10. Il punto di vista degli esperti consultati sullo scenario atteso
Transcript
10. Il punto di vista degli esperti consultati sullo scenario atteso
10. Il punto di vista degli esperti consultati sullo scenario atteso (Delphi) 10.1. Metodologia e sintesi dei risultati Mediante la metodologia Delphi1 si è cercato di acquisire da parte di testimoni/interpreti/attori qualificati2, indicazioni sui possibili scenari di ordine socio-economico dei prossimi 20 anni nel territorio ferrarese. Dalla elaborazione della documentazione che ha corredato le diverse fasi di interlocuzione sviluppate tramite il Delphi, è stato possibile assumere le indicazioni che di seguito riportiamo, precisando che si è trattato di “estrarre” dalle osservazioni espresse dai testimoni esclusivamente le indicazioni sugli scenari ritenuti “probabili” o “possibili” ed escludendo invece quanto da essi ritenuto “desiderabile” (pur cercando di “leggere” - magari con eccessiva, discutibile forzatura alcune osservazioni come “previsione” anziché come “auspicio”). Il sondaggio operato tramite il Delphi è stato strutturato secondo i temi schematicamente riportati, qui di seguito, per “titoli”: 1. crescita economica 2. sviluppo delle imprese e delle professionalità 3. fattori di attrazione del territorio ferrarese 4. scelta delle professioni 5. invecchiamento della popolazione 6. assetti demografici e fenomeno immigratorio 7. integrazione “a rete” delle comunità locali 8. aspetti della residenzialità 9. partecipazione dei cittadini: imposta di scopo. Nonostante tale elencazione risenta di una eccessiva “rigidità”, in quanto sovente le argomentazioni sviluppate assumono una valenza di tipo trasversale tale da coinvolgere più temi fra quelli elencati, in questa nostra sintesi si è preferito seguire questa schematizzazione al fine di rendere fruibile nel migliore modo possibile le risultanze derivanti dal Delphi. 1. Crescita economica. Ai soggetti coinvolti nell’indagine Delphi erano stati prospettati alcuni scenari possibili riguardanti la crescita economica della provincia di Ferrara, con riferimenti particolari ai settori agricolo, industriale e terziario. Fra le ipotesi per i prossimi 20 anni manifestate tramite il Delphi, è prevalente la convinzione che Ferrara avrà una crescita economica allineata alla media nazionale; risentirà di un’ulteriore riduzione della occupazione agricola, con una concentrazione delle proprietà fondiarie, e una riduzione dell’occupazione industriale, mentre vedrà una crescita del terziario che consentirà di mantenere la provincia sui livelli medi di reddito e di occupazione. Peraltro, proprio i settori del turismo, l’agroalimentare e il terziario sosterranno la qualificazione e l’imprenditorialità, in particolare giovanile. Vi sarà una ripresa della natalità, ma non tale da invertire gli attuali trend. Assisteremo così ad un incremento dell’invecchiamento, alla riduzione dell’offerta giovanile di lavoro e ad un discreto afflusso di immigrati (quest’ultimo aspetto verrà ripreso successivamente, analizzando il tema di pertinenza). L’Università di Ferrara, grazie alla realizzazione di importanti innovazioni e qualificandosi nella transizione scuola-lavoro, si mostrerà sempre più un fattore di sviluppo, consentendo, tra l’altro, ad un numero crescente di giovani laureati di trovare occupazione in loco. 1 Per questa metodologia si veda l’apposita scheda tecnica in Appendice Hanno partecipato n.20 esperti sia residenti in provincia di Ferrara che ferraresi che risiedono o che lavorano fuori Ferrara. 2 135 L’Università, inoltre, si interesserà di più di commercio e di turismo, esaltando le possibilità di eccellenza che a questi comparti competono. Ovviamente non tutti i giovani ferraresi laureati saranno impiegati a Ferrara, ma tale condizione di “mobilità professionale/geografica” viene considerata una naturale tendenza destinata a consolidarsi grazie ai processi di integrazione messi in atto dalla stessa Unione Europea. 