoraggio di ciascun sito interessato dall'esperimento. Gli effetti del pascolo e del fuoco controllato sulla biodiversità e la stabilità del suolo dovranno essere monitorati. Da prevedere la elaborazione di Piani di pascolamento differenziati. Prati da sfalcio Occupano attualmente, alla base dell'anfiteatro del Ramaceto, quelli che fino agli anni 1960 erano campi coltivati. Lo sfalcio e il pascolo bovino, correttamente praticati, vanno mantenuti e incentivati, ricercando localmente nuove forme di cooperazione (ev. forme consortili) per allargare il campo degli interventi e contenere i danni da cinghiale, in sinergia con gli obiettivi 2 Si rileva che rispetto alla letteratura botanica sull'habitat citato il caso in analisi evidenzia un substrato arenaceo in luogo di quello calcareo. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 7 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto della gestione faunistico-venatoria. Lo sfalcio sarebbe inoltre da incentivare anche in altri siti, dove era comunemente praticato ed è oggi abbandonato. Praterie a Pteridium aquilinum Sono diffuse soprattutto alla base del Ramaceto, dove occupano un'ampia fascia soprastante le piane manutenute dei Prati di Cichero, e anche nelle coste orientali che salgono al Ramaceto, localizzandosi nelle aree più pianeggianti, umide, profonde e fertili, occupate sino agli anni 1950-1960 da pascoli in efficienza. La loro diffusione è legata all'abbandono delle attività di pascolo. In questo contesto di forte abbandono, sono state e sono tuttora favorite dal fuoco. Indicazioni gestionali: Per contenere - a lungo termine - lo pterideto, sarebbe necessario avviarne il taglio continuativo seguito da un intenso e corretto pascolo bovino nelle aree più pianeggianti e ovicaprino in quelle più ripide. L'indicazione relativa allo sfalcio e al pascolo bovino è in sintonia con lo studio agronomico effettuato dall'Università di Torino negli anni 1990. Lande a Erica arborea Sono favorite, rispetto alla brughiera a Calluna e a mirtillo, dagli incendi distruttivi (non controllati) e dalla successiva erosione del suolo. Brughiere a Calluna vulgaris e a mirtillo Occupano gli spazi degli antichi "gerbidi" della cartografia della prima metà dell'Ottocento. Sono diffuse laddove persiste ancora qualche forma di pascolo ma tendono ad essere invase dalla felce aquilina nelle aree abbandonate più pianeggianti, umide e fertili. Sarebbe da monitorare la distribuzione del mirtillo rispetto al passato (sembra in contrazione). Per il loro mantenimento, in equilibrio con le praterie, è necessario il pascolo e l'utilizzo del fuoco controllato invernale, come dimostrano ampiamente le esperienze gestionali delle brughiere in Scozia e Norvegia (finalizzate alla nidificazione della pernice - in Scozia - e a procurare all'allevatore un foraggio invernale sempreverde - in Norvegia, cfr. Lygra 20053). Sembra importante riconsiderare il ruolo di Calluna vulgaris come fonte di foraggio invernale soprattutto per le pecore anche nella montagna ligure. Alneti a ontano bianco Sono diffusi nella parte avetana, dove, negli ultimi dieci anni, sono stati riconosciuti dall'ecologia storica come tracce, eredità viventi del sistema estinto dell'alnocoltura, diffuso in val d'Aveto sino alla fine dell'800. Piccoli popolamenti di ontano bianco scavalcano lo spartiacque e si ritrovano anche nei versanti a mare. Andrebbero valorizzati non solo per il loro interesse storico-ambientale, cioè come traccia storica-archeologica di un sistema produttivo estinto, ma anche per la loro valenza in funzione dell'avifauna di interesse venatorio (Scolopacidi), grazie alla fertilità che inducono nel suolo1. Le zone umide interessanti per la beccaccia non sono infatti considerati gli acquitrini permanenti ma piuttosto i suoli umidi, in grado di tenere l'umidità senza ghiacciare. Fondamentale è la presenza di lombrichi e di sterco bovino in cui le beccacce vanno a pasturare i vermi. Tali boschi umidi devono essere ciclicamente rinnovati tramite ceduazioni, mantenendo ampie radure a prato sfalciate e pascolate per garantire quella 3 Lygra 2005: V. Vandvik - E. Heegaard - I. E. Måren - P. A. Aarrestad, Managing heterogeneity: the importance of grazing and environmental variation on post-fire succession in heathlands, «Journal of Applied Ecology», Volume 42 Page 139, February 2005. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 8 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto diversità di habitat indispensabile alla specie2. A questo habitat in particolare sembra anche legata la presenza di Gentiana asclepiadea. Lembi di querceti con Quercus crenata Forse sono le famose "teche" (Monte Techeio, Gran Carta 1852, oggi Cucca) che sarebbero meritevoli di verifiche e approfondimenti, in accordo con gli studi effettuati sul sito di Bargone. 9260 - Foreste con Castanea sativa Laddove economicamente plausibile si propone di recuperare il castagneto ad alto fusto sia per le castagne (recupero di vecchi impianti di alberi da frutto di varietà locali) sia per il mantenimento di cotiche di interesse pabulare e floristico (si veda il caso assai significativo del castagneto di Caprile di Lorsica dove le cure colturali del castagneto comprendono pratiche documentate tra cui anche l'utilizzo del fuoco controllato. Per il recupero delle varietà coltivate si consideri anche la sinergia con l'attività di molitura idraulica del frutto del castagno. specchi acquei, pozze e altre raccolte d'acqua La dinamica ambientale ed ecologica delle zone umide presenti nei SIC deve esser esplorata, anche in funzione del loro ruolo nei confronti dei sistemi di pascolo stanziale e transumante. Recenti ricerche attivate a partire da sollecitazioni dell'Unione Europea hanno mostrato risultati assai più articolati e interessanti del solo profilo zoologico. Valutazioni conclusive Per una corretta gestione degli habitat in esame, si ritiene necessario impostare uno studio per ricostruirne la storia alla scala topografica, individuando le pratiche e i modelli di gestione "storici" che li hanno modellati nel tempo, conservati e trasmessi fino a noi. Per raggiungere questo obiettivo si dovrà prevedere in prospettiva futura l'esplorazione e l'analisi di: • fonti orali: ricostruzione dei sistemi di alpeggio, monticazione e sfalcio, saperi locali su pratiche, produzioni locali, ecc. • archivi storici (documentazione testuale alla scala topografica) • cartografia storica (compresa la documentazione catastale) • fotografia storica • flora e rilievi storici • archivi biostratigrafici (zone umide) Una volta raccolte queste informazioni: Andranno contemporaneamente monitorati alla scala topografica su aree campione gli effetti delle attività attuali che interessano gli habitat (pascolo, sfalcio, fuoco, cinghiale, fruizione escursionistica, ecc) e di quelle attività eventualmente re-introdotte (incentivazione sfalcio, pascolo ovi-caprino, fuoco controllato) attraverso una concertazione con gli operatori del settore agro-pastorale e con gli allevatori locali. Sembra importante la ricerca di nuove opportunità di mercato (da verificare se il PSR 20072013 offre tali spunti) per la valorizzazione di pratiche, risorse e prodotti della produzione animale (casearia) legati alle aree di fienagione, pascolo ed alpeggio ovicaprino e bovino. Da sottolineare le sinergie con la gestione faunistico venatoria e quelle con la gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 9 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Linee guida per la gestione - gli aspetti agronomici Analisi L'attività agricola prevalente, nell'area indagata, è quella zootecnica. L'allevamento viene praticato sul territorio del SIC del Monte Ramaceto da aziende che si trovano nei Comuni di San Colombano Certenoli, Lorsica e Borzonasca. In particolare, nel territorio di S. Colombano Certenoli le aziende sono localizzate nelle frazioni di: Celesia, Calcinaia, Villagrande, Costa Calderaia, Case del Monte e Prati di Cichero. Per il Comune di Lorsica, l'unica frazione compresa nel Sic è Caprile dove ancora insiste un'azienda i cui capi vengono portati al pascolo. Nel Comune di Borzonasca sono invece interessate le frazioni Recroso e Belpiano. Dati da rilevazione agrotecnico Silvia Lavezzo Le aziende presentano la seguente consistenza e sono così distribuite nei tre comuni: Le razze bovine maggiormente rappresentate sono, per quelle da latte, la "Cabannina", la "Bruna Alpina", la "Pezzata Rossa", la "Pezzata Nera" e la "Valdostana, mentre tra le razze da carne le più frequenti sono la "Blu Belga" e la "Limousine". In generale si registra una consistente diminuzione sia del numero di aziende zootecniche sia del numero di capi per azienda. Su diciotto aziende zootecniche solo tre, tutte localizzate nel comune di San Colombano (frazione di Cichero), hanno particolare rilevanza nell'economia rurale dell'area: una indirizzata alla produzione di carne, con circa 60 capi, e due per la produzione di latte (ovi-caprino, con 69 capi, e misto con 21 capi bovini e 36 caprini). Per quanto riguarda l'utilizzo della risorsa "prati-pascolo" questa viene particolarmente sottoutilizzata. Gli allevatori, in alcuni casi, portano il bestiame al pascolo nelle aree limitrofe in prossimità della propria abitazione, anche se negli ultimi tempi, si registra un incremento di coloro i quali, nel periodo primaverile-estivo, fanno una "piccola transumanza", usufruendo delle malghe, situate a Vallepiana, Perlezzi e Sopralacroce, tutte nel territorio comunale di Borzonasca. Le aree utilizzate per lo sfalcio si trovano solitamente in prossimità delle abitazioni o delle zone coltivate, dove sono condotte semine di prati polifiti di graminacee oppure monocolture di erba medica o trifoglio. Tradizionalmente la fienagione avviene 1-2 volte l'anno, nei periodi di maggio - giugno e luglio- agosto. Nelle tabelle che seguono sono specificati i valori delle "Unità Bovino Adulto" (UBA) suddivise per territorio comunale. Con tale indice è possibile individuare la superficie di pratipascoli necessari per supportare l'impatto delle aziende zootecniche sull'area oggetto di analisi. Conoscendo quindi il valore delle UBA per territorio comunale, è possibile calcare la superficie di prato-pascolo necessaria per realizzare un allevamento zootecnico di tipo estensivo.Comune di LorsicaComune di BorzonascaComune di San Colombano Ipotizzando un carico bestiame massimo di 2 UBA/Ha, valore individuato come sostenibile rispetto all'ambiente oggetto di indagine, sono necessari circa 70 ettari di superficie foraggiera potenzialmente funzionale alle attività zootecniche presenti. Facendo una breve analisi delle aree destinate ai prati-pascolo si rileva quanto segue. Le zone maggiormente interessate al pascolo si trovano ai piedi del monte Ramaceto, in località Prati di Cichero, e nel versante di Lorsica nei pressi di località Caprile dove il pascolo avviene liberamente sui versanti occidentali del monte. Gli allevatori di Belpiano e di Recroso, in comune di Borzonasca, utilizzano i pascoli e i prati in prossimità delle abitazioni. Superficie Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 10 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto foraggiera potenziale, in funzione delle uba attualmente allevate nell'area. Tutte le aziende locali praticano lo sfalcio almeno una volta all'anno, in media due o tre volte. Solitamente gli appezzamenti destinati a questa attività sono in luoghi facilmente accessibili, vicino alle abitazioni o intorno alle stalle come nei casi di Baranzolo, Acero, Recroso, Caprile e Calcinaia; in alta Val Cichero, lotti di terreno per lo sfalcio sono localizzati ai piedi del Monte Ramaceto, in località Prati di Cichero, dove tradizionalmente viene effettuato un solo sfalcio all'anno in agosto. Obiettivi e interventi La vulnerabilità individuata nelle schede dei SIC del monte Ramaceto e del monte Caucaso è legata fondamentalmente a tre fattori: • alta frequenza con cui si verificano incendi nell'area; • possibile apertura di nuove strade; • pascolo eccessivo. Di seguito si analizza specificatamente l'aspetto agrosilvopastorale. Il notevole grado di antropizzazione ha trasformato profondamente il paesaggio vegetale della zona. Si rileva la necessità di un recupero produttivo, compatibile con l'ambiente: i tipi vegetativi presenti denotano un relativo degrado dovuto in parte dal passaggio continuo del fuoco nelle aree cuminali a pascolo. Il recupero e il miglioramento di queste ultime dovrà tenere conto delle tendenze dinamiche delle comunità vegetali, che possono essere regressive dove la pressione antropica sia intensa o invece evolutive con progressione verso il bosco ove vi sia abbandono. I tipi di struttura più diffusi sono le formazioni erbacee, le formazioni erbacee arbustive e i boschi di latifoglie. Le praterie sono in gran parte caratterizzate da Brachypodium rupestre, Carex caryophyllea ed Euphorbia flavicoma: queste formazioni erbacee denotano una discreta umidità ambientale, nonostante il substrato