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C I G LA RIVISTA CHE DA’ VOCE AL MONDO DEL GAS CIG MAGAZINE NUMERO 4 Comitato Italiano Gas Direttore: Michele Ronchi Direttore Responsabile: Roberto Maietti Direttore Editoriale: Mauro Bozzola Comitato di Redazione: Emilio Bianchi Francesco Castorina (Coordinamento) Angelo Comi Cristiano Fiameni Pietro Mezzi Pierpaolo Signorelli (Coordinamento) Impaginazione: Fabrizio Maietti Grafica di copertina: Studio Ascione/Magro CIG Magazine Copyright© Ediplan Editrice Tribunale di Milano N° 179 del 3 giugno 2015 Comitato Italiano Gas CIG Via Larga, 2 20122 Milano Tel. 02 724906 Fax 02 72001646 [email protected] Ediplan Editrice Viale Molise, 57 20137 Milano Tel. 02 37011093 [email protected] Redazione: [email protected] Pubblicità: [email protected] È vietata la riproduzione totale o parziale della rivista senza l’autorizzazione dell’editore SOMMARIO 04 08 16 23 29 35 41 47 51 Forum UNI-CIG Archiviata con soddisfazione l’edizione 2015 sono già iniziati i lavori per l’edizione 2016 EDITORIALE SCENARIO Il Forum UNI-CIG 2015. La sfida della qualità come obbligo sostenibile Lo stato dell’arte normativo e la nuova mappa dei tavoli di lavoro normativi europei/internazionali GNL La qualità e l’intercambiabilità del GNL LNG sardegna, il binomio di successo verso un futuro sostenibile Gnl per la mobilità sostenibile Le prospettive di impieghi innovativi del GNL L’energia pulita del GNL per le aziende ECONOMIA E il mercato dell’installazione resiste alla crisi e torna a sorridere EDITORIALE FORUM UNI-CIG ARCHIVIATA CON SODDISFAZIONE L’EDIZIONE 2015 SONO GIÀ INIZIATI I LAVORI PER L’EDIZIONE 2016 La due giorni del Forum UNI-CIG 2015, eccezionalmente ritardata al 21 e 22 ottobre rispetto alla data tradizionale di metà giugno per evitare sovrapposizioni con Expo 2015 e con il Congresso del Gas di IGU di Parigi, ha fatto registrare la partecipazione di una numerosa e qualificata platea di Stakeholders. A tutti va il nostro sentito ringraziamento per l’interesse manifestato nei confronti dell’iniziativa del CIG e per il sostegno a essa garantito. Come di consueto il Forum UNI-CIG ha ottenuto il patrocinio di una serie di Istituzioni prestigiose, ad iniziare dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Anche gli Sponsor si sono dimostrati molto ben disposti nei confronti dell’evento, facendo registrare un’inversione di tendenza rispetto alle ultime edizioni, segno che gli effetti della crisi sono realmente in fase di superamento. Gli interventi del Panel di apertura e quelli dei relatori delle varie sessioni tecniche sono stati di alto livello e, grazie a un programma ben strutturato e focalizzato, hanno riscosso l’interesse della platea e determinato valutazioni positive nei feedback dell’evento. La platea è risultata attenta e abbastanza numerosa, ancorché la partecipazione sia stata comunque condizionata da difficoltà logistiche per gli ultimi giorni di Expo e per la imprevedibile concomitanza con alcuni eventi che hanno distratto una parte dei potenziali uditori. Un ringraziamento speciale va a tutto il personale del CIG per la dedizione e l’impegno posti nella realizzazione dell’evento. Il fil rouge del Forum, com’è noto, è stata “La sfida della qualità come obbligo sostenibile”, argomento che è stato declinato a 360 gradi: dal crescente ruolo della normazione tecnica e della regolazione, alle nuove frontiere aperte da combustibili innovativi come il GNL e il Biometano, agli sviluppi in materia di qualificazione degli operatori post contatore, al tema della cyber-security affrontato per la prima volta al Forum, agli aggiornamenti sul programma di telemisura e telegestione delle reti gas. Tra l’altro è stato presentato l’aggiornamento della serie di norme tecniche 7129 relative agli impianti domestici a gas che prevedono importanti novità. CIG MAGAZINE 5 In parallelo, all’aggiornamento della serie di Norme 7129, il CIG ha provveduto ad aggiornare anche la serie delle relative Guide Illustrate che tanto successo hanno fatto registrare con la prima edizione di qualche anno fa. La serie aggiornata delle Guide sulla 7129 verrà, come di consueto, commercializzata in collaborazione con l’UNI, con disponibilità per gli interessati a partire dai prossimi mesi di marzo e di aprile. Coloro che sono interessati all’acquisto possono prenotare le Guide di proprio interesse rivolgendosi alla Direzione Tecnica del CIG o all’UNI. Il Forum UNI-CIG 2016 si terrà nel prossimo mese di giugno e sarà, come sempre, un importante momento di confronto e di discussione nel merito delle tematiche più calde del momento. Ad oggi possiamo sicuramente annoverare tra queste il progressivo ampliamento in chiave multy-utility e nell’ottica smart-house e smart-city delle tematiche relative alla telelettura e alla tele gestione; ad esse si aggiungono le novità sul Biometano e sul GNL, le nuove iniziative in materia di sicurezza, l’auspicabile rinnovo dell’Assicurazione in favore dei clienti finali civili del gas, e tanto altro ancora. Nel ringraziarvi per l’attenzione che dimostrate per le attività del CIG, vi do appuntamento ai nostri prossimi eventi ai quali vi invito a partecipare numerosi. Il Presidente del CIG Paolo Rossetti SCENARIO CIG MAGAZINE 9 IL FORUM UNI-CIG 2015. LA SFIDA DELLA QUALITÀ COME OBBLIGO SOSTENIBILE di Pietro Mezzi L a sfida della qualità come obbligo sostenibile. Questo il motivo conduttore del Forum Uni-Cig 2015 che si è tenuto a Milano lo scorso ottobre. Un’occasione per discutere di innovazione di processo e di prodotto, di obblighi e di criticità di un mercato che in Europa, come in tutto il mondo, sta rapidamente cambiando. E lo sguardo all’Europa stava nel titolo della manifestazione milanese, dedicato al “Sistema Gas-Europa”. Quattro le sessioni del Forum: qualità, biometano e nuovi combustibili, sicurezza, innovazione. La qualità, insomma, è stato il tema dominante della due giorni Cig-Uni, che ha visto alternarsi decine di relatori e temi di grande attualità. Qualità come elemento fondamentale della sicurezza, in CIG MAGAZINE 10 un settore sottoposto a obblighi continui. E proprio la necessità degli obblighi ha posto più di un interrogativo ai presenti: ma è efficace l’equazione più obblighi uguale maggior qualità? Il dubbio posto fin dall’inizio è aleggiato sulla platea dei presenti. È toccato a Paolo Rossetti, presidente del Comitato italiano gas, il compito di aprire i lavori e cercare di ancorare la discussione milanese a tre elementi fondamentali, che caratterizzano il sistema italiano del gas in questa fase. “Siamo alla fase conclusiva delle gare di distribuzione – ha affermato Rossetti – e ciò porterà a un processo di concentrazione degli operatori. Secondo elemento dell’attuale fase riguarda l’inserimento delle reti gas all’interno del quadro delle smart grid. Terzo e ultimo fattore riguarda la qualità, che assume un valore sostanziale in tutte le fasi del processo, dalla gestione alla distribuzione. Siamo in presenza, quindi, di una realtà complessa e in movimento. E in questo nuovo contesto registriamo che l’attività di normazione, che è il sale della nostra attività, vede ridotti i contributi economici”. Michele Ronchi, direttore di Cig, ha invece insistito sull’importanza della qualità e della necessità di incrementarne il livello. “Questa esigenza – ha detto Ronchi – determina a sua volta una maggior complessità e anche maggiori costi per gli operatori, in un contesto già di per sé recessivo. La qualità, insomma, tende oggi a forzare il funzionamento del sistema e non può essere confusa con l’azione di una singola azienda. Tutti devono sostenere la competizione basata sulla qualità. Il resto è lasciato alla capacità dei singoli operatori di stare sul mercato”. Inoltre, Ronchi non ha tralasciato un tema che preoccupa molto gli enti normatori. “In una fase come questa gli enti di formazione devono farsi carico dell’onere connesso al mantenimento del sistema, un onere che tende a crescere sempre più”. Anche il direttore generale dell’Uni, Alessandro Santoro, ha rimarcato i problemi connessi al finanziamento delle attività di normazione. “Dobbiamo far conoscere di più il valore della normativa. Dobbiamo far capire quanto vale sul Pil nazionale. Dobbiamo mettere in campo un piano d’azione che ci consenta CIG MAGAZINE 11 di proseguire a far bene il nostro lavoro”. L’importanza del lavoro del Ctc nei lavori di normazione è stata ribadita da Enrico Aceto, presidente della Commissione tecnica di coordinamento del Cig. “La nostra forza – ha evidenziato Aceto – sta nei numeri: 16 commissioni tecniche nell’ambito del Ctc, 44 gruppi di lavoro, 1.298 esperti chiamati a collaborare con noi. Ma non è solo una questione di numeri: il binomio qualità-sicurezza passa attraverso il lavoro della Ctc ed è noto quanto qualità e sicurezza siano tra di loro legate”. Il presidente della Commissione tecnica ha fatto un lungo elenco di