e se fosse gay? - Comune del Parco di Braida
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e se fosse gay? - Comune del Parco di Braida
il MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA, ANNO 2 N° 12 - MAGGIO 2006 Distribuzione gratuita sasso lino ...E SE FOSSE GAY? S C R I V E R E D I S A S S U O L O il punto di Fabio Panciroli RIPAVIMENTARE LA CITTÀ DEL JAZZ Anche con le piastrelle si può fare solidarietà, anche con metri quadri di gres porcellanato si può aiutare chi ha bisogno; soprattutto se si tratta di uno stato intero, quella New Orleans devastata dall’uragano Katrina. Il Coverings 2006, quello del ventennale, ha voluto così ricordare quella città che fu sede dell’edizione 2001 della manifestazione, la città del Jazz, quel luogo simbolo dell’immaginario collettivo come meta ideale di un turismo di relax, musica divertimento, quello stato che racchiudeva in sè, nella sua sola “Barbour street” un coacervo di nazionalità, idiomi e religioni degno della più moderna “globalizzazione”: gli spagnoli, gli inglesi, i francesi, i cattolici, gli anglicani, i “gay” e i “ninfomani”. “Si tratta di un’iniziativa che abbiamo sperimentato qualche anno fa – ci ha detto Eric Astrachan , Direttore Esecutivo del TCA, l’Assopiastrelle statunitense per intenderci – che ha avuto buoni risultati. Quest’anno, quando abbiamo comunicato che il materiale raccolto servirà per la ricostruzione di New Orleans, c’è stata la corsa alla prenotazione, abbiamo già prenotati una ventina di tir ed altri arriveranno”. Un’iniziativa semplice nel suo complesso e, proprio perché tale, geniale. Il Coverings è sicuramente la fiera americana che più attrae interesse da parte dei produttori di piastrelle di tutto il mondo. La fiera ceramica più internazionale, seconda forse solo al nostro Cersaie: oltre un migliaio sono solamente gli stand italiani, figuriamoci quanti possono essere in totale. Grande, enorme, spettacolare come solo lo stile americano sa essere. Bene: quanti metri quadri di piastrelle occorrono per allestire uno stand? Basta moltiplicare questa cifra imprecisata per un altrettanto imprecisato numero di espositori e si avrà un ipotetico quantitativo di materiale in mostra. Cosa farsene alla fine di tutto? Riportarlo a casa? Perché se può essere utile? Il TCA ha, per farla breve, chiesto ai produttori presenti al Coverings di donare il materiale che hanno portato in mostra alla fiera di Orlando: una donazione che servirà materialmente a ricostruire o meglio, a “ripavimentare” la città del Jazz. Venti tir erano già stati prenotati al terzo giorno di fiera, ne mancava un altro. Certo serve denaro, tanto denaro per ricostruire una città così devastata. Denaro che, però, serve anche per acquistare materiale. Al Coverings si è deciso di donare direttamente il materiale: poca spesa (davvero relativa per chi può permettersi una fiera del genere), ottima resa. Sono davvero americani. Questo mese parliamo di omosessualità. “…e se fosse gay?” Per un motivo o per l’altro è una domanda che, almeno nell’intimo, ci siamo fatti tutti, pensando ad un nostro amico, ad un nostro fratello, ad un nostro figlio. Ne abbiamo parlato con una coppia di ragazze omosessuali; abbiamo raccontato come le varie religioni affrontano la questione; abbiamo sentito circoli e associazioni. E abbiamo fatto incontrare, per un appassionato “faccia a faccia”, un parroco ed un ragazzo gay, entrambi sassolesi. LA REDAZIONE ALLE PAGINE 2-3-4-5 Se non accelero non mi diverto Parla il pilota nostrano Andrea Montermini, tra passato, presente e futuro C’era un ragazzo che, come me e come magari molti tra voi, amava sì i Beatles e i Rolling Stones. Ma aveva pure una sfacciata passione per la velocità. E forse è stata soltanto la mancanza del clas- sico pizzico di fortuna ad impedirgli di salire sulle vette dell’automobilismo sportivo. All’interno LEO TURRINI A PAGINA 11 • documenti Le origini del nome di Sassuolo • curiosità Un sogno chiamato Argentina • recensioni W. S. Maughan, D. Cronenberg, Pearl Jam • persone Rotaract club Sassuolo • il sassolino nella scarpa “Spartitraffico” Aut. Pubbl. Sanit. del 30/08/2005 prot.30740 LA. DE. SA. AMBULATORIO PRIVATO ODONTOIATRICO IL VENDITORE DI RICORDI Certamente è il commerciante più singolare di Sassuolo. Sì perché Walter Botti, sassolese, titolare di una rivendita di libri usati, vende una merce tanto insolita quanto ricercata da tanti sassolesi di una certa età ma non solo: i ricordi. MADDALENA MORANDI A PAGINA 10 043-A REGISTERED TO ISO 9001:2000 NO. 70580B Dir. San. Dott. Davide Fagandini, Odontoiatra VIA FELICE CAVALLOTTI, 132/a - 41049 SASSUOLO (MO) - TEL. 0536/980499 - FAX 0536/980493 - E-mail: [email protected] il sasso lino il punto Il don, il gay e un paio di questioni in sospeso Perché un “faccia a faccia” così Niente di straordinario, è vero, ma sicuramente qualcosa di originale: quando in redazione ci è balenata l’idea di un incontro “faccia a faccia” tra un prete ed un gay, la cosa ci ha al tempo stesso entusiasmato e preoccupato. Da un lato non eravamo sicuri di trovare chi fosse disposto, da entrambe le parti, a mettersi in gioco e ad accettare il confronto; dall’altro c’era il desiderio di dar voce a chi fosse capace di rappresentare diverse realtà e sensibilità senza cadere in strumentalizzazioni e facili qualunquismi. Le persone le abbiamo trovate. Un salotto “bendisposto” è stato l’ingrediente che abbiamo messo noi, insieme alla nostra presenza come osservatori; carisma, coraggio e rispetto, gli ingredienti aggiunti dal sacerdote e dal ragazzo gay che hanno accettato il nostro invito. Una storia che abbiamo voluto creare ed ascoltare senza intervenire, da cui è nato quasi naturalmente un bel momento di confronto al di fuori del tanto chiacchierare, supporre ed accusare. CHIARA DINI IL SASSOLINO SCRIVERE DI SASSUOLO Direttore Responsabile: Laura Corallo Redattore: Marcello Micheloni In Redazione: Catia Bartoli, Daniele Dieci, Chiara Dini, Andrea Magnani, Marco Mazzacani, Giuseppe Sofo Hanno collaborato a questo numero: Patrizia Barbolini, Mirella Barchi, Emanuele Bardelli, Chauncey Billups, Tania Boilini, Pietro Paolo Dallari, Enrico Ergelini, Daniela Frigieri, Stefano Landini, Maddalena Morandi, Fabio Panciroli, Leo Turrini, Lucio Vallisneri Ideazione grafica Anna Anselmino ([email protected]) Impaginazione Rossella Tabaroni Illustrazioni del “Sassolino”: Silvia Casamassima Stampa: Litostampa “La Rapida” s.n.c., Via Garibaldi 1/a, Casalgrande (RE) Edito e distribuito da: Associazione Culturale “Il Sassolino” Registrazione Tribunale di Modena N. 1743 del 14/4/2005 IL SASSOLINO si può trovare anche nelle seguenti edicole: • Edicola di P.za Garibaldi (Piazza Piccola) • Edicola “Saia Roberto” P.za Martiri Partigiani (Piazza Grande) • Edicola “Rivi Sauro”, c/o Stazione per Modena • Tabaccheria Edicola “Termanini”, c/o Stazione per Reggio • Edicola “Ruggi Renato”, V.le XX Settembre • Edicola “di Via Mazzini”, Via Mazzini 283 (zona Stadio) • Edicola “Venturelli Maurizia” di Via Peschiera • Edicola “Cervi” di Via Indipendenza (Parco) • Edicola “della Posta”, P.za S. Paolo 22 (Braida) • Edicola “Mareggini Marina”, Via Braida 301 • Edicola “Bronzati Loris”, Via Rometta 36 • Edicola “Spattini Mirella” di Via Circonv. Sud 31 (Rometta alta) • “Due Chiacchiere”, Via Montanara 69 (Pontenuovo) • “Venus”, c/o Centro commerciale “Panorama” • Tabaccheria Edicola “Ferrari Omar”, Via Radici in Piano 108 • Tabaccheria “Sandra”, Via Radici in Piano 546 • Edicola Cartoleria “Valentina”, Via Ancora 236 (strada per Magreta) • Tabaccheria Edicola “Baccarani Paola” - S. Michele • “Le Cafè”, Via Radici in Piano 16/a - Veggia • “Edicola Charta” di Margutti Laura, Via Statale 157/c - S. Antonino • “L’edicola” di Frigieri P., via San Francesco 201 - Fiorano ... e altre per le tue inserzioni pubblicitarie 347.9104236 o 346.2128146 [email protected] Il Sassolino offre inoltre la possibilità di inserimento e distribuzione di volantini pubblicitari attraverso la rivista, concordando eventualmente le modalità. IL SASSOLINO SCRIVERE DI SASSUOLO 6000 copie distribuite gratuitamente tra: - 25 edicole di Sassuolo, Fiorano e Veggia - i principali punti di ritrovo (bar, circoli, scuole, manifestazioni, biblioteche, fiere…) - il “porta a porta”, ruotando mensilmente le zone della città Inoltre... centinaia di copie distribuite via e-mail e la possibilità di scaricare la rivista da internet. 