non abbia caratteristiche tali da permettere grosse riserve idriche. La forte presenza di Brachypodium rupestre può comunque essere legata agli incendi, poiché tale specie, tipicamente colonizzatrice e dotata di gemme ben protette sotto la superficie del suolo, si avvantaggia proprio del passaggio del fuoco. Alternata ai tratti prativi o più spesso "sovrapposta" alle specie erbacee, è presente la vegetazione arbustiva, rappresentata da Cytisus scoparius e Pteridium aquilinum, Teucrium scorodonia, Vincetoxicum hirundinaria e specie arbustive come Erica herbacea, Calluna vulgaris e Genista pilosa. Pteridium aquilinum in particolare è presente, in gradi differenti di abbondanza, in quasi tutta la zona, ma è dominante negli avvallamenti, nei quali è maggiore l'umidità del suolo. Nelle zone più aride domina invece la Calluna vulgaris con Erica herbacea. Dal punto di vista agronomico, l'utilizzazione dell'area è legata soprattutto all'allevamento zootecnico e specificatamente al pascolo, ormai sottoutilizzato e semi abbandonato, è stato progressivamente invaso da felce e vegetazione arbustiva. La pratica del pascolo è l'unico mezzo di utilizzazione della produzione foraggiera in quelle zone dove, per difficoltà orografiche, climatiche, di giacitura e di sviluppo della vegetazione non è possibile il taglio dell'erba. La forma di sfruttamento della produzione foraggiera avviene normalmente con il pascolamento libero, causa frequente di fenomeni di sovra pascolamento e sotto pascolamento, entrambi considerati dannosi. Considerando la tipologia di cotica erbosa presente sul m. Ramaceto, il carico stagionale di capi deve essere di almeno 0.7 UBA/ha e può sicuramente arrivare a 1 UBA/ha, inducendo così il miglioramento dalla stessa utilizzazione. E' comunque consigliabile non superare i 2 UBA/ha, ottenendo così una gestione di pascolamento sostenibile. In base a studi condotti sui pascoli dell'area, risulta che la qualità dell'erba è massima nel periodo primaverile e decresce velocemente in estate. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 11 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto E' opportuno quindi il pascolamento primaverile precoce, permettendo l'utilizzazione di una risorsa di elevata qualità, che altrimenti andrebbe perduta. Anticipare il pascolo, oltre a garantire una migliore utilizzazione dell'erba, diventa un deterrente nei confronti delle specie infestanti. La felce (Pteridium aquilinum), infatti, rappresenta il maggior problema dell'area: una presenza del 13% comporta una elevata capacità di competizione per la luce in seguito allo sviluppo delle fronde su strati superiori rispetto alla copertura erbacea. La specie si è sviluppata per i reiterati fenomeni di incendi e per gli scarsi interventi di contenimento. Lo sfalcio, così come il pascolo a fine periodo di emissione delle fronde (in giugno), comporterebbero un graduale impoverimento delle riserve nei rizomi e nel lungo periodo si avrebbe la riduzione di germogli vitali. Molte specie indicano bassa fertilità del substrato, come la Danthonia decumbens e Carex sp., mentre le ericaee accompagnate da altre legnose come Daphne cneorum, sono diffuse nelle aree con substrato superficiale o impoverito per erosione, in seguito ad incendio. Nel complesso l'area presenta un grande potenziale in specie vegetali, ma tra gli effetti del degrado è da segnalare la forte dominanza di poche, che minacciano la ricchezza floristica delle cotiche e il cui sviluppo va controllato, anche in funzione della salvaguardia della biodiversità. Per migliorare la situazione di degrado del pascolo del monte Ramaceto possono essere individuate alcune semplici misure agronomiche, quali: • diserbo per contatto, concimazione e trasemina di specie foraggere, leguminose e graminacee: idonee per questo ambiente sono il Lotus corniculatus e Agrostis tenuis; • gestione del pascolamento: turnare il pascolo, incrementando il numero di UBA/ha fino ad un massimo di 2, ed effettuare il pascolamento precoce in primavera. Conclusioni agronomiche L'area ricade in ambiti di conservazione, si prevede quindi il mantenimento della naturale destinazione d'uso che risulta essere prevalentemente agro-silvo-pastorale e di ricreazione e ricezione turistica. Si rileva l'opportunità di salvaguardare l'ambito attraverso azioni di recupero delle aree colturali, prative e a bosco, con tecniche a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda le aree prative, queste non devono né essere sovrautilizzate né sottoutilizzare, in modo da ottenere un effetto migliorativo, anche sotto l'aspetto ecologico di biodiversità. Tra gli interventi che possono potenzialmente alterare l'equilibrio ecologico funzionale, devono essere comunque presi in considerazione: • gli interventi sul patrimonio colturale, consistenti in cambiamenti rispetto alle specie già attualmente coltivate; • gli interventi sul patrimonio forestale non previsti dai piani di gestione e di assestamento; • le attività di pascolo intensivo e non sostenibile; • le captazioni idriche, specie quelle di una certa rilevanza quantitativa. Per quanto riguarda l'individuazione di linee di indirizzo per la gestione sostenibile delle aree dei SIC e delle relative fonti di finanziamento si rimanda all'analisi del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, in cui vengono focalizzate quelle misure interessanti per incrementare e sostenere le attività agrosilvopastorali svolte nei siti di importanza comunitaria. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 12 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Comune San Colombano Lorsica Borzonasca Totale Unità bovino adulto 120,32 10,00 9,51 18,00 UBA/ha 2 2 2 Superficie foraggiera(Ha) 60,16 5,00 4,75 69,91 Classe/specie Bovini da carne 1-2 anni Vacche da latte Ovicaprini Totale UBA Numero capi 0 10 0 -- Codice uba/capo 0,61 1,00 0,15 -- Numero uba 0 10 0 10 Classe/specie Bovini da carne 1-2 anni Vacche da latte Ovicaprini Totale UBA Numero capi 1 8 6 -- Codice uba/capo 0,61 1,00 0,15 -- Numero uba 0,61 8,00 0,90 9,51 Classe/specie Bovini da carne 1-2 anni Vacche da latte Ovicaprini Totale UBA Numero capi 77 54 129 -- Codice uba/capo 0,61 1,00 0,15 -- Numero uba 46,97 54,00 19,35 120,32 Comune San Colombano Lorsica Borzonasca Totale Numero aziende 13 1 4 18 bovini da carne 77 0 1 78 Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat Numero capi bovini da ovi-caprini da latte latte 54 129 10 0 8 6 72 135 Totale capi per comune 273 11 19 303 13 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Appendice I Il Piano di sviluppo rurale 2007-2013 e i SIC La decisione 2006/144/CE definisce 6 obiettivi strategici comunitari (OSC): • • 4 riferiti agli assi dei programmi di sviluppo rurale affiancati da azioni-chiave 2 riferiti alla messa in opera dei programmi e complementarietà tra strumenti finanziari comunitari. Le strategie regionali, formulate sulla base delle specificità regionali sono orientate al miglioramento della competitività del settore agricolo forestale, all'integrazione territorioturismo-prodotti locali, alla tutela e valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio, all'utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Misure del Piano regionale di Sviluppo Rurale che si ricollegano alle aree dei Siti di importanza comunitaria (sic). Asse 1 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale Tra le strategie settoriali, sono prioritari in Liguria i seguenti comparti: • • allevamento zootecnico, in particolare bovino e ovicaprino, per la produzione di carni e di latte; selvicoltura. Data la situazione sopra delineata, gli obiettivi prioritari consistono nei seguenti: 1. incremento delle attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e nuovi processi produttivi, con particolare attenzione a quelli che consentono di risparmiare energia; 2. rafforzamento della presenza sui mercati, tramite concentrazione e internazionalizzazione delle attività commerciali; 3. incremento dei servizi alla produzione, con particolare riferimento alla connessione tra produzione e mercato; 4. diffusione della certificazione ecologica dei prodotti; 5. rafforzamento della coesione interna alla filiera, favorendo la realizzazione di progetti integrati che consentono la convergenza di obiettivi tra produttori, commercianti e fornitori di mezzi tecnici e servizi. Si tratta infatti di settori dove si realizzano piccole quantità di prodotto, ma di qualità molto elevata e apprezzata dai mercati locali e da particolari nicchie di consumo di élite. I problemi di questi settori consistono principalmente nei seguenti: • • • rischio concreto che la produzione scenda quantitativamente al di sotto del livello minimo che ne permette la presenza costante sui mercati locali, facendo scivolare le produzioni tipiche locali verso l'autoconsumo e la sostanziale estinzione; elevati costi di produzione dovuti alla scarsa o nulla possibilità di meccanizzare le operazioni colturali principali; insufficiente connessione tra territorio, turismo, mercati e prodotti locali. Per questi settori gli obiettivi si intrecciano quindi molto strettamente con gli obiettivi dell'asse Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 14 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto 3, e consistono principalmente in: 1. valorizzazione dei prodotti locali tramite integrazione con l'educazione alimentare, il turismo e i mercati locali; 2. accorciamento delle filiere commerciali, per consentire maggiore reddito agli agricoltori e maggiore convenienza ai consumatori; 3. investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti o nella migliore conoscenza dei prodotti tradizionali, anche ai fini della loro certificazione; 4. diffusione dei marchi di qualità (di origine, biologica, ecc.); 5. difesa attiva del territorio (suolo, paesaggio, patrimonio rurale) dove si realizzano questi prodotti. Il settore del latte bovino sta attraversando una crisi drammatica, che ne mette a rischio la stessa sopravvivenza. Il problema principale consiste nel costo del trasporto, che rende di fatto non sostenibile economicamente la produzione laddove non si sono affermate produzioni di formaggi con valore aggiunto sufficientemente elevato da consentire di compensare il costo del trasporto. Le produzioni non qualificate (latte pastorizzato, burro, ecc.) non sono più economicamente sostenibili. Inoltre, dato l'attuale trend del prezzo del petrolio, la situazione non può che peggiorare. Già negli ultimi decenni, peraltro, la produzione di latte si è ridotta sia quantitativamente che territorialmente. Lo stato di fatto attuale vede la produzione di latte concentrata in sole tre zone della Liguria: la valle Stura, nella parte più< occidentale della provincia di Genova, la val d’Aveto (e alcune zone limitrofe), nella parte più orientale della provincia di Genova, e la val di Vara, in provincia della Spezia. Inoltre, una sola grande azienda situata in val di Magra, vicino al confine con la Toscana, produce ben oltre il 10% della produzione totale di latte della regione. In tutto il resto della regione la produzione di latte è del tutto assente o è ridotta a piccole quantità di prodotto trasformato direttamente in azienda o in piccolissimi caseifici artigianali. La crisi è particolarmente acuta nella valle Stura, mentre nelle altre due zone la presenza di formaggi tipici (val d’Aveto) e di prodotti biologici (val di Vara) consente ancora la sostenibilità economica della produzione. Negli ultimissimi anni la produzione di latte si è stabilizzata e si manifesta addirittura qualche progresso quantitativo, ma ciò non toglie che la situazione sia preoccupante. Infatti gli allevamenti da latte sono essenziali non solo in termini economici, ma anche in termini ambientali, giacché contribuiscono al presidio del territorio e alla difesa dal dissesto idrogeologico e dagli incendi forestali. Gli obiettivi per il settore del latte sono quindi i seguenti: 1. favorire l'incremento delle dimensioni aziendali; 2. favorire la ristrutturazione del settore, in particolare con la trasformazione del latte in formaggio direttamente in azienda o in caseifici locali, fisicamente più vicini agli allevamenti e quindi in grado di ridurre il costo del trasporto; 3. favorire l'utilizzo comune del pascolo e dei mezzi di produzione (specialmente macchine), al fine di ridurre i costi; 4. qualificare il prodotto con il metodo biologico o con la valorizzazione dei prodotti tipici; 5. integrare la produzione con il turismo e con la difesa dell'ambiente; 6. accorciare le filiere commerciali. Al contrario del settore del latte, il settore delle carni sta attraversando un buon momento Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 15 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto congiunturale. Infatti, grazie all'attenzione posta recentemente alla questione della sicurezza alimentare (BSE, influenza aviaria, ecc.), le produzioni di carne della Liguria, grazie al metodo di produzione biologico o comunque alle forme di allevamento estensive, hanno migliorato la propria presenza sui mercati sia in termini di quantità che di prezzi. Inoltre, le forme di commercializzazione diretta prevalentemente basate su strutture cooperative hanno consentito di accorciare le filiere e di migliorare il reddito degli allevatori. Gli obiettivi per questo settore prevedono quindi di: 1. rafforzare le strutture produttive, favorendo l'aumento delle dimensioni aziendali e le economie di scala anche tramite l'utilizzo di risorse in comune (pascoli, macchine); 2. rafforzare l'integrazione del settore con i mercati locali, l'educazione alimentare e il turismo; 3. favorire la diffusione di marchi di qualità e del metodo di produzione biologico. Per quanto riguarda infine la selvicoltura, i problemi principali sono i seguenti: • • • • • • valore non molto elevato del legname, sia per specie che per dimensione dei tronchi; frammentazione della proprietà forestale; costi elevati di esbosco e trasporto, anche per l'incompleta disponibilità di strade forestali; mancanza o scarsa diffusione di stabilimenti locali che utilizzino il legname prodotto sul posto per impieghi ad alto valore aggiunto; scarsa diffusione dell'utilizzo energetico delle biomasse legnose; elevata incidenza degli incendi. La strategia regionale si può pertanto articolare come segue: 1. favorire la nascita e il consolidamento di filiere locali che valorizzino sia il prodotto che può avere impieghi ad alto valore aggiunto sia i sottoprodotti da utilizzare per l'energia; 2. favorire la diffusione della produzione di energia da biomasse legnose; 3. favorire l'incremento delle dimensioni delle imprese forestali, anche attraverso forme associative; 4. ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi utilizzi della materia prima. 1.2.2 - Accrescimento del valore economico delle foreste - articolo 20, lettera b) punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Le foreste possono avere un rilevante ruolo tra le attività economiche sviluppabili nelle aree rurali. L'aiuto è teso a migliorare ed ampliare il loro valore economico anche incrementando la diversificazione delle produzioni e aprendo nuove opportunità di mercato; in tal senso è opportuno tra l'altro incentivare lo sviluppo di forme di gestione funzionali a creare o consolidare le filiere dei prodotti non legnosi (funghi, tartufi, castagne, ecc.), pur traguardando la sostenibilità degli interventi e valorizzando il ruolo multifunzionale delle foreste. Allo scopo di valorizzare e mantenere nelle migliori condizioni il territorio e il patrimonio boschivo, risulta funzionale anche l'utilizzazione a fini energetici dei residui e sottoprodotti degli interventi selvicolturali o di taluni assortimenti che non hanno altra collocazione; tale opportunità può rappresentare un incentivo alla gestione, conservando la capacità di assorbimento delle emissioni di CO2 e può contestualmente ridurre il ricorso alle fonti fossili. In tal senso assume particolare importanza la pianificazione degli interventi nonché il ricorso a forme di certificazione della gestione forestale che possano attestare, in modo indipendente, la piena sostenibilità degli interventi stessi sotto gli aspetti ambientali, etici e sociali, pur mirando a rendere un economico valore aggiunto ai prodotti ottenuti. In termini indiretti la misura Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 16 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto favorisce l'accorpamento di proprietà forestali al fine di renderne più sostenibile la gestione mentre più direttamente sostiene la crescita delle imprese boschive locali. La misura ha anche un effetto positivo sulla protezione dell'ambiente, dal momento che l'attività selvicolturale contrasta l'abbandono, previene gli incendi e il dissesto idrogeologico, migliora il paesaggio e il valore naturalistico del territorio. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per gli investimenti relativi a: 1. predisposizione o aggiornamento di adeguati piani di gestione forestale, che per le aree Natura 2000 devono essere comprensivi degli adempimenti di cui alla direttiva 43/92/CEE; 2. realizzazione di interventi volti al miglioramento colturale dei boschi, al loro recupero produttivo anche funzionale all'ottenimento di prodotti non legnosi nonché alla eventuale diversificazione strutturale e specifica; 3. realizzazione, adeguamento o ripristino di viabilità e infrastrutture forestali; 4. ottenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile, compresi gli oneri per la pianificazione e altra documentazione tecnica necessaria, e della relativa catena di custodia secondo gli standard del Forest Stewardship Council (FSC) e/o del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), quale elemento per garantire ed attestare la sostenibilità degli interventi selvicolturali nonché per qualificare i prodotti ottenibili; 5. acquisto di macchine, attrezzature ed equipaggiamenti per le operazioni di taglio, allestimento ed esbosco nonché creazione di aree di raccolta, stoccaggio e vendita del legname grezzo alle imprese di lavorazione; 6. realizzazione di impianti per la produzione di energia dalle biomasse di origine forestale, provenienti dai boschi della zona interessata per una percentuale non inferiore all'80%. Beneficiari potenziali Soggetti privati o pubblici, anche associati, detentori delle aree forestali Gli investimenti di cui al punto 5) possono essere realizzati anche da imprese forestali che operano in conto terzi. Aree di operatività Possono essere oggetto dell'aiuto gli investimenti relativi a boschi di proprietà privata o pubblica, anche associata, ricadenti nel territorio regionale. La misura non è applicabile alle foreste del patrimonio regionale gestite direttamente dalla Regione nonché in quelle del patrimonio statale. Per proprietà forestali, singole o associate, superiori a 100 ettari gli interventi devono essere previsti in piani di gestione forestale. Per gli investimenti di cui al punto 5) deve essere verificato un adeguato rapporto con l'ampiezza delle superfici gestite o con l'effettiva operatività delle imprese, la quale deve riferirsi prevalentemente al territorio regionale. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 17 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto 1.2.5 - Infrastrutture connesse allo sviluppo e all'adeguamento dell'agricoltura e della silvicoltura – articolo 20, lettera b) punto v) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura La situazione orografica della Liguria è particolarmente difficile. La strategia regionale quindi deve porsi l'obiettivo di migliorare l'accessibilità ai terreni agricoli e forestali sia a fini produttivi che di difesa dagli incendi. Risulta altresì strategica la razionalizzazione dell'utilizzo dell'acqua a scopo di irrigazione e anche per l'alimentazione del bestiame. Infine si intende incentivare e razionalizzare l'utilizzo in comune di pascoli in zone di montagna, come misura di ricomposizione fondiaria e di miglioramento fondiario. Nell'attuazione degli interventi si terrà conto della necessità di potenziare le interconnessioni ecologiche delle aree funzionali alla rete Natura 2000. Contenuto della misura Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi: A. strade interpoderali e forestali: ripristino e miglioramento di strade esistenti o costruzione di nuove strade se necessarie per migliorare l'accesso ai terreni agricoli e forestali. Gli investimenti di costruzione di nuove strade devono essere connessi ad interventi di miglioramento del potenziale agricolo o forestale; B. gestione delle risorse idriche per il settore agricolo e zootecnico: 1. ripristino, miglioramento e ampliamento di impianti irrigui e/o zootecnici e di depurazione; 2. costruzione di nuovi impianti irrigui e/o zootecnici a servizio di aree agricole le cui produzioni rientrano nelle specificità regionali, non creano problemi di eccedenze di mercato sia a livello regionale che comunitario e soddisfano le condizioni previste dalle OCM; 3. costruzione di nuovi impianti di depurazione. C. miglioramento dei pascoli di montagna: 1. interventi straordinari di ripristino della copertura erbosa; 2. investimenti quali ad esempio recinzioni, punti di abbeverata, costruzione di ricoveri,; Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale Vi è inoltre da aggiungere che gli obiettivi dell'asse 2 si connettono molto strettamente a quelli dell'asse 1 (in particolare per quanto riguarda la qualità dei prodotti) e dell'asse 3, con riferimento alla tutela del territorio rurale che non può evidentemente prescindere da una logica di sviluppo economico e sociale sostenibile dal punto di vista ambientale. Relativamente all'ambiente agricolo, forestale e naturale della Liguria, i principali problemi si possono riassumere come segue: • • • • rischio di abbandono dell'attività agricola, e in particolare dell'olivicoltura, della viticoltura e dell'allevamento del bestiame, in molte zone rurali della regione; non sufficiente diffusione di pratiche agricole e forestali sostenibili nel lungo periodo; recente definizione di una (piccola) zona sensibile ai fini della "direttiva nitrati" e necessità di attuare il relativo piano d'azione; insufficiente coordinamento tra le aree natura 2000 e altri tipi di aree protette e le Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 18 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto attività agricole e forestali che si svolgono al loro interno. In questa situazione gli obiettivi individuati sono i seguenti: 1. mantenere il presidio umano nelle zone rurali della Liguria, con particolare riferimento alle zone interessate da olivicoltura, viticoltura e zootecnia, tramite un complesso di azioni che prevede, tra l'altro, la compensazione degli svantaggi orografici; 2. attuare il piano d'azione previsto dalla direttiva nitrati nella zona di competenza; 3. diffondere l'utilizzo di tecniche agricole e silvicole rispettose dell'ambiente e maggiormente sostenibili anche nel periodo medio e lungo, in connessione con lo sviluppo dei relativi settori sostenuto dalle misure dell'asse 1; 4. salvaguardare la natura e l'ambiente nelle zone "Natura 2000" consentendo nel contempo lo svolgimento in queste zone di attività agricole e forestali economicamente sostenibili. 2.1.1 - Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane – articolo 36, lettera a) punto i) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della Misura Nelle zone montane, dove esiste un evidente svantaggio naturale nell'utilizzo agricolo del territorio, al fine di evitare l'abbandono dell'attività agricola, i maggiori costi e le perdite di reddito degli agricoltori vengono compensati attraverso il pagamento di una indennità rapportata agli ettari effettivamente utilizzati. In tale maniera viene incoraggiata la permanenza delle imprese e l'utilizzo agricolo di tali zone, preservando le aree da un progressivo ulteriore degrado con conseguenze negative sull'ambiente. L'intervento ha come obiettivo primario il mantenimento della presenza umana sul territorio, attraverso la prosecuzione dell'attività agricola nelle aree svantaggiate e marginali. L'attività agricola è il principale strumento con cui si garantisce il presidio e la salvaguardia del territorio. Contenuto della misura La Misura favorisce la presenza degli insediamenti agricoli nei territori montani; il pagamento dell'indennità compensativa compensa i maggiori costi di produzione e le perdite di reddito per gli agricoltori che operano nelle zone montane; i pagamenti sono annuali e rapportati agli ettari effettivamente utilizzati nell'attività agricola. E' erogata una indennità compensativa, limitatamente ai terreni situati in zone montane, e per le colture olivicole, viticole e foraggere. Per le colture foraggere la superficie massima ammessa a sostegno è di 100 ettari. Nel caso in cui gli impegni previsti per l'indennità concessa con la misura 213 (Aree Natura 2000) fossero contrastanti con quanto indicato nella presente misura, prevale il rispetto degli impegni indicati nella misura 213. I beneficiari si impegnano comunque a: • • proseguire l'attività agricola per almeno un quinquennio a decorrere dal primo pagamento dell'indennità a condurre le superfici aziendali secondo le Norme della Condizionalità di cui al Reg. CE 1782/2003. Aree di operatività Zone montane Settore zootecnico: Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 19 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Per gli allevatori che utilizzano superfici foraggere (erbai, prati e pascoli) l'aiuto è concesso, in rapporto agli ettari gestiti, agli imprenditori che: a. b. c. d. allevano animali delle specie bovina, equina, ovina e caprina mantengono un rapporto UBA/ettaro compreso tra 0,8 e 3. per le superfici a prato, deve essere fatto almeno uno sfalcio entro il mese di luglio. il periodo minimo di pascolo deve essere di 90 giorni. Nel caso di utilizzo di pascoli comuni, l'allevatore può percepire l'indennità compensativa per una quota di superficie del pascolo associato a cui partecipa; anche in questo caso il periodo minimo di pascolo dovrà essere di almeno 90 giorni. Il pascolo comune deve avere un Piano di Gestione Pastorale approvato dall'Ente Delegato competente per territorio o, nel caso delle aree Rete Natura 2000, dal relativo ente gestore. Possono beneficiare del contributo anche le aziende situate in zona non montana, ma che stagionalmente utilizzano pascoli montani. 