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XXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI IL TURISMO NEL SUD ITALIA: VINCOLI PUNTI DI FORZA E OPPORTUNITÀ STRATEGICHE. IL CASO SICILIA. Francesco A. ANSELMI Università di Palermo - Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali e Finanziarie, Viale delle Scienze --90128-- Palermo “It is not the strongest of the species that survive, nor the most intelligent, but the one most responsive to change” Charles Darwin SOMMARIO Negli ultimi anni il nostro paese ha registrato un calo di competitività del comparto turistico verso altri paesi concorrenti. Le cause della perdita di competitività del prodotto turistico italiano dipendono da alcune caratteristiche dell’offerta turistica e principalmente dalla presenza di concorrenti che diversificano l’offerta con nuovi prodotti e nuove aree geografiche. L’Italia può vincere la sfida competitiva, in particolare con nuove aree, come il Sud d’Italia ( Calabria, Puglia, Sicilia, ecc) che dispone di un grosso potenziale non ancora espresso a causa di diverse fragilità. L’intento di questo studio è stato in primo luogo di proporre metodi organizzativi e produttivi a livello territoriale capaci di istituire una rete che consenta di raggiungere risultati tangibili di sviluppo del turismo nel Sud Italia, mediante la realizzazione di sistemi locali di offerta turistica e di distretti turistici. In secondo luogo quello di: 1) analizzare l’offerta turistica in Sicilia, i suoi punti di debolezza e di forza e di considerare i sistemi turistici di offerta locale strumento strategico per attuare processi innovativi di sviluppo endogeno e territoriale; 2) di considerare i distretti turistici dei poli in grado di integrare i vari turismi esistenti nel territorio siciliano per diffondere i benefici della mobilità dalle zone costiere all’interno e riposizionare, tra l’altro, i territori del turismo maturo. 1. INTRODUZIONE A livello internazionale il prodotto turistico Italia è identificato quasi esclusivamente in tre principali aree di prodotto: 1) città d’arte (Roma, Firenze, Venezia) 2) mare e laghi (Riviera adriatica e laghi di Garda e Maggiore) 3) ambiente ed enogastronomia (Toscana) Sembra da questi elementi che l’Italia sia una destinazione, una meta, dove non c’è più nulla da inventare e da scoprire. Da una serie di indagini svolte recentemente è emerso che una consistente maggior parte dei tour operator inglesi, francesi e tedeschi non specialisti sull’Italia ignorano l’esistenza di regioni quali la Calabria, la Puglia, la Basilicata e tra le altre la Sicilia che dispongono di un alto potenziale turistico inespresso. Inoltre da anni il nostro paese ha registrato un calo di competitività verso altri paesi concorrenti. Soprattutto nel triennio 1997-1999, l’Italia ha perso una forte quota di turisti a favore di altri paesi (Tabella I). Tabella I Presenze turistiche straniere nei principali paesi del Mediterraneo Anni Mezzogiorno Italia Centro-Nord 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001(a) 10.715 10.459 13.100 14.582 15.596 16.129 16.733 18.052 19.893 20.785 72.928 74.972 87.905 98.419 102.428 102.231 104.509 108.465 120.464 125.128 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001(a) -10,5 -2,4 25,3 11,3 7,0 3,4 3,7 10,0 10,2 4,5 -2,5 2,8 17,3 12,0 4,1 -0,2 2,2 4,7 11,1 3,9 Totale Spagna Grecia Portogallo Totale paesi concorrenti Valori assoluti (migliaia di unità) 83.643 81.183 36.260 20.084 85.431 88.395 36.475 18.124 101.005 104.156 40.658 20.660 113.001 107.253 38.772 22.241 118.024 106.442 35.847 21.708 118.360 113.202 40.991 22.601 121.242 120.926 43.282 25.273 126.517 131.585 45.447 25.995 140.357 136.454 46.719 26.786 145.912 141.093 47.186 27.054 Var. % rispetto all’anno precedente -3,6 6,8 18,7 -8,5 2,1 8,9 0,6 -9,8 18,2 17,8 11,5 14,0 11,9 3,0 -4,6 7,7 4,4 -0,8 -7,5 -2,4 0,3 6,4 14,3 4,1 2,4 6,8 5,6 11,8 5,4 8,8 5,0 2,7 10,9 3,7 2,8 3,2 4,0 3,4 1,0 1,0 (a) Il dato 2001 di Spagna, Grecia e Portogallo è parzialmente stimato. Fonte:Svimez: Rapporto 2002 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino 2 137.527 142.994 165.474 168.266 163.997 176.794 189.481 202.987 209.959 215.333 7,0 4,0 15,7 1,7 -2,5 7,8 7,2 7,1 3,4 2,6 Le cause della perdita di competitività del prodotto turistico1 italiano dipendono da alcune caratteristiche dell’offerta turistica e principalmente: • Mancanza di pianificazione nel settore turistico. La qualità del prodotto turistico dipende dagli slanci dei singoli imprenditori privati senza un intervento complessivo del sistema. Tale lacuna conduce a un prodotto non omogeneo e frammentato. • Offerta reale percepita (all’estero soprattutto) e concentrata sulle città d’arte, integrata di recente con qualche “nicchia virtuosa” (Toscana, Umbria) e alcuni laghi del nord Italia (ad esempio il Garda come “enclave per i tedeschi). • Un’offerta italiana ormai matura, che, quindi, non potrà avere trend di crescita, di decollo (o esplosivi), ma tutt’al più di mantenimento. Il corollario di ciò è la perdita della quota di mercato complessiva, essendovi dei concorrenti che diversificano l’offerta con nuovi prodotti. La sfida competitiva non può che passare da: 1) un’offerta innovativa (nuovi prodotti); 2) aree geografiche con un grosso potenziale non ancora espresso soprattutto nel meridione d’Italia (Calabria, Puglia, Sicilia ecc.) a causa di diverse fragilità. I principali fattori di persistente fragilità del sistema turistico meridionale sono: a) mancanza di infrastrutture; b) stagionalità dell’offerta e non elevata professionalità degli operatori turistici; c) scarsa riconoscibilità e distintività dell’offerta turistica. I punti di forza (o di segno positivo) sono: • un Sud con la disponibilità di un portafoglio d’offerta ricco e articolato da attrazioni sociali ed aggregazioni di un patrimonio artistico, architettonico e culturale spesso ignorato (Agrigento, Siracusa, Trapani, Matera, Pozzuoli) e quindi di un’offerta “non solo mare” che può suscitare interesse per flussi continui di turisti di ogni età. In tal modo si acquista un pacchetto vacanza da parte degli stranieri, che non è solo • • balneare; un Sud come fenomeno di riqualificazione industriale che nasce dall’esigenza socio-politica di valorizzare risorse umane e professionali espulse dall’industria manifatturiera (si consideri ad esempio Taranto, Crotone ecc.) A tal proposito il turismo è divenuto destinatario di interventi legislativi e finanziari a livello nazionale (legge 488/92) ed europeo (agenda 2000-2006); un Sud d’Italia come destinazione turistica “sicura” rispetto ad aree esotiche ormai percepite come rischiose (ne sono esempi recenti il Bali, il Kenya, l’Indocina, l’Indonesia). Prodotto turistico: è un insieme di beni (risorse culturali, ambientali, ecc.) e servizi, legati ad una forte interazione e sistematicità che insieme soddisfano uno specifico bisogno di esperienza turistica. 