Alexander von Humboldt e l`armonia della natura

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Alexander von Humboldt e l`armonia della natura
Alexander von Humboldt e
l’armonia della natura
Precursore del Positivismo, rappresentante del Romanticismo, figlio
dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese; e ancora, esploratore,
naturalista, geografo, diplomatico e letterato, Alexander von Humboldt
(1769-1859) fu grandissima figura poliedrica, interprete di molteplici
correnti di pensiero e –grazie anche alla lunga durata della sua vita-,
rappresentante di più di un’epoca.
Il momento centrale del suo ampio, vastissimo percorso di scienziato è
da rinvenire nel viaggio in America compiuto tra il 1799 e il 1804 in
compagnia del botanico francese Aimé Jacques Bonpland. I luoghi
visitati furono gli attuali Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Cuba,
Messico e Stati Uniti, dove si incontrò a Washington con il presidente
Thomas Jefferson. Lo scopo, come lo stesso Humboldt scrisse
all’amico geologo Johann Carl Freiesleben, non si sarebbe limitato alla
raccolta di piante e fossili, e allo studio dell’astronomia -da svolgersi con
i migliori strumenti scientifici allora disponibili-, ma avrebbe dovuto
consistere soprattutto nel tentativo di cogliere lo schema di interazione
reciproca delle forze naturali e scoprire l’influenza dell’ambiente
geografico sugli animali e sulle piante. In breve, si sarebbe trattato di
svelare “elementi sull’armonia della natura”. All’atto di partire per il
viaggio il naturalista tedesco possedeva ormai una solida preparazione
concettuale e un ricco bagaglio di osservazioni fisiche: all’abito dello
studioso, chino al tavolo sui testi e sugli esemplari naturalistici disseccati
messi a disposizione dai raccoglitori e dai collezionisti, egli sapeva
alternare quello dell’esploratore in movimento che definisce e percorre
lo spazio osservando e analizzando gli organismi viventi, il suolo,
l’ambiente, il clima.
Nato a Berlino il 14 settembre del 1769 dal barone Alexander Georg e
da Marie Elisabeth Colomb, Humboldt trascorse, insieme con il fratello
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Wilhelm, l’infanzia e la fanciullezza a Tegel, proprietà del padre. Suoi
primi precettori furono J. H. Campe e Christian Kunth. Condotto a
Berlino alla morte del padre (1779), iniziò a studiare cameralistica, un
complesso di merceologia, statistica, contabilità, finanza e commercio, a
Francoforte sull’Oder, ma assai più determinanti furono per lui gli
incontri, avvenuti rispettivamente a Berlino e a Göttingen, con il
botanico Carl Ludwig Willdenow, studioso di Linneo e autore di un
pregevole Florae Berolinensis prodromus (1787), e con il naturalista ed
esploratore Johann Georg Adam Forster, paladino della tolleranza
religiosa e delle libertà individuali, che aveva accompagnato il capitano
James Cook nel suo secondo viaggio di circumnavigazione del globo.
Con Forster il giovane Humboldt si recò tra il 1789 e il 1790 in Olanda,
Inghilterra e Francia. A Londra incontrò il famoso scienziato e botanico
Joseph Banks, anch’egli viaggiatore al seguito di Cook e presidente della
Royal Society, mentre a Parigi fu spettatore della Rivoluzione che
scuoteva allora tutta la società europea e dalla quale ricavò una forte
impressione di libertà e di eguaglianza, destinata a segnarlo per tutta la
vita. Si iscrisse quindi all’Accademia mineraria di Freiberg, formandosi
all’insegnamento del noto mineralogista Abraham Gottlob Werner, i cui
corsi seguì nell’anno 1790-1791, e dedicandosi a studi sul magnetismo
terrestre e sulla morfologia come scienza autonoma rispetto alla
geologia. Contemporaneamente iniziò una serie di esperimenti di
fisiologia, elettrologia e chimica. Ma ad attirarlo fu soprattutto la
botanica che egli decise di studiare da un punto di vista inedito e di
grande originalità -quello delle associazioni vegetali e delle loro
variazioni in base al clima, all’altitudine, alla latitudine e all’attività delle
società umane- avviandosi così lungo quel cammino che lo avrebbe
portato a fondare, al ritorno dal viaggio americano, la nuova disciplina
della geografia botanica o fitogeografia e a segnare così il passaggio da
una geografia intesa a descrivere la natura ad una geografia intesa a
spiegarla. Nominato direttore delle miniere di Franconia nel 1793,
viaggiò lungo il Reno, nel Brabante, nella parte settentrionale della
penisola italiana e in Svizzera, dove incontrò Horace-Bénédict de
Saussure, il grande esploratore e scalatore delle Alpi. Nel 1796 ereditò,
alla morte della madre, un’immensa fortuna che lo sospinse ad
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abbandonare il servizio statale per dedicarsi esclusivamente agli studi
naturalistici e all’ideazione di un grande viaggio, da compiere a sue
spese, nelle zone tropicali della terra. Si recò quindi a Jena, presso il
fratello, dove trascorse un periodo di familiarità con Johann Wolfang
von Goethe e Johann Christoph Friedrich von Schiller, dei quali
condivideva la visione della natura come dinamico complesso unitario,
pur distaccandosene per alcuni aspetti metodologici. Tra il 1797 e il
1799 avviò vari progetti di viaggi: prima in India, poi in Egitto, poi nel
Mare del Sud: in vista del raggiungimento di quest’ultima meta si recò a
Parigi dove entrò in contatto con i massimi scienziati francesi dell’epoca
e dove incontrò Bonpland. Ma solo nel 1799 riuscì a realizzare il suo
disegno: il 5 giugno partì infatti da La Coruña per il Venezuela, dove
approdò l’8 agosto. Il viaggio era stato reso possibile
dall’accondiscendenza della corona spagnola, desiderosa di meglio
conoscere i propri possedimenti d’oltremare, con particolare riguardo
alla situazione idrografica del Rio delle Amazzoni, dell’Orinoco, del
Casiquiare e del Rio Negro. Si trattò dunque, per Humboldt e
Bonpland, di sistematizzare, ampliare, completare e approfondire le
conoscenze esistenti, compilando tabelle di latitudine, misurando le
altezze delle montagne, rilevando le formazioni geologiche, stabilendo
le sorgenti dei fiumi e fissandone il corso, raccogliendo ovunque dati
meteorologici e astronomici, e inoltre campioni di rocce, piante, semi,
frutti e animali da inviare in Europa -presso le grandi istituzioni
scientifiche di Parigi- per analizzarli, studiarli, confrontarli e ordinarli.
I risultati naturalistici raggiunti furono di altissimo rilievo. Soprattutto
per quanto riguarda Humboldt. Bonpland scelse infatti, poco dopo
esser tornato in Francia, di ripartire per l’America a condurvi una vita
errabonda e avventurosa.
