81 finestrino di un pullman ma non ricordi cosa
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81 finestrino di un pullman ma non ricordi cosa
Falso movimento finestrino di un pullman ma non ricordi cosa hai scritto sulle pagine del tuo importantissimo manoscritto, talmente importante da giustificare che hai spedito qualcuno per strada facendolo passare dal finestrino?”. L’episodio del finestrino giustifica il motivo per cui Herzog impiegò due giorni e mezzo per scrivere l’intera sceneggiatura, altrimenti forse ci avrebbe messo solo la durata del viaggio. La produzione partì dopo nove mesi di preparazione. Il regista rubò una cinepresa dalla scuola di cinema di Monaco. Pagò profumatamente alcuni indigeni per catturare 400 scimmie da utilizzare nel film, promettendo di dare l’altra metà a riprese ultimate, ma i nativi intascarono la somma e vendettero il carico a grossisti (sic) di Miami e Los Angeles. Quando Herzog sbarcò in Perù e capì il raggiro si finse veterinario, prese le scimmie e fuggì verso il set, poi le liberò nella giungla. Tutto nacque così. Negli extra del DVD lo stesso regista racconta che buona parte del cast lo trovò mentre leggeva i cartelli stradali a Lima. Nella prima sequenza ci sono innumerevoli indios che scendono una montagna ripida. Lo stesso Herzog racconta che doveva fare avanti e indietro per il sentiero perché gli indios non volevano scendere quelle stradine ripidissime e a strapiombo nel vuoto. Li convinceva promettendogli la memoria eterna. E poi, naturalmente, c’era Klaus Kinski. L’attore tedesco era già piuttosto famoso in Germania, anche per la sua fama di uomo dal temperamento esplosivo e violento. Herzog e Kinski diedero il via a uno dei sodalizi indimenticabili del cinema, girando insieme ben cinque film (oltre ad Aguirre contiamo: Cuore di vetro, Nosferatu, Woyzek, Fitzcarraldo), ma diciamo che non avrei voluto essere nei paraggi durante le riprese. Kinski arrivò pieno di uno spirito esaltatissimo, che lo faceva tanto salire in cielo quanto sprofondare all’inferno. Si dichiarò pronto a tutto, ma quando vide le piogge incessanti iniziò a infuriarsi e a litigare con tutti. Si trasferì allora in un hotel, insieme alla moglie vietnamita, ma le piogge dovevano dargli un incredibile fastidio, visto che passava il tempo a picchiare la moglie e a trascinarla sul pavimento. Immagino questa disgraziata, ignara forse della lingua che parlava il marito. Senza dubbio chiunque parlava una lingua diversa da quella di Kinski. Herzog pagò di nascosto il padrone dell’albergo perché tenesse ancora in camera l’intrattabile cliente. Sul set le cose non andarono meglio: Kinski attaccava briga con chiunque, compreso gente che non ci avrebbe pensato due volte a prenderlo a mattonate. Pare che gli indios, giunti a un tale livello di disperazione, stessero pensando di ucciderlo nel sonno, ma per intercessione del regista desistettero. Chi lo minacciò con un fucile fu proprio Werner Herzog. Il grande attore intimava di abbandonare il film e il regista sapeva bene quale importanza aveva il suo protagonista, nonostante avesse la capricciosa riottosità di un cavallo cresciuto allo stato brado. Herzog, allora, corse agli estremi rimedi: imbracciò il fucile e lo puntò verso Kinski, convincendolo che prima avrebbe sparato a lui, e poi a se stesso; e a quanto pare la cosa funzionò, perché nel film il volto emaciato e spiritato di Aguirre è proprio quello del biondo Kinski. A proposito di divismi: Kinski recita anche in un piccolo ruolo dentro Per qualche dollaro in più (1965). Al di là del fatto che fosse ancora molto giovane e molto meno famoso, mi sono sempre domandato: come avrà reagito Sergio Leone alle intemperanze del suo attore? Nuove direzioni • n. 9 maggio-giugno 2012 81