2 Faccia a faccia tra Don Lumetti e un ragazzo omosessuale sassolese. Tra “peccato” e “famiglia”, tra posizioni inconciliabili e altre meno Un prete, un gay, quattro giornalisti. Queste le anime del dibattito organizzato dalla nostra redazione. Un dibattito moderato, profondamente sincero, ricco di umanità: obiettivo raggiunto dunque. Ma andiamo con ordine. pio dichiarando che la pro- certo...” “Ribadisco. Non si pria condizione sessuale è può chiamare famiglia. La migliore rispetto a tutte le famiglia, come dice la Costialtre, o esibendo il proprio tuzione, art. 29, è l’unione corpo in cortei e manifesta- stabile tra un uomo e una zioni, come succede nei donna. Questa è la natura, Gay Pride.” “E’ peccato allo noi tutti dobbiamo la nostra stesso modo in cui l’etero- vita a questo...” “Qui la sessuale va praticando la fermo un attimo io. Se la superiorità della propria natura prevede un uomo e I PROTAGONISTI condizione, esibendola.” una donna, chi li ha creati Il prete è il celeberrimo Don “Certo.” “E per quanto gli omosessuali?? Sono un Achille, parroco di Madon- riguarda l’atto omosessua- errore della natura? La natuna di Sotto. Personaggio le?” “In questi casi ci si ra può sbagliare?” “Non impareggiabile, dal carisma rimette alla propria coscien- sono un errore, sono solavibrante, con la battuta in za. E’ indubbio, comunque, mente soggetti a stimoli tasca e la religione nel che sia almeno da conside- diversi. Io, Don Achille cuore. Il ragazzo gay prefe- rarsi un atto riprovevole, Lumetti, quando ero sturisce l’anonimato, per perché è contro la nostra dente, sono stato oggetto di comodità giornalistica verrà stessa natura.” “La natura omosessualità. Un ragazzo, chiamato K., come l’indi- stessa di chi? Certamente in collegio, si era innamoramenticato non contro la to di me. Io un po’ di simpaprotagonista “Se la natura prevede mia...” “La tia la provavo per lui, eravade “Il Proces- un uomo e una donna, natura della mo tutti maschi... Non mi so”, di un chi li ha creati gli omo- p e r s o n a meraviglio. E’ una pulsioIn ne…” “E’ una natura, non è certo Franz sessuali??” umana. Kafka. K. è una coppia una pulsione.” “Sì ma la personalità sensibile, dotato eterosessuale c’è la tensione natura dà le pulsioni, puldi fulgida e brillante intelli- alla vita, una coppia omo- sioni come l’appetito.” “Ok, genza, armato di prorom- sessuale si chiude nella vita, è la stessa pulsione che un pente sarcasmo; difficile non c’è sbocco, è una strada uomo prova verso una metterlo in difficoltà. I quat- chiusa, impercorribile. Que- donna...” “E io non la contro giornalisti della redazio- sto può valere anche per gli danno, ma dire che può ne, tra i quali il sottoscritto eterosessuali: se una coppia diventare una famiglia, quein veste di moderatore, com- si sposa escludendo la possi- sto no. No categorico al pletano questo appena bilità di avere figli, il loro riconoscimento giuridico, sì accennato riquadro. Poche matrimonio viene conside- al riconoscimento pastorale. Sì quindi a comprensione, erano le tracce stabilite a rato nullo.” tolleranza, rispetto, no ad priori, e come previsto sono equiparare una coppia omorisultate essere quasi super- MATRIMONIO, sessuale ad una famiglia flue: il dibattito non ha mai FAMIGLIA, NATURA intesa nei termini costitupalesato il bisogno di essere DELL’OMOSESSUALITÀ invogliato o stuzzicato, tut- I toni cominciano ad alzar- zionali” “Tolleranza è un t’altro! si; la tensione, seppur sotti- termine con diverse implicale, inizia a manifestarsi. E zioni, io solitamente tollero non poteva che essere così. qualcosa che provoca in me OMOSESSUALITÀ E’ K. questa volta ad inizia- fastidio. Non credo quindi E PECCATO Giusto il tempo per i conve- re, ma il suo intervento sarà appropriato parlare di tollebruscamente: ranza, piuttosto si dovrebbe nevoli, e ci si trova ad interrotto affrontare lo scoglio del rap- “Non credo debba essere parlare di convivenza.” “Va porto tra peccato e omoses- impedito ad una coppia di bene, lasciamo stare il termine tollesualità. Inizia Don Achille: omosessuali, “E’ indubbio che sia da ranza. Infat“Non considero il mio inter- s o l a m e n t e locutore di un’altra catego- perché non considerarsi un atto ti: si deve eviria, l’omosessualità non è f i n a l i z z a t a riprovevole, perché è tare ogni maruna scelta, è una condizio- alla procreacontro la nostra stessa chio di discrine. Non si può dunque par- zione, la posminazione del natura.” “La natura i n g i u s t a , lare di colpa, perché la colpa sibilità avviene quando si fa una matrimonio, stessa di chi? Certa- come dice il scelta. Per la maggior parte la possibilità mente non contro la Catechismo formare mia...” della Chiesa di voi l’omosessualità è una di famiCattolica al prova.” “Quindi - esordisce una K.- la condizione di gay non glia...” “Ti interrompo qui. N° 2357. Non sto discrimidiventa mai peccato?” “No, Tra omosessuali non si può nando, sto differenziando. il peccato si ha nel momen- chiamare famiglia.” “Non Ho rispetto per gli omosesto in cui c’è l’esibizione sono d’accordo.” “Dal suali, profondo rispetto. della propria tendenza ses- momento che sono qui devi Però ribadisco il no a qualsuale.” “Cioè?” “Per esem- accettare quello dico.” “Ah, siasi forma di codificazione, il sasso lino I SUPERMERCATI PER ANIMALI DELLA TUA CITTÀ 800-282999 VASTISSIMO ASSORTIMENTO ALIMENTI - ACCESSORI IGIENE - INTEGRATORI - ANTIPARASSITARI OFFERTE MENSILI A ROTAZIONE SU TUTTI I PRODOTTI “TESSERA FEDELTÀ” con sconti su tutto l’assortimento AMPIO E COMODO PARCHEGGIO Via Peschiera 144 (ang. Via Palestro) - SASSUOLO - Tel. 0536.812919 Don Achille Lumetti durante l’intervista. sarebbe come codificare il nulla.” “Non è assolutamente vero, si codificherebbe una cosa che è presentissima nella società e nella realtà.” “Ma l’unica forma naturale dell’amore è il matrimonio tra un uomo e una donna, matrimonio finalizzato alla procreazione.” do natura è quello tra un uomo e una donna.” “Lei come fa a saperlo? La Natura è venuta da lei spiegandole i suoi progetti? Questa è una sua opinione.” “No no. Tu sei figlio della Natura, di un uomo e una donna.” “L’omosessuale cos’è allora? Uno scherzo della Natura?” “Non segue la linea direttrice della Natura.” “Quindi devia dalla linea della natura....” Certo. Non è contro natura, ma devia.” “Un po’ ostico il concetto...” OMOSESSUALITÀ COME DEVIANZA DELLA LEGGE NATURALE? “Le Sacre Scritture - continua Don Achille - hanno sempre definito gli atti omo- ADOZIONE sessuali come disordinati, Entriamo nell’ultima fase contrari alla legge naturale. del dibattito. Le posizioni si L’atto in sè non può essere cristallizzano, il dialogo approvato.” “Ma l’atto cor- diventa ridondante, ripetitirisponde e risponde alla mia vo. I due interlocutori non natura. Se io, omosessuale, sembrano voler scendere a non pratico compromesl’omosessua- “Magari tutti gli omo- si, la distanza vado sessuali fossero come rimane abislità, contro la mia te!” sale, nononatura.” “Un stante un iniomosessuale dovrebbe vive- zio promettente. Il primo a re la propria condizione in rispondere è Don Achille: castità, come un prete. “Ci potrebbe essere una Come me.” “Sì ma la sua è coppia di uomini o di donne stata una scelta, l’omoses- in grado di portare avanti la sualità è una condizione!” crescita di un figlio, ma l’im“Sì, hai ragione. La castità magine che dobbiamo dare comunque è richiesta ad un a un bambino è quella della omosessuale cristiano.” “ E presenza congiunta di un gli altri omosessuali?” “Gli padre e di una madre, per altri faranno i conti con la non creare difficoltà e imbapropria coscienza, ma con- razzi al bambino.” “Non fermo quello che ho detto credo sia solo un problema prima: l’unico amore secon- di immagine. Certo, il pro- blema di inserimento nel tessuto sociale sia del bambino sia della coppia potrebbe risultare problematico. Però, ipotizzando per una attimo una società in cui questo possa essere considerato normale, il bambino credo crescerebbe senza particolari traumi.” “Continuo a non essere d’accordo. Anzi, piuttosto che l’adozione a coppie dello stesso sesso, preferisco concedere l’adozione ai single.” “Strano, credevo che due persone, seppur dello stesso sesso, potessero offrire maggiore stabilità e affetto ad un bambino.” “Io, Don Achille, se potessi adotterei due o tre figli, e mi farei in quattro per mantenerli.” “Magari tutti gli omosessuali fossero come te!” Queste sono le ultime parole di Don Achille, pronunciate appena prima la stretta di mano finale con K.. Magari tutti i dibattiti fossero così, aggiungo io... DANIELE DIECI Due diversi approcci. E una sola foto Don Achille Lumetti ci ha stupito. Il sacerdote, un paio di giorni prima dell’incontro, ci aveva chiesto qualche traccia degli argomenti che avremmo toccato nel “faccia a faccia” per prepararsi al meglio, immaginiamo per non essere impreciso a proposito di un tema per lui, più di altri, comprensibilmente delicato. Ma non ci ha stupito per questo, anzi: la serietà con cui ha voluto affrontare il dibattito ci ha solo gratificato. Così come a stupirci non è stata la modalità oratoria del parroco: alcune risposte le aveva già preparate, specie quelle sui temi più importanti, appuntate su di un foglio a mo’ di discorso. Sembravano piccole omelie, come se il sacerdote avesse utilizzato le medesime modalità che di solito (supponiamo) adotta per le “prediche” delle funzioni religiose. Risposte ragionate, attente, diligenti. Ma senza eventualità di contraddittorio, proprio come in chiesa. Don Achille ci ha stupito quando ha cominciato ad essere più sciolto, quando, forse perché accortisi con certezza di poter dialogare tranquillamente con il suo interlocutore, ha abbandonato per lunghi tratti gli appunti per parlare “a braccio”, e davvero col cuore. Qui è emerso un coraggio che non ci aspettavamo, con un Don Achille magari meno puntiglioso ma che di sicuro tutti abbiamo sentito più vicino. E sono così uscite confidenze appassionate e sincere oltre a botta e risposta molto lontani dagli standard della predica di una messa. Io non so di cosa volesse “chiacchierar” Adriano Celentano col prete che non trovava nella domenica di Azzurro. Forse, conoscendo l’eclettismo del “molleggiato”, anche di omosessualità. Il ragazzo gay che ha partecipato al nostro faccia a faccia naturalmente aveva ben chiaro l’argomento. E pure il suo è stato un approccio che in parte ci ha stupito: non certo per la spontaneità utilizzata, quasi da “bar”, da discorsi con gli amici. Poche formalità e nessun foglietto preparato, insomma, dato che non c’è nessun testo sacro o non sacro che possa suggerirti quello che provi dentro. Quello che (in parte, ripeto) ci ha stupito è che il ragazzo ha voluto che per lui fosse mantenuto l’anonimato. E vi possiamo assicurare che non è stato per mancanza di coraggio, tutt’altro. La stessa scelta, d’altronde, l’hanno fatta le due ragazze omosessuali intervistate nella pagina seguente. Il motivo, qualunque sia, è solo suo. Il vero peccato è che ci sia ancora, questo motivo. Chissà, magari è solo questione di tempo e al prossimo “faccia a faccia” potremo mettere le foto di entrambi i protagonisti, chiunque essi siano. MARCELLO MICHELONI Ce C en nt tr ro o b be en ne es ss se er re e 92 camere e suite - Sale riunioni - Parcheggio e garage Tel 0536 813381 fax 813374 www.hotel-leondoro.it - [email protected] Piscina con idromassaggio - Bagno turco Sauna - Cascata Tropicale Profumeria - Solarium - Estetica Tel. 0536 813040 www.inotiorelaxo.it - [email protected] VIA CIRCONVALLAZIONE N/E 195-205 - 41049 SASSUOLO (MO) 3 il sasso lino il punto Scusi... ma Saffo abita qui? Quattro chiacchiere tra amiche, due delle quali innamorate e conviventi Incontro Paola e Francesca (i nomi, per questioni di privacy, sono inventati), coppia di “normali” trentenni sassolesi che condividono casa e vita da oramai più di due anni. Domando come riescano a gestire nella quotidianità la stessa sensibilità femminile, non potendosi avvalere dei giochetti e ricatti psicologici che “funzionano” tra uomo e donna. “ Avendo la stessa sensibilità è più facile” comincia Paola “perché abbiamo l’esatta percezione di ciò che l’altra sente, pensa, prova, ma è anche più complicato perché questa capacità di immedesimazione porta a sentirsi più ferite quando l’altra non dimostra la stessa comprensione. Parliamo di tutto, dalle questioni pratiche ai temi più delicati, come la politica e la religione. L’affinità che ci lega va ben oltre la sessualità, l’attrazione che ci unisce è totale, fisica e mentale.” Coppia ma prima di tutto donne, chiedo quali siano le loro aspirazioni e i loro desideri, se la discriminazione sociale le porterà a rinunciare al desiderio di legalizzare la loro unione, di avere dei figli. Paola sorride “Noi siamo una coppia a tutti gli effetti! Vediamo il nostro futuro assieme con tutte le esigenze che ne derivano: vogliamo sposarci, fare figli, comprare casa nella quale investire in vista della vecchiaia. E vogliamo poterlo fare in Italia. Proviamo amarezza nei confronti delle istituzioni che ci privano di questi diritti che riteniamo indispensabili per la stabilità e solidità del nostro rapporto. Fanno finta che non esistiamo e per questo non ci considerano degni dei diritti fondamentali riconosciuti solo alle coppie etero”. Eppure eccome esistono, basta osservarle mentre si tengono per mano e si sorridono complici alle domande più indiscrete. Mi chiedo come fanno a soppor- tarsi due donne che stanno assieme, a volte è difficile il rapporto quotidiano con le proprie madri, sorelle, amiche. Come fanno a non tirarsi di continuo i capelli? “È vero!” scoppia a ridere Francesca “le donne sono testarde e poi vogliono sempre andare a fondo, anche nelle questioni che proprio non lo richiedono. Così tutto diventa più problematico. Ma della tua compagna adori la dedizione, il modo che ha di porti al centro del mondo, la sua capacità di tornare bambina. Possiamo dare un consiglio agli uomini? Perché noi le donne le conosciamo proprio bene… Guardate la vostra donna oltre il ruolo che gli è stato assegnato, non è solamente un soggetto fragile da proteggere ma è un essere completo, e concreto, che va apprezzata anche e proprio per questo. E alle donne diciamo di uscire loro per prime da questo ruolo, di diventare attive, partecipi e forti della loro capacità decisionale all’interno della coppia”. Lo spettro della monotonia, della quotidianità, per loro non deve esistere di certo. “Non è vero” interviene Paola “la monotonia del quotidiano va al di là dell’inclinazione sessuale. Come in tutte le coppie la sfida è quella di rendere le situazioni più ordinarie situazioni speciali”. “Insomma, è sempre la stessa storia, come tra uomini e donne” continua Francesca “qualche tempo fa eravamo in un ristorante per una cena romantica. Si è avvicinata una coppia di sposini e abbiamo fatto subito amicizia, senza nascondere la nostra condizione. Dopo un po’ io e il marito usciamo per una sigaretta assentandoci per più di mezz’ora. Al rientro entrambe le nostre “donne” avevano il muso. Paola mi fa notare che mi sono comportata male, l’altra ragazza si intromette ed afferma: Dai non prendertela, Due manifestanti ad un Gay Pride non è mica tuo marito! Io si che ho il diritto di essere arrabbiata! Paola colpisce con un pugno Francesca.” Una breve considerazione, se permesso, da parte di chi scrive: ci vuole coraggio ad amare, ancora di più nel decidere di condividere la propria vita con la persona che si ha accanto. Cosa pensare dunque di chi, oltre gli ostacoli comuni del rapporto amoroso, sfida anche le convenzioni sociali, le maldicenze, l’opinione pubblica e malgrado tutto investe nel proprio sentimento tutto ciò che ha da offrire? CATIA BARTOLI Omosessualità, che