Vediamo ora più in particolare alcuni tra i molti aspetti significativi del
grande viaggio scientifico. Humboldt fu il primo esploratore ad
avvicinare in maniera diretta e immediata un ambiente -quello tropicaleinteramente sconosciuto, brulicante di forme di vita fino ad allora del
tutto ignote. E questa natura così stupefacentemente diversa da quella
europea portò lo scienziato tedesco a sconvolgere il cardine sul quale da
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secoli erano impiantate tutte le concezioni e le visioni naturalistiche: il
finalismo, ossia la vecchia convinzione che la natura fosse stata creata
per l’uomo, per i suoi scopi e per essere da lui utilizzata. Al finalismo
erano rimasti ancorati i maggiori naturalisti dell’epoca, persino GeorgesLouis Leclerc de Buffon, il famoso autore della monumentale Histoire
naturelle, générale et particulière, e Joseph Banks, cui abbiamo accennato più
sopra. Humboldt dimostrò l’inconsistenza della vecchia dottrina e mise
a nudo la sua inadeguatezza per la comprensione del mondo e dei suoi
fenomeni. Il finalismo era, a suo parere, uno strumento riduttivo perché
gli scopi umani non potevano erigersi a guida per la comprensione dei
fini della natura. La concezione finalistico-utilitaristica, in altri termini,
non penetrava le leggi naturali. Non svelava le connessioni e gli intimi
rapporti tra i fenomeni, ma riduceva il mondo a un utensile gigantesco.
L’ambiente, egli scoprì invece, non era un mezzo passivo per la vita, ma
un insieme attivo grazie al quale essa era possibile. Molti organismi
vivevano, avevano vissuto e avevano cessato di vivere, eppure non
erano mai stati conosciuti dall’uomo, né erano mai stati da lui utilizzati:
milioni e milioni di esseri animati esistevano completamente indifferenti
agli interessi, agli obiettivi e ai destini degli uomini.
In secondo luogo Humboldt elaborò una serie di strumenti per studiare
gli organismi, e più in particolare le piante, non solo come oggetti in sé,
ma anche in relazione alla temperatura, all’umidità, alla latitudine,
all’altitudine e al loro modo di vivere: se isolati o in società. Lo guidava
un’intuizione che gli era sopravvenuta durante l’ascensione all’immenso
colosso del vulcano Chimborazo, allora considerato la montagna più
alta del mondo, e che era destinata a trasformarsi in vera e propria
ipotesi scientifica. Il risultato fu la costruzione di una mappa illustrativa
della vegetazione altitudinale del grandioso vulcano, indicante il variare
delle specie vegetali con il variare del clima. Da questa mappa il
naturalista tedesco sviluppò, al suo ritorno in Europa, l’idea della
possibilità di interconnettere altitudine, latitudine e vegetazione e di
comprendere quindi la fitogeografia in tutto il mondo. Di qui la sua
visione olistica della natura, quale complesso dinamico e unitario in cui i
fenomeni terrestri, lungi dall’essere isolati gli uni dagli altri,
presentavano ovunque caratteri coerenti e relazioni comuni, ed erano
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regolati da leggi fisiche valide universalmente, qualunque fosse la zona
in cui apparivano. Si trattava di una posizione organicista la quale
presumeva che l’organismo, nella sua interezza, possedesse dei requisiti
e delle peculiarità che derivavano dall’integrazione, e non solo
dall’aggregazione delle singole componenti. In altre parole, il tutto
andava visto come qualche cosa di diverso e di più della somma delle
parti. L’ordine naturale veniva così a somigliare a un organismo
complesso, simile al corpo umano all’interno del quale ogni elemento
poteva essere compreso solo in quanto partecipe e dipendente dal tutto.
Era l’idea dell’esistenza di un equilibrio generale della natura
trascendente il gioco delle singole forze.
Infine, l’aspirazione a costruire nessi e collegamenti portò Humboldt ad
aggiungere all’armonia dell’ordine naturale la rappresentazione della vita
degli uomini, sottoposti alle leggi della natura, eppure operanti su di
esse attraverso l’evoluzione della loro cultura e della loro storia, ovvero
attraverso la produzione, il commercio, le istituzioni politiche,
economiche e sociali. Di qui la sua fiducia nell’eguaglianza degli uomini,
nella democrazia e nel progresso e la sua avversione per ogni forma di
assolutismo e di oppressione, in nome di una completa libertà, di
pensiero e di parola e anche di commercio e di iniziativa economica. Di
qui le battaglie che egli condusse contro le discriminazioni verso le
donne e gli ebrei, e contro la schiavitù. Di qui, infine, la sua netta
opposizione al governo prussiano durante l’insurrezione berlinese del
marzo 1848 e la sua partecipazione ai funerali delle vittime della
repressione armata. Queste sue convinzioni sono acutamente
testimoniate negli approfonditi studi sulla situazione geo-economicosociale dei paesi americani visitati, resi ancor più interessanti dal periodo
cui sono riferiti, quello che precede le lotte per la liberazione
dell’America meridionale. I popoli latino-americani considerano ancora
oggi Humboldt uno dei padri della loro indipendenza.
Tornato in Europa dal grande viaggio nel Nuovo Mondo, Humboldt si
stabilì a Parigi dove rimase per circa vent’anni lavorando alla
costruzione dell’intelaiatura teoretica e concettuale dei materiali
naturalistici raccolti e delle molteplici osservazioni compiute. I suoi
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numerosi, varissimi scritti, all’interno dei quali si trovano, sparse, le sue
concezioni, le sue visioni e le sue idee naturalistiche, fisiche, geografiche
e sociali, furono accorpati nel monumentale Voyage aux régions
équinoxiales du Nouveau Continent, fait en 1799, 1800, 1801, 1802, 1803 et
1804 par Alexandre de Humboldt et Aimé Bonpland. Rédigé par Alexandre de
Humbold, steso tra il 1805 e il 1834 in 35 volumi di grande formato con
apparati illustrativi realizzati dai migliori artisti, incisori e cartografi
europei dell’epoca. Tra le più note opere che vi sono comprese -scritte
personalmente da Humboldt o da lui curate- ci limitiamo a ricordare le
Ideen zu einer Geographie der Pflanzen, nebst einem Naturgemälde der
Tropenländer (1807), l’Essai politique sur le royaume de la Nouvelle Espagne
(1811), il De distributione geographica plantarum, secundum coeli temperiem et
altitudinem montium (1817), il Voyage de Humboldt et Bonpland. Première
partie. Relation Historique (1814-1825) e l’Essai politique sur l’Ile de Cuba
(1826).
Di ogni opera furono edite serie distinte, realizzate con carta di diversa
qualità e illustrazioni di differente costo, tutte a colori, parte in bianco e
nero e parte a colori, oppure tutte in bianco e nero, mentre alcuni
volumi furono pubblicati in formato ridotto con impianto illustrativo
limitato.
L’edizione completa del Voyage è oggi disponibile grazie ad una
ristampa olandese in fac-simile, il cui altissimo prezzo ne ha però
ostacolata un’ampia circolazione.
Gli anni della redazione del monumentale resoconto del viaggio
americano -un lungo periodo di formidabile attività di sistemazione e di
rielaborazione dei dati raccolti e delle osservazioni compiute, durante il
quale Humboldt procedette senza risparmio di spese e di energie, con
l’unico obiettivo di rendere noti al pubblico i risultati delle sue ricerche
scientifiche- furono con ogni probabilità i migliori della sua vita. Egli si
avvalse della collaborazione, che si tramutò spesso in profonda affinità
e amicizia, dei più grandi scienziati parigini, tra i quali ricordiamo il
fisico e matematico Pierre-Simon Laplace, il fisico e chimico JeanBaptiste Biot, il chimico Louis-Jacques Thénard, il mineralogista
Hippolyte-Victor Collet-Descostils, il chimico Jean-Antoine Chaptal, il
fisico e astronomo François Arago e il chimico e fisico Joseph-Louis
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Gay-Lussac. Con quest’ultimo Humboldt si recò nel 1805 in Italia, dove
compì importanti studi di magnetismo terrestre e di vulcanologia.
Tornato a Parigi, riprese, senza più interruzioni, il lavoro di stesura della
sua grande opera.
