linee guida per la gestione

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linee guida per la gestione
RETE
NATURA
2000
SIC MONTE CAUCASO E MONTE RAMACETO
LINEE GUIDA
PER
LA
GESTIONE
E ILMIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ
AMBIENTALE DEGLI HABITAT
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“Valorizzazione e promozione dei siti Caucaso e Ramaceto”
Linee guida per la gestione delle aree SIC e
individuazione degli interventi per la
gestione e il miglioramento della
qualità ambientale degli habitat
(attività 3.2.1 e 1.2.2)
Progetto cofinanziato dall’Unione Europea con fondi FESR
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
“Valorizzazione e promozione dei siti Caucaso e Ramaceto”
Linee guida per la gestione delle aree SIC e
individuazione degli interventi per la
gestione e il miglioramento della
qualità ambientale degli habitat
(attività 3.2.1 e 1.2.2)
Progetto cofinanziato dall’Unione Europea con fondi FESR
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
1
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Sommario
Presentazione ...................................................................................................................................... 3
Le rilevazioni naturalistiche: prime indicazioni.............................................................................. 4
I risultati delle rilevazioni naturalistiche ..................................................................................... 4
Gli studi di ecologia storica............................................................................................................... 7
Valutazioni conclusive................................................................................................................... 9
Linee guida per la gestione - gli aspetti agronomici.....................................................................10
Analisi ............................................................................................................................................10
Obiettivi e interventi....................................................................................................................11
Conclusioni agronomiche...........................................................................................................12
Appendice I Il Piano di sviluppo rurale 2007-2013 e i SIC .......................................................14
Misure del Piano regionale di Sviluppo Rurale che si ricollegano alle aree dei Siti di
importanza comunitaria (sic)......................................................................................................14
Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale ..................................................18
Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale Gruppo 2 - Misure
finalizzate all'uso sostenibile dei terreni forestali.....................................................................27
Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale
Gruppo 1 Misure per la diversificazione dell'economia rurale..............................................34
Gruppo 2 Misure intese a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali..........................37
Appendice II Valutazioni sulla mappatura degli habitat.............................................................41
La carta bionaturalistica delle aree oggetto di studio nei siti di importanza
comunaria Monte Caucaso e Monte Ramaceto.......................................................................42
Committente
Referente amministrativo
Responsabile scientifico
Comunità Montana Fontanabuona
Dott. Franco Amadori
Dott.ClaudiaVaccarezza
Versione
Date
Responsabilità
Autori del documento
Attività Descrizione
1.0
Inizio progetto
Responsabile della
commessa
Mariacristina
Bruzzone
1.2.2
Settembre 2005
C. Giusso
Matteo Graziani
Roberta Cevasco
Verifica e
data
Prima red.
documento
Coordinamento
Novembre 2006
Carlo Bertelli
Emanuele
Biggi(contributo da
relazione scientifica)
Raffaella Spinetta
Stefania Notarnicola
Rif. file
3.2.1
Individuazione
degli interventi
per la gestione e
il miglioramento
della qualità
ambientale degli
habitat
Individuazione
delle linee guida
per la gestione
delle aree SIC e
integrazione con
regolamenti
ZRC.
Indicazione per
piani di gestione
e valutazione di
incidenza.
file://lm/data3/sic_fontanabuona/Linee_guida.doc
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
2
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Presentazione
Le due attività descritte rispettivamente in:
Attività 1.2.2 – Individuazione degli interventi per la gestione e il miglioramento della qualità
ambientale degli habitat;
Attività 3.2.1 – Individuazione delle linee guida per la gestione delle aree SIC e integrazione
con regolamenti per ZRC. Indicazioni per piani di gestione e valutazioni di
incidenza
hanno dato luogo a un risultato unitario. In effetti, il percorso che conduce dalle indagini
naturalistiche ai piani di gestione dei due SIC appare tutt’altro che semplice. Proprio per
questo abbiamo voluto evitare di proporre orientamenti divergenti, nonostante gli approcci
disciplinari fossero in parte diversi.
A tal fine abbiamo condotto con la Provincia di Genova un percorso di elaborazione che è
stato largamente favorito dalla disponibilità degli specialisti coinvolti, ma anche da una base di
riferimento comune, costituita dagli studi di incidenza per le ZRC (condotti dal prof. Mariotti
per la Provincia di Genova) e dagli studi per la redazione del Piano faunistico venatorio,
condotti dal Laboratorio di storia e archeologia ambientale (LASA) dell’Università di Genova,
con il quale abbiamo realizzato il poster sui pascoli del Ramaceto e abbiamo elaborato gli studi
etnobotanici che hanno dato luogo agli indirizzi riportati al capitolo 2.
L’intera questione è stata poi condotta su un piano di confronto interdisciplinare dall’attenta e
puntuale riflessione della geografa Mariacristina Bruzzone. Dobbiamo a lei la redazione delle
sintesi riportate al capitolo 1, “Le rilevazioni naturalistiche: prime indicazioni”, testo con il
quale si evidenziano i risultati delle indagini di settore.
Un percorso analogo è stato poi condotto da Matteo Graziani che ha affrontato in particolare
il tema degli habitat 4030 e 6210, con particolare riferimento alle attività di gestione dei
pascoli. I risultati delle sue indagini, riportate all'appendice cartografica, hanno costituito il
punto di connessione tra i due ambiti di studio.
Le conclusioni operative sono state poi affidate all’agronomo Stefania Notarnicola. La sintesi
delle valutazioni condotte guarda direttamente alle condizioni operative degli enti gestori, con
un continuo riferimento alle condizioni delle aziende agricole e forestali e con un diretto
controllo della fattibilità finanziaria degli interventi proposti a partire da una escussione del
Piano di sviluppo rurale 2007-2013, ormai in corso di approvazione1.
I risultati del lavoro evidenziano la convergenza in atto tra gli indirizzi di gestione dei SIC e le
attività condotte dalla Provincia e dall’Ambito di caccia n. 2. Essi rimandano tuttavia a un
intervento più diretto e condiviso da parte della Comunità montana e delle aziende.
1
Una dettagliata esposizione delle possibilità fornite dal PSR è inoltre riportata in appendice, a partire dagli studi
effettuati da M.C. Bruzzone.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Le rilevazioni naturalistiche: prime indicazioni
sintesi a cura di Mariacristina Bruzzone, contributi scientifici di Matteo Graziani, Emanuele Biggi, Raffaella
Spinetta
I risultati delle rilevazioni naturalistiche
Le linee guida hanno la finalità di fornire indicazioni utili ed organiche agli Enti Locali e a tutti
gli attori coinvolti negli ambiti afferenti alla Rete natura 2000, per la stesura del piano di
gestione con cui si andranno ad individuare le modalità idonee per attuare le misure necessarie
al mantenimento degli Habitat delle specie presenti nei SIC.
Strumenti necessari per l'individuazione delle linee guida sono gli studi scientifici eseguiti da
esperti che consentono di comporre il quadro conoscitivo in cui sono specificate, per ogni Sic,
le diverse caratteristiche geografiche, biologiche, economiche e territoriali urbanistiche.
Gli studi naturalistici condotti nell'ambito del progetto della Comunità Fontanabuona
"Valorizzazione e Promozione dei Siti Caucaso e Ramaceto" sono stati effettuati da Esperti
con l'obiettivo di acquisire maggiori conoscenze sugli aspetti naturalistico-ambientali del
territorio dei due siti.
Il secolare insediamento antropico ha apportato nel tempo marcate modificazioni al territorio,
alla vegetazione e alla fauna diffuse nel perimetro dei due Siti; si tratta principalmente di
attività agro-silvo-pastorali legate all'utilizzo delle aree prative per il pascolo (ovino, caprino e
bovino), alle pratiche del fuoco, al disboscamento per l'utilizzo del legname e all'apertura di
sentieri e strade che mettevano in comunicazione la fascia costiera con l'entroterra e le Regioni
limitrofe.
Questi cambiamenti hanno portato alla riduzione o alla scomparsa di specie vegetali e animali
e all'introduzione di nuove specie che nel tempo si sono adattate alle condizioni ambientali o
addirittura rafforzato le loro capacità di riproduzione o resistenza a condizioni avverse.
I cambiamenti in atto sono favoriti principalmente dall'abbandono dei pascoli e delle pratiche
agricole iniziato il secolo scorso con lo sviluppo industriale, che ha favorito lo spostamento
della popolazione nei luoghi dello sviluppo economico (fascia costiera) decretando un lento
abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali e un aumento dei dissesti idrogeologici.
Gli studi botanici
Gli studi sulla flora e la vegetazione hanno evidenziato:
• Una rilevante presenza di formazioni alloctone invasive (Pteridium aquilinum, Calluna
vulgaris, Vaccinium mirtillus, Erica carnea, Brachypodium genuense) nelle zone dove la pratica
del fuoco controllato, ripetuta più anni di seguito, ed il pascolo eccessivo hanno
alterato il substrato e contribuito a selezionare così ulteriormente le specie presenti.
• Specie floristiche di notevole importanza tra cui si annoverano Sedum monregalense, raro
endemita, numerose altre specie di interesse conservazionistico come Campanula
medium, Erytronium dens-canis e diverse specie di orchidee.
Nella Rete Natura 2000 le attività pastorali svolte secondo criteri di piena ecosostenibilità sono
riconosciute come fattori fondamentali per la conservazione e il miglioramento delle qualità
paesistiche e ambientali, della biodiversità generale e soprattutto di diversi habitat e specie che
dipendono proprio dal pascolamento per la loro sopravvivenza.
Sulla base di questa premessa la gestione dei siti della rete Natura 2000 dovrebbe tutelare e
promuovere il pascolo nelle aree e secondo modalità previste da misure di conservazione o,
meglio, piani di pascolamento.
Il miglioramento dell'equilibrio ecologico funzionale dell'habitat può attuarsi attraverso:
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
4
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
piani di pascolamento per un utilizzo razionale dei pascoli;
pratiche di sfalcio e decespugliamento stagionale o periodico;
interventi meccanici, laddove occorrano, per eliminare le formazioni alto arbustive;
recupero di aree abbandonate e invase da arbusti (sottoutilizzate) con un'attenta analisi
delle specie oggetto di conservazione da parte della Direttiva Habitat;
• interventi di ingegneria naturalistica, dove occorrano, per moderare l'erosione ad opera
delle acque dilavanti;
• salvaguardia di stazioni floristiche o ambiti di interesse naturalistico;
• collegamento al Piano di Sviluppo Rurale per promuovere un'agricoltura a basso
impatto ambientale.
Nelle aree in cui si trovano invece praterie di elevato valore naturalistico per la presenza di
specie fitogeograficamente interessanti e di habitat idonei alla vita di numerose specie animali,
occorrerà sensibilizzare la popolazione locale alla protezione e alla valorizzazione delle specie
attraverso:
• attività di educazione ambientale, rivolta soprattutto alle scuole e alle famiglie, con
interventi di esperti naturalisti, che attraverso un linguaggio comprensivo sensibilizzino
le future generazioni;
• Incontri con esperti per la Comunità Locale per affrontare tematiche sul Territorio;
• Sportelli di informazione per agricoltori, per i residenti;
• Manifestazioni, convegni naturalistici.
•
•
•
•
Le rilevazioni zoologiche
All'interno dei due Sic, sono stati condotti studi naturalistici su specie faunistiche importanti:
• la Bombina Pachypus, endemismo Italiano, considerato vulnerabile e minacciato a causa
della scomparsa del suo sito riproduttivo, le zone umide;
• rapaci, rapaci migratori, con particolare richiamo all'attenzione della presenza
dell'Aquila reale.
Dagli studi emergono la priorità di salvaguardare la presenza delle diverse specie preservando
in primis quello che è il loro habitat.
Per quanto riguarda la Bombina Pachypus è opportuno:
• evitare il passaggio nelle zone di popolamento e riproduzione delle specie di piste da
trekking o mountain bike, nonché di escursioni didattiche, sul sentiero che porta ai due
siti di Caprile. B. pachypus è altamente vulnerabile ed un prelievo anche minimo di
esemplari adulti comporterebbe una situazione di pericolo per la sopravvivenza stessa
della specie.
• Mantenere le pozze in cui la specie è presente in uno stato di semi-esposizione ai raggi
solari, in modo da favorire la specie. Allo stato attuale la popolazione gode di ottima
salute pertanto occorre non abusare con il taglio dei rami, in modo da evitare
un'eccessiva evaporazione durante i mesi estivi.
• Bombina pachypus, così come molte altre specie di Anfibi (tra cui Rana italica), non
sopporta la convivenza con specie ittiche e tende ad abbandonare i siti in cui esse sono
presenti. L'immissione di specie alloctone non è pertanto consigliabile e le giovani
trote già presenti nel sito vanno al più presto rimosse per non disturbare le
popolazioni di Anfibi del sito.
• Vista la situazione di generale regressione della specie in Liguria sarebbe opportuno
considerare la possibilità di allestire siti artificiali per il ripopolamento della specie con
la creazione di pozze laterali in corrispondenza di corsi d'acqua idonei o la creazione di
pozze ex-novo.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Sarebbe anche opportuno prendere contatti coi privati locali in modo che vengano
ripristinati gli specchi d'acqua un tempo utilizzati come fonte idrica per la preparazione
del "verde-rame" e per abbeverare gli animali domestici.
Per quanto riguarda l'avifauna:
• Promuovere miglioramenti strutturali di fitocenosi boschive degradate;
• Mantenere le radure degli habitat boschivi relitti attraverso interventi naturalistici;
• Tutelare le fitocenosi boschive mature anche se di ridotta estensione tipi di
conduzione ad alto fusto e interventi migliorativi della struttura del bosco (ambito
collinare);
• Restituzione di aree incolte per la creazione di aree di foraggiamento e ricostituzione di
fitocenosi ripariali complesse ed estese (ambito collinare, da collegarsi alle linee di
gestione evidenziate per il mantenimento delle aree prative e dei pascoli);
• Conservazione e ripristino dei pascoli abbandonati, ambienti utilizzati da diverse
specie di rapaci migratori e non (poiana, gheppio, albanella minore, aquila, ecc.) come
sito di alimentazione preferenziale nel periodo post-riproduttivo;
• Tutela delle formazioni forestali ad alto fusto (querceti, castagneti da frutto e anche
rimboschimenti di conifere che ormai hanno raggiunto un certo grado di maturità);
• Una maggiore sorveglianza è inoltre necessaria per combattere il bracconaggio ancora
parzialmente diffuso nei confronti di molte specie;
• La messa in opera di appositi nidi artificiali studiati per specie ciascuna specie da
posizionare in aree vocate, previo accertamento della disponibilità trofica locale.