non sia più un tabù Oggi la comunità gay ha conquistato maggiore visibilità sociale, economica e politica. Arcigay: “Occorre creare un contesto culturale favorevole alla nostra espressione” Sono 2556 gli omosessuali iscritti ad Arcigay della provincia di Modena. Un dato che tuttavia è poco esplicativo del “mondo omosessuale” modenese poichè vi sono molte persone omosessuali non iscritte al circolo e altri che, pur avendo rapporti omosessuali, non si definiscono tali e non vogliono avere tessere che possano 4 farli scoprire. A Modena Arcigay è un punto di riferimento e promuove attività sociali, culturali ed educative in una provincia che alle persone omosessuali offre poche opportunità. Dal 2002 è attivo un servizio di Telefono Amico (059/342369) tutti i lunedì dalle 21 alle 23 rivolto alle persone che stanno affrontando per la prima volta la propria omosessualità. Spesso sono persone che faticano a nascondere la propria omosessualità. Il comitato provinciale Arcigay presta attenzione anche all’aspetto educativo: “Quest’anno, per la prima volta, siamo riusciti ad organizzare in un istituto modenese 6 incontri in orario scolastico per affrontare il tema della diversità e del pregiudizio basato sull’orientamento sessuale - afferma Giorgio D’Amico, referente di Arcigay Modena - inoltre siamo partner di un progetto europeo sul tema del bullismo in particolare quello nei confronti delle persone omosessuali. Il progetto è biennale e coinvolgerà diverse scuole modenesi. Proprio in questi giorni intervisteremo su questi argomenti oltre 250 studenti, 80 docenti, genitori e personale non docente. Queste attività mirano a far crescere in città e nella provincia le condizioni per cui un ragazzo o una ragazza omosessuale non debba nascondersi come accadeva e accade ancora oggi in molti casi, e aiutano a creare un clima sereno per trattare queste tematiche nella scuola, in famiglia e sul lavoro. Infatti continua - anche se oggi la visibilità sociale delle persone omosessuali è maggiore rispetto ad anni fa, non c’è stato ancora quel salto per cui un giovane possa svelarsi serenamente. Il dibattito sui PACS, se da un lato ha fatto emergere la necessità di riconoscere diritti alle coppie non sposate, a prescindere dall’orientamento sessuale, dall’altro non ha ancora affrontato il fatto che in Italia c’è bisogno di creare condizioni culturali per cui due ragazzi o due ragazze che si amano possano farlo”. LAURA CORALLO La locandina di “Boys don’t cry”, scioccante film sul tema dell’omosessualità, basato su una storia vera, con una bravissima Hilary Swank. il sasso lino il punto Le altre religioni condannano l’omosessualità Dall’Ebraismo all’Indusimo passando per Islam e Testimoni di Geova: sull’omosessualità, giudizi spesso senza appello da parte delle religioni più diffuse. Poche le eccezioni Butta male, si direbbe gergalmente al giorno d’oggi. Nel senso che il concetto di omosessualità non è storicamente “ben visto” dalle principali religioni mondiali. Certo, non mancano sfumature più possibiliste e “moderne”, ma le condanne nei riguardi dei rapporti omosessuali sono spesso nette, almeno per quanto riguarda i culti più diffusi. Del rapporto tra omosessualità e Islam ci parla Souad Elkaddani, giovane immigrata sassolese e responsabile dell’ufficio stranieri: “E’ un tabù parlare d’omosessuale da noi, non si affronta come discorso libero; penso di non aver mai parlato di questo tema in casa o comunque con persone della mia cultura/religione. Nella nostra convenzione ed anche per la religione musulmana, Dio ha creato l’uomo in uno stato perfetto. Per cui l’omosessualità è considerata un fatto contro natura e quindi un Peccato. Ciò non toglie che anche nel mio paese d’origine ci siano persone omosessuali, però chi è soggetto a questa ‘malattia’ non lo può dichiarare in pubblico, ma lo vive di nascosto, sia per non essere escluso ed emarginato dalla società, sia per non essere perseguito dalla legge, in quanto è considerato un reato punibile”. Una condanna netta, insomma. Ci approcciamo ad alcune delle altre più importanti religioni con l’aiuto di Wikipedia*, l’enciclopedia libera di internet, nella quale c’è una specifica voce “Omosessualità e religioni”, completa e facilmente consultabile per eventuali approfondimenti. “L'argomento dell'omosessualità nella religione ebraica - descrive Wikipedia - affonda le sue radici nel libro del Levitico, che fa parte dell'Antico Testamento e che descrive i rapporti sessuali tra uomini un ‘abominio’, punibili come un crimine capitale, anche se oggi non esiste nessun tribunale rabbinico (...) che possa infliggere la sentenza prevista. La visione storica prevalente tra gli ebrei è stata di considerare i rapporti omosessuali immorali e peccaminosi, a sostegno della categorica proibizione riportata sulla Torah. Tuttavia l'argomento è stato origi- ne di dispute tra i moderni movimenti ebraici e ha condotto a numerosi dibattiti e divisioni. Il rapporto tra omosessualità ed induismo è complesso e non privo di contraddizioni. Da una parte, l'omosessualità è presente in testi religiosi e filosofici vedici, quali il Rig Veda ed in numerose sculture e dipinti. D'altra parte, l'articolo 377 del codice penale indiano, redatto nel 1860 da Lord Thomas Macaulay, ed ancora in vigore, sancisce che ‘chiunque, volontariamente, abbia un rapporto carnale contro l'ordine della natura con un uomo, una donna o un animale, sarà punito con la prigione a vita - o per un periodo che può arrivare a dieci anni, e dovrà anche pagare una multa’. Nel Buddhismo, il terzo dei Cinque precetti afferma che è necessario astenersi dai comportamenti sessuali non appropriati. Fra le molte interpretazioni di quali siano i comportamenti sessuali "non appropriati" ci sono: rapporti sessuali al di fuori del matrimonio (un'idea relativamente moderna), il sesso con un'altra persona senza il Sofismi consenso del/la proprio/a partner, o il punto di vista storicamente prevalente secondo cui la definizione si limita a descrivere lo stupro, l'incesto e il bestialismo. Nessuna scuola buddista prima dell'Imperialismo europeo, iniziato in massima parte nel XVII secolo, ha mai descritto l'omosessualità come "comportamento sessuale non appropriato". Tuttavia, tradizionalmente ci si aspetta che i monaci delle scuole Theravada e della maggior parte delle scuole Mahayana siano celibi e si astengano dall'attività sessuale. Ciononostante, i funzionari buddisti (cosiddetti "preti") delle scuole Vajrayana e di molte scuole coreane e giapponesi posso- Il genocidio di Sodoma e Gomorra, episodio raccontato nell’Antico Testamento, in un affresco russo del 1662 no sposarsi. Il rapporto fra omosessualità e Testimoni di Geova è legato all'approccio biblico che caratterizza questa chiesa che applica una lettura letterale a molti testi sacri. I Testimoni leggono nella Bibbia, sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento, la condanna netta dei rapporti omosessuali, come pure di qualsiasi altro atto sessuale al di fuori del matrimonio. I testimoni di Geova considerano i precetti contenuti nella Bibbia precetti divini, non discutibili.” MARCELLO MICHELONI (HA COLLABORATO CHIARA DINI) * Wikipedia è un’enciclopedia libera e multilingue di internet, facilissima da consultare. Il progetto in italiano ha preso l'avvio nella primavera 2001 e conta oltre 155.000 voci, caratterizzate da contenuto libero e da un punto di vista neutrale. La vera “magia” di Wikipedia sta nel fatto che chiunque può partecipare alla compilazione delle varie voci. Un gruppo selezionato di utenti è pronto a controllare e a bloccare eventuali utilizzi sbagliati (volontari o meno), ma passato questo vaglio, anche i contributi dell’utente andranno a rinforzare l’opera. Insomma, una vera rivoluzione. Ad esempio, noi come rivista, assieme a tanti altri, abbiamo “aiutato” ad ampliare la voce “Sassuolo”. L’invito che facciamo a tutti è quello di intervenire, per rendere la descrizione della nostra città sempre più efficace in ogni sua sfumatura. Il tutto su: www.wikipedia.org di