C`è una mano che guida i nostri passi......2 Lettera di indizione del

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C`è una mano che guida i nostri passi......2 Lettera di indizione del
FRATRES
IN UNUM
anno 52 n. 252
Bollettino
d’informazione della
Provincia Italiana
Missionari
Monfortani
Via Romagna, 44
00187 Roma
Tel. 06/488.39.82
Fax 06/488.39.82
Direttore:
Luciano Nembrini.
Impaginazione:
Gritti Luigi.
Stampa in proprio
a cura della
Curia provinciale.
Finito di stampare
il 28.9.2010
Copertina:
la Croce del Padre di
Montfort, cappella di
Pontchâteau.
.
LETTERA DEL PROVINCIALE
C’è una mano che guida i nostri passi......2
VITA DI PROVINCIA
Lettera di indizione del Capitolo 2011.....7
Nomine ed obbedienze ..............................9
Assemblea dei Superiori ...........................11
Procura delle Missioni...............................14
Missioni al Popolo.....................................18
Ricordi “on line”........................................22
DALLE DELEGAZIONI
Perù-Brasile: Assemblea annuale ............25
CORRISPONDENZA
Ognuno faccia la sua parte.......................27
Lourdes giovani 2011................................31
FRATRES IN BREVE......................................34
DEFUNTI
P. Marcello Baraldo...................................38
P. Luciano Duca ........................................47
Ricordiamoli al Signore.............................52
LETTERA DEL PROVINCIALE
C’è una mano
che guida i nostri passi
Carissimi confratelli,
desidero rileggere brevemente con voi alcuni avvenimenti che hanno segnato l’anno pastorale appena trascorso,
mentre ci prepariamo a riprendere il cammino nel nuovo.
Volge al termine il 50° della Provincia Italiana, un anniversario che ha offerto l’occasione di ripercorrere le tappe
salienti della nostra storia, fatta di luci e ombre. Quanto realizzato in questi anni testimonia la presenza della mano paterna di Dio e sollecita oggi la nostra responsabilità per continuare l’opera alla quale il Padre ci chiama, collaborando
all’annuncio del vangelo e alla crescita del suo Regno.
Legato a questa ricorrenza è l’album fotografico di Provincia che è già possibile trovare sul nostro sito internet e
che continuerà ad essere perfezionato. Ringrazio i confratelli che con pazienza hanno raccolto ed elaborato il materiale,
in particolare padre Santino Epis e padre Luigi Gritti. Abbiamo ancora in cantiere la preparazione di una pubblicazione sulla storia della Provincia e speriamo che veda al più
presto la luce.
In questi ultimi tempi con crescente frequenza, imputabile anche all’età che avanza per tutti, la malattia ha bussato
alla porta di alcuni nostri confratelli. Li vogliamo accompagnare con la vicinanza nella preghiera. Inoltre, senza dimenticare gli altri confratelli che ci hanno lasciato nei mesi scorsi, ossia padre Battista Pedruzzi, padre Marcello Favaro, fra
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LETTERA DEL PROVINCIALE
Luigi e padre Luciano Duca, il mio pensiero va in particolare a padre Marcello Baraldo per il ruolo che rivestiva nella
attuale amministrazione provinciale e per la repentinità con
cui la grave malattia che lo ha colpito lo ha portato alla morte. Sono certo che dal cielo intercede per noi e otterrà la
grazia necessaria alla nostra famiglia religiosa in questo tempo.
Non sono tuttavia mancati momenti belli, significativi e
incoraggianti. Oltre a quanto ognuno di noi ha vissuto personalmente, ne voglio ricordare due che hanno coinvolto
diversi di noi. Il primo è l’appuntamento che da qualche anno riunisce a Loreto tanti laici nel segno della spiritualità
monfortana. Ad ogni edizione questo incontro si rivela sempre più ricco per la diversità di esperienze e per le testimonianze che edificano vicendevolmente i partecipanti. L’entusiasmo dei laici e il loto desiderio di conoscere e approfondire la consacrazione a Gesù per la mani di Maria, ci sprona
e ci impegna nella diffusione dell’insegnamento del Montfort, ma sopratutto ci spinge a incarnare noi in prima persona il suo messaggio.
L’altro evento significativo è il pellegrinaggio-ritiro di
Saint-Laurent, dal 2 al 14 settembre 2010. Diciotto confratelli, compresi i giovani dello studentato internazionale, hanno riletto sui luoghi monfortani l’esperienza del padre di
Montfort. La diversità di età e sensibilità ha permesso e ha
favorito la conoscenza e lo scambio tra varie esperienze di
vita e di ministero, portando in dono il reciproco arricchimento. Il viaggio di andata e ritorno si è impreziosito della
visita ad alcuni luoghi cari alla storia della spiritualità francese: Ars, Nevers, Paray le Monial, Annecy.
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LETTERA DEL PROVINCIALE
La settimana centrale l’abbiamo trascorsa a SaintLaurent, ospiti dalla Figlie della Sapienza nella casa
“Betanie”. Da qui abbiamo raggiunto diversi luoghi legati
alla vita di san Luigi Maria: Montfort, La Rochelle, Poitiers,
e alcuni villaggi dove il nostro Fondatore ha tenuto missioni
e dove si conservano tracce del suo passaggio, in particolare
statue della Vergine Maria con Gesù a lui attribuite dalla tradizione. Infine Pontchâteau, dove abbiamo partecipato alla
chiusura delle celebrazioni in ricordo dei 300 anni della costruzione del Calvario.
Padre Oliver Maire, nostra guida nel pellegrinaggio e anche negli esercizi spirituali, ha preparato il nostro cuore alla
celebrazione dei 300 anni del Calvario di Pontchâteau, introducendoci negli aspetti caratteristici della predicazione
del Montfort attraverso alcuni Cantici. Richiamo alcuni passaggi delle sue riflessioni.
La meditazione del Cantico 155, intitolato “Cantico
nuovo in onore di nostra Signora delle ombre”, dopo aver
visitato la cappella di La Chevrolière in un pomeriggio piuttosto afoso, ha svelato un Montfort missionario, capace di
valorizzare la natura come via per cogliere la presenza di
Maria nella propria vita. Per il missionario l’ombra diventa
occasione per cantare Maria quale luogo di frescura dove
riposarsi, lo splendore della santità di Maria, nascosta all’ombra della sua umiltà. Così nell’immagine dell’ombra si
può contemplare il mistero dell’incarnazione in Maria adombrata dallo Spirito. Ancora, all’ombra di Maria è possibile gustare la pace, il silenzio, riposarsi nel corpo e nello
spirito. Ma l’ombra nasconde anche la bellezza di Maria, per
questo va ricercata con costanza e perseveranza. Infine, all’-
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LETTERA DEL PROVINCIALE
ombra di Maria anche noi siamo chiamati alla santità della
vita.
Il Cantico 137, conosciuto come “Cantico nuovo in onore del Calvario” vuole essere la risposta alla domanda:
«perché costruire un Calvario al termine della missione?».
Perché il Calvario è lì dove noi viviamo la vita di ogni giorno e davanti alla scena di Cristo crocifisso e morto per amore il cristiano viene ricolmato di gioia: non si viene per piangere al Calvario, ma per immergersi in un mistero d’amore
che non ha fine e che domanda in risposta il nostro amore.
Davanti a questa scena siamo chiamati a far dono del nostro
cuore, cioè del nostro amore; il Montfort richiamava questa
verità chiedendo ai devoti di portare un cuore per metterlo
sulla croce.
Infine il Cantico 164, intitolato “Il Calvario di Pontchâteau”, ricorda l’impresa della costruzione del grande Calvario nella pianura della Maddalena. Un’opera nella quale si
vede tutta la capacità del Montfort di coinvolgere tante persone - bambini, giovani, donne, anziani - in una impresa impossibile secondo i criteri umani. Il Calvario serve a mantenere viva la memoria dell’amore di Gesù per l’umanità, un
amore a caro prezzo. Fanno da contrasto i giochi dei potenti che ancora una volta, come in occasione della crocifissione di Gesù, hanno il sopravvento quando arriva l’ordine di
demolire il Calvario. Montfort obbedisce: la croce è segno
di pace e di unità e non può essere occasione di altre divisioni. Piantiamo la croce nel nostro cuore: è l’invito di Montfort a tutti coloro che hanno collaborato alla sua edificazione. Lui che è vissuto intimamente unito alla croce di Cristo,
fino a identificarsi in lui, ci ricorda che la Croce è sempre
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LETTERA DEL PROVINCIALE
segno di vittoria e vuole che tutti siano attirati dalla Croce di
Cristo. Per questo guardare oggi il Calvario di Pontchâteau
riempie il cuore di consolazione. Dopo trecento anni la memoria del Padre di Montfort non si è persa in questo luogo
immerso nel verde della pianura della Maddalena.
Concludo ricordando che abbiamo avviato la preparazione del prossimo Capitolo provinciale che nella sua prima
sessione guarderà prioritariamente al Capitolo generale. Il
primo passo della preparazione è la visita canonica: il consigliere incaricato, padre Olivier Maire, nei prossimi mesi passerà nelle nostre comunità per condividere con noi la preghiera, la fraternità e la riflessione. Al di là degli adempimento formali, ciò che davvero conta è prepararsi a vivere
questi eventi con spirito di fede. Dobbiamo guardare in faccia la realtà senza perderci d’animo, ma con l’atteggiamento
di chi sa che al di là delle debolezze e fragilità che caratterizzano il momento attuale del nostro cammino di consacrati,
c’è la mano di Dio che guida i nostri passi. Il nostro compito è quello di cogliere i segni che ci portano a scoprire i
cammini di Dio e chiedere la forza dello Spirito che percorrerli con coraggio, rischiando qualcosa anche personalmente. Prepariamoci perciò ai prossimi appuntamenti con la
mente e il cuore aperti alla grazia e confidando nell’aiuto del
Signore e della Vergine Maria.
26 settembre 2010
Padre Luciano Nembrini
Sup. Prov.