Inoltre, per la protezione delle varie specie e il miglioramento dei loro habitat, sarà
opportuno:
• Sensibilizzare la popolazione locale sulla conoscenza delle specie presenti sul territorio
dei due SIC. Pertanto è altamente consigliabile l'allestimento di materiale informativo e
l'attuazione di programmi didattici nelle scuole elementari e medie per la
sensibilizzazione delle fasce di età più basse ma più facilmente attratte dalle tematiche
conservazionistiche.
• Allestire all'interno dei Sic, in prossimità di punti di raccolta di turisti ed escursionisti,
un'adeguata pannellistica in grado di segnalare la presenza delle specie più interessanti,
con brevi note sulla loro biologia e sull'habitat.
• Monitorare ed effettuare ricerche continue coinvolgendo, oltre a personale scientifico,
guardie ecologiche volontarie, (per quanto riguarda i vertebrati, in questo caso avifauna
a forte e medio grado di tutela, il coinvolgimento di cacciatori, agricoltori e studiosi
locali permetterebbe una stima puntuale della crescita delle popolazioni di vertebrati in
un trend temporale significativo);
• Aggiornare in maniera continua l'archivio di dati e la relativa cartografia (GIS), sullo
stato degli habitat e le dinamiche in corso;
• Costituire una "Rete" con le Aree Protette limitrofe per pianificare interventi di
protezione ambientale degli habitat.
•
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
6
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Gli studi di ecologia storica
Pascoli - Habitat 6210 Festuco-Brometalia2
Sono estesi in particolare nel versante Ovest del M.Ramaceto. Si tratta - se letti in prospettiva
storica - di pascoli "antichi", documentati dalla cartografia storica in continuità da almeno 180
anni, utilizzati in passato da greggi bovine e ovi-caprine stanziali e transumanti, oggi
decisamente sottoutilizzati.
Tali formazioni sono il prodotto storico, l'eredità di sistemi di gestione della risorsa erbacea e
arbustiva, in particolare sistemi di alpeggio, monticazione e sfalcio legati agli insediamenti
temporanei di quota, in progressivo abbandono dagli anni 1950-1960 ("casoni"). Si
mantengono grazie a residue attività di pascolo (mucche da Caprile di Lorsica e Cichero, capre
da Cichero) e alla pratica del fuoco.
Indicazioni gestionali:
Per mantenere l'habitat 6210 è indispensabile recuperare e incentivare il pascolo ovi-caprino
che ha costituito fino oltre il secondo dopoguerra la pratica comune di gestione dei pascoli più
ripidi e rocciosi, e di quello bovino per i pascoli più pianeggianti.
Come hanno mostrato studi recenti di ecologia storica svolti nell'Appennino ligure-emiliano, il
recupero delle attività di pascolo, in particolare del pascolo ovicaprino oggi molto ridotto,
consentirà il contenimento del brachipodio (favorito dall'abbandono e dal fuoco) e la
conservazione di specie di pregio, di piccola taglia, tipiche dei pascoli antichi come le genziane
(Gentiana kochiana), genzianelle (Gentianella campestris), orchidee, garofanini, il piede di gatto
(Antennaria dioica), il timo serpillo, i Sedum, le foraggere (come Lotus corniculatus e Hippocrepis
comosa), ovvero le specie dei Festuco-Brometalia che si intendono conservare nel SIC. Nei
pascoli abbandonati, infatti, la biomassa erbacea non più asportata dal bestiame si accumula
causando ombra e aumento dell'umidità a discapito delle specie suddette e a favore del
brachipodio e di poche specie invadenti. Inoltre aumentano gli arbusti e dunque il
combustibile infiammabile a disposizione degli incendi incontrollati. In tale contesto si
inserisce la proposta di sperimentazione dell'incendio controllato, in deroga alle normative
vigenti, come già proposto e accolto nel PFV della Provincia di Genova (2001). Come succede
in Francia, per prevenire il fuoco incontrollato e gli incendi distruttivi, nei pascoli antichi si
dovrebbe puntare alla reintroduzione di un appropriato regime di fuoco "controllato", con
monitoraggio di ciascun sito interessato dall'esperimento.
Gli effetti del pascolo e del fuoco controllato sulla biodiversità e la stabilità del suolo
dovranno essere monitorati. Da prevedere la elaborazione di Piani di pascolamento
differenziati.
Prati da sfalcio
Occupano attualmente, alla base dell'anfiteatro del Ramaceto, quelli che fino agli anni 1960
erano campi coltivati. Lo sfalcio e il pascolo bovino, correttamente praticati, vanno mantenuti
e incentivati, ricercando localmente nuove forme di cooperazione (ev. forme consortili) per
allargare il campo degli interventi e contenere i danni da cinghiale, in sinergia con gli obiettivi
2
Si rileva che rispetto alla letteratura botanica sull'habitat citato il caso in analisi evidenzia un substrato arenaceo
in luogo di quello calcareo.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
della gestione faunistico-venatoria. Lo sfalcio sarebbe inoltre da incentivare anche in altri siti,
dove era comunemente praticato ed è oggi abbandonato.
Praterie a Pteridium aquilinum
Sono diffuse soprattutto alla base del Ramaceto, dove occupano un'ampia fascia soprastante le
piane manutenute dei Prati di Cichero, e anche nelle coste orientali che salgono al Ramaceto,
localizzandosi nelle aree più pianeggianti, umide, profonde e fertili, occupate sino agli anni
1950-1960 da pascoli in efficienza. La loro diffusione è legata all'abbandono delle attività di
pascolo. In questo contesto di forte abbandono, sono state e sono tuttora favorite dal fuoco.
Indicazioni gestionali:
Per contenere - a lungo termine - lo pterideto, sarebbe necessario avviarne il taglio
continuativo seguito da un intenso e corretto pascolo bovino nelle aree più pianeggianti e ovicaprino in quelle più ripide. L'indicazione relativa allo sfalcio e al pascolo bovino è in sintonia
con lo studio agronomico effettuato dall'Università di Torino negli anni 1990.
Lande a Erica arborea
Sono favorite, rispetto alla brughiera a Calluna e a mirtillo, dagli incendi distruttivi (non
controllati) e dalla successiva erosione del suolo.
Brughiere a Calluna vulgaris e a mirtillo
Occupano gli spazi degli antichi "gerbidi" della cartografia della prima metà dell'Ottocento.
Sono diffuse laddove persiste ancora qualche forma di pascolo ma tendono ad essere invase
dalla felce aquilina nelle aree abbandonate più pianeggianti, umide e fertili. Sarebbe da
monitorare la distribuzione del mirtillo rispetto al passato (sembra in contrazione).
Per il loro mantenimento, in equilibrio con le praterie, è necessario il pascolo e l'utilizzo del
fuoco controllato invernale, come dimostrano ampiamente le esperienze gestionali delle
brughiere in Scozia e Norvegia (finalizzate alla nidificazione della pernice - in Scozia - e a
procurare all'allevatore un foraggio invernale sempreverde - in Norvegia, cfr. Lygra 20053).
Sembra importante riconsiderare il ruolo di Calluna vulgaris come fonte di foraggio invernale
soprattutto per le pecore anche nella montagna ligure.
Alneti a ontano bianco
Sono diffusi nella parte avetana, dove, negli ultimi dieci anni, sono stati riconosciuti
dall'ecologia storica come tracce, eredità viventi del sistema estinto dell'alnocoltura, diffuso in
val d'Aveto sino alla fine dell'800.
Piccoli popolamenti di ontano bianco scavalcano lo spartiacque e si ritrovano anche nei
versanti a mare. Andrebbero valorizzati non solo per il loro interesse storico-ambientale, cioè
come traccia storica-archeologica di un sistema produttivo estinto, ma anche per la loro
valenza in funzione dell'avifauna di interesse venatorio (Scolopacidi), grazie alla fertilità che
inducono nel suolo1. Le zone umide interessanti per la beccaccia non sono infatti considerati
gli acquitrini permanenti ma piuttosto i suoli umidi, in grado di tenere l'umidità senza
ghiacciare. Fondamentale è la presenza di lombrichi e di sterco bovino in cui le beccacce
vanno a pasturare i vermi. Tali boschi umidi devono essere ciclicamente rinnovati tramite
ceduazioni, mantenendo ampie radure a prato sfalciate e pascolate per garantire quella
3
Lygra 2005: V. Vandvik - E. Heegaard - I. E. Måren - P. A. Aarrestad, Managing heterogeneity: the importance of
grazing and environmental variation on post-fire succession in heathlands, «Journal of Applied Ecology», Volume 42
Page 139, February 2005.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
8
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
diversità di habitat indispensabile alla specie2.
A questo habitat in particolare sembra anche legata la presenza di Gentiana asclepiadea.
Lembi di querceti con Quercus crenata
Forse sono le famose "teche" (Monte Techeio, Gran Carta 1852, oggi Cucca) che sarebbero
meritevoli di verifiche e approfondimenti, in accordo con gli studi effettuati sul sito di
Bargone.
9260 - Foreste con Castanea sativa
Laddove economicamente plausibile si propone di recuperare il castagneto ad alto fusto sia
per le castagne (recupero di vecchi impianti di alberi da frutto di varietà locali) sia per il
mantenimento di cotiche di interesse pabulare e floristico (si veda il caso assai significativo del
castagneto di Caprile di Lorsica dove le cure colturali del castagneto comprendono pratiche
documentate tra cui anche l'utilizzo del fuoco controllato. Per il recupero delle varietà coltivate
si consideri anche la sinergia con l'attività di molitura idraulica del frutto del castagno.
specchi acquei, pozze e altre raccolte d'acqua
La dinamica ambientale ed ecologica delle zone umide presenti nei SIC deve esser esplorata,
anche in funzione del loro ruolo nei confronti dei sistemi di pascolo stanziale e transumante.
Recenti ricerche attivate a partire da sollecitazioni dell'Unione Europea hanno mostrato
risultati assai più articolati e interessanti del solo profilo zoologico.
Valutazioni conclusive
Per una corretta gestione degli habitat in esame, si ritiene necessario impostare uno studio per
ricostruirne la storia alla scala topografica, individuando le pratiche e i modelli di gestione
"storici" che li hanno modellati nel tempo, conservati e trasmessi fino a noi.
Per raggiungere questo obiettivo si dovrà prevedere in prospettiva futura l'esplorazione e
l'analisi di:
• fonti orali: ricostruzione dei sistemi di alpeggio, monticazione e sfalcio, saperi locali su
pratiche, produzioni locali, ecc.
• archivi storici (documentazione testuale alla scala topografica)
• cartografia storica (compresa la documentazione catastale)
• fotografia storica
• flora e rilievi storici
• archivi biostratigrafici (zone umide)
Una volta raccolte queste informazioni:
Andranno contemporaneamente monitorati alla scala topografica su aree campione gli effetti
delle attività attuali che interessano gli habitat (pascolo, sfalcio, fuoco, cinghiale, fruizione
escursionistica, ecc) e di quelle attività eventualmente re-introdotte (incentivazione sfalcio,
pascolo ovi-caprino, fuoco controllato) attraverso una concertazione con gli operatori del
settore agro-pastorale e con gli allevatori locali.
Sembra importante la ricerca di nuove opportunità di mercato (da verificare se il PSR 20072013 offre tali spunti) per la valorizzazione di pratiche, risorse e prodotti della produzione
animale (casearia) legati alle aree di fienagione, pascolo ed alpeggio ovicaprino e bovino.
Da sottolineare le sinergie con la gestione faunistico venatoria e quelle con la gestione e
valorizzazione del patrimonio archeologico.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Linee guida per la gestione - gli aspetti agronomici
Analisi
L'attività agricola prevalente, nell'area indagata, è quella zootecnica.
L'allevamento viene praticato sul territorio del SIC del Monte Ramaceto da aziende che si
trovano nei Comuni di San Colombano Certenoli, Lorsica e Borzonasca. In particolare, nel
territorio di S. Colombano Certenoli le aziende sono localizzate nelle frazioni di: Celesia,
Calcinaia, Villagrande, Costa Calderaia, Case del Monte e Prati di Cichero. Per il Comune di
Lorsica, l'unica frazione compresa nel Sic è Caprile dove ancora insiste un'azienda i cui capi
vengono portati al pascolo. Nel Comune di Borzonasca sono invece interessate le frazioni
Recroso e Belpiano.
Dati da rilevazione agrotecnico Silvia Lavezzo Le aziende presentano la seguente consistenza e
sono così distribuite nei tre comuni:
Le razze bovine maggiormente rappresentate sono, per quelle da latte, la "Cabannina", la
"Bruna Alpina", la "Pezzata Rossa", la "Pezzata Nera" e la "Valdostana, mentre tra le razze da
carne le più frequenti sono la "Blu Belga" e la "Limousine".
In generale si registra una consistente diminuzione sia del numero di aziende zootecniche sia
del numero di capi per azienda.
Su diciotto aziende zootecniche solo tre, tutte localizzate nel comune di San Colombano
(frazione di Cichero), hanno particolare rilevanza nell'economia rurale dell'area: una indirizzata
alla produzione di carne, con circa 60 capi, e due per la produzione di latte (ovi-caprino, con
69 capi, e misto con 21 capi bovini e 36 caprini).
Per quanto riguarda l'utilizzo della risorsa "prati-pascolo" questa viene particolarmente
sottoutilizzata.
Gli allevatori, in alcuni casi, portano il bestiame al pascolo nelle aree limitrofe in prossimità
della propria abitazione, anche se negli ultimi tempi, si registra un incremento di coloro i quali,
nel periodo primaverile-estivo, fanno una "piccola transumanza", usufruendo delle malghe,
situate a Vallepiana, Perlezzi e Sopralacroce, tutte nel territorio comunale di Borzonasca.
Le aree utilizzate per lo sfalcio si trovano solitamente in prossimità delle abitazioni o delle
zone coltivate, dove sono condotte semine di prati polifiti di graminacee oppure monocolture
di erba medica o trifoglio.
Tradizionalmente la fienagione avviene 1-2 volte l'anno, nei periodi di maggio - giugno e
luglio- agosto.
Nelle tabelle che seguono sono specificati i valori delle "Unità Bovino Adulto" (UBA)
suddivise per territorio comunale. Con tale indice è possibile individuare la superficie di pratipascoli necessari per supportare l'impatto delle aziende zootecniche sull'area oggetto di analisi.
Conoscendo quindi il valore delle UBA per territorio comunale, è possibile calcare la
superficie di prato-pascolo necessaria per realizzare un allevamento zootecnico di tipo
estensivo.Comune di LorsicaComune di BorzonascaComune di San Colombano
Ipotizzando un carico bestiame massimo di 2 UBA/Ha, valore individuato come sostenibile
rispetto all'ambiente oggetto di indagine, sono necessari circa 70 ettari di superficie
foraggiera potenzialmente funzionale alle attività zootecniche presenti.
