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DETERGENTI CORPO INFASIL SCHEDA ANALITICA Marchio: INFASIL Società: PROCTER & GAMBLE Presentazione Multinazionale di origine statunitense che si colloca al 71esimo posto della graduatoria mondiale e al primo posto limitatamente al settore cosmetico e della detergenza.( 2011 www.impreseallesbarre.org) . Fattura 76,5 miliardi di dollari per il 27% nei paesi del Sud del mondo (2007). Il gruppo è attivo nella produzione e commercializzazione di prodotti per il corpo (42% del fatturato), prodotti per la casa (24%), carte igieniche, assorbenti, e pannolini (16%), prodotti per l’alimentazione umana e degli animali (6%), lamette, rasoi, spazzolini elettrici e pile (12%). I suoi marchi comprendono Max Faxtor e Cover Girl (cosmesi); Iams ed Eukanuba (cibo per animali), Vicks (medicinali) ed è licenziataria dei marchi di profumeria: Hugo Boss, Lacoste, Puma, Valentino, Naomi Campbell, Cover Girl, Max Factor. Procter & Gamble è un grande acquirente di cellulosa che utilizza per i prodotti in carta. Nel 2007 ne ha acquistati 1,7 miliardi di chilogrammi proveniente per il 26% da foreste statunitensi, per il 31% canadesi, per il 29% brasiliane, per il 9% europee e per il 4% indonesiane. Non possiede foreste di proprietà. Tramite la controllata Folgers, attiva negli Stati Uniti, Procter & Gamble è fra i più grandi commercianti mondiali di caffè. Procter & Gamble possiede 39 stabilimenti produttivi negli Stati Uniti e oltre 100 in 41 altre nazioni, impiegando 138 mila persone. Tra il 10 e il 15% della produzione è appaltata a fornitori esterni. Le sue controllate sono circa 700 sparse per tutto il globo. La proprietà del gruppo appartiene ad un azionariato diffuso, per il 56% composto da banche assicurazioni e fondi di investimento. Procter & Gamble è stata tra le prime aziende a sfruttare appieno le potenzialità della pubblicità per incrementare le vendite: a Procter & Gamble si deve, per esempio, la realizzazione delle prime soap operas, le trasmissioni radiofoniche e televisive pensate per essere contenitori della propria pubblicità rivolta alle massaie. E’ prima a livello globale per pubblicità con una spesa di 8,5 miliardi di dollari (2006). Principali marchi controllati: Ace (saponi e detersivi per bucato, ammorbidenti ed altri additivi, detersivi superfici dure); Ariel, Bolt, Dash, Dinamo, Tide (saponi e detersivi per bucato); Lenor, Febreze (ammorbidente ed altri additivi); Fairy (detersivi per stoviglie); Mastro Lindo, Viakal, Swiffer (detersivi superfici dure); Camay, Infasil, Head & Shoulders, Pantene, Wella (saponi e detergenti); Infasil, Noxzema, Oil of Olaz, Oil of Olay, Gilette (Duracell, Oral-B, Braun, Venus), Az, Kukident, Oral-B, Fluocaril, Parogencyl (dentifrici); Gilette, Noxzema, Braun, Venus Gilette (prodotti da barba); Pampers, Linidor, Dignity (pannolini); Lines, Tampax (tamponi ed assorbenti); Bounty (carta assorbente); Pringles (snack salati). IL gruppo si compone di oltre 400 società, sparse per il globo, sotto il controllo della statunitense “ the Procter&Gamble Company”. Fra le filiali compaiono Gilette (rasoi a Mano) Duracell ( batterie), Braun ( rasoi elettrici), Iams ( cibo per animali), Oral-B ( spazzolini e dentifrici), Wella ( prodotti di bellezza), Tambrands ( assorbenti e tamponi). Fra i suoi prodotti principali: i detersivi( 32% del fatturato) i saponi e le creme( 24%) , le carte igieniche, gli assorbenti e i pannolini( 19%), le lamette, i rasoi, gli spazzolini elettrici e le pile (10%), l’alimentazione umana e animale ( 4%). Tuttavia nel 2012 ha praticamente abbandonato il settore alimentare con la vendita a Kellogg del marchio di patatine Pringles. P&G ha il primato della pubblicità, a livello mondiale, con una spesa di 8 miliardi di dollari nel 2011. P&G in Italia opera attraverso varie società fra cui: P&G Holding Srl, P&G Italia Spa, P&G Srl, Zogi Srl. Inoltre possiede il 50% di Fater Spa, che produce pannolini e fazzoletti. L’altro 50% appartiene ad Angelini, gruppo farmaceutico noto per alcuni medicinali di largo consumo coma Acutil, Amuchina, Tantum, Moment. Nel 2011 P&G ha fatturato circa 2 miliardi di euro posizionandosi 4° tra le imprese di supermercato. Impiega 3000 persone e possiede tre stabilimenti produttivi: Campochiaro ( Campobasso), Gattalico (Reggio Emilia) Pomezia ( Roma). Fater ha invece fatturato 800 milioni di euro e dispone di uno stabilimento produttivo a Pescara che impiega 900 persone. Nel 2011 il gruppo ha fatturato 82,5 miliardi di dollari, per il 41% in