Nel 1828 Humboldt cedette infine alle ripetute sollecitazioni della corte
prussiana e decise di stabilirsi a Berlino: Federico Guglielmo III non
sembrava più disposto a pagare la pensione a uno scienziato che
risiedeva costantemente a Parigi. Stabilitosi nella capitale prussiana con
un vitalizio annuo di 5.000 talleri, il naturalista tedesco diede inizio ad
una feconda attività di rinnovamento della cultura scientifica del suo
paese, tenendo all’Accademia di canto e all’Università di Berlino un
ciclo di conferenze sulla conformazione fisica del globo (inverno 18271828), fondando la Società geografica di Berlino (aprile 1828) e
organizzando il Primo Congresso degli scienziati tedeschi (settembre
1828). Queste sue iniziative richiamarono l’attenzione del ministro
russo Cancrin che nel 1829 gli propose di compiere un viaggio in
Siberia e Asia centrale. La partenza fu fissata nell’aprile dello stesso
anno, l’itinerario contemplava le seguenti tappe: Pietroburgo. Mosca,
Nižnij Novgorod, Perm’, Tobolsk, Barnaul, Omsk, Samara, Astrachan,
Voronež, Mosca, Pietroburgo.
Si trattò di un viaggio di carattere prevalentemente minerario, intrapreso
per incarico dello zar Nicola I con l’impegno di contribuire al
miglioramento delle attività estrattive della Russia. Esso diede tuttavia
importanti risultati anche dal punto di vista scientifico: non solo molte
delle teorie costruite da Humboldt negli anni parigini vennero
confermate, ma, più in generale, la già vastissima visione del mondo del
naturalista tedesco ne uscì ulteriormente allargata. Ad accompagnare
Humboldt furono chiamati il mineralogista Gustav Rose e il botanicozoologo Christian Gottfried Ehrenberg ai quali venne affidata buona
parte del lavoro pratico-analitico, mentre Humboldt riservò per sé le
osservazioni astronomiche e geomagnetiche, nonché la costruzione
della rappresentazione fisico-geografica dei luoghi visitati. Risultato di
questo viaggio furono i Fragmens de géologie et de climatologie asiatiques
(1831) e l’Asie Centrale. Recherches sur les chaines de montagnes et la climatologie
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comparée (1843). Gli anni successivi al viaggio in Russia furono
contraddistinti da impegni e incarichi ufficiali che consentirono a
Humboldt di recarsi parecchie volte a Parigi in missione diplomatica.
Ma la sua maggiore e più appassionata sollecitudine fu rivolta alla
stesura della sua grandiosa opera sistematica conclusiva, il Kosmos.
Entwurf einer physischen Weltbeschreibung (1845-1862). Un trattato
divulgativo di descrizione dell’universo, finalizzato ad avviare,
attraverso lo studio e la conoscenza, un miglior rapporto tra gli uomini
e la natura. Costruito sullo schema delle conferenze tenute nel 18271828, che avevano attratto personalità di tutta la società berlinese e
contribuito ad avvicinare gli ambienti prussiani al mondo delle scienze,
il Kosmos è opera scritta con la compostezza dell’età matura, ancorché
non priva di entusiasmo e di colore poetico. Essa abbraccia tutti gli
aspetti dell’universo, spaziando dall’astronomia, alla fisica, alla geologia,
alla geobotanica fino ai riflessi del mondo esterno sugli uomini e sulla
loro sensibilità. La morte colse Humboldt prima che egli riuscisse a
terminare l’impresa, dalla quale restano così esclusi gli aspetti più
specificamente relativi agli organismi viventi e alla geografia umana.
L’opera ebbe larga diffusione grazie alla traduzione francese di H. Faye
e C. Galuski, e fu tradotta anche in italiano (1846).
Infine, una parola sul lascito intellettuale di Humboldt, con particolare
riguardo all’Italia. Pur non essendo stato fondatore di una vera e
propria scuola –la sua influenza si manifestò poco per volta, via via che
un ambito geografico si veniva configurando-, lo scienziato tedesco
fornì un fondamento teorico e concettuale di vastissima portata per lo
sviluppo dello studio della geografia e delle scienze della natura. Su di
essa si fondarono le indagini di numerosi suoi discepoli in tutta Europa
e negli Stati Uniti. Tra gli italiani ricordiamo il grande botanico siciliano
Filippo Parlatore che nel 1841 incontrò Humboldt a Parigi e fu da lui
avviato allo studio della fitogeografia. Nel 1842 Parlatore ottenne, grazie
all’appoggio del naturalista tedesco presso il granduca di Toscana
Leopoldo II, la nomina a professore di botanica e fisiologia nel Museo
di Storia Naturale di Firenze. I rapporti tra il botanico siciliano e
Humboldt continuarono anche in seguito: fu infatti sotto la guida
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scientifica di quest’ultimo che Parlatore intraprese nel 1851 un
importante viaggio lungo la penisola scandinava, compiuto allo scopo di
continuare, mediante l’osservazione della flora delle estreme regioni
settentrionali d’Europa, gli studi di geografia botanica iniziati nella
capitale francese e svolti in seguito fino a diventare solida e larga base
per il successivo avanzamento degli studi naturalistici italiani.
Bibliografia
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Brann E. R., Alexander von Humboldt Patron of Science, Littel Print,
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Alessandro von Humboldt, Istituto di Geografia Umana della Facoltà di
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De Terra H., The Life and Times of Alexander von Humboldt, Knopf, New
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Di Bartolo A., La geografia estetica di Alexander von Humboldt, Tesi di laurea
specialistica discusssa nell’Università degli Studi di Milano, a.a.
2006-2007, relatore M. Ophalders.
Farinelli F., Storia del concetto geografico di paesaggio, in Paesaggio Immagini e
realtà, Electa, Milano 1981.
Farinelli F., Geografia Un’introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, Torino
2003.
Greppi C. (a cura di), Alexander von Humboldt L’invenzione del Nuovo
Mondo Critica della conoscenza geografica, La Nuova Italia, Firenze 1992.
Holl F., Alexander von Humboldt Netzwerke des Wissens, Cantz, OstfildernRuit [1999].
Kellner L., Alexander von Humboldt, Oxford University Press, London
1963.
Michieli A., Alexander von Humboldt e i suoi viaggi, Paravia, Torino 1930.
Milanesi M. e Visconti Viansson A. (a cura di), Alexander von Humboldt
La geografia i viaggi, Franco Angeli, Milano 1975.
9
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equinoziali del Nuovo Continente fatto nel 1799, 1800, 1801, 1802 1803 e
1804, Palombi, Roma 1986.
Visconti A. (a cura di) Filippo Parlatore Mie memorie, Sellerio, Palermo
1992.
Agnese Visconti
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Guida alla Mostra bibliografica
21-29 settembre 2009
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I – I viaggi di Alexander von Humboldt
La sezione che apre questa mostra di volumi humboldtiani posseduti
dalla Biblioteca Universitaria pavese ha come filo conduttore il tema
ricorrente di buona parte dell’esistenza dello scienziato tedesco:
l’esperienza del viaggio. E’ innegabile infatti che la fama di Humboldt
sia connessa in primo luogo all’eco che le sue imprese avevano avuto a
seguito dell’esplorazione delle regioni equinoziali dell’America centro
meridionale, portata a termine tra il 1799 e il 1804. Le grandi scoperte
geografiche legate ai fiumi amazzonici e le leggendarie scalate andine
avevano avuto un impatto notevole sulla cultura di quel tempo, e anche
il primo quadro socio economico dei possedimenti spagnoli del Nuovo
Mondo era stato visto con interesse da governanti e statisti europei e
americani.