1 3 L’intento di questo studio è in prima istanza di proporre metodi organizzativi e produttivi a livello territoriale capaci di raggiungere in un’ottica di sistema risultati tangibili di sviluppo del turismo nell’area meridionale con la realizzazione di sistemi locali di offerta turistica e di distretti turistici e in seconda istanza quello di analizzare l’offerta turistica in Sicilia, i suoi punti di debolezza e di forza e di considerare i sistemi turistici locali (STL) strumento strategico per porre in essere processi innovativi di sviluppo endogeno e territoriale e i distretti turistici, come quel insieme di aggregazioni territoriali potenzialmente capaci di diffondere gli effetti benefici della mobilità dalle zone costiere all’interno e di irrobustire le vocazioni, le attrattive, le dotazioni e i sevizi turistici operanti nell’area. 2. DISTRETTI TURISTICI E SISTEMI TURISTICI GENERALI DI UN PROGETTO INNOVATIVO LOCALI: ASPETTI Prima di analizzare i distretti turistici (DT) e i sistemi locali di offerta turistica (SLOT) è opportuno fare riferimento al distretto industriale (DI), richiamando la definizione di G. Becattini, il quale afferma che ” Non si tratta, infatti, semplicemente di una forma organizzativa del processo produttivo di certe categorie di beni, ma di un ambiente sociale in cui le relazioni tra gli uomini dentro e fuori i luoghi della produzione, nel momento dell'accumulazione come in quello della specializzazione, e le propensioni degli uomini verso il lavoro, il risparmio, il gioco, il rischio, ecc.. presentano un loro peculiare timbro e carattere” (Becattini, 1987). La nascita e lo sviluppo di un DI è il risultato locale dell’incontro di un sistema di valori, di orientamenti e di istituzioni, di caratteristiche storico-naturalistiche di un territorio (orografia, reti e nodi di comunicazione, forme di insediamento) e di caratteristiche tecniche del processo produttivo (decomponibilità dei processi, brevità delle serie), ed anche il risultato di un processo di interazione dinamica fra la divisione-integrazione del lavoro nel distretto e l’allargamento del mercato dei suoi prodotti. Inoltre, il DI nell’idea di Bertalanffy ( 1976) si presenta come “un sistema, ossia un insieme teleologicamente ordinato, con bassa entropia, grazie al circolo virtuoso di organizzazione informazione-innovazione”. Le storie di successo economico dei DI presenti nelle regioni italiane del NEC, costituiscono la condizione territoriale specifica di un vantaggio competitivo vincente. Il di più dei distretti deriva dalla sovrapposizione tra la dimensione economica e quella della vita locale dei seguenti elementi: reti interpersonali, cultura, politica locale, spirito di emulazione e patrimonio di saperi artigianali. Considerato il successo dei DI si può mirare anche ad una valorizzazione di sistemi locali turistici e ricreativi, in particolare alle destinazioni messe in risalto dalla crescente richiesta di nuovi turismi. 4 Non mancano le analogie tra la realtà dei DI e quella di possibili distretti turistici (DT), dei sistemi turistici locali (STL) o dei sistemi locali di offerta turistica (SLOT). Il DT esprime l’insieme di tutte quelle aggregazioni territoriali potenzialmente capaci di coagulare e irrobustire le vocazioni, le attrattive, le dotazioni e i sevizi turistici operanti nell’area. Con riguardo ai sistemi turistici locali, M. Rispoli e M. Tamma nel 1995 introdussero il termine, sistema locale di offerta turistica (SLOT definendolo: “un insieme di attività e fattori di attrattiva, che situati in uno spazio definito (sito, località, area) siano in grado di proporre un’offerta turistica articolata e integrata, ossia rappresentino un sistema di ospitalità turistica specifica e distintiva che valorizza le risorse e la cultura locali” (M. Rispoli, M. Tamma, 1995). L’assetto dello SLOT si fonda da un lato, sull’identificazione e il consenso degli attori sugli obiettivi e sulle strategie di pianificazione turistica e dall’altro, su un solido corredo professionale e senso di responsabilità delle imprese (Manente, Furlan, Scaramuzzi, 1998). Il DT si può immaginare come un sistema locale specializzato in attività turistiche secondo il modello del DI, invece lo SLOT costituisce la fase iniziale di un progetto di sviluppo turistico ancorato ad un ambito spaziale; elementi portanti del progetto sono il sistema2, il localismo3, l’offerta turistica4. Fondamentali nello SLOT sono gli elementi legati alla qualità ospitale del territorio, che derivano sia dall'efficacia, dall'efficienza dell'organizzazione dei servizi e dei fattori d'attrattiva che costituiscono i prodotti offerti, che dalla capacità del luogo stesso di proporre un'esperienza di vita soddisfacente dai punti di vista culturale, psicologico e di socializzazione. Volendo considerare una certa analogia tra DI e DT, si osserva che il DI è un grande area di professionalità, nella quale la concentrazione costituisce un grande motore d'innovazione e nella quale la comunità locale mostra con un’azione sempre più marcata di volere conservare e valorizzare il proprio milieu. Questi elementi sono presenti in molti contesti turistici, in cui immagine e visibilità internazionale sono consolidate, e dove il territorio rispetto al DI costituisce una risorsa ubicata per eccellenza e un potenziale valore aggiunto. Tuttavia, nel contesto nazionale, gli STL o gli SLOT e i DT5 sono una rarità, se non in casi eccezionali, mancando un'identità forte di sistema locale e spesso non si raggiunge la massa critica di uno SLOT economicamente efficiente; inoltre non esiste una forte carica innovativa entro le aziende e, naturalmente, nel sistema stesso. Nonostante ciò lo SLOT si mostra come un 2 Il sistema indica un insieme di attività integrate tra loro e al territorio, coinvolgendo il maggior numero degli attori presenti nel territorio. 3 Indica il carattere specifico del sistema di ospitalità in uno spazio definito e da questo assume caratteri peculiari che derivano in particolare dalla valorizzazione dei fattori attrattivi che lo caratterizzano. 4 Indica le diverse parti di un unico prodotto turistico, composto da beni, servizi, fattori di attrattiva sociale, culturale, economica, naturale in grado di soddisfare la domanda globale di visita e soggiorno espressa dal turista. Lo sviluppo di uno SLOT che agisce da volano all'economia locale si compone di quattro fasi principali: la progettazione del sistema locale, l’implementazione, la formazione ed il monitoraggio. 5 Solo i sistemi locali di Rimini, Ischia e Cortina D’Ampezzo si possono considerare distretti turistici. 