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VITA DI PROVINCIA
Lettera di indizione
del Capitolo Provinciale
A tutti i confratelli della Provincia italiana
dei Missionari Monfortani
Indizione del Capitolo Provinciale
Il 25 marzo 2009, nella Solennità dell’Annunciazione del
Signore, il Superiore generale, padre Santino Brembilla, con
una lettera indirizzata a tutti i confratelli della nostra Congregazione, annunciava l’avvio della fase di preparazione al prossimo Capitolo Generale che sarà celebrato a Roma dal 1 a 21
maggio 2011. Il desiderio che accompagna questo evento veniva espresso così nella lettera: «Desideriamo lasciar parlare la
ricchezza della condivisione fatta in ogni entità sulla nostra
missione oggi, per scoprire il cammino che lo Spirito ci vuole
indicare a livello personale, comunitario, di ogni entità e a livello generale». Come stabilito dalle nostre Costituzioni (cf.
MO n. 212; Statuti n. 73), in preparazione al Capitolo Generale anche la nostra Provincia è chiamata a organizzare il proprio Capitolo.
Pertanto, sentito il Consiglio, indìco il XV Capitolo
Provinciale che si aprirà, con la Prima Sessione, il giorno
4 gennaio 2011 a Redona-Villa Santa Maria.
Invio, quindi, a ciascuno di voi la scheda per la designazione dei confratelli delegati al Capitolo provinciale, con le
indicazioni relative ai modi e ai tempi. I membri di diritto sono attualmente sette, per cui a norma degli Statuti di Provincia (cf. n. 41) i membri da eleggere sono quattordici.
Gli Statuti (cf. n. 72) prevedono una Seconda Sessione
dopo il Capitolo generale per recepirne gli orientamenti. Si
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VITA DI PROVINCIA
terrà nel gennaio 2012. In quella data scadrà il mio mandato
di Superiore Provinciale e si provvederà agli adempimenti
previsti per l’elezione della nuova Direzione provinciale.
Gli Statuti (cf. n. 44) prevedono anche la nomina di una
commissione per la preparazione del Capitolo provinciale.
Dopo aver sentito il parere dei Superiori, consultati nella recente Assemblea, e del Consiglio, credo opportuno nominare
tale commissione subito dopo la Prima Sessione del Capitolo
provinciale.
Si apre per tutti un tempo di riflessione e di ascolto del
Signore. È nel suo nome che alcuni saranno convocati, a nome di tutti, per discernere la volontà di Dio per noi oggi. Non
lasciamo che si indebolisca la nostra identità di consacrati.
Non lasciamoci tentare dalla passività e dalla disaffezione: tutti abbiamo una parte da svolgere per il bene comune. Spesso
costatiamo che si parla sempre delle stesse cose e nulla sembra cambiare. Eppure, man mano che procediamo, la vita
continua a proporci delle sfide. Un Capitolo non può certo
fare tutto, ma qualcosa sì. Attenti ai bisogni del mondo odierno, mettiamoci in ascolto dello Spirito per discernere come
dobbiamo essere e cosa siamo chiamati a fare come famiglia
consacrata.
Con l’impegno di tutti, potremo riaccendere l’amore generoso e disinteressato per Gesù e per Maria, sua e nostra
Madre. Ancora una volta ci consacriamo a lei per far dono di
tutto noi stessi al suo Figlio nel servizio ai poveri e nell’annuncio fedele del Vangelo, sulle orme di san Luigi Maria.
Roma, 22 giugno 2010
P. Luciano Nembrini
Sup. Prov.
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VITA DI PROVINCIA
Nomine
ed Obbedienze
♦
P. Gerolamo BELLINI, viene nominato Consigliere provinciale in sostituzione di p. Marcello BARALDO.
♦
P. Angelo EPIS, viene nominato per un triennio Superiore della comunità di Redona-Villa S. Maria.
♦
P. Francesco AGLIARDI, viene nominato Economo della comunità di Redona-Villa S. Maria e Vice-economo
della Provincia.
♦
P. Egidio ALBERTIN viene rinnovato come Responsabile della comunità di Loreto per un triennio.
♦
P. Giorgio MONZANI viene nominato Responsabile
della comunità di Reggio Calabria-Casa della Madonna
per un anno.
♦
P. Marino COMIN viene rinnovato come Responsabile
della comunità di Fiesso d’Artico per un anno.
♦
P. Domenico SEMINARA viene nominato Superiore della comunità di Treviglio per un triennio.
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VITA DI PROVINCIA
♦
P. Eugenio MINORI viene rinnovato come Superiore
della comunità di Caravaggio per un triennio.
♦
P. Battista Cortinovis viene nominato Superiore e Direttore del Centro Mariano Monfortano per un triennio.
”””
♦
P. Angelo MAFFEIS, riceve l’obbedienza per la Delegazione Generale del Perù-Brasile.
♦
P. Francesco CASTRIA, riceve l’obbedienza per la Delegazione Generale del Perù-Brasile.
♦
P. Efrem ASSOLARI, riceve l’obbedienza per la comunità di Roma-Monte Mario.
♦
P. Ugo PACCAGNELLA, riceve l’obbedienza per la comunità di Redona - “Villa Montfort”.
♦
P. Tullio FIOR, riceve l’obbedienza per la comunità di
Fiesso d’Artico.
♦
P. Angelo Epis, riceve l’obbedienza per la comunità di
Redona-Villa S. Maria.
♦
P. Domenico Seminara, riceve l’obbedienza per la comunità di Treviglio.
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VITA DI PROVINCIA
Assemblea
dei Superiori
L’annuale incontro, occasione per fare il punto
e guardare al futuro.
L’assemblea dei Superiori si è tenuta a Redona l’8-9 giugno 2010. Ha presenziato il Superiore generale e con il Superiore provinciale e suo Consiglio, hanno partecipato i Superiori o Responsabili delle comunità (mancavano Caravaggio,
Rosario, via Romagna, via Cori), l’Economo Provinciale, il
Procuratore delle Missioni uscente e il nuovo. Ha fatto una
breve apparizione anche p. Luciano Andreol, Delegato generale del Perù-Brasile.
Nella prima giornata, dopo la preghiera iniziale, il saluto e
le comunicazioni di carattere organizzativo e le informazioni,
il Superiore provinciale ha presentato una relazione sul Consiglio Generale Straordinario di Fatima (13-24 maggio 2010).
Dopo alcune brevi annotazioni del Superiore Generale, i partecipanti hanno chiesto chiarimenti in merito ad alcune situazioni internazionali (strutture formative, comunità internazionali, nuove aperture…).
Dopo la pausa è seguita la relazione dell’Economo Provinciale, e l’informazione sullo stato dei lavori a Roma-exStudentato e Redona-ex-ala nuova. In questo contesto hanno
preso la parola p. Mihovil Filipović sulla costruzione della
nuova casa di Zagabria, p. Angelo Maffei sul’attività della
Procura delle Missioni e p. Santino Trussardi sulla situazione
economica della Delegazione provinciale del Malawi.
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VITA DI PROVINCIA
Nel pomeriggio il Superiore Generale ha introdotto la discussione riguardante la preparazione del Capitolo Generale.
Ha toccato due temi:
- la missione monfortana nelle sue esperienze in atto;
- la visione di Congregazione da recuperare e proporre.
I vari interventi si sono soffermati in particolare sul primo
punto. Si è parlato di verifica e rilancio della varie attività apostoliche, affinché siano sempre più spazio di condivisione e
dono della spiritualità monfortana, non sentita come un handicap, ma un punto di forza. Si è accennato al fatto che le nostre presenze parrocchiali, senza tradire il loro pieno inserimento nella chiesa locale, possono essere luoghi di diffusione
ed esperienza di spiritualità monfortana.
Nella seconda parte del pomeriggio la discussione ha toccato gli appuntamenti in vista del Capitolo Generale: la visita
canonica, la preparazione del Capitolo Provinciale e l’elezione
dei delegati al Capitolo.
La visita canonica, affidata al consigliere generale p. Olivier Maire e programmata in ottobre-novembre 2010, sarà
un’occasione per presentare le tracce per la preparazione al
Capitolo Generale e di dialogo diretto con la direzione generale. In assemblea si è delineato un calendario di massima della visita come pure delle votazioni dei Delegati al Capitolo.
Circa la costituzione di una commissione preparatoria al
Capitolo provinciale, come previsto dagli Statuti, viene suggerito di nominarla dopo la prima sessione del Capitolo stesso,
in modo da poter scegliere i membri tra i componenti dell’assemblea capitolare.
La seconda giornata si è aperta con la verifica dell’anno
pastorale 2009-2010, concentrando l’attenzione soprattutto
sui due momenti del convegno di Provincia e sulla peregrinatio
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VITA DI PROVINCIA
della reliquia del Montfort. Gli incontri di Redona e di Reggio
Calabria sono stati vissuti positivamente, come momento di
rilettura dei 50 anni di Provincia e formazione permanente.
Le comunità che hanno accolto la reliquia del Santo di Montfort hanno registrato un grande interesse da parte dei fedeli.
Purtroppo si deve registrare un scarso coinvolgimento nell’iniziativa da parte delle comunità del centro-nord.
Nella seconda parte della mattinata p. Luciano Andreol ha
presentato in breve l’attuale situazione della Delegazione generale del Perù-Brasile, prospettando le prossime nuove aperture in Brasile e in Argentina. Ha ringraziato la Provincia italiana per l’interesse e l’aiuto assicurato alla Delegazione.
Prima di pranzo i confratelli si sono riuniti per la preghiera mariana in occasione della chiusura dell’anno sacerdotale,
nella quale hanno rinnovato l’atto di affidamento a Maria con
le parole pronunciare da Papa Benedetto XVI a Fatima il 12
maggio scorso.
L’incontro del pomeriggio è stato riservato alla programmazione del nuovo anno pastorale 2010-2011, che vedrà al
centro dell’attenzione l’ambito dei laici. Proprio il coinvolgimento dei laici e l’esigenza di una maggiore consapevolezza
dell’impegno del loro accompagnamento e formazione sarà il
tema del Convegno di Provincia che si è deciso di organizzare
per il prossimo anno: a Redona di Bergamo nella prima metà
di febbraio e a Reggio Calabria all’inizio di marzo.
Si è deciso, invece, di non mettere in programma per il
prossimo anno l’Assemblea dei Superiori, dato che si entrerà
nella fase capitolare.
P. Aldo Bolis smm
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VITA DI PROVINCIA
La Procura delle Missioni:
prospettive e programmi
Il nuovo Procuratore delle Missioni interpella
i Delegati sulla fisionomia e i compiti della Procura.