2.1.2 - Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane articolo 36, lettera a) punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della Misura Nelle zone svantaggiate, dove esiste un evidente svantaggio naturale nell'utilizzo agricolo del territorio, al fine di evitare l'abbandono dell'attività agricola, i maggiori costi e le perdite di reddito degli agricoltori vengono compensati attraverso il pagamento di una indennità rapportata agli ettari effettivamente utilizzati. In tale maniera si incoraggia la permanenza delle imprese e l'utilizzo agricolo di tali zone, preservando le aree da un progressivo ulteriore degrado con conseguenze negative sull'ambiente. Tali pagamenti contribuiranno a mantenere e a sviluppare sistemi agricoli sostenibili. Contenuto della misura La Misura favorisce la presenza degli insediamenti agricoli nei territori svantaggiati; il pagamento dell'indennità compensativa compensa i maggiori costi di produzione e le perdite di reddito per gli agricoltori che operano nelle zone svantaggiate; i pagamenti sono annuali e rapportati agli ettari effettivamente utilizzati nell'attività agricola. E' erogata una indennità compensativa, limitatamente ai terreni situati in zone svantaggiate, e per le colture olivicole, viticole e foraggere. Per le colture foraggere la superficie massima ammessa a sostegno è di 100 ettari. Nel caso in cui gli impegni previsti per l'indennità concessa con la misura 213 (Aree Natura 2000) fossero contrastanti con quanto indicato nella presente misura, prevale il rispetto degli impegni indicati nella misura 213. I beneficiari si impegnano comunque a: • • proseguire l'attività agricola per almeno un quinquennio a decorrere dal primo pagamento dell'indennità a condurre le superfici aziendali secondo le Norme della Condizionalità di cui al Reg. CE 1782/2003. Settore zootecnico: Per gli allevatori che utilizzano superfici foraggere (erbai, prati e pascoli) l'aiuto è concesso, in rapporto agli ettari gestiti, agli imprenditori che: 1. allevano animali delle specie bovina, equina, ovina e caprina Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 20 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto 2. per le superfici a prato, mantengono un rapporto UBA/ettaro compreso tra 0,8 e 3. 3. per le superfici a pascolo, mantengono un rapporto tra gli animali allevati e gli ettari gestiti, espresso in UBA/Ettaro per anno, compreso tra 0,2 e 0,75; il periodo minimo di pascolo deve essere di 90 giorni. Nel caso di utilizzo di pascoli comuni, l'allevatore può percepire l'indennità compensativa per una quota di superficie del pascolo associato a cui partecipa; anche n questo caso il periodo minimo di pascolo dovrà essere di almeno 90 giorni. Il pascolo comune deve avere un Piano di Gestione Pastorale approvato dall'Ente Delegato competente per territorio o, nel caso delle aree Rete Natura 2000, dal relativo ente gestore. Possono beneficiare del contributo anche le aziende situate in zona non montana, ma che stagionalmente utilizzano pascoli montani. 2.1.3 - Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla Direttiva 2000/60/CE – articolo 36, lettera a) punto iii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della Misura L'applicazione della Direttiva Natura 2000 e della direttiva 2000/60/CE impone restrizioni nell'uso delle aree coltivate e nella loro gestione. E' necessario pertanto prevedere uno specifico aiuto per i proprietari dei terreni ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000 e delle aree di specifica pertinenza della direttiva 2000/60/CE, funzionale a compensare i costi aggiuntivi e i mancati guadagni derivanti dai vincoli gestionali imposti dalle specifiche misure di conservazione. Contenuto della misura A. pagamenti natura 2000. L'aiuto consiste in un premio annuale per ogni ettaro di superficie agricola coltivata ricadente nelle aree delimitate dalla Rete Natura 2000 e funzionale a compensare gli specifici svantaggi (maggiori costi e i minori guadagni) derivanti da una gestione dell'azienda agricola limitata dalle misure di conservazione e/o piani di gestione. L'aiuto è erogabile solo in presenza di un piano di utilizzazione dell'area approvato dall'Ente di Gestione del sito rete Natura 2000. B. pagamenti collegati alla direttiva 2000/60/CE. L'aiuto consiste in un premio annuale per ogni ettaro di superficie agricola coltivata ricadente nelle aree delimitate ai sensi della direttiva 2000/60/CE e funzionale a compensare gli specifici svantaggi (maggiori costi e i minori guadagni) derivanti dai piani d'azione o da altri strumenti attuativi. Beneficiari Beneficiari della misura sono le imprese agricole, singole o associate, titolari di partita IVA. Il livello minimo di indennità pagabile annualmente per beneficiario è fissato in 150 Euro. Intensità dell'aiuto L'intensità dell'aiuto, il cui importo andrà commisurato all'effettivo maggior costo o minor resa dell'attività agricola, può arrivare fino a 200 euro ad ettaro. Area di applicazione A. Gli interventi di cui alla lettera A) del paragrafo "contenuti della misura" si applicano nelle aree ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000 B. Gli interventi di cui alla lettera B) del paragrafo "contenuti della misura" si applicano Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 21 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto nelle aree delimitate ai sensi della direttiva 2000/60/CE 214 - Pagamenti agro-ambientali – articolo 36, lettera a) punto iv) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della Misura La misura è necessaria per supportare lo sviluppo sostenibile delle zone rurali e per rispondere alla crescente domanda di "servizi ambientali" incoraggiando in particolare gli agricoltori nell'applicazione di metodi colturali compatibili con la protezione ed il miglioramento dell'ambiente, il paesaggio e le sue caratteristiche, le risorse naturali, il suolo e la biodiversità. In particolare la misura intende promuovere un'agricoltura orientata verso una gestione sostenibile delle risorse naturali attraverso l'introduzione e la diffusione di metodi e tecniche di produzione biologica o a basso impatto ambientale. Obiettivi della misura sono: • • • • • ridurre l'immissione nell'ambiente di sostanze chimiche, inquinanti e/o tossiche attraverso la razionalizzazione dell'impiego di fertilizzanti, fitofarmaci e diserbanti conservare la fertilità e la sostanza organica del terreno agrario; valorizzare le produzioni agricole in termini di qualità e sicurezza (salubrità); contribuire alla salute e alla tutela del consumatore e degli operatori agricoli; contribuire alla salvaguardia e alla conservazione del paesaggio e dell'ambiente nelle aree rurali: • sostenere la salvaguardia del patrimonio genetico regionale, animale (biodiversità). • sostenere la salvaguardia delle funzioni ecologiche del territorio e della biodiversità Contenuto della misura I pagamenti dell'agro-ambiente possono essere garantiti agli agricoltori che aderiscono per almeno cinque anni fino ad un massimo di sette anni ad una o più delle azioni di seguito riportate: a. b. c. d. introduzione o mantenimento dei metodi dell'agricoltura biologica; introduzione o mantenimento di metodi dell'agricoltura integrata; allevamento razze in via d'estinzione (tutela della biodiversità animale); gestione, recupero e mantenimento delle aree agricole a prevalente funzione paesaggistica e ad elevato valore naturalistico ed ecologico. e. favorire il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (dir 43/92/CEE), migliorare e recuperare le integrità ecologiche delle zone rete natura 2000 e delle aree di collegamento ecologico. L'impegno deve riguardare tutta la SAU aziendale, tranne che per le azioni di cui al punto e), condotta a vario titolo dal beneficiario che deve garantire il rispetto dei requisiti relativi ai criteri di gestione obbligatoria nonché alle norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche nell'ambito dell'applicazione della condizionalità; di cui al Regolamento del Consiglio (EC) n° 1782/2003, e relative norme di attuazione nazionali e regionali. I pagamenti sono annuali sulla base del numero di ettari o per capo di bestiame a parziale copertura dei costi addizionali e/o dei mancati redditi a carico del beneficiario. Al fine di poter intervenire sul maggior numero possibile di aziende, tenuto conto delle economie di scala, i premi sono corrisposti integralmente per i primi 100 ettari impegnati, al 50% per i successivi 100 ettari ed al 20% per gli ettari successivi. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 22 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Azione a): introduzione o mantenimento dei metodi dell'agricoltura biologica gli aiuti sono concessi ai soggetti beneficiari che intendono adottare o mantenere i metodi di agricoltura biologica dei prodotti vegetali ai sensi del Reg. CE n. 2092/91 e dei prodotti animali ai sensi del Reg. CE n. 1804/99 e successive modifiche e integrazioni. Possono accedere all'aiuto anche le aziende in fase di conversione . Il sostegno può essere concesso per una superficie minima di mq 10.000 per le colture foraggere oppure di mq 1.000 per le altre colture come segue: • • • • • • • • fino a 900 euro/ha per le colture floricole perenni fino a 600 euro/ha per le colture floricole annuali fino a 800 euro/ha per olivo e vite fino a 750 euro/ha per altri fruttiferi fino a 800 euro/ha per le colture specializzate ortive perenni fino a 500 euro/ha per le colture ortive annuali fino a 350 euro/ha per i seminativi fino a 325 euro/ha per le foraggere (prato fino a 325 euro/ha, pascolo turnato con piano di pascolamento fino a 300 euro/ha, pascolo non turnato fino a 150 euro/ha. Per le superfici a prato il numero minimo di sfalci, da effettuarsi entro il mese di luglio deve essere di __. Per le superfici a pascolo il rapporto UBA/ettaro deve essere compreso tra 0,5 e 2. Nelle aree rete natura 2000 potranno essere determinati limiti di conduzione diversi purché compatibili con i piani di gestione o le misure di conservazione Azione b): introduzione o mantenimento di metodi dell'agricoltura integrata gli aiuti sono concessi alle aziende che adottano un modello di coltivazione ecocompatibile, secondo un disciplinare di produzione riconosciuto dalla Regione. Il sostegno può essere concesso per una superficie minima di 10.000 per le foraggere (30.000 mq per i pascoli) e di mq 1.000 per le altre colture come segue: • fino a 900 euro/ha per le colture floricole perenni • fino a 600 euro/ha per le colture floricole annuali • fino a 750 euro/ha per olivo e vite • fino a 700 euro/ha per altri fruttiferi • fino a 750 euro/ha per le colture specializzate ortive perenni • fino a 450 euro/ha per le colture ortive annuali • fino a 300 euro/ha per i seminativi Per le colture foraggere si adottano i seguenti criteri: a. prato stabile I beneficiari, si impegnano a mantenere la coltura di prato stabile attraverso tagli ed asportazione degli sfalci, regimazione delle acque, senza utilizzo di diserbanti o di concimi, ad esclusione del letame, hanno diritto ad un premio fino a 180 euro/ettaro. Per le aziende agricole situate nelle zone montane e svantaggiate di cui all'articolo 36, lettera a) punto i) e punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 è sufficiente un solo sfalcio entro il mese di luglio; almeno due sfalci nelle altre zone. b. pascolo I beneficiari, titolari di allevamento, si impegnano al rispetto di un Piano di gestione pastorale che deve documentare la corretta relazione tra gli ettari gestiti, la risorsa Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 23 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto foraggera e gli animali alpeggiati con indicazione del carico mantenibile per area omogenea, e comprendere il calendario delle utilizzazioni. La superficie minima interessata all'intervento dovrà essere di almeno 3 ettari di superficie foraggiera effettiva con un rapporto uba/ettari di superficie foraggiera.