Tecniche di Pianificazione
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Tecniche di Pianificazione
Tecniche di pianificazione IT Project Management Lezione 7 – ecniche di Pianificazione Federica Spiga A.A. 2009-2010 1 Check list del PM Identificare i requisiti del cliente Monitoring del progetto (Earned Value) Identificare i “deliverable” Creazione diagrammi Pert/CPM/Gantt Dividere in attività e sottoattività (WBS) Stima dei tempi e dei vincoli Team di progetto e assegnazione attività Stima della size e dell’effort (FP, SLOC, ecc) 2 1 Tecniche di pianificazione Tecniche di pianificazione - Pianificazione reticolare •La Pianificazione Reticolare è la rappresentazione grafica delle attività; illustra la sequenza temporale di tutti i compiti che devono essere svolti affinché il progetto venga completato. •Il ( ), è stato il primo sistema di pianificazione reticolare sviluppato nel 1958-59 da una società di consulenza di Washington (ORS) per la US Navy Special Projects Office in occasione del progetto del primo sommergibile nucleare Polaris. La marina sapeva che ogni progetto subappaltato subiva ritardi, quindi cercava un sistema di pianificazione che permettesse un maggiore controllo •Nel PERT tutte le attività della WBS devono essere visualizzate in sequenza logica in un network (reticolo). •La stima dei tempi di ciascuna attività avviene utilizzando una funzione di probabilità secondo tre criteri: ottimistico, pessimistico e probabile. Sono calcolabili il ei tempi probabili. •Permette di razionalizzare attività complesse, ha una natura probabilistica, permette di calcolare il rischio, ma è molto complesso da utilizzare. 3 Tecniche di pianificazione - Pianificazione reticolare (PERT/CPM) : •Permette di razionalizzare attività complesse • ha una natura probabilistica •permette di calcolare il rischio : •molto complesso da utilizzare •Non tiene conto della disponibilità delle risorse: ossia considera le risorse a disponibilità infinita 4 2 Tecniche di pianificazione Tecniche di pianificazione - Pianificazione reticolare (PERT/CPM) Il è una successiva applicazione semplificata del PERT. •Nel CPM la determinazione delle durate è deterministica (più precisa), quindi scompare la funzione di probabilità. •Nel CPM è più facile calcolare la percentuale di completamento delle attività rispetto al PERT. •Nel CPM si ottengono in maniera univoca i parametri Early and Late Start and Ending per identificare le attività più rigide (path critico). •Il PERT è indicato in caso di progetti in cui i tempi possono essere molto variabili (es: progetti di R&D), mentre il CPM è più coerente in situazione di maggiore accuratezza di dipendenza tra risorse e tempi. •Per costruire il reticolo occorre partire dalla WBS dove sono state elencate tutte le attività previste dal progetto e sono state stimate le loro durate. 5 Sequenze logiche delle attività Dopo aver identificato le attività del progetto e averne stimato le durate, occorre definire i vincoli logici, ovvero le dipendenze sequenziali tra le attività. Per ciascuna attività occorre capire quale attività deve essere completata precedentemente, affinché questa possa iniziare, e quali attività non possono iniziare prima della fine di quella in oggetto. 1.1 – Creazione Use Case Analista 5gg 1.4 – Test Use Case Tester 5gg 1.2 – Codifica Use Case developer 15gg La sequenza logica descritta definisce che l’attività 1.4 può iniziare solo se le attività 1.1 e 1.2 sono finite. Tale condizione si esprime con la sigla FS (Finish to Start – oppure FI, Fine Inizio) 6 3 Tecniche di pianificazione Tipologie di Vincoli Vi sono quattro tipi di vincoli logici di precedenza: : l’attività B non può iniziare se l’attività A non è finita (FI) : l’attività B non può finire se l’attività A non è iniziata (IF) : l’attività B non può iniziare se l’attività A non è iniziata (II) : l’attività B non può finire se l’attività A non è finita (FF) A A B FS B SF A A B B SS FF 7 Tipologie di Vincoli Vi sono quattro tipi di vincoli logici di precedenza: : è il vincolo più chiaro e più vincolante. •Chiaro perchè non da adito ad interpretazioni sbagliate. E’ come in una staffetta. L’atleta che deve correre la seconda frazione non può partire, se l’atleta della prima frazione non gli ha passato il testimone. •Vincolante perchè influenza pesantemente lo sviluppo del progetto. Infatti, la durata totale del progetto è la somma delle singole attività legate tra loro da legami Finish – Start sono meno vincolanti e meno chiari. Meno vincolanti in quanto condizionano meno la durata totale del progetto (si recupera