I testi di questa prima parte raccontano però di un’impresa esplorativa
lunga tutta una vita, avendo infatti Humboldt percorso anche gran parte
della Russia siberiana, centrale e caucasica, sino ai confini con la Cina
(nel 1829) ed essendo stato tra i pochi naturalisti a comprendere
l’importanza della dimensione sotterranea del viaggio scientifico, ben
esemplificata nei primi, lungimiranti, lavori giovanili.
I volumi qui raccolti, disposti secondo l’ordine cronologico dei viaggi
stessi compiuti da Humboldt, permettono di comprendere quindi come
l’incontro diretto con la natura, attraverso l’esperienza odeporica, sia
momento imprescindibile dell’attività del naturalista e, allo stesso
tempo, sono prova di come sia possibile produrre letteratura di viaggio
di successo mettendo al centro della trattazione temi e problemi non
più necessariamente connessi a itinerari pittoreschi o a tour romantico
educativi -in voga ancora tra Sette e Ottocento- bensì questioni
scientifiche.
Il volume sulla flora di Friburgo che inaugura la prima sezione venne
pubblicato nel 1793, poco dopo l’ingresso di Humboldt alla scuola
mineraria di quella città.
Testo giovanile, emblematico di un nuovo modo di affrontare lo studio
della natura non soltanto legato ai fenomeni visibili sulla crosta
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terrestre, ma diretto anche al “sottosuolo” e alle forme di vita che
popolano le pieghe nascoste degli strati sub crostali. Humboldt aveva
potuto così studiare e analizzare, nelle frequenti discese in miniere e
grotte, funghi e forme di vita vegetale.
I volumi che seguono sono tratti dalla monumentale opera Voyage aux
régions équinoxiales du Nouveau Continent che raccoglie in 35 preziosi
volumi i risultati di tutto ciò che era stato studiato durante la
permanenza in America.
In questa sezione sono presenti solo tre volumi: i due tomi della
“relazione storica” del viaggio sud americano posseduti dalla Biblioteca
e il saggio politico sui regni della Nuova Spagna che completa,
analizzando gli aspetti prettamente economici e sociali, la parte
dell’itinerario humboldtiano in Messico, Nuova Granada e Perù.
La scelta di esemplificare uno dei più grandiosi viaggi della storia delle
esplorazioni in così pochi volumi è giustificata dal fatto che i tomi della
Relation Historique sono gli unici ad avere l’aspetto di un “diario di
viaggio”, essendo la narrazione costruita sulla cronologia dei luoghi
visitati. Anche la relazione storica è per così dire “incompleta”, rispetto
all’itinerario dei cinque anni, terminando con la descrizione della
traversata da Trinidad a Cartagena delle Indie, l’attuale Colombia: siamo
tra marzo e aprile del 1801 e ancora tre anni di scoperte passeranno
prima del ritorno in Europa. Conseguentemente tutto ciò che era stato
al centro degli interessi di Humboldt in Messico, Nuova Granada e
Perù si trova raccolto in maniera sistematica nell’Essai politique sur le
royaume de la Nouvelle-Espagne -unico altro testo dell’edizione
monumentale presente in questa sezione- e solo in maniera incompleta
nella corrispondenza dal sud America o in memorie spedite ad
accademie.
Privi di tavole e incisioni, i grandi in-4° della relazione storica
segnarono l’inizio di un’epopea editoriale che portò Humboldt a
spendere le rimanenze dell’eredità materna nella più grande opera
illustrata di viaggio mai pubblicata prima. I tre volumi della relazione
storica furono pubblicati a Parigi dagli editori Schoell, Maze, Smith e
Gide fils, nella lingua d’adozione di Humboldt, il francese, in
un’impresa lunga ben undici anni.
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L’Essai politique sur le royaume de la Nouvelle-Espagne, edito anch’esso da
Schoell, venne stampato nel 1811, sempre in formato grande in-4° e
suddiviso in due tomi, seguiti da un atlante.
Questo testo segna una sorta di parentesi all’interno dell’itinerario sud
americano in quanto gli interessi predominanti nella prima parte del
tragitto (botanica, zoologia, idrografia, geografia fisica e fitogeografia)
sono trattati in misura ampiamente minore rispetto all’analisi delle
peculiarità socio economiche delle colonie spagnole, i cui risultati sono
ben esemplificati dalle numerose tavole statistiche.
Nei volumi di viaggio di Humboldt il lettore troverà ricchezza di
particolari su molteplici aspetti della natura, dell’arte, dell’antropologia e
della realtà sociale delle regioni centro e sud americane. Questa
polifonia di elementi è conseguenza diretta dalla grande cultura
scientifica e sensibilità umanistica dell’esploratore, ma fu possibile
anche in virtù del fatto che il viaggio humboldtiano, essendo
completamente autofinanziato, non ebbe un itinerario prestabilito e un
solo obbiettivo scientifico prefissato, come era stato per i viaggi
precedenti, tra i quali ricordiamo quelli di Bouguer e La Condamine.
La sezione dei viaggi è arricchita infine dai tre volumi riguardanti il
viaggio in Russia compiuto da Humboldt, all’età di cinquant’anni,
insieme agli scienziati Gustav Rose e Christian Gottfried Ehrenberg. Il
testo, Asie Centrale, stampato a Parigi per l’editore Gide nel 1843, è
l’unica fonte dell’itinerario russo scritta esclusivamente dall’esploratore
tedesco, senza altri coautori (come invece i Fragmens de géologie et de
climatologie asiatiques del 1831). Oltre 1600 pagine, arricchite di tavole e
carte ripiegate, esemplificano quello che potremmo definire il viaggio di
uno studioso maturo, ormai consapevole delle proprie capacità
scientifiche e cosciente delle possibilità di resistenza alla fatica di lunghe
peregrinazioni. Anche in questi volumi Humboldt alternò alle
descrizioni economico scientifiche fresche descrizioni degli aspetti
antropologici e sociali riscontranti, offrendoci così un quadro quanto
mai realistico di territori per la prima volta aperti all’esplorazione da
parte degli zar.
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Volumi in mostra
I.1 Humboldt, Fredericus Alexander ab
Florae Fribergensis specimen plantas cryptogamicas praesertim subterraneas
exhibens. Accedunt aphorismi ex doctrina physiologiae chemicae plantarum. Edidit
Fredericus Alexander ab Humboldt.
Berolini, apud Henr. Augustus Rottmann, 1793, XIV, 189 pp., [4] p. di
tav. ill. f.t.
18. H. 22
I.2 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et de Bonpland. Première partie. Relation Historique du
Voyage aux régions équinoxiales du Nouveau Continent, fait en 1799, 1800,
1801, 1802, 1803 et 1804 par Alexandre de Humboldt et Aimé Bonpland.
Rédigé par Alexandre de Humboldt
Paris, Schoell – Maze – Smith & Gide fils, 1814 – 1825, 3 voll.
T. I: Paris, F. Schoell, 1814, 58, 640 pp. – T. II: Paris, Maze, 1819, 719 pp.
24. R. 18
I.3 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et de Bonpland. Troisième partie. Essai politique sur le
royaume de la Nouvelle-Espagne, Dedié à S. M. Charles IV
Paris, Schoell, 1811, 2 voll.
T. I: 4, CXII, 350 pp. – T. II: VIII, p. 351 – p. 905
24. R. 20
I.4 Humboldt, Alexandre de
Asie Centrale. Recherches sur les chaines de montagnes et la climatologie comparée,
par A. de Humboldt
Paris, Gide (Impr. De la Forest), 1843, 3 voll.