Giuseppe Sofo TRA TRASGRESSIVITÀ E TRASANDATE TRASCENDENZE Spesso alcuni comportamenti tabù vengono affrontati anche attraverso i comportamenti dello star system per appuntamento: Nelle strane elezioni del 9 e 10 Aprile, è stato eletto anche il primo deputato transgender della storia della Repubblica Italiana: Vladimiro Guadagno meglio noto come Vladimir Luxuria. Notizia che ha attirato le attenzioni di tutti i media su una candidata “scomoda”, non rivolte alle sue qualità politiche o a delineare il suo pensiero, bensì al suo guardaroba. Le interviste del giorno prima dell'ingresso in parlamento chiedevano a Luxuria prima cosa avrebbe indossato il giorno dopo e poi cosa ne pensava dell'attentato a Nassirya. E dire che se qualcuno ci avesse provato, si sarebbe accorto che la signorina di cose interessanti da dire ne ha, eccome. Ma forse era meglio preoccuparsi di dire che ora, con lei in parlamento, sarà necessario un terzo bagno, come ha fatto l'ex ministro Calderoli (candidato forse per questa perla alla presidenza del senato, insieme a chi è stato accertato essere mafioso fino al 1980). D'altronde, come dice Luxuria, anche Berlusconi si trucca e si mette i tacchi. Ma qui “è un'altra storia”. Perché abbiamo ancora chi tuona, dall'alto di uno staterello tra le mura di Roma, che certe cose non si fanno. Quello che mi chiedo è: se il papa e i suoi “ministri” possono dirci chi votare, allora i partiti possono influire sull'elezione del papa? No, perché se a D'Alema va male anche al colle, comincio a pensare che ce lo troviamo proposto pure lì. Se un'autorità spirituale può influire sulle decisioni di uno stato laico o viceversa, non siamo un grandissimo esempio di democrazia. Se io sono bahaista moderatamente perché i miei diritti civili devono essere influenzati da un'altra religione, in uno stato laico? Lo vedremo con la lotta per i PACS, i patti civili di solidarietà, per i quali proprio Vladimir si batterà e per i quali dovrà lottare contro chi con lo stesso suono, PAX, intende un ideale di pace e amore teoricamente universale ma praticamente esclusa a qualcuno. A chi non è libero di amare, perché per qualcun altro è contro natura. D'altronde, quando uno cresce nella gioventù hitleriana, certe cose rimangono. 5 il sasso lino culture e spettacoli parole, pensieri, nani e ballerine Sassuolo, origine del nome e sua evoluzione attraverso il tempo Peschiera Ducale, fondo. Al centro, l’aquila estense. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, cioè senza escludere nuovi anche se alquanto improbabili ritrovamenti, il documento storico più antico, nel quale la località da cui Sassuolo ha preso il nome viene nominata, è quello che porta la data del 23 luglio 980, rinvenuto presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia dietro segnalazione del conte Ippolito Malaguzzi. Tale documento, o “carta” come a quel tempo si diceva, concerne una permuta di terreni, avvenuta tra la badessa “abbatissa” Berta del monastero di San Giulia di Brescia a certo Giselberto. […] Ai fini della ricerca che qui ci proponiamo, assume la massima importanza il fatto che a detta permuta risultassero presenti in qualità di “tassatori” anche due cosiddetti “buoni uomini”, di cui uno, chiamato Natale, proveniva da “Saxolo”, e l’altro, di nome Uberto, giungeva dalla stessa località, cioè “de ipso loco Saxolo” (M.Schenetti, Storia di Sassuolo, pag.12 e pag. 388 e seg.). […] Esaminando innanzitutto la parola “Saxolum”, ottenuta passando dall’ablativo “Saxolo” al corrispondente nominativo, la possiamo ritenere vocabolo di struttu- Via Circonvallazione n/e 195 41049 Sassuolo (MO) Monolocali e bilocali con angolo cottura completamente arredati per 1 fino a 6 persone Riscaldamento autonomo Aria condizionata parcheggio e garage 6 Informazioni e prenotazioni: Tel 0536 813381 fax 813374 www.residencelacorte.it [email protected] ra composta, risultante cioè dalla fusione di “saxum”, voce latina alla quale possono essere attribuiti i significati di sasso, pietra dura, roccia, scoglio, ecc… e di “solum” che può voler dire: suolo, fondamento, base, superficie bassa e dura ecc… Al nome di cui stiamo cercando l’origine pensiamo allora possa essere correttamente assegnato il significato di località (locus), peraltro in quell’epoca ancora di nessuna importanza (T. Sandonnini, I canali e le acque di Secchia, pag.9), il cui suolo, nella parte sua più caratteristica, poteva ritenersi formato da un vasto sasso o masso roccioso, presumibilmente piatto, messo allo scoperto dalle acque del fiume Secchia, che in quel tempo anche colà scorreva, più che idoneo quindi per costituire una solidissima base su cui poggiare le fondamenta di una rocca o castello quali ottimi baluardi di difesa contro gli assalti di possibili e forse inevitabili nemici. Per la verità e la precisione le rocche che su quel masso roccioso vennero poi costruite furono tre, e non una soltanto, come si evince dai loro nomi che ci sono così pervenuti: Rocca di San Giovanni, Rocca o Torre Grande e Rocca Franca; ognuna di esse era “guardata”, cioè sorvegliata e sotto il comando di un suo capitano (AA.VV., Modena a Lazzaro Spallanzani, pag.36). Naturalmente oggi non esiste più alcuna possibilità di individuare e riconoscere la ricordata base rocciosa per l’ovvia ragione che quel grande edificio che chiamiamo Palazzo Ducale, residenza estiva dei duchi Estensi, voluta dal duca Francesco I nel 1649 e 50, ha finito per estendersi su un’area ben più vasta di quella precedentemente occupata, sia dalle antiche rocche sia dai castelli vecchio e nuovo, nascondendo così alla vista anche quell’enorme masso roccioso sul quale i ricordati fortilizi erano stati saldamente costruiti. […] Del tutto improbabile e, quindi, a nostro avviso, non meritevole nemmeno di approfondimento logico è poi da considerare la tesi secondo la quale nel nome “Saxolum” si vuole vedere un derivato di “saxum oleum”, che in italiano troverebbe la sua equivalenza in “olio di sasso” o anche petrolio, peraltro mai rinvenuto nel territorio sassolese. […] Col passare del tempo, anche se non siamo in grado di dire esattamente quanto, alla parola “Saxolum” fu poi apportata una non trascurabile modificazione, nel senso che in essa la “x” venne sostituita da una doppia “ss”, ragion per cui il nuovo nome evolveva in “Sassolum”. […] Il nome, così modificato, doveva poi continuare ad essere lungamente usato, cosa che possiamo sicuramente evincere anche semplicemente osservando quel sigillo del Comune di Sassuolo, che porta la dicitura: “Comunitas Sassoli”, dove Sassoli non è che il genitivo latino di Sassolum, sigillo e che rimase in vigore dall’anno 1433 fino al 1457 (M.Schenetti, op. cit., pag. 64). […] Se ora prendiamo in esame la più antica carta topografica conosciuta del territorio modenese, risalente all’anno 1581 e redatta da A.Balugo- la (M.Schenetti, Sassuolo, pag.16), possiamo constatare che il nome, di cui ci stiamo occupando, trovò modo di subire una ulteriore notevole modificazione, che lo portò ad assumere quella espressione di “Sassuolo” la quale altro non è che la forma più moderna dello stesso nome, che rimase poi invariata fino ai nostri giorni.