nuove norme in arrivo: la serie normativa Uni 7129, che include una nuova parte V^ dedicata alla condensazione e l’Uni 7128, poi le norme sulla qualificazione del personale delle aziende di distribuzione addetto alla sorveglianza, quelle sul monitoraggio delle reti di distribuzione in bassa pressione e sul biometano. Ha anche ricordato le numerose attività di revisione normativa in corso sulla telelettura (ampliamento CIG MAGAZINE 12 delle attività al trasporto di gas, la norma sui contatori massicci, le modalità operative per le verifiche meteorologiche periodiche e casuali, le prescrizioni sull’installazione dei contatori), il trasporto e la distribuzione del gas (revisione e aggiornamento delle norme tecniche nazionali, la norma per la qualificazione del personale della distribuzione addetto alla sorveglianza, la norma sul monitoraggio delle reti di distribuzione del gas in bassa pressione, la revisione dei documenti pre-normativi), l’odorizzazione del gas (aggiornamento di una parte dell’Uni 7133 per l’inserimento delle prescrizioni sul biometano), il biometano (revisione della Uni/ Tr 11537 e la sua trasformazione in norma Uni), il Gnl (monitoraggio globale delle attività anche in funzione del piano del governo), il post-contatore (revisione della serie normativa Uni 7129 e della norma Uni 7128 e la revisione della norma Uni 8723), il Gpl (preparazione di un norma tecnica sugli erogatori di gpl nei selfservice), la telelettura (faq sulla serie di specifiche tecniche Uni/ Ts 11291) e, infine, sul trasporto del gas (studio sulla “ricognizione tecnica e normativa in materia CIG MAGAZINE 13 di ispezionabilità delle reti di trasporto di gas naturale). Chi ha invece posto grande attenzione al ruolo della normativa di settore come spinta all’innovazione è stato Roberto Cattaneo, del servizio legale di Anima. “L’installazione degli smart meters gas – ha detto il rappresentante della Federazione nazionale dell’industria meccanica che in Confindustria rappresenta Acism, Assotermica, Avr e Ucrs – ha coinvolto la produzione normativa a tutti i livelli gerarchici, ha aiutato ad affrontare le nuove sfide relative alle nuove competenze dell’ente normatore, ha visto lo sviluppo di un progetto che può essere esteso ad altre utilities in contrapposizione all’unicità dell’esperienza dello smart meter elettrico”. Cattaneo ha poi elencato gli obiettivi di innovazione sulla misurazione del gas, come il risparmio energetico, la sostituzione dei contatori non più efficienti e sicuri, la trasparenza nel rapporto con il cliente finale, il controllo della misura del gas nel tempo, la lettura dati come strumenti di misura condivisa tra diverse utilities. Tutto ciò, secondo Cattaneo, ha voluto dire, per i produttori, mantenere il livello di qualità e di affidabilità dei prodotti, per i distributori, prevedere condizioni di competizione eque, mentre per il normatore e per il legislatore, garantire il dialogo con gli operatori del settore per contribuire alla corretta applicazione delle norme. “Fondamentale – ha concluso il rappresentante di Anima – è la verifica degli strumenti e il mantenimento della qualità dei prodotti: per fare ciò servono l’impegno dei produttori nell’elaborazione di norme di verifica e di manutenzione e la qualificazione e la selezione degli operatori, con personale adeguato e qualificato, e una solida organizzazione imprenditoriale”. Cattaneo, oltre a ricordare che gli strumenti di misura del gas oggetto di verifica sono oggi 500 mila, ha concluso avanzando alcune proposte al mondo della formazione. “Serve – ha detto – semplificare il coordinamento tra procedimento amministrativo e di qualificazione, evitare la duplicazione dei controlli sui laboratori, modificare le norme che producono equivoci, rendere costante il dialogo con le strutture del ministero”. COMP ETE IE ERG EN Comitato Italiano Gas SPERIENZ E· E·E NZ ISO 9001:2008 FORMAZIONE TECNICA PROFESSIONALE Gas combustibili I PRINCIPI – FORMAZIONE DI ALTO LIVELLO Il CIG dispensa formazione essenzialmente sulle norme di sua elaborazione e sulle sue Linee Guida, correlando le stesse alla legislazione pertinente e alla regolazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il sistema idrico Il CIG, garantisce un approccio indipendente, completo e rilevante per gli argomenti che tratta nei propri corsi, nella visione a 360°della natura specifica del settore del gas L’aggiornamento continuo degli argomenti dei corsi, unito all’aggiornamento continuo dei docenti è il valore aggiunto della formazione CIG I docenti del CIG, sono di provata competenza e vengono costantemente seguiti ed informati dalla struttura. Sono caratterizzati dalla capacità di trasferire la propria conoscenza attraverso efficaci metodologie didattiche, interventi vivi, dinamici e interattivi La metodologia didattica è caratterizzata da un taglio estremamente concreto e operativo, che affianca all’analisi teorica l’esame e la comparazione di casi pratici FORMAZIONE IN HOUSE Le nostre competenze sono applicate per: • Stabilire i parametri formativi per soddisfare le esigenze del mercato e delle Aziende • Sviluppare la formazione per le esigenze delle Aziende in progetti che richiedono conoscenza della legislazione comunitaria e delle norme tecniche internazionali • Aiutare le Aziende nell’individuazione di percorsi formativi per il loro personale • Accompagnare le Aziende in percorsi formativi speciali, mirati al raggiungimento degli obiettivi da esse fissati I VALORI Politica di partenariato Il CIG è disponibile a politiche di partenariato con altri operatori Professionalità L’integrazione con l’attività prenormativa, normativa e di supporto alla regolazione e alla legislazione, garantisce alla formazione CIG un livello di competenza difficilmente eguagliabile, assicurando ai partecipanti un servizio intellettuale di alta qualità Innovazione La reattività di fronte a situazioni mutevoli e proposte idoneamente misurate sono ritenuti gli strumenti necessari per sviluppare nuovi approcci nella formazione di oggi e per identificare i problemi Riservatezza Il CIG considera la privacy come una delle condizioni essenziali per il successo delle attività di formazione alla pari con l’alta qualità dei corsi proposti Certificazione La formazione del CIG risponde ai parametri di gestione della qualità della ISO:9001. Questo è un indubbio vantaggio per le aziende che a loro volta hanno un sistema di gestione certificato A CHI È RIVOLTA LA NOSTRA FORMAZIONE VANTAGGI DELLA FORMAZIONE CIG I corsi sono rivolti sia a coloro che rivestono livelli di responsabilità amministrativa e tecnica nelle aziende del settore, sia a quadri intermedi e responsabili di settori specifici che a tecnici di base • DI QUALITÀ CREDITI FORMATIVI Il CIG ha già stipulato alcuni accordi che consentono la concessione di crediti formativi ad alcune categorie professionali. Altri sono in corso di stipula • IMMEDIATA • COMPLETA PER MAGGIORI INFORMAZIONI CIG - Antonella Palmieri tel. 02 72490605 [email protected] Alba Fraccadori cell. 333 9882791 [email protected] GNL N ella seconda sessione della prima giornata del Forum UNI-CIG, come noto tenutosi a Milano il 21 e il 22 ottobre, il dibattito si è concentrato anche sugli impieghi diretti del GNL. Sotto l’abile azione del moderatore Rita Caroselli, direttore di Assogasliquidi-Federchimica, la discussione è stata vivace e variegata, toccando tutti i più recenti impieghi, nonché i progetti di prossima realizzazione. Si è così aperta la presentazione con una panoramica sulle novità normative (Fiameni CIG) per poi concentrarsi sulla tematica della qualità del gas (Vareschi GNL Italia); si è quindi affrontata la questione relativa agli sviluppi infrastrutturali (Mandella Higas), nonché le applicazioni relative alla mobilità so- stenibile (Merigo Naural Gas Vehicles System Italia) e le prospettive di impieghi innovativi (De Cecco Assogasliquidi). Infine la sessione si è chiusa sulle forniture di GNL per le aziende (Montorfano Liquidgas). Nelle pagine seguenti viene riproposta, intervento dopo intervento, l’intera panoramica della sessione sul GNL, nell’ottica di offrire al lettore sia il resoconto dettagliato e fedele delle singole presentazioni, sia il quadro completo e aggiornatissimo dello stato dell’arte del mondo GNL. CIG MAGAZINE 17 LO STATO DELL’ARTE NORMATIVO E LA NUOVA MAPPA DEI TAVOLI DI LAVORO NORMATIVI EUROPEI/INTERNAZIONALI di Cristiano Fiameni (Direzione Tecnica CIG) V edremo una sintesi delle principali attività in corso a livello europeo e internazionale; una sintesi perché l’attività ha avuto uno sviluppo piuttosto rapido, tanto che ci sono stati più incontri e si sono prese più decisioni negli ultimi sei mesi che negli ultimi sei anni! Certamente non è stato un fatto casuale, né le date sono state delle semplici coincidenze. La normazione non vive di vita propria, ma è inserita in un contesto mondiale, dove tutto il quadro