Carissimi delegati,
sono Padre Remigio Santo Trussardi, come sapete nuovo Procuratore e vi scrivo a nome anche delle persone che
collaborano con me.
Come ultimo arrivato alla Procura vorrei vivere questo
periodo con un atteggiamento di apprendistato: imparare e
fare esperienza in questo nuovo incarico che ho accettato
senza riserve. Con l’aiuto vostro e del buon Dio si parte ed
ogni giorno insieme si va avanti.
Quali idee per la Procura?
Innanzi tutto mi metto a disposizione per collaborare
con voi delegati e con i vostri confratelli per quanto sia
possibile nel rispondere alle diverse necessità e richieste.
Secondariamente vorrei rispondere anche alle richieste di
tutti coloro che qui, in territorio italiano, sono stati o sono
desiderosi di conoscere il mondo delle nostre missioni di
Africa e America Latina. Per questo propongo:
1. Che oltre agli incontri che già sono in programma ogni
mese dell’anno qui alla Procura (di cui tratterò al secondo
punto) vengano ripresi gruppi di ragazzi/adulti che voglio-
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VITA DI PROVINCIA
no fare un’esperienza missionaria. Dalla mia esperienza
africana so quanto sia complicato ricevere ospiti durante il
corso dell’anno perché si è già impegnati nell’annuncio e
nell’assistenza e organizzare il soggiorno di più persone diviene impegnativo. Ma vi chiederei la disponibilità (almeno
nel Malawi) ad accogliere un gruppo di 10/15 persone in
agosto, che sappiamo essere il periodo migliore, organizzandone il più possibile l’accoglienza e la permanenza. Da
parte mia posso assicurare una formazione missionaria prepartenza da effettuarsi nei mesi precedenti (da febbraio a
giugno), chiedendo il contributo sia dei missionari che in
quel periodo fossero presenti in Italia sia delle personeformatori esterni. In questo modo si concentrerebbero le
visite alle missioni in un solo periodo, ben organizzato e di
formazione ( e anche un po’ vacanziero). Nel caso ci fosse
necessità e richiesta da parte vostra si può anche pensare ad
un accompagnatore. L’idea nasce dalla necessità di rispondere alle numerose richieste di giovani interessati alla vita
missionaria non soltanto accompagnandoli sul posto ma
dando loro al tempo stesso gli strumenti necessari per comprendere la realtà in cui sono inserite le nostre missioni.
2. Proprio seguendo questa linea ho intenzione di promuovere, sia durante gli incontri della Procura che durante
la formazione missionaria, un percorso improntato all’
«educazione alla mondialità», così che chi ne usufruisce può
essere introdotto alla conoscenza di altre culture e alle problematiche che le affliggono e che coinvolgono indirettamente il mondo intero.
3. Come sarebbe possibile, a vostro parere, migliorare la
Procura nelle sue funzioni e attività?
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VITA DI PROVINCIA
4. Ci sono diverse associazioni/Onlus che sostengono nostri missionari. La “missioni monfortane onlus” potrebbe
avere un ruolo, con loro, un ruolo più attivo di coordinamento, di stimolo e, come detto sopra, di formazione missionaria? Come?
5. Cosa pensate del servizio svolto finora dalla Onlus?
Negli ultimi anni si è cercato di concentrare l’attenzione su
dei programmi specifici. Attualmente promuoviamo:
- Programmi di sostegno a distanza che vengono direttamente seguiti da Bergamo per le nostre tre realtà in Malawi,
Perù e Madagascar. Le richieste arrivano in sede o tramite
altri referenti e inoltrate ai beneficiari e pure la comunicazione con i benefattori è gestita direttamente dalla Onlus.
Per questo abbiamo diversi volontari e associazioni che collaborano con noi. Si cerca di superare la logica assistenzialistica puntando sulla formazione educativa/scolastica dei
ragazzi, scelti fra i più bisognosi.
- Organizzazione eventi di beneficienza: l’anno scorso è
stata realizzata una mostra di quadri in favore del progetto
“Un quadro per un asilo”. La raccolta è andata oltre ogni
aspettativa e per l’anno 2010 sarà ripetuta. Altre iniziative
come bancarelle e serate di beneficienza sono promosse o
sostenute dalla Onlus.
- Finanziamento di microprogetti: grazie alla quota del 5
per mille che abbiamo ottenuto nel 2008 e 2009 siamo riusciti a finanziare 12 microprogetti nelle nostre missioni e
continueremo, governo permettendo.
-
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Richiesta finanziamenti alle Fondazioni: nel 2008 è stato
VITA DI PROVINCIA
finanziato un grosso progetto da parte della Fondazione
Cariplo e nel corso del 2010 si è fatta domanda per un altro
progetto di sviluppo. Le procedure sono impegnative ma
non impossibili. Sappiate che c’è la possibilità di utilizzare
la Onlus come partner per richiesta a fondazioni per dei
progetti di sviluppo. Per parteciparvi è necessario mobilitarsi almeno 3/4 mesi prima del bando.
- Sostegno progetti: abbiamo iniziato a sostenere due
centri per bambini sieropositivi, orfani e emarginati sociali.
Uno in Brasile e uno in India. Sono entrambi monfortani e
necessitano di aiuto nonostante stiano intraprendendo la
strada dell’auto sostentamento.
- Interventi sul territorio: in futuro ci piacerebbe, con l’aiuto dei volontari, ampliare il raggio di intervento delle nostre missioni anche in altre realtà come le scuole … punto
ancora da definirsi.
P. Remigio Santo Trussardi
Procuratore delle Missioni
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VITA DI PROVINCIA
Missioni
al popolo
Sintesi dell’incontro dell’équipe a
Santeramo in Colle (Ba) - 23 giugno 2010.
Presso la nostra comunità monfortana di Santeramo in
Colle, il giorno 23 giugno 2010 si è tenuto l’incontro dell’équipe per le Missioni parrocchiali. Hanno partecipato p.
Eugenio Perico, direttore delle Missioni parrocchiali, p.
Giovanni Crippa, don Roberto Atzori, parroco a Cagliari,
dove i missionari monfortani hanno animato la Missione
cittadina, p. Giovanni Maria Personeni, suor Maria Tocci,
suor Maria Donata e suor Anna, delle Figlie della Sapienza,
suor Maria delle Grazie e suor Emanuela, della Fraternità
Arca di Maria, Rosalba Biella delle Missionarie di Maria,
Giovanna Di Leo e Anna De Girolamo del Movimento
“Con Maria a Gesù” di Trinitapoli. Era presente anche p.
Angelo Calabrese.
P. Giovanni Crippa ha aperto l’incontro con una relazione su: “Il Padre di Montfort e le Missioni. Uno sguardo
sul passato, al fine di costruire l’oggi”. Interessante vedere
l’organizzazione e il metodo delle missioni attuate dal Montfort. Il programma, la tecnica, la forma della predicazione.
I supporti e le attrezzature usate, nonché le funzioni speciali quali il “Contratto di alleanza” o il rinnovamento delle
promesse battesimali e anche il “dopo missione”. Ci si è
accorti che diversi aspetti e caratteristiche delle missioni del
Padre di Montfort attendono forse di essere rivalutate in
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VITA DI PROVINCIA
una coraggiosa e sapiente attualizzazione o comunque spingono a ritrovare la specifica identità della missione monfortana.
Sono seguiti così, nel momento di condivisione, diversi
interventi in cui si è riconosciuta la situazione attuale di
analfabetismo nella fede, la crisi di fondo che sta vivendo la
Chiesa, la difficoltà nel comunicare il Vangelo, il contesto
di ateismo e paganesimo in cui si trova immersa la Chiesa
attuale, ma che a ben guardare, era lo stesso contesto in cui
si trovava la Chiesa primitiva. Ci si è accorti che avanzano
“le ceste del Pane eucaristico”, perché nessuno si comunica, ma si vede ancor di più la fatica di uscire da una pastorale di sacramentalizzazione per una pastorale di evangelizzazione.
Occorre certo tornare al contatto personale, comunicando Dio nell’esperienza. La Chiesa deve tornare ad essere
la tenda che si sposta e accoglie. E per questo occorre unirsi. In tal senso sarebbe una buona cosa che le parrocchie
dove si è tenuta una missione siano informate di altre missioni e invitate a pregare per queste. Nella missione di Manta, la preparazione di due anni, ha portato il frutto di una
bella accoglienza. La missione è riuscita e c’è stata libertà di
parlare anche tra i missionari stessi sul suo andamento e ciò
che poteva essere utile.
Nel pomeriggio, don Roberto Atzori ha svolto il tema:
“L’impronta della Missione parrocchiale nella Comunità
parrocchiale”. Parroco da due anni quando fu celebrata la
Missione a Cagliari, in quel momento ha compreso sempre
di più la necessità di porsi in stato di missione permanente
per la nuova evangelizzazione voluta da Giovanni Paolo II.
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VITA DI PROVINCIA
Don Roberto ha visto l’utilità di una programmazione della
missione svolta insieme alla comunità parrocchiale e anche
la necessità di curare il post-missione. Pastore attento ai bisogni del gregge, ha visto la necessità di due momenti complementari: il momento catechetico e il momento sociopastorale. Occorre, poi, creare unità fra i gruppi in parrocchia. Si sono costituiti i Centri di ascolto, ma ora serve la
formazione degli animatori di questi centri. La missione
aiuta a passare da una Chiesa seduta a una Chiesa in movimento. Importante anche la riscoperta dei segni nella liturgia da rileggere uniti alla Parola e la spiritualità mariana che
crea tempi e luoghi che permettono l’annuncio e la catechesi.
P. Eugenio, riportando l’eco dell’incontro della CISM
sulla nuova evangelizzazione e sui frutti delle recenti missioni parrocchiali, ha aperto il secondo momento di confronto. La missione di Ginosa ha lasciato un ricordo, preparata con visite alle famiglie un mese prima. Visita ripetuta
poi dai missionari. A Locri, S. Agata e Carafa si è mantenuto un contatto nel post-missione e Chioggia ha chiesto l’intero gruppo di missionari presente per un’altra occasione. I
centri di ascolto, si è visto, permettono di raggiungere più
persone e danno la possibilità di un incontro più familiare.