[…] PIETRO PAOLO DALLARI Per ragioni di spazio non è stato possibile pubblicare questo primo lavoro in versione integrale. Per tutti coloro i quali fossero interessati al testo completo si prega di scrivere a: [email protected] Il professor Pietro Paolo Dallari Ho incontrato il Prof. Pietro Paolo Dallari un luminoso e caldo sabato mattina, niente al confronto dell’illuminazione seguita alle quattro ore trascorse con lui nella sua casa tra racconti, ricordi, libri antichi e suoi scritti. Un grazie di tutto cuore per il tempo concessomi e l’opportunità così gentilmente offerta al nostro giornale di poter avvalerci, nei mesi qui a venire, della sua collaborazione. Un grazie per la stima e l’affetto dimostratimi. Un grazie a questo straordinario uomo che dall’alto della sua cultura ed esperienza permetterà a tutti i sassolesi, giovani e meno giovani, di rivivere talune vicende di storia locale attraverso le misurate parole della saggezza. CATIA BARTOLI il sasso lino culture e spettacoli Un sogno chiamato Argentina Negli anni ‘50 il Sud America è stata la terra promessa per tanti sassolesi in fuga dalla miseria nell’immediato dopoguerra. Una famiglia sassolese racconta il suo esodo nella lontana Argentina in cerca di prosperità e benessere Si partiva da soli, con una valigia piena di sogni per il futuro. Siamo alla fine della seconda guerra mondiale: la miseria e la disoccupazione diffusa che sconvolse anche Sassuolo, costrinse molti cittadini ad abbandonare le proprie case e la propria terra in cerca di benessere altrove. Per tanti uomini e donne si aprirono le dell’emigrazione porte verso terre lontane, sopratutto in America e in Sud America. E senza immaginare che, da lì a pochissimi anni, Sassuolo sarebbe resuscitata diventando la capitale mondiale della piastrella. La storia che vogliamo raccontare è quella della famiglia Iemmi, originari della Veggia di Sant’Antonino. Un sogno iniziato negli anni ‘50 in Argentina e durato circa trent’anni. “Immaginare un futuro a Sassuolo nell’immediato dopoguerra era molto diffi- cile - ha detto Vittorio Iemmi, 80 anni - Sassuolo appariva una città desolata e stanca, tanti erano gli sfollati. Noi eravamo sette figli, i miei genitori erano sarti. I miei ricordi di Sassuolo a quei tempi sono ancora vivi: le passeggiate domenicali sotto i portici di Piazza Piccola, i pomeriggi trascorsi al Cinema Carani a vedere l’opera come tanti sassolesi facevano a quei tempi. E poi i racconti di mio padre quando ci raccontava del primo incontro con mia madre, al teatro Politeama, un capodanno del 1922. Ma il futuro era molto incerto. Così, come tanti, anche io decisi di partire. A Sassuolo un incaricato selezionava le persone che volevano emigrare: occorreva una salute di ferro, un mestiere e tanta voglia di lavorare. Io ero stato apprendista modellista alla ditta “Le Reggiane” a INCONTRI EDITRICE sassuolo tel. 0536.810541 Ritratto della famiglia Iemmi a Cordoba Reggio Emilia, sapevo lavorare il legno. Così nel 1947, presi la valigia e mi imbarcai su una nave a Genova. Un viaggio lungo un mese”. Dopo lo sbarco a Buenos Aires, Vittorio si dirige a Cordoba, città dell’Argentina situata tra le Ande e le Pampas. “Gli argentini erano persone cordiali, erano curiosi dell’ “altro mondo” e volevano sapere tutto sulla guerra in Europa. Fui molto fortunato: trovai un impiego presso l’Istituto Aereotecnico, una scuola di aviazione militare. Guadagnavo circa 450 pesos ed in sei mesi avevo già mandato a casa 1000 pesos (80.000 lire negli anni ‘50) e messo da parte 3000 pesos in un libretto al Banco Italiano. Feci domanda di ricongiungimento famigliare: nel 1951 arrivò mia madre e mia sorella Renata e nel 1953 la sorella Luciana e la sua famiglia”. In trent’anni diventarono affermati “italiani all’estero”. “Abbiamo un buon ricordo dell’Argentina - intervengono le sorelle Luciana e Renata - C’erano tante comodità, abitavamo in una casa spaziosa, c’era anche l’acqua corrente mentre a Sassuolo doveva- l’intero novecento, nel tendere verso un cambiamento radicale e rivoluzionario della visione dell’arte, capovolgendo la logica delle cose in una nuova lettura del mondo e della realtà. Da segnalare la replica fuori rassegna (sabato 27, ore 21, “Teatro dei segni”, Largo San Giovanni Bosco, Modena), de Il corpo di Totò, spettacolo di e con Marco Manchisi che nasce da una doppia suggestione: da una parte la tecnica istintiva sulla scena di Totò, dall’altra le parole, i pensieri e la poesia dell’uomo De Curtis. Il tutto contrappuntato dalle musiche, eseguite dal vivo, di Guido Sodo che, ispirandosi all’universo del varietà, spazia da Mozart a Gaspar Sanz, dal Guarracino a Domenico Modugno. Per info e prenotazioni: 349.3654001 [email protected] LAURA CORALLO PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI SASSUOLO” 2006 Teatro e cinema “surrealista” alla Casa nel Parco La compagnia Dama Bianca Teatro diretta da Marco Manchisi, dopo il successo della rassegna organizzata lo scorso maggio, Il sentimento di una maschera, propone, in collaborazione con il Comune di Sassuolo e presso il Teatro Casa nel Parco (in Largo Bezzi, a Sassuolo), gli ultimi affascinanti incontri tra teatro e cinema del ciclo Il Fantasma della libertà, la cui organizzazione generale è a cura di Sonia Cappellini. La rassegna, che fa perno intorno al Laboratorio condotto da diversi anni da Marco Manchisi, si prefigge di approfondire attraverso alcune libere riflessioni, una serie di avvenimenti teatrali legati all’universo delle avanguardie storiche, in particolar modo del surrealismo e ai riflessi prodotti da quella corrente artistica. I surrealisti, mettendo in risalto il mondo dell’inconscio, danno il via ad una stagione cruciale per mo prelevarla da un pozzo. Cordoba ci ha offerto tante opportunità che ci fecero dimenticare le privazioni e le sofferenze che avevamo vissuto durante la guerra in Italia”. Negli anni ‘70 il ritorno a casa di Luciana a Sassuolo, negli anni ‘80 quello di Vittorio e Renata. Ma la storia non è ancora finita. Perchè altri tre fratelli risiedono tuttora in Argentina con le loro famiglie. Sassuolo e Cordoba unite da un filo trasparente, due realtà così diverse ma entrambe amate. L’attore / regista Marco Manchisi in scena Il Fantasma della libertà, rassegna di teatro e cinema inizio ore 21 - gli spettacoli saranno accompagnati da cortometraggi surrealisti 19 maggio DOPPIO MOVIMENTO 23 maggio UNA SETTIMANA DI BONTÀ 26 maggio 27 maggio con Angela Burico, Sandro Marino e Dante Manchisi di Dante Manchisi con Dante Manchisi e Gabriella Casolari IL DESIDERIO PRESO PER LA CODA esito del laboratorio diretto da Marco Manchisi IL RESPIRO DELLA NOTTE esito dei laboratori pomeridiani classi Ie e IIe Scuola M.S. “G. Cavedoni” Sassuolo (inizio ore 10) + fuori rassegna: IL CORPO DI TOTÒ “Teatro dei segni” Largo San Giovanni Bosco - Modena Racconti, poesie, romanzi, racconti migranti. Il Comune di Sassuolo, in collaborazione con Incontri Editrice, gli Istituti scolastici superiori, la Cooperativa Porta Aperta e l’Associazione Korova, indice la terza edizione del terzo Premio Letterario “Città di Sassuolo” per opere inedite scritte in lingua italiana, che dovranno pervenire entro il 27 Maggio 2006. Per informazioni: Comune di Sassuolo Servizio Attività Culturali Tel. 0536.844716 [email protected] Regolamento completo sui siti: www.comune.sassuolo.mo.it www.sassuolonline.it 7 il sasso lino culture e spettacoli Rotaract club Sassuolo: miti da sfatare? Servizi per la comunità e beneficenza da oltre dieci anni, ma anche tanti luoghi comuni che “accompagnano” l’associazione. Sono davvero “figli di papà”? L’abbiamo chiesto direttamente a loro… Giulia Tabonelli e Alessandro Canovi, del Rotaract club Sassuolo Il Rotaract club Sassuolo si è affermato, ormai da più di dieci anni, come un importante bacino di risorse umane in grado di offrire servizio e supporto alla comunità. Ma al loro nome, e ancor di più al nome dei loro padrini (Rotary club Sassuolo), vengono associati dubbi, perplessità, critiche. Abbiamo incontrato il presidente in carica, Alessandro Canovi, e il presidente 8 “incoming”, che si instaurerà al posto del precedente il 4 Luglio, Giulia Tabonelli. Cos’è il Rotaract club Sassuolo? Il Rotaract club Sassuolo è un’associazione di giovani, d’età compresa tra i 18 e i 30, sponsorizzato e supportato dal Rotary club Sassuolo. Fa parte del distretto 2070, formato da tutti i club Rotaract di Toscana, Emilia-Romagna, San Marino, ed è finalizzato prevalentemente alla comprensione e allo sviluppo internazionale. Sono richiesti requisiti specifici, anche economici? Gli unici requisiti esistenti sono l’età e lo spirito d’iniziativa. E’ prevista una quota annua per l’organizzazione di feste ed incontri, oltre ovviamente alle spese per eventuali cene e serate conviviali interne al Club. Come si articola la struttura organizzativa del Club? La gestione è affidata ad un consiglio direttivo, di 5 membri (presidente, vicepresidente, segretario, prefetto, tesoriere) rinnovati annualmente attraverso un’assemblea elettiva plenaria. Formalmente gli incontri mensili sono quattro, due riunioni del consiglio direttivo e due serate conviviali; spesso e volentieri le due riunioni del consiglio vengono estese a tutti i soci. La “ressort”, la virtù fondante del club è infatti lo stretto rappor- to di amicizia e di affetto che lega ogni associato. Alcuni esempi di iniziative da voi seguite in questi anni? Abbiamo instaurato una stretta collaborazione con il comune di Sassuolo, offrendo servizi di supporto e gestione durante il Festival della Filosofia e Profilo Donna; lo stesso è stato fatto durante la Festa dell’Arma dei Carabinieri. Ma il nostro orgoglio è legato al progetto Comunità Mamma Della Pace (iniziativa benefica che opera nella diocesi di Bakuvu, in Congo), attraverso la quale portiamo avanti un’adozione a distanza completa. Come immagino saprete già, al vostro nome fanno eco diverse critiche: siete definiti gergalmente “figli di papà”, e siete tacciati di compiere beneficienza “pubblicitaria” e “di lusso”. Come vi difendete? Non tutti siamo “figli di papà”, non tutti abbiamo le stesse possiblità economiche, ma abbiamo tutti lo stesso spirito di iniziativa. Per quanto riguarda la beneficienza, è certamente un nostro vanto, e ci teniamo che si sappia,come è ovvio che sia. Inoltre non ritengo la nostra beneficienza “di lusso” disinteressata e agevolata dalle nostre disponiblità finanziarie: se è ritenuto semplice e disinteressato stare dodici ore sotto la neve il 23 Dicembre a vendere stelle di Natale, allora non so cosa dirvi... DANIELE DIECI GINO BONDAVALLI P.zza Martiri Partigiani 7 41049 Sassuolo (Mo) Tel. 0536.811091 il rubriche Buk e altre storie L’informatico sasso lino di Stefano Landini di Emanuele Bardelli BLOG, IL DIARIO DEL GIORNO D’OGGI Negli ultimi anni è dilagato, anche in Italia, il fenomeno dei blog e ormai sta diventando una moda tra i navigatori abituali dell’oceano “internet”. Il blog può essere paragonato ad un diario segreto, fatto però di pagine web, nelle quali il “blogger” scrive costantemente i suoi pensieri, le sue avventure giornaliere o semplicemente commenta ciò che accade nel mondo. Tutto questo, invece di rimanere chiuso sotto chiave in un cassetto, viene pubblicato sulla rete e reso disponibile a chiunque lo voglia leggere; ed eventualmente lasciare un commento. Proprio questo meccanismo di articoli e commenti dà vita a delle vere e proprie discussioni e questi “diari virtuali” diventano un punto di ritrovo per persone che condividono le stesse idee o passioni. Il concetto di fondo, che ha ispirato questo fenomeno, è quello di dare la possibilità a tutti, nono solo ai programmatori dei siti internet, di pubblicare sul web. Oggi tutto questo è possibile grazie ad alcuni provider, come ad esempio www.splinder.com, che, in maniera semplice e completamente gratuita, danno la possibilità di realizzare il proprio blog personale. Ciò che ha determinato il successo dei blog è l’aria di libertà espressiva che si respira leggendo i messaggi postati dal “blogger” e le risposte dei lettori. Ognuno infatti è amministratore di se stesso e si sente libero di scrivere ciò che in quel momento gli passa per la testa, senza il rischio di essere censurato per una “ZZ” di troppo. Proprio per questo spesso si trovano degli articoli su argomenti che non si vedono molto di frequente in televisione, aprendo le porte a nuove riflessioni e dando la possibilità di vedere anche l’altra faccia della medaglia. Un chiarissimo esempio lo abbiamo con il blog Italiano più famoso, www.beppegrillo.it, nel quale, l’ironico personaggio, senza freni attacca tutto e tutti. Il fumetto dei ragazzi del Don Magnani - Le motociclette: “la nostra passione” L'amore per i motori è nata seguendo amici più grandi che si divertivano a smontare e rimontare motocicli e passavano quasi tutta la giornata a potenziare questi “bolidi” per renderli sempre più potenti. Noi giovani questa passione la coltiviamo non solo seguendo il nostro idolo Valentino Rossi ma anche elaborando i nostri mezzi e seguendo i consigli dei più grandi. Il nostro campione però oltre ad avere una preparazione tecnica ed atletica ha anche una sensibilità della messa a punto del motore e la conoscenza giusta delle gomme da usare in pista, infatti molte aziende produttrici di motociclette lo hanno ingaggiato per migliorare il motore e il telaio dei loro prodotti. Ci sono però ragazzi che per imitare i loro idoli organizzano delle vere e proprie gare che avvengono per le strade poco frequentate e che senza rendersene conto creano pericoli agli altri e a loro stessi: cadendo si possono fare molto male dato che non hanno gli strumenti per la loro incolumità, il soccorso medico è assente e soprattutto non hanno tecnica e esperienza. Per questi ultimi ed ovvi motivi è giusto che noi giova- ni non ci improvvisiamo piloti esperti ma uniamo al diletto e alla passione per le moto, una giusta dose di rispetto ed amore non solo nei confronti degli altri ma anche e soprattutto per riguardo di noi stessi e della nostra vita. Articolo a cura degli alunni Grella, Tosi, Ferrari, Di Modica, Housairi, con la collaborazione della Prof.ssa Francesca Tanzillo dell’IPSIA DON MAGNANI Sassuolo. Il corso di fumetto è stato tenuto con successo, nelle scorse settimane, da Stefano Landini. La tipica ricetta a cura di Patrizia Barbolini FRAGOLE IN PADELLA ALL’ACETO BALSAMICO CON ZABAIONE Ceste gastronomiche Porchetta Toscana Ricotta fresca TUTTI I GIORNI Salumeria Tradizionale NUOVO NELLA TUA CITTÀ Via Cavallotti 17 - 41049 Sassuolo (Mo) tel. 338.4216621 - fax 059.553075 Primavera il tempo delle fragole. Un modo diverso di gustare le fragole usando sempre i gusti della tradizione. Ricetta per 6 persone Preparazione: Mondare 500 gr di fragole 100 gr di zucchero 50 gr. di aceto balsamico di Modena Una noce di burro Per lo zabaione : 6 tuorli d’uovo fresco 150 gr di zucchero Cottura bagnomaria Montare le uova con lo zucchero e cuocere a bagnomaria circa 7/8 minuti da quando bolle l’acqua. In una padella antiaderente sciogliere la noce di burro, aggiungere lo zucchero, un cucchiaio di acqua, quando sarà lo zucchero caramellato, a fuoco molto basso aggiungere l’aceto a sciogliere il caramello, “tirare” le fragole in padella velocemente, impiattare con metà sezione del piatto occupata dallo zabaione sul quale avrete messo alcuni goccioloni di balsamico. INFO ACETAIA L'acetaia è visitabile in ogni periodo dell'anno previa prenotazione, sono possibili (sempre su prenota- zione) visite guidate. Inaugurata il 31 maggio 2003, l'Acetaia Comunale di Sassuolo è situata all'ultimo piano di uno degli edifici che compongono il complesso monumentale del Castello di Montegibbio, qui maturerà uno degli inconfondibili sapori della tradizione gastronomica modenese : l'aceto balsamico tradizionale di Modena. Per informazioni e prenotazioni: Iat Sassuolo e Fiorano Modenese Piazzale Avanzini - Paggeria nuova - 41049 Sassuolo Tel. 0536/807371 Fax. 0536/80552 e-mail: [email protected] 9 il sasso lino l’intervista Walter Botti Il venditore di ricordi Una fotografia inedita di Sassuolo raccontata da Walter Botti, da oltre vent’anni commerciante di libri usati e fotografie d’epoca in Piazza Piccola. Ne ha viste davvero di tutti i colori Walter Botti davanti al suo storico banchetto Certamente è il commerciante più singolare di Sassuolo. Sì perché Walter Botti, sassolese, titolare di una rivendita di libri usati sotto i portici di “Piazza Piccola”, vende una merce tanto insolita quanto ricercata da tanti sassolesi di una certa età ma non solo: i ricordi. Ricordi che si risvegliano improvvisamente guardando riviste e cartoline d’epoca ma soprattutto vecchie fotografie che ritraggono una Sassuolo ormai scomparsa e la sua gente. Un meraviglioso viaggio nel passato che consigliamo a tutti i sassolesi che capiteranno davanti al banchetto di Walter… Da quanti anni svolge questa attività? Ereditai questa attività dal papà, che