5 eccellente strumento strategico per porre in essere processi innovativi di sviluppo endogeno e territoriale. Il grande cambiamento qualitativo della domanda di turismi atteso nel prossimo decennio si indirizza sempre più verso la ricerca di prodotti nuovi, di risposte segmentate, di offerte collocate in sistemi locali turistici organizzati. Nei turismi, da una parte, emergono prodotti a competitività globale, dall’altro, cresce la domanda di consumi turistici a esclusiva potenzialità di offerta locale. Lo sviluppo turistico a livello territoriale, da generico e periferico sta diventando sempre più centrale e complesso. Riguardo ai distretti turistici, essi possono essere caratterizzati dai seguenti elementi: 1) dotazione di un patrimonio ricettivo di accoglienza con caratteristiche di accessibilità per il distretto e incidenza di ricettività alternativa; 2) presenza di un patrimonio culturale e naturale dotato di attrattività adattabili ai bisogni della domanda domestica e internazionale; 3) presenza di domanda turistica; 4) servizi di accoglienza complementari; 5) servizi alle famiglie e servizi alle imprese; 6) conoscenza delle località e delle strutture ricettive nei cataloghi dei tour operator e delle agenzie di viaggio. Gli elementi del punto 1) consentono di calcolare le potenzialità di carico del ricettivo e l’adattabilità del territorio alla segmentazione della domanda; quelli del punto 2) sono fondamentali per determinare le tipologie turistiche dell’area e determinarne il posizionamento, secondo un principio di sostenibilità. Il punto 3) riguarda la domanda, la quale, analizzandola in termini qualitativi e quantitativi si può determinare il ciclo di vita della località e le eventuali strategie di prodotto e di comunicazione; Figura 1: Schema di distretto turistico ENTI PUBBLICI SISTEMA PRODUTTIVO TERRITORIALE DISAGGREGATO AGGREGAZIONE IN OFFERTA TURISTICA DIFFERENZIATA ESCURSIONI STI EROGAZIONE DI SERVIZI CON STRUTTURE ASSOCIATIVE: IMPRENDI= TORI PRIVATI TURISTI CARATTERERIZZAZ. T ERRITORIALE TURISMO SOSTENIBILE SVILUPPO DELL’OCCUPAZIONE INCENTIVARE LE ATTIVITA’ CORRELATE AL TERRITORIO TUTELA DEL PATRIMONIO NATURALE E CULTURALE VANTAGGO COMPETITIVO FONTE: Rapporto sul turismo siciliano 2001 Mercury s.r.l. Firenze 6 il punto 4) permette di determinare il grado di sviluppo dell’offerta turistica. Il punto 5) indica il grado di integrazione sociale ed economica dell’area in esame ed infine, il punto 6) fornisce informazioni sul livello di comunicazione raggiunto della località Presupposto fondamentale per il successo di un distretto turistico è il coordinamento, nel rispetto delle funzioni tra Enti pubblici preposti alla programmazione e operatori privati. In generale un distretto turistico può essere rappresentato mediante la Figura1. 3. ANALISI E FINALITA’ DEL DISTRETTO TURISTICO NEL SUD ITALIA I numerosissimi propositi e i tanti appelli succedutisi negli anni nel Mezzogiorno ( Sud Italia + Isole) non hanno prodotto i risultati sperati. Alle poche aree di antica tradizione se ne sono aggiunte dalle altre, ma nell’insieme i risultati sono stati modesti rispetto alle notevoli potenzialità esistenti. Se si esaminano i flussi turistici che hanno alimentato le strutture ricettive nel 2000 si rileva una forte stagionalità degli stessi (Tabella 2). Inoltre, l’indice di intensità turistica, ottenuto rapportando le presenze ai residenti in un dato periodo di riferimento, registra valori più bassi nel Mezzogiorno (8,8) rispetto al valore medio dell’Italia (16,2) ed è molto più basso rispetto ai valori nel Centro- Nord (25,9) e nel Nord-Est (35,8) (Tabella 2). Nell’ambito del Mezzogiorno valori sensibilmente superiori della media dell’area si riscontrano in Abruzzo (13,4) e in Sardegna (15,8). Un altro indice è il tasso di utilizzo netto dei posti letto disponibili che nel decennio 19901999, a livello nazionale, ha avuto un andamento stabile (44,6%, 44,7%), invece è diminuito nel 2000 (42,7%). Tabella 2 Stagionalità, impatto ambientale ed utilizzo dei posti letto nelle strutture ricettive ufficiali (anno 2000) Stagionalità delle presenze Ripartizioni Quota % agosto Quota % da giugno Indice di impatto Tasso di utilizzo netto Territoriali ad agosto ambientale (a) dei posti letto (b) Mezzogiorno 25,8 56,0 8,8 40,8 Centro-Nord 20,7 50,2 25,9 46,0 - Nord-Ovest 16,8 41,9 9,0 43,1 - Nord-Est 23,4 56,8 35,8 45,8 - Centro 19,1 45,0 21,1 48,2 Italia 21,8 51,5 16,2 42,7 (a) L’indice è calcolato secondo la seguente formula: (presenze)/(g x residenti) x 1.000, dove g è il numero dei giorni dell’anno. (b) Il mercato turistico interno include le presenze consumate negli alloggi privati. Fonte: Svimez: Rapporto 2002 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, Bologna Si osserva in particolare un tasso di utilizzo più basso per il Mezzogiorno 40,8% rispetto al tasso medio e in misura maggiore rispetto alle altre aree. Riguardo all’offerta turistica si rileva, inoltre, che i centri storici delle piccole e medie città sono trascurati dai circuiti culturali tradizionali. Il turismo balneare è sfruttato da turisti 7 stranieri che rimangono nei villaggi turistici senza entrare in relazione interattive con le realtà locali. L’agriturismo, un fenomeno in crescita, non riesce a fare da traino. Il turismo sportivo e alternativo non dispone di attrezzature per l’esercizio delle discipline e non costituisce il richiamo delle destinazioni più alla moda. Esaminando il flusso dei turisti che sceglie l’Italia solo 1/5 si dirige nel meridione (esclusa Sardegna). Se si considerano i turisti stranieri solo il 10% sceglie il meridione. Sono dati molto preoccupanti se si considera che sono regioni che occupano quasi 1/3 del territorio nazionale e che dispongono di un patrimonio ambientale, storico, culturale e balneare di importanza primaria. Tuttavia non emergono grandi differenze nei dati sulla permanenza media annua rilevati nel 2001 dalla Federalberghi (Tabella 3). Tabella 3 FLUSSI TURISTICI VERSO IL SUD ITALIA ITALIANI STRANIERI TOTALE REGIONE Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia TOTALE SUD Arrivi 1.139 172 2.724 1.763 343 957 2.495 9.593 TOTALE ITALIA 46.005 CONSISTENZA% DEL SUD ITALIA Presenza P.M. 5.645 5,0 630 3,7 11.704 4,3 7.941 4,5 1.476 4,3 5.108 5,3 8.208 3,3 40.711 4,2 Arrivi 178 17 1.827 266 46 133 1.573 4.041 Presenza P.M. 1.021 6 70 4 3.259 5 1.363 5 215 5 866 7 5.523 4 18.317 5 Arrivi Presenza P.M. 1.318 6.666 5,1 189 700 3,7 4.551 20.963 4,6 2.030 9.304 4,6 389 1.690 4,3 1.090 5.975 5,5 4.069 13.700 3,4 13.634 59.028 4,3 203.651 35.768 146.672 81.773 350.323 20,9 20,0 4,4 11,3 12,5 4 16,7 4,3 16,8 Fonte: Federalberghi, 2002. In contrapposizione alle fragilità indicate, esistono una serie di punti di forza, o di segno positivo, nel Meridione: un’offerta di un portafoglio pieno e articolato di attrazioni, di un patrimonio artistico, culturale, ecc le quali, mediante un progetto innovativo, che è costituito dai Sistemi Turistici di offerta locali e dai distretti turistici, i quali, in tempi ragionevoli, potranno raddoppiare i flussi turistici e, mediante gli effetti diretti e indiretti ed indotti, si potrà realizzare il decollo economico nell’area con una ricaduta positiva sull’occupazione e sulla crescita complessiva del reddito. Il modello di distretto turistico può essere sperimentato in molte aree del Mezzogiorno. E’ un processo lungo e difficile, ma può essere attuabile se sussistono le seguenti condizioni: 1) un’alleanza convinta e solida tra gli operatori, siano essi privati, investitori, soggetti di programmazione; 2) una gestione degli interventi fortemente convergente e l’eliminazione di rischi di spontaneismo che producono frammentazione e precarietà; 3) un’attività programmatoria che valorizzi anche i soggetti minori, le piccole e medie imprese, dagli accompagnatori, dalle