2. Sviluppo delle imprese e delle professionalità Sono già in atto nel tessuto economico ferrarese, esperienze e progetti volti ad agevolare l’accesso nel sistema delle imprese locali di giovani con elevati profili scolastici per favorire processi di innovazione: questa direzione porterà, in futuro, non tanto ad uno sviluppo basato su imprese e produzioni “labour intensive”, ma ad uno sviluppo qualificato, con imprese con professionalità diversificate che, a loro volta, saranno frutto di programmi formativi a vari livelli organizzati e strutturati dalle nostre comunità. Sviluppo sostenuto, peraltro, da un accrescimento della qualificazione economica e civile, con gli apparati burocratici più efficienti e dimensionati alle esigenze economiche e sociali. Ciò non esclude che anche le “basse professioni” non restino necessarie allo sviluppo; anzi rimarranno presenti nel futuro grazie al miglioramento delle condizioni di contesto che si verranno a determinare relativamente agli aspetti di tutela e di garanzia sociale e alla innovazione tecnologica che sempre più consentirà di ridurre fatica e disagi (ma estenderà anche attività routinarie). Un aspetto dello sviluppo futuro che viene recuperato dal Delphi e che si colloca “a cavallo” tra l’auspicio e la probabilità, riguarda, da un lato, l’insediamento nel territorio ferrarese di sole “buone imprese” in settori di avanguardia, selezionate ed aiutate nella loro crescita da un ambiente politico e culturale favorevole; dall’altro, la crescita anche di imprese più “tradizionali”, anche per consentire maggiori opportunità di lavoro per i giovani. In ogni caso, si intravede da parte dei partecipanti al Delphi un territorio ferrarese che non verrà saturato di aree industriali, ma, anzi, conserverà e qualificherà le sue risorse naturali, compresa la campagna. Lo sviluppo ferrarese avrà connotati eco-compatibili ed equilibrati, con in primo piano l’agricoltura biologica, la vivaistica, le biotecnologie, le fonti energetiche rinnovabili, la ricerca. I bisogni di collegamento con altri territori saranno prioritariamente soddisfatti con reti ferroviarie con il mare e con Ravenna. 3. Fattori di attrazione del territorio ferrarese Quali saranno per le imprese, attorno al 2020, i principali fattori di attrazione del nostro territorio? Dall’indagine Delphi si evidenzia che gran parte delle ipotesi si rifanno al ruolo della formazione/preparazione dei giovani e dei futuri “quadri”, compreso lo sviluppo di aree formative riguardanti i servizi alle imprese (marketing; grafica; pubblicità), quello di buoni ed efficienti servizi e del terziario avanzato (commercio, grandi strutture della distribuzione). In particolare si intravede la possibilità che Ferrara si affermi quale “città-scuola”, con una grande capacità di inventiva che, partendo dalle esperienze in atto dei Percorsi di Inserimento Lavorativo (PIL) dei giovani laureandi, riuscirà ad integrare il sistema scolastico e quello accademico con il sistema delle imprese per la individuazione congiunta delle ipotesi di sviluppo delle eccellenze. Verranno pertanto investite negli anni a venire risorse economiche e capacità professionali dei giovani e diverranno sempre più organici i progetti orientati a costruire rapporti di interscambio e confronto tra il mondo della scuola e università con il sistema economico e imprenditoriale presente nella nostra provincia, rendendo un atto strutturale l’inserimento, dei giovani durante i corsi di studio nella realtà del lavoro e dell’impresa (alternanza scuola-lavoro), stimolando anche per questa via l’innovazione. Questo assetto organico e continuo assegnato ai percorsi di formazione eviterà il rischio di mantenere il primo ingresso nel mondo del lavoro in una condizione fossilizzante; ma anzi 136 consentirà di immettere nelle imprese industriali e nei servizi conoscenze ed entusiasmi maturati nei percorsi scolastici. Nella condivisa visione della “città-studio” sono ipotizzati anche investimenti nell’ambito dell’architettura (Ferrara città d’arte; Tresigallo città di Rossoni; l’urbanistica attorno alle Delizie Estensi), in Agraria (per la vocazione che da sempre caratterizza Ferrara) e in Biologia (esempi significativi richiamati sono quelli delle Valli e del Parco del delta del Po). Una tale visione si fonda sulla possibilità di poter partire anche dal livello locale (nella fattispecie, Ferrara) per costruire una scuola con più intelligenze e un sistema di imprese con più sapere per competere non solo sui costi, ma con buoni prodotti e processi, stimolando così una disponibilità alla mobilità giovanile ed a stili di vita più “intraprendenti” e responsabilizzanti. 4. Scelta delle professioni Questo tema veniva posto nel Delphi accompagnato dalla seguente premessa: “Se il lavoro retribuito dei giovani che ancora studiano è, oltretutto, un fattore formativo e di orientamento, perché non utilizzarlo per favorire alcune professioni poco scelte dai giovani, eppure così vitali nei servizi, nell’industria, nell’edilizia, ecc.?”