industriale delle scelte strategiche porta la normazione a prendere determinati indirizzi. È fondamentale parlare di “IMO” (International Maritime Organization) attore importantissimo fino ad oggi poco presente sui tavoli CIG MAGAZINE 18 Comitati Tecnici CEN coinvolti dal Mandato M/533 CEN/TC 282 I t ll ti Installation and d equipment i t for f LNG Sector Forum Gas Infrastrucstrucure CEN/TC 301 Road vehicles CEN/TC 326 Natural Gas Vehicles - Fuelling and Operation internazionali del gas. Ne parliamo, invece, oggi perché coerentemente con la sua mission, l’IMO ha iniziato ad approvare una serie di regolamenti, obbligatori per i suoi associati, che hanno introdotto nel tempo limiti sempre più severi per gli inquinanti, in particolare per lo Zolfo. A partire da quest’anno c’è stata una riduzione a livello globale, ma soprattutto una riduzione drastica nelle aree ECA (aree ad emissioni controllate), che raccolgono circa il 90% di tutto il trasporto marittimo (tonnellaggio). Ci rendiamo quindi conto che i limiti sempre più severi sono diventati e diventeranno una sfida dal punto di vista tecnologico e ambientale e il GNL può rappresentare davvero la soluzione. In Europa – in risposta all’introduzione dei nuovi vincoli – è stata emanata la Direttiva 2014/94/UE (AFI) sulle infrastrutture per i combustibili alternativi. Questa direttiva ha vari obiettivi, fra i quali la riduzione della dipendenza dal petrolio e lo sviluppo delle infrastrutture per i combustibili alternativi, tra i quali sono compresi il gas naturale compresso (CNG) e liquefatto (LNG). Relativamente alla parte marittima, ci sono alcuni obiettivi importanti da raggiungere tra pochi anni (2025 e 2030) tra cui quello di avere un numero adeguato di punti di rifornimento di GNL. Per tali fini la direttiva richiede la disponibilità delle norme tecniche di riferimento. È dunque seguito un Mandato che è, di fatto, l’ordine di lavoro, nel quale è stato dato compito agli enti di normazione CEN (in l’Italia i referenti sono l’UNI e il CIG per la parte gas) e CENELEC, di collaborare per la stesura di norme che siano uno strumento per il raggiungimento CIG MAGAZINE 19 dobbiamo considerare l’attività internazionale svolta sullo stesso argomento. Ai comitati CEN, si affiancano i comitati ISO, che operano a livello internazionale e hanno un campo di attività in taluni casi sovrapponibile. A questo punto, si pongono almeno due domande: 1. ha senso duplicare il lavoro? Ovviamente la risposta è no; 2. come facciamo a rispettare i tempi così stretti del Mandato M/533? La prima soluzione, in termini generali, è quella di lavorare in parallelo, cioè di lavorare per elaborare delle norme che una volta approvate siano identiche e possano essere pubblicate come ISO (EN ISO in Europa). Questo almeno a livello di intenti; poi non è detto che ci si arrivi, ma comunque l’obiettivo resta quello di evitare GNL di questi obiettivi, peraltro con scadenze molto ravvicinate: 2016, al più tardi al 2017, ossia “dopodomani” dal punto di vista normativo. Ovviamente, il Mandato M/533 non richiede tutte le norme, ma quelle minime per poter soddisfare i requisiti della direttiva. Il CEN prende in carico la richiesta, comincia a valutare quali sono i comitati tecnici interessati e qual è il programma di lavoro potenziale. In questo caso, essendo le attività di tipo trasversale, i comitati interessati a livello CEN sono più di uno; quindi è stato affidato al Sector Forum Gas Infrastructure il compito di coordinare di questo lavoro. Ricordiamoci, però, che stiamo affrontando un tema di portata mondiale, e non più o solo limitato al continente europeo: CIG MAGAZINE 20 la duplicazione del lavoro. E questo si può ottenere attraverso gli strumenti a disposizione come il “Vienna Agreement”, dove le norme sono sviluppate a livello ISO e allo stesso tempo sono votate anche a livello CEN. Il vantaggio è dato dalla norma immediatamente applicabile su scala molto più ampia, dando certezze a tutti gli operatori; inoltre trattandosi di norme europee (EN), sono anche recepite in maniera obbligatoria da tutti gli enti di normazione europei, senza poter essere modificate, diventando quindi UNI EN ISO, BS EN ISO, ecc. Ma vediamo ora quanto è stato fatto di recente per il CEN/TC 282 (GNL), seguito in maniera La risposta al Mandato M/533 VIENNA AGREEMENT Norme EN ISO CEN/TC 282 Installation and equipment for LNG ISO/TC 67/SC 9 Installation and equipment for LNG ISO/TC SO/ C 8 Ships S and marine technology CEN/TC 301 Road vehicles ISO/TC 22/SC 25 Road vehicles CEN/TC 326 Natural Gas Vehicles - Fuelling and Operation ISO/TC 252 Natural Gas Vehicles - Fuelling and Operation diretta dal CIG. Vi è stata la pubblicazione proprio nei giorni scorsi della UNI EN 16903 sulle caratteristiche generali del GNL che ha sostituito una norma molto datata; un’altra norma sarà pronta a breve e riguarda la progettazione dei bracci per carico e scarico. Sono inoltre allo studio il progetto di revisione della EN 1473, per la progettazione delle installazioni a terra e quello che riguarda i depositi oltre 200 tonnellate e a pressioni maggiori di 0.5 bar; ciò dà la possibilità di disporre di installazioni che consentono molteplici utilizzi. A livello ISO esiste un comitato analogo a quello CEN, dalla struttura assai articolata, che è nato pochi mesi fa: all’inizio di quest’anno c’era solo un gruppo di lavoro. L’attività è stata giudicata talmente meritevole di sviluppo, che da un piccolo gruppo si è passati ad un intero sotto-comitato ISO/TC 67/SC 9. E tutto nell’arco di pochi mesi (marzoottobre). Quindi, considerando la rapidità del cambiamento a livello normativo, possiamo immaginare l’esistenza di interessi che convergono per CIG MAGAZINE 21 non vi sono solo i comitati che riguardano le installazioni, i depositi e la parte legata al trasporto su strada, ma anche quella marittima che è sicuramente preponderante da un punto di vista quantitativo; abbiamo un comitato ISO, sul trasporto marittimo, che ha già messo allo studio un progetto GNL avere norme applicabili su scala mondiale idonee a fornire risposte a tutte le domande degli operatori che devono investire nel settore. ISO/TC ha già elaborato una serie di norme mentre altre due sono state da poco messe allo studio: una riguarda le installazioni off-shore, seguita in maniera analoga dal comitato europeo; l’altra riguarda lo stoccaggio. Tra l’altro, è importante rilevare che il comitato europeo CEN/TC 282 nella sua prima riunione di maggio ha preso una decisione importante. Adottare subito il Vienna agreement partendo dall’idea di non perdere nemmeno un giorno, tutto quello che viene fatto a livello ISO deve essere recuperato anche in ambito CEN. Ciò è facilitato dal fatto che l’ente di normazione francese (AFNOR) – adeguatamente supportato, per potersi fare carico di questa attività, in termini di risorse e costi – si è preso in carico la gestione di entrambi i Comitati. Da ultimo dobbiamo considerare che essendo questa un’attività trasversale, CIG MAGAZINE 22 di norma molto ambizioso sul bunkeraggio. Ovviamente l’attività è proseguita anche per la parte concernente i punti di rifornimento stradali (CNG e LNG), attraverso l’elaborazione Il ruolo della normazione tecnica nello sviluppo il del d l GNL come combustibile b tibil Specifiche p e metodi di prova componenti Partenza M/533! Misura GNL Qualità GNL Livelli minimi di sicurezza dei progetti ISO/FDIS 16923 e ISO/FDIS 16924. • La conclusione a cui possiamo giungere è che il Mandato M/533, costituisce solo l’inizio di un percorso che dobbiamo compiere a livello normativo. La normazione, infatti, dovrà fornire una serie di risposte importanti nel tempo su vari temi: i componenti, perché non tutti sono normati; le pipeline per il GNL che ancora non dispongono di una norma specifica (argomento di rilevante interesse per gli operatori europei di trasporto del gas naturale). Per il futuro sono da valutare i temi seguenti:l’impatto sulla sicurezza, campo che ancora non è stato completamente valutato; • la misura, argomento non secondario, per il quale non sono ancora disponibili norme specifiche per il GNL; • la qualità del GNL. Tutto ciò per dire che siamo all’inizio del percorso, molto rimane da fare ma non perdiamo questa opportunità di sviluppo per l’intero settore. CIG MAGAZINE 23 LA QUALITÀ E L’INTERCAMBIABILITÀ DEL GNL di Giuseppe Vareschi (Responsabile esercizio commerciale di GNL Italia) C on questo intervento faremo un focus sugli impianti di rigassificazione GNL e sulla qualità del gas, cercando di fornire una relazione esaustiva pur nella limitatezza dei tempi concessi per la presentazione. Piccolo inciso prima di partire con l’esposizione vera e propria: a proposito dei terminali di rigassificazione in Europa, l’Italia è affetta da quello che io chiamo “nanismo criogenico”: abbiamo, infatti, tre soli rigassificatori nella nostra penisola, di cui uno è di GNL Italia; e sono