Nord America, per il 20% in Europa, per il 16% in Asia, per il 14% in Medio oriente, per il 9% in Sud America Nel 2011 il gruppo ha realizzato profitti per 11,7 miliardi di dollari P&G possiede 36 stabilimenti produttivi negli USA e altri 102 in una quarantina di Paesi d’Europa, Asia, Africa e America. Complessivamente impiega 129 mila persone ( 2011). La proprietà della capogruppo The P&G Company è estremamente frammentata fra azionisti di ogni parte del mondo, nessuno dei quali possiede più del 5% del capitale. La proprietà fa riferimento per il 57% a istituti finanziari ( banche, assicurazioni, fondi). (luglio 2012). Il consiglio di amministrazione della capogruppo The P&G Company è composto da 11 persone. Il presidente e amministratore delegato è Robert McDonald. Gli altri consiglieri sono: Angela Braly, Kenneth Chenault, Scott Cook, Susan Desmond-Hellmann, Margaret Whitman, W.James McNerney, Johnathan Rodgers, Mary Agnes Wilderotter, Patricia Woertz, Ernesto Zedillo. Alcuni di essi ricoprono ruoli di potere in altre grandi società: Margaret Whitman è a capo di Hewlett Packard ( computer), W.James McNerney di Boing ( veicoli e industria bellica), Patricia Woertz di Archer Daniels ( commercio e trasformazione di materie prime alimentari) , Angela Braly di WellPoint ( assicurazioni). ( luglio 2012). Nel 2011 il presidente e amministratore delegato Robert McDonald ha ricevuto compensi dal gruppo per complessivi 16 milioni di dollari, il 25% in più rispetto all’anno precedente. ) (www.impreseallasbarra.org) Comportamenti irresponsabili DIRITTI DEI LAVORATORI o Tramite la filiale Folgers, Procter & Gamble è uno dei principali commercianti e trasformatori di caffè, pertanto è uno dei massimi responsabili delle gravi condizioni in cui versano milioni di contadini del Sud del mondo. A tal proposito il documentario “Black gold” girato nel 2006 in Etiopia racconta che nonostante il paese sia il sesto esportatore mondiale, i 15 milioni di etiopi che vivono della coltivazione e della trasformazione di questo prodotto lottano continuamente per la sopravvivenza, con guadagni pari a 20-50 centesimi di dollaro per chilo di caffè mentre sul mercato mondiale il prodotto è venduto a 2,30 dollari circa. Le donne che a mano selezionano i chicchi guadagnano 50 centesimi al giorno. Ad acquistare a basso prezzo il caffè nella regione ci sono, oltre a Procter & Gamble, Kraft, Nestlé e Sara Lee. o La legge di riforma del lavoro entrata in vigore in Cina nel 2008 ha trovato l’opposizione del mondo imprenditoriale statunitense ed europeo preoccupato per i maggiori costi derivanti dal miglioramento delle condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi inserite nelle filiere occidentali. Secondo quanto denunciato da Global Labor Strategies, Procter & Gamble si è attivata in prima persona, insieme ad altre imprese multinazionali, affinché non venisse approvata la nuova normativa, salvo rivedere le sue posizioni quando le pressioni indebite sono diventate di pubblico dominio. o Un’indagine realizzata nel 2005 da China Labor Watch mette in luce condizioni di lavoro poco dignitose negli stabilimenti cinesi di Procter & Gamble: turni di lavoro di 12 ore con straordinari obbligatori il cui rifiuto dà luogo a multe o alla sospensione dal lavoro; le assenze dal lavoro per più di un giorno sono punite con il licenziamento e gli errori con multe equivalenti a mezza giornata lavorativa. o In seguito all’acquisizione della società Gilette nel 2005, Procter & Gamble ha licenziato 5 mila persone. o Procter&Gamble si è dotata di “linee guida” per disciplinare le condizioni di lavoro nei propri stabilimenti e in quelli dei propri fornitori. Nel 2012 le linee contemplano i principali diritti previsti dalle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del lavoro, e il rispetto delle leggi nei vari paesi d’attività. Tuttavia non sono incluse garanzie riguardo all’orario di lavoro decente, al salario vivibile, alla libertà di organizzazione sindacale. Il gruppo non ha predisposto strutture di controllo per la verifica del rispetto delle “linee guida” se non in campo ambientale e la sicurezza sui luoghi di lavoro ( Procter&Gamble, Sustainability Guidelines for Supplier relation). ( www.impreseallasbarra.org). o Nel 2009 in Inghilterra, nello stabilimento di Reading si è accesso un vivo conflitto per il rifiuto della dirigenza dello stabilimento di riconoscere il sindacato aziendale che i lavoratori hanno deciso di formare, dopo il peggioramento delle condizioni di lavoro. P&G si è