Facendo una breve analisi delle aree destinate ai prati-pascolo si rileva quanto segue. Le zone
maggiormente interessate al pascolo si trovano ai piedi del monte Ramaceto, in località Prati di
Cichero, e nel versante di Lorsica nei pressi di località Caprile dove il pascolo avviene
liberamente sui versanti occidentali del monte. Gli allevatori di Belpiano e di Recroso, in
comune di Borzonasca, utilizzano i pascoli e i prati in prossimità delle abitazioni. Superficie
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
10
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
foraggiera potenziale, in funzione delle uba attualmente allevate nell'area.
Tutte le aziende locali praticano lo sfalcio almeno una volta all'anno, in media due o tre volte.
Solitamente gli appezzamenti destinati a questa attività sono in luoghi facilmente accessibili,
vicino alle abitazioni o intorno alle stalle come nei casi di Baranzolo, Acero, Recroso, Caprile e
Calcinaia; in alta Val Cichero, lotti di terreno per lo sfalcio sono localizzati ai piedi del Monte
Ramaceto, in località Prati di Cichero, dove tradizionalmente viene effettuato un solo sfalcio
all'anno in agosto.
Obiettivi e interventi
La vulnerabilità individuata nelle schede dei SIC del monte Ramaceto e del monte Caucaso è
legata fondamentalmente a tre fattori:
• alta frequenza con cui si verificano incendi nell'area;
• possibile apertura di nuove strade;
• pascolo eccessivo.
Di seguito si analizza specificatamente l'aspetto agrosilvopastorale.
Il notevole grado di antropizzazione ha trasformato profondamente il paesaggio vegetale della
zona. Si rileva la necessità di un recupero produttivo, compatibile con l'ambiente: i tipi
vegetativi presenti denotano un relativo degrado dovuto in parte dal passaggio continuo del
fuoco nelle aree cuminali a pascolo. Il recupero e il miglioramento di queste ultime dovrà
tenere conto delle tendenze dinamiche delle comunità vegetali, che possono essere regressive
dove la pressione antropica sia intensa o invece evolutive con progressione verso il bosco ove
vi sia abbandono.
I tipi di struttura più diffusi sono le formazioni erbacee, le formazioni erbacee arbustive e i
boschi di latifoglie.
Le praterie sono in gran parte caratterizzate da Brachypodium rupestre, Carex caryophyllea ed
Euphorbia flavicoma: queste formazioni erbacee denotano una discreta umidità ambientale,
nonostante il substrato non abbia caratteristiche tali da permettere grosse riserve idriche. La
forte presenza di Brachypodium rupestre può comunque essere legata agli incendi, poiché tale
specie, tipicamente colonizzatrice e dotata di gemme ben protette sotto la superficie del suolo,
si avvantaggia proprio del passaggio del fuoco.
Alternata ai tratti prativi o più spesso "sovrapposta" alle specie erbacee, è presente la
vegetazione arbustiva, rappresentata da Cytisus scoparius e Pteridium aquilinum, Teucrium scorodonia,
Vincetoxicum hirundinaria e specie arbustive come Erica herbacea, Calluna vulgaris e Genista pilosa.
Pteridium aquilinum in particolare è presente, in gradi differenti di abbondanza, in quasi tutta la
zona, ma è dominante negli avvallamenti, nei quali è maggiore l'umidità del suolo.
Nelle zone più aride domina invece la Calluna vulgaris con Erica herbacea.
Dal punto di vista agronomico, l'utilizzazione dell'area è legata soprattutto all'allevamento
zootecnico e specificatamente al pascolo, ormai sottoutilizzato e semi abbandonato, è stato
progressivamente invaso da felce e vegetazione arbustiva.
La pratica del pascolo è l'unico mezzo di utilizzazione della produzione foraggiera in quelle
zone dove, per difficoltà orografiche, climatiche, di giacitura e di sviluppo della vegetazione
non è possibile il taglio dell'erba.
La forma di sfruttamento della produzione foraggiera avviene normalmente con il
pascolamento libero, causa frequente di fenomeni di sovra pascolamento e sotto
pascolamento, entrambi considerati dannosi.
Considerando la tipologia di cotica erbosa presente sul m. Ramaceto, il carico stagionale di
capi deve essere di almeno 0.7 UBA/ha e può sicuramente arrivare a 1 UBA/ha, inducendo
così il miglioramento dalla stessa utilizzazione. E' comunque consigliabile non superare i 2
UBA/ha, ottenendo così una gestione di pascolamento sostenibile.
In base a studi condotti sui pascoli dell'area, risulta che la qualità dell'erba è massima nel
periodo primaverile e decresce velocemente in estate.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
11
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
E' opportuno quindi il pascolamento primaverile precoce, permettendo l'utilizzazione di una
risorsa di elevata qualità, che altrimenti andrebbe perduta. Anticipare il pascolo, oltre a
garantire una migliore utilizzazione dell'erba, diventa un deterrente nei confronti delle specie
infestanti.
La felce (Pteridium aquilinum), infatti, rappresenta il maggior problema dell'area: una presenza
del 13% comporta una elevata capacità di competizione per la luce in seguito allo sviluppo
delle fronde su strati superiori rispetto alla copertura erbacea. La specie si è sviluppata per i
reiterati fenomeni di incendi e per gli scarsi interventi di contenimento. Lo sfalcio, così come il
pascolo a fine periodo di emissione delle fronde (in giugno), comporterebbero un graduale
impoverimento delle riserve nei rizomi e nel lungo periodo si avrebbe la riduzione di germogli
vitali.
Molte specie indicano bassa fertilità del substrato, come la Danthonia decumbens e Carex sp.,
mentre le ericaee accompagnate da altre legnose come Daphne cneorum, sono diffuse nelle aree
con substrato superficiale o impoverito per erosione, in seguito ad incendio.
Nel complesso l'area presenta un grande potenziale in specie vegetali, ma tra gli effetti del
degrado è da segnalare la forte dominanza di poche, che minacciano la ricchezza floristica
delle cotiche e il cui sviluppo va controllato, anche in funzione della salvaguardia della
biodiversità.
Per migliorare la situazione di degrado del pascolo del monte Ramaceto possono essere
individuate alcune semplici misure agronomiche, quali:
• diserbo per contatto, concimazione e trasemina di specie foraggere, leguminose e
graminacee: idonee per questo ambiente sono il Lotus corniculatus e Agrostis tenuis;
• gestione del pascolamento: turnare il pascolo, incrementando il numero di UBA/ha
fino ad un massimo di 2, ed effettuare il pascolamento precoce in primavera.
Conclusioni agronomiche
L'area ricade in ambiti di conservazione, si prevede quindi il mantenimento della naturale
destinazione d'uso che risulta essere prevalentemente agro-silvo-pastorale e di ricreazione e
ricezione turistica.
Si rileva l'opportunità di salvaguardare l'ambito attraverso azioni di recupero delle aree
colturali, prative e a bosco, con tecniche a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda le
aree prative, queste non devono né essere sovrautilizzate né sottoutilizzare, in modo da
ottenere un effetto migliorativo, anche sotto l'aspetto ecologico di biodiversità.
Tra gli interventi che possono potenzialmente alterare l'equilibrio ecologico funzionale,
devono essere comunque presi in considerazione:
• gli interventi sul patrimonio colturale, consistenti in cambiamenti rispetto alle specie
già attualmente coltivate;
• gli interventi sul patrimonio forestale non previsti dai piani di gestione e di
assestamento;
• le attività di pascolo intensivo e non sostenibile;
• le captazioni idriche, specie quelle di una certa rilevanza quantitativa.
Per quanto riguarda l'individuazione di linee di indirizzo per la gestione sostenibile delle aree
dei SIC e delle relative fonti di finanziamento si rimanda all'analisi del Piano di Sviluppo
Rurale 2007-2013, in cui vengono focalizzate quelle misure interessanti per incrementare e
sostenere le attività agrosilvopastorali svolte nei siti di importanza comunitaria.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
12
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Comune
San Colombano
Lorsica
Borzonasca
Totale
Unità bovino adulto
120,32
10,00
9,51
18,00
UBA/ha
2
2
2
Superficie foraggiera(Ha)
60,16
5,00
4,75
69,91
Classe/specie
Bovini da carne 1-2 anni
Vacche da latte
Ovicaprini
Totale UBA
Numero capi
0
10
0
--
Codice uba/capo
0,61
1,00
0,15
--
Numero uba
0
10
0
10
Classe/specie
Bovini da carne 1-2 anni
Vacche da latte
Ovicaprini
Totale UBA
Numero capi
1
8
6
--
Codice uba/capo
0,61
1,00
0,15
--
Numero uba
0,61
8,00
0,90
9,51
Classe/specie
Bovini da carne 1-2 anni
Vacche da latte
Ovicaprini
Totale UBA
Numero capi
77
54
129
--
Codice uba/capo
0,61
1,00
0,15
--
Numero uba
46,97
54,00
19,35
120,32
Comune
San Colombano
Lorsica
Borzonasca
Totale
Numero
aziende
13
1
4
18
bovini da
carne
77
0
1
78
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
Numero capi
bovini da
ovi-caprini da
latte
latte
54
129
10
0
8
6
72
135
Totale capi
per comune
273
11
19
303
13
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Appendice I
Il Piano di sviluppo rurale 2007-2013 e i SIC
La decisione 2006/144/CE definisce 6 obiettivi strategici comunitari (OSC):
•
•
4 riferiti agli assi dei programmi di sviluppo rurale affiancati da azioni-chiave
2 riferiti alla messa in opera dei programmi e complementarietà tra strumenti finanziari
comunitari.
Le strategie regionali, formulate sulla base delle specificità regionali sono orientate al
miglioramento della competitività del settore agricolo forestale, all'integrazione territorioturismo-prodotti locali, alla tutela e valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio, all'utilizzo
sostenibile delle risorse naturali.
Misure del Piano regionale di Sviluppo Rurale che si ricollegano alle aree dei Siti di importanza comunitaria
(sic).
Asse 1 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Tra le strategie settoriali, sono prioritari in Liguria i seguenti comparti:
•
•
allevamento zootecnico, in particolare bovino e ovicaprino, per la produzione di carni
e di latte;
selvicoltura.
Data la situazione sopra delineata, gli obiettivi prioritari consistono nei seguenti:
1. incremento delle attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e nuovi processi
produttivi, con particolare attenzione a quelli che consentono di risparmiare energia;
2. rafforzamento della presenza sui mercati, tramite concentrazione e
internazionalizzazione delle attività commerciali;
3. incremento dei servizi alla produzione, con particolare riferimento alla connessione
tra produzione e mercato;
4. diffusione della certificazione ecologica dei prodotti;
5. rafforzamento della coesione interna alla filiera, favorendo la realizzazione di
progetti integrati che consentono la convergenza di obiettivi tra produttori,
commercianti e fornitori di mezzi tecnici e servizi.
Si tratta infatti di settori dove si realizzano piccole quantità di prodotto, ma di qualità
molto elevata e apprezzata dai mercati locali e da particolari nicchie di consumo di élite.
I problemi di questi settori consistono principalmente nei seguenti:
•
•
•
rischio concreto che la produzione scenda quantitativamente al di sotto del livello
minimo che ne permette la presenza costante sui mercati locali, facendo scivolare le
produzioni tipiche locali verso l'autoconsumo e la sostanziale estinzione;
elevati costi di produzione dovuti alla scarsa o nulla possibilità di meccanizzare le
operazioni colturali principali;
insufficiente connessione tra territorio, turismo, mercati e prodotti locali.
Per questi settori gli obiettivi si intrecciano quindi molto strettamente con gli obiettivi dell'asse
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
14
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
3, e consistono principalmente in:
1. valorizzazione dei prodotti locali tramite integrazione con l'educazione alimentare, il
turismo e i mercati locali;
2. accorciamento delle filiere commerciali, per consentire maggiore reddito agli agricoltori
e maggiore convenienza ai consumatori;
3. investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti o nella migliore
conoscenza dei prodotti tradizionali, anche ai fini della loro certificazione;
4. diffusione dei marchi di qualità (di origine, biologica, ecc.);
5. difesa attiva del territorio (suolo, paesaggio, patrimonio rurale) dove si
realizzano questi prodotti.
Il settore del latte bovino sta attraversando una crisi drammatica, che ne mette a rischio la
stessa sopravvivenza.
Il problema principale consiste nel costo del trasporto, che rende di fatto non sostenibile
economicamente la produzione laddove non si sono affermate produzioni di formaggi con
valore aggiunto sufficientemente elevato da consentire di compensare il costo del trasporto.
Le produzioni non qualificate (latte pastorizzato, burro, ecc.) non sono più
economicamente sostenibili. Inoltre, dato l'attuale trend del prezzo del petrolio, la
situazione non può che peggiorare.
Già negli ultimi decenni, peraltro, la produzione di latte si è ridotta sia quantitativamente che
territorialmente. Lo stato di fatto attuale vede la produzione di latte concentrata in sole
tre zone della Liguria: la valle Stura, nella parte più< occidentale della provincia di
Genova, la val d’Aveto (e alcune zone limitrofe), nella parte più orientale della
provincia di Genova, e la val di Vara, in provincia della Spezia.
Inoltre, una sola grande azienda situata in val di Magra, vicino al confine con la Toscana,
produce ben oltre il 10% della produzione totale di latte della regione. In tutto il resto della
regione la produzione di latte è del tutto assente o è ridotta a piccole quantità di prodotto
trasformato direttamente in azienda o in piccolissimi caseifici artigianali.
La crisi è particolarmente acuta nella valle Stura, mentre nelle altre due zone la presenza di
formaggi tipici (val d’Aveto) e di prodotti biologici (val di Vara) consente ancora la
sostenibilità economica della produzione.
Negli ultimissimi anni la produzione di latte si è stabilizzata e si manifesta addirittura qualche
progresso quantitativo, ma ciò non toglie che la situazione sia preoccupante. Infatti gli
allevamenti da latte sono essenziali non solo in termini economici, ma anche in termini
ambientali, giacché contribuiscono al presidio del territorio e alla difesa dal dissesto
idrogeologico e dagli incendi forestali.
Gli obiettivi per il settore del latte sono quindi i seguenti:
1. favorire l'incremento delle dimensioni aziendali;
2. favorire la ristrutturazione del settore, in particolare con la trasformazione del latte in
formaggio direttamente in azienda o in caseifici locali, fisicamente più vicini agli
allevamenti e quindi in grado di ridurre il costo del trasporto;
3. favorire l'utilizzo comune del pascolo e dei mezzi di produzione (specialmente
macchine), al fine di ridurre i costi;
4. qualificare il prodotto con il metodo biologico o con la valorizzazione dei prodotti
tipici;
5. integrare la produzione con il turismo e con la difesa dell'ambiente;
6. accorciare le filiere commerciali.
