cibo da asporto - Provincia di Cuneo

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cibo da asporto - Provincia di Cuneo
CIBO DA ASPORTO
PREMESSA
L'aumento frenetico dei ritmi della vita ha fatto sì che sempre più gente preferisca mangiare
velocemente qualcosa fuori casa durante le brevi pause lavorative o i continui spostamenti, così
impazza la moda del take away e fra le piccole rosticcerie cinesi e i kebab, un’ampia fetta di
mercato è stata conquistata dalle Yougurtherie e pizzerie al taglio. Oramai numerosissime, è da
qualche anno che sono in continua espansione, spesso affiancano al piatto principale che
caratterizza il locale qualche altro piatto veloce per aumentare l’offerta e soddisfare la clientela.
Facili da aprire, necessitano solo dell’iscrizione al registro delle imprese e all'albo delle imprese
artigiane, più l'autorizzazione della ASL che certifica se i locali sono in regola con le vigenti
normative igienico-sanitarie.
Non occorrono altri tipi di licenze commerciali perché, produrre cibi da asporto è considerata
attività artigiana e non un’attività commerciale di somministrazione cibi e bevande come i bar e i
ristoranti. Infatti per legge non si potrebbero somministrare bevande e i cibi prodotti e venduti
dovrebbero essere consumati fuori dal locale, ma in realtà la maggior parte dei locali è che dotata di
mensole e sgabelli e i gestori consentono il consumo all’interno della pizzeria e spesso, oltre ad
avere distributori automatici di bevande (consentiti per legge), effettuano anche una vendita di esse.
E’ un'ottima soluzione per chi vuole mettersi in proprio con capitali modesti e con una gran voglia
di fare senza paura di lavorare ben oltre le 8 ore canoniche, facendo attenzione alla concorrenza
agguerrita e alla buona localizzazione dell’attività.
Fondamentale per il successo dell’iniziativa è quindi la scelta della posizione del locale,
possibilmente dovrebbe essere situato su una via di grande passaggio: quindi sono da preferire
posizioni nei pressi di scuole, centri commerciali, nuove zone residenziali.
Inoltre occorre una buona caratterizzazione del cibo preparato: che sia una pizzeria al taglio, una
foccacceria, una yougurtheria, una gastronomia regionale tipica o etnica, l’importante è che le
materie prime e la modalità di preparazione siano di qualità elevata.
Sportelli provinciali per la creazione di impresa
P.O.R. 2007-2013 Ob. 2 “Competitività’ regionale e occupazione”
Asse “Adattabilità’” – Obiettivo specifico C
Importante è anche la comunicazione e la pubblicizzazione dell’attività. All’avvio occorre pensare
a una piccola campagna pubblicitaria per l’avviamento del locale, ma occorre poi mantenere viva
l’attenzione dei potenziali clienti con periodiche campagne di informazione su offerte, novità del
prodotto ecc..
L'investimento richiesto per aprire una locale per la produzione di cibo da asporto è di circa €
40.000, spesi in attrezzi del mestiere e arredamento del locale, inclusi il forno, il banco per il
servizio i clienti, il banco per la preparazione del prodotto, una cella frigorifero e quant’altro
necessario; a questa cifra si va ad aggiungere il costo per l'eventuale locazione o acquisto del locale.
Gli altri costi da sostenere ovviamente si riferiscono ai vari consumi di energia elettrica, gas, acqua,
tenuta della contabilità e oneri fiscali.
Una attività per la preparazione di cibi da asporto che lavora a pieno regime sicuramente da degli
ottimi utili, poiché i margini di guadagno sono elevati: indicativamente la preparazione del cibo da
asporto consente un ricarico del 100% e anche oltre rispetto al costo della materia prima cruda. Da
questo ricarico occorre ottenere i margini per pagare le spese di affitto e di consumi energetici e gli
altri costi generali e gli ammortamenti.
Occorre tenere presente che si tratta comunque di un’attività impegnativa con turni di lavoro
faticosi, tra le difficoltà c’è anche la scarsa reperibilità di personale dipendente formato e adeguato,
ed è per questo motivo che spesso le attività di questo tipo sono gestite direttamente da nuclei
famigliari che impiegano 2/3 persone fra la preparazione del prodotto e la vendita al banco.
Anche nel settore del cibo da asporto è presente la formula del franchising. In questo caso
l’imprenditore si affida per molti aspetti alle indicazioni della catena a cui decide di aderire. In
particolare per la scelta del prodotto guida (pizza o yougurth o focaccia), ma poi anche per il
marchio,l’insegna e l’arredo del locale che generalmente caratterizza le catene in franchising, anche
per la politica dei prezzi al cliente e per le campagne di comunicazione.