T. I: LVIII, 570 pp., [1] c. geogr. ripieg. – T. II: 558 pp. – T. III: 614 pp., [4] c.
tav. in gran parte ripieg. f.t., [6] c. di tav. nel testo
23. K. 2
15
II – I testi teorici
La seconda parte dell’esposizione è dedicata ai testi prettamente teorici
pubblicati da Humboldt prima della partenza per Parigi del 1798, sino
alla pubblicazione di Kosmos.
Disposti in ordine di pubblicazione, i volumi di questa sezione si
rivelano di grande interesse sia per l’amante delle rarità editoriali, sia per
lo studioso del grande scienziato tedesco.
Il bibliofilo troverà infatti di particolare interesse, tra i volumi in
visione, i primi due libri: Versuche über die gereizte Muskel und Nervenfaser
(1797) e Essai sur la géographie des plantes (1807). Il primo di questi, di
difficile reperibilità nell’edizione tedesca –quella in mostra appuntoriscontrò un immediato clamore per la particolarità della
sperimentazione messa in atto dal giovane Humboldt, a tal punto che
ne venne stampata, pur essendo d’autore ancora sconosciuto, una
traduzione francese coeva. Ottantanove figure calcografiche di piccole
dimensioni, distribuite nelle quattro tavole allegate, mostrano strumenti,
circuiti e fasi della ricerca su galvanismo ed elettricità che portò l’autore
a sperimentare anche sulla propria pelle gli effetti dell’azione galvanica
nei muscoli e l’interessamento del sistema nervoso nel fenomeno della
conduzione elettrica.
Ancor più raro, il secondo volume, quello sulla geografia delle piante,
nella ristampa del 1807 dell’editore Schoell, attrarrà l’amante delle opere
illustrate di inizi Ottocento soprattutto per la carta litografica di grandi
dimensioni che rappresenta il famoso profilo del Chimborazo con la
distribuzione delle specie vegetali e le ricchissime colonne descrittive ai
lati. La rappresentazione fitogeografica venne prodotta in diverse
edizioni, a colori e in bianco e nero, sulla base di uno schizzo realizzato
dallo stesso Humboldt, perfezionato poi da Schönberger e da Turpin:
due tra i più grandi autori di illustrazioni di quel tempo. La carta
Géographie des plantes équinoxiales -in bianco e nero nell’edizione
conservata nella Biblioteca- può essere considerata uno dei pezzi
pregiati delle collezioni, non solo per la difficoltà di reperirla in altre
biblioteche italiane, integra e legata in fondo al volume, ma anche
16
perché essa divenne il modello di riferimento delle fasce vegetazionali
secondo il gradiente altitudinale, in atlanti e volumi di geobotanica sino
agli inizi del Novecento. L’Essai sur la Géographie des plantes deve in ogni
caso essere osservato con particolare attenzione anche per i suoi
contenuti: esso divenne il testo fondante di una nuova disciplina –la
geobotanica– che proprio grazie a Humboldt iniziò ad approfondire il
problema della distribuzione della vita vegetale sulla terra diversamente
da come la botanica classica aveva fino a quel momento fatto.
Meno rari ma altrettanto densi di contenuti teorici, i successivi volumi
in visione sono dimostrazione degli svariati campi di applicazione e di
studio nei quali si cimentò Humboldt, sempre riscuotendo l’attenzione
del pubblico e della comunità scientifica.
Nell’ordine il visitatore potrà ammirare: un interessante saggio sulla
chimica dell’atmosfera -scritto a due mani con il grande fisico Gay
Lussac-, che mette in luce un aspetto particolare della ricerca scientifica
di Humboldt poco approfondito dalla critica, quello cioè sulla chimica
dell’atmosfera; seguono i volumi in grande 4° dell’edizione
monumentale riguardanti le osservazioni astronomiche sud americane; i
cinque tomi in 8° dell’Examen critique sur la géographie du Nouveau Continent
nella seconda edizione dell’editore Gide, ove l’autore svolge una
puntuale e ricercata ricostruzione storica delle esplorazioni geografiche
in connessione con gli sviluppi dell’astronomia nautica; per arrivare
infine all’armonica interpretazione delle leggi fisiche che governano il
mondo, nei volumi di Kosmos. Questi ultimi -a conclusione della seconda
parte della mostra- sono un mirabile compendio di tutti gli studi
geografici e naturalistici di Humboldt e possono essere considerati una
sorta di summa della visione del mondo dello scienziato. I volumi in 8°
furono stampati dall’editore Cotta dal 1845 al 1858, mentre un tomo,
postumo, uscì nel 1862 e si può trovare scorporato in due parti o legato
in un’unica veste editoriale. L’opera ebbe un grande successo e vide
immediate traduzioni in Francia, Inghilterra e Italia. La sua capillare
distribuzione in tutta Europa non portò tuttavia ad una maggiore
diffusione delle teorie in essa contenute, superate dall’interesse che il
libro rivoluzionario sull’origine delle specie di Charles Darwin aveva
17
produsse negli ambienti scientifici e culturali nell’anno stesso della
scomparsa di Humboldt.
Volumi in mostra
II.1 Humboldt, Friedrich Alexander von
Versuche über die gereizte Muskel und Nervenfaser nebst Vermuthungen über den
chemischen Process des Lebens in der Thier und Pflanzenwelt
Posen, Decker und Compagnie – Berlin, H. A. Rottmann, 1797, 2 voll.
T. I: IV, 495 pp., [8] p. di tav. ill. f.t. – T. II: II, 468 pp.
60. C. 20
II.2 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et de Bonpland. Première partie. Physique générale. Essai sur
la Géographie des plantes, accompagné d’un tableau physique des régions
équinoxiales, fondé sur des mesures exécutées, depuis le dixième degré de latitude
boréale jusqu’au dixième degré de latitude australe, pendant les années 1799, 1800,
1801, 1802 et 1803 par Al. de Humboldt et A. Bonpland. Rédigé par Al. de
Humboldt
Paris, Schoell – Strasbourg, Levrault – Tübingen, Cotta, an XIII 1807,
XII, 155 pp., [1] p. ill.., [1] c. di tav. f.t. gr. folio orizz. (dessiné par
Schönberger et Turpin, gravé par Bouquet en 1805. Langlois impr. 1805 et 1807)
24. R. 16
II.3 Humboldt et Gay Lussac,
Experiences sur les moyens eudiometriques et sur la proportion des principes
costituent l’atmosphère in:
«Annales de chimie ou recueil de mémoires concernant la chimie et les
arts qui en dépendent et spécialement la pharmacie»
Tome 53, 30 Nivose an XIII, p. 239 – p.259
A. 270. M P
II.4 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et de Bonpland. Quatrième partie. Astronomie et
Magnétisme. Recueil d’observation astronomiques, d’opérations trigonometriques et
18
de mesures barométriques, faites pendant le cours d’un voyage aux régions
équinoxiales du Nouveau Continent, depuis 1799 jusqu’en 1804, rédigées et
calculées d’après les tables les plus exactes, par Jabbo Oltmanns; ouvrage au quel on
a joint des recherches historique sur la position de plusieurs points importants pour
les navigateurs et pour les géographes
Paris, Schoell – Tübingen, Cotta, 1808-1810, 2 voll.