tutti e tre differenti fra loro per tipologia e per età. Quello di Panigallia, di GNL Italia è stato il secondo in Europa. Concentriamoci su quello che è importante in termini di qualità del gas naturale e di caratteristiche. Teniamo d’occhio sostanzialmente due CIG MAGAZINE 24 parametri principali: la densità e l’indice di Wobbe. Alcuni dati: la temperatura della liquefazione del gas naturale è di circa -160 gradi centigradi e il rapporto tra fase gassosa e fase liquida è di 600 a 1! Questo è il motivo fondamentale per il quale il GNL è così utilizzato, soprattutto quando si parla di grosse distanze: in termini di migliaia di Km diventa competitivo rispetto alla pipeline. La catena del GNL è molto semplice (così come è schematizzata in slide), sostanzialmente caratterizzata da impianti industriali: la liquefazione consiste nell’estrazione dei gas dai giacimenti naturali, i quali poi nel corso del trattamento, subiscono un processo di purificazione e di rimozione di tutte le parti più pesanti e non solo l’acqua, per poi essere liquefatti e immessi in serbatoi criogenici, che poi sono sostanzialmente della stessa tipologia di quelli che vengono riutilizzati nella parte di rigassificazione; infine il gas sarà caricato su navi LNG, e portato, in linea di principio in tutto il mondo. Le maggiori produzioni di LNG oggi sono il Qatar, l’Australia, La catena del GNL Liquefazione Pompe sommerse Caricazione GNL Liquef. GNL Gas Naturale LNG • La composizione del GNL varia in funzione della provenienza. provenienza Ad es. es il GNL di Damietta ha una densità pari circa a 430 kg/m3 e il GNL di Arzew ha una densità pari a 465 kg/m3 Pontile Serbatoio di stoccaggio Purificazione e Trattamento Estrazione Rimozione Pesanti Trasporto • Lo stoccaggio e l’importazione viene fatta alla pressione pressoché atmosferica ed al punto di ebollizione; Rigassificazione Gas network GNL Pompe sommerse • Le navi metaniere durante il tragitto «perdono» circa lo 0,15% di liquido al giorno (principalmente metano e azoto); GNL Gas Naturale LNG Rigassificazione • La purificazione e trattamento prevede la rimozione spinta di tutti i componenti che a -160 °C solidificano principalmente acido solfidrico, solfidrico solfuri da mercaptani, mercaptani solfuri totali, anidride carbonica, acqua. Serbatoio di stoccaggio Pontile Discarica • Più lungo è il viaggio e maggiore è il grado di variazione della composizione del GNL CIG MAGAZINE 25 della gestione degli impianti di rigassificazione, soprattutto in situazioni nelle quali – come quella in corso di due dei tre impianti (italiani) – non c’è il ciclo di carico e scarico continuo, che è quella dell’invecchiamento del GNL insieme agli impianti. In termini tecnici, l’invecchiamento viene misurato attraverso l’evaporazione della miscela in fase di ebollizione, fenomeno che in gergo tecnico viene chiamato Boil Off Gas (BOG), e determina un mutamento delle caratteristiche del GNL. Quindi nel corso dei giorni e dei mesi e, malauguratamente anche degli anni, il GNL stoccato all’interno di qualsivoglia deposito, sia esso onshore che offshore, muta le proprie caratteristiche: diminuisce di quantità e incrementa sia la propria densità che il proprio potere calorifico/indice di Wobbe. Quindi è importantissimo in queste fasi soprattutto cercare di capire come, quanto e per quanto tempo il gas naturale liquefatto dovrà essere mantenuto stoccato all’interno del serbatoio. Come ordine di grandezza possiamo pensare a produzioni di gas naturale GNL Indonesia Trinidad de Tobago, e relativamente da poco gli Stati Uniti e il Canada che hanno dei grossi progetti di sviluppo. Sulla parte rigassificazione, è in parte il contrario: c’è lo scarico delle navi metaniere verso un serbatoio di stoccaggio, poi l’incremento prima di pressione e poi di temperatura, quindi viene rigassificato affinché possa essere immesso nella rete del gas naturale. Durante il tragitto, cioè iFl trasporto delle navi metaniere, dal punto di produzione/di liquefazione a quello di rigassificazione, il GNL modifica le proprie caratteristiche, in quanto essendo conservato sotto pressione atmosferica è in continua di ebollizione. Se all’inizio, quando viene caricato la nave, la sua densità può essere nell’ordine dei 430 – 460 Kg/m3 a seconda della presenza o meno di idrocarburi di ordine superiore, in fase di scarico, la densità sarà leggermente superiore in quanto i primi elementi ad evaporare sono quelli più volatili e quindi l’azoto e a seguire il metano (CH4). Questo porta a focalizzarci su uno dei punti nevralgici del tema CIG MAGAZINE 26 dell’ordine anche delle migliaia di tonnellate di metri cubi giornaliere a seconda delle dimensioni dei siti di stoccaggio. Ma dove va questo Boil Off Gas? Chiaramente a seconda del tipo di impianto che stiamo analizzando, potrà essere utilizzato per la produzione di energia elettrica (non è il caso di due dei tre impianti in Italia), oppure essere reimmesso nella rete di metanodotti. Il Boil Off Gas è caratterizzato da un range all’interno del quale è possibile o meno l’immissione all’interno della rete dei metanodotti. La formula dell’indice di Wobbe è quella che troviamo nei codici di rigassificazione e di rete, quindi di GNL Italia piuttosto che di Snam Rete Gas, è data dal rapporto del potere calorifico superiore diviso per il rapporto fra la densità fra la miscela di LNG e l’aria. In virtù di ciò è determinato un range nel quale il gas è considerato intercambiale, quindi può essere immesse nella rete dei metanodotti. Per quanto attiene alla parte di invecchiamento del LNG, la preoccupazione riguarda il superamento di certi valori dell’indice di Wobbe, valori tali da non poter essere ricevuto tout court all’interno della rete. Di conseguenza, tutti gli impianti di rigassificazione, soprattutto quelli che sono caratterizzati da un funzionamento discontinuo, devono dotarsi di facilities, affinché l’indice di Wobbe possa essere ridotto. Come? Semplicemente addizionando azoto, oppure aria. Ciò ovviamente anche nel caso in cui l’indice di Wobbe sia più basso del limite inferiore richiesto dalla rete; questo può verificarsi là dove dagli impianti di liquefazione arrivi un gas particolarmente puro, a concentrazione di metano, che peraltro è apprezzato, poiché dal punto di vista della combustione garantisce il miglior CIG MAGAZINE 27 Kenai in Alaska, perché è quello caratterizzato dal minor potere calorifico, il che vuol dire che è costituito solo ed esclusivamente da metano: praticamente non invecchia mai! Per quanto riguarda la catena di misura della quantità e qualità del GNL vanno gestiti all’interno degli impianti di rigassificazione – ma anche di liquefazione – tutta una serie di strumenti che danno sia la composizione del gas, che le caratteristiche del potere GNL rapporto stechiometrico e, in ogni caso crea minori problemi nella gestione dell’impianto di rigassificazione. Per i quantitativi assoluti le principali importazioni arrivano dal Qatar, dall’Australia, e dagli stati Uniti. Il sogno di ciascun gestore di impianto di rigassificazione, che funziona in fase alternata, per non dire a basso periodo di emissione, è quello di avere gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti, dalla penisola del CIG MAGAZINE 28 calorifico o altro. La slide rappresenta in maniera davvero sintetica quello che accade quando le navi arrivano al pontile, per scaricare il gas liquefatto verso l’impianto di rigassificazione, ovvero quando vengono ricaricate dall’impianto di liquefazione. Operazioni che richiedono strumenti di ogni tipo: indicatori di livello, di pressione, di temperatura per individuare poi la misura della densità dell’LNG e del potere calorifico, con cui si fanno i bilanci di energia necessari per le transazioni di tipo commerciale. In ambito internazionale, questo aspetto, ossia il calcolo di una formula così semplice come quella rappresentata nella parte bassa della slide, è oggetto di studi continui perché da essa dipende l’entità economica della spesa. Basta ricordare che le navi metaniere hanno una dimensione dell’ordine di 60000 m3 liquidi, fino ai 240000 m3 liquidi: si moltiplica per 600, si moltiplica per il prezzo a metro cubo del gas naturale e si deriva l’ordine di grandezza dei milioni di euro che sono in gioco per ogni singola discarica. La misura della quantità e della qualità del GNL a bordo di navi metaniere CIG MAGAZINE 29 LNG SARDEGNA, IL BINOMIO DI SUCCESSO VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE di Roberto Madella (Presidente Higas) R ingrazio per questo invito – in modo particolare il capitano Francesco Castorina – che ci permette di portare testimonianza della nostra esperienza in Sardegna. La società che oggi rappresento ha uno scopo ben preciso: costituire a Oristano in Sardegna un deposito di GNL di 9000 m3, all’interno del porto di Santa Giusta che si trova proprio alle porte della città di Oristano. È evidente che