. In questo ambito, venivano richiamate, ad esempio, professioni specializzate quali l’infermiere, il muratore, il carpentiere meccanico, e così via. La maggior parte dei partecipanti al Delphi valuta (come peraltro già evidenziato nel precedente punto 2.) queste professioni “vitali” per alcuni servizi e per alcuni comparti produttivi. A sostegno di tale logica, è prevedibile lo sviluppo di soluzioni qualificate e innovative per alcune mansioni e profili professionali, accompagnati da una concreta azione di orientamento verso le famiglie ed i ragazzi in obbligo scolastico sin dai primi anni del loro percorso formativo e da incentivi per le professioni nuove e più carenti (si citano, ad esempio, muratori specializzati, ingegneri per l’energia rinnovabile, manager per la pubblica amministrazione e per i servizi pubblici; oppure settori quali le biotecnologie e la bioinformatica). In tal senso, il binomio scuola-lavoro è considerata una formula vincente, soprattutto per le scuole professionali (viene citato quale esempio il settore alberghiero e turistico in genere), colmando il distacco che passa tra la fine della scuola e la scelta-l’inizio di una attività lavorativa, facendo formazione grazie a forme lavorative durante lo studio in modo da abbattere l’ansia della ricerca del lavoro e creare motivazioni nei giovani. 5. Invecchiamento della popolazione Partendo dalla constatazione che Ferrara ha un invecchiamento tra i più alti d’Italia, sono stati posti ai partecipanti al Delphi alcuni interrogativi, fra i quali:” Non potrebbe Ferrara diventare, con investimenti mirati e politiche pubbliche e private, un laboratorio per nuove strategie e servizi a favore degli anziani; facendo così diventare l’invecchiamento del nostro territorio da “problema” a “risorsa”? “Ferrara potrebbe diventare città della terza età come fattore di attrazione sia di servizi per anziani che della middle class pensionata?” La maggior parte delle considerazioni sviluppate in merito dai partecipanti al Delphi, si rifanno alla possibilità di uno sviluppo nel nostro territorio di servizi qualificati rivolti alla terza età che rappresentino anche occasione per nuova occupazione. In particolare si vede uno sviluppo di servizi che permettano la permanenza della popolazione anziana presso il proprio domicilio, in modo da conciliare diverse esigenze e opportunità: miglioramento della qualità della vita, abbattimento dei costi; sviluppo di nuova occupazione per l’assistenza domiciliare specializzata. Più in generale, si individua lo sviluppo di politiche indirizzate alla ricerca e alla formazione con centri di eccellenza in tutti i settori produttivi e dei servizi di pertinenza (riabilitazione; ematologia; fisica; vivaistica; biogenetica) concentrando su di essi un pull di investitori pubblici e privati. Dal Delphi non si evince, invece, la convinzione da parte degli interlocutori, che Ferrara possa diventare “città della terza età”, considerando il clima non favorente l’attrazione di pensionati da 137 altre zone e l’esistenza (anche vicino a noi; si pensi alle Terme Euganee ed al termalismo della Romagna) di concorrenzialità agguerrite e già strutturate. 6. Assetti demografici e fenomeno immigratorio Anche in questo caso, le domande poste nel Delphi partivano dalla constatazione del calo dei giovani (e quindi del calo dei futuri lavoratori) residenti nel territorio ferrarese e la conseguente crescita di immigrati: “Quali interventi; dove concentrare le risorse per rendere Ferrara una “città accogliente?” Una sostanziale convergenza di opinioni degli interlocutori è rivolta a considerare la casa quale intervento prioritario, progettato e condotto con la partecipazione dei privati, con l’intervento del “pubblico” con le politiche urbanistiche ed edilizie e con il coinvolgimento delle categorie interessate (associazioni di inquilini, associazioni di proprietari edilizi,…). L’afflusso futuro di immigrati viene comunque visto dagli interlocutori del Delphi come non eccessivamente problematico (specialmente se raffrontato al resto dell’Emilia-Romagna); per cui nel nostro territorio saranno evitate situazioni di disagio e di ghettizzazione. In questa logica una parte consistente di interlocutori, vede la possibilità per Ferrara di restare anche nel futuro una città accogliente, capace di “selezionare” i migliori tra gli immigrati (che restano preziosi alleati per l’innovazione) e, al tempo stesso, di indirizzare le risorse verso la formazione dei nostri giovani ed il loro inserimento lavorativo nel territorio. Quale considerazione più complessiva, la quasi totalità degli intervistati vede un futuro con una programmazione ed una gestione politica dell’accoglienza attenta ai bisogni dei lavoratori immigrati, basata su soluzioni di occupazione stabile per gli stessi immigrati e con l’esclusione di fenomeni di lavoro sommerso ed irregolare. 