guide ai gestori della fruizione dei beni culturali, 8 che operando all’interno di un distretto integrato possono contribuire per un forte sviluppo; 4) la implementazione di attività organizzative e di marketing, nel distretto, che conducano alla formazione di beni relazionali. Per creare un distretto turistico è necessario coinvolgere le Regioni (facendo capo su esse la competenza sul turismo) e gli Enti locali (che hanno la competenza per il governo del territorio Un’offerta corta tende trattare il turista come un “pollo da spennare” cercando di ottenere in tempi brevissimi un reddito sufficiente per tutto l’anno. Al contrario, un’offerta ampia si integra con una serie di risorse e servizi e diventa possibile superare il problema della stagionalità. Il DT rappresenta una soluzione alternativa ai modelli oggi prevalenti, eliminando i rischi di compromissione ambientale e di stravolgimento del contesto sociale. Per il turista il territorio deve offrire un modello di network integrato ed accettabile, contribuendo in tal modo ad integrare il numero di presenze e, soprattutto, ad allungare la stessa stagione. Un distretto turistico ha come obiettivo primario di rendere turisticamente attraente una determinata area territoriale per un arco temporale 6-8 mesi continuativi (destagionalizzazione) e quindi capacità di attrarre livelli elevati di clientela italiana e straniera. Una serie di dati disponibili evidenziano che creare un posto di lavoro nel settore turistico necessita tra i 75 e i 100 mila euro. Importi molto più bassi rispetto a quelli necessari per crearne uno nel settore manifatturiero Esistono in diverse parti di Europa distretti turistici. Il virtuosismo dei distretti turistici non è nello specifico progetto, ma nell’esigenza di avere un progetto innovativo realistico, caratterizzato, di respiro vasto, duraturo e selettivo. 4. L’OFFERTA TURISTICA IN SICILIA: ASPETTI QUALI-QUANTITATIVI La seconda parte dello studio – come si è detto precedentemente-- destinata all’analisi e alla promozione dell’offerta turistica in Sicilia, mediante i sistemi turistici locali e i distretti turistici come proposta di integrare la logica delle reti dei prodotti con quella dei territori e si propone di identificare l’isola dell’arte e della cultura, dei parchi e dell’ambiente, l’isola della archeologia e del benessere. Sapendo che l’offerta turistica di un territorio è un’offerta di pluriprodotti integrati, che possono suddividersi in “caratteristici” e “non caratteristici”6, presentiamo uno schema che 6 Costituiscono attività caratteristiche (o strettamente turistiche): alberghi, campeggi, agenzie di viaggio, tour operator, stabilimenti balneari ecc. Sono attività “non caratteristiche”: bar, ristoranti, piscine pubbliche, cinema, sale da ballo, ecc. 9 evidenzia e quantifica i principali elementi di attività imprenditoriali che compongono l’offerta turistica siciliana (Schema I). Schema I Offerta turistica della Sicilia nel 2001 STRUTTURE RICETTIVE ALBERGHIERE ESERCIZI CAMERE POSTI LETTO BAGNI STRUTTURE RICETTIVE EXTRALBERGHIERE 879 41.198 82.239 39.499 ESERCIZI 636 POSTI LETTO 51.325 AGRITURISMI 267 POSTI LETTO 1.384 CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI 112 POSTI LETTO 42.625 IMPRESE DI RILEVANZA TURISTICA Ristoranti, trattorie, pizzerie, rosticcerie 3.901 Bar, caffè ed enoteche 5.681 ALTRE IMPRESE TURISTICHE Società gestrici di ostelli 7 Società gestrici di rifugi 3 Agenzie di viaggio e Tour operator 644 Agenzie di noleggio auto 186 Agenzie di noleggio nautico 114 Porti e approdi turistici 133 Aeroporti 6 Aziende termali 8 Percentuali dei posti letto offerti nelle molteplici strutture ricettive 3 stelle Campeggi e 4 stelle 2 stelle 1 stella vill. turistici Alloggi privati 38,4 2,9 31,9 12,8 6,7 3,0 Alloggi Agriturisici Altri esercizi 1,9 1,7 5 stelle 0,8 Musei e siti archeologici 179 AREE PROTETTE Numero 50 Incidenza sul territorio 8,84%; Parchi regionali Riserve naturali statali 6,00% Riserve regionali Zone umide 2,00% 6,00% 86,00% COSTE SICILIANE KM 1.040 Fonte: Istat, Mercuri srl, Osservatorio Turistico della Regione Siciliana e nostre rielaborazioni ------------------------------------------------------------------------------------------------------------E’ un’offerta turistica amplificata e diversificata, tuttavia, salvo qualche eccellenza, è un’offerta carente di uno standard adeguato di servizi, molto parcellizzata, incapace di fare sistema. Le imprese hanno difficoltà a collegarsi tra l oro e a colloquiare con quelle che contribuiscono alla realizzazione del prodotto turistico. Nei sottoparagrafi 4.1 e 4.2 e illustreremo i diversi elementi di debolezza e di forza del prodotto turistico siciliano. 10 4.1. Punti di debolezza del prodotto turistico siciliano Oggi, in un’epoca di globalizzazione, la disponibilità pura e semplice di beni naturali e culturali non costituisce un prodotto turistico che dà un valore economico. La qualità dei servizi pubblici, l’adeguatezza della rete di trasporti, l’efficienza del sistema delle telecomunicazioni, sono fattori capaci di definire la concorrenzialità dell’offerta turistica. In altri termini, sono le attrezzature sussidiarie a rendere particolarmente attraente per il turista una determinata località (Cooper, Fletcher, Gilbert, Shepherd, Wanhill,.2002). La Sicilia risulta carente di infrastrutture e perciò non è in grado di sfruttare per intero l’enorme potenziale turistico di cui dispone (esaminato nel paragrafo 4.2). In relazione ad una recente indagine del Dipartimento del Ministero dell’Industria, Commercio e dell’Artigianato, il primo punto di debolezza è individuato nei trasporti, sia per raggiungere l’Isola che per spostarsi all’interno. I trasporti acquistano una rilevanza primaria nel settore turistico, visto che il momento dello spostamento è l’essenza stessa di un viaggio turistico riuscito (L. Senn,1996). In base ai dati dell’istituto Tagliacarne, il Mezzogiorno italiano e la Sicilia sono dispongono di un livello di infrastrutture inferiore alla media italiana. In particolare la Sicilia ha una presenza di infrastrutture sul territorio pari all’86,2% del livello medio nazionale. Il problema è di carattere quantitativo e qualitativo. La Sicilia dispone di una rete ferroviaria soltanto in parte elettrificata e basata in buona parte sul binario unico. Le linee ferroviarie sono arretrate e determinano lunghi tempi di percorrenza. La qualità delle reti di trasporto stradali ed autostradali fortemente deficitaria; Le strutture portuali e soprattutto quelle aeroportuali sono inadeguate. La perifericità della Sicilia potrebbe essere parzialmente attutita da una più ampia presenza di strutture aeroportuali, ma anche in questo ambito le dotazioni siciliane sono inferiori alla media nazionale, e la maggior parte dei collegamenti internazionali è effettuata via Roma o Milano anche per le rotte del Mediterraneo. I trasporti pubblici urbani e non sono manchevoli fra l’altro di informazioni ad hoc. Si nota, anche, l’arretratezza di alcune strutture ricettive e, quindi, la loro difficile commercializzazione. Un problema che è stato evidenziato