(Carico del pascolo compreso tra 0,8 e 3). La stagione di pascolo dovrà essere superiore a 90 giorni. Nelle aree rete natura 2000 potranno essere determinati limiti di conduzione diversi purché compatibili con i piani di gestione o le misure di conservazione. Il premio è concesso fino a 250 euro per ettaro. Il pascolo non turnato ha diritto ad un premio fino a 150 euro/ettaro Per aumentare l'impatto agro-ambientale della misura a livello regionale alle aziende che sottoscrivono un impegno agroambientale ai sensi dell'azione a) e b), con l'esclusione delle colture floricole annuali e perenni, può essere riconosciuta una maggiorazione del premio, fermo restando l'importo massimo fissato nell'allegato di cui al Reg. CE n. 1698/2005, nei seguenti casi: • • fino a 50 euro/ha se l'azienda ricade in aree parco o in aree Natura 2000 o aderisce ad un programma collettivo d'area fino a 100 euro/ha se l'azienda aderisce ad un progetto integrato. I sopracitati aiuti supplementari non sono tra loro cumulabili Azione c): allevamento di specie animali locali a rischio di estinzione L'azione ha come obiettivo la salvaguardia del patrimonio genetico delle razze autoctone o di quelle a diffusione limitata che si sono bene adattate alle caratteristiche del territorio ligure, con l'intento di salvaguardare i sistemi agrozootecnici delle aree marginali dove sono attualmente allevate tali razze. E' infatti molto importante il contenere il fenomeno dell'abbandono delle aree marginali mantenendo una presenza antropica di notevole interesse agricolo per la difesa e gestione del territorio; è poi di notevole interesse il mantenimento sul territori delle popolazioni animali a limitata diffusione quale testimonianza delle tradizioni culturali della gente delluogo. Il premio è concesso agli allevatori che si impegnano per un quinquennio, ad allevare capi delle seguenti razze: • • • razze bovine: Cabannina, Ottonese-Varzese razze equine: cavallo Bardigiano e asino dell'Amiata razze ovine: pecora delle Langhe, Marrana, Brigasca Gli animali per i quali viene richiesto il premio devono essere iscritti al Registro Anagrafico o al Libro Genealogico della razza. Importo dei premi Bovini di razza Cabannina: premio base: 150 euro/UBA Bovini di razza Cabannina in stalle con allevamenti in purezza con quota latte e documentata produzione di latte: 250 euro/UBA Bovini di razza Ottonese Varese: 150 euro/UBA Equini di razza bardigiana: premio base: 150 euro/UBA Cavalli bardigiani con Certificato di attitudine alla sella o al Tiro leggero: 250 euro/UBA Asino dell'Amiata: 150 euro/UBA Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 24 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Ovini di razza Brigasca e pecora delle Langhe: 150 euro/UBA Ovini di razza Marrana (in considerazione del numero limitato) 450 euro/UBA Azione d): recupero e mantenimento delle aree agricole a prevalente funzione agroambientale e paesaggistica e ad elevato valore naturalistico ed ecologico. Obiettivo della presente azione è di sostenere tutte le pratiche di manutenzione del territorio agrario necessarie per salvaguardare e tutelare il paesaggio rurale, prevenire i rischi collettivi (incendio, dissesto idrogeologico, etc.), contrastare l'abbondano delle aree agricole con scarse prospettive di reddito. La misura è rivolta ai gestori del territorio che si impegnano per cinque anni ad effettuare le operazioni colturali per un razionale mantenimento e gestione delle superfici coltivate. La Regione definirà in sede di attuazione le modalità e gli impegni vincolanti per ogni coltura , in particolare, alla pulizia terreni, potatura, mantenimento dell'efficienza delle scoline, divieto di diserbo, etc. L'aiuto è concesso nella seguente misura: • • • • fino a 450 euro/ha per olivo e vite fino a 300 euro/ha per altri fruttiferi fino a 300 euro/ha per le colture specializzate perenni ortive o floricole fino a 150 euro/ha per i seminativi e foraggere Il sostegno può essere concesso per una superficie minima di mq 10.000 per i seminativi e le colture foraggere oppure di mq 1.000 per le altre colture Azione e): favorire il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (dir 43/92/CEE), migliorare e recuperare l'integrità ecologiche delle zone rete natura 2000 e delle aree di collegamento ecologico. L'obiettivo della misura è lo sviluppo di buone pratiche agricole e attività di manutenzione del territorio, funzionali al miglioramento e potenziamento ecologico dei siti natura 2000 e delle aree di collegamento ecologico. Si assumono come standard di riferimento le attività indicate come da incentivare e/o raccomandate nelle misure di conservazione e/o nei piani di gestione dei siti . La misura è rivolta ai gestori del territorio che si impegnano per cinque anni ad effettuare le operazioni colturali e gestionali per cui è concesso il sostegno. L'aiuto è concesso nella seguente misura fino a 450 euro/ha. Beneficiari Possono essere beneficiari dell'aiuto: • • Imprese agricole, singole e associate, iscritte al registro delle imprese, dotate di numero di partita IVA gestori del territorio/conduttori di fondi per la realizzazione degli obiettivi di carattere agro-ambientale di cui all'azione c), d) ed e) Potranno essere individuati dalla Regione priorità per la selezione dei beneficiari in base anche a criteri di efficienza economica ed ambientale Le aziende che assumono un impegno ai sensi dell'azione a) "agricoltura biologica" oppure azione b) "agricoltura integrata" possono aderire ad un programma collettivo d'area, elaborato da un Ente pubblico o da un organismo associativo, rappresentativo del territorio. La Regione definisce requisiti (numero di aziende, superficie, etc.). modalità e criteri e Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 25 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto procedure per la presentazione e il riconoscimento dei programmi. Area di applicazione Tutto il territorio della Regione 2.1.6 - Sostegno ad investimenti non produttivi Scopo della misura la misura intende finanziare interventi finalizzati a favorire la coesistenza equilibrata delle attività agricole in un contesto territoriale ad elevata sensibilità/vulnerabilità ambientale, quale quello ligure. Gli investimenti non produttivi possono rappresentare sicuramente una importante opportunità per rafforzare il ruolo delle aziende agricole nella salvaguardia del territorio rurale, nella tutela dell'ambiente e più in generale nella conservazione e valorizzazione del paesaggio ligure. Lo scopo della misura è quello di finanziare interventi che non comportano aumento nella redditività delle aziende agricole ma necessari al raggiungimento degli impegni relativi alle misure agro-ambientali o a specifici obiettivi agroambientali di interesse regionale. Inoltre la misura supporta gli investimenti aziendali che valorizzano in termini di pubblica utilità le zone Natura 2000, le aree protette, o altre zone di grande pregio naturale finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente naturale e del paesaggio e alla protezione delle risorse naturali. La misura in particolare si prefigge i seguenti obiettivi: • • • • • mantenimento e incremento della fauna selvatica autoctona sul territorio attraverso l'adeguamento delle risorse agroforestali alle necessità specifiche della fauna stessa; realizzazione di fonti di approvvigionamento per la fauna selvatica stanziale; conservazione e fruizione delle aree agricole a valenza paesaggistico ambientale; salvaguardia e tutela dell'ambiente e del paesaggio rurale; favorire il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (dir 43/92/CEE), migliorare e recuperare l'integrità ecologiche delle zone rete natura 2000 e delle aree di collegamento ecologico. Contenuto della misura Tipologie d'intervento ammissibili: a. costituzione di siepi, filari, cespugli e alberi e altri elementi idonei alla riproduzione, alla nidificazione, al ricovero e alla protezione di specie selvatiche nonché anche a fini di protezione delle piante; b. realizzazione, recupero o mantenimento di piccoli invasi (abbeveratoi, pozze, laghetti, ecc) allo scopo di assicurare una buona disponibilità idrica, soprattutto nei periodi di siccità nonché di assicurare ambienti umidi per fauna e flora di pregio c. realizzazione di idonee coltivazioni a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica; d. miglioramento della viabilità attraverso la realizzazione della rete di strade o sentieri interpoderali con valenza naturalistica a scopo ciclo-pedonale; e. interventi con tecniche di ingegneria naturalistica per il contenimento di piccoli movimenti franosi superficiali finalizzati alla prevenzione dei rischi idrogeologici e alla riduzione dell'erosione nei versanti in pendenza; f. interventi aziendali per il contenimento nelle falde freatiche degli effetti inquinanti delle attività agricole; g. altri investimenti aziendali non produttivi strettamente connessi al rispetto di impegni Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 26 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto volontari previsti nell'ambito delle aree della Rete Natura 2000, delle aree di connessione ecologica e delle aree parco nazionali e regionali. Condizioni di ammissibilità Non sono ammessi interventi che possono avere conseguenze negative o che contrastino con le misure di conservazione e/o i Piani di Gestione dei siti facenti parte della Rete Natura 2000. Beneficiari potenziali aziende agricole, singole e associate, e altri soggetti gestori dei fondi Aree di operatività Tutta la Regione. Intensità dell'aiuto L'aiuto è concesso: • • per gli interventi di cui alle lettere a), b), c) e d) fino all'50% della spesa ammissibile elevabile a 60 % nei siti della Rete Natura 2000, nelle aree di connessione ecologica e aree parco nazionali e regionali fino all'80 % della spesa ammissibile per gli interventi di cui alle lettere e), f) e g) Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale Gruppo 2 - Misure finalizzate all'uso sostenibile dei terreni forestali 2.2.1 - Primo imboschimento di terreni agricoli articolo 36, lettera b), punto i) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura L'imboschimento di terreni agricoli può dare un contributo alla protezione dell'ambiente, alla prevenzione dei rischi naturali e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Nella situazione ligure, dove il territorio è già fortemente caratterizzato da una estesissima copertura forestale e non è quindi prioritario l'ulteriore incremento dei boschi, la misura costituisce comunque una opportunità per evitare la marginalizzazione di taluni terreni agricoli, creando una alternativa produttiva per i terreni stessi. In tal senso la misura tende a: • • • • valorizzare le produzioni legnose e non legnose; favorire il mantenimento dello spazio naturale in modo comunque compatibile con i dinamismi naturali dell'ambiente e la varietà dei paesaggi; ridurre i rischi di dissesto idrogeologico nelle aree più critiche; lottare contro l'effetto serra e assorbire l'anidride carbonica. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per: 1. l'investimento iniziale connesso ai costi di impianto, comprensivo dei lavori di preparazione e sistemazione del terreno, acquisto e messa a dimora delle piantine, nonché altri costi funzionali all'impianto per garantirne una adeguata protezione dal fuoco o dall'attacco di animali selvatici o comunque necessari per la riuscita dell'impianto medesimo; 2. un premio annuale per ettaro interessato dall'impianto volto a coprire i costi di Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 27 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto manutenzione, per un periodo non superiore a cinque anni a partire da quello successivo all'impianto stesso; 3. un premio annuale, per un periodo non superiore a 15 anni, volto a compensare le perdite di reddito derivanti dall'utilizzo dei terreni diverso da quello agricolo; Possono essere finanziati interventi finalizzati a: • arboricoltura da legno con specie pregiate a ciclo lungo; • impianti con specie a ciclo breve (inferiore a 15 anni); • imboschimenti con specie forestali micorrizate con micelio tartufigeno; • imboschimenti protettivi e multifunzionali. L'aiuto di cui ai precedenti punti 2 e 3 non è concesso nel caso di impianti con specie a ciclo breve (inferiore a 15 anni). Nelle aree Natura 2000 l'aiuto è concesso solo qualora l'intervento sia previsto dalle misure di conservazione o dai piani di gestione e nell'ambito delle modalità da essi contemplate. Questa condizione non si applica nel caso le misure di conservazione o i piani di gestione non siano stati ancora adottati. 2.2.2 - Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli – articolo 36, lettera b), punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura I sistemi agroforestali, ossia aree dove sono abbinati sistemi forestali con l'agricoltura estensiva, hanno un elevato valore ecologico e sociale e possono contestualmente mirare alla produzione di legno di alta qualità o di altri prodotti forestali non legnosi. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per l'investimento connesso ai costi di impianto, comprensivo dei lavori di preparazione e sistemazione del terreno, acquisto e messa a dimora delle piante legnose, nonché altri costi funzionali al sistema agroforestale per garantirne una adeguata protezione dal fuoco o dall'attacco di animali selvatici o comunque necessari per la riuscita del sistema finale; Possono essere finanziati interventi finalizzati alla realizzazione di sistemi agroforestali mediante l'impianto su terreni agricoli: • • • di specie legnose per arboricoltura da legno; di specie forestali micorrizate con micelio tartufigeno; di specie forestali con modalità e sistemi funzionali alla creazione di corridoi ecologici nelle aree a maggiore valenza ambientale. Nelle aree Natura 2000 l'aiuto è concesso solo se coerente con le misure di conservazione o i piani di gestione e nell'ambito delle modalità da essi contemplate, qualora adottate. Beneficiari potenziali Aziende agricole così come definite alla sezione beneficiari della misura 121 ammodernamento delle aziende agricole,che procedono all'impianto di sistemi agroforestali. Aree di operatività Superfici agricole, utilizzate come tali nelle tre annate agrarie precedenti l'impianto, ubicate nel Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 28 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto territorio regionale. Intensità dell'aiuto L'aiuto è commisurato come segue: • • 80% della spesa ammissibile per i sistemi agroforestali realizzati nelle zone di cui all'art. 36, lettera a) punti i), ii) e iii); 70% della spesa ammissibile per i sistemi agroforestali realizzati nelle altre zone. 2.2.3 - Primo imboschimento di superfici non agricole – articolo 36, lettera b), punto iii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura L'imboschimento di superfici non agricole è funzionale alla protezione dell'ambiente, alla prevenzione dei rischi naturali e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. I processi di abbandono di talune superfici agricole (o precedentemente destinate ad altri usi del suolo) portano all'instaurarsi di dinamiche di rinaturalizzazione che stentano a definire situazioni di equilibrio, sia perché si innestano in realtà fortemente plasmate dall'attività umana sia perché "disturbate" nella naturale evoluzione da eventi calamitosi (come gli incendi) che ne determinano costanti regressi e impoverimenti. In tale situazione si creano soprassuoli che non svolgono le positive funzioni dei boschi e che, viceversa, ingenerano rischi territoriali rilevanti. In tal senso, pur essendo già caratterizzata da una estesissima copertura forestale, è importante per la Liguria disporre di uno strumento funzionale a guidare la formazione di soprassuoli arborei che abbiano una valenza naturalistico-ambientale, produttiva, ricreativa o paesaggistica più certa e rapida rispetto alle dinamiche evolutive, riportando interesse e attenzione verso tali superfici. La misura tende quindi a: • • • • • favorire il mantenimento dello spazio naturale in modo comunque compatibile con i dinamismi naturali dell'ambiente e la varietà dei paesaggi; ridurre i rischi di incendio nelle aree di confine tra il tessuto urbano e il bosco nonché di dissesto idrogeologico nelle aree più critiche; incrementare la funzione ricreativa che possono svolgere le superfici abbandonate, specie intorno alle aree più fortemente urbanizzate; valorizzare le produzioni legnose e non legnose; lottare contro l'effetto serra e assorbire l'anidride carbonica. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per: 1. l'investimento iniziale connesso ai costi di impianto, comprensivo dei lavori di preparazione e sistemazione del terreno, acquisto e messa a dimora delle piantine, nonché altri costi funzionali all'impianto per garantirne una adeguata protezione dal fuoco o dall'attacco di animali selvatici o comunque necessari per la riuscita dell'impianto medesimo; 2. un premio annuale per ettaro interessato dall'impianto volto a coprire i costi di manutenzione, per un periodo non superiore a cinque anni a partire da quello successivo all'impianto stesso. Possono essere finanziati interventi finalizzati a: • imboschimenti protettivi e multifunzionali; Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 29 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto • • • • creazione di boschi urbani e periurbani; imboschimenti con essenze forestali micorrizzate con micelio tartufigeno; arboricoltura da legno con specie pregiate a ciclo lungo; impianti con specie a ciclo breve (inferiore a 15 anni); L'aiuto di cui al precedente punto 2 è concesso solo se l'impianto è effettuato su terreni agricoli incolti; non è comunque concesso nel caso di impianti con specie a ciclo breve. Nelle aree Natura 2000 l'aiuto è concesso solo qualora l'intervento sia espressamente previsto dalle misure di conservazione o dai piani di gestione e nell'ambito delle modalità da essi contemplate. Questa condizione non si applica nel caso le misure di conservazione o i piani di gestione non siano stati ancora adottati. Beneficiari potenziali Soggetti privati o pubblici, anche associati, che procedono all'impianto di superfici non agricole. Aree di operatività Superfici non agricole, ossia diverse da quelle di cui alla misura 221, ubicate nel territorio regionale e tecnicamente vocate all'impianto. 2.2.4 - Indennità Natura 2000 articolo 36 – lettera b), punto iv) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Il ruolo delle foreste è rilevante per cogliere efficacemente gli scopi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE. L'esecuzione di tali Direttive impone restrizioni nell'uso dei boschi e nella loro gestione. E' necessario pertanto prevedere uno specifico aiuto, per i proprietari dei boschi ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000, funzionale a compensare i costi aggiuntivi e i mancati guadagni derivanti dai vincoli gestionali imposti dalle specifiche misure di conservazione. Contenuto della misura L'aiuto consiste in un premio annuale per ogni ettaro di superficie boscata ricadente nell'ambito della Rete Natura 2000 e funzionale a compensare i maggiori costi e i minori guadagni derivanti da una gestione forestale limitata dalle misure di conservazione. L'aiuto è erogabile solo in presenza della dimostrazione dell'effettiva gestione delle superfici interessate in relazione alle misure di conservazione da attuare per il mantenimento o il miglioramento dell'area. Beneficiari potenziali Proprietari privati, singoli o associati, dei boschi ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000. Aree di operatività La misura si applica nei boschi ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000. La misura è applicabile anche alle superfici per le quali è contestualmente accordato un pagamento per interventi silvo-ambientali di cui alla misura 225. La misura è applicabile anche contestualmente ad altre misure di investimento. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 30 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto 2.2.5 - Pagamenti silvo-ambientali – articolo 36, lettera b), punto v) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Gli impegni silvo-ambientali sono funzionali ad accrescere e preservare l'alto valore naturalistico degli ecosistemi forestali e rinforzare la valenza protettiva dei boschi rispetto all'erosione dei suoli, al mantenimento delle risorse idriche in termini di quantità e di qualità, nonché contrastare i rischi naturali e migliorare l'efficienza rispetto alla funzione di assorbimento di anidride carbonica. Contenuto della misura L'aiuto consiste in un premio, erogabile fino ad un massimo di sette anni, a fronte del mantenimento di impegni che assicurino una modalità di gestione forestale superiore, in termini di sostenibilità ambientale, alla disciplina obbligatoria. In termini generali l'utilizzo di superiori standard di gestione, nella difficile realtà territoriale della Liguria, determina un aggravio dei costi ed una ulteriore riduzione dei già scarsi margini economici reddituali derivabili; d'altro canto il mantenimento di questi impegni di gestione volontari risulta tuttavia funzionale a cogliere quegli obiettivi di valenza collettiva connessi alla valorizzazione ambientale. In tal senso è possibile riferirsi a diverse indicazioni: 1. attuazione, nelle aree soggette a particolare tutela ambientale, delle attività indicate come da incentivare, raccomandate o comunque migliorative nelle specifiche regolamentazioni, misure di conservazione e/o relativi piani di gestione; 2. attuazione dei principi e criteri recati dai sistemi internazionali di certificazione della gestione forestale sostenibile, in particolare del Forest Stewardship Council (FSC) e/o del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), e adesione ai relativi sistemi. Per l'ottenimento del premio è necessario che vengano preventivamente definite e chiaramente individuate, in un apposito documento tecnico, le modalità di gestione delle superfici interessate in modo da trasporre efficacemente alla realtà locale i criteri prescelti. Tale indicazione, comprensiva di una quantificazione degli oneri da sostenere, definisce il riferimento di impegno al quale il premio è subordinato. Nel caso di superfici certificate l'ottenimento e il permanere delle condizioni di certificazione costituisce rispetto dell'impegno. Beneficiari potenziali Soggetti, privati o pubblici, titolati alla gestione delle aree forestali oggetto dei particolari impegni. Aree di operatività La misura si applica ai boschi di proprietà privata o pubblica, anche associata, ricadenti nel territorio regionale. Intensità dell'aiuto Il premio è commisurato alternativamente come segue: fino a 100 Euro/ettaro nel caso di adesione ai riferimenti di cui al punto 1); fino a 200 Euro/ettaro nel caso di superfici certificate, con una gradualità Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 31 • • SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto inversamente proporzionale rispetto all'ampiezza delle superfici stesse 2.2.6 - Ricostituzione del potenziale forestale ed introduzione di interventi preventivi – articolo 36, lettera b), punto vi) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura E' necessario un supporto particolare per la ricostituzione del potenziale forestale distrutto o danneggiato da cause naturali o dal fuoco nonché per perseguire una serie di azioni preventive volte al mantenimento del potenziale stesso, in considerazione dell'importante ruolo ambientale ed economico che le foreste svolgono. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per gli investimenti relativi a: 1. interventi preventivi volti a limitare i danni causati al patrimonio boschivo dal fuoco o da altre cause naturali; tali interventi possono riguardare sia interventi strutturali sul bosco sia interventi infrastrutturali (ad es. viabilità, tagliafuoco, punti d'acqua); 2. interventi di ricostituzione boschiva volti alla messa in sicurezza, compresa la difesa del suolo dall'erosione, e al ripristino dei valori ambientali, economici e sociali delle foreste distrutte o danneggiate dal fuoco o da altre cause naturali; 3. sistemazione di fenomeni di instabilità in atto nelle zone boscate nonché interventi sul reticolo idrografico minore, quali opere di sistemazione idraulico forestale, regimazione dei torrenti montani, rinaturalizzazione delle sponde dei corsi d'acqua, realizzazione e mantenimento di cunette e altre opere consimili di regimazione delle acque nella viabilità minore ecc.; per tali interventi è fatto preferenziale ricorso all'ingegneria naturalistica; 4. realizzazione di materiale divulgativo riguardante gli aspetti collegati al fenomeno incendi boschivi e alla protezione del territorio; 5. acquisto mezzi e attrezzature specificatamente destinati alla prevenzione, controllo del territorio e spegnimento degli incendi boschivi nonché alla sistemazione di aree a rischio idrogeologico o interessate da dissesti idrogeologici; 6. acquisto D.P.I. per il personale operativo addetto alla prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi; 7. installazione, o miglioramento, di infrastrutture permanenti per il monitoraggio degli incendi boschivi e impianti per la comunicazione. Beneficiari potenziali Enti pubblici che attuano gli investimenti. I soggetti privati possono beneficiare dell'aiuto solo se gli interventi sono ricompresi in un progetto integrato. Limitatamente agli interventi di ricostituzione boschiva di cui al punto 2) relativi ad aree distrutte o danneggiate dal fuoco possono beneficiare dell'aiuto anche i soggetti privati, singoli o associati. Per gli investimenti di cui ai punti 4), 5), 6) e 7) l'attuazione è a regia regionale. Aree di operatività La misura si applica ai boschi di proprietà privata o pubblica, anche associata, ricadenti nel territorio regionale. Gli interventi preventivi relativi agli incendi boschivi possono essere realizzati solo nell'ambito Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 32 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto dei territori classificati ad alto e medio rischio dal "Piano Regionale di Previsione, Prevenzione e Lotta Attiva contro gli Incendi Boschivi". Gli investimenti di cui ai punti 4), 5), 6) e 7), attuati a regia regionale e non strutturalmente connessi alle singole superfici, possono essere realizzati senza zonizzazioni territoriali. Gli interventi di ricostituzione possono essere realizzati nei boschi danneggiati dal fuoco o da altre cause naturali (ad es. fitopatie, galaverna o altre cause meteoriche, ecc.). 