Al contrario del settore del latte, il settore delle carni sta attraversando un buon momento
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
15
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
congiunturale. Infatti, grazie all'attenzione posta recentemente alla questione della sicurezza
alimentare (BSE, influenza aviaria, ecc.), le produzioni di carne della Liguria, grazie al metodo
di produzione biologico o comunque alle forme di allevamento estensive, hanno migliorato la
propria presenza sui mercati sia in termini di quantità che di prezzi. Inoltre, le forme di
commercializzazione diretta prevalentemente basate su strutture cooperative hanno consentito
di accorciare le filiere e di migliorare il reddito degli allevatori.
Gli obiettivi per questo settore prevedono quindi di:
1. rafforzare le strutture produttive, favorendo l'aumento delle dimensioni aziendali e le
economie di scala anche tramite l'utilizzo di risorse in comune (pascoli, macchine);
2. rafforzare l'integrazione del settore con i mercati locali, l'educazione alimentare e il
turismo;
3. favorire la diffusione di marchi di qualità e del metodo di produzione biologico.
Per quanto riguarda infine la selvicoltura, i problemi principali sono i seguenti:
•
•
•
•
•
•
valore non molto elevato del legname, sia per specie che per dimensione dei tronchi;
frammentazione della proprietà forestale;
costi elevati di esbosco e trasporto, anche per l'incompleta disponibilità di strade
forestali;
mancanza o scarsa diffusione di stabilimenti locali che utilizzino il legname prodotto
sul posto per impieghi ad alto valore aggiunto;
scarsa diffusione dell'utilizzo energetico delle biomasse legnose;
elevata incidenza degli incendi.
La strategia regionale si può pertanto articolare come segue:
1. favorire la nascita e il consolidamento di filiere locali che valorizzino sia il prodotto che
può avere impieghi ad alto valore aggiunto sia i sottoprodotti da utilizzare per l'energia;
2. favorire la diffusione della produzione di energia da biomasse legnose;
3. favorire l'incremento delle dimensioni delle imprese forestali, anche attraverso forme
associative;
4. ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi utilizzi della materia prima.
1.2.2 - Accrescimento del valore economico delle foreste - articolo 20, lettera b) punto ii) del
Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
Le foreste possono avere un rilevante ruolo tra le attività economiche sviluppabili nelle aree
rurali. L'aiuto è teso a migliorare ed ampliare il loro valore economico anche incrementando la
diversificazione delle produzioni e aprendo nuove opportunità di mercato; in tal senso è
opportuno tra l'altro incentivare lo sviluppo di forme di gestione funzionali a creare o
consolidare le filiere dei prodotti non legnosi (funghi, tartufi, castagne, ecc.), pur traguardando
la sostenibilità degli interventi e valorizzando il ruolo multifunzionale delle foreste.
Allo scopo di valorizzare e mantenere nelle migliori condizioni il territorio e il patrimonio
boschivo, risulta funzionale anche l'utilizzazione a fini energetici dei residui e sottoprodotti
degli interventi selvicolturali o di taluni assortimenti che non hanno altra collocazione; tale
opportunità può rappresentare un incentivo alla gestione, conservando la capacità di
assorbimento delle emissioni di CO2 e può contestualmente ridurre il ricorso alle fonti fossili.
In tal senso assume particolare importanza la pianificazione degli interventi nonché il ricorso a
forme di certificazione della gestione forestale che possano attestare, in modo indipendente, la
piena sostenibilità degli interventi stessi sotto gli aspetti ambientali, etici e sociali, pur mirando
a rendere un economico valore aggiunto ai prodotti ottenuti. In termini indiretti la misura
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
16
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
favorisce l'accorpamento di proprietà forestali al fine di renderne più sostenibile la gestione
mentre più direttamente sostiene la crescita delle imprese boschive locali.
La misura ha anche un effetto positivo sulla protezione dell'ambiente, dal momento che
l'attività selvicolturale contrasta l'abbandono, previene gli incendi e il dissesto idrogeologico,
migliora il paesaggio e il valore naturalistico del territorio.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per gli investimenti relativi a:
1. predisposizione o aggiornamento di adeguati piani di gestione forestale, che per le aree
Natura 2000 devono essere comprensivi degli adempimenti di cui alla direttiva
43/92/CEE;
2. realizzazione di interventi volti al miglioramento colturale dei boschi, al loro recupero
produttivo anche funzionale all'ottenimento di prodotti non legnosi nonché alla
eventuale diversificazione strutturale e specifica;
3. realizzazione, adeguamento o ripristino di viabilità e infrastrutture forestali;
4. ottenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile, compresi gli oneri
per la pianificazione e altra documentazione tecnica necessaria, e della relativa catena di
custodia secondo gli standard del Forest Stewardship Council (FSC) e/o del
Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), quale elemento
per garantire ed attestare la sostenibilità degli interventi selvicolturali nonché per
qualificare i prodotti ottenibili;
5. acquisto di macchine, attrezzature ed equipaggiamenti per le operazioni di taglio,
allestimento ed esbosco nonché creazione di aree di raccolta, stoccaggio e vendita del
legname grezzo alle imprese di lavorazione;
6. realizzazione di impianti per la produzione di energia dalle biomasse di origine
forestale, provenienti dai boschi della zona interessata per una percentuale non
inferiore all'80%.
Beneficiari potenziali
Soggetti privati o pubblici, anche associati, detentori delle aree forestali
Gli investimenti di cui al punto 5) possono essere realizzati anche da imprese forestali che
operano in conto terzi.
Aree di operatività
Possono essere oggetto dell'aiuto gli investimenti relativi a boschi di proprietà privata o
pubblica, anche associata, ricadenti nel territorio regionale.
La misura non è applicabile alle foreste del patrimonio regionale gestite direttamente dalla
Regione nonché in quelle del patrimonio statale.
Per proprietà forestali, singole o associate, superiori a 100 ettari gli interventi devono essere
previsti in piani di gestione forestale.
Per gli investimenti di cui al punto 5) deve essere verificato un adeguato rapporto con
l'ampiezza delle superfici gestite o con l'effettiva operatività delle imprese, la quale deve
riferirsi prevalentemente al territorio regionale.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
17
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
1.2.5 - Infrastrutture connesse allo sviluppo e all'adeguamento dell'agricoltura e della
silvicoltura – articolo 20, lettera b) punto v) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
La situazione orografica della Liguria è particolarmente difficile. La strategia regionale quindi
deve porsi l'obiettivo di migliorare l'accessibilità ai terreni agricoli e forestali sia a fini
produttivi che di difesa dagli incendi.
Risulta altresì strategica la razionalizzazione dell'utilizzo dell'acqua a scopo di irrigazione e
anche per l'alimentazione del bestiame.
Infine si intende incentivare e razionalizzare l'utilizzo in comune di pascoli in zone di
montagna, come misura di ricomposizione fondiaria e di miglioramento fondiario.
Nell'attuazione degli interventi si terrà conto della necessità di potenziare le interconnessioni
ecologiche delle aree funzionali alla rete Natura 2000.
Contenuto della misura
Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi:
A. strade interpoderali e forestali: ripristino e miglioramento di strade esistenti o
costruzione di nuove strade se necessarie per migliorare l'accesso ai terreni agricoli e
forestali. Gli investimenti di costruzione di nuove strade devono essere connessi ad
interventi di miglioramento del potenziale agricolo o forestale;
B. gestione delle risorse idriche per il settore agricolo e zootecnico:
1. ripristino, miglioramento e ampliamento di impianti irrigui e/o zootecnici e di
depurazione;
2. costruzione di nuovi impianti irrigui e/o zootecnici a servizio di aree agricole le
cui produzioni rientrano nelle specificità regionali, non creano problemi di
eccedenze di mercato sia a livello regionale che comunitario e soddisfano le
condizioni previste dalle OCM;
3. costruzione di nuovi impianti di depurazione.
C. miglioramento dei pascoli di montagna:
1. interventi straordinari di ripristino della copertura erbosa;
2. investimenti quali ad esempio recinzioni, punti di abbeverata, costruzione di
ricoveri,;
Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
Vi è inoltre da aggiungere che gli obiettivi dell'asse 2 si connettono molto strettamente a quelli
dell'asse 1 (in particolare per quanto riguarda la qualità dei prodotti) e dell'asse 3, con
riferimento alla tutela del territorio rurale che non può evidentemente prescindere da una
logica di sviluppo economico e sociale sostenibile dal punto di vista ambientale.
Relativamente all'ambiente agricolo, forestale e naturale della Liguria, i principali problemi si
possono riassumere come segue:
•
•
•
•
rischio di abbandono dell'attività agricola, e in particolare dell'olivicoltura, della
viticoltura e dell'allevamento del bestiame, in molte zone rurali della regione;
non sufficiente diffusione di pratiche agricole e forestali sostenibili nel lungo periodo;
recente definizione di una (piccola) zona sensibile ai fini della "direttiva nitrati" e
necessità di attuare il relativo piano d'azione;
insufficiente coordinamento tra le aree natura 2000 e altri tipi di aree protette e le
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
18
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
attività agricole e forestali che si svolgono al loro interno.
In questa situazione gli obiettivi individuati sono i seguenti:
1. mantenere il presidio umano nelle zone rurali della Liguria, con particolare riferimento
alle zone interessate da olivicoltura, viticoltura e zootecnia, tramite un complesso di
azioni che prevede, tra l'altro, la compensazione degli svantaggi orografici;
2. attuare il piano d'azione previsto dalla direttiva nitrati nella zona di competenza;
3. diffondere l'utilizzo di tecniche agricole e silvicole rispettose dell'ambiente e
maggiormente sostenibili anche nel periodo medio e lungo, in connessione con lo
sviluppo dei relativi settori sostenuto dalle misure dell'asse 1;
4. salvaguardare la natura e l'ambiente nelle zone "Natura 2000" consentendo nel
contempo lo svolgimento in queste zone di attività agricole e forestali
economicamente sostenibili.
2.1.1 - Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane – articolo 36,
lettera a) punto i) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della Misura
Nelle zone montane, dove esiste un evidente svantaggio naturale nell'utilizzo agricolo del
territorio, al fine di evitare l'abbandono dell'attività agricola, i maggiori costi e le perdite di
reddito degli agricoltori vengono compensati attraverso il pagamento di una indennità
rapportata agli ettari effettivamente utilizzati. In tale maniera viene incoraggiata la permanenza
delle imprese e l'utilizzo agricolo di tali zone, preservando le aree da un progressivo ulteriore
degrado con conseguenze negative sull'ambiente. L'intervento ha come obiettivo primario il
mantenimento della presenza umana sul territorio, attraverso la prosecuzione dell'attività
agricola nelle aree svantaggiate e marginali. L'attività agricola è il principale strumento con cui
si garantisce il presidio e la salvaguardia del territorio.
Contenuto della misura
La Misura favorisce la presenza degli insediamenti agricoli nei territori montani; il pagamento
dell'indennità compensativa compensa i maggiori costi di produzione e le perdite di reddito
per gli agricoltori che operano nelle zone montane; i pagamenti sono annuali e rapportati agli
ettari effettivamente utilizzati nell'attività agricola.
E' erogata una indennità compensativa, limitatamente ai terreni situati in zone montane, e per
le colture olivicole, viticole e foraggere. Per le colture foraggere la superficie massima ammessa
a sostegno è di 100 ettari.
Nel caso in cui gli impegni previsti per l'indennità concessa con la misura 213 (Aree Natura
2000) fossero contrastanti con quanto indicato nella presente misura, prevale il rispetto degli
impegni indicati nella misura 213.
I beneficiari si impegnano comunque a:
•
•
proseguire l'attività agricola per almeno un quinquennio a decorrere dal primo
pagamento dell'indennità
a condurre le superfici aziendali secondo le Norme della Condizionalità di cui al Reg.
CE 1782/2003.
Aree di operatività
Zone montane
Settore zootecnico:
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
19
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Per gli allevatori che utilizzano superfici foraggere (erbai, prati e pascoli) l'aiuto è concesso, in
rapporto agli ettari gestiti, agli imprenditori che:
a.
b.
c.
d.
allevano animali delle specie bovina, equina, ovina e caprina
mantengono un rapporto UBA/ettaro compreso tra 0,8 e 3.
per le superfici a prato, deve essere fatto almeno uno sfalcio entro il mese di luglio.
il periodo minimo di pascolo deve essere di 90 giorni.
Nel caso di utilizzo di pascoli comuni, l'allevatore può percepire l'indennità compensativa per
una quota di superficie del pascolo associato a cui partecipa; anche in questo caso il periodo
minimo di pascolo dovrà essere di almeno 90 giorni. Il pascolo comune deve avere un
Piano di Gestione Pastorale approvato dall'Ente Delegato competente per territorio o,
nel caso delle aree Rete Natura 2000, dal relativo ente gestore.
Possono beneficiare del contributo anche le aziende situate in zona non montana, ma che
stagionalmente utilizzano pascoli montani.
2.1.2 - Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
articolo 36, lettera a) punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della Misura
Nelle zone svantaggiate, dove esiste un evidente svantaggio naturale nell'utilizzo agricolo del
territorio, al fine di evitare l'abbandono dell'attività agricola, i maggiori costi e le perdite di
reddito degli agricoltori vengono compensati attraverso il pagamento di una indennità
rapportata agli ettari effettivamente utilizzati. In tale maniera si incoraggia la permanenza delle
imprese e l'utilizzo agricolo di tali zone, preservando le aree da un progressivo ulteriore
degrado con conseguenze negative sull'ambiente. Tali pagamenti contribuiranno a mantenere e
a sviluppare sistemi agricoli sostenibili.
Contenuto della misura
La Misura favorisce la presenza degli insediamenti agricoli nei territori svantaggiati; il
pagamento dell'indennità compensativa compensa i maggiori costi di produzione e le perdite
di reddito per gli agricoltori che operano nelle zone svantaggiate; i pagamenti sono annuali e
rapportati agli ettari effettivamente utilizzati nell'attività agricola.
E' erogata una indennità compensativa, limitatamente ai terreni situati in zone svantaggiate, e
per le colture olivicole, viticole e foraggere. Per le colture foraggere la superficie massima
ammessa a sostegno è di 100 ettari.
Nel caso in cui gli impegni previsti per l'indennità concessa con la misura 213 (Aree Natura
2000) fossero contrastanti con quanto indicato nella presente misura, prevale il rispetto degli
impegni indicati nella misura 213.
I beneficiari si impegnano comunque a:
•
•
proseguire l'attività agricola per almeno un quinquennio a decorrere dal primo
pagamento dell'indennità
a condurre le superfici aziendali secondo le Norme della Condizionalità di cui al Reg.
CE 1782/2003.
Settore zootecnico:
Per gli allevatori che utilizzano superfici foraggere (erbai, prati e pascoli) l'aiuto è concesso, in
rapporto agli ettari gestiti, agli imprenditori che:
1. allevano animali delle specie bovina, equina, ovina e caprina
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
20
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
2. per le superfici a prato, mantengono un rapporto UBA/ettaro compreso tra 0,8 e 3.