opposta costringendo i lavoratori a ricorrere all’arbitrato di stato. I vertici aziendali hanno sentenziato che la sindacalizzazione porterà soltanto guai ai lavoratori e metterà a rischio la prosperità dello stabilimento ( Tribune, Unite Takes on P&G in new Bid for Union recognition, 15 gennaio2009) (www.impreseallasbarra.org). o Un’ispezione eseguita dalle autorità statunitensi su uno stabilimento in Ohio (USA), dove P&G produce detergenti, ha evidenziato sei casi di violazione “grave” alle norme di sicurezza. Per tale motivo le autorità hanno comminato una sanzione complessiva pari a 22.500 dollari. Nello stabilimento non opera alcun sindacato ( Osha, Inspection: 313782635, 30 aprile 2010) (www.impreseallasbarra.org). DIRITTI DEI CONSUMATORI o Procter & Gamble è coinvolta nella causa avviata nel 2005 dal procuratore generale della California nei confronti di 9 società alimentari accusate di non aver informato i consumatori sulla pericolosità di una tossina presente nei loro snack e patatine fritte, l’acrylamide, che si sviluppa nella frittura ad alte temperature. La catena di fast food KFC ha patteggiato nel maggio 2007. ° Nel 2006 la “Campaign for Safe Cosmetics”, che raggruppa alcune associazioni statunitensi, ha chiesto alle case produttrici di cosmetici di sottoscrivere un codice, il "Compact for the global production of safe health and beauty products," che tra i vari punti indica la necessità di adottare la legislazione europea vista la lacunosità di quella statunitense, e di fare un inventario degli ingredienti utilizzati sostituendo quelli conosciuti per la loro tossicità. Al codice hanno aderito 300 aziende. Procter & Gamble non è tra queste poichè si è rifiutato di firmare nonostante i continui inviti della Campagna. Al marzo 2010, le aziende aderenti al codice erano 1000, ma P&G non era compresa nonostante i continui inviti della campagna. ( www.safecosmetics.org) (www.impreseallasbarra.org). L’associazione statunitense Environmental Working Group ha censito nel 2007 oltre 2 mila prodotti per il corpo fabbricati da Procter & Gamble rilevando che il 2% degli ingredienti utilizzati sono da considerare “ad alto rischio”, categoria che comprende le sostanze tossiche per l’organismo, pericolose per chi li fabbrica o il cui uso è vietato in alcuni stati. Tra gli ingredienti troviamo ad esempio la formaldeide che è considerata cancerogena dall’ Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) e un probabile cancerogeno dall’EPA. E’ proibita in Canada, mentre l’Unione Europea la considera tossica per ingestione, contatto e inalazione. Un altro ingrediente sotto accusa è il solfido di selenio considerato un probabile cancerogeno dall’EPA e bandito dal Giappone e dall’Unione Europea. ° o Nel 2007 una partita di cosmetici venduti da Procter & Gamble in Cina con il marchio SK-II e fabbricata in Giappone è stata dichiarata illegale dalle autorità ispettive cinesi per il suo alto contenuto di cromo e neodimio, due sostanze che possono causare eczemi e irritazioni e che per questo motivo sono vietate nei prodotti cosmetici. Procter & Gamble ha negato di usare tali ingredienti ma intanto ha dovuto ritirare i cosmetici dal mercato. o Procter & Gamble ha raggiunto un accordo, insieme ad altri produttori, per patteggiare la chiusura delle oltre cento cause avviate dopo la scoperta di prodotti contaminati, che nel marzo 2007 portò ad un vasto ritiro di alimenti per cani e gatti (morte di 14 animali): oltre 150 marchi e più di 5.000 prodotti di dodici aziende. L’accordo prevede la costituzione di un fondo di 24 milioni di dollari, per risarcire i proprietari di animali domestici ammalatisi o morti in seguito all’ingestione di cibo contaminato. Gli interessati potrebbero essere diverse migliaia. o Greenpeace ha rilevato nel 2005 la presenza di sostanze potenzialmente tossiche per la salute, quali ftalati, alchilfenoli, muschi sintetici, composti organostannici, in dodici beni di consumo presenti sul mercato italiano, fra questi il detergente ACE Igiene Casa prodotto dalla Procter & Gamble o CONSUMATORI e LEGALITA’: Nel novembre 2009 P&G ha dovuto ritirare dal mercato inglese, tedesco e statunitense tre partite di Vicks Vaporub, sospettate di essere contaminate da un batterio che poteva causare gravi danni a persone in precarie condizioni di salute. Nel marzo 2010, negli Stati Uniti, il gruppo ha dovuto richiamare due lotti di patatine Pringles su cui pendeva il rischio di contaminazione da salmonella ( www.pg.com). Nel 2010 l’Environmental Worhing Group ha