2.2.7 - Sostegno agli investimenti non produttivi – articolo 36, lettera b), punto vii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura E' necessario un supporto particolare per la realizzazione di investimenti relativi al patrimonio forestale che non producono un reddito diretto ma che sono funzionali a valorizzare ecologicamente e socialmente, in termini di pubblica utilità, i boschi della zona interessata, anche al fine di migliorarne l'efficienza rispetto alla funzione di difesa del suolo nonché di assorbimento di anidride carbonica. Questi investimenti sono anche funzionali al raggiungimento degli obiettivi di cui agli impegni silvo-ambientali o ad altri obiettivi di carattere ambientale. La misura si prefigge inoltre di sviluppare i servizi ambientali e didatticoricreativi finalizzati a migliorare l'accessibilità e l'uso multifunzionale delle risorse forestali. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per gli investimenti relativi a: 1. interventi volti al riequilibrio strutturale e specifico dei boschi nonché per la valorizzazione di specifici aspetti botanici, naturalistici e paesistico-ambientali delle formazioni forestali nonché per la conservazione o il ripristino dell'alternanza dei diversi elementi vegetazionali che caratterizzano gli habitat montani, anche ai fini faunistici; 2. realizzazione, adeguamento e/o ripristino di strade, sentieri e percorsi didattico educativi in ambiente forestale e montano, ivi compresi gli apprestamenti strutturali necessari e funzionali alla completa fruizione (cartellonistica, punti tappa, centri visitatori, ecc.); 3. ottenimento della certificazione forestale sostenibile, compresi gli oneri per la pianificazione e altra documentazione tecnica necessaria, secondo gli standard del Forest Stewardship Council (FSC) e/o del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), quale elemento per garantire la sostenibilità degli interventi selvicolturali; 4. realizzazione di idonee recinzioni a protezione dei boschi nei quali la rinnovazione è minacciata da un eccessivo carico di animali selvatici; 5. interventi per la valorizzazione delle funzioni ambientali, didattiche e ricreative dei vivai forestali regionali; Beneficiari potenziali Enti pubblici che attuano gli investimenti. I soggetti privati possono beneficiare dell'aiuto solo se gli interventi sono ricompresi in un progetto integrato. Aree di operatività La misura si applica in aree a prevalente uso forestale, di proprietà privata o pubblica, ricadenti nel territorio della Liguria. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 33 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto L'aiuto per l'ottenimento della certificazione è concedibile per superfici superiori a 50 ettari accorpati. Intensità dell'aiuto Il sostegno pubblico copre fino al 90% della spesa ammissibile. Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale Gruppo 1 Misure per la diversificazione dell'economia rurale Strategie asse 3 L'asse 3 riguarda il 15% delle risorse complessive del PSR, con un incremento significativo rispetto al precedente periodo di programmazione (+5%). L'asse 3 è il solo asse non settoriale del PSR: gli assi 1 e 2, infatti, riguardano comunque i settori agricolo e forestale, sia pure sotto punti di vista diversi. L'asse 3 riguarda il territorio rurale, che è individuato nell'apposito capitolo del PSR e di cui sono fornite, zona per zona, analisi relative ai punti di forza e di debolezza, opportunità e rischi. Limitatamente all'asse 3, si possono individuare alcuni elementi che accomunano le diverse aree rurali della Liguria. Per quanto riguarda in particolare le principali difficoltà delle aree rurali liguri, si possono citare le più significative: • • • • scarso sviluppo economico complessivo e, in particolare, scarsa coesione interna tra i vari settori produttivi (agricoltura, selvicoltura, artigianato, commercio, turismo), che difficilmente riescono a "fare sistema"; scarsa coesione con le vicine aree costiere; rischi di degrado e di abbandono del territorio; troppo scarsa importanza dell'innovazione. Questa situazione, in linea di massima, è analoga a quella di molte altre zone rurali italiane. La peculiarità della Liguria consiste nel fatto che le zone rurali sono a breve distanza dalle zone costiere e urbane, a causa della particolare conformazione geografica della regione. Questa peculiarità costituisce ovviamente un'opportunità, che la strategia regionale intende valorizzare adeguatamente. Premesso ancora una volta che le diverse zone rurali della Liguria hanno caratteristiche diverse e quindi strategie di sviluppo diverse, si possono comunque citare alcuni obiettivi comuni: 1. integrazione tra agricoltura, selvicoltura, artigianato, ambiente, paesaggio e turismo, sia all'interno delle singole zone rurali, sia in relazione alle aree costiere e urbane, in modo da ampliare le opportunità per la fruizione dei prodotti locali e per la fruizione del territorio, attraverso il filo conduttore dei prodotti tipici e della qualità dell'ambiente; 2. tutela e conservazione degli elementi tradizionali del paesaggio rurale ligure; 3. rafforzamento dei servizi alla popolazione e all'economia rurale; 4. sviluppo di nuovi settori e di nuovi prodotti, fra cui la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche in cooperazione con altri territori. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 34 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto 3.1.2 - Sostegno alla creazione ed allo sviluppo delle micro-imprese – articolo 52, lettera a) punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Lo sviluppo economico e sociale delle aree rurali della Regione Liguria può essere incentivato anche attraverso la diffusione dell'imprenditorialità nei settori extra-agricoli. La nascita di nuove imprese nell'ambito delle attività connesse alle risorse del territorio rurale può creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita della popolazione residente. L'obiettivo della misura è pertanto quello di favorire la nascita, nelle zone rurali, di microimprese che operino nella valorizzazione delle risorse locali attraverso la trasformazione e commercializzazione dei prodotti locali, l'artigianato, il turismo, la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili di origine locale, la salvaguardia e la valorizzazione dell'ambiente naturale. Contenuto della misura Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi: 1. ammodernamento dei frantoi oleari che lavorano prevalentemente in conto terzi; 2. investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non classificabili come prodotti agricoli ai sensi dell'allegato 1 al trattato CE; 3. investimenti in attività ricettive extra-alberghiere (bed and breakfast, affittacamere, rifugi alpini ed escursionistici, ostelli per la gioventù, case e appartamenti per le vacanze, aree attrezzate per la sosta di caravan e autocaravan) nonché in attività ricettive alberghiere limitatamente alle locande; 4. investimenti in attività di ristorazione; 5. investimenti in imprese dedite alla produzione e/o installazione di caldaie e attrezzature destinate alla produzione di energia a partire dalle biomasse prodotte in loco; 6. investimenti per la diversificazione dell'attività delle imprese forestali in attività di ripristino e manutenzione degli ambienti naturali, di educazione ambientale e turismo naturalistico; 7. investimenti in attività artigianali legate alla valorizzazione e alla salvaguardia della rete natura 2000; 8. investimenti in attività legate alla crescita delle conoscenze naturalistiche 9. premio "una tantum" di insediamento per giovani imprenditori forestali, che si insediano nelle rispettive imprese, erogato conformemente a quanto stabilito dalla misura 112 - insediamento di giovani agricoltori; Condizioni di ammissibilità Gli investimenti di cui al punto 4 sono limitati alle imprese che partecipano a progetti integrati finalizzati alla valorizzazione dei prodotti tipici o biologici. Per gli investimenti di cui al punto 6), gli aiuti sono limitati alle attrezzature specifiche. In caso di macchine motrici, l'investimento è limitato a un incremento complessivo della potenza parco macchine aziendale non superiore al 30% di quanto necessita per l'attività forestale aziendale. Beneficiari potenziali Microimprese singole o associate ai sensi della raccomandazione n. 2003/361/CE. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 35 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Aree di operatività Gli interventi di cui ai punti 3) e 4) sono limitati alle zone svantaggiate ricadenti in comuni non costieri. Questa limitazione non si applica agli interventi inseriti in progetti integrati finalizzati alla valorizzazione dei prodotti tipici o biologici. 3.1.3 - Incentivazione di attività turistiche - articolo 52, lettera a) punto iii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Obiettivo della misura è l'incentivazione delle attività turistiche attraverso la valorizzazione e la promozione del patrimonio ambientale, naturale e storico-culturale delle aree rurali. La diversificazione delle attività rurali nel turismo rappresenta un importante motore di sviluppo socio-economico delle aree rurali medesime. Contenuto della misura L'aiuto sarà accordato per interventi relativi a: 1. infrastrutture su piccola scala quali centri d'informazione e segnaletica stradale indicante destinazioni turistiche; 2. infrastrutture ricreative quali quelle che permettono l'accesso ad aree naturali, con servizi di piccola ricettività, ad esempio: a. Ristrutturazione e potenziamento di strutture da adibire a centri attrezzati per le attività sportive e ricreative legate alla fruizione delle risorse ambientali dell'area (ad esempio: canoistica, palestre di roccia, rafting, bird watching, eccetera); b. Realizzazione di aree attrezzate ad uso picnic, piste ciclabili, piste per lo sci di fondo, percorsi escursionistici per trekking, mountan bike, ippoturismo, ecc. c. Creazione di aree attrezzate di sosta per caravan e autocaravan; 3. sviluppo e/o commercializzazione di servizi turistici inerenti al turismo rurale quali ad esempio: a. Interventi di miglioramento dei collegamenti costa-entroterra e del sistema dei trasporti zonali e locali finalizzati alla fruizione turistica del territorio come per esempio: noleggio bus-navetta ecologici a chiamata; b. Innovazione tecnologica nei servizi turistici, con particolare riferimento all'informatica e alla telematica come per esempio: software, tecniche e sistemi di teleprenotazione di posti letto, sviluppo dell'e-commerce ecc.; c. Realizzazione di campagne di informazione in forma aggregata e di carattere comprensoriale: partecipazione a fiere e workshop di settore, predisposizione materiale informativo, realizzazione educational tour mirati; d. Realizzazione di progetti pilota per lo sviluppo turistico dell'area rurale; e. Organizzazione a livello aggregato di servizi di promozione, ricezione, accoglienza, accompagnamento, animazione turistica e altre attività connesse alle esigenze delle imprese turistiche; f. Studi di settore finalizzati allo sviluppo dell'offerta turistica quali per esempio piani e progetti di marketing turistico, studi di destination management, indagini di mercato per il turismo ecc; g. Progettazione e realizzazione di card turistiche e di carte dell'ospite per facilitare la fruizione da parte dei visitatori dell'offerta turistica locale; h. Creazione marchi di qualità e marchi di prodotto e loro commercializzazione, Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 36 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Beneficiari potenziali • • • • Imprese del settore turistico o agrituristico in forma associata; Gruppi di azione locale e altri partenariati misti pubblico-privato; Enti pubblici; Sistemi Turistici Locali. Zonizzazione Zone rurali Gruppo 2 Misure intese a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali 3.2.1 - Servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale – articolo 52 lettera b) punto i) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Lo sviluppo economico e sociale delle aree rurali della Regione Liguria può essere sostenuto anche attraverso la diffusione di servizi alle imprese e alla popolazione residente. L'obiettivo della misura è pertanto quello di favorire la nascita di servizi alle imprese e di servizi alla popolazione nelle zone rurali. Verranno favorite le iniziative realizzate da privati e le iniziative polivalenti, che riducono i costi unitari delle prestazioni e risultano pertanto economicamente più sostenibili. Contenuto della misura Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi: A. servizi alle imprese: 1. costituzione di reti locali per favorire la cooperazione tra imprese, l'accesso ai mercati, l'aggiornamento tecnico, la diffusione di internet; 2. servizi di tipo