3. per le superfici a pascolo, mantengono un rapporto tra gli animali allevati e gli ettari
gestiti, espresso in UBA/Ettaro per anno, compreso tra 0,2 e 0,75; il periodo minimo
di pascolo deve essere di 90 giorni.
Nel caso di utilizzo di pascoli comuni, l'allevatore può percepire l'indennità compensativa per
una quota di superficie del pascolo associato a cui partecipa; anche n questo caso il periodo
minimo di pascolo dovrà essere di almeno 90 giorni. Il pascolo comune deve avere un Piano
di Gestione Pastorale approvato dall'Ente Delegato competente per territorio o, nel caso delle
aree Rete Natura 2000, dal relativo ente gestore.
Possono beneficiare del contributo anche le aziende situate in zona non montana, ma che
stagionalmente utilizzano pascoli montani.
2.1.3 - Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla Direttiva 2000/60/CE – articolo 36,
lettera a) punto iii) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della Misura
L'applicazione della Direttiva Natura 2000 e della direttiva 2000/60/CE impone restrizioni
nell'uso delle aree coltivate e nella loro gestione. E' necessario pertanto prevedere uno
specifico aiuto per i proprietari dei terreni ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000 e delle
aree di specifica pertinenza della direttiva 2000/60/CE, funzionale a compensare i costi
aggiuntivi e i mancati guadagni derivanti dai vincoli gestionali imposti dalle specifiche misure
di conservazione.
Contenuto della misura
A. pagamenti natura 2000. L'aiuto consiste in un premio annuale per ogni ettaro di
superficie agricola coltivata ricadente nelle aree delimitate dalla Rete Natura 2000 e
funzionale a compensare gli specifici svantaggi (maggiori costi e i minori guadagni)
derivanti da una gestione dell'azienda agricola limitata dalle misure di conservazione
e/o piani di gestione.
L'aiuto è erogabile solo in presenza di un piano di utilizzazione dell'area approvato
dall'Ente di Gestione del sito rete Natura 2000.
B. pagamenti collegati alla direttiva 2000/60/CE. L'aiuto consiste in un premio annuale
per ogni ettaro di superficie agricola coltivata ricadente nelle aree delimitate ai sensi
della direttiva 2000/60/CE e funzionale a compensare gli specifici svantaggi (maggiori
costi e i minori guadagni) derivanti dai piani d'azione o da altri strumenti attuativi.
Beneficiari
Beneficiari della misura sono le imprese agricole, singole o associate, titolari di partita IVA.
Il livello minimo di indennità pagabile annualmente per beneficiario è fissato in 150 Euro.
Intensità dell'aiuto
L'intensità dell'aiuto, il cui importo andrà commisurato all'effettivo maggior costo o minor
resa dell'attività agricola, può arrivare fino a 200 euro ad ettaro.
Area di applicazione
A. Gli interventi di cui alla lettera A) del paragrafo "contenuti della misura" si applicano
nelle aree ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000
B. Gli interventi di cui alla lettera B) del paragrafo "contenuti della misura" si applicano
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
21
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
nelle aree delimitate ai sensi della direttiva 2000/60/CE
214 - Pagamenti agro-ambientali – articolo 36, lettera a) punto iv) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della Misura
La misura è necessaria per supportare lo sviluppo sostenibile delle zone rurali e per rispondere
alla crescente domanda di "servizi ambientali" incoraggiando in particolare gli agricoltori
nell'applicazione di metodi colturali compatibili con la protezione ed il miglioramento
dell'ambiente, il paesaggio e le sue caratteristiche, le risorse naturali, il suolo e la biodiversità.
In particolare la misura intende promuovere un'agricoltura orientata verso una gestione
sostenibile delle risorse naturali attraverso l'introduzione e la diffusione di metodi e tecniche di
produzione biologica o a basso impatto ambientale.
Obiettivi della misura sono:
•
•
•
•
•
ridurre l'immissione nell'ambiente di sostanze chimiche, inquinanti e/o tossiche
attraverso la razionalizzazione dell'impiego di fertilizzanti, fitofarmaci e diserbanti
conservare la fertilità e la sostanza organica del terreno agrario;
valorizzare le produzioni agricole in termini di qualità e sicurezza (salubrità);
contribuire alla salute e alla tutela del consumatore e degli operatori agricoli;
contribuire alla salvaguardia e alla conservazione del paesaggio e dell'ambiente nelle
aree rurali:
• sostenere la salvaguardia del patrimonio genetico regionale, animale
(biodiversità).
• sostenere la salvaguardia delle funzioni ecologiche del territorio e della
biodiversità
Contenuto della misura
I pagamenti dell'agro-ambiente possono essere garantiti agli agricoltori che aderiscono per
almeno cinque anni fino ad un massimo di sette anni ad una o più delle azioni di seguito
riportate:
a.
b.
c.
d.
introduzione o mantenimento dei metodi dell'agricoltura biologica;
introduzione o mantenimento di metodi dell'agricoltura integrata;
allevamento razze in via d'estinzione (tutela della biodiversità animale);
gestione, recupero e mantenimento delle aree agricole a prevalente funzione
paesaggistica e ad elevato valore naturalistico ed ecologico.
e. favorire il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (dir 43/92/CEE), migliorare e
recuperare le integrità ecologiche delle zone rete natura 2000 e delle aree di
collegamento ecologico.
L'impegno deve riguardare tutta la SAU aziendale, tranne che per le azioni di cui al punto e),
condotta a vario titolo dal beneficiario che deve garantire il rispetto dei requisiti relativi ai
criteri di gestione obbligatoria nonché alle norme per il mantenimento dei terreni in buone
condizioni agronomiche nell'ambito dell'applicazione della condizionalità; di cui al
Regolamento del Consiglio (EC) n° 1782/2003, e relative norme di attuazione nazionali e
regionali.
I pagamenti sono annuali sulla base del numero di ettari o per capo di bestiame a parziale
copertura dei costi addizionali e/o dei mancati redditi a carico del beneficiario.
Al fine di poter intervenire sul maggior numero possibile di aziende, tenuto conto delle
economie di scala, i premi sono corrisposti integralmente per i primi 100 ettari impegnati, al
50% per i successivi 100 ettari ed al 20% per gli ettari successivi.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
22
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Azione a): introduzione o mantenimento dei metodi dell'agricoltura biologica
gli aiuti sono concessi ai soggetti beneficiari che intendono adottare o mantenere i metodi di
agricoltura biologica dei prodotti vegetali ai sensi del Reg. CE n. 2092/91 e dei prodotti
animali ai sensi del Reg. CE n. 1804/99 e successive modifiche e integrazioni. Possono
accedere all'aiuto anche le aziende in fase di conversione .
Il sostegno può essere concesso per una superficie minima di mq 10.000 per le colture
foraggere oppure di mq 1.000 per le altre colture come segue:
•
•
•
•
•
•
•
•
fino a 900 euro/ha per le colture floricole perenni
fino a 600 euro/ha per le colture floricole annuali
fino a 800 euro/ha per olivo e vite
fino a 750 euro/ha per altri fruttiferi
fino a 800 euro/ha per le colture specializzate ortive perenni
fino a 500 euro/ha per le colture ortive annuali
fino a 350 euro/ha per i seminativi
fino a 325 euro/ha per le foraggere (prato fino a 325 euro/ha, pascolo turnato con
piano di pascolamento fino a 300 euro/ha, pascolo non turnato fino a 150 euro/ha.
Per le superfici a prato il numero minimo di sfalci, da effettuarsi entro il mese di luglio deve
essere di __.
Per le superfici a pascolo il rapporto UBA/ettaro deve essere compreso tra 0,5 e 2.
Nelle aree rete natura 2000 potranno essere determinati limiti di conduzione diversi purché
compatibili con i piani di gestione o le misure di conservazione
Azione b): introduzione o mantenimento di metodi dell'agricoltura integrata gli aiuti sono
concessi alle aziende che adottano un modello di coltivazione ecocompatibile, secondo un
disciplinare di produzione riconosciuto dalla Regione.
Il sostegno può essere concesso per una superficie minima di 10.000 per le foraggere (30.000
mq per i pascoli) e di mq 1.000 per le altre colture come segue:
•
fino a 900 euro/ha per le colture floricole perenni
•
fino a 600 euro/ha per le colture floricole annuali
•
fino a 750 euro/ha per olivo e vite
•
fino a 700 euro/ha per altri fruttiferi
•
fino a 750 euro/ha per le colture specializzate ortive perenni
•
fino a 450 euro/ha per le colture ortive annuali
•
fino a 300 euro/ha per i seminativi
Per le colture foraggere si adottano i seguenti criteri:
a. prato stabile
I beneficiari, si impegnano a mantenere la coltura di prato stabile attraverso tagli ed
asportazione degli sfalci, regimazione delle acque, senza utilizzo di diserbanti o di
concimi, ad esclusione del letame, hanno diritto ad un premio fino a 180 euro/ettaro.
Per le aziende agricole situate nelle zone montane e svantaggiate di cui all'articolo 36,
lettera a) punto i) e punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005 è sufficiente un solo sfalcio
entro il mese di luglio; almeno due sfalci nelle altre zone.
b. pascolo
I beneficiari, titolari di allevamento, si impegnano al rispetto di un Piano di gestione
pastorale che deve documentare la corretta relazione tra gli ettari gestiti, la risorsa
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
23
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
foraggera e gli animali alpeggiati con indicazione del carico mantenibile per area
omogenea, e comprendere il calendario delle utilizzazioni.
La superficie minima interessata all'intervento dovrà essere di almeno 3 ettari di superficie
foraggiera effettiva con un rapporto uba/ettari di superficie foraggiera.(Carico del pascolo
compreso tra 0,8 e 3). La stagione di pascolo dovrà essere superiore a 90 giorni.
Nelle aree rete natura 2000 potranno essere determinati limiti di conduzione diversi purché
compatibili con i piani di gestione o le misure di conservazione.
Il premio è concesso fino a 250 euro per ettaro.
Il pascolo non turnato ha diritto ad un premio fino a 150 euro/ettaro
Per aumentare l'impatto agro-ambientale della misura a livello regionale alle aziende che
sottoscrivono un impegno agroambientale ai sensi dell'azione a) e b), con l'esclusione delle
colture floricole annuali e perenni, può essere riconosciuta una maggiorazione del premio,
fermo restando l'importo massimo fissato nell'allegato di cui al Reg. CE n. 1698/2005, nei
seguenti casi:
•
•
fino a 50 euro/ha se l'azienda ricade in aree parco o in aree Natura 2000 o aderisce ad
un programma collettivo d'area
fino a 100 euro/ha se l'azienda aderisce ad un progetto integrato.
I sopracitati aiuti supplementari non sono tra loro cumulabili
Azione c): allevamento di specie animali locali a rischio di estinzione
L'azione ha come obiettivo la salvaguardia del patrimonio genetico delle razze autoctone o di
quelle a diffusione limitata che si sono bene adattate alle caratteristiche del territorio ligure,
con l'intento di salvaguardare i sistemi agrozootecnici delle aree marginali dove sono
attualmente allevate tali razze.
E' infatti molto importante il contenere il fenomeno dell'abbandono delle aree marginali
mantenendo una presenza antropica di notevole interesse agricolo per la difesa e gestione del
territorio; è poi di notevole interesse il mantenimento sul territori delle popolazioni animali a
limitata diffusione quale testimonianza delle tradizioni culturali della gente delluogo.
Il premio è concesso agli allevatori che si impegnano per un quinquennio, ad allevare capi
delle seguenti razze:
•
•
•
razze bovine: Cabannina, Ottonese-Varzese
razze equine: cavallo Bardigiano e asino dell'Amiata
razze ovine: pecora delle Langhe, Marrana, Brigasca
Gli animali per i quali viene richiesto il premio devono essere iscritti al Registro Anagrafico o
al Libro Genealogico della razza.
Importo dei premi
Bovini di razza Cabannina: premio base: 150 euro/UBA
Bovini di razza Cabannina in stalle con allevamenti in purezza con quota latte e documentata
produzione di latte: 250 euro/UBA
Bovini di razza Ottonese Varese: 150 euro/UBA
Equini di razza bardigiana: premio base: 150 euro/UBA
Cavalli bardigiani con Certificato di attitudine alla sella o al Tiro leggero: 250 euro/UBA
Asino dell'Amiata: 150 euro/UBA
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
24
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Ovini di razza Brigasca e pecora delle Langhe: 150 euro/UBA
Ovini di razza Marrana (in considerazione del numero limitato) 450 euro/UBA
Azione d): recupero e mantenimento delle aree agricole a prevalente funzione agroambientale
e paesaggistica e ad elevato valore naturalistico ed ecologico.
Obiettivo della presente azione è di sostenere tutte le pratiche di manutenzione del territorio
agrario necessarie per salvaguardare e tutelare il paesaggio rurale, prevenire i rischi collettivi
(incendio, dissesto idrogeologico, etc.), contrastare l'abbondano delle aree agricole con scarse
prospettive di reddito.
La misura è rivolta ai gestori del territorio che si impegnano per cinque anni ad effettuare le
operazioni colturali per un razionale mantenimento e gestione delle superfici coltivate. La
Regione definirà in sede di attuazione le modalità e gli impegni vincolanti per ogni coltura , in
particolare, alla pulizia terreni, potatura, mantenimento dell'efficienza delle scoline, divieto di
diserbo, etc.
L'aiuto è concesso nella seguente misura:
•
•
•
•
fino a 450 euro/ha per olivo e vite
fino a 300 euro/ha per altri fruttiferi
fino a 300 euro/ha per le colture specializzate perenni ortive o floricole
fino a 150 euro/ha per i seminativi e foraggere
Il sostegno può essere concesso per una superficie minima di mq 10.000 per i seminativi e le
colture foraggere oppure di mq 1.000 per le altre colture
Azione e): favorire il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (dir 43/92/CEE),
migliorare e recuperare l'integrità ecologiche delle zone rete natura 2000 e delle aree di
collegamento ecologico.
L'obiettivo della misura è lo sviluppo di buone pratiche agricole e attività di manutenzione del
territorio, funzionali al miglioramento e potenziamento ecologico dei siti natura 2000 e delle
aree di collegamento ecologico. Si assumono come standard di riferimento le attività indicate
come da incentivare e/o raccomandate nelle misure di conservazione e/o nei piani di gestione
dei siti .
La misura è rivolta ai gestori del territorio che si impegnano per cinque anni ad effettuare le
operazioni colturali e gestionali per cui è concesso il sostegno.
L'aiuto è concesso nella seguente misura fino a 450 euro/ha.
Beneficiari
Possono essere beneficiari dell'aiuto:
•
•
Imprese agricole, singole e associate, iscritte al registro delle imprese, dotate di numero
di partita IVA
gestori del territorio/conduttori di fondi per la realizzazione degli obiettivi di carattere
agro-ambientale di cui all'azione c), d) ed e)
Potranno essere individuati dalla Regione priorità per la selezione dei beneficiari in base anche
a criteri di efficienza economica ed ambientale
Le aziende che assumono un impegno ai sensi dell'azione a) "agricoltura biologica" oppure
azione b) "agricoltura integrata" possono aderire ad un programma collettivo d'area, elaborato
da un Ente pubblico o da un organismo associativo, rappresentativo del territorio.