trasportare il gas liquido anziché la miscela gassosa in funzione delle distanze, può presentare dei vantaggi di carattere economico. Quando poi la condotta per trasportare gas diventa particolarmente onerosa, è chiaro che questo vantaggio diventa immediatamente tangibile. Veniamo a conoscere adesso il GNL come una fonte, nel particolare contesto sardo, CIG MAGAZINE 30 atta a sostituire i combustibili attualmente utilizzati, in quanto in Sardegna il gas naturale non è distribuito. Questo rappresenta e ha rappresentato negli anni passati un limite allo sviluppo, a causa del maggior costo delle altre fonti energetiche che si sono dovute impiegare. Oltretutto il GNL sta assumendo un ruolo importante anche in virtù delle sue caratteristiche merceologiche, soprattutto nell’uso come combustibile per motori. Ad esempio, nel settore navale, utilizzare il GNL al posto dei combustibili tradizionali, quali l’olio pesante o il diesel marino, porta immediatamente ad una riduzione delle emissioni delle NOx dell’ordine dell’80%, dell’anidride Il GNL come combustibile Direttiva 2012/33/UE carbonica dell’ordine del 30%, a riprova di quanto sia importante a riguardo del contenimento delle emissioni di carbonio in atmosfera, anche se si tratta di un combustibile di tipo fossile. Sulle emissioni di SOx l’abbattimento è del 100%, perché nel processo di liquefazione del gas lo zolfo deve essere rimosso. Stessa cosa per quanto riguarda le polveri sottili, l’abbattimento è dell’ordine del 90%. Quindi la conversione verso un combustibile di questo genere può effettivamente cambiare la qualità della vita alle popolazioni che abitano nelle città costiere. Non a caso dunque il GNL viene considerato ad oggi, dal punto di vista ambientale, una risorsa energetica pulita. Entro il 2025 occorrerà assolvere l’onere di garantire al “mondo navale” la dotazione dei porti di infrastrutture adeguate. L’estensione colorata in rosso visibile in slide indica dove questo obbligo è già vigente, quindi le navi che girano in queste zone sono in parte dotate di motore GNL, altre godono di deroga; comunque occorre considerare che solo nel nord Europa sono ad oggi in costruzione circa 60 navi che prevedono l’utilizzo di motori CIG MAGAZINE 31 CPL Concordia gestisce in Sardegna con proprie società dedicate, diverse reti di distribuzione Gpl. Queste reti sono state realizzate a seguito della promessa fatta sull’arrivo del metano in Sardegna. Invece il metano non è mai arrivato e la gestione di queste reti non è così profittevole con il Gpl come potrebbe essere col il GNL. Pertanto, CPL Concordia ha deciso di dotarsi di una struttura per avere il GNL in Sardegna. Da questo connubio è partita la progettazione del deposito un anno fa. Oltre a noi si è unita di recente una società norvegese, Stolt‐Nielsen. Si occupa di logistica, possiede navi per il trasporto di prodotti chimici, quali etilene, Gpl, e diversi terminal costieri, dove gestisce la ricezione di questi prodotti; oltre che un’infinità di iso-containers per la distribuzione capillare. Insieme abbiamo partorito la seguente idea: un deposito da 9000 m3 che sorge all’interno dell’area portuale di Oristano, fatta di serbatoi orizzontali a singola parete, contenuti all’interno di un contenitore di cemento. Questa è la soluzione di giusto equilibrio tra esigenze di conservazione GNL alimentati a GNL. E questo è un importante driver anche per lo sviluppo dell’industria navale. Non solo, ma entro il 2025 occorrerà altresì garantire l’inserimento del GNL anche come combustibile per autotrazione, con la costruzione delle stazioni di servizio che garantiscono anche agli automezzi e agli autocarri di potersi approvvigionare di GNL, trovando distributori sulle direttrici principali, al massimo ogni 400 km. Mezzi che utilizzano LNG sono sostanzialmente navi, camion e auto, nei quali il GNL viene utilizzato direttamente allo stato liquido: non c’è bisogno di un processo di rigassificazione. Però il GNL è facilmente vaporizzabile, in quanto essendo freddo basta esporlo a temperatura ambiente che gassifica; può essere utilizzato sia per il riscaldamento delle abitazioni, quindi distribuito a mezzo rete, sia per le automobili che per industria. HIGAS nasce da una joint venture, tra CPL Concordia e una società livornese che si chiama Gasandheat esperta del mondo navale, produce sistemi per contenimento per le navi per gas criogenici e sistemi di propulsione sulle navi. CIG MAGAZINE 32 del prodotto e caratteristiche economiche di sostenibilità del progetto che ci consentiva di esercire l’impianto. Perché la Sardegna? Innanzitutto perché la Sardegna non ha il gas naturale. Quindi è un mercato interamente aperto alla possibilità di sostituire le fonti energetiche tradizionali di origine petrolifera con il gas naturale. Ma perché Santa Giusta in particolare? Perché Santa Giusta si trova al centro della Sardegna e da qui possiamo raggiungere un po’ tutte le località dell’isola, con non più di due ore di trasporto in autobotte. Quindi si tratta di una destinazione sostanzialmente di breve raggio. In più la Sardegna ha recentemente – lo scorso aprile – inserito all’interno del proprio Piano Energetico Ambientale Regionale l’utilizzo del GNL come via preferenziale per la diffusione del metano all’interno della regione. E ha descritto l’utilizzo dei depositi costieri – esattamente come quello che abbiamo progettato – come una delle infrastrutture privilegiate per garantire l’accesso di questa nuova sostanza. Piano Energetico Ambientale Regionale (PEARS) fonte Regione Sardegna Piano d'azione dell'efficienza energetica regionale, documento stralcio del PEARS approvato con Del. n. 49/31 del 26/11/2013 «La Giunta regionale, con tale consapevolezza, si è posta l’obiettivo di aggiornare il Piano Energetico e Ambientale della Regione Sardegna (PEARS) allo scopo di assicurare una crescita sostenibile, garantendo al contempo la sicurezza e l’accessibilità garantendo al contempo la sicurezza e l accessibilità energetica a energetica a tutti i cittadini sardi a condizioni economiche che favoriscano la competitività del sistema produttivo regionale nel contesto nazionale e internazionale». «La Giunta Regionale indica pertanto nel GNL il vettore energetico «La Giunta Regionale indica pertanto nel GNL il vettore energetico preferenziale per l’approvvigionamento di metano della regione Sardegna». CIG MAGAZINE 33 precedente sito industriale; quindi si tratta di una riqualificazione, un valore aggiunto per il territorio. C’è già un’ampia banchina dove le navi possono attraccare e questo semplifica il procedimento di autorizzazione del processo. GNL In più per noi Oristano e la Sardegna sono anche strategici all’interno dell’Ambito del Mar Mediterraneo trovandosi esattamente al centro. Questo vuol dire facilitare l’approvvigionamento rispetto ai termini esistenti, con la possibilità di fare bunkeraggio con relativa facilità per le navi che sono in transito nel Mediterraneo. Il porto di Oristano, in particolare, ha delle altre caratteristiche che per noi sono molto favorevoli: è dotato di altre infrastrutture portuali, e questo ci garantisce una certa inter-operatività; ha delle reti civili – in particolare quella di Oristano è già stata costruita, e quella di Santa Giusta dovrebbe essere costruita a breve – che potrebbero assorbire spontaneamente una buona parte del porto che si sviluppa. Non si tratterebbe quindi di un problema da gestire, semmai, in questo caso diverrebbe una risorsa. La zona gode altresì di una certa parte di aree industriali – quelle evidenziate in rosso sulla mappa in slide – che possono essere facilmente raggiungibili tramite rete. Questa è la zona che noi abbiamo scelto, una zona dismessa, era già sede di un Perché Oristano Presenza di infrastrutture portuali di qualità Presenza nei due comuni limitrofi di possibili utenze civili ORISTANO AREE INDUSTRIALI P Presenza di due d zone industriali in prossimità dell’area portuale L’area in cui noi ci siamo insediati è di circa 16000 m2. Al momento abbiamo posizionato dei containers per 9000 m3, e lo spazio vuoto ci consente di espanderlo fino a 24000 m3 che indica la capacità di ricezione del deposito, considerando non più di due scarichi al mese da parte della nave con circa 7500 m3 di capacità; per cui il deposito dovrebbe essere in grado di erogare tra i 100 e 150 milioni di metri cubi di gas all’anno, SANTA GIUSTA INFRASTRUTTURE PORTUALI CIG MAGAZINE 34 che sono all’incirca un terzo del fabbisogno della regione Sardegna. Quindi c’è spazio per altre iniziative di questo genere e speriamo vengano avviate, perché non fanno altro che aiutare alla conversione di un sistema verso l’utilizzazione di un nuovo tipo di combustibile. A che punto siamo nello sviluppo del progetto? A buon punto per quanto concerne l’ottenimento delle autorizzazioni: contiamo di finire entro l’anno (2015) il completamento del processo autorizzativo. Dopodiché