in proposito è quello della approssimazione con la quale vengono predisposti certi servizi, dovuta spesso alla mancanza di professionalità. Spesso si constata l’approssimazione e la provvisorietà con la quale si predispongono certi sevizi. E’ quindi, indispensabile formare figure professionali specializzate nella gestione e promozione del prodotto turistico. Si constata una cultura dell’imprenditoria locale che si limita all’accettazione fatalistica della stagionalità breve con eccessi di una mentalità di fissare prezzi altissimi ad agosto e alberghi e altre ricettività turistiche deserti a maggio, giugno e settembre ed anche una eterogeneità di 11 classificazione qualitativa degli esercizi turistico ricettivi e un servizio offerto al cliente spesso non rispondente alle aspettative e agli standard internazionali. Si nota infine una bassa propensione ad investire nel turismo; infatti in Sicilia su cento imprese soltanto 1,4 sono legate all’attività turistica, mentre la media nazionale è di 2,2. Un altro aspetto negativo del turismo siciliano è la poca cura dell’ambiente; spesso abusi edilizi, incuria del territorio, inquinamento, scarsa pulizia, finiscono per deturpare l’ambiente, che, appare poco attraente all’occhio del turista. Quindi l’arredo urbano, l’igiene, i servizi di accoglienza, sono tutti fattori che determinano la buona riuscita di un viaggio 4.2. Punti di forza del prodotto turistico in Sicilia Da un’indagine Doxa del 1998 sulla popolazione, la Sicilia si collocava nei primi dieci luoghi in base alla notorietà (Tabella 4). In particolare la Sicilia insieme alla Toscana evocano su larga scala uno stereotipo di “prodotto-territorio”. Anche da un’indagine effettuata dal Dipartimento del Ministero dell’Industria Commercio e dell’Artigianato emerge che la Sicilia, (anche la Toscana ed la Sardegna) è percepita come stereotipo di prodotto-territorio Tabella 4 Primi dieci luoghi italiani per notorietà Luoghi % Roma 54,2 Venezia 28,9 Milano 16,5 Sicilia 16,0 Napoli 14,4 Firenze 13,8 Pisa 3,6 Torino 3,5 Toscana 3,4 Vaticano 3,1 _---------------------------- Fonte: Doxa, Indagine sulla popolazione, 1998 Dall’indagine è emerso che la Sicilia si caratterizza per la sua componente d’arte e culturale, tuttavia, l’immagine turistica è percepita dalla domanda potenziale come isola balneare. Pertanto, da un punto di vista operativo, la componente balneare prevale nettamente sulla componente culturale, museale, nonostante da un punto di vista teorico si verifichi piuttosto il contrario. Il principale motivo del gap, tra offerta potenziale dell’isola e la domanda turistica effettivamente attivata, è legato all’incapacità di promuovere forme di turismo alternativo, come quello enogastronomico, dell’artigianato, delle tradizioni popolari, ambientale, da integrare e non contrapporre alle forme di turismo tradizionali presenti nell’Isola. E’ necessaria un’offerta di prodotti di qualità e diversificata per valorizzare nella sua interezza il vasto patrimonio artistico-culturale che la Sicilia possiede e, successivamente a questa fase, occorre indirizzare un’attività di promozione e commercializzazione. 12 La promozione è un fattore fondamentale per lo sviluppo turistico di una determinata regione; riguarda l’ideazione e la realizzazione di un messaggio che sia incisivo ed efficace ad affermare un marchio dell’offerta turistica regionale. Inoltre è opportuno fare un accenno al turismo culturale, per l’importanza che riveste nell’ambito delle linee strategiche d’intervento, per un rilancio del settore nell’Isola. Il patrimonio culturale siciliano è di dimensioni vastissime sia per quantità che per varietà e stratificazione storica. Si valuta un’offerta di patrimonio culturale che rappresenta il 9,4% dell’intero patrimonio nazionale. È stato rilevato, inoltre, per quanto concerne i beni archeologici, che essi ammontano a circa il 30% del totale su base nazionale (su scala nazionale, soltanto il Lazio ha un’offerta più elevata di siti archeologici). Infine, la Sicilia offre un patrimonio ancora “inesplorato” e di grande interesse. Come valutazione di sintesi si rileva che le potenzialità dell’Isola sono notevoli e non utilizzate a pieno, svolgendosi il turismo lungo una parte della fascia costiera. Occorre valorizzare turisticamente tutta la fascia costiera ed anche le zone interne. Su questo punto un ruolo determinante deve svolgerlo la Regione con lo scopo di favorire lo sviluppo e permettere agli imprenditori innovativi di trova spazio per le proprie idee. Le prospettive in atto e la crisi nell’industria manifatturiera (vedi tra gli altri il caso FIAT di Termini Imprese) indicano che bisogna valorizzare le risorse reali locali.. Per quanto attiene ai punti di forza al primo posto si colloca l’ambiente naturale, caratterizzato da una natura rigogliosa, con molti prodotti tipici. Questa concezione si associa al turismo di relax, con quello dei parchi ed anche balneare. Al secondo posto si colloca la disponibilità dei residenti e del personale turistico. La Sicilia è una delle regioni d’Italia con il più alto potenziale turistico inespresso e il turismo, costituendo un’attività con maggior grado di intersettorialità, rappresenta uno dei principali motori per lo sviluppo dell’intera economia dell’area. .Nell’immaginario collettivo, la Sicilia, rappresenta un fondamentale vantaggio competitivo, vista la possibilità di promuovere l’isola come un prodotto unico e la possibilità di sviluppare strategie di marketing territoriale. Per tracciare delle linee guida di marketing territoriale efficaci, è necessario individuare, all’interno della regione, delle unità territoriali omogenee sul piano culturale e delle tradizioni, nella forma degli STL o degli SLOT e dei DT. In conclusione, un efficace programma di utilizzazione delle risorse culturali, integrato con la valorizzazione delle altre risorse, consentirebbe il raggiungimento di obiettivi ambiziosi nella rigenerazione dell’offerta turistica e renderebbe la fruizione dell’Isola più in linea con l’immagine che la caratterizza, proponendola come un “mare pieno di arte e di cultura”. Realizzare attività di questo genere, significherebbe offrire infine opportunità occupazionali a tanti giovani desiderosi di attivarsi nel mondo del lavoro, diminuendo, in questo modo la disoccupazione giovanile e l’emigrazione verso le regioni del Nord Italia, che sono molto prospere rispetto al Sud. 13 Esaminiamo ora alcuni indicatori della posizione turistica della Sicilia. 