La missione viene concepita sempre di più come un porre
in stato di missione l’intera parrocchia. La varietà di presenze nella missione è positiva, senza fissarsi solo su uno o
sull’altro missionario e aprendosi anche al di fuori dei monfortani, è positiva. Si vede utile al termine della missione un
momento di verifica. Si sente inoltre l’esigenza di un itinerario di approfondimento catechetico della fede da proporsi
sia nella missione in corso che nel post-missione e nello
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VITA DI PROVINCIA
stesso tempo l’esigenza di inserire maggiormente la nostra
spiritualità, magari con la prospettiva della nascita di gruppi
mariani quale frutto della missione.
P. Eugenio ha concluso presentando un prospetto delle
missioni parrocchiali in programma. Quelle in svolgimento,
quelle in preparazione, quelle in corso di cui già si conosce
la data di celebrazione e quelle nella fase del dopo missione
e le parrocchie che stanno prendendo contatto per iniziare.
Il giorno seguente tutto il gruppo dell’équipe si è mosso
verso Trinitapoli con una tappa la Santuario “Madonna di
Fatima” in Trani, primo santuario dedicato alla Madonna di
Fatima in Italia. Lì ha recitato la “Preghiera infocata” chiedendo a Dio, con le parole del Fondatore, missionari santi
per la sua Chiesa e ha affidato alla Vergine Maria il lavoro
dell’équipe e la missione di ogni associato e figlio e figlia del
Santo di Montfort.
Il pomeriggio si è concluso con la celebrazione eucaristica nell’anniversario di nascita e fondazione del Movimento di Trinitapoli. Al termine dell’Eucaristia la festa è continuata con danze, canti, e una piccola agape.
p. Giovanni Maria Personeni
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VITA DI PROVINCIA
Ricordi “on line”
per non dimenticare
Un “album di famiglia” on line, strumento prezioso
per conservare la “memoria” della Provincia.
Fuori tempo massimo, ma siamo arrivati ad uno dei
traguardi previsto nel programma per la celebrazione del
50° della Provincia Italiana: una documentazione fotografica dei momenti più significativi della nostra storia quasi
centenaria. Abbiamo raggiunto questo obiettivo utilizzando
la forma che ci è parsa più semplice: mettendo sul nostro
sito internet www.monfortani.it il materiale fotografico, distribuito in blocchi corrispondenti a vari periodi. La grafica
è stata curata da Padre Luigi Gritti e bisogna dire che è
molto bella da vedere. Non tutto il materiale raccolto è entrato in questo progetto grafico. Verrà conservato in archivio. Questa raccolta è stata un’operazione importante perché ha permesso di recuperare foto d’epoca che pochi tra
noi hanno visto e che correvano il grosso rischio di andare
perdute. Sono un prezioso ricordo del passato e serviranno
a conservare la “memoria storica” delle “grandi cose” che
con la misteriosa e concreta regia di Dio i missionari monfortani italiani hanno compiuto in Italia e nei paesi di missione. Non c’è futuro senza una puntuale e concreta memoria del passato. È una legge che vale per la storia in generale, e vale anche per la nostra storia in particolare.
La visione delle foto ci aiuta a ricordare fatti e volti
che hanno fatto la nostra storia e che ci hanno consegnato
22
VITA DI PROVINCIA
il testimone per continuarla nell’attuale frammento di tempo che Dio ci ha riservato, senza la ossessiva preoccupazione del futuro. La sola cosa essenziale è che nell’attuale cantiere di questa storia noi lavoriamo con passione e su motivazioni forti, alla costruzione del Regno di Dio, mettendo a
sua disposizione il meglio di quello noi siamo e abbiamo,
sia in termini di persone che di strutture. L’unico pericolo
da evitare è quello di una rassegnazione che porta fatalmente a non investire qui e subito il residuo di energie di cui
siamo ancora in possesso. Lasciateci morire in pace! Lo si
sente ripetere purtroppo da varie parti, ma non è giusto.
Come il Fondatore, l’ora della fine ci deve vedere sulla
breccia, consumati come lo è stato l’apostolo Paolo: «Ho
combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel
giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione» (2 Tm 4,7).
Ma torniamo al sito internet. Padre Luigi Gritti ha dato delle indicazioni per entrare e per navigare. Pensiamo
siano pochi coloro che ancora non conoscono questo sistema di navigazione. Lo potranno sempre fare con l’aiuto di
confratelli più esperti in materia. Qualcuno avrebbe preferito il dvd. Ci si era attivati all’inizio per realizzarlo, ma poi,
valutando attentamente il progetto, sia in termini di costi
che di praticità, si è passati alla scelta del sito internet. Qui il
materiale c’è e chi lo vuol vedere lo può fare in qualsiasi
momento, ogni volta che vuole, con comodo.
Il progetto è naturalmente ancora “aperto”. La difficoltà di reperire le foto lo hanno reso necessariamente
“incompleto”. Ci saranno certamente sbagli in riferimento a
23
VITA DI PROVINCIA
fatti e date. Fateli presenti alla Segreteria provinciale. Inoltre, chi fosse ancora in possesso di foto inedite è pregato
d’inviarle alla stessa Segreteria. Padre Gritti, dal Canada,
dove si trova ancora per un anno, è in grado d’inserirle per
il completamento dell’opera. Sono graditi anche giudizi, critiche, osservazioni, suggerimenti.
Con la speranza di aver contribuito a lasciare un ricordo “concreto” della celebrazione del 50° di Provincia, in
attesa di celebrare al meglio i 100 anni della nostra presenza
in Italia, nel 2016, con una particolare soddisfazione consegniamo al nostro sito il frutto della nostra faticosa ricerca.
p. Santino Epis smm
ESERCIZI SPIRITUALI DI PROVINCIA
Albino (BG)
7-13 novembre 2010
“La nuova giustizia e la nuova comunità
nel Vangelo di Matteo”
Animatore:
p. Fernando Armellini, dehoniano
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DALLE DELEGAZIONI
Peru’-Brasile
L’assemblea annuale
Tra formazione e verifica, i confratelli rinnovano
l’entusiasmo della missione.
Il 19 luglio sera ci siamo quasi tutti e l’assemblea inizia
martedì 20 luglio, anniversario della canonizzazione del Montfort. L’incontro prevede uno spazio formativo e uno per le
nostre realtà del Perù e del Brasile.
Ci accompagna nel momento formativo Mons. Nestor
Herrera, vescovo emerito, dalla fine del 2009, di MachalaEcuador, diocesi dove lavorano i nostri confratelli monfortani, tra i quali anche p. Martinelli. Essendo uno dei segretari del
grande evento continentale di Aparecida, abbiamo chiesto a
mons. Nestor una riflessione sulla missionarietà dei discepoli.
Per questo motivo abbiamo invitato tutti i membri della Famiglia Monfortana, Figlie della Sapienza e Fratelli di S. Gabriele.
Si parte dall’appello di Aparecida per una “missione continentale permanente” rivolto a tutti: vescovi, sacerdoti, religiosi,
laici e a tutte le istanze quali famiglia, parrocchia, comunità
ecclesiali e movimenti. Il vero missionario è un chiamato e un
inviato a una realtà concreta con tutte le sue contraddizioni e
le sue luci e ombre, come è la realtà latinoamericana e caraibica. Oggi, più che in altri tempi, il nostro mondo ha bisogno di
cristiani convinti, convertiti e impegnati, che non perdano il
coraggio, la gioia e l’entusiasmo della missione.
Il Vescovo si è poi soffermato sul processo della missione
e sull’importanza della presenza dei consacrati e delle consacrate nella vita della Chiesa.
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DALLE DELEGAZIONI
Martedì 20 luglio, nell’Eucaristia della sera, i nostri professi brasiliani Guilherme e Alexandre hanno ricevuto il ministero del lettorato mentre Mauri, brasiliano, e Roberto, peruviano, l’accolitato.
Giovedì 22 e venerdì 23 luglio abbiamo riflettuto sulla
situazione attuale delle nostre comunità apostoliche e formative sia in Perù che in Brasile. Ancora sulla prospettiva della
nuova comunità missionaria nell’Amazzonia brasiliana
(Marabà-Parà). Infine sull’internazionalità visto che al presente la Delegazione sta collaborando con il Nicaragua con p.
Carlos Salas, con il noviziato in Colombia tramite p. Daniel
Malasquez, con la Curia Generale nella persona del p. Luizinho, con , in parte, la provincia di Olanda vista la presenza di
p. Jesus al Sitio Agar di S. Paolo e con l’Ecuador tramite p.
Francesco Martinelli.
Ci troviamo di fronte a nuove scelte e a cambi di presenze
visti il nuovo servizio di p. Francesco Agliardi nella Provincia
Italiana, poi l’impegno di aiutare la presenza monfortana in
Argentina e di ricambiare il sostegno che stiamo ricevendo
dalla Delegazione del Portogallo.
Nell’incontro non è mancato la condivisione sulla situazione “economica” delle comunità e della Delegazione e sulla
lettera del nuovo Procuratore delle Missioni che attende nuovi suggerimenti e sempre più missionari.
Al termine ci si è dati appuntamento a gennaio 2011 per il
ritiro annuale e l’assemblea di revisione e programmazione.
Il nostro saluto a p. Francesco Agliardi con la speranza di
un prossimo ritorno nella Delegazione.
P. Luciano Andreol
Delegato del Perù-Brasile
26
CORRISPONDENZA
Parliamone.
Ognuno faccia la sua parte!
Stimoli alla riflessione in vista
del prossimo capitolo provinciale.
Quando arriva un appuntamento come può essere il
prossimo Capitolo Provinciale il pericolo è che venga visto
come un adempimento formale, uno dei tanti, da sbrigare
in tempi più brevi possibili e che non crei eccessivi fastidi.
Non è una tentazione da sottovalutare in questo tempo in
cui tutti siamo chiamati a votare. Il clima che si respira non
è dei migliori. Lo si deduce da molti segnali, anche da alcune frasi che tra il serio e il faceto ascoltiamo. Ancora un capitolo? Che barba, che noia! E pur vero che sembrano tramontate le classiche campagne elettorali di un passato anche recente che finivano fatalmente ad avere ripercussioni
negative sui tavoli dell’aula capitolare. Pochi le rimpiangono. Meno male! Tuttavia qualcosa sarà opportuno mettere
in cantiere per preparare al meglio il prossimo capitolo e
per far sì che diventi un evento condiviso da tutti e non dai
pochi addetti ai lavori.