abbiamo stimato un tempo di circa due anni (2016-2017), per concludere anche la realizzazione del progetto. Da questo deposito esce quindi un prodotto sia gassoso che liquefatto per vari tipi d’uso: liquefatto chiaramente per autocisterne e gassoso per i distributori e l’utenza civile. Stiamo valutando l’aspetto della distribuzione del gas naturale in Sardegna per capire se e come sono applicabili le delibere sul costo della materia prima e sul costo del sistema della perequazione – perché oggi la Sardegna è fuori dallo stesso (non utilizzando gas naturale da rete) – dal sistema delle delibere dell’Autorità. Evidentemente si tratta di aspetti molto importanti, impattanti, dal punto di vista della valutazione economica dell’attività. CIG MAGAZINE 35 GNL PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE di Flavio Merigo (Direttore tecnico di Natural Gas Vehicles System Italia) A me spetta dare una visione un po’ differente da quanto visto finora. Si tratta di verificare quale sia l’utilizzazione del GNL nel trasporto e quali possano essere le implicazioni. Vorrei condividere con voi, brevemente, un tipo di analisi che ci consente di verificare quali siano le cose che abbiamo già fatto per l’uso del GNL in autotrazione, cosa manca e che cosa dobbiamo fare perché questo diventi un carburante di riferimento. Innanzitutto, ricordiamoci che il GNL deriva dal gas naturale, il quale è un punto di riferimento costante per l’Italia, per il sistema energetico nazionale e per l’autotrazione. All’interno del sistema nazionale opera il consorzio NGV, che raggruppa, relativamente alla CIG MAGAZINE 36 mobilità, tutti gli operatori professionali, le case automobilistiche, i sistemar manufacturing, i produttori di gas. La mobilità comporta anche la scelta del mezzo con cui muoversi e l’impatto sulla sostenibilità, affinché si riduca l’impatto sull’ambiente. Come si diceva il GNL deriva dal gas naturale, che come carburante sta avendo un grande successo nel mondo. Per l’Italia si tratta di un business molto importante, perché oltre il 62% dell’installato nel mondo viene ogni anno dall’Italia. L’Italia è il 7° paese al mondo per quanto riguarda il numero dei veicoli circolanti, per circa 960.000 veicoli privati e 3800 autobus che sono alimentati a gas naturale; ci sono a oggi 1082 stazioni di rifornimento, 33 in autostrada, 8 delle quali sono alimentate con L-CNG e, finalmente, oggi, anche due stazioni di rifornimento a LNG. Il settore occupa circa 20.000 addetti e ha un giro di affari di circa 1,7 miliardi di euro: questo in breve è il sistema italiano. Partiamo dalla campagna che lo scorso anno NGV Italy, insieme alle associazioni di categoria, ha lanciato, ponendo la seguente domanda: dopo 80 anni di uso del gas naturale, quali sono i punti di forza e di debolezza? Se dobbiamo pensare a un nuovo carburante, dobbiamo considerare le cose che ci servono, le cose che abbiamo già fatto e quelle che dobbiamo fare. CIG MAGAZINE 37 GNL Punti di forza che sono stati individuati dal campione intervistato: il 46% ha dichiarato che usa il gas naturale per i motivi di risparmio mentre al secondo posto (32%) troviamo ragioni di natura ambientale; applicando il teorema di Pareto fanno insieme circa l’80%. Dunque sono questi i due aspetti fondamentali. Per quanto riguarda i punti di debolezza, sono stati indicati in primis la rete distributiva – da notare come solo il 27% del campione intervistato era composto da soggetti possessori di veicoli alimentati a gas naturale –, poi i costi dei veicoli a gas naturale e in alcuni casi anche le performance. Coloro che si sono lamentati delle perfomances sono evidentemente i non possessori di veicoli a gas naturale. Peraltro questi ultimi grazie alle nuove tecnologie possono oggi vantare un motore molto simile a quello a benzina. Fondamentale per lo sviluppo del GNL è la definizione di un’adeguata politica sui prezzi dei carburanti. Il differenziale del prezzo dei carburanti negli ultimi anni si è più o meno mantenuto costante, e questo ha consentito l’armonico sviluppo del gas naturale. D’altra parte, in altra analisi, fatta dall’Iveco per quanto riguarda il confronto dello Stralis (Nome del camion a motrice) alimentato a gasolio e alimentato a GNL, emerge un maggior costo (in acquisto) per la motrice alimentata a GNL, che però mostra un consistente risparmio sul fronte del carburante. È chiaro che questo consente ai veicoli per il trasporto, specie quello pesante, di avere buone prospettive per il futuro se alimentati a GNL. Poi vi è il vantaggio ambientale, l’analisi fatta sempre da Iveco sui suoi motori mostra andamenti simili a quelli del settore marino precedentemente illustrato dai colleghi. In particolare vi è una riduzione del 35% del NOx, 95% CIG MAGAZINE 38 di particolato, 10% di CO2 (per il settore marino era un po’ più elevato). Venendo agli aspetti negativi, occorre chiedersi come mai le stazioni di rifornimento crescano così lentamente? Ci si domanda se occorra prima favorire lo sviluppo della rete o la diffusione dei veicoli? Abbiamo osservato che mettendo in collegamento il numero dei veicoli alimentati a gas naturale con le stazioni, c’è una soglia al di sotto della quale non bisogna andare affinché la stazione abbia la possibilità di rientrare dell’investimento. Se invece, com’è successo in tanti paesi (come la Germania), dove il numero delle stazioni è cresciuto improvvisamente ma in assenza di un numero sufficiente di veicoli GNL per poterle sostenere, il business del rifornimento ha cominciato a cedere. Questa è un errore che dobbiamo assolutamente evitare per sviluppare in futuro l’utilizzo del GNL quale carburante per autotrazione. Per quanto riguarda il costo dei veicoli in questa prima fase in cui non vi sono numeri sufficienti per la produzione di massa, i costi sono più elevati. Però il maggior onere che è dato dall’acquisto CIG MAGAZINE 39 In particolare, per quanto riguarda il LNG, vi sono le norme che riguardano tutti i componenti che vengono utilizzati in autotrazione: di conseguenza, dal punto di vista della normativa tecnica e dal punto di vista dei dispositivi di legge e regolamentari, si ha la piena copertura. Per quanto riguarda l’applicazione, nel settore, gli OEM devono sottostare al regolamento ECE/ ONU 110, i system manufacturing devono sottostare ai regolamenti ECE/ONU 110 e 115, e l’officina dovrebbe, qualora, finalmente fosse recepito, sottostare al regolamento ECE/ONU 115. Per quanto riguarda la tecnologia non vi sono problemi; negli ultimi periodi sono stati fatti grandi investimenti: abbiamo nuovi motori nella fabbricazione dei quali si è posta molta attenzione alle emissioni, abbiamo nuove possibilità di installazione delle bombole e dei serbatoi all’interno del veicolo. Dunque che cosa dobbiamo temere per il futuro? Qual è l’anello debole della catena? C’è, in effetti, un grosso problema che noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle e che stiamo ancora sperimentando per quanto GNL iniziale del veicolo, ovviamente mitigato dal vantaggio per l’ambiente e dal differenziale di prezzo del carburante. Un altro problema che evidenziato dai nostri utenti, era il possibile deprezzamento dell’usato; ma anche questo viene smentito dalle statistiche italiane. I dati sono diffusi dal Ministero dei trasporti e rendono conto dei passaggi di mano dei veicoli. Dopo un certo numero di anni, orientativamente i primi tre o quattro, c’è ancora un gran numero di veicoli che viene venduto e passa di mano. E vi sono veicoli che vengono venduti anche dopo 20 anni di attività! Una delle difficoltà che veniva manifestata dal campione riguarda il rischio di deflagrazioni. Per quanto concerne la sicurezza, come già ricordato, la normativa in questione è emanata da ISO TC 22/SC 41 – che io presiedo – che si occupa specificatamente di tutte le applicazioni del gas per autotrazione. Nel suo ambito c’è un gruppo di lavoro che si occupa specificatamente di tutti i veicoli che sono alimentati a LNG. Poi all’interno del già citato SC 41, è stata elaborata una norma per tutti i componenti che vengono utilizzati nell’autoveicolo. CIG MAGAZINE 40 riguarda il gas naturale: la competenza dell’officina. I veicoli devono essere mantenuti, devono essere preparati, devono essere fatte le manutenzioni in tempi regolari. E l’officina ha una sola norma di tipo volontario, la EN 13423 che dovremo rivedere a breve. Non esistono attestati obbligatori, non è costretta a sottostare alle regole volontarie di applicazione come fanno gli OEM, non c’è evidenza dei controlli tecnici che effettuano e del controllo della qualità (si ricercano continuamente prodotti a basso costo). L’unica norma che si applica è quella sulla responsabilità da prodotto. Occorre elaborare norme tecniche che riguardano la qualità dell’officina, e che siano di riferimento per la conformità. E per fare questo, è fondamentale, che venga sviluppata una campagna