5. ALCUNI INDICATORI DELLA POSIZIONE TURISTICA DELLA SICILIA Passiamo, ora, ad analizzare una serie di indicatori turistici, che forniscono delle informazioni circa la posizione turistica della Sicilia rispetto alla media nazionale e rispetto al Mezzogiorno. La Sicilia è l’ottava regione d’Italia per presenze turistiche ed è la seconda nel Sud, dopo la Campania (Grafico 1). Se si esamina l’indice di turisticità territoriale (Regionale) [presenze nella regione/popolazione residente/presenze] la Sicilia si trova al tredicesimo posto (Grafico2). Se si esamina la densità turistica per chilometro quadrato (arrivi turistici/km2) la Sicilia si trova al di sotto della media nazionale (158 arrivi per km2 rispetto ai 271 e si colloca al tredicesimo posto (Grafico 3). L’indice di sfruttamento territoriale [(arrivi turistici per km2 + residenti per km2 )/100] della Sicilia mostra un territorio con un basso impatto (3,6 contro 4,6 della media nazionale) e si trova all’undicesimo posto (Grafico 4). L’indice di sfruttamento territoriale misura la sostenibilità dell’impatto dei residenti e dei turisti. Un altro problema del turismo siciliano è la bassa permanenza media. In tutti i comparti il tasso di permanenza media regionale è inferiore a quello nazionale (vedi tra gli altri Anselmi, Cirà, 2002). Il prolungamento della permanenza media in Sicilia è uno degli obiettivi che gli imprenditori e la pianificazione territoriale devono porsi. Infine, la quota di valore aggiunto in Sicilia legata al turismo, è inferiore a quella nazionale (2,5% contro il 7,5%). 14 Grafico1: Presenze turistiche nelle regioni italiane e posizione della regione Sicilia. Anno 2001 M ol ise D' Ao st a Ba sil ica ta Um br ia Va lle Ca la br ia Ab ru zz o Pu gl ia Fr iu li - Pi em on te G iu lia Ve ne zia M ar ch e Sa rd eg na Si cil ia Li gu ria Ca m pa ni a La zio Lo m ba rd ia Ad ig e -R om ag na -A lto Em ilia Tr en tin o To sc an a Ve ne to 70.000.000 60.000.000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 20.000.000 10.000.000 0 Fonte nostra elaborazione su dati del rapporto sul turismo italiano undicesima edizione,2002 Mercuri S.r.l. F Graf. 2: posizione della Sicilia secondo un indice di turisticità territoriale (presenze / popolazione residente). Anno 2001 45,0 40,7 40,0 35,0 27,0 30,0 25,0 20,0 12,7 15,0 10,7 9,4 9,3 9,0 8,1 10,0 7,0 6,2 5,5 5,2 Umbria Sardegna Lazio Abruzzo 3,6 3,5 2,9 2,8 2,7 2,7 2,3 2,1 1,7 Campania Italia Calabria Basilicata Lombardia Sicilia Puglia Molise Piemonte Abruzzo Puglia Sardegna Calabria Molise Basilicata 1,2 1,0 5,0 0,0 Trentino Alto Adige Valle D'Aosta Veneto Toscana Liguria Emilia Romagna Marche Friuli Venezia Giulia Graf. 3: Densità turistica per Kmq 700 600 500 400 300 200 100 0 Veneto Liguria Lazio Trentino Alto Adige Toscana Emilia - Campania Lombardia Romagna Italia Valle D'Aosta Umbria Friuli Venezia Giulia Marche Sicilia Piemonte Graf. 4 Posizione della Sicilia secondo l'indice di sfruttamento territoriale [(arrivi turistici per Kmq+residenti*kmq)/100]. Anno 2001 9,3 10,0 9,0 8,4 9,0 7,6 8,0 7,1 7,0 5,9 5,8 5,3 6,0 4,6 5,0 3,8 3,6 4,0 3,6 3,3 3,2 2,8 2,7 3,0 2,4 2,1 1,4 2,0 1,0 a e at lic si M ol is Ba te on Ab ru zz o C al ab ria Sa rd eg na em 'A D lle Va 15 Pi Pu os gl ta ia ia U m br lia ci Si M ar ch e lia iu G -V li iu Fr Em ilia en -R ez ia om Ita ag lia na e ig Ad an Tr en tin o -A To lto sc rd Lo m ba pa am C a ia a ni o to zi La ne Ve Li gu ria 0,0 La Sicilia, avendo una bassa densità turistica e un basso indice di sfruttamento territoriale rispetto al dato nazionale, può essere fruita dal punto di vista turistico. La Sicilia è un territorio che può accogliere ulteriori flussi turistici. Infine, un indice economico, che testimonia un limitato sviluppo del settore turistico è costituito dal valore aggiunto prodotto dall’Isola. Esso è appena il 2,5%, contro, ad esempio, il 15,3% del turismo del Trentino Alto Adige e del …% dell’Emilia Romagna (Fonte TCI). Esaminiamo ora alcuni tentativi di sistemi turistici locali e alcune ipotesi di distrettualizzazione turistica in Sicilia. 6. SISTEMI TURISTICI LOCALI IN SICILIA Oggi il prodotto turistico tende ad essere un prodotto territoriale in cui è l’intera dotazione infrastrutturale che esso offre ad essere coinvolta nella prestazione. Il prodotto turistico tende a divenire un prodotto sistemico, in quanto, il turista cerca di avere di fronte a sé un territorio che è articolato in varie attrattive, ciascuna delle quali è utilmente interconnessa con tutte le altre. Il prodotto turistico, ha una forte valenza territoriale ed è intuitivo, ma questa non fa sistema. Le caratteristiche di un sistema sono due: 1) la specializzazione funzionale delle parti che lo compongono; 2) i legami di interconnessione che collegano le parti ( E. Nocifora, 2002). Tali elementi sono indispensabili per poter parlare propriamente di sistema. Dall’analisi svolta sul turismo in Sicilia emerge con chiarezza che il prodotto turistico siciliano presenta un livello di sviluppo ancora limitato, e una serie strozzature impediscono uno sviluppo vero del settore (problema dei trasporti, situazione ambientale, intoppi burocratici) al fine di creare un prodotto di qualità, e successivamente indirizzare un’attività di promozione e commercializzazione. La strategia vincente per lo sviluppo del turismo in Sicilia è di promuovere i sistemi turistici locali (STL) il cui obiettivo è altamente innovativo e consiste nel fare in modo che amministratori locali, produttori, consumatori, operino congiuntamente per dare una forte identità turistica ai loro territori, per creare una realtà di produzione, nell’ottica della filiera, dei sistemi di rete. L’evoluzione turistica ha fatto sì che fare vacanza in una determinata località significa essere attratti dall’insieme dei messaggi culturali, che da quella realtà provengono. I sistemi turistici locali devono essere promossi dalle imprese, che agiscono nel territorio come opportunità e non imposti dall’alto in base a regole e parametri definiti a priori. Nell’ambito dei sistemi turistici le autonomie locali devono approvare progetti di valorizzazione del territorio e dimostrare di essere capaci di governare questi processi e di saper realizzare con le parti imprenditoriali e sociali modelli dai quali emerga la centralità del turismo. 16 C’è bisogno di progetti definiti, con chiare risorse finanziarie di supporto, che le autonomie locali devono programmare con efficacia e lucidità. Gli interventi della Regione Siciliana, da oltre un quinquennio, nell’ambito dello sviluppo locale e del turismo sono stati parecchi. Essi hanno riguardato gli accordi di programma, i Piani Integrati Territoriali (PIT), i patti territoriali, la programmazione negoziata che servono per realizzare programmi organici e finalizzati, in particolare, allo sviluppo integrato dell’offerta turistica in ambiti territoriali prestabiliti. Questo percorso, che è politicamente importante, ha avuto una precisa fisionomia giuridica con la nuova legislazione turistica (legge 135/2001) e un supporto con i fondi strutturali tradotti nei Programmi Operativi Regionali (P.O.R.), che prevedono di concentrare le azioni dell’asse IV U “Sistemi Locali di Sviluppo” nel raggiungimento di obiettivi prioritari concernenti la promozione turistica, il potenziamento e la riqualificazione dell’offerta turistica e delle infrastrutture turistiche di interesse regionale. Inoltre, il disegno di legge del Settembre 2002 presentato dall’Assessorato regionale al turismo della Regione Siciliana che recepisce la legge quadro nazionale n°135/2001 riconosce il valore primario del turismo nell’economia siciliana. Il disegno di legge dà particolare rilevanza nell’art. 5 ai sistemi turistici locali definiti “contesti turistici omogenei e/o integrati, comprendenti anche ambiti territoriali appartenenti a province diverse, nei quali il turismo rappresenta una componente di rilievo delle attività sociali ed economiche, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale”. La definizione di sistemi turistici locali (STL) suggerita dalla legge nazionale pone attenzione all’aspetto cooperativo e negoziale che dovrebbe essere condiviso dagli attori pubblici e privati. In proposito, volendo fare una considerazione alla legge 135/2001, che prefigura un processo di costituzione dei sistemi turistici locali, si rileva la sua stasi assoluta, dopo oltre due anni dalla sua pubblicazione Inoltre, c’è il rischio che si crei un ulteriore strumento di mediazione politica, che si aggiunge quelli esistenti. In Sicilia, esperienze di aggregazione sistematica di estrazione turistica mostrano segni di vita anche se l’elemento marcatamente pubblicistico soffre di un’impostazione troppo spesso “burocratizzata”. Da qualche tempo si assiste in Sicilia alla formazione di enti consortili dove soggetti pubblici e privati pongono in essere alleanze strategiche finalizzate alla realizzazione di sviluppo turistico. Si ha testimonianza significativa nelle ultime edizioni della Borsa internazionale del turismo di Milano, dove nello stand Sicilia hanno trovato ospitalità due consorzi. Uno è consorzio “Costa Saracena” (nel quale partecipano i Comuni di Brolo, Ficarra, Gioiosa Marea, Naso, Piraino), con la collaborazione dell’A.A.S.T. di Capo d’Orlando; l’altro è il consorzio “Terra 17 di Luce” (al quale partecipano i Comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini). La provincia di Trapani è un’altra area con una struttura organizzativa dal nome “Terre d’Occidente”, che vuole valorizzare il turismo e comprende i Comuni di Alcamo, Calatafimi, Segesta, Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Selinunte, Marsala e Mazara del Vallo. Una sperimentazione di sistema turistico ha riguardato alcuni territori della provincia di Caltanissetta dove “Sviluppo Italia” ha dato vita ad un progetto di crescita del STL denominato SLOT (sistema locale di offerta turistica) dell’Alta Valle dei Platani. Un modello messo a punto alcuni anni fa dal CISET di Venezia. Le amministrazioni comunali interessate dal progetto sono: Campofranco, Marianopoli, Milena, Mussomeli, San Cataldo, Sutera e l’A.A.P.I.T. di Caltanissetta. Altre iniziative progettuali di concertazione hanno riguardato il comprensorio acese (Acireale, l’A.A.S.T. locale, l’Azienda delle Terme e l’associazione degli Albergatori); e il comprensorio di Taormina (ne fanno parte il Comune, l’A.A.S.T., Taormina Arte e l’associazione degli Albergatori di Taormina). Infine un territorio in forte crescita turistica ed economica è compreso tra i Monti Sicani e le coste Sud-Orientali della Sicilia, in cui è attiva la Società Consortile a.r.l. “Terre Sicane”, che è una partnership tra enti pubblici (i Comuni di Menfi, Montevago, S. Margherita Belice, Sambuca di Sicilia e la provincia regionale di Agrigento) ed operatori privati. 7. I DISTRETTI TURISTICI IN SICILIA In relazione alla definizione di distretto turistico, precedentemente espressa e sintetizzata come un concatenarsi di elementi che, collegati tra loro, devono creare poli turistici complessi che comprendono più fattori produttivi, economici, sociali, territoriali e ambientali e la cui efficacia è strettamente collegata alla rete di rapporti che gli enti pubblici e privati, presenti sul territorio, saranno in grado di articolare e consolidare per trasformare le potenzialità dell’area in realtà concreta, tentiamo di esaminare la politica dei distretti turistici in Sicilia. Nell’ambito della politica turistica della regione Sicilia la strategia dei distretti dovrebbe assumere una triplice valenza: • strumento operativo per integrare i vari turismi esistenti nel territorio in modo da diffondere gli effetti benefici della mobilità dalle zone costiere all’interno; • sostegno operativo per riposizionare i territori del turismo maturo; • fattore guida per territori ad alto potenziale turistico ma a lento o mancato decollo. Nei distretti turistici è l’aggregazione intersettoriale sul piano economico e sociale che fa emergere quel vantaggio competitivo che distingue le località. 18 L’osservatorio dell’Assessorato del turismo, delle comunicazioni e dei trasporti della Regione Siciliana nel corso del 2001, dopo la pubblicazione della legge 135/2001, ha simulato la perimetrazione degli spazi turistici che presentavano caratteristiche di sistema, individuando dell’intero territorio regionale le seguenti dieci macro-aree: 1) sistema dei golfi Occidentale; 2) sistema Lilibeo; 3) sistema delle terre Sicane; 4) sistema dei territori Centro-Meridionali; 5) sistema Madonita; 6) sistema degli Erei e del Calatino; 7)sistema dei Peloritani e dei Nebrodi; 8) sistema di Taormina e dell’area Etnea; 9) sistema Ibleo; 10) sistema microinsulare. Grafico 5 Ipotesi di distretti turistici in Sicilia I territori sono stati scelti sulla base di una serie di elementi, tra i quali, i più importanti sono: la struttura del sistema antropico (reti infrastrutturali, centri produttivi, contesti insediativi, beni culturali, ecc.) l’immagine dei luoghi, percepita dai turisti commerciali; con indagini di mercato, e/o cataloghi l’esistenza nel territorio di strumenti della programmazione negoziata e non; le tipologie di prodotto turistico commerciabili in relazione alle specializzazioni territoriali; le tendenze della domanda domestica ed internazionale. Tali entità territoriali hanno natura dinamica e i relativi ambiti turistici possono intendersi flessibili. Le aree sopra specificate, ad avviso dell’A. possono essere definite potenziali distretti turistici (Grafico 5) che, nelle stragrande maggioranza dei casi, dovrebbero svolgere le tre funzioni dianzi esplicitate e cioè 1) di essere supporto operativo per riposizionare i territori del turismo 19 maturo secondo una logica di marketing, che vuole individuare un’unità territoriale con diversi turismi integrati ed omogenei sul piano culturale, che operano secondo logica di rete, più che di territorio; 2) d’integrare i vari turismi esistenti nel territorio in modo da diffondere gli effetti benefici della mobilità dalle zone costiere all’interno, per differenziare e possibilmente soddisfare meglio il soggiorno del consumatore di turismo; 3) di essere elemento guida per territori con potenzialità turistica elevata ma a mancato decollo. 