T. I: Tübingen, Cotta, 1808-1809, 382 pp. – T. II: 1810, 629 pp., [2] c. di tav.
nel testo
24. R. 19
II.5 Humboldt, Alexandre de
Examen critique sur la géographie du Nouveau Continent et des progrès de
l’astronomie nautique aux XVe et XVIe siècles, par Al. de Humboldt
Paris, Gide, 1836 – 1839, 5 voll.
T. I: 1836, XVII, 362 pp. – T. II: 1837, 373 pp. – T. III: 1837, 407 pp. – T. IV:
1837, 336 pp. – T. V: 1839, 263 pp.
4. D. 9
II.6 Humboldt, Alexander von
Kosmos. Entwurf einer physischen Weltbeschreibung
Stuttgart – Tübingen, J.G. Cotta, 1845-1862, 6 voll.
T. I: 1845, XVI, 493 pp. – T. II: 1847, 544 pp. – T. III: 1850, 644 pp. – T. IV:
1858, 649 pp. – T. V.1: 1862, 640 pp. – T. V.2: 1862, p. 641- p. 1297
28. G. 75
19
III – Atlanti e volumi illustrati
La terza sezione dell’esposizione, ricca di volumi di grande formato,
illustrati e corredati di carte geografiche di notevoli dimensioni, è quella
che certamente più sollecita il senso estetico dei visitatori e degli amanti
dei libri rari, non fosse altro per la straordinaria bellezza e varietà di
immagini che vi si incontrano. Vengono infatti presentati i magnifici in
folio che Humboldt curò personalmente, insieme con il compagno di
viaggio Bonpland e con il contributo di altri famosi scienziati di quel
tempo, riguardanti la zoologia, la botanica, la cartografia e i paesaggi sud
americani. Atlanti geografici e pittoreschi, magnifiche incisioni
naturalistiche in bianco e nero e colorate, evidenziano uno degli aspetti
più interessanti dell’opera del grande esploratore tedesco che, in linea
con il gusto del tempo, e consapevole della grande importanza
dell’aspetto visivo nella comunicazione delle proprie scoperte, si
premurò di presentare al pubblico le “prove concrete”, in forma di
immagini, di tutto ciò che egli aveva visto e studiato durante il proprio
soggiorno nell’America centro meridionale.
Sarà lo stesso Humboldt a spiegare nelle pagine di Kosmos l’importanza
della rappresentazione scientifica, realistica, della natura attraverso l’arte
e, viceversa, il ruolo fondamentale dell’arte come stimolo ai viaggi
d’esplorazione. In linea con questa posizione Humboldt aveva così
chiamato i migliori disegnatori, cartografi e incisori europei dei primi
dell’Ottocento per realizzare un tipo di racconto di viaggio che potesse
stimolare la scienza e l’arte al contempo. Per la prima volta nella storia
dell’editoria un’opera non a carattere enciclopedico vedeva la
collaborazione degli addetti di singoli settori di ricerca, provenienti da
diversi paesi europei: zoologi che si occuparono di analizzare le
osservazioni di anatomia comparata, valenti botanici che collaborarono
nella classificazione delle specie vegetali raccolte, cartografi che resero
in forma grafica tutti i calcoli di posizione dei vari luoghi toccati
nell’itinerario.
L’immagine del sud America che veniva presentata non era più quella
del luogo selvaggio e orrido né quella di una terra popolata di animali
inclassificabili e mostruosi, bensì quella di una natura lussureggiante e
20
pittoresca nella quale l’aspetto maestoso della flora, dei corsi d’acqua e
delle montagne definiva la fisionomia dell’ambiente. Non deve stupire
però di trovare al contempo, tra le pagine dell’atlante geografico del
Nuovo Continente (cfr. qui III.5), una mirabile incisione mitologica di
gusto neoclassico, raffigurante un ideale passaggio di ulivo tra divinità
greco romane e una sacerdotessa aztecha; il tutto racchiuso nella
cornice naturalistica ed archeologica che ben sintetizza l’intero viaggio
sud americano: il Chimborazo, le piante tropicali, i resti archeologici
delle civiltà precolombiane.
Se gli atlanti geografici -entrambi nella prima edizione monumentale- si
possono ammirare per l’estrema precisione delle loro carte, redatte sulla
base di rilevamenti barometrici e astronomici compiuti da Humboldt,
bisogna ricordare anche la valenza politica che tali rappresentazioni
avevano avuto: come nel caso della carta del fiume Orinoco, che faceva
chiarezza sui problemi di confine tra possedimenti della corona
spagnola e portoghese, risolvendo tra l’altro la questione scientifica
delle sorgenti e del corso dell’Orinoco.
A titolo d’inventario, si deve precisare che in questa sezione si
troveranno anche volumi di grande formato, non nella prima edizione e
con apparato ridotto di tavole: è il caso dell’Atlas pittoresque, pensato da
Humboldt come sussidio alla prima parte del viaggio -la relazione
storica- e di grande importanza per l’archeologia delle civiltà
precolombiane, le vedute di città sud americane e i paesaggi naturali.
Una parola, infine, va spesa per alcune delle tavole più stupefacenti di
tutta l’opera humboldtiana.
I volumi di zoologia e di botanica, nella prima edizione monumentale
del viaggio, presentano tavole a colori di grande pregio realizzate in
maggioranza sulla base di schizzi dello stesso Humboldt, e ritoccate poi
da disegnatori come Huet, Barraband, Müller, Waitsch, Turpin e altri.
Questi disegni documentano con grande precisione anatomica e
realismo pittorico specie ignote in Europa. In definitiva i libri di questa
sezione mostrano un aspetto forse non sufficientemente approfondito
dalla critica su Humboldt, il particolare modo cioè di affrontare lo
studio della natura attraverso un’integrazione tra scienza e creatività e,
conseguentemente, il grande sforzo comunicativo di attrarre in egual
21
misura scienziati di ogni disciplina, ma anche gli amanti del bello e
dell’arte.
Volumi in mostra:
III.1 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et Bonpland. Seconde partie. Zoologie. Recueil d’observations
de zoologie et d’anatomie comparée faites dans l’Océan Atlantique, dans l’intérieur
du Nouveau Continent et dans la Mer du Sud, pendant les année 1799, 1800,
1801, 1802 et 1803
Paris, Levrault, Schoell et Comp. Lib., 1805-1833, 2 voll.
T.I : VI, 412 pp., [27] p. di tav. b/n e a colori
24. R. 17
III.2 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et Bonpland. Sixième partie. Botanique. Plantes équinoxiales
recueillies au Mexique, dans l’Ile de Cuba, dans les provinces de Caracas, de
Cumana et de Barcelone, aux Andes de la Nouvelle-Grenade, de Quito et de Pérou,
et sur les bords du Rio-Negro, de l’Orénoque et de la Rivière des Amazones par
Alexandre de Humboldt et Aimé Bonpland. Redigé par Aimé Bonpland
Paris, Schoell – Tübingen, Cotta , 1808-1809, 3 voll.