sui tempi). Meno chiari in quanto sono più soggetti ad essere variamente ed erroneamente interpretati, rendendo il progetto difficile da coordinare 8 4 Tecniche di pianificazione Durata delle attività e milestones Dopo aver definito la successione logica delle attività, occorre stimarne la durata e definire il calendario di progetto. Il di progetto consiste nel definire la data di inizio del progetto e i giorni lavorativi (si inseriscono i giorni festivi e il numero di ore standard per giorno lavorativo) per ciascuna risorsa del progetto. La può essere espressa in qualsiasi unità di tempo (ore, giorni, settimane). Occorre inoltre identificare momenti cardine del progetto, chiamati , in corrispondenza dei quali avvengono eventi particolari (kick off, verifiche periodiche, approvazioni, consegna cliente, ecc). Tali oggetti si assumono con per definizione. 9 Durata delle attività e milestones •Mediante l’algoritmo CPM si ottengono le seguenti informazioni: di inizio e fine di ciascuna attività di inizio e fine di ciascuna attività progetto di progetto (sequenze di attività per le quali uno slittamento temporale determina uno slittamento della data di fine progetto) –Gli eventuali ammissibili delle attività che compongono i percorsi non critici (ovvero quanto tempo può tardare una attività prima di impattare sulla durata totale del progetto). 10 5 Tecniche di pianificazione Durata delle attività e milestones •La data di inizio progetto – •La data minima di inizio – – rappresenta la data di calendario alla quale PUO’ iniziare al più presto l’attività. •La data minima di fine – – rappresenta la data di calendario alla quale si PUO’ completare al più presto l’attività. •La data massima di inizio – – rappresenta la data di calendario alla quale DEVE iniziare al più tardi l’attività per non compromettere il tempo totale di fine progetto. •La data massima di fine – – rappresenta la data di calendario alla quale si DEVE completare al più tardi l’attività. 11 Esempio Codice 1 2 3 4 5 6 7 Descrizione Start Att. A Att. B Att. C Att. D Att. E End Durata Att. Prec. 0 7 5 2 17 12 0 1 2 1 4 2,4 3,5,6 Vincolo di prec. FS FS FS FS FS FS Reticolo di progetto: B A Descrizione 2 3 7g Start 1 Cod 5g E 6 0g End 12g 7 0g C Durata 4 D 2g 5 17g 12 6 Tecniche di pianificazione Durata delle attività e milestones Per il calcolo delle date minime di inizio e fine attività, a partire dalla data di inizio progetto (EST = giorno 1), si procede in avanti seguendo le sequenze di attività presenti nel reticolo e sommando, di volta in volta, la loro durata (al più presto). EFA = ESA + DuA = 1+7(-1*) = 7 (* x considerare che si parte contando il giorno di partenza) EFc = ESC + DuC = 1+2 (-1*) = 2 Proseguendo lungo il reticolo ci accorgiamo che la data minima di inizio dell’attività B dipende dalla data minima di fine dell’attività che lo precede (la A). B A Descrizione 2 3 7g Start 1 5g E 6 0g Cod End 12g 7 0g C 4 Durata D 2g 5 17g 13 Durata delle attività e milestones Codice 1 2 3 4 5 6 7 Descrizione Start Att. A Att. B Att. C Att. D Att. E End Durata 0 7 5 2 17 12 0 8 1 2 3 7g 8 1 1 0g 5g 6 1 12g 19 19 End 7 0g 2 C 4 19 E 1 Start Data min fine 1 7 12 2 19 19 20 19 12 B 7 A Data min inizio 1 1 8 1 3 8 20 19 3 2g 19 D 5 17g 14 7 Tecniche di pianificazione Durata delle attività e milestones Per l’attività start di inizio, la data di inizio è uguale alla data minima di fine (durata 0) Early Start Time EST = ESstart= EFstart Per l’attività i-esima, la delle attività antecedenti è uguale al massimo delle minime date di fine ESi = max (EFP) = max (ESP + DuP) Per l’attività i-esima, la è uguale alla data minima di inizio più la durata EFi = (ESi + DuP) = max (EFP) + Dui Per , la data minima di inizio è uguale alla data minima di fine reticolo e corrisponde al massimo delle date minime di fine delle attività finali Early Finish Time EFT = ESend= EFend = max (EFP) 15 Relazioni tra date • Assumendo di partire il giorno 1, i calcoli sull’esempio dato, risulterebbero: • Data minima inizio Start = 1 • Data minima di inizio = max(date minime di fine attività precedenti) • Data minima di fine = data minima di inizio + durata attività • Data minima di inizio end = max(date minime di fine attività finali) ES EF B (8 – 12) A (1 – 7) 2 3 7g Start (1 – 1) 1 5g E (8 – 19) 6 0g 12g End (19 – 19) 7 0g C (1 – 2) 4 D (3 – 19) 2g 5 17g 16 8 Tecniche di pianificazione Relazioni tra date • Per il calcolo delle date , si procede a ritroso a partire dall’ultima attività posizionata con la data di fine coincidente con la data obiettivo di fine progetto (al più tardi). In questo esempio consideriamo la data massima di fine progetto coincidente con la data minima di fine progetto. Si ha (per le attività B,D,E): LSB = LFB – DuB = 19-5 (+1*)=15 LSD=LFD – DuD = 19-17 (+1*)=3 LSE=LFE – DuE = 19-12 (+1*)=8 • Procedendo a ritroso, l’attività A, per consentire a B e a E di partire il 15 e l’8, deve finire il 7. • Quindi la data massima di fine di una attività dipende dalla più breve delle date massime di inizio delle attività successive. 