Ognuno deve fare la sua parte! È questa una frase che
mons. Gianfranco Ravasi ripete spesso quando parla di
Chiesa. Non è una questione di pochi: Papa, cardinali, vescovi, preti, suore; è una realtà in cui siamo tutti coinvolti, a
vari titoli, a vari livelli, con ministeri diversificati, coinvolti
nella totalità delle nostre risorse umane e dei preziosi carismi che Dio dispensa ai singoli ma per il bene di tutti. Questo vale per la vita della Chiesa, vale per la vita della nostra
27
CORRISPONDENZA
Congregazione in generale, per la nostra Provincia in particolare. Non trovano motivazioni serie alcuni tentativi di
disimpegno messi in atto da molti, troppi confratelli, che
hanno scelto una navigazione solitaria all’interno della nostra grande famiglia religiosa. Non devono essere gli interessi personali a prevaricare su quelli comunitari, anche
quando qualcuno potrebbe avanzare attenuanti legate a torti subiti reali o presunti. Un mio saggio professore di teologia morale amava ripetere che nell’arco degli anni ognuno
di noi è in grado di vestire alternativamente i panni della
vittima e del carnefice. È vero che molti di noi possono avere alle spalle momenti difficili, segnati da un dialogo difficile con i responsabili che si sono alternati alla guida della
Provincia. È anche vero che sbagli di valutazione, giudizi
errati sono stati fatti in relazione a scelte fatte da qualche
singolo religioso. Tutto questo male subito in teoria doveva
essere letto nella logica del “nessuno è perfetto”, del “tutti
possono sbagliare”, e, di conseguenza, doveva essere sottoposto al giudizio della misericordia e del perdono. Mettiamoci una pietra sopra e ricominciamo da capo! Purtroppo
non sempre ciò è accaduto e le conseguenze le conosciamo
tutti: tensioni, polemiche, pregiudizi, incomprensioni, etichettature che il tempo non ha saputo cancellare e che sono
sempre pronte a riemergere quando qualcuno prova a liberare il passato da un clima piuttosto pesante per tentare di
costruire un’aria nuova nel presente della storia della nostra
Provincia.
Questo potrebbe fare un Capitolo provinciale. Dovrebbe a mio parere aver gli stessi benefici di un vero e
proprio Giubileo di biblica memoria. La nostra famiglia
monfortana italiana è paragonabile ad una grande orchestra
28
CORRISPONDENZA
sinfonica. Tutti i suoi componenti sono importanti allo
stesso modo, e tutti sono chiamati a fare con passione e serietà la propri parte. Se qualcuno si tira in dietro compromette gravemente la fatica e la professionalità di tutti gli altri. Mi chiedo a che cosa possa servire il cambiamento del
Direttore (mi si permetta il paragone!) se poi viene assegnato ad un’orchestra lacerata da vecchie divisioni o dove persistono assenze ritenute essenziali? Facilmente prevedibili le
conseguenze di una simile operazione: se i suonatori sono
gli stessi, anche con un nuovo Direttore, la musica non è
destinata a cambiare. Nell’orchestra della nostra bella famiglia tutti devono trovare la strada di un ritorno per ricoprire
ruoli e supplire ad assenze che hanno da troppo tempo impedito l’esecuzione ottimale di spartiti che la misteriosa regia di Dio ci aveva assegnato, spartiti importanti, sinfonie
del tutto speciali legate al valore carismatico di un Fondatore che continua anche oggi ad avere un fascino straordinario su tutti coloro che nel grande cantiere della storia sono
impegnati nella costruzione del Regno di Dio. Penso spesso all’enorme patrimonio di professionalità che possiede la
nostra Provincia e mi chiedo perché è così difficile mettere
questo ricco e variegato capitale a servizio di un progetto di
Provincia forte e mirato sulle novità e le sfide dell’oggi della
chiesa e del mondo? Non siamo più poveri rispetto ad altri
istituti religiosi. Eppure, l’impressione è che abbiamo meno
visibilità nel panorama ecclesiale nella Chiesa in generale,
nelle singole chiese in particolare. Se si considera che come
comunità di vita consacrata siamo chiamati ad essere una
provocazione, un segno concreto di valori importanti, mi
viene spontaneo credere che la mancanza di questa visibilità
diventa un problema non più eludibile. Come? Se ne parli al
29
CORRISPONDENZA
prossimo capitolo, lasciando da parte magari programmi
blindati da esigenze dal sapore burocratico, per prendere in
esame e dare risposte a domande che salgono con prepotenza dal nuovo della vita della Chiesa e del mondo.
La posta in gioco nel prossimo capitolo va in questa
direzione. Non è un semplice adempimento formale, ma un
evento di grazia voluto dalla divina Provvidenza che non
mancherà certo di arricchire con una ricca effusione di Spirito Santo. Come tanti altri eventi nella vita della Chiesa e
delle nostre comunità, sono momenti da preparare sì con
un grande dispiegamento di mezzi informatici, ma anche, e
direi soprattutto, in ginocchio, raccontando a Dio nella preghiera la cronaca della vita che si conduce nelle nostre comunità, sparse un po’ in tutto il mondo, una cronaca segnata dalla sofferenza di un presente precario e di un futuro
incerto, dall’assenza di quella speranza che procura la gioia
di vivere e di lottare per non correre il rischio di una mortificante sopravvivenza in quel frammento di storia che la
regia divina ancora ci riserva, che ci darà in dono e che tutti
siamo chiamati a capitalizzare al meglio, con intensità e passione.
Ognuno faccia la propria parte! Nessuno si sottragga a
questa responsabilità. Il santo di Montfort ci ha voluti una
comunità e non eroi e navigatori solitari!
Bergamo, 12 luglio 2010
p. Santino Epis smm
30
CORRISPONDENZA
«Ho una bella notizia.
Io l’ho incontrato»
I giovani del gruppo “Montfort-Sapienza”
sulle orme di santa Bernadette.
I giovani del gruppo “Montfort-Sapienza” animato
dalle Figlie della Sapienza e dai Missionari Monfortani
anche quest’anno, come già nel 2006 e 2008, hanno vissuto
l’esperienza di Lourdes. Sembra ormai che si vada verso
una conferma annuale di questa appuntamento, considerato
che riscuote tante adesioni e lascia sempre una traccia
significativa in chi la vive. Infatti, sarà riproposto anche
nell’agosto del 2011, unitamente alla GMG a Madrid e agli
esercizi spirituali per giovani a Loreto.
Siamo arrivati a Lourdes nel tardo pomeriggio del 4
agosto e siamo ripartiti la sera del 10 agosto. Eravamo in
totale 44 persone. Trentacinque giovani, provenienti per la
maggior parte dalla Sicilia e dalla Calabria, tra cui due
postulanti croate delle nostre suore: Marija e Ana; quattro
Figlie della Sapienza: suor Antonella, suor Maria Tocci,
suor Alberta, suor Angela; e due padri monfortani: p.
Angelo Sorti e p. Gianangelo Maffioletti; e due autisti. La
comunità della Chiesa di S. Francesco a Treviglio, dove il
gruppo si è fermato e ha pernottato, ci ha gentilmente
ospitato e rifocillato sia all’andata che al ritorno da Lourdes;
è stato un bel gesto di fraternità e di simpatia che i giovani
del gruppo hanno veramente gradito.
A Lourdes siamo stati ospiti della piccola pensione
“Notre Dame de Treille, vicina al famoso “Cachot”, accolti
31
CORRISPONDENZA
con gentilezza e familiarità.
Come sempre le giornate sono state molto intense e
faticose, ma insieme piacevoli e ricche di momenti
indimenticabili. L’esperienza si è svolta all’insegna di due
dimensioni fondamentali: la preghiera e il servizio. Al
mattino, e qualche volta anche dopo pranzo, i giovani
svolgevano diversi servizi: presso le piscine della grotta o
alla stazione per accogliere i pellegrini ammalati o
nell’accompagnarli alle celebrazioni. Nei pomeriggi
abbiamo vissuto l’adorazione comunitaria, la celebrazione
della Riconciliazione, la preghiera mariana e la Santa Messa
quotidiana. Ogni sera abbiamo partecipato intensamente
alla processione “aux flambeaux”. Infine, abbiamo
condiviso la Messa internazionale dei giovani nella chiesa di
Santa Bernadette e la Messa domenicale nella chiesa di San
Pio X.
Ancora una volta Lourdes è riuscito a coinvolgerci e ad
interrogarci. Il cammino “sui passi di Bernadette” ha aperto
la nostra permanenza al santuario, ed è stato bello costatare
come la veggente di Lourdes sia stata una compagna fissa
del nostro pellegrinaggio: alla grotta, nei momenti di
preghiera e nel servizio ai malati. Bernadette entusiasma
anche i giovani di oggi, perché vera, perché forte, perché
santa. Ella ci ha guidati all’incontro con la Vergine Maria
che i nostri giovani non hanno faticato a cogliere come via
facile, breve e sicura che conduce a Gesù, così come ci
insegna il Montfort. L’esperienza della preghiera e della
catechesi ha dato intensità e svelato il senso più profondo
dell’esperienza di servizio. A Lourdes ci si sente come in un
grande paese, dove tutto ruota attorno alla grotta, e dove la
grotta continua ancora a sprigionare forza, consolazione,
32
CORRISPONDENZA
gioia, pace. Così come diceva Bernadette: «la grotta è il mio
cielo», anche noi abbiamo sperimentato che Lourdes è un
po’ un angolo di paradiso. La sofferenza, la malattia, sono
di casa; tuttavia non incontri l’angoscia e la disperazione,
ma la pace e l’abbandono sereno nelle mani di Gesù e di
Maria. È quanto hanno sottolineato anche i giovani che
erano con noi. Mi sono stupito nuovamente di come il
contatto concreto con la sofferenza sia stato per tutti
salutare, benefico.
Mi sembra che i giovani, in generale, sono stati molto
contenti di avere speso un po’ del loro tempo per il Signore
e per gli altri. Speriamo che il prossimo anno, nonostante la
centralità della Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid,
si possa ritornare a Lourdes. Sarebbe bello che questo
appuntamento divenisse parte della nostra tradizione di
pastorale giovanile e che questa proposta di servizio, di
preghiera e anche di internazionalità incontrasse il favore
dei giovani delle nostre parrocchie e delle nostre comunità.