di formazione per la qualificazione e certificazione delle competenze, allo scopo di assicurare gli utenti affinché, una volta in possesso dei veicoli alimentati a LNG, abbiano la possibilità di mantenerli nelle stesse condizioni iniziali. Concludo con una massima di Einstein: “apparentemente andar avanti solo su una strada può sembrare, una follia, ma la vera follia è pensare di fare sempre le stesse cose credendo di ottenere risultati diversi”. CIG MAGAZINE 41 LE PROSPETTIVE DI IMPIEGHI INNOVATIVI DEL GNL di Filippo De Cecco (Segretario gruppo GNL Assogasliquidi) R ingrazio innanzitutto il CIG per avermi invitato a tenere questa relazione, che riguarda gli impieghi innovativi del GNL, di cui una buona parte sono già stati illustrati dai relatori che mi hanno preceduto. Il sistema della liquefazione del gas naturale viene utilizzato nel trasporto da decenni, e, come ci ha documentato esaustivamente GNL Italia, va normalmente distribuito attraverso la rete di distribuzione del gas naturale in quanto precedentemente rigassificato e utilizzato per usi tradizionali. Da qualche anno, a questi usi tradizionali si è affiancato un uso innovativo che sostanzialmente sta suscitando grande interesse non solo a livello italiano o europeo, ma anche a livello mondiale. CIG MAGAZINE 42 Il mercato del GNL è molto vasto, e all’interno di questo, il mercato dello Small Scale LNG rappresenta certamente una parte molto piccola. Però sta destando un notevole interesse, lasciandone intravedere uno sviluppo interessante. Recentemente, la International Gas Union (IGU) nel World Congress che ha tenuto a Parigi, ha presentato un’interessante memoria sullo Small Scale LNG. In questa memoria, proprio nelle parti iniziali, individua tre diversi drivers, che possono guidare lo sviluppo della distribuzione in questo settore specifico, ossia il gas che viene distribuito e utilizzato direttamente in forma liquida. Questi drivers sono di carattere economico, legati principalmente al prezzo del prodotto; di carattere regolatorio, legati alle scelte di strategia energetica a livello macro-regionale; e di carattere macro-economico, legati a Il Mercato del GNL Il mercato mondiale del GNL è enorme Solo S l una parte del d l GNL distribuito di ib i nell mondo d è iindirizzato di i a utilizzi ili i iinnovativi i i L’interesse per questi utilizzi sta crescendo notevolmente negli ultimi anni CIG MAGAZINE 43 crescita dell’industria. È evidente invece come in Europa, i fattori legati alla regolamentazione rappresentano il driver primario per lo sviluppo del GNL. Infatti, abbiamo assistito all’inizio di quest’anno a importanti espressioni della Commissione Europea riguardo alla politica e strategia energetica del nostro continente, perché la regolamentazione europea deve rispondere ad alcune necessità che sono davanti agli occhi di tutti quanti: la scarsa indipendenza energetica, che lega i nostri paesi a pochi fornitori; la frammentazione degli approvvigionamenti energetici, che diminuisce Lo Small Sale LNG E’ evidente come in Europa i fattori legati alla regolamentazione rappresentino il driver primario per lo sviluppo del GNL GNL esigenze di sviluppo interno dei mercati. La stessa IGU, pone un’evidenza importante: la distribuzione GNL è complessa e proprio perché in una fase da start-up, sconta economie di scala poco favorevoli, ma offre il vantaggio a un settore maturo come quello del gas naturale di raggiungere nuovi mercati. In questo documento viene riportata questa bella immagine, in cui il mondo viene diviso in vari colori: l’arancione è il driver ambientale, che viene considerato neutrale in tutto il mondo, perché tutto il mondo riconosce al GNL il vantaggio ambientale rispetto ai carburanti e combustibili fossili. Però possiamo vedere nei paesi produttori di gas naturale, che la spinta maggiore all’utilizzo del GNL è quella relativa al costo della materia prima; nei paesi in forte sviluppo le esigenze energetiche importanti non riescono probabilmente ad essere soddisfatte dall’infrastruttura della distribuzione tradizionale, e quindi lo Small Scale, la distribuzione di GNL, riesce a soddisfare le esigenze di CIG MAGAZINE 44 il potere contrattuale sui mercati; gli aspetti ambientali che la obbligano ad avere energia sempre più pulita. Contemporaneamente, l’Europa cerca di darsi delle risposte a queste esigenze, ponendosi degli obiettivi che sono quelli dell’integrazione energetica, come strumento per ottenere energia di qualità a condizioni più competitive; la diversificazione delle fonti energetiche, strumento per garantire la sicurezza agli utenti; e il gas come strumento per ridurre l’impatto ambientale. Proprio in quest’ottica, sono nate fra le altre, la direttiva di cui abbiamo già sentito parlare diffusamente sulle infrastrutture per la distribuzione di carburanti alternativi, che comprende i carburanti gassosi, fra cui il GNL, e quella sui combustibili marini, che parla di tenore di zolfo, di performances emissive nell’ambito marittimo. E per rispondere alle performances richieste certamente il GNL CIG MAGAZINE 45 quanto il terzo sarà l’oggetto della prossima relazione ad opera di Massimiliano Montorfano; evidentemente questi impieghi sono: l’alimentazione dei mezzi pesanti per il trasporto delle merci, il bunkeraggio per le navi, gli usi industriali e civili. Al riguardo volevo solo dare un contributo rapidissimo sul mondo navale: come è stato detto, nei mari del nord si è già sperimentata un’applicazione importante del GNL, ma non dobbiamo dimenticare che fino a qualche tempo fa, nel mondo del trasporto marittimo l’utilizzo di combustibili non era riconosciuto e la progettazione di navi propulse con motori alimentati con combustibili gassosi non era ancora stata realizzata. Di recente, il 12 giugno di quest’anno nella riunione dell’IMO è stato approvato il codice IGF che contiene le prescrizioni obbligatorie per la progettazione, installazione e controllo e utilizzo di macchinari che utilizzano combustibili gassosi come il GNL. In Italia, sappiamo che Costa Crociere ha pubblicato la notizia GNL rappresenta un importante alleato del settore marittimo. Sappiamo che non è l’unica strada che il mondo armatoriale marittimo sta seguendo, ma è certamente un’importante scelta strategica. Cosa succede in Italia? Ci stiamo allineando alle direttive della Commissione Europea e puntiamo sul GNL quale combustibile alternativo per la differenziazione delle fonti energetiche, per la riduzione delle emissioni inquinanti e il risparmio sui costi energetici. Tornando a quanto diceva l’ing. Madella a proposito dei traghetti che si distaccano dalla banchina emettendo pesante fumo nero, certamente oltre agli aspetti del rifornimento di combustibile, le autorità portuali si stanno ponendo la problematica dell’alimentazione di tutte le utenze delle navi quando sono ormeggiate. E quindi anche lì, il GNL, può rappresentare un elemento importante per rispondere a richieste ambientali serie, che hanno ripercussioni su tutte le città dotate di attrezzature portuali. Fin qui abbiamo parlato di due dei tre impieghi innovativi, in CIG MAGAZINE 46 di avere investito in tre navi da crociera propulse a GNL. A Messina, una società impegnata nel trasporto marittimo locale ha informato recentemente di avere in progetto 2 unità bi-fuel, di cui uno è il GNL. Per chiudere; è da evidenziare che è stato fatto molto in Italia, soprattutto la diffusione e prime applicazione delle guide tecniche per i Vigili del Fuoco, per la prevenzione incendi degli stoccaggi di GNL per tutti gli utilizzi. È in fase di conclusione la consultazione del piano strategico nazionale sull’utilizzo del GNL in Italia, e primi risultati dei progetti CEF per la realizzazione di infrastrutture di stoccaggio. Ancora tanto rimane da fare: principalmente la semplificazione e centralizzazione dei processi autorizzativi delle infrastrutture strategiche di stoccaggio, una fase molto delicata che deve garantire tempi certi per evitare enormi rallentamenti nella realizzazione dei progetti. CIG MAGAZINE 47 L’ENERGIA PULITA DEL GNL PER LE AZIENDE di Massimiliano Montorfano (Responsabile vendite Italia grandi impianti industriali e GNL Liquigas) C i occupiamo di GPL dal 1936 e siamo una delle aziende che ha introdotto il GNL in Italia, anche perché ci siamo resi conto, sempre nell’area off grid, che ci sono nel centronord d’Italia oltre 41.000 realtà aziendali che ancora stanno utilizzando olio combustibile, gasolio o altre fonti di energia altamente inquinanti. Quindi per noi è un mercato importante e due anni fa è stata fatta questa ricerca, per la quale un 65% delle aziende desiderava capire cosa fosse il GNL. Quali sono tutti i vantaggi del GNL? Se ne è parlato a sufficienza in tutti gli interventi che mi hanno preceduto, vantaggi che sono sostanzialmente legati alla riduzione delle emissioni nell’ambiente. CIG MAGAZINE 48 Mi interessava maggiormente mostrarvi