17 Relazioni tra date • Per l’attività finale, la data dell’intero reticolo di fine è uguale alla data massima di fine • LFT = LFend= LSend • Per l’attività i-esima, la data massima di fine è uguale al minimo delle date massime di inizio delle attività immediatamente successive • LFi = min (LSq) = min (LFq - Duq) • • • • Per l’attività i-esima, la data massima di inizio è uguale alla differenza tra la data massima di fine dell’attività e la sua durata LSi = (LFi - Dui) = min (LSq) - Dui La durata totale (TD) del reticolo è data dalla differenza tra la data minima di inizio e la data massima di fine del reticolo TD = LFT - EST 18 9 Tecniche di pianificazione Reticolo con le date massime e le date minime ES EF LS LF B (8–12 / 1519) A (1–7 / 1-7) 2 3 7g E (8–19 / 8-19) Start (1-1 / 1-1) 1 5g 6 0g 12g End (19–19 / 1919) 7 0g C (1–2 / 1-2) 4 • D (3–19 / 3-19) 2g 5 17g La differenza tra le date massime e le date minime di ciascuna attività ne misura la flessibilità, ovvero quanto tempo può essere ritardata senza che questo impatti sulla data finale del progetto. Tale misura è detta 19 Critical Path • Si definisce ogni attività a scorrimento nullo. B (8–12 / 15-19) A (1–7 / 1-7) 2 3 7g E (8–19 / 8-19) Start (1-1 / 1-1) 1 5g 6 0g 12g End (19–19 / 19-19) 7 0g C (1–2 / 1-2) D (3–19 / 3-19) 4 • 2g 5 17g Si definisce ( ) la sequenza di attività critiche dal nodo di start al nodo di end del reticolo. Il PMBOK lo definisce “The series of activities that determines the duration of the project. In a deterministic model, the critical path is usually defined as those activities with floatsless than or equal to a specific value, often zero. It is the llongest path through the project.” 20 10 Tecniche di pianificazione Critical Path • Se la data minima di fine progetto è uguale alla data massima di fine progetto deve esistere almeno un percorso critico • I percorsi critici sono quelli che hanno durata più lunga • Un’attività critica può appartenere a più di un percorso critico • Se un’attività critica è in ritardo, il suo ritardo si ribalta sulle attività successive che giacciono sullo stesso percorso critico e quindi sulla data finale del progetto. • Se si verificano più ritardi su un percorso critico, questi ritardi si cumulano. • le attività dei percorsi critici vanno tenute maggiormente sotto • controllo; • • se si deve investire per ridurre i tempi di esecuzione del progetto, si deve incidere sulle attività dei percorsi critici,eventualmente in modo dinamico, poiché la riduzione dei tempi di esecuzione può modificare la criticità dei percorsi; • • il problema può essere formulato anche in termini di programmazione lineare e quindi eventualmente aggiungere vincoli ulteriori o esprimere obiettivi non includenti solo la minimizzazione del tempo di completamento. 21 CRONOGRAMMA DI GANTT (o diagramma a barre) è stata la prima forma di pianificazione formalizzata moderna. E’ una visualizzazione grafica del progetto contenente tutte le informazioni di pianificazione dei tempi. Fu messo a punto da Henry Gantt (1861-1919), ingegnere industriale, discepolo di Taylor e consulente del Ministero della Guerra USA, nei primi anni del 1900. • È una rappresentazione su scala temporale dell'evoluzione del progetto. Ogni barra rappresenta un'attività, la lunghezza di ognuna di esse è proporzionale alla durata dell'attività che rappresenta e viene collocata sulla scala temporale in prossimità dell’attività stessa. • Limite: non sono evidenziati i legami logici tra le attività, né le risorse deputate al loro svolgimento. 22 11 Tecniche di pianificazione CRONOGRAMMA DI GANTT A B ATTIVITA' C D GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG TEMPO 23 LA PIANIFICAZIONE SINTETICA – GANTT Il diagramma di GANTT, modificato con l’aggiunta dei vincoli logici tra le attività e le risorse assegnate, costituisce lo strumento più semplice per la pianificazione dei progetti. Ha assorbito quindi la valenza di network logico propria del CPM. Ne è così scaturito uno strumento molto immediato ed efficace, tanto da avere sostituito largamente la rappresentazione PERT/CPM FS FS FS FS FS FS 24 12