Unitamente a p. Angelo Sorti sento di dover benedire il
Signore. I giovani ci hanno edificato con il loro impegno
nel servizio, con l’intensità e la profondità della loro
preghiera, con la loro calorosa fraternità e amicizia. Infatti
pur provenendo da diverse realtà, dal nord al sud d’Italia, e
pur non conoscendosi, subito hanno creato un clima
familiare e sereno. Anche l’ottima collaborazione, ormai
collaudata da anni, con le nostre suore, ha favorito la buona
riuscita dell’esperienza e ci ha aiutato vivere queste giornate
con gioia.
p. Gianangelo Maffioletti smm
33
FRATRES IN BREVE
RINNOVAZIONE DEI VOTI
Il Superiore provinciale, sentito il parere
del suo Consiglio ha ammesso alla rinnovazione dei voti i 5 studenti professi
dello studentato internazionale di Roma:
Kristijan Zlender, Zrinko Petar Nikolic,
Nikola Tandara, Miro Ravlic e Antonino
Pensabene. Lunedì, 20 settembre, durante la preghiera del vespro nella cappella
della Curia Generalizia, i nostri giovani confratelli, insieme con i
due studenti della Delegazione del Portogallo, hanno rinnovato i
voti nelle mani del vicario generale p. Donald La Salle. Con i
formatori dello studentato era presente il Superiore provinciale.
PERU’-BRASILE
La Delegazione del Perù-Brasile allarga la sua presenza a servizio della Chiesa brasiliana con l’apertura di una nuova comunità
missionaria nell’amazzonia brasiliana, a Marabà, nello Stato di
Parà. Il progetto prevede la presenza, dall’anno prossimo, dei
confratelli p. Angelo Maffeis e p. Francesco Castria. A loro dovrebbe aggiungersi un confratello della Delegazione generale del
Portogallo.
MALAWI/1
Il 25 giugno 2010, a Lilongwe, all’interno di un grosso centro
commerciale si è celebrata la giornata del “launching” della
Montfort Media e TV Luntha. L’evento ha visto la partecipazione
di tutti i vescovi del Malawi, del vice ministro della informazione
e cultura e di altri dignitari politici, e dei principali giornali e stazioni-radio del paese. Si è trattato di una campagna di informazione sulle attività della Montfort Media e TV Luntha. È stata una
buona occasione per presentare e far conoscere meglio il lavoro
34
FRATRES IN BREVE
dei monfortani nel settore dei mass media. Fino ad oggi lo sforzo
si è concentrato nelle zone rurali. Attualmente però la cultura e
l’informazione di qualità si genera e si diffonde in prevalenza a
partire dalla città. Per questo si intende costruire al più presto
una grossa libreria a Lilongwe con alcuni locali destinati ai nostri
corrispondenti giornalisti e operatori televisivi. Il “launching” ha
anche offerto l’occasione per ripercorrere la storia della Montfort
Media intessuta con gli eventi religiosi, politici e sociali che hanno segnato una svolta nella vita del Malawi. A questo proposito i
vari relatori hanno concordemente riconosciuto il ruolo fondamentale esercitato dalla lettera pastorale scritta dai vescovi nel
1992 e coraggiosamente pubblicata dalla Montfort Media. È stato un passo molto importante per noi Monfortani che, attraverso i
mass media, stiamo raggiungendo le aree più vaste della città. La
nostra speranza è quella di continuare a sostenere in un modo
qualificato la causa dell’evangelizzazione e promozione umana,
coinvolgendo in questa avventura sia i nostri confratelli africani
sia un personale locale professionalmente sempre meglio preparato. Il giorno dopo, 26 giugno, sempre a Lilongwe, in occasione
della solenne chiusura dell'anno sacerdotale in Malawi, p. Luciano Marangon ha ricevuto un riconoscimento proprio per la sua
azione pastorale.
MALAWI/2
Il 31 luglio, a Fratel Costantino è stato consegnato dal Nunzio
Apostolico in Malawi e Zambia un attestato di riconoscimento
per i suoi molti anni di dedizione ad un lavoro di alta qualità a
favore della Chiesa e dell’educazione in Malawi. Congratulazioni, Costa!
MALAWI/3
Mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, ha dato la sua disponibilità per l’animazione del ritiro annuale, dal 1 al 5 marzo 2011,
35
FRATRES IN BREVE
dei confratelli della Delegazione del Malawi. Se possibile gli Esercizi saranno preceduti dalla settimana di aggiornamento, incentrata sui temi trattati alla prima sessione del Capitolo Provinciale.
MALAWI/4
Dall’incaricato d’Affari presso l’ambasciata d’Italia a Lusaka, in
Zambia, p. Mario Pacifici ha ricevuto la seguente comunicazione: «Gentile Padre Pacifici, Le comunico che la Presidenza della
Repubblica ha accolto l’istanza di concessione di onorificenza
inoltrata dall’ex Ambasciatore a Lusaka, dott. Giovanni Ceruti.
Le e’ stato pertanto attribuito il grado di Cavaliere dell’Ordine
della Stella della Solidarieta’ Italiana. Per il conferimento
dell’onorificenza pensiamo di interessare il Viceconsole Onorario a Lilongwe, Cav. Eugenio Sabelli. Nell’esprimerLe le mie
congratulazioni, la prego di gradire i miei migliori saluti». Congratulazioni anche da tutti i confratelli della Provincia d’Italia!
RISL 2010
Da martedì 3 a sabato 7 agosto 2010, Saint-Laurent-sur-Sèvre ha
accolto la 4 edizione dell’incontro triennale denominato
«Rencontre Internationale». Iniziato nel 2001, raduna presso la
tomba del Padre di Montfort, congregazioni, preti, religiosi e laici di paesi differenti che a lui si ispirano. Il raduno ho lo scopo di
far conoscere l’eredità spirituale dei nostri fondatori condensata
nella chiamata alla santità, vocazione di ogni battezzato. Intende,
inoltre, rispondere al messaggio che il Papa Giovanni Paolo II
aveva indirizzato alla grande famiglia monfortana: aiutare i laici
a collocare nella giusta prospettiva la devozione mariana quale
cammino che conduce a Cristo. Accompagnati da p. Personeni e
p. Libralato Ivo, dall’Italia sono convenuti, a Saint-Laurent laici
del movimento “Con Maria a Gesù” di Trinitapoli, altri da Palermo e Verona, una Figlia della Sapienza, una Missionaria di Maria e le suore della Fraternità “Arca di Maria”. Dalla Croazia i
36
FRATRES IN BREVE
pellegrini erano una cinquantina con i padri Michele e Milenko.
Il tema centrale delle giornate è stato quello della ricerca della
felicità, che si compie in pienezza nell’incontro con la Sapienza
Incarnata, Gesù Cristo. Il momento culminante dell’esperienza è
stato la visita al calvario di Pontchâteau, luogo tanto voluto,
amato e sofferto dal Montfort. Come il nostro Fondatore era solito fare a chiusura delle missioni, così i partecipanti al culmine di
una significativa processione hanno rinnovato le promesse battesimali nel segno della consacrazione a Gesù per le mani di Maria.
SERVIZIO DI PASTORALE GIOVANILE
L’équipe ha inviato alle comunità il dèpliant, preparato in collaborazione con le Figlie della Sapienza, con le proposte dei percorsi di spiritualità giovanile monfortana per l’anno pastorale
2010-2011. Si tratta di un itinerario biblico-spirituale per giovani
che desiderano compiere un cammino di fede sule orme di san
Luigi Maria e di Maria Luisa Gesù. Poi un duplice appuntamento
per il discernimento vocazionale. Infine si annunciano le iniziative per una ricca e intensa estate 2011. Si tratta dell’esperienza di
servizio a Lourdes (5-11 agosto), della GMG a Madrid (15-21
agosto) e degli esercizi spirituali a Loreto (25-30 agosto). I confratelli dell’équipe sollecitano le comunità a diffondere e distribuire il materiale recapitato. Inoltre invitano a ritrovarsi mensilmente nella preghiera unanime per le vocazioni e suggeriscono i
testi del sussidio de “La Famiglia Monfortana in preghiera”.
37
DEFUNTI
P. Marcello Baraldo
«Dio ci benedica tutti e ci tenga stretti nel suo abbraccio di
Padre buono e grande nell’amore. Vi affido tutti alle cure
materne di Maria SS.ma.».
Nascita: 21-4-1935
Maserà PD
Professione: 8.9.1954
Castiglione Torinese TO
Morte: 26.382010
Bergamo BG
Sepoltura:
Maserà PD
Una vocazione
La mia vocazione è sbocciata tra i campi di Maserà di
Padova, tra i fiori di quelle terre. Ho fatto il mio ingresso
nel seminario monfortano di Bergamo il 15 Settembre
1947. Ha avuto inizio all’età di 12 anni, quasi una profezia
di una pia signora nella terra lontana di Bergamo, dove esiste tutt’ora un grande centro di raccolta di aspiranti missionari per le missioni estere. Bastò questa notizia per mettere
38
DEFUNTI
in moto la fantasia di un adolescente che sognava terre lontane per uscire dal suo buco, per uscire dagli orizzonti angusti di quelle povere terre contadine!
Il cammino di formazione e di preparazione al sacerdozio inizia tra non poche difficoltà, a motivo del prematuro
distacco dal paesello natio e dall’allontanamento dai genitori. L’ideale di diventare missionario era tuttavia la stella polare che sorreggeva questa dura impresa.
Tra le mille difficoltà che ho incontrato per strada, ho
avuto sempre l’appoggio e il sostegno dei genitori che si
sentivano onorati di questa chiamata, e così ho retto, non
senza la Grazia di Dio e l’aiuto di Maria .
A Bergamo ho trascorso gli anni dei miei studi medi,
ginnasiali e liceali. Da qui sono uscito per approdare al noviziato monfortano di Castiglione Torinese nel 1953. Qui
l’8 settembre 1954 ho emesso i primi voti religiosi di povertà, castità e obbedienza con cui mi sono consacrato a Dio
nella Famiglia religiosa dei Padri Monfortani. In questa circostanza erano presenti i miei genitori e la sorella Giovanna .
Dal Piemonte sono passato alle Marche, allo Studentato Monfortano di Loreto, città mariana per eccellenza, dove
ho completato gli studi di Filosofia e Teologia. Qui ho approfondito il carisma mariano monfortano ereditato dal
mio Fondatore San Luigi Maria Grignion de Montfort.