Nel caso l’imprenditore faccia la scelta di aderire a una catena di franchising potrà contare su
consulenti ch e possono sostenerlo su alcuni importanti aspetti, ma dovrà rinunciare a una certa
autonomia operativa e a eventuale caratterizzazione particolare del prodotto.
Le scelte sugli orari e sui giorni di apertura variano da situazione a situazione: una gastronomia farà
orari tipo negozi, mentre una pizzeria al taglio o una rosticceria calibrerà l’orario sulle esigenze
della clientela prevalente nella zona.
La gestione dell’attività di vendita potrà essere separata negli orari con quella di preparazione ma
occorre pensare che in particolari orari o se si prevedono in zona eventi importanti, si potrà ricorrere
all’aiuto di un collaboratore esterno a tempo part-time o a tempo pieno.
Le attività di cui si occuperà l’imprenditore sono prevalentemente:
- gestire i rapporti con la clientela;
- ascoltare le esigenze del cliente;
- proporre il prodotto,
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- saper predisporre il banco di esposizione
- promuovere i prodotti.
SCELTA DELLA FORMULA SOCIETARIA
Dato il tipo di attività, la forma giuridica più semplice è l’impresa individuale (art. 2082 C.C.), o
quella dell’impresa a conduzione famigliare (art. 230-bis C.C.). In presenza di più
soggetti,l’impresa si può costituire in tutte le forme previste dalla legge, e precisamente:
• Società in nome collettivo (S.n.c.)
• Società in accomandita semplice (S.a.s)
La forma giuridica più consigliabile, oltre l'impresa individuale, è quella familiare.
INVESTIMENTI
Dopo aver illustrato le peculiarità che definiscono l’idea produzione e vendita di cibo da asporto,
forniamo le prospettive di investimento e sviluppo economico che possono derivare dalla sua
apertura. L’investimento iniziale per l'avvio dell'attività dipende dalle dimensioni del locale. Ad
ogni modo vi è la necessità di alcune attrezzature indispensabili che sono le attrezzature per la
preparazione del prodotto:
- forno, cucine, lavastoviglie, banco per la preparazione, impastatrice, friggitrice ecc..
- un registratore di cassa;
- banco frigo per la vendita;
-
celle frigorifera per la conservazione separata delle materie crude e del prodotto preparato;
- si ipotizza un banco di una grandezza di circa 5m. x 1m. dove poter posizionare la merce da
vendere e che permetta al cliente di prendere visione degli articoli per alcuni prodotti confezionati o
per le bibite di servirsi in modo autonomo.
Totale investimento attrezzatura 30.000 €
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Le spese fisse che si devono sopportare sono legate ai costi dell'affitto del locale e per le utenze
necessarie
Sistemazione locale
15.000 €
TOTALE INVESTIMENTI
45.000 €
RICAVI E COSTI
Proponiamo uno schema di bilancio pensando di dar vita ad un’attività di dimensioni e con
caratteristiche ‘tipo’: il lavoro è svolto tutta la settimana con un solo giorno di chiusura per altro
non obbligatorio.
Si può prevedere un’affluenza giornaliera di circa 30 persone al primo anno, 50 al secondo e 70 al
terzo, con un acquisto tra i 5 e i 9 euro, con la media quindi di 7 euro a cliente. Stimiamo di
conseguenza un incasso lordo di 210 euro al giorno per 46 settimane di attività al primo anno e poi
di conseguenza.
In questa tabella simuliamo l’andamento del bilancio dell’attività secondo le previsioni considerate
e quindi, prudenzialmente, prevediamo che al primo anno gli ammortamenti e cioè gli investimenti
non riescano ad essere coperti dalle entrate. Il risultato complessivo del triennio è però in grado di
assorbire il risultato negativo del primo anno anche considerando quasi di triplicare il reddito da
lavoro tra il primo e il terzo anno.
Prima annualità
Fatturato
Acquisto
materie
prime/merci(ipotizzato
50% del fatturato)
Reddito lordo
Costi del personale
Spese affitto e utenze
Costi
vari
e
amministrazione
Ammortamenti
Reddito netto
Seconda annualità
Terza annualità
57.960,00
96.600,00
135.240,00
- 23.980,00
- 48.300,00
- € 67.220,00
23.980,00
48.300,00
67.220,00
- € 15.000,00
- 8.000,00
- 1.200,00
- 30.000,00
- 9.000,00
-1.500,00
- 40.000,00
- 11.000,00
- 2.000,00
- 5.000,00
- 5.220,00
- 5.000,00
2.800,00
- 5.000,00
9.220,00
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