censito oltre 2.400 prodotti per il corpo fabbricati da P&G rilevando che gran parte degli ingredienti utilizzati sono da considerare “ad alto rischio”in quanto tossiche per l’organismo, altamente inquinanti per l’ambiente, pericolose per chi li fabbrica. In vari stati molte di tali sostanze sono vietate. Un esempio è rappresentato dal P-Phenylenediamine, rilevato in 208 prodotti, proibito in Canada perché considerato neurotossico e cancerogeno. Anche il Resorcinol, rilevato in 199 prodotti, è altamente tossico per le forme di vita acquatiche e capace di interferire con l’apparato endocrino ( Environmental Working Group, Skin Deep Cosmetic Safety Databese, 2010). Un’altra sostanza sul banco degli imputati è l’1,4-Diozane, un probabile cancerogeno, che, pur non comparendo negli ingredienti, si sviluppa durante la preparazione di detergenti e creme contaminando il prodotto finito. Tale sostanza è bandita nell’UE, ma non negli USA, dove è stata rintracciata in vari prodotti di P&G, come il sapone per bambini Pampers Kandoo” ( 0,49 parti per milione) e lo shampoo Herbal Hessences( 24 parti per milione. Sotto la pressione dei consumatori P&G ha accettato di ridurre le concentrazioni di 1,4-Dioxane nei propri prodotti, ma le associazioni puntano a bandire totalmente tale sostanza. ( The Campaign for Safe Cosmetics, No More Toxic Tub, marzo 2009; Natural News, Procter and Gamble to reduce 1,4-Dioxane Level in Herbal Essences shampoos, 12 aprile 2010) (www.impreseallasbarra.org). o Nel dicembre 2010, P&G è stata condannata dall’antitrust italiano al pagamento di una multa pari a 6,2 milioni di euro per aver partecipato a un cartello formato da 16 aziende cosmetiche teso ad aumentare i prezzi di listino dei prodotti destinati alla grande distribuzione ( Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Provvedimento 21924, 15 dicembre 2010). o Nel marzo 2011 l’Antitrust spagnolo ha inflitto a Wella, filiale di P&G, una multa di 12 milioni di euro per aver formato un cartello con altre sette imprese, fra cui l’Oreal, allo scopo di accordarsi sui prezzi ( CincoDias.com, Competentia multa a L’Oreal con 23 millones por cartel, 3 marzo 2011 o Nell’aprile 2011 l’Antitrust europeo ha inflitto a P&G una multa di 211 milioni di euro per avere violato le regole della concorrenza, nel settore dei detersivi del bucato. Tra il 2002 e il 2005 aveva formato un cartello insieme a Henkel e Unilever per fissare i prezzi dei prodotti in ben otto Paesi ( Belgio, Francia, Grecia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna) ( Europa.EU, Comunicato stampa n. IP/11/4/3, 13 aprile 2011 o Nel dicembre 2011 L’antitrust francese ha multato per complessivi 240 milioni di euro la capogruppo The Procter&Gamble Company e le filiali P&G France SAS e P&G Holding France SAS. Le società sono ree di aver organizzato, tra il 1997 e il 4004, un cartello con altre imprese per fissare al rialzo i prezzi dei detersivi francesi a discapito dei consumatori ( L’autorité de la Concurrence, Decision 11-D-17, 8 dicembre 2011) (www.impreseallasbarra.org). RISPETTO DELL’AMBIENTE E DELLE COMUNITA’ LOCALI o Procter & Gamble acquista olio di palma da un produttore indonesiano che è accusato di appropriarsi illegalmente di terreni appartenenti alle comunità locali e di metterli a coltura dando alle fiamme tratti di foresta (rapporto pubblicato nel 2007 da Friends of the earth). Si calcola che la deforestazione praticata in Indonesia attraverso gli incendi sia causa del 4% delle emissioni globali di anidride carbonica. Per questo Greenpeace chiede a Procter & Gamble una selezione oculata dei fornitori e la riduzione degli acquisti di materia prima (la multinazionale acquista 340 mila tonnellate di olio di palma all’anno). o Procter & Gamble è accusata dall’associazione tedesca Robin Wood e dalla brasiliana Green Desert Movement di rifornirsi di cellulosa dall’azienda brasiliana Aracruz che nel 2006 ha cacciato con la forza dai propri villaggi le comunità indigene dei Tupinikim e dei Guaranti legittimi proprietari delle terre espropriate a favore di Aracruz all’epoca della dittatura militare. Procter & Gamble rifiuta di intervenire e di sospendere gli ordini dal fornitore brasiliano. o Nel periodo 2005-2007 Procter & Gamble ha dovuto pagare multe per circa 360 mila dollari come risarcimento di oltre 160 violazioni alle norme ambientali. o Nell’ottobre 2007 le autorità ambientali statunitensi hanno inflitto una multa di 103 mila dollari a Procter & Gamble per l’inquinamento causato dai fumi dello stabilimento