All’ombra della Santa Casa ho avuto la gioia di coronare il
mio sogno con la Sacra Ordinazione Sacerdotale, il 12 Marzo 1960, assieme ad altri 4 confratelli di cui uno gode già
della visione di Dio e un altro ha fatto la scelta per la famiglia. Sono stato consacrato sacerdote da mons. Gaetano
Malchiodi. L’evento è stato preparato dalla presenza di tan-
39
DEFUNTI
te persone. Avvertita in modo speciale è stata l’assenza della cara mamma che tanto aveva sospirato quel giorno, ma
c’erano il papà, i fratelli, la sorella e una folta schiera di Maseratesi. L’avvenimento ha avuto un momento molto bello
il successivo 20 Luglio 1960, con la celebrazione della Prima Messa a Maserà di Padova. Era presente il vecchio parroco Don Sebastiano Fabbian e tanti altri preti , amici e
simpatizzanti. Non posso passar sotto silenzio la figura del
Parroco Don Luigi Zane, sacerdote di tempra antica ma
molto valido. Un’altra figura molto importante di riferimento per me è stato Don Gianfranco Zenatto, sacerdote
intelligente e di stampo moderno che l’ha sostituito degnamente nella conduzione della comunità di Maserà di Padova, dopo la sua improvvisa scomparsa.
Attività sacerdotale
Dopo una breve attività in qualità di educatore nel Seminario di Redona di Bergamo ho proseguito gli studi accademici a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense,
dove ho conseguito la Licenza in Sacra Teologia. Ho proseguito gli studi all’Università Cattolica di Milano, dove mi
sono laureato nella Facoltà di lingue e letterature moderne
(francese e inglese).
Da allora ha avuto inizio il mio tirocinio di insegnamento linguistico presso il seminario monfortano di Bergamo, in veste di Preside del Ginnasio legalmente riconosciuto, e presso la scuola statale. L’impegno è proseguito ininterrottamente per 25 anni, non senza l’aiuto e l’apporto dei
confratelli monfortani con cui ho collaborato, in particolare
fino al 1994. Ma anche questo capitolo della mia storia di
sacerdote era giunto al capolinea. Se ne apriva un altro, un
40
DEFUNTI
nuovo orizzonte di apostolato non meno affascinante e
proficuo di quello che avevo lasciato alle spalle.
Sono iniziate varie esperienze apostoliche in diverse
parti d’Italia dove vivono e lavorano i monfortani: missioni
al popolo ed esperienze missionarie di vario tipo, dalla Calabria alle Puglie. Ho vissuto una particolare esperienza pastorale durata un triennio nell’hinterland milanese: una sorta di missione al popolo non limitata a poche settimane ma
prolungata nel tempo.
Un anno di missione in terra africana
L’ esperienza tra i miei confratelli missionari del Malawi
è stata l’esperienza più arricchente del mio sacerdozio. L’ho
vissuta tra povertà di ogni tipo e tanta gioia, quella che si
prova quando ci si dedica agli altri gratuitamente. In Malawi
ho insegnato le mie lingue preferite: francese e inglese e il
chichewa.
Nel veneziano un’esperienza specialissima
Rientrato in Italia avevo il campo aperto in ogni direzione di apostolato: missioni al popolo in varie zone d’Italia, a fianco dei miei confratelli. Ma questo non era sufficiente. L’apertura di una comunità monfortana a Fiesso
D’Artico, su richiesta di mons. Antonio Varotto e del vescovo di Padova, è stata l’occasione per vivere un’altra importante esperienza pastorale. Dovevamo metterci al servizio di una ricca porzione di chiesa con attività parrocchiali e
apostolato di vario tipo.
Qui abbiamo formato e animato vari gruppi mariani,
seguendo il cammino spirituale tracciato dal nostro Fondatore, san Luigi Maria da Montfort, “maestro e testimone di
una autentica spiritualità mariana” come lo ha definito Papa
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Giovanni Paolo II. Il campo di apostolato è andato via via
allargandosi in varie diocesi del veneziano. Sono stati anni
intensi della mia vita sacerdotale, soprattutto per il rapporto
che si è venuto a creare tra noi sacerdoti e la gente. È stata
un’evangelizzazione a 360° con l’impiego di tutti i mezzi
disponibili oggi in campo ecclesiale. Spero che non venga
dimenticata la vasta azione pastorale svolta dalla Casa “La
Madonnina”, centro di spiritualità nell’ambito del territorio
veneziano, centro di aggregazione, di preghiera: incontri per
fidanzati, sposi e coppie in difficoltà. Una casa ide ale per
vivere momenti di dialogo, di ricerca su qualsiasi tematica
di carattere religiosa, ma non solo.
Ed ora sul Calvario con Lui…
A completamento del quadro ecco affacciarsi all’orizzonte un fulmine a ciel sereno… nella logica della croce di
Cristo. Da circa un anno soffro della rara malattia dello
SLA (sclerosi laterale amiotrofica), che mi ha reso pressoché impotente. Sono ospite a “Villa Montfort”, la casa di
riposo dei monfortani residenti a Bergamo. Qui vivo la sua
sofferenza, prego, mantengo i contatti con gli amici , da
cui sono sostenuto con fede e amore. Questo è attualmente
il mio più importante campo di apostolato. Grazie a tutti
coloro che mi vorranno sostenere con la loro amicizia e
con la loro preghiera. Dio ci benedica tutti e ci tenga stretti
nel suo abbraccio di Padre buono e grande nell’amore. Vi
affido tutti alle cure materne di Maria SS.ma.
P. Marcello Baraldo
memoria autobiografica
in occasione del 50° di sacerdozio
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Una fede provata e purificata
nel crogiolo del dolore
Cari fratelli, oggi siamo qui riuniti per dare il nostro saluto cristiano a padre Marcello Baraldo, che chi ha lasciato
prematuramente, almeno secondo i criteri umani di giudizio.
In questo Santuario padre Marcello ha pregato e celebrato per tanti anni, e ha mosso i primi passi del suo cammino di preparazione alla vita consacrata monfortana. Infatti il 15 settembre 1947 lasciava il suo paese, Maserà, per
iniziare il cammino di formazione fino a diventare missionario monfortano. Qui è iniziato l’itinerario che, dopo le
tappe del Noviziato a Castiglione Torinese nel 1954 e dello
studentato a Loreto, lo ha portato con la professione perpetua nel 1959 e l’ordinazione sacerdotale il 12 marzo 1960,
ad abbracciare per sempre la scelta di vita sacerdotale e missionaria nella famiglia monfortana.
Proprio in questo anno padre Marcello ha ricordato il
50° anniversario di ordinazione, che ora festeggerà per
sempre alla presenza del Signore. Anche noi ci uniamo a lui
per celebrare questo sacrificio eucaristico che anticipa il
banchetto del cielo che, come ci ricordava il profeta Isaia, il
Padre ha preparato per lui e per tutti coloro che hanno sperato nella salvezza eterna.
Non è facile in questo momento esprimere i tanti sentimenti che la vicenda umana di padre Marcello fa nascere
nel cuore di ciascuno di noi, come del resto non è stato facile nemmeno per lui farsi una ragione per una prova diffi-
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cile e umanamente incomprensibile. Vogliamo comunque
brevemente, ricordare insieme l’itinerario percorso da padre
Marcello nei suoi 50 anni di vita sacerdotale. Lo ha fatto
anche lui in una memoria scritta proprio per questa occasione, nella quale ha ripercorso le tappe salienti della sua
vita missionaria.
Una immagine che mi pare ci può aiutare a cogliere, almeno in parte, il profilo personale di padre Marcello è quella della sfida. Con un po’ di azzardo possiamo dire che la
sua vita è stata una continua sfida.
La prima, come risulta dai suoi ricordi, è stata proprio la
partenza dal suo paese natale e il distacco dalla famiglia: una
separazione segnata da difficoltà e ostacoli, che non gli hanno comunque impedito di perseverare fino a raggiungere
l’ideale che vedeva davanti a sé: essere missionario nella
Compagnia di Maria.
È così che dopo l’ordinazione sacerdotale, pronto a ciò
che i superiori chiedevano, inizia il suo ministero nella formazione dei ragazzi, prima con una breve tappa a Reggio
Calabria e poi per tanti anni qui nel seminario minore di
Redona, dove molti di noi lo hanno conosciuto. Lo ricordiamo nel suo ruolo di insegnante di francese, al quale si
era preparato affrontando la sfida dello studio all’università
di Milano per laurearsi in letteratura moderna, pur continuando a tener fede ai suoi impegni di predicazione e di
formatore.
Qui è rimasto, salvo una parentesi nella comunità apostolica di Rozzano e un’esperienza in Malawi, fino al 1995,
quando si è aperta una nuova sfida: l’apertura della comunità di Fiesso nella diocesi di Padova, dove con coraggio si è
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messo nell’attività di predicazione e di animazione mariana
monfortana dei gruppi di consacrati. Non si è tirato indietro di fronte al nuovo campo apostolico che si apriva davanti a lui, e i frutti delle tante persone che si sono avvalse
dei suoi consigli, che gli hanno confidato le loro preoccupazioni, che nel sacramento della riconciliazione hanno fatto
esperienza della misericordia del Padre, e che ora piangono
la sua scomparsa, ci testimoniano un impegno e una passione esemplari.
Come ricordavo, padre Marcello non si è tirato indietro
nemmeno di fronte alla sfida dell’impegno missionario in
Africa. Infatti nel 1987 è stato per quasi un anno a Balaka
in Malawi come insegnante: una esperienza che ricordava
sempre con tanta gioia e un po’ di nostalgia.
Pur avendo passato molti anni della sua vita missionaria
nel campo della formazione, padre Marcello, appena poteva
si rendeva disponibile per lavorare nel campo della predicazione e delle missioni al popolo con tutto l’entusiasmo che
caratterizzava la sua persona. Con il suo fare gioviale, esuberante, affrontava ogni impegno di predicazione come una
nuova sfida, che invece di preoccuparlo lo rendeva più deciso nell’annuncio del Vangelo. Anche nell’esperienza di
consigliere e di vicario provinciale, in questi ultimi anni, ha
rivelato il suo carattere franco e diretto, quasi nel desiderio
di coinvolgere anche altri nel suo entusiasmo missionario.