8. CONCLUSIONI Il panorama turistico mondiale sta rapidamente modificandosi, sia per quanto riguarda la domanda, che per l’offerta. Le rendite di posizioni delle quali il nostro paese ha tratto in passato notevoli vantaggi, si stanno rapidamente esaurendo. Il turista del ventunesimo secolo ha caratteristiche molto diverse rispetto a quelle del passato. E’ più colto, richiede servizi moderni, è molto attento alla qualità del territorio e dell’ambiente, è alla ricerca di una vacanza personalizzata, tende sempre più a suddividere il proprio tempo libero per soddisfare diverse esigenze. Dal lato dell’offerta, il turismo è passato dalla microeconomia spontanea, alla macroeconomia industriale, dovendosi misurare col nuovo mercato costituito tra l’altro da nuovi prodotti e da nuove aree geografiche e con l’economia della globalizzazione del mercato internazionale, con la segmentazione e la flessibilità del prodotto con una più stretta relazione tra qualità e prezzo. In questo scenario, da diversi anni l’Italia perde quote di mercato. In questo contesto, si è esaminato il turismo nel Sud e, in particolare, in Sicilia. I risultati del turismo nel Sud sono modesti, rispetto alle enormi potenzialità esistenti. Le cause del mancato decollo dell’economia turistica nel Meridione sono diverse e vanno – come si è già detto precedentemente -- dalla inadeguatezza delle strutture e dei servizi, alla fragilità imprenditoriale, alle inefficienze della pubblica amministrazione. Oggi il prodotto turismo richiede un turismo di nuova generazione, territoriale, basato su diverse modalità di offerta e rivolto a soddisfare gli interessi speciali, cioè le attitudini. Sono, infatti, in costante aumento le richieste di conoscenza dello spazio, la consapevolezza ecologica, il confronto tra culture, l’approccio con le diverse tradizioni che portano alla nascita di nuovi turismi, come quello culturale, naturalistico, enogastronomico, ecc.. La competizione del prodotto turistico domestico si gioca sempre su più fattori. Nel momento in cui l’economia turistica mondiale si è proiettata verso il post-industriale, si deve comprendere il ruolo dell’unione, che vuole significare dotarsi di standard, sia a livello verticale che orizzontale di marchi e di certificazioni di qualità ed anche di essere capaci di confezionare un’offerta turistica, che deve comprendere, oltre alla ricettività, tutto ciò che deve rendere valida ed allettante la vacanza. 20 I cambiamenti strutturali della domanda turistica mostrano una forte segmentazione con marcate differenze tra un segmento e l'altro, tra una stagione e un'altra, con sovrapposizioni tra turisti e residenti fruitori del tempo libero e impongono all'offerta turistica una gestione economica basata su una pluralità d'imprese organizzate territorialmente, cioè sui sistemi turistici locali (STL), nella prospettiva di pervenire nel tempo ad un DT. Fra l’altro la legge quadro n 135 del 2001, nel definire i sistemi turistici locali, dà l’idea di risorse turistiche integrate, che individuino sistemi locali a vocazione turistica, che si possono assimilare a dei potenziali distretti turistici. Nei sistemi turistici locali l’obiettivo è altamente innovativo e consiste nel fare in modo che amministratori locali, produttori, consumatori, operino congiuntamente per dare una forte identità turistica ai loro territori, per creare una realtà di produzione, nell’ottica della filiera, dei sistemi di rete. Nell’ambito dei sistemi turistici le autonomie locali devono approvare progetti di valorizzazione del territorio e dimostrare di essere capaci di governare questi processi e di saper realizzare con le parti imprenditoriali e sociali modelli dai quali emerga la centralità del turismo. Per quanto concerne i distretti turistici il loro successo dipende dall’abilità degli operatori di attivare una rete di imprese, una mentalità associativa ed innovativa e una collaborazione franca con gli operatori pubblici. Nei distretti turistici è l’aggregazione intersettoriale sul piano economico e sociale che fa emergere quel vantaggio competitivo che distingue le località, che si estrinseca in termini di allungamento della permanenza media, della destagionalizzazione della domanda turistica. Nell’ambito della politica turistica della regione Sicilia la strategia dei distretti può assumere, come si è detto precedentemente, una triplice valenza, e l’A., nell’ambito dell’articolazione proposta dei distretti turistici dall’0sservatorio dell’Assessorato del turismo della regione Sicilia, che ha fatto propria, attribuisce loro le seguenti finalità : ♦di integrare i vari turismi esistenti nel territorio, per diffondere gli effetti benefici della mobilità dalle zone costiere all’interno; ♦di individuare un’unità territoriale con diversi turismi integrati ed omogenei sul piano culturale, che operano secondo logica di rete, più che di territorio, per soddisfare meglio il soggiorno del consumatore di turismo; ♦di essere fattore trainante di aree ad alta potenzialità turistica ma a lento o senza decollo. In conclusione, realizzare un’offerta turistica di questo genere, significherebbe anche offrire opportunità occupazionali a tanti giovani desiderosi di attivarsi nel mondo del lavoro, sciogliendo il nodo della disoccupazione nelle regioni del Sud d’Italia. Ringraziamenti 21 Sono molto grato al Prof. Vincenzo Fazio, per avere letto una precedente stesura di questo lavoro e per gli utili commenti e suggerimenti datimi. Naturalmente, la responsabilità circa i contenuti e le conclusioni del lavoro è soltanto dell’autore. Riferimenti bibliografici Anselmi F., Cirà A. (2002) Prospettive di sviluppo turistico in Sicilia ed intervento pubblico per la promozione e lo sviluppo dell’Isola, in AISRE, XXIII Conferenza Nazionale di Scienze Regionali, Reggio Calabria, CD — Rom. Assessorato regionale al turismo della Regione Siciliana (2002) Disegno di legge “ Norme per lo sviluppo turistico della Sicilia” Becattini G. 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Hemel Hempstead Prentice Hall. 22 ABSTRACT TOURISM IN THE SOUTH OF ITALY: TIES, POINTS OF FORCE, STRATEGIC OPPURTUNITY: THE CASE OF SICILY Italy, in the last years, has recorded a decrease of competitiveness in tourism towards other competitors countries. The causes of the loss of competitiveness of the Italian tourist product (generally composed of recreation and entertainment, transportation, accommodation, food and beverages, and so on) depend mainly on some characteristics of the tourist offer and on the presence of competitors (contenders), who diversify the offer with new products and new geographic areas. Italy can gain the competitive challenge, in particular with new areas, like the South of Italy (Calabria, Puglia, Sicily, etc.) that has a large potential not entirely expressed owing to various causes of brittleness. The attempt of this paper has been in the first place to propose able organizational and production methods to territorial level to institute a net that concurs to reach tangible development of tourism in the South of Italy, by means of the realization of local systems of tourist offer and of tourist districts. In the second place: 1) to analyse the tourist offer in Sicily, its points of weakness and force and to consider the tourist systems of local offer as strategic instruments in order to put into territorial effect and innovated processes of endogenous and territorial development; 2) to consider the tourist districts of the poles, as factors to integrate several existing tourisms in the Sicilian territory in order to diffuse the benefits of mobility from the coast zones to the inside and to replace the territories of the mature tourism. 23 . 24