di Sacramento. o Nel 2006 il WWF ha valutato le maggiori imprese mondiali di prodotti cartacei ad uso domestico (Georgia Pacific, Kimberly Clark, Metsä Tissue, Procter and Gamble e SCA Tissue) in base a cinque criteri: attenzione alla tematica della deforestazione, uso di carta riciclata per i nuovi prodotti, impatto ambientale delle lavorazioni, certificazione di enti indipendenti, trasparenza nelle informazioni. Procter & Gamble è risultata penultima tra le cinque e il WWF le ha assegnato una valutazione di 3 su 10. o Nel febbraio 2010, una filiale italiana di P&G è finita sotto inchiesta per smaltimento illegale di rifiuti. L’indagine che coinvolge altre società fra cui Lucchini e Marcegaglia, è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Grosseto ed ha come inquisito principale Agrideco, una società che smaltisce rifiuti a Scarlino. L’ipotesi è che Agrideco abbia smaltito illegalmente milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da fabbriche e terreni bonificati con la compiacenza e a volte la complicità dei suoi stessi clienti industriali. L’illecito è stato anche la causa di un grave incidente nel sito di Agrideco a Scarlino. Nel giugno 2009 un’esplosione ha causato la morte di un operaio e ustioni gravi a un suo compagno. I due stavano triturando proprio le bombolette della P&G, ignari del fatto che in quello stabilimento non si potevano smaltire rifiuti speciali ( Corriere della sera, Traffico di rifiuti speciali pericolosi. Indagato il padre della Marcegaglia, 9 febbraio 2010) . Al 2012 la Magistratura sta ancora accertando eventuali responsabilità della P&G. (www.impreseallasbarra.org) o Ogni anno il settimanale statunitense Newsweek compila una graduatoria delle multinazionali in base al loro comportamento ambientale. Prende in esame il livello di risorse consumate e di inquinanti emessi, le politiche perseguite , il grado di reputazione raggiunto. La graduatoria è compilata secondo un punteggio che va dalla migliore alla peggiore. Nel 2011 P&G si posiziona al 213° posto ( Newsweek, Green ranking 2011) (www.impreseallasbarra.org) o Nel 2011 P&G ha subito 36 multe a livello mondiale, per violazione alla normativa ambientale per un importo complessivo di 53 mila euro ( P&G, Sustainability report 2011) (www.impreseallasbarra.org) o Per le proprie attività produttive, nel 2011 il gruppo ha utilizzato 80 miliardi di litri di acqua e rilasciato nell’atmosfera 2,9 miliardi di Kg di gas serra ( P&G, Sustainability report 2011) (www.impreseallasbarra.org) o Il gruppo è un grande utilizzatore di cellulosa per la produzione di carta. Nel 2011 ne ha acquistati 1,6 miliardi di chili provenienti per il 34% da foreste brasiliane, il 33% da quelle statunitensi, il 33% da quelle canadesi. P&G sostiene che l’81% dei suoi fornitori subisce controlli minimi da parte del FSC, l’organizzazione più accreditata per òa salvaguardia dell’ambiente nella filiera del legno. Tuttavia solo una minima parte di essi ha ottenuto la certificazione completa delFSC. (www.impreseallasbarra.org) o L’organizzazione statunitense Center for Health, Envornment and Justice chiede a P&G di non utilizzare plastica in PVC che oltre ad essere inquinante per l’ecosistema è pericolosa per l’uomo sia in fase di fabbricazione che di utilizzo. P&G utilizza PVC per confezionare alcuni prodotti a marchio Gilette ( Center of Health, Environment, Companies with PVC Products, sito dell’associazione febbraio 2011) (www.impreseallasbarra.org) TRASPARENZA o Non ha risposto al Centro Nuovo Modello di Sviluppo per l’aggiornamento alla Guida al consumo critico, ma sul sito pubblica dati esaurienti sull’impatto ambientale e sociale delle proprie attività. o Greenpeace ha posizionato nel 2007 la Procter & Gamble all’ultimo posto nella “Guida alle imprese amiche delle foreste” perché si è rifiutata di rispondere alle domande dell’associazione ambientalista, unica tra le imprese interpellate. o Nel luglio 2012 il sito aziendale ( www.pg.com) pubblica numerose informazioni sui dati economici, proprietà e struttura del gruppo. Pubblica un bilancio socio-ambientale che riporta numerose informazioni relative al comportamento dell’azienda in ambito ambientale e sociale. Il rapporto dà risalto anche ad aspetti che possono mettere in cattiva luce Procter&Gamble, come il ricorso ad attività lobbistiche e le multe comminate dalle autorità ambientali e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tuttavia tralascia altre questioni importanti: la presenza nei paradisi fiscali, le attività nei