L’ultima sfida invece non l’ha cercata, si è presentata da
sola all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno: la malattia che in poco più di un anno lo ha portato alla morte. È
stata per lui certamente la sfida più difficile da affrontare.
Padre Marcello ha lottato contro la malattia con tutte le for-
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ze che aveva, finché ha potuto. Ha voluto rimanere a Fiesso finché è stato possibile, per poter vivere fino in fondo il
suo ministero di sacerdote e si è arreso solo quando si è accorto di non essere più in grado di svolgere il suo compito.
Ha lottato e, ora possiamo dirlo, ha vinto. Non con le
sue forze naturalmente, ma con la fede che lo ha sorretto
sempre, alimentata anche dalla preghiera nostra e di tante
persone che lo hanno incontrato nel suo ministero. Una
fede provata e purificata al crogiolo del dolore, illuminata
dalla sapienza di Cristo crocifisso, morto e risorto.
Siamo certi che ora potrà godere la gioia della visione
del volto del Padre, che ha sempre cercato e nel quale ha
posto la speranza.
Maria, la santa montagna dalla quale ha contemplato le
beatitudini, lo introduca nella casa del Padre, dove insieme
a Cristo e a tutti i santi, potrà ricevere la ricompensa preparata a servi fedeli che hanno lavorato fin dal primo mattino
nella vigna del Signore.
Sorretto da Cristo, buon pastore, ha terminato il suo
passaggio attraverso la valle oscura. Possa ora riposare per
sempre nei pascoli erbosi e dissetarsi alla fonte di acqua viva.
P. Luciano Nembrini
Omelia alle esequie
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P. Luciano Duca
«Un uomo cordiale, buono;
un sacerdote a tempo pieno per la sua gente».
Nascita: 3-1-1939
Ponte San Pietro BG
Professione: 8.9.1957
Castiglione Torinese TO
Morte: 10.9.2010
Pompeiana IM
Sepoltura:
Pompeiana IM
Il primo giorno che ci siamo incontrati è stata la sera del
20 Agosto 1949 nel nostro seminario minore dei Missionari
Monfortani, la nostra Scuola Apostolica di Redona di Bergamo, nella bellissima Chiesa dedicata a “Maria Regina dei Cuori”, consacrata dal card. Angelo Roncalli: era il nostro primo
giorno di seminario insieme a tanti e tanti altri ragazzini e studenti che provenivano da quasi tutte le Diocesi d’Italia.
Luciano era alto forse un metro e io forse pesavo 20 chili
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o poco più; lui aveva 10 anni e io 11. Luciano proveniva da
un paesino della bassa bergamasca, Carvico, a pochi metri da
Sotto il Monte e dalla casa natale di Papa Roncalli; Carvico
aveva già dato alla Chiesa uno dei nostri primi missionari
monfortani in Malawi, Padre Remigio Villa e lui ne era davvero fiero. Ci consacrammo alla Madonna “Regina dei Cuori” il
31 maggio 1950, quando era superiore il Padre Gargiulo e noi
frequentavamo la quinta elementare, la famosa propedeutica
con Padre Giovanni Marchesi.
Anni di studio, di preghiera, le splendide liturgie con i
canti polifonici: lui era il solista delicatissimo, il nostro solista:
una voce candida, prima di soprano e poi quella più sonora di
tenore primo; le sfide più feroci fra di noi erano le finali del
Gloria e del Credo del Perosi. Anni e anni di gioco e di passeggiate per le colline e le montagne di Bergamo. Luciano era
velocissimo e nelle partite a pallone era un centravanti irresisitibile: tra dribbling e passaggi il pallone era sempre suo. Anche quando si era a Roma all’Università e si giocava contro i
seminaristi di mezzo mondo, lui era il centravanti e guai a non
passargli i migliori palloni.
Aveva un metodo di studio essenziale: i suoi specchietti, i
suoi riassuntini di filosofia, di teologia e di morale erano una
sicurezza per tutti noi. Si andava davanti ai severi esaminatori
sinodali con la certezza che i suoi appunti erano i più precisi,
essenziali e di sicuro riferimento.
Con lui, eravamo in sette ad essere stati ammessi ai primi
voti religiosi dopo il Noviziato a Castiglione Torinese, l’otto
settembre 1957. Andammo a Loreto, nel nostro studentato
monfortano; e nella Basilica della Santa Casa abbiamo ricevuto i primi Ordini minori: Ostiariato, Lettorato, Esorcistato,
Accolitato e Suddiaconato. Partimmo da Loreto agli ultimi di
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settembre del 1960 per inaugurare il nuovo studentato in Via
Prenestina; ricevemmo il Diaconato nel dicembre 1962.
Il 7 marzo 1963 dopo gli anni della Filosofia e della Teologia, in sei, siamo stati consacrati sacerdoti dal Vescovo
monfortano di Haiti, Port au Prince, Mons. Remy Augustin
che era stato espulso dal governo di Haiti e si trovava a Roma, in esilio per le persecuzione in atto nel suo paese. Alla sua
prima messa c’era il suo parroco, la sua cara famiglia, la mamma, i fratelli, le sorelle, tanti parenti e tanti amici.
Il suo primo anno da novello sacerdote, va come assistente educatore nella nostra Scuola Apostolica di Bergamo, poi
riceve la sua nuova obbedienza, come la chiamavamo noi: dovrà andare a Roma, nella parrocchia di “Maria Mediatrice” alla
Borgata Gordiani e occuparsi dell’oratorio. Qui lo accoglie
una giovane comunità molto ben avviata e soprattutto un oratorio con tanti giovani e tanti ragazzi di borgata e nel frattempo deve anche frequentare l’Università Lateranense per la
Licenza in Sacra Teologia e il diploma in Teologia Pastorale.
Ma lui ha nel cuore una grande promessa: il Malawi, la
nostra missione che allora si chiamava Nyasaland. Infatti verrà inviato come missionario in Malawi. Finalmente realizza la
sua più bella aspirazione. Vi rimarrà per 10 anni: lavoro intenso, immensi sacrifici ma tanta pace, vivacità, zelo. Sapeva benissimo l’inglese e molto presto apprende la lingua locale il ci
chewa; insegna per alcuni anni nel seminario minore poi è destinato ad aprire una nuova zona missionaria e qui cominciare
da zero: costruire prima di tutto la sua abitazione, la sua capanna, fondare la Chiesa costruendo scuole, dispensari, e piccole chiese nelle varie zone che raggiungeva in moto attraverso km e km, percorrendo strade, attraversando la piena dei
fiumi e affrontando disagi e difficoltà. Spesso riandava a que-
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gli anni e ci raccontava le sue avventure missionarie come il
periodo più vivo e indimenticabile della sua vita.
Questa esperienza ha fatto emergere in lui quel carattere
familiare, ilare, fraterno e comunicativo dandogli quello stile
immediato con la gente: era il suo modo concreto di servire la
Chiesa. Anzitutto la gente che lo avvicinava lo trova semplice,
attento, dava tutto: medicine, vestiti, soldi, cibo e tanta fraternità. È un tratto della sua personalità che lo accompagnerà
anche quando dovrà lasciare la missione per motivi di salute e
cominciare a lavorare in Italia nelle nuove residenze che gli
verranno assegnate: prima nelle nostre case missionarie di
predicazione come a Treviglio e poi la sua venuta in Liguria,
nelle parrocchie di Isolabona e Apricale e qui a Pompeiana.
Va in silenzio ma poi lascia tanta ammirazione, amicizia: la
gente si sente legata da sempre: a volte basta un caffè o quella
maledetta sigaretta per parlare e parlare e poi accorgerti che è
entrato nel cuore delle persone.
A Pompeiana trova una comunità ben affiatata dopo la
partenza di Mons. Nerino Marinangeli. E qui ha sviluppato
quel senso religioso che la gente desiderava tanto: le messe
cantate, le processioni nelle varie zone con i suoi oratori, le
feste, i santi tanto cari al paese. Con normalità qui hanno trovato posto tutti: la cantoria, i chierichetti, la buona gente: con
lui si sentono a casa loro e tutti si sentono coinvolti a vari gradi e a vario titolo.
Ma è la sua sollecitudine costante è la manutenzione della
sua chiesa parrocchiale che lui cura in modo speciale. E la
gente e le autorità locali gli sono sempre accanto: prima il tetto della chiesa per proteggere l’interno che ha dei veri capolavori, lui mette a nuovo alcune tele molto belle e importanti.
L’ultima avventura è stato il restauro del campanile che
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nella sua originalità e bellezza è il più bel campanile della Liguria: alto, massiccio, robusto, un vero numero unico. È stata
una bella fatica, ma per lui questa era una cosa normale. È
stato sostenuto con molta perizia dai tecnici ma anche da
molte persone buone, in prima fila la Curia diocesana e le autorità comunali che desidero ringraziare: quel giorno si è visto
il cuore vivo di Pompeiana e i tanti che hanno partecipato mi
hanno detto: «si vede che Luciano è proprio amato». Un uomo cordiale, buono; un sacerdote a tempo pieno per la sua
gente.
Da alcuni anni ha dovuto accostare i momenti più delicati
della sua vita: la sua malattia e poi la perdita di persone care
che per lui erano tutta la sua famiglia . Più volte lo avevo esortato a prendersi un periodo di riposo per curarsi; ma la sua
frase che non ammetteva repliche era la solita: «non venire
qui a comandare, neh: taci tu, crapù!».
Venerdì 10 settembre, alle ore 12 don Luciano, mentre il
suo corpo inerte era steso sul pavimento della cucina, lui stava
già trattando con il Padre Celeste la sua nuova destinazione:
come avvocata e Mediatrice c’era anche la nostra cara Regina
dei cuori. Per il Signore, per la sua Chiesa, le cose vanno bene
così: noi qui, adesso diciamo un grazie infinito di lacrime e di
preghiere per lui.
P. Benito Cagnin
Omelia alle esequie
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Ricordiamoli al Signore
GIUSEPPE
fratello di p. Stefano De Fiores
GIULIO
fratello di fra Silvino Verzè
GRAZIELLA
cognata di p. Corrado e p. Gianni Maggioni
RITA
sorella di p. Tarcisio Miotti
GINO
fratello di p. Carlo Berton
e nipote di p. Vittorio Berton
LUIGIA
mamma di p. Piero Pandolfi
GIUSEPPE
fratello di p. Tarcisio ed Ernesto Zanga
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