È PIÙ DIFFICILE MUOVERSI IN SINCRONIA

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È PIÙ DIFFICILE MUOVERSI IN SINCRONIA
A “BALLARE COI LUPI” CI PENSIAMO DUE VOLTE: È PIÙ DIFFICILE MUOVERSI IN
SINCRONIA CON CHI È DISONESTO
È più difficile muoversi in sincronia con chi è disonesto: lo rivela una ricerca realizzata dal Dipartimento
di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia
dell’Università di Bologna. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Nonverbal Behavior
Bologna, 3 marzo 2016. La moralità altrui è decisiva per il successo delle interazioni umane
quotidiane: lo prova il fatto che muoversi in sincronia con una persona che ha appena ammesso di
essersi comportata in modo disonesto risulta più difficile. A rivelarlo è una ricerca condotta da Marco
Brambilla e Simona Sacchi del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca in
collaborazione con Michela Menegatti e Silvia Moscatelli del Dipartimento di Psicologia
dell’Università di Bologna. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of Nonverbal Behavior
(“Honesty and Dishonesty Don’t Move Together: Trait Content Information Influences Behavioral
Synchrony”, DOI 10.1007/s10919-016-0229-9).
Gli autori hanno deciso di focalizzare la ricerca sui movimenti sincronici, che sono espressione dei
comportamenti spontanei delle persone. Infatti è stato dimostrato che se stiamo parlando con una
persona che muove un piede avanti e indietro o che si gratta la fronte, imitiamo questi movimenti
senza rendercene conto. Non solo, ma tendiamo anche ad “andare a tempo”, ossia ad imitare i
movimenti altrui in modo sincrono.
Lo studio ha coinvolto novantadue volontari, scelti tra gli studenti dell’Università di MilanoBicocca, i quali sono stati sottoposti ad un compito comportamentale da eseguire a coppie. È stato
chiesto loro di eseguire in sincronia una serie di semplici movimenti (incrociare le mani sul tavolo,
mano destra su spalla sinistra, ecc.) dettati dal partner, che di volta in volta era percepito dai volontari
come onesto o disonesto, socievole oppure ostile. Si è così riscontrato che il tempo di reazione con il
quale gli studenti imitavano i gesti del partner “disonesto” era mediamente di 78 millisecondi, mentre si
accorciava fino a soli 63 ms di fronte a un partner onesto. Il divario dei tempi di reazione era invece
praticamente uguale nel caso l’interlocutore fosse più o meno socievole (molto socievole: 62 ms, ostile:
65 ms).
«La ricerca – spiegano gli autori dello studio - ha analizzato il modo in cui la moralità degli individui
influenza la capacità di muoversi in sincronia e come, nelle interazioni sociali quotidiane, si tende
a imitare spontaneamente i movimenti altrui. Quando infatti dobbiamo interagire con un’altra persona,
vogliamo sapere prima di tutto se è onesta e sincera. E cosa succede quando una persona ammette di
aver messo in atto un comportamento disonesto? Questa informazione quanto può influenzare i
comportamenti automatici, non consapevoli, che mettiamo in atto in sua presenza?»
«I risultati ottenuti – concludono gli autori - mostrano che la difficoltà a coordinare i propri movimenti
con quelli di persone disoneste rappresenta una strategia implicita e inconsapevole di allontanamento
della minaccia sociale, per proteggere se stessi e gli altri ed evitare un “contagio morale”».
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