paesi oppressivi, le condanne complessive inflitte al gruppo, i contrasti con le associazioni di consumatori, le forniture agli eserciti. ( www.impreseallasbarra.org) o ABUSO DI POTERE Nel 2011 il gruppo ha speso 4,3 milioni di dollari per attività lobbistiche nei confronti delle autorità governative degli USA ( www.opensecrets.org) Inoltre ha speso 400 mila dollari per fare pressione sulle strutture del Parlamento Europeo, oltre ad aver donato 8 milioni di dollari a varie associazioni statunitensi che fanno attività politica in rappresentanza degli interessi dell’industria. Tuttavia questi ultimi due dati sono riferiti all’anno 2010 (Procter&Gamble, Sustainability report 2011) ( www.impreseallasbarra.org). Nel corso del 2012, Procter&Gamble ha devoluto246 mila dollari a candidati di interesse strategico per il gruppo. Il 62% della somma è andata a favore di rappresentanti del partito repubblicano, il 38% del Partito democratico ( www.opensecrets.org) (www.impreseallasbarra.org). Fa parte di USCIB (United States Council for International Business), associazione che comprende centinaia delle imprese mondiali. Il suo scopo è rappresentare “ i valori e le idee dell’american business” e di promuovere il libero mercato di fronte ai politici americani ed europei, alle Nazioni Unite ed altri organi internazionali (www.uscib.org). E’membro della Camera di commercio Internazionale (ICC), associazione con sede a Parigi, che raggruppa imprese di 90 paesi e che si pone come obiettivo fondamentale quello di” favorire l’apertura di un libero mercato con la ferma convinzione che condurrà ad una più grande prosperità generale e alla pace tra le nazioni”. Promuove la liberalizzazione del commercio e degli investimenti, mantenendo rapporti con le maggiori organizzazioni internazionali come l’OMC e l’ONU ( www.iccwbo.org ) (www.impreseallasbarra.org). Procter&Gamble aderisce a CIAA, la Confederazione delle Industrie Agro-alimentari dell’UE, un’associazione che ha lo scopo di rappresentare gli interessi di categoria nei confronti delle istituzioni europee e internazionali. Oltre a Procter&Gamble vi aderiscono anche Barilla, Cadbury,Cargill, Coca Cola, Kraft, Danone, ferrero, general Mills, Kellog’s, Mars, Heineken, Heinz, Nestlè, PepsiCo, Unilever. Nel 2010 La Confederazione ha coordinato una campagna costata oltre un miliardo di euro per impedire che passasse una proposta del Parlamento Europeo tesa a usare un sistema di bollini rossi e verdi per segnalare gli alimenti da evitare o accettare in base al loro contenuto in grassi. La campagna di pressione è andata a segno privilegiando un sistema di informazione meno d’impatto, basato sulla pubblicazione delle chilocalorie ( EuropeanVoice.com dell’11marzo 2010, citato su www.corporateeurope.org) (www.impreseallasbarra.org) VARIE o Procter & Gamble fa parte di svariate associazioni portatrici di interessi di impresa: USCIB (United States Council for International Business) nata con lo scopo di rappresentare “i valori e le idee dell’American business” e di promuovere il libero mercato nei confronti dei politici americani ed europei, delle Nazioni Unite e altri organismi internazionali; La Camera di Commercio Internazionale che promuove la liberalizzazione del commercio e degli investimenti con rapporti con l’OMC e l’ONU; EuropaBio il cui scopo è intervenire a tutti i livelli per legittimare l’uso dell’ingegneria genetica; Pharmaceutical Research and Manufactureres of America, quinto maggior lobbista degli Stati Uniti attivo nel favorire gli interesse delle imprese farmaceutiche e biotecnologiche (Procter & Gamble ha dedicato a questo scopo 127 milioni di dollari fra il 1998 e il 2007). o Procter & Gamble compare nella lista delle imprese che fanno attività di lobby nei confronti delle autorità di governo statunitensi. Nel periodo 1998-2007 ha investito a questo scopo 29 milioni di dollari posizionandosi al primo posto fra le imprese di largo consumo. o Procter & Gamble elargisce abitualmente contributi ai partiti statunitensi. Nel corso dei tre turni elettorali del 2004, 2006, 2008 ha donato complessivamente un milione di dollari in gran parte al partito repubblicano. o Procter & Gamble compare nella lista dei primi cento fornitori delle forze armate degli Stati Uniti. Più precisamente nel 2006 si è posizionata ottantesima con contratti del valore di 362 milioni di dollari. Nel 2011 P&G si è classificato 135esimo tra i fornitori delle forze armate statunitensi, a cui ha venduto beni di consumo per 292 milioni di dollari (www.usaspending.gove) (www.impreseallasbarra.org) o REGIMI OPPRESSIVI: Il gruppo P&G ha filiali, e in parte stabilimenti, in Sri Lanka, Messico, Tailandia, Cina, Marocco, Nigeria, Russia, Pakistan, Filippine, Turchia, Indonesia, Colombia, Malesia, Egitto, Israele, Arabia Saudita, Cuba, Bangladesh ( Procter&Gamble, Form 10-K 2011) (www.impreseallasbarra.org) o Procter & Gamble possiede finanziarie e controllate in paradisi fiscali quali: Lussemburgo, Isole Vergini, Bermuda, Hong Kong, Libano, Malesia, Panama, Liechtenstein, Guatemala, Filippine, Singapore, Isole Cayman, Repubblica Dominicana, Barbados, Belize, Olanda, Svizzera, Sud Africa, Ungheria, Delaware ( USA), Uruguay, ( Procter&Gamble, Form 10-K 2011) (www.impreseallasbarra.org) Campagne di boicottaggio: o L’associazione animalista inglese Uncaged ha lanciato dal 2001 un boicottaggio contro Procter & Gamble poiché compromessa con la sperimentazione animale. Per citare un esempio, nel dicembre 2005, ha commissionato uno studio in cui migliaia di roditori sono stati costretti ad inalare alte concentrazioni di polvere di carbonio. L’esperimento ha fatto ammalare molti di essi di tumore e portato alcuni alla morte. Uncaged organizza annualmente il “Global Boycott P&G Day”, una giornata di mobilitazione contro la multinazionale. www.uncaged.co.uk) (www.impreseallasbarra.org) Nel 2011 si è tenuta il 14 maggio ( Comportamenti responsabili RISPETTO DELL’AMBIENTE E DELLE COMUNITA’ LOCALI o Procter & Gamble ha aderito alla Supply Chain Leadership Collaboration (SCLC), lanciata nel 2000 dal Carbon Disclosure Project (CDP), iniziativa della Rockefeller Philanthropy Advisors, allo scopo di monitorare le emissioni di anidride carbonica delle catene di fornitori delle grandi imprese. Ogni multinazionale (oggi 11) seleziona fino a cinquanta fornitori, ognuno dei quali è invitato a fornire i dati richiesti dal CDP, quali la quantità di emissioni, gli obiettivi di riduzione e le strategie nel campo dei cambiamenti climatici. Tuttavia, l’identità dei fornitori non viene divulgata. o Procter & Gamble ha partecipato nel 2004 al progetto di potabilizzazione dell’acqua domestica in Pakistan e Haiti lanciato insieme alla statunitense Agency for International Development (USAID). Il progetto prevedeva lo stanziamento di circa 5 milioni di dollari, di cui 1,4 da parte di USAID e 3,5 da parte di Procter & Gamble. Al progetto erano legate aspettative di espansione nei mercati dei paesi in via di sviluppo in quanto parte del contributo di Procter & Gamble si concretizzava attraverso la fornitura del suo prodotto PUR, un sistema di filtraggio e depurazione dell’acqua. o Procter & Gamble è uno dei quattro produttori mondiali di caffè (gli altri sono Nestlé, Kraft e Sara Lee ad aver lanciato una propria linea di caffè equo e solidale. Fonti: Guida al consumo critico, 2008; RSI News; www.impreseallasbarra.org BODY SHOP , LA ROCHE POSAY SCHEDA ANALITICA Marchio: BODY SHOP, LA ROCHE POSAY Società: L’OREAL Presentazione Multinazionale di origine francese che con 17 milioni di euro di fatturato, si colloca al secondo posto della graduatoria mondiale, limitatamente al settore dei cosmetici e della detergenza. La proprietà del gruppo appartiene per il 30% alla famiglia Bettencourt, per il 28,9% al gruppo Nestlè; il resto è frazionato tra investitori minori. Impiega 64 mila persone e possiede 52 stabilimenti produttivi; il 6% della produzione è appaltata ad aziende esterne. Quarta a livello mondiale per le spese in pubblicità (3 miliardi nel 2006). Attualmente il capitale sociale di L'Oréal è ripartito tra Liliane Bettencourt (27,5%), Nestlé (26,4%) e il Ministero del Tesoro francese (3,9%); il rimanente 42,2% è detenuto dal pubblico. Nell'organizzazione per i circuiti di distribuzione, il Gruppo L'Oréal dispone di 4 divisioni operative (prodotti professionali, prodotti per il grande pubblico, prodotti di lusso e cosmesi attiva) e di partecipazioni date da diverse attività quali la chimica semplice, la dermatologia, la salute, la finanza, il design, la pubblicità, il settore assicurativo. Fatturato 2005: 14.533 milioni di euro Fatturato al 30 settembre 2006: 11,6 miliardi di euro it.wikipedia .org Comporamenti irresponsabili DIRITTI DEI LAVORATORI - Da un’ispezione effettuata dalla stessa l’Oreal sono state riscontrate parecchie numerose non conformità tra cui bassi salari, numero eccessivo di ore di lavoro, violazioni in tema di immigrazione e sicurezza; inoltre addirittura lavoro forzato, lavoro minorile e violenze sul personale DIRITTI DEI