La Regione definisce requisiti (numero di aziende, superficie, etc.). modalità e criteri e
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
25
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
procedure per la presentazione e il riconoscimento dei programmi.
Area di applicazione
Tutto il territorio della Regione
2.1.6 - Sostegno ad investimenti non produttivi
Scopo della misura
la misura intende finanziare interventi finalizzati a favorire la coesistenza equilibrata delle
attività agricole in un contesto territoriale ad elevata sensibilità/vulnerabilità ambientale, quale
quello ligure.
Gli investimenti non produttivi possono rappresentare sicuramente una importante
opportunità per rafforzare il ruolo delle aziende agricole nella salvaguardia del territorio rurale,
nella tutela dell'ambiente e più in generale nella conservazione e valorizzazione del paesaggio
ligure.
Lo scopo della misura è quello di finanziare interventi che non comportano aumento nella
redditività delle aziende agricole ma necessari al raggiungimento degli impegni relativi alle
misure agro-ambientali o a specifici obiettivi agroambientali di interesse regionale.
Inoltre la misura supporta gli investimenti aziendali che valorizzano in termini di pubblica
utilità le zone Natura 2000, le aree protette, o altre zone di grande pregio naturale finalizzati
alla salvaguardia dell'ambiente naturale e del paesaggio e alla protezione delle risorse naturali.
La misura in particolare si prefigge i seguenti obiettivi:
•
•
•
•
•
mantenimento e incremento della fauna selvatica autoctona sul territorio attraverso
l'adeguamento delle risorse agroforestali alle necessità specifiche della fauna stessa;
realizzazione di fonti di approvvigionamento per la fauna selvatica stanziale;
conservazione e fruizione delle aree agricole a valenza paesaggistico ambientale;
salvaguardia e tutela dell'ambiente e del paesaggio rurale;
favorire il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (dir 43/92/CEE), migliorare e
recuperare l'integrità ecologiche delle zone rete natura 2000 e delle aree di
collegamento ecologico.
Contenuto della misura
Tipologie d'intervento ammissibili:
a. costituzione di siepi, filari, cespugli e alberi e altri elementi idonei alla riproduzione, alla
nidificazione, al ricovero e alla protezione di specie selvatiche nonché anche a fini di
protezione delle piante;
b. realizzazione, recupero o mantenimento di piccoli invasi (abbeveratoi, pozze, laghetti,
ecc) allo scopo di assicurare una buona disponibilità idrica, soprattutto nei periodi di
siccità nonché di assicurare ambienti umidi per fauna e flora di pregio
c. realizzazione di idonee coltivazioni a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica;
d. miglioramento della viabilità attraverso la realizzazione della rete di strade o sentieri
interpoderali con valenza naturalistica a scopo ciclo-pedonale;
e. interventi con tecniche di ingegneria naturalistica per il contenimento di piccoli
movimenti franosi superficiali finalizzati alla prevenzione dei rischi idrogeologici e alla
riduzione dell'erosione nei versanti in pendenza;
f. interventi aziendali per il contenimento nelle falde freatiche degli effetti inquinanti
delle attività agricole;
g. altri investimenti aziendali non produttivi strettamente connessi al rispetto di impegni
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
26
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
volontari previsti nell'ambito delle aree della Rete Natura 2000, delle aree di
connessione ecologica e delle aree parco nazionali e regionali.
Condizioni di ammissibilità
Non sono ammessi interventi che possono avere conseguenze negative o che contrastino con
le misure di conservazione e/o i Piani di Gestione dei siti facenti parte della Rete Natura 2000.
Beneficiari potenziali
aziende agricole, singole e associate, e altri soggetti gestori dei fondi
Aree di operatività
Tutta la Regione.
Intensità dell'aiuto
L'aiuto è concesso:
•
•
per gli interventi di cui alle lettere a), b), c) e d) fino all'50% della spesa ammissibile
elevabile a 60 % nei siti della Rete Natura 2000, nelle aree di connessione ecologica e
aree parco nazionali e regionali
fino all'80 % della spesa ammissibile per gli interventi di cui alle lettere e), f) e g)
Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
Gruppo 2 - Misure finalizzate all'uso sostenibile dei terreni forestali
2.2.1 - Primo imboschimento di terreni agricoli
articolo 36, lettera b), punto i) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
L'imboschimento di terreni agricoli può dare un contributo alla protezione dell'ambiente, alla
prevenzione dei rischi naturali e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Nella situazione
ligure, dove il territorio è già fortemente caratterizzato da una estesissima copertura forestale e
non è quindi prioritario l'ulteriore incremento dei boschi, la misura costituisce comunque una
opportunità per evitare la marginalizzazione di taluni terreni agricoli, creando una alternativa
produttiva per i terreni stessi.
In tal senso la misura tende a:
•
•
•
•
valorizzare le produzioni legnose e non legnose;
favorire il mantenimento dello spazio naturale in modo comunque compatibile con i
dinamismi naturali dell'ambiente e la varietà dei paesaggi;
ridurre i rischi di dissesto idrogeologico nelle aree più critiche;
lottare contro l'effetto serra e assorbire l'anidride carbonica.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per:
1. l'investimento iniziale connesso ai costi di impianto, comprensivo dei lavori di
preparazione e sistemazione del terreno, acquisto e messa a dimora delle piantine,
nonché altri costi funzionali all'impianto per garantirne una adeguata protezione dal
fuoco o dall'attacco di animali selvatici o comunque necessari per la riuscita
dell'impianto medesimo;
2. un premio annuale per ettaro interessato dall'impianto volto a coprire i costi di
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
27
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
manutenzione, per un periodo non superiore a cinque anni a partire da quello
successivo all'impianto stesso;
3. un premio annuale, per un periodo non superiore a 15 anni, volto a compensare le
perdite di reddito derivanti dall'utilizzo dei terreni diverso da quello agricolo;
Possono essere finanziati interventi finalizzati a:
•
arboricoltura da legno con specie pregiate a ciclo lungo;
•
impianti con specie a ciclo breve (inferiore a 15 anni);
•
imboschimenti con specie forestali micorrizate con micelio tartufigeno;
•
imboschimenti protettivi e multifunzionali.
L'aiuto di cui ai precedenti punti 2 e 3 non è concesso nel caso di impianti con specie a ciclo
breve (inferiore a 15 anni).
Nelle aree Natura 2000 l'aiuto è concesso solo qualora l'intervento sia previsto dalle misure di
conservazione o dai piani di gestione e nell'ambito delle modalità da essi contemplate.
Questa condizione non si applica nel caso le misure di conservazione o i piani di gestione non
siano stati ancora adottati.
2.2.2 - Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli – articolo 36, lettera b), punto
ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
I sistemi agroforestali, ossia aree dove sono abbinati sistemi forestali con l'agricoltura
estensiva, hanno un elevato valore ecologico e sociale e possono contestualmente mirare alla
produzione di legno di alta qualità o di altri prodotti forestali non legnosi.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per l'investimento connesso ai costi di impianto, comprensivo dei lavori
di preparazione e sistemazione del terreno, acquisto e messa a dimora delle piante legnose,
nonché altri costi funzionali al sistema agroforestale per garantirne una adeguata protezione
dal fuoco o dall'attacco di animali selvatici o comunque necessari per la riuscita del sistema
finale;
Possono essere finanziati interventi finalizzati alla realizzazione di sistemi agroforestali
mediante l'impianto su terreni agricoli:
•
•
•
di specie legnose per arboricoltura da legno;
di specie forestali micorrizate con micelio tartufigeno;
di specie forestali con modalità e sistemi funzionali alla creazione di corridoi ecologici
nelle aree a maggiore valenza ambientale.
Nelle aree Natura 2000 l'aiuto è concesso solo se coerente con le misure di conservazione o i
piani di gestione e nell'ambito delle modalità da essi contemplate, qualora adottate.
Beneficiari potenziali
Aziende agricole così come definite alla sezione beneficiari della misura 121
ammodernamento delle aziende agricole,che procedono all'impianto di sistemi agroforestali.
Aree di operatività
Superfici agricole, utilizzate come tali nelle tre annate agrarie precedenti l'impianto, ubicate nel
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
28
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
territorio regionale.
Intensità dell'aiuto
L'aiuto è commisurato come segue:
•
•
80% della spesa ammissibile per i sistemi agroforestali realizzati nelle zone di cui all'art.
36, lettera a) punti i), ii) e iii);
70% della spesa ammissibile per i sistemi agroforestali realizzati nelle altre zone.
2.2.3 - Primo imboschimento di superfici non agricole – articolo 36, lettera b), punto iii) del
Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
L'imboschimento di superfici non agricole è funzionale alla protezione dell'ambiente, alla
prevenzione dei rischi naturali e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
I processi di abbandono di talune superfici agricole (o precedentemente destinate ad altri usi
del suolo) portano all'instaurarsi di dinamiche di rinaturalizzazione che stentano a definire
situazioni di equilibrio, sia perché si innestano in realtà fortemente plasmate dall'attività umana
sia perché "disturbate" nella naturale evoluzione da eventi calamitosi (come gli incendi) che ne
determinano costanti regressi e impoverimenti. In tale situazione si creano soprassuoli che non
svolgono le positive funzioni dei boschi e che, viceversa, ingenerano rischi territoriali rilevanti.
In tal senso, pur essendo già caratterizzata da una estesissima copertura forestale, è importante
per la Liguria disporre di uno strumento funzionale a guidare la formazione di soprassuoli
arborei che abbiano una valenza naturalistico-ambientale, produttiva, ricreativa o paesaggistica
più certa e rapida rispetto alle dinamiche evolutive, riportando interesse e attenzione verso tali
superfici.
La misura tende quindi a:
•
•
•
•
•
favorire il mantenimento dello spazio naturale in modo comunque compatibile con i
dinamismi naturali dell'ambiente e la varietà dei paesaggi;
ridurre i rischi di incendio nelle aree di confine tra il tessuto urbano e il bosco nonché
di dissesto idrogeologico nelle aree più critiche;
incrementare la funzione ricreativa che possono svolgere le superfici abbandonate,
specie intorno alle aree più fortemente urbanizzate;
valorizzare le produzioni legnose e non legnose;
lottare contro l'effetto serra e assorbire l'anidride carbonica.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per:
1. l'investimento iniziale connesso ai costi di impianto, comprensivo dei lavori di
preparazione e sistemazione del terreno, acquisto e messa a dimora delle piantine,
nonché altri costi funzionali all'impianto per garantirne una adeguata protezione dal
fuoco o dall'attacco di animali selvatici o comunque necessari per la riuscita
dell'impianto medesimo;
2. un premio annuale per ettaro interessato dall'impianto volto a coprire i costi di
manutenzione, per un periodo non superiore a cinque anni a partire da quello
successivo all'impianto stesso.
Possono essere finanziati interventi finalizzati a:
•
imboschimenti protettivi e multifunzionali;
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
29
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
•
•
•
•
creazione di boschi urbani e periurbani;
imboschimenti con essenze forestali micorrizzate con micelio tartufigeno;
arboricoltura da legno con specie pregiate a ciclo lungo;
impianti con specie a ciclo breve (inferiore a 15 anni);
L'aiuto di cui al precedente punto 2 è concesso solo se l'impianto è effettuato su terreni
agricoli incolti; non è comunque concesso nel caso di impianti con specie a ciclo breve.
Nelle aree Natura 2000 l'aiuto è concesso solo qualora l'intervento sia espressamente previsto
dalle misure di conservazione o dai piani di gestione e nell'ambito delle modalità da essi
contemplate. Questa condizione non si applica nel caso le misure di conservazione o i piani di
gestione non siano stati ancora adottati.
Beneficiari potenziali
Soggetti privati o pubblici, anche associati, che procedono all'impianto di superfici non
agricole.
Aree di operatività
Superfici non agricole, ossia diverse da quelle di cui alla misura 221, ubicate nel territorio
regionale e tecnicamente vocate all'impianto.
2.2.4 - Indennità Natura 2000 articolo 36 – lettera b), punto iv) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
Il ruolo delle foreste è rilevante per cogliere efficacemente gli scopi delle Direttive
79/409/CEE e 92/43/CEE. L'esecuzione di tali Direttive impone restrizioni nell'uso dei
boschi e nella loro gestione. E' necessario pertanto prevedere uno specifico aiuto, per i
proprietari dei boschi ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000, funzionale a compensare i
costi aggiuntivi e i mancati guadagni derivanti dai vincoli gestionali imposti dalle specifiche
misure di conservazione.
Contenuto della misura
L'aiuto consiste in un premio annuale per ogni ettaro di superficie boscata ricadente
nell'ambito della Rete Natura 2000 e funzionale a compensare i maggiori costi e i minori
guadagni derivanti da una gestione forestale limitata dalle misure di conservazione.
L'aiuto è erogabile solo in presenza della dimostrazione dell'effettiva gestione delle superfici
interessate in relazione alle misure di conservazione da attuare per il mantenimento o il
miglioramento dell'area.
Beneficiari potenziali
Proprietari privati, singoli o associati, dei boschi ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000.
Aree di operatività
La misura si applica nei boschi ricadenti nell'ambito della Rete Natura 2000.
La misura è applicabile anche alle superfici per le quali è contestualmente accordato un
pagamento per interventi silvo-ambientali di cui alla misura 225.
La misura è applicabile anche contestualmente ad altre misure di investimento.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
30
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
2.2.5 - Pagamenti silvo-ambientali – articolo 36, lettera b), punto v) del Reg. (CE) n.
1698/2005
Scopo della misura
Gli impegni silvo-ambientali sono funzionali ad accrescere e preservare l'alto valore
naturalistico degli ecosistemi forestali e rinforzare la valenza protettiva dei boschi rispetto
all'erosione dei suoli, al mantenimento delle risorse idriche in termini di quantità e di qualità,
nonché contrastare i rischi naturali e migliorare l'efficienza rispetto alla funzione di
assorbimento di anidride carbonica.
Contenuto della misura
L'aiuto consiste in un premio, erogabile fino ad un massimo di sette anni, a fronte del
mantenimento di impegni che assicurino una modalità di gestione forestale superiore, in
termini di sostenibilità ambientale, alla disciplina obbligatoria.
In termini generali l'utilizzo di superiori standard di gestione, nella difficile realtà territoriale
della Liguria, determina un aggravio dei costi ed una ulteriore riduzione dei già scarsi margini
economici reddituali derivabili; d'altro canto il mantenimento di questi impegni di gestione
volontari risulta tuttavia funzionale a cogliere quegli obiettivi di valenza collettiva connessi alla
valorizzazione ambientale.