T.I : Lutetiae Parisiorum (apud Schoell – Cotta) 1808, VII, 234 pp., [1] p. di
tav. con ritratto di José Celestino Mutis, [65] p. di tav. b/n – T.II : Lutetiae
Parisiorum (apud Schoell – Cotta), 44 pp., [66 - 89] p. di tav. b/n
Cant. 2. N. 10
III.3 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et de Bonpland. Première partie. Relation Historique. Atlas
pittoresque du voyage ou Vues des Cordillères et monumens des peuples indigènes de
l’Amerique. Par Al. de Humboldt
Paris, Schoell, 1810, 121 pp., [2] p. tav. b/n e a colori (ed. con apparato
ill. ridotto)
Cant. 2. N. 13
III.4 Humboldt, Alexandre de
22
Atlas géographique et physique du royaume de la Nouvelle-Espagne. Fondé sur des
observations astronomiques, des mesures trigonométriques et des nivellements
barométrique par Al. de Humboldt
Paris, Schoell, 1820, 4 pp., [20] p. di carte
Cant. 2. N. 12
III.5 Humboldt, Alexandre de
Atlas géographique et physique des regions équinoxiales du Nouveau Continent
fondé sur des observations astronomiques, des mesures trigonométriques et des
nivellements barométrique par Alexandre de Humboldt
Paris, Schoell, 1814, [23] p. di tav. e c. geogr. b/n
Cant. 2. N. 11
III.6 Humboldt, Alexandre de
Monumens americains ou Vues des Cordillères et monumens des peuples indigènes
de l’Amerique. Par Al. de Humboldt
Paris, Maze (Imprimerie de Smith), 1816, 2 voll.
T. I: 392 pp., [8] p. di tav. nel testo – T. II: 409 pp., [11] p. di tav. nel
testo
Cant. 2. D. 10
III.7 Humboldt, Alexandre de
Voyage de Humboldt et Bonpland. Sixième partie. Botanique. Monographie des
Mélastomacées, comprenant toutes les plantes de cet ordre recueillies jusqu’à ce jour et
notamment au Mexique, dans l’Ile de Cuba, dans le provinces de Caracas, de
Cumana et de Barcelone, mise en ordre par A. Bonpland
Paris, Schoell – Tübingen, Cotta, 1809-1823, 2 voll.
T. I: Mélastomes, 1816, VI, 56 pp., [30] p. di tav. a colori, legate a [20] p. di tav.
a colori tratte dal T. II: Rhexies
Cant. 2. N. 10
23
IV – Divulgazione e traduzioni
L’ultima sezione dell’esposizione è dedicata alla divulgazione e alle
traduzioni dell’opera di Humboldt. Questa parte -la più vasta per
numero di testi in visione- vuole mettere in evidenza la grande fortuna
che i libri di Humboldt avevano avuto in tutta Europa.
Il visitatore troverà all’interno dei testi divulgativi anche i volumi della
corrispondenza dell’esploratore con tutte le più grandi personalità della
letteratura, della scienza e della politica, anche italiane, della lunga vita
dello scienziato tedesco. La copiosa mole di lettere che Humboldt
scrisse dal sud America o anche semplicemente da città europee, mette
in risalto la fitta rete di contatti e di amicizie che egli aveva intessuto
con personalità di grande rilievo della cultura e del mondo aristocratico,
contatti che -ricordiamo- avevano facilitato tutti i suoi viaggi di
esplorazione grazie alla concessione di permessi speciali, passaporti e
autorizzazioni a perlustrazioni e carovane di strumenti e bagagli di ogni
sorta.
Tra le rarità di questa ultima serie di libri esposti, un interessante
volumetto stampato nel 1874 a Napoli per le nozze del deputato al
parlamento Giuseppe Calcagno con la nobildonna Maria Domencica di
San Marzano, all’interno del quale viene riportata una lettera inedita di
Humboldt alla contessa Teotochi Albrizzi.
Inoltre, sarà possibile ammirare due piccole edizioni tascabili con tavole
raffiguranti i vulcani del sud e centro America. Le stampe che si
possono osservare, seppur di minor pregio rispetto alle litografie
dell’edizione in folio contenute negli atlanti humboldtiani, sono oggi di
difficile reperibilità proprio perché, in quanto edizioni economiche, non
era stata data loro la giusta attenzione.
Per ciò che concerne la diffusione dei testi di Humboldt in Italia si
devono certamente segnalare la prima traduzione di una parte di Kosmos,
del 1846 e il volgarizzamento in sette volumi del Saggio politico sui regni
della Nuova Spagna, del 1827-1829.
Tra le traduzioni straniere, l’edizione del Cosmos in lingua francese
stampata dall’editore Turati di Milano e tradotta da H. Faye con
l’autorizzazione dello stesso Humboldt, la versione dei Tableaux de la
24
nature del 1851, arricchita dell’importante testo sulla “fisiognomica delle
piante”, e il testo giovanile sul galvanismo e l’irritazione delle fibre
muscolari e nervose nella traduzione, sempre francese, di J. Fr. N.
Jadelot del 1799. La scelta di esporre un testo prettamente teorico come
i Tableaux de la nature nella sezione sulla divulgazione è dovuta al fatto
che le due edizioni possedute dalla biblioteca non sono nell’originale
tedesco (del 1827 e 1849) bensì nell’edizione francese rivista e
accresciuta da Humboldt stesso durante la propria permanenza a Parigi.
In conclusione, i volumi di questa ultima parte rendono manifesto un
ulteriore aspetto, anch’esso fondamentale, della “scienza
humboldtiana”: l’aspetto cosmopolita dell’attività di ricerca, che ben
ricalca l’ideale stesso di cultura sempre professato da Humboldt, una
cultura senza barriere di sorta e basata su un dialogo fecondo tra
discipline spesso chiuse in se stesse.
Volumi esposti:
IV.1 Humboldt, Alexander von
Briefe über Alexander von Humboldt’s Kosmos ein Kommentar zu diesem Werke
fur gebildete Laien
Leipzig, B. Cotta, [poi] J. Schaller, [poi] W. C. Wittwer, H. Girard, L. D.
Weigel., 1855 e 1859, 4 voll.
T. I: 1855, XIV, 416 pp. – T. II: 1855, IV, 482 pp. – T. III: 1855, VIII, V, 468
pp. – T. IV: 1859, XIV, 419 pp.
28. G. 74
IV.2 Humboldt, Alexandre de
Correspondance de Alexandre de Humboldt avec Varnhagen von Ense, de 1827 à
1858 accompagnée d'extraits du journal de Varnhagen et des lettres adressées à de
Humboldt par Varnhagen, ... Lord John Russel, Napoléon Bonaparte, etc., etc.,
traduction de l'allemand par Max Sulzberger
Paris, A. Bohé (Bruxelles, typ. Van Meenen), 1860, XII, 494 pp.
137. G. 11
25
IV.3 Humboldt, Alexandre de
Lettres de Alexandre de Humboldt à Varnhagen von Ense (1827-1858),
accompagnées d'extraits du journal de Varnhagen et de lettres diverses. Édition
française autorisée et ornée d'un beau portrait
Genève, L. Held; Paris, L. Hachette; Bruxelles, A. Lacroix, 1860, XVI,
285 pp., [1] c. di tav. con ritratto
Corr. 96. C. 19
IV.4 Humboldt, Alexander von
Briefwechsel Alexander von Humboldts mit Heinrich Berghaus aus den Jahren
1825 bis 1858
Leipzig, Hermann Costenoble, 1863, 3 voll.
T. I: XIV, 348 pp. – T. II: VII, 308 pp. – T. III: XI; 336 pp.
138. B. 5
IV.5 Humboldt, A. von und Gauss, F.
Briefe Alexander von Humboldt – F. Gauss
Leipzig, Engelmann, 1877, 79 pp.
Misc. in 8° T. 1182. n. 10
IV.6 Humboldt, Alexandre de
Correspondance scientifique et littéraire; recueillie, publiée et précédée d'une notice et
d'une introduction par M. de la Roquette
Paris, E. Ducrocq, [poi] L. Guérin et C.ie., 1865 e 1869, 2 voll.