quali sono le aziende della Liquigas che stanno già beneficiando di tali vantaggi. Ci sono aziende importanti che hanno ridotto di oltre il 20% le emissioni di CO2 e dell’80% quelle si SOx. Ci sono aziende Minori emissioni di CO2 Ipotizziamo di considerare sempre gli stessi consumi energetici ton/anno GNL : 183.6 GASOLI O : 267.4 GPL: 214.6 BTZ : 246.8 Circa lʼ25% in meno rispetto alle emissioni derivanti dal BTZ Circa lʼ14% in meno rispetto alle emissioni di GPL importanti che hanno scelto il GNL, sia “Levissima” che il gruppo “Nestlé”, il gruppo delle “Acque Norda” e ultimamente abbiamo installato un impianto GNL nello stabilimento FiatChrysler di Balocco. Ci sono poi altri clienti meno noti come brand ma, evidentemente, altrettanto importanti per noi. Dove carichiamo il prodotto? All’estero in quanto oggi non possiamo averlo in Italia. Abbiamo già fatto 130 viaggi di cui 70 attraverso ruota e 60 attraverso iso-containers via treno da Rotterdam, con destinazione Verona. Il vuoto legislativo oggi è stato colmato, e quindi c’è una migliore situazione tecnica Minori emissioni di SOx Ipotizziamo di considerare sempre gli stessi consumi energetici ton/anno GNL : 0.0018 GASOLIO 0.0169 GPL: 0.0018 BTZ : 0.0169 Circa lʼ80% in meno rispetto alle emissioni derivanti dal BTZ e dal GASOLIO Confrontabili con quelle derivanti dal GPL CIG MAGAZINE 49 Un altro cliente, uno di quelli che abbiamo citato, con noi da circa un anno, ha fatto un importante intervento sulla centrale termica a olio combustibile e anche qui i ritorni si sono potuti registrare al di sotto dei tre anni. Quasi nessuna emissione di NOx Ipotizziamo di considerare sempre gli stessi consumi energetici ton/anno Quasi nessuna emissione di PM10 Ipotizziamo di considerare sempre gli stessi consumi energetici ton/anno GNL : 0.0004 GPL: 0.0012 BTZ: 0.0018 GASO LIO 0.0018 GNL che sicuramente facilita l’installazione dei nostri impianti. Per quanto concerne gli usi, l’impianto tipo è molto semplice: c’è un serbatoio criogenico, un vaporizzatore atmosferico, uno scaldatore elettrico due punti di regolazione e un sistema di telemetria. Quest’ultimo per noi è molto importante, perché il sistema di telemetria rappresenta una sicurezza per la prevenzione degli infortuni. Quali sono i vantaggi economici per il cliente? Brevemente, li abbiamo visti su un cliente importante che ha scelto un impianto di GNL in cogenerazione, con dei pay back interessanti sotto i due anni. Inquinante: Polveri sottili Pericolosità: Principale Inquinante dei centri urbani Quasi il 100 % in meno rispetto alle emissioni derivanti dagli altri combustibili GNL : 0.0001 65 GPL: 0.169 2 BTZ: 0.234 HO 0.2806 Inquinante: Ossido di azoto Pericolosità: Uno dei principali fattori inquinanti Quasi il 100 % in meno rispetto alle emissioni derivanti dagli altri combustibili ECONOMIA CIG MAGAZINE 51 E IL MERCATO DELL’INSTALLAZIONE RESISTE ALLA CRISI E TORNA A SORRIDERE di Pietro Mezzi L a due giorni di Forum UniCig 2015 è stata l’occasione per discutere di qualità, di innovazione, di regole, di norme, di Italia e di Europa. Ma è stata anche l’occasione per approfondire lo stato di salute del mercato dell’installazione, alle prese con una crisi senza precedenti, ma che alla fine, dati alla mano, ha restituito un settore che è ancora in piedi, che ha resistito e che, come ha detto qualcuno, ne è uscito vincitore. Un settore che ha saputo reagire decisamente meglio rispetto al comparto delle costruzioni e che, alla fine, all’interno dello stesso, ha oggi un peso maggiore e un profilo decisamente innovativo. E che chiude il 2015 con un segno positivo. La fotografia del settore italiano dell’installazione è stata scattata da due apprezzati interventi: quello del direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, e del responsabile CIG MAGAZINE 52 nazionale installazione impianti degli artigiani del Cna, Guido Pesaro. Il direttore del Cresme ha fornito nuovi dati sullo stato del comparto degli impianti in Italia, frutto di uno studio commissionato da Cna, Anima, Angaisa, Assistal e mostra convegno Expo-Comfort allo stesso ente di ricerca romano. “Dopo anni di crisi – ha affermato Lorenzo Bellicini – nel settore delle costruzioni registriamo un andamento positivo. Possiamo affermare, quindi, che si chiude il cosiddetto sesto ciclo edilizio e si apre quello successivo, il settimo. Ma che ciclo sarà? Sarà sicuramente molto diverso dal passato, in cui la tecnologia e gli impianti saranno i protagonisti della nuova fase. Già oggi, infatti, il valore del comparto impiantistico sul totale del mercato delle costruzioni è pari al 30%, contro il 20 di alcuni anni fa. La crisi ha certo colpito anche questo settore, ma in maniera non comparabile rispetto a quanto avvenuto per le costruzioni. Quasi si può dire che il comparto degli impianti esce vincitore dalla crisi. Infatti, dal 2008 al 2013 il settore perde il 3,8% delle imprese, mentre gli altri comparti delle costruzioni fanno registrare un meno 16%. Per l’occupazione il confronto è ancora più evidente. Tanto che la dimensione media delle imprese che operano nell’impiantistica è oggi maggiore rispetto a quello delle costruzioni. Si può quindi affermare che questo comparto sta diventando qualcosa di diverso dal suo passato e da quello delle costruzioni”. Il direttore del Cresme snocciola altre cifre, che aiutano a comprendere le differenze con il mondo delle costruzioni: nel periodo 2008-2013, le ore lavorate nel segmento degli impianti hanno fatto registrare un meno 4,6%, mentre il settore delle costruzioni ha subìto un calo del CIG MAGAZINE 53 impiantistica sull’intero comparto delle costruzioni. Nel 1991, gli impianti rappresentavano il 22 per cento delle imprese e il 20 per cento dei lavoratori, nel 2011 la prima percentuale è cresciuta al 26 per cento del totale, la seconda ha superato il 30 per cento”. Ma per il rappresentante del Cna sono cambianti i cosiddetti driver del mercato: vi è stata infatti una crescita della spesa per gli impianti dovuti a diversi fattori, come la crescita dell’attività di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, il maggior utilizzo delle energie rinnovabili, l’aumento della componente tecnologica degli impianti stessi, lo sviluppo della banda larga, l’utilizzo del postcontatore gas e, infine, l’ingresso delle tecnologie di contabilizzazione del calore. “Siamo di fronte – ha concluso Pesaro – a un mercato sempre più complesso e innovativo, all’aumento delle componente tecnologica degli impianti che modifica e innova il prodotto edilizio e a un maggior valore degli impianti rispetto al passato. L’edificio, insomma, da un involucro di mattoni all’interno del quale sono installati gli impianti, si sta trasformando in un insieme di impianti contenuto da mattoni”. ECONOMIA 31%; il fatturato ha avuto un meno 2,4%, contro il meno 35%; gli investimenti meno 3,7%, contro il meno 59,7%. “Il settore dell’impiantistica – ha concluso Bellicini – ha quindi retto l’impatto della crisi. Complessivamente siamo di fronte a un settore che vale 760 mila addetti, fattura 113 miliardi di euro, muove 188 mila imprese che operano nella fabbricazione, distribuzione e installazione, di cui circa 9 mila produttrici, 30 mila distributrici e 150 mila specializzate. Un mercato che le nostre stime per i prossimi anni prevedono in crescita costante: più 1,6% per l’anno che si sta chiudendo, più 4,1% per il prossimo, più 4,6% per il 2017 e più 5,5% nel 2018. Gli impianti insomma saranno i protagonisti del prossimo futuro, per due ordini di motivi: il mondo è sempre più tecnologico e perché c’è ancora molto da fare”. Il responsabile del Cna ha svolto una fotografia del settore della installazione degli impianti in Italia: un settore che negli ultimi vent’anni ha raddoppiato sia il numero delle imprese sia degli addetti: da 74 mila a 151 mila le prime, da 272 mila a 487 mila i secondi. “Ma a crescere – ha sostenuto Guido Pesaro – è anche il peso dell’installazione CREDITI Photos© Shutterstock COPERTINA Foto: himco21.com EDITORIALE Video: forumcig.it/video Archiviata con soddisfazione l’edizione 2015 sono già iniziati i lavori per l’edizione 2016 SCENARIO Il Forum Uni-Cig 2015. La sfida della qualità come obbligo sostenibile GNL La qualità e l’intercambiabilità del GNL GNL GNL per la mobilità sostenibile ECONOMIA E il mercato dell’installazione resiste alla crisi e torna a sorridere Video: forumcig.it/video Foto: en.wikipedia.org Foto: en.wikipedia.org Foto: Cna Prato e Vicenza e Confartigianato IMPIANTI a GAS IMPIANTI a GAS a regola d’arte a regola d’arte Un manuale pratico che spiega ed aiuta ad applicare Un manuale pratico che alaiuta meglio spiega ed ad la applicare norma UNI 11528 al meglio la norma UNI 11528 Milano: Roma: Milano: tel 0270024200 fax 025515256 tel 0669923074 fax 066991604 tel 0270024200 [email protected] www.uni.com www.youtube.com/normeUNI www.twitter.com/normeUNI [email protected]