In tal senso è possibile riferirsi a diverse indicazioni:
1. attuazione, nelle aree soggette a particolare tutela ambientale, delle attività indicate
come da incentivare, raccomandate o comunque migliorative nelle specifiche
regolamentazioni, misure di conservazione e/o relativi piani di gestione;
2. attuazione dei principi e criteri recati dai sistemi internazionali di certificazione della
gestione forestale sostenibile, in particolare del Forest Stewardship Council (FSC) e/o
del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), e adesione
ai relativi sistemi.
Per l'ottenimento del premio è necessario che vengano preventivamente definite e
chiaramente individuate, in un apposito documento tecnico, le modalità di gestione delle
superfici interessate in modo da trasporre efficacemente alla realtà locale i criteri prescelti.
Tale indicazione, comprensiva di una quantificazione degli oneri da sostenere, definisce il
riferimento di impegno al quale il premio è subordinato.
Nel caso di superfici certificate l'ottenimento e il permanere delle condizioni di certificazione
costituisce rispetto dell'impegno.
Beneficiari potenziali
Soggetti, privati o pubblici, titolati alla gestione delle aree forestali oggetto dei particolari
impegni.
Aree di operatività
La misura si applica ai boschi di proprietà privata o pubblica, anche associata, ricadenti nel
territorio regionale.
Intensità dell'aiuto
Il premio è commisurato alternativamente come segue:
fino a 100 Euro/ettaro nel caso di adesione ai riferimenti di cui al punto 1);
fino a 200 Euro/ettaro nel caso di superfici certificate, con una gradualità
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
31
•
•
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
inversamente proporzionale rispetto all'ampiezza delle superfici stesse
2.2.6 - Ricostituzione del potenziale forestale ed introduzione di interventi preventivi –
articolo 36, lettera b), punto vi) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
E' necessario un supporto particolare per la ricostituzione del potenziale forestale distrutto o
danneggiato da cause naturali o dal fuoco nonché per perseguire una serie di azioni preventive
volte al mantenimento del potenziale stesso, in considerazione dell'importante ruolo
ambientale ed economico che le foreste svolgono.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per gli investimenti relativi a:
1. interventi preventivi volti a limitare i danni causati al patrimonio boschivo dal fuoco o
da altre cause naturali; tali interventi possono riguardare sia interventi strutturali sul
bosco sia interventi infrastrutturali (ad es. viabilità, tagliafuoco, punti d'acqua);
2. interventi di ricostituzione boschiva volti alla messa in sicurezza, compresa la difesa del
suolo dall'erosione, e al ripristino dei valori ambientali, economici e sociali delle foreste
distrutte o danneggiate dal fuoco o da altre cause naturali;
3. sistemazione di fenomeni di instabilità in atto nelle zone boscate nonché interventi sul
reticolo idrografico minore, quali opere di sistemazione idraulico forestale, regimazione
dei torrenti montani, rinaturalizzazione delle sponde dei corsi d'acqua, realizzazione e
mantenimento di cunette e altre opere consimili di regimazione delle acque nella
viabilità minore ecc.; per tali interventi è fatto preferenziale ricorso all'ingegneria
naturalistica;
4. realizzazione di materiale divulgativo riguardante gli aspetti collegati al fenomeno
incendi boschivi e alla protezione del territorio;
5. acquisto mezzi e attrezzature specificatamente destinati alla prevenzione, controllo del
territorio e spegnimento degli incendi boschivi nonché alla sistemazione di aree a
rischio idrogeologico o interessate da dissesti idrogeologici;
6. acquisto D.P.I. per il personale operativo addetto alla prevenzione e spegnimento degli
incendi boschivi;
7. installazione, o miglioramento, di infrastrutture permanenti per il monitoraggio degli
incendi boschivi e impianti per la comunicazione.
Beneficiari potenziali
Enti pubblici che attuano gli investimenti. I soggetti privati possono beneficiare dell'aiuto solo
se gli interventi sono ricompresi in un progetto integrato.
Limitatamente agli interventi di ricostituzione boschiva di cui al punto 2) relativi ad aree
distrutte o danneggiate dal fuoco possono beneficiare dell'aiuto anche i soggetti privati, singoli
o associati.
Per gli investimenti di cui ai punti 4), 5), 6) e 7) l'attuazione è a regia regionale.
Aree di operatività
La misura si applica ai boschi di proprietà privata o pubblica, anche associata, ricadenti nel
territorio regionale.
Gli interventi preventivi relativi agli incendi boschivi possono essere realizzati solo nell'ambito
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
32
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
dei territori classificati ad alto e medio rischio dal "Piano Regionale di Previsione, Prevenzione
e Lotta Attiva contro gli Incendi Boschivi".
Gli investimenti di cui ai punti 4), 5), 6) e 7), attuati a regia regionale e non strutturalmente
connessi alle singole superfici, possono essere realizzati senza zonizzazioni territoriali.
Gli interventi di ricostituzione possono essere realizzati nei boschi danneggiati dal fuoco o da
altre cause naturali (ad es. fitopatie, galaverna o altre cause meteoriche, ecc.).
2.2.7 - Sostegno agli investimenti non produttivi – articolo 36, lettera b), punto vii) del Reg.
(CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
E' necessario un supporto particolare per la realizzazione di investimenti relativi al patrimonio
forestale che non producono un reddito diretto ma che sono funzionali a valorizzare
ecologicamente e socialmente, in termini di pubblica utilità, i boschi della zona interessata,
anche al fine di migliorarne l'efficienza rispetto alla funzione di difesa del suolo nonché di
assorbimento di anidride carbonica. Questi investimenti sono anche funzionali al
raggiungimento degli obiettivi di cui agli impegni silvo-ambientali o ad altri obiettivi di
carattere ambientale. La misura si prefigge inoltre di sviluppare i servizi ambientali e didatticoricreativi finalizzati a migliorare l'accessibilità e l'uso multifunzionale delle risorse forestali.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per gli investimenti relativi a:
1. interventi volti al riequilibrio strutturale e specifico dei boschi nonché per la
valorizzazione di specifici aspetti botanici, naturalistici e paesistico-ambientali delle
formazioni forestali nonché per la conservazione o il ripristino dell'alternanza dei
diversi elementi vegetazionali che caratterizzano gli habitat montani, anche ai fini
faunistici;
2. realizzazione, adeguamento e/o ripristino di strade, sentieri e percorsi didattico
educativi in ambiente forestale e montano, ivi compresi gli apprestamenti strutturali
necessari e funzionali alla completa fruizione (cartellonistica, punti tappa, centri
visitatori, ecc.);
3. ottenimento della certificazione forestale sostenibile, compresi gli oneri per la
pianificazione e altra documentazione tecnica necessaria, secondo gli standard del
Forest Stewardship Council (FSC) e/o del Programme for Endorsement of Forest
Certification schemes (PEFC), quale elemento per garantire la sostenibilità degli
interventi selvicolturali;
4. realizzazione di idonee recinzioni a protezione dei boschi nei quali la rinnovazione è
minacciata da un eccessivo carico di animali selvatici;
5. interventi per la valorizzazione delle funzioni ambientali, didattiche e ricreative dei
vivai forestali regionali;
Beneficiari potenziali
Enti pubblici che attuano gli investimenti. I soggetti privati possono beneficiare dell'aiuto solo
se gli interventi sono ricompresi in un progetto integrato.
Aree di operatività
La misura si applica in aree a prevalente uso forestale, di proprietà privata o pubblica, ricadenti
nel territorio della Liguria.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
33
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
L'aiuto per l'ottenimento della certificazione è concedibile per superfici superiori a 50 ettari
accorpati.
Intensità dell'aiuto
Il sostegno pubblico copre fino al 90% della spesa ammissibile.
Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale
Gruppo 1 Misure per la diversificazione dell'economia rurale
Strategie asse 3
L'asse 3 riguarda il 15% delle risorse complessive del PSR, con un incremento significativo
rispetto al precedente periodo di programmazione (+5%).
L'asse 3 è il solo asse non settoriale del PSR: gli assi 1 e 2, infatti, riguardano comunque i
settori agricolo e forestale, sia pure sotto punti di vista diversi.
L'asse 3 riguarda il territorio rurale, che è individuato nell'apposito capitolo del PSR e di cui
sono fornite, zona per zona, analisi relative ai punti di forza e di debolezza, opportunità e
rischi.
Limitatamente all'asse 3, si possono individuare alcuni elementi che accomunano le diverse
aree rurali della Liguria.
Per quanto riguarda in particolare le principali difficoltà delle aree rurali liguri, si possono
citare le più significative:
•
•
•
•
scarso sviluppo economico complessivo e, in particolare, scarsa coesione interna tra i
vari settori produttivi (agricoltura, selvicoltura, artigianato, commercio, turismo), che
difficilmente riescono a "fare sistema";
scarsa coesione con le vicine aree costiere;
rischi di degrado e di abbandono del territorio;
troppo scarsa importanza dell'innovazione.
Questa situazione, in linea di massima, è analoga a quella di molte altre zone rurali italiane. La
peculiarità della Liguria consiste nel fatto che le zone rurali sono a breve distanza dalle zone
costiere e urbane, a causa della particolare conformazione geografica della regione. Questa
peculiarità costituisce ovviamente un'opportunità, che la strategia regionale intende valorizzare
adeguatamente.
Premesso ancora una volta che le diverse zone rurali della Liguria hanno caratteristiche diverse
e quindi strategie di sviluppo diverse, si possono comunque citare alcuni obiettivi comuni:
1. integrazione tra agricoltura, selvicoltura, artigianato, ambiente, paesaggio e turismo, sia
all'interno delle singole zone rurali, sia in relazione alle aree costiere e urbane, in modo
da ampliare le opportunità per la fruizione dei prodotti locali e per la fruizione del
territorio, attraverso il filo conduttore dei prodotti tipici e della qualità dell'ambiente;
2. tutela e conservazione degli elementi tradizionali del paesaggio rurale ligure;
3. rafforzamento dei servizi alla popolazione e all'economia rurale;
4. sviluppo di nuovi settori e di nuovi prodotti, fra cui la produzione di energia da fonti
rinnovabili, anche in cooperazione con altri territori.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
34
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
3.1.2 - Sostegno alla creazione ed allo sviluppo delle micro-imprese – articolo 52, lettera a)
punto ii) del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
Lo sviluppo economico e sociale delle aree rurali della Regione Liguria può essere incentivato
anche attraverso la diffusione dell'imprenditorialità nei settori extra-agricoli. La nascita di
nuove imprese nell'ambito delle attività connesse alle risorse del territorio rurale può creare
nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita della popolazione residente.
L'obiettivo della misura è pertanto quello di favorire la nascita, nelle zone rurali, di
microimprese che operino nella valorizzazione delle risorse locali attraverso la trasformazione
e commercializzazione dei prodotti locali, l'artigianato, il turismo, la produzione di energia a
partire da fonti rinnovabili di origine locale, la salvaguardia e la valorizzazione dell'ambiente
naturale.
Contenuto della misura
Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi:
1. ammodernamento dei frantoi oleari che lavorano prevalentemente in conto terzi;
2. investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non classificabili
come prodotti agricoli ai sensi dell'allegato 1 al trattato CE;
3. investimenti in attività ricettive extra-alberghiere (bed and breakfast, affittacamere,
rifugi alpini ed escursionistici, ostelli per la gioventù, case e appartamenti per le
vacanze, aree attrezzate per la sosta di caravan e autocaravan) nonché in attività
ricettive alberghiere limitatamente alle locande;
4. investimenti in attività di ristorazione;
5. investimenti in imprese dedite alla produzione e/o installazione di caldaie e
attrezzature destinate alla produzione di energia a partire dalle biomasse prodotte in
loco;
6. investimenti per la diversificazione dell'attività delle imprese forestali in attività di
ripristino e manutenzione degli ambienti naturali, di educazione ambientale e turismo
naturalistico;
7. investimenti in attività artigianali legate alla valorizzazione e alla salvaguardia della
rete natura 2000;
8. investimenti in attività legate alla crescita delle conoscenze naturalistiche
9. premio "una tantum" di insediamento per giovani imprenditori forestali, che si
insediano nelle rispettive imprese, erogato conformemente a quanto stabilito dalla
misura 112 - insediamento di giovani agricoltori;
Condizioni di ammissibilità
Gli investimenti di cui al punto 4 sono limitati alle imprese che partecipano a progetti integrati
finalizzati alla valorizzazione dei prodotti tipici o biologici.
Per gli investimenti di cui al punto 6), gli aiuti sono limitati alle attrezzature specifiche. In caso
di macchine motrici, l'investimento è limitato a un incremento complessivo della potenza
parco macchine aziendale non superiore al 30% di quanto necessita per l'attività forestale
aziendale.
Beneficiari potenziali
Microimprese singole o associate ai sensi della raccomandazione n. 2003/361/CE.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
35
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Aree di operatività
Gli interventi di cui ai punti 3) e 4) sono limitati alle zone svantaggiate ricadenti in comuni non
costieri.
Questa limitazione non si applica agli interventi inseriti in progetti integrati finalizzati alla
valorizzazione dei prodotti tipici o biologici.
3.1.3 - Incentivazione di attività turistiche - articolo 52, lettera a) punto iii) del Reg. (CE) n.
1698/2005
Scopo della misura
Obiettivo della misura è l'incentivazione delle attività turistiche attraverso la valorizzazione e la
promozione del patrimonio ambientale, naturale e storico-culturale delle aree rurali.
La diversificazione delle attività rurali nel turismo rappresenta un importante motore di
sviluppo socio-economico delle aree rurali medesime.