7. Integrazione “a rete” delle comunità locali Dal Delphi si evince l’idea (coincidente anche con lo scenario futuro) di un territorio ferrarese capace di sviluppare un sistema di “città a rete” con le opportune integrazioni territoriali, raccordandosi con Mantova e con Ravenna per rafforzare l’offerta turistica e con Rovigo e Ravenna per affrontare congiuntamente la gestione del Delta del Po. Fondamentale soprattutto l’integrazione della nostra costa con la Città d’Arte e lo sviluppo del turismo congressuale (“cultura e natura”). Per quanto riguarda la “fascia debole” del territorio (né mare, né città: Berra, Jolanda, Massa Fiscaglia, Migliarino, Migliaro, ecc.) la scelta individuata è quella del consorziamento dei Comuni per lo sviluppo di nuove attività da individuarsi come agriturismo e attività legate alle tipicità agroalimentari, favorendo investimenti esterni e attirando immigrati. L’unione istituzionale tra le autonomie locali rappresenterà lo strumento per l’integrazione di competenze e di servizi, pur conservandosi quelle comunità locali molto identificate e con caratteri fisico-spaziali altrettanto caratterizzati. Verranno, in questa logica, migliorate e recuperate le vocazioni in un sistema di programmazione vasta ove ogni singolo Ente potrà trovare il proprio ruolo. Lo stesso mondo delle imprese, ridisegnando il ciclo produttivo, passerà dall’uso di reti relazionali “brevi” alla realizzazione e gestione di reti relazionali “lunghe”. 8. Aspetti della residenzialità Nel Delphi veniva sottoposta a valutazione, tra i diversi aspetti riguardanti la residenzialità, la possibile prospettiva di una città e di una provincia capaci di garantire contestualmente qualità urbana e qualificazione della campagna in termini ambientali e paesaggistici, tanto da fare di Ferrara una “città-campagna”, tale da divenire fattore di attrazione per una vita all’insegna di un rapporto stretto con la natura. In merito, i partecipanti al Delphi richiamano le indicazioni del PTR regionale, enfatizzando gli ampi spazi verdi che legano la città al corso del Po e al suo Delta. Lo stesso PSC fa presagire un 138 territorio futuro che riuscirà a tutelare il verde, anche quello agricolo periurbano, quale una delle strutture portanti della città (si richiama, in proposito il Parco Urbano che rappresenta un esempio di intreccio tra città e campagna). Al tempo stesso, molti dei partecipanti al Delphi, indicano, come grande sfida per il futuro, la viabilità e le infrastrutture (esempio, la Cispadana) per buona parte del territorio, in particolare per quelle zone di confine e per i centri situati nei pressi delle reti viarie. Si ribadisce infine che lo sviluppo di una “città-campagna” deve anche creare opportunità nei settori della socialità, tempo libero, culturali e attività aggregative in genere, per fare di Ferrara una realtà viva e accogliente e non un “dormitorio”. 9. Partecipazione: imposta di scopo. Si chiedeva in proposito, ai partecipanti al Delphi:” I cittadini ferraresi potrebbero farsi carico di una imposta di scopo a sostegno di alcuni precisi servizi di cui gli stessi cittadini potrebbero godere successivamente?” La maggior parte delle risposte a questo interrogativo si può sintetizzare con quanto espresso da quasi il 90% degli interlocutori:” I cittadini ferraresi sono maturi per una tale iniziativa, ma sono pure diffidenti. Sta alla classe politica riacquistare quella autorevolezza e credibilità che favorirebbe tale operazione”. Fra le diverse risposte, si riscontrano alcune argomentazioni “di merito”: ad esempio, si intravede nella imposta di scopo la via per affrontare i temi della sanità (macchine e/o attrezzature), le problematiche dei giovani (progetti locali contro le droghe e per il recupero), per la riqualificazione di certe aree urbane periferiche (con servizi e strutture per l’associazionismo), per la disabilità degli anziani. Ovviamente, si precisa, la proposta di una imposta di scopo può venire accolta favorevolmente purchè: - i risultati attesi siano chiarissimi; - i percorsi proposti per raggiungere i risultati siano comprensibili; - esistano step di verifica che diano il senso della concretezza delle realizzazioni. 139