ambientale quali raccolta e trattamento di rifiuti speciali e reflui provenienti dalle attività agricole e artigianali, riutilizzo di sottoprodotti, reti locali di distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili; 3. servizi di tipo analitico e specialistico finalizzati alla sicurezza alimentare; 4. costituzione e primo funzionamento di osservatori economici relativi all'agricoltura e all'economia rurale; B. servizi alla popolazione: 1. avvio di nuovi esercizi, o integrazione di attività esistenti, sia pubbliche che private, allo scopo di costituire servizi polivalenti che comprendono servizi postali e bancari, postazioni internet, recapito di prodotti, consegna di farmaci, e altri servizi di interesse pubblico o collettivo; 2. sviluppo di servizi integrativi finalizzati alla cura e all'assistenza di bambini, anziani e persone non autosufficienti; 3. sviluppo di servizi integrativi del trasporto pubblico; Sono ammissibili a contributo i soli investimenti. Beneficiari potenziali • • Sezione A): piccole e medie imprese singole o associate Sezione B): enti pubblici locali, piccole e medie imprese singole o associate Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 37 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Aree di operatività Zone rurali. Intensità dell'aiuto L'aiuto alle piccole e medie imprese è pari al 40% della spesa ammissibile, nei limiti del regime "de minimis" di cui alle pertinenti norme comunitarie. Nel caso il beneficiario sia un ente pubblico locale, il contributo è concesso fino a un massimo dell'80% della spesa ammissibile e per un volume massimo di investimento di 400.000 euro. 3.2.2 - Rinnovo e sviluppo dei villaggi – articolo 52, lettera b) punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura Per favorire il miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e quindi per favorire l'insediamento di comunità vitali si rende necessario migliorare il livello delle infrastrutture nei borghi rurali a rischio di spopolamento. In particolare le infrastrutture su cui risulta prioritario intervenire sono le seguenti: viabilità, acquedotti potabili, fognature, reti locali per la produzione e la distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, reti locali per l'accesso a internet. Inoltre, per favorire lo sviluppo turistico di questi borghi si rende necessario migliorare l'arredo urbano e favorire il recupero di edifici storici per localizzare attività culturali e promozionali. Contenuto della misura Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi: A. infrastrutture civili: 1. viabilità per l'accesso ai borghi rurali e viabilità pubblica interna dei borghi rurali; 2. acquedotti potabili a servizio di borghi rurali; 3. fognature a servizio di borghi rurali; 4. reti locali per la produzione e la distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili; 5. reti locali per l'accesso a internet a servizio di borghi rurali; B. interventi per favorire lo sviluppo turistico: 1. miglioramento dell'arredo urbano dei borghi rurali; 2. recupero di edifici storici di proprietà pubblica per localizzare attività culturali e promozionali. Sono ammissibili a contributo i soli investimenti. Condizioni di ammissibilità Gli interventi di cui alle lettere A) punti 4 e 5 e B) punto 1 sono ammissibili solo se inseriti in programmi organici di intervento predisposti, all'interno di progetti integrati finalizzati alla valorizzazione di prodotti tipici e biologici, all'energia, allo sviluppo dell'entroterra e alla valorizzazione naturalistica. Beneficiari potenziali Enti pubblici locali. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 38 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Aree di operatività Frazioni rurali ricadenti in Comuni con meno di 2.000 abitanti posti nelle zone rurali della Liguria. Gli interventi di cui alle lettere A), punto 4 e B) punto 2 possono essere realizzati in tutto il territorio dei comuni con meno di 4000 abitanti posti nelle zone rurali della Liguria. Intensità dell'aiuto L'aiuto è concesso fino a un massimo dell'80% della spesa ammissibile. Per gli interventi di cui alla lettera A), punti 1, 2 e 3 può essere elevato sino al 90%. Il volume massimo di investimento ammesso è pari a 1.000.000 euro. 3.2.3 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – articolo 52, lettera b) punto iii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 Scopo della misura L'obiettivo della misura consiste nella predisposizione degli strumenti di protezione e gestione dei siti Natura 2000 e di altri luoghi di elevato valore naturalistico, nella realizzazione di investimenti per la tutela della cultura rurale nonché degli elementi tradizionali del paesaggio rurale ligure, con particolare riferimento ai muri a secco per il sostegno dei terreni in pendio. Contenuto della misura Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi: A. tutela e riqualificazione del patrimonio naturalistico: 1. predisposizione degli strumenti di protezione e gestione delle aree Natura 2000, delle aree parco e delle altre aree di grande pregio naturale; 2. investimenti associati alla riqualificazione e ripristino del patrimonio naturale e allo sviluppo di siti di elevato valore naturalistico, importanti in particolare per il potenziamento delle connessioni ecologiche; B. tutela del patrimonio culturale e del paesaggio rurale: 1. ripristino dei muri a secco per il sostegno dei terreni in pendio e delle opere di regimazione idrica strettamente connesse alla stabilità dei muri a secco; 2. recupero e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e archeologico. Condizioni di ammissibilità Sono ammissibili solo gli interventi inseriti in progetti integrati relativi alla valorizzazione di prodotti tipici e biologici, all'energia, allo sviluppo dell'entroterra, alla riqualificazione naturalistica, al turismo naturalistico, all'agricoltura e alla selvicoltura di presidio territoriale. Per gli interventi riconducibili alla lettera B) punto 1) potranno essere ammessi anche investimenti non collegati a progetti integrati. Beneficiari potenziali Enti pubblici locali, organismi di gestione dei siti Natura 2000 Limitatamente all'intervento B1 sono ammessi anche interventi realizzati da proprietari o possessori dei terreni Aree di operatività • Sezione A: siti Natura 2000, aree parco e altre aree di grande pregio naturale posti nelle Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 39 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto • aree rurali della Liguria. Sezione B: aree rurali della Liguria. Intensità dell'aiuto L'aiuto è concesso fino a un massimo delle percentuali di seguito elencate per singole tipologie d intervento: • • • • • • Punto A 1 80 % con un limite di investimento massimo di 50.000 Euro Punto A 2 60 % con un limite di investimento massimo di 50.000 Euro Punto B 1: investimenti realizzati da privati proprietari o possessori dei terreni all'interno delle aree svantaggiate 40 % con un limite di investimento massimo di 50.000 Euro Punto B 1: investimenti realizzati da privati proprietari o possessori dei terreni al di fuori delle aree svantaggiate 50 % con un limite di investimento di 50.000 Euro Punto B 1: investimenti realizzati da enti pubblici 80 % con un limite di investimento massimo di 1.000.000 Euro Punto B 2 60 % con un limite di investimento massimo di 200.000 Euro. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 40 SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto Appendice II Valutazioni sulla mappatura degli habitat La realizzazione della mappatura di individuazione delle specie e degli habitat maggiormente rappresentativi nelle aree dei Monti Caucaso e Ramaceto ha comportato affrontare alcune questioni tecniche relative alla visualizzazione dei simboli che a piccola scala sovrastano quasi l'estensione dei SIC, la soluzione scelta è quella di rendere visibili i tematismi solo ad una determinata scala di rappresentazione. I simboli adottati sono semplici: albero per le piante, montagnetta per l'habitat puntiforme, conchiglietta per l'animale. Relativamente alle indicazioni delle linee guida per la gestione delle aree SIC non ci sono altri elementi da aggiungere come suggerimenti pratici, soprattutto per lo pteridieto una volta delimitata l'area di estensione (vedi cartografia), avendo indicato come area target la zona circostante lo stallone di Carlin ed avendo affrontato nello sviluppo del discorso relativo a pteridium, le varie possibilità di intervento, la relazione specifica contiene già elementi sufficienti per stilare linee guida per questo tipo di aree. Fatta salva l'opportunità di approfondire con ulteriori ricerche il tema dello pteridium, la ricerca è stata accurata, anche a partire da una la bibliografia abbastanza ampia per le praterie e le lande a calluna vulgaris, potrebbe essere implementato il discorso sulla localizzazione degli interventi, non è facile definire misure compensative (tipo quelle che vengono espresse nelle relazioni di incidenza) o interventi gestionali che vadano oltre suggerimenti legati all'osservazione delle dinamiche vegetazionali in corso oggi. Possono essere riportati interventi volti per esempio alla razionalizzazione dei punti di abbeveraggio per non affollare con danno all'intorno (azoto e calpestio) le poche aree esistenti, alla creazione di recinzioni delle aree di pascolo, al ripristino delle vie di accesso ora invase da pteridium per consentire ai pastori migliore sorveglianza degli animali, alla riduzione dei solchi provocati dall'erosione idrica a loro volta provocati da pascolo eccessivo, interventi tutti riconducibili ai piani di pascolamento più volte richiamati. Per maggiori dettagli si veda la mappa relativa agli ambiti bionaturalistici riportata in seguito. L'area dove sembra prioritario intervenire è l'enorme pteridieto del versante meridionale, dove sarebbe opportuno puntare l'attenzione sulle aziende pastorali e sulle connessioni delle attività di pascolo con il degrado attuale. Una volta ripristinata quest'area, con fondi ad esempio del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 (interventi agro-ambientali specifici per le zone SIC) ed ottenuto spazio per la pratica del pascolo (attraverso un adeguato piano di pascolamento), si potranno pianificare interventi in altre zone con una redistribuzione dei carichi, ma oggi intervenire per tutelare le praterie che vanno ad essere colonizzate dagli arbusti (aree ecotonali) e impoverite dal pascolo, quando si potrebbe disporre di ampie aree a pascolo e foraggio comode, si andrebbe verso una diminuzione della biodiversità. Bisogna poi fare attenzione alla fattibilità, in termini di tempo, risorse economiche e facilità di applicazione (considerate le peculiarità morfologiche), degli interventi di decespugliamento, di mantenimento dei contatti con creazione di corridoi ecologici fra le praterie con la riduzione dei boschi e degli arbusteti che stanno gradatamente colonizzando il versante. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 41 ◊ Isoletta ö Ventarola ö ◊ ö öö ◊ ö ö öö ö ö ö ö ö ◊ ö ö ö ◊ ö ö ö Castello Alvari Favale di Màlvaro ö öö ö ö ö ö ö ö◊ ö ◊ ◊ ö ö Canavissolo Acero Monteghirfo Castagnelo Lòrsica ö ö ö ö ö ö ö ö Caprile ö ◊ ö ◊ öö ö öö ö ö ö Moconesi ö ö ö ö Acqua di Sopra Cornia Croce d'Orero Costa Secca Ferrada Habitat specifici ◊ Animali ö ö Làrvego Lomà ö Case Terenzana ö Villagrande di Cichero (11) Piante (85) Puntiforme (10) Classificazione Natura 2000 Cicagna ö ö ö ö öö ö ö öö ö Orero Isolona 4030 (9) 6210 (26) Monleone Chiapparino Costa di Soglio ◊ Calcinaia Baranzuolo Gnorecco Pregi Mezzavalle SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto La carta bionaturalistica delle aree oggetto di studio nei siti di importanza comunaria Monte Caucaso e Monte Ramaceto La cartografia realizzata ricalca la tipologia già in uso da Regione Liguria e Università di Genova definita come Carta Bionaturalistica della Regione Liguria (CBRL). Il materiale prodotto con il Software MapInfo 6.5 riporta i dati relativi al SIC Monte Caucaso ed al SIC Monte Ramaceto. Nel dettaglio: SIC Monte Caucaso − 49 segnalazioni (42 inedite, 7 dalla CBRL) così ripartite: o 36 specie vegetali (5 CBRL) o 8 specie animali (2 CBRL) o 4 habitat SIC Monte Ramaceto − 57 segnalazioni (51 inedite, 6 dalla CBRL) così ripartite: o 46 specie vegetali (4 CBRL) o 3 specie animali (2 CBRL) o 6 habitat Ciascuna segnalazione viene descritta nel seguente modo ID: identificativo (chiave primaria dell'archivio) Tipo: animale, vegetale, habitat Ambito: prateria, bosco misto, etc. Nome specie Località: sulla base della cartografia al 25.000 ed al 10.000, per quei casi in cui non è individuabile nelle vicinanze una località geografica si indica in generale l’ambito geografico (Ramaceto, versanti orientali, etc.) Sono inoltre state realizzate le carte delle aree ascrivibili agli habitat studiati e quindi, per quel che riguarda questi, di maggior pregio e potenzialità naturalistica. Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat 42