CONSUMATORI - Accusato di truffa, tra le altre cose per aver utilizzato prodotti animali in un prodotto dichiarato vegan. - L’associazione EWG ha rilevato che il 2% degli ingredienti utilizzati sono da considerarsi ad alto rischio sia per chi produce che per il consumatore finale. RISPETTO DELL’AMBIENTE E DELLE COMUNITA’ LOCALI - Greenpeace ha assegnato a l’Oreal il “codice rosso” per le sostanze chimiche dannose per l’uomo rilevate all’interno di alcuni campioni di prodotti. - Nel 2007 i suoi stabilimenti hanno rilasciato nell’atmosfera 218 milioni di kg di gas serra. PARADISI FISCALI - Ha filiali in vari paradisi fiscali. VARIE - . E’ sotto boicottaggio a causa della sperimentazione animale e per prodotti provenienti dai territori palestinesi occupati (Sali del Mar Morto). - La controllata Garnier è stata condannata e multata per discriminazione razziale nel 2007. Fonti: Guida al consumo critico, 2008; campagna BDS; it.wikipedia .org LUSH SCHEDA ANALITICA Marchio: LUSH Società: LUSH Presentazione Lush Ltd nasce in Inghilterra nel 1995, produce e commercializza cosmetici e prodotti per l’igiene personale nei cinque continenti. L’organizzazione interna si compone di un consiglio di amministrazione e di un management formato per la maggior parte da personale femminile. LUSH è presente in 51 paesi del Mondo it.wikipedia .org Comportamenti responsabili - Per il personale femminile ci sono possibilità di orario flessibile per facilitare le cure parentali. - I contratti sono tutti di assunzione. - Gli ingredienti utilizzati sono in prevalenza di origine naturale; riduce al minimo l’utilizzo di conservanti preferendo stabilizzanti naturali. - Non utilizza ingredienti che comportino uccisione di animali né utilizza test sugli animali. - Tra gli ingredienti vengono utilizzati anche prodotti del commercio equo e solidale e preferisce in generale fornitori che abbiano un comportamento responsabile da un punto di vista sociale e ambientale. - Pone attenzione all'imballaggio dei prodotti preferendo, dove necessario, materiali biodegradabili o riciclabili; in generale riduce al minimo gli imballi proponendo prodotti per lo più solidi. - I negozi sono anche punti di informazione sulle associazioni sostenute. In ciascun negozio uno spazio è ciclicamente destinato ad associazioni: tra le altre, Emergency, Azione Aiuto, Associazione Vegetariana, ecc. Aspetti critici Non molto alta la trasparenza per quel che riguarda la struttura della società (governance, organizzazione, personale, …). Fonte: Avanzi SRI Research 2006 it.wikipedia .org SINDYANNA OF GALILEE SCHEDA ANALITICA Marchio: SINDYANNA OF GALILEE Società: SINDYANNA OF GALILEE Presentazione E' un’organizzazione non profit costituita nel 1996 da donne arabe ed ebree che lavorano insieme, secondo i principi del commercio equo, per costruire un’economia solidale in Palestina e Israele e diffondere una cultura di convivenza pacifica tra i due popoli. Le saponette, importate dalla cooperativa Chico Mendes, si possono trovare in varie botteghe di commercio equo e solidale sparse su tutto il territorio nazionale. Sindyanna of Galilee ha ricevuto nel 2011 due premi importanti in occasione della manifestazione Terra Olivo Award 2011: si tratta di un concorso oleario internazionale che si è svolto a Gerusalemme a maggio 2011 e che pone a confronto i migliori olii extravergine di oliva dei vari continenti con una sezione dedicata agli olii “aromatizzati". L'olio di Sindyanna - unico olio fair trade in concorso - ha ricevuto la medaglia d'oro e un riconoscimento speciale. (http://www.sindyanna.com/ ) (www.chicomendes.org) Comportamenti responsabili - Si occupa di fornire assistenza a una rete di piccoli agricoltori arabi della Galilea offrendo ai contadini arabi nuovi canali di vendita dei prodotti ricavati dalla coltivazione dell’olivo e incentivando l’agricoltura araba e la preservazione delle terre. - Riserva particolare attenzione alla promozione del ruolo della donna nella società e nell’economia, promovendo l'occupazione in particolare delle donne arabe, incrementandone il reddito e consentendo quindi loro di diventare maggiormente autonome. - Promuove il dialogo tra due popoli in guerra, israeliano e palestinese, attraverso il lavoro comune di donne di entrambe le culture. - La saponetta contiene esclusivamente olio d'oliva, acqua e idrossido di sodio (soda caustica, con cui si realizza il processo di saponificazione degli oli) ed è quindi facilmente biodegradabile. Fonti: Cooperativa Chico Mendes; Coord. Nord/Sud del Mondo