T. I: E. Ducrocq, 1865, XLIV, 461 pp., [2] c. di tav. con ritratti – T. II: (il
titolo varia in: Correspondance inédite scientifique et littéraire), L. Guérin et C.ie.,
1869, VIII, 466 pp., [1] c. di tav. con ritratto
137. G. 12
IV.7 Alessandro di Humboldt
“Lettera alla contessa Teotochi Albrizzi” in:
Lettere. Nozze Calcagno – San Marzano. Auguri e voti
Napoli, St. tip. del cav. De Angelis, 1874, 2 pp,, 27 pp., p. 27
Corr. 94. G. 313
26
IV.8 Humboldt, Alexandre de
Mélanges de géologie et de physique générale, par Alexandre de Humboldt;
traduit par Ch. Galusky
Paris, Gide et J. Baudry, 1854, 2 voll.
T. I: Volcans des Cordillères de Quito et du Mexique, par Alexandre de Humboldt, 15
pp., [12] tav. su 4° orizz. – T. II: Mélanges de géologie et de physique générale, XVI,
596 pp.
Banc. 20. A. 16 - 24. R. 21
IV.9 Humboldt, Frédéric Alexandre
Experiences sur le galvanisme et en général sur l'irritation des fibres musculaires et
nerveuses, de Frederic-Alexandre Humboldt, traduction de l'allemand, publiée,
avec des additions, par J. Fr. N. Jadelot, medecin
Paris, Didot jeune, an VII 1799, XLV, 530 pp., [8] c. di tav. b/n f.t.
28. G. 22
IV.10 Humboldt, Alexandre de
Tableaux de la nature par A. de Humboldt, traduite par J. B. B. Eyriès
Paris, Gide fils, 1828, 434 pp., 2 voll. legati., 270 pp., 246 pp.
29. 0. 22
IV.11 Humboldt, Alexandre de
Tableaux de la nature par A. de Humboldt, ed. nouvelle avec changements
et additions importantes traduite par Ch. Galusky et accompagnée de
cartes
Paris, Gide et J. Boudry, 1851, 2 voll.
T.I: XVI, 348 pp., [3] c. di tav. – T.II: 391 pp., [4] c. di tav.
Cant. 26. B. 2
IV.12 Humboldt, Alexander von
Alexander von Humboldts Reise in die Aequinoctial-Gegenden des Neuen
Continents, in deutschen Bearbeitung von Hermann Hauff
Stuttgart, Cotta, 1859-1860, 4 voll.
T. I: XIII, 403 pp. – T. II: 416 pp. – T. III: 1860, 403 pp. – T. IV: 1860, 444
pp., [1] c. geogr. ripiegata
17. H. 15
27
IV.13 Humboldt, Alexandre de
Cosmos Essai d'une description physique du monde, par Alexandre de
Humboldt, traduit par H. Faye et C. Galusky
Paris, Gide et C.ie, libraires-editeurs, [poi] Gide et J. Baudry, 1846-1859,
4 voll.
T. I: Gide et C.ie, 1846, I, 580 pp. – T. II: Gide et J. Baudry (sino al T IV),
1849, (stampa 1848), XIII, 635 pp. – T. III: 1851, VIII, 763 pp. – T. IV: 1859,
VII, 806 pp.
29. O. 23
IV.14 Humboldt, Alexandre de
Cosmos Essai d'une description physique du monde, par Alexandre de
Humboldt; traduit par H. Faye
Milan, C. Turati imprimeur-libraire, 1846-1849, 4 voll.
T. I: 1846, XIX, 435 pp. – T. II: 1849, XIX, 459 pp. – T. III.1: 1851, VII, 283
pp. – T. III.2.: 1853, VIII, 588 pp.
29. O. 24
IV.15 Humboldt, Alexandre de
Cosmos Essai d'une description physique du monde, par Alexandre de
Humboldt; traduit par H. Faye et C. Galusky
Milan, C. Turati, 1854-1861, 4 voll.
T. I: XXVII, 435 – T. II: IX, 359 pp. – T. III: 7, 588 pp. – T. IV: 1861,
VII, 616 pp.
Banc. 30. A. 70
IV.16 Humboldt, Alexandre de
Cosmos Essai d'une description physique du monde, par Alexandre de
Humboldt; traduit par H. Faye, deuxième édition milanaise, 2 voll.
Milan, C. Turati, 1846-1849
T. I: 1846, XXXVI, 435 pp. – T. II: 1849, XIII, 459 pp.
Corr. 86. C. 54
28
IV.17 Humboldt, Alessandro
Saggio del Cosmos, di Alessandro Humboldt, traduzione dal tedesco di
Giuseppe Rota
Lodi, C. Wilmant e figli, 1846, 59 pp.
Misc. 12. - T. 511 n. 14.
IV.18 Humboldt, Alessandro de
Viaggio al Messico, alla Nuova Granata ed al Peru, ossia Saggio politico sul regno
della Nuova Spagna, di Alessandro de Humboldt Volgarizzamento fatto per cura
del professore emerito Gaetano Barbieri. Adorno della grande carta geografica della
Nuova Spagna
Milano, L. Sonzogno, 1827-1829, 7 voll.
T. I: 1827, VII, 299 pp. – T. II: 1827, IV, 256 pp., [1] c. di tavola topogr.
ripiegata – T. III: 1828, 273 pp, [3] c. di tavole – T. IV: 1829, 283 pp., [1] c. di
tavola – T. V: 1829, 287 pp. – T. VI: 1829, 287 pp., [1] c. di tavola ripiegata –
T. VII: VIII, 208 pp.
3. M. 19.
Alexander Di Bartolo
29
Indice delle illustrazioni a colori
33
Particolare della tavola Geographiae plantarum lineamenta, in Humboldt, A. v.,
Tableaux de la nature par A. de Humboldt, Paris, Gide et J. Boudry, 1851, tav. 2.
34-35 Géographie des plantes équinoxiales, in Humboldt, A. v., Essai sur la Géographie des
plantes ..., Paris, Schoell – Strasbourg, Levrault – Tübingen, Cotta, an XIII 1807 (dessiné
par Schönberger et Turpin, gravé par Bouquet en 1805. Langlois impr. 1805 et 1807)
36
Humanitas. Literae. Fruges., in Humboldt, A. v., Atlas géographique et physique des
regions équinoxiales du Nouveau Continent, Paris, Schoell, 1814, tav. 1.
37
a) Gymnotus equilabiatus, Gymnotus electricus, in Humboldt, A. v., Recueil
d’observations de zoologie et d’anatomie comparée ..., Paris, Levrault, Schoell et Comp. Lib.,
1805-1833, vol. 1, tav. ?
b) Simia leonina, Ibidem, tav. ?
38
Simia Satanas, Ibidem, tav. ?
39
Vultur Gryphus, Ibidem, tav. ?
40
Farfalle, Ibidem, tav. 18
41
Scarabei, Ibidem, tav. ?
42
Melastoma impetiolaris, in Humboldt, A. v., Monographie des Mélastomacées...,
Paris, Schoell – Tübingen, Cotta, T. I, Mélastomes, 1816, tav. 29
43
Melastoma caudata, Ibidem, tav. ?
44
tav.
Costumi messicani, in Humboldt, A. de., Atlas pittoresque, Paris, Schoell, 1810,
45
Cascata di Tequendama, Ibidem, tav. 6.
46
Ponti naturali di Icononzo, Ibidem, tav. 4.
47
Scritture messicane, Ibidem, tav. 12.
48
Frontespizio di Lettere. Nozze Calcagno – San Marzano. Auguri e voti
Napoli, St. tip. del cav. De Angelis, 1874
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