Contenuto della misura
L'aiuto sarà accordato per interventi relativi a:
1. infrastrutture su piccola scala quali centri d'informazione e segnaletica stradale
indicante destinazioni turistiche;
2. infrastrutture ricreative quali quelle che permettono l'accesso ad aree naturali, con
servizi di piccola ricettività, ad esempio:
a. Ristrutturazione e potenziamento di strutture da adibire a centri attrezzati per
le attività sportive e ricreative legate alla fruizione delle risorse ambientali
dell'area (ad esempio: canoistica, palestre di roccia, rafting, bird watching,
eccetera);
b. Realizzazione di aree attrezzate ad uso picnic, piste ciclabili, piste per lo sci di
fondo, percorsi escursionistici per trekking, mountan bike, ippoturismo, ecc.
c. Creazione di aree attrezzate di sosta per caravan e autocaravan;
3. sviluppo e/o commercializzazione di servizi turistici inerenti al turismo rurale quali ad
esempio:
a. Interventi di miglioramento dei collegamenti costa-entroterra e del sistema dei
trasporti zonali e locali finalizzati alla fruizione turistica del territorio come per
esempio: noleggio bus-navetta ecologici a chiamata;
b. Innovazione tecnologica nei servizi turistici, con particolare riferimento
all'informatica e alla telematica come per esempio: software, tecniche e sistemi
di teleprenotazione di posti letto, sviluppo dell'e-commerce ecc.;
c. Realizzazione di campagne di informazione in forma aggregata e di carattere
comprensoriale: partecipazione a fiere e workshop di settore, predisposizione
materiale informativo, realizzazione educational tour mirati;
d. Realizzazione di progetti pilota per lo sviluppo turistico dell'area rurale;
e. Organizzazione a livello aggregato di servizi di promozione, ricezione,
accoglienza, accompagnamento, animazione turistica e altre attività connesse
alle esigenze delle imprese turistiche;
f. Studi di settore finalizzati allo sviluppo dell'offerta turistica quali per esempio
piani e progetti di marketing turistico, studi di destination management,
indagini di mercato per il turismo ecc;
g. Progettazione e realizzazione di card turistiche e di carte dell'ospite per
facilitare la fruizione da parte dei visitatori dell'offerta turistica locale;
h. Creazione marchi di qualità e marchi di prodotto e loro commercializzazione,
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
36
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Beneficiari potenziali
•
•
•
•
Imprese del settore turistico o agrituristico in forma associata;
Gruppi di azione locale e altri partenariati misti pubblico-privato;
Enti pubblici;
Sistemi Turistici Locali.
Zonizzazione
Zone rurali
Gruppo 2
Misure intese a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali
3.2.1 - Servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale – articolo 52 lettera b) punto i)
del Reg. (CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
Lo sviluppo economico e sociale delle aree rurali della Regione Liguria può essere sostenuto
anche attraverso la diffusione di servizi alle imprese e alla popolazione residente.
L'obiettivo della misura è pertanto quello di favorire la nascita di servizi alle imprese e di
servizi alla popolazione nelle zone rurali. Verranno favorite le iniziative realizzate da privati e
le iniziative polivalenti, che riducono i costi unitari delle prestazioni e risultano pertanto
economicamente più sostenibili.
Contenuto della misura
Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi:
A. servizi alle imprese:
1. costituzione di reti locali per favorire la cooperazione tra imprese, l'accesso ai
mercati, l'aggiornamento tecnico, la diffusione di internet;
2. servizi di tipo ambientale quali raccolta e trattamento di rifiuti speciali e reflui
provenienti dalle attività agricole e artigianali, riutilizzo di sottoprodotti, reti
locali di distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili;
3. servizi di tipo analitico e specialistico finalizzati alla sicurezza alimentare;
4. costituzione e primo funzionamento di osservatori economici relativi
all'agricoltura e all'economia rurale;
B. servizi alla popolazione:
1. avvio di nuovi esercizi, o integrazione di attività esistenti, sia pubbliche che
private, allo scopo di costituire servizi polivalenti che comprendono servizi
postali e bancari, postazioni internet, recapito di prodotti, consegna di farmaci,
e altri servizi di interesse pubblico o collettivo;
2. sviluppo di servizi integrativi finalizzati alla cura e all'assistenza di bambini,
anziani e persone non autosufficienti;
3. sviluppo di servizi integrativi del trasporto pubblico;
Sono ammissibili a contributo i soli investimenti.
Beneficiari potenziali
•
•
Sezione A): piccole e medie imprese singole o associate
Sezione B): enti pubblici locali, piccole e medie imprese singole o associate
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
37
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Aree di operatività
Zone rurali.
Intensità dell'aiuto
L'aiuto alle piccole e medie imprese è pari al 40% della spesa ammissibile, nei limiti del regime
"de minimis" di cui alle pertinenti norme comunitarie.
Nel caso il beneficiario sia un ente pubblico locale, il contributo è concesso fino a un massimo
dell'80% della spesa ammissibile e per un volume massimo di investimento di 400.000 euro.
3.2.2 - Rinnovo e sviluppo dei villaggi – articolo 52, lettera b) punto ii) del Reg. (CE) n.
1698/2005
Scopo della misura
Per favorire il miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e quindi per favorire
l'insediamento di comunità vitali si rende necessario migliorare il livello delle infrastrutture nei
borghi rurali a rischio di spopolamento. In particolare le infrastrutture su cui risulta prioritario
intervenire sono le seguenti: viabilità, acquedotti potabili, fognature, reti locali per la
produzione e la distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, reti locali per
l'accesso a internet.
Inoltre, per favorire lo sviluppo turistico di questi borghi si rende necessario migliorare
l'arredo urbano e favorire il recupero di edifici storici per localizzare attività culturali e
promozionali.
Contenuto della misura
Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi:
A. infrastrutture civili:
1. viabilità per l'accesso ai borghi rurali e viabilità pubblica interna dei borghi
rurali;
2. acquedotti potabili a servizio di borghi rurali;
3. fognature a servizio di borghi rurali;
4. reti locali per la produzione e la distribuzione di energia proveniente da fonti
rinnovabili;
5. reti locali per l'accesso a internet a servizio di borghi rurali;
B. interventi per favorire lo sviluppo turistico:
1. miglioramento dell'arredo urbano dei borghi rurali;
2. recupero di edifici storici di proprietà pubblica per localizzare attività culturali e
promozionali.
Sono ammissibili a contributo i soli investimenti.
Condizioni di ammissibilità
Gli interventi di cui alle lettere A) punti 4 e 5 e B) punto 1 sono ammissibili solo se inseriti in
programmi organici di intervento predisposti, all'interno di progetti integrati finalizzati alla
valorizzazione di prodotti tipici e biologici, all'energia, allo sviluppo dell'entroterra e alla
valorizzazione naturalistica.
Beneficiari potenziali
Enti pubblici locali.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Aree di operatività
Frazioni rurali ricadenti in Comuni con meno di 2.000 abitanti posti nelle zone rurali della
Liguria.
Gli interventi di cui alle lettere A), punto 4 e B) punto 2 possono essere realizzati in tutto il
territorio dei comuni con meno di 4000 abitanti posti nelle zone rurali della Liguria.
Intensità dell'aiuto
L'aiuto è concesso fino a un massimo dell'80% della spesa ammissibile. Per gli interventi di cui
alla lettera A), punti 1, 2 e 3 può essere elevato sino al 90%.
Il volume massimo di investimento ammesso è pari a 1.000.000 euro.
3.2.3 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – articolo 52, lettera b) punto iii) del Reg.
(CE) n. 1698/2005
Scopo della misura
L'obiettivo della misura consiste nella predisposizione degli strumenti di protezione e gestione
dei siti Natura 2000 e di altri luoghi di elevato valore naturalistico, nella realizzazione di
investimenti per la tutela della cultura rurale nonché degli elementi tradizionali del paesaggio
rurale ligure, con particolare riferimento ai muri a secco per il sostegno dei terreni in pendio.
Contenuto della misura
Sono ammissibili all'aiuto i seguenti interventi:
A. tutela e riqualificazione del patrimonio naturalistico:
1. predisposizione degli strumenti di protezione e gestione delle aree Natura
2000, delle aree parco e delle altre aree di grande pregio naturale;
2. investimenti associati alla riqualificazione e ripristino del patrimonio naturale e
allo sviluppo di siti di elevato valore naturalistico, importanti in particolare per
il potenziamento delle connessioni ecologiche;
B. tutela del patrimonio culturale e del paesaggio rurale:
1. ripristino dei muri a secco per il sostegno dei terreni in pendio e delle opere di
regimazione idrica strettamente connesse alla stabilità dei muri a secco;
2. recupero e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e archeologico.
Condizioni di ammissibilità
Sono ammissibili solo gli interventi inseriti in progetti integrati relativi alla valorizzazione di
prodotti tipici e biologici, all'energia, allo sviluppo dell'entroterra, alla riqualificazione
naturalistica, al turismo naturalistico, all'agricoltura e alla selvicoltura di presidio territoriale.
Per gli interventi riconducibili alla lettera B) punto 1) potranno essere ammessi anche
investimenti non collegati a progetti integrati.
Beneficiari potenziali
Enti pubblici locali, organismi di gestione dei siti Natura 2000
Limitatamente all'intervento B1 sono ammessi anche interventi realizzati da proprietari o
possessori dei terreni
Aree di operatività
•
Sezione A: siti Natura 2000, aree parco e altre aree di grande pregio naturale posti nelle
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
•
aree rurali della Liguria.
Sezione B: aree rurali della Liguria.
Intensità dell'aiuto
L'aiuto è concesso fino a un massimo delle percentuali di seguito elencate per singole tipologie
d intervento:
•
•
•
•
•
•
Punto A 1 80 % con un limite di investimento massimo di 50.000 Euro
Punto A 2 60 % con un limite di investimento massimo di 50.000 Euro
Punto B 1: investimenti realizzati da privati proprietari o possessori dei terreni
all'interno delle aree svantaggiate 40 % con un limite di investimento massimo di
50.000 Euro
Punto B 1: investimenti realizzati da privati proprietari o possessori dei terreni al di
fuori delle aree svantaggiate 50 % con un limite di investimento di 50.000 Euro
Punto B 1: investimenti realizzati da enti pubblici 80 % con un limite di investimento
massimo di 1.000.000 Euro
Punto B 2 60 % con un limite di investimento massimo di 200.000 Euro.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
40
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
Appendice II
Valutazioni sulla mappatura degli habitat
La realizzazione della mappatura di individuazione delle specie e degli habitat maggiormente
rappresentativi nelle aree dei Monti Caucaso e Ramaceto ha comportato affrontare alcune
questioni tecniche relative alla visualizzazione dei simboli che a piccola scala sovrastano quasi
l'estensione dei SIC, la soluzione scelta è quella di rendere visibili i tematismi solo ad una
determinata scala di rappresentazione.
I simboli adottati sono semplici: albero per le piante, montagnetta per l'habitat puntiforme,
conchiglietta per l'animale.
Relativamente alle indicazioni delle linee guida per la gestione delle aree SIC non ci sono altri
elementi da aggiungere come suggerimenti pratici, soprattutto per lo pteridieto una volta
delimitata l'area di estensione (vedi cartografia), avendo indicato come area target la zona
circostante lo stallone di Carlin ed avendo affrontato nello sviluppo del discorso relativo a
pteridium, le varie possibilità di intervento, la relazione specifica contiene già elementi
sufficienti per stilare linee guida per questo tipo di aree. Fatta salva l'opportunità di
approfondire con ulteriori ricerche il tema dello pteridium, la ricerca è stata accurata, anche a
partire da una la bibliografia abbastanza ampia per le praterie e le lande a calluna vulgaris,
potrebbe essere implementato il discorso sulla localizzazione degli interventi, non è facile
definire misure compensative (tipo quelle che vengono espresse nelle relazioni di incidenza) o
interventi gestionali che vadano oltre suggerimenti legati all'osservazione delle dinamiche
vegetazionali in corso oggi.
Possono essere riportati interventi volti per esempio alla razionalizzazione dei punti di
abbeveraggio per non affollare con danno all'intorno (azoto e calpestio) le poche aree esistenti,
alla creazione di recinzioni delle aree di pascolo, al ripristino delle vie di accesso ora invase da
pteridium per consentire ai pastori migliore sorveglianza degli animali, alla riduzione dei solchi
provocati dall'erosione idrica a loro volta provocati da pascolo eccessivo, interventi tutti
riconducibili ai piani di pascolamento più volte richiamati.
Per maggiori dettagli si veda la mappa relativa agli ambiti bionaturalistici riportata in seguito.
L'area dove sembra prioritario intervenire è l'enorme pteridieto del versante meridionale, dove
sarebbe opportuno puntare l'attenzione sulle aziende pastorali e sulle connessioni delle attività
di pascolo con il degrado attuale. Una volta ripristinata quest'area, con fondi ad esempio del
Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 (interventi agro-ambientali specifici per le zone SIC) ed
ottenuto spazio per la pratica del pascolo (attraverso un adeguato piano di pascolamento), si
potranno pianificare interventi in altre zone con una redistribuzione dei carichi, ma oggi
intervenire per tutelare le praterie che vanno ad essere colonizzate dagli arbusti (aree ecotonali)
e impoverite dal pascolo, quando si potrebbe disporre di ampie aree a pascolo e foraggio
comode, si andrebbe verso una diminuzione della biodiversità.
Bisogna poi fare attenzione alla fattibilità, in termini di tempo, risorse economiche e facilità di
applicazione (considerate le peculiarità morfologiche), degli interventi di decespugliamento, di
mantenimento dei contatti con creazione di corridoi ecologici fra le praterie con la riduzione
dei boschi e degli arbusteti che stanno gradatamente colonizzando il versante.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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Isoletta
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Ventarola
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Castello
Alvari
Favale di Màlvaro
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Canavissolo
Acero
Monteghirfo
Castagnelo
Lòrsica
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Caprile ö
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Moconesi
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Acqua di Sopra
Cornia
Croce d'Orero
Costa Secca
Ferrada
Habitat specifici
◊ Animali
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Làrvego
Lomà
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Case Terenzana
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Villagrande di Cichero
(11)
Piante
(85)
Puntiforme (10)
Classificazione Natura 2000
Cicagna
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Orero
Isolona
4030 (9)
6210 (26)
Monleone
Chiapparino
Costa di Soglio
◊
Calcinaia
Baranzuolo
Gnorecco
Pregi
Mezzavalle
SIC Monte Caucaso e Monte Ramaceto
La carta bionaturalistica delle aree oggetto di studio nei siti di importanza comunaria Monte Caucaso e Monte
Ramaceto
La cartografia realizzata ricalca la tipologia già in uso da Regione Liguria e Università di
Genova definita come Carta Bionaturalistica della Regione Liguria (CBRL).
Il materiale prodotto con il Software MapInfo 6.5 riporta i dati relativi al SIC Monte Caucaso
ed al SIC Monte Ramaceto.
Nel dettaglio:
SIC Monte Caucaso
− 49 segnalazioni (42 inedite, 7 dalla CBRL) così ripartite:
o 36 specie vegetali (5 CBRL)
o 8 specie animali (2 CBRL)
o 4 habitat
SIC Monte Ramaceto
− 57 segnalazioni (51 inedite, 6 dalla CBRL) così ripartite:
o 46 specie vegetali (4 CBRL)
o 3 specie animali (2 CBRL)
o 6 habitat
Ciascuna segnalazione viene descritta nel seguente modo
ID: identificativo (chiave primaria dell'archivio)
Tipo: animale, vegetale, habitat
Ambito: prateria, bosco misto, etc.
Nome specie
Località: sulla base della cartografia al 25.000 ed al 10.000, per quei casi in cui non è
individuabile nelle vicinanze una località geografica si indica in generale l’ambito geografico
(Ramaceto, versanti orientali, etc.)
Sono inoltre state realizzate le carte delle aree ascrivibili agli habitat studiati e quindi, per quel
che riguarda questi, di maggior pregio e potenzialità naturalistica.
Linee guida per la gestione ed il miglioramento degli habitat
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