iniziò nel 1965, in un periodo in cui l’industria della ceramica non andava tanto bene. Per questo motivo mio padre decise di incominciare a vendere libri usati, che all’inizio erano quelli che aveva letto lui nel tempo libero. Nel 1983 decise di smettere, proprio quando io avevo pensato di terminare la mia attività di orchestrale. A quel punto mi chiese di subentrargli e io lo feci volentieri, perché il lavoro mi piaceva, in quanto mi dava l’opportunità di stare a contatto con la gente. Ad oggi sono più di vent’anni che sono su questa piazza. Quali sono i suoi clienti? Sono persone di ogni età e sesso, anche se ho più clienti donne, per quanto riguarda la letteratura rosa o i romanzi gialli. Invece ho una cerchia di collezionisti uomini che 10 cercano riviste o cartoline vecchie, perché sono appassionati di storia locale. Ultimamente però, per una coincidenza, oltre a vendere libri usati, riviste d’epoca e vecchie cartoline, ho trasformato un’altra passione in un’attività economica. Un giorno andando per mercatini dell’antiquariato, trovai a Spilamberto un signore che nel suo banchetto aveva due scatoloni di riviste modenesi, dal titolo “Tutto Modena” piuttosto datate, circa degli anni sessanta. Io le acquistai e leggendole trovai un articolo che parlava di una festa alla Salvarola, al mitico dancing “La Terrazza”. Nell’articolo c’era anche una fotografia: in essa riconobbi tante ragazze e ragazzi che conoscevo, allora ne feci degli ingrandimenti. Questa fotografia ebbe un successo enorme e mi diede l’impulso per raccogliere e ingrandire altre foto: gruppi sportivi, foto di famiglie o scolaresche. Inoltre ho scoperto di essere molto fisionomista, riconosco bene nelle foto i ragazzi di allora che sono i signori di una certa età di oggi. La sua rivendita è un punto di ritrovo per molte persone… Qui da me è diventato un punto di incontro, si radunano degli amici, con i quali facciamo delle sfide a riconoscere nelle vecchie foto le persone: “Ti ricordi quello? “; “Sai chi è questo?”. Ci passiamo il tempo. Poi i signori più vecchi di me vengono qui e mi danno una mano a riconoscere quelle persone che io non ho conosciuto da ragazzi e che senza il loro aiuto non saprei individuare, e che magari sono i sassolesi storici. Pensi che l’altro giorno è venuta a Sassuolo una signora svizzera, vedova da pochi mesi, di un sassolese emigrato cinquant’anni fa in Svizzera. Lei cercava delle foto di suo marito quando da giovane abitava qui. Mi disse che era del ’26. Insomma con l’aiuto dei miei amici, attraverso le conoscenze di alcuni che erano anche loro nati in quell’anno, abbiamo ritrovato delle foto e siamo riusciti ad accontentare la signora e a farla felice. Questa attività è diventata una sorta di archivio fotografico storico di Sassuolo? Si, pensi che adesso degli storici sassolesi, vogliono raccogliere delle fotografie d’epoca per vedere, oltre le persone raffigurate in primo piano, i particolari della città: come erano le vie, le piazze, cioè come era l’architettura di allora. In questi vent’anni è cambiata la gente che frequenta la piazza? Si, negli anni sessanta e settanta c’era un’atmosfera diversa: tutto era nuovo, la moda, la musica e la gente veniva in piazza per conoscere le novità. Infatti non c’erano in mezzi di informazione che ci sono adesso, le persone si tramandava le notizie, ma anche le tradizioni, per passaparola. Ora è diverso, qui in piazza vengono molti immigrati che sono qui a Sassuolo per lavorare e qui si ritrovano nei loro momenti liberi per chiacchierare con gli amici. Poi ci sono i gruppi delle signore che fanno le badanti e i gruppi dei lavoratori extra- comunitari, che sono qui per darci una mano, quindi hanno tutti i diritti per starci. Mancano invece i sassolesi, quelli nati qui, loro che con il loro lavoro si sono più o meno tutti realizzati, non si trovano più qui in piazza, ma in club o circoli privati. E’ un peccato non sentire più gente che parla il nostro dialetto, o che si riconosce sotto i portici e si ferma a raccontare dei vecchi tempi. Ha qualche aneddoto particolare da raccontarci? Ce ne sono tanti: qui in centro c’era il gruppo degli sportivi, che si ritrovava nella parte opposta del portico rispetto a dove sono io; lì c’era il bar tabaccheria di “Vandrino”: ci si ritrovava alla domenica pomeriggio, dopo essere stati al cinema, per commentare i risultati delle partite di calcio. E’ stato un peccato non aver raccolto le battute che ne veniva fuori, c’erano delle gag bellissime. C’era un personaggio che chiamavamo “Ziloc” che era poi Nello, che abitava in Rocca e nel tempo libero andava ad aiutare Berselli, che vendeva frutta e verdura vicino all’osteria “I Pavlot”. Ziloc andava con un carretto di primizie al mercato. Una mattina una signora che sentiva le mele, per vedere se erano mature, gli disse: “Nello mi sembrano un po’ indietro queste mele!”. Nello prese il carretto e lo spinse avanti di alcuni metri e poi disse alla signora: “Vani bein adesa?”. Allora ci si divertiva con poco, adesso abbiamo la radio, la televisione che ci portano in casa le notizie. Un tempo invece ci si trovava nei rioni o nelle piazze, alla domenica si stava intorno a un tavolino e si rideva e scherzava, lì saltavano fuori dei racconti bellissimi. Alcuni di questi aneddoti rimangono a noi grazie a dei giornali locali, come oggi c’è il vostro, allora c’era “Sassuolissimo”, il giornale di Luciano Battelli, che si firmava “ Blu” che raccontava la vita di Sassuolo: era un giornale anche scherzoso che riportava quello che si diceva nei bar, che faceva la classifica della più bella ragazza di Sassuolo. Io ho ancora qualcuna di quelle riviste e ogni tanto vado a rileggermele per spolverare delle cose di cui oggi ci siamo dimenticati. Qui nel suo banchetto, è nato qualche amore? Certamente, ci sono dei ragazzi che oggi hanno trent’anni che passano di qui e mi dicono” Si ricorda quando io venivo a comperare Diabolik e lei, la mia ragazza, Topolino, oggi siamo sposati e questi sono i nostri bimbi!” Sono cose bellissime, che ti danno delle soddisfazioni. Che cosa ci racconta ancora? Ci sarebbero mille racconti, però le vorrei dire che ora sono contento che stiano sistemando la piazza, che le ridiano il suo aspetto originale, spero che ritorni la bella piazza che era un tempo. Chissà che questo restauro, non riporti qui anche i vecchi sassolesi! MADDALENA MORANDI all’interno troverai ARTICOLI IN PROMOZIONE il sasso lino sport “La mia vita a 300 all’ora. E non mi fermo qui” Il pilota nostrano Andrea Montermini ci racconta la sua storia: tra vittorie, incidenti, delusioni. E poi Jackie Stewart, Alain Prost e Nigel Mansell C’era un ragazzo che, come me e come magari molti tra voi, amava sì i Beatles e i Rolling Stones. Ma aveva pure una sfacciata passione per la velocità. E forse è stata soltanto la mancanza del classico pizzico di fortuna ad impedirgli di salire sulle vette dell’automobilismo sportivo. Eppure, Andrea Montermini, mezzo sassolese e mezzo di Roteglia, figlio di una signora di San Michele dei Mucchietti e di un signore della sponda reggiana del Secchia, ha corso in mezzo a gente come Michael Schumacher, Rubens Barrichello, Emerson Fittipaldi, Nigel Mansell. E senza mai sfigurare, perché il talento c’era tutto, c’era per intero. La sua, cioè quella di Andrea, è una storia molto bella, quasi romantica nella sua declinazione. E’ il racconto di una avventura che avrebbe sicuramente meritato pagine trionfali, sottratte invece alla lettura dei contemporanei da quel minuscolo accidente della vita che ci ostiniamo a chiamare caso, fato, destino. Da dove cominciamo? Cominciamo lasciando la parola a lui, che in macchina ci va ancora e corre ancora e ha addosso la smania di sentirsi rapido, di sentirsi vivo, di sentirsi protagonista. In fondo, per chi ama il brivido della velocità non fa differenza, se la prossima curva è quella di un famosissimo Gran Premio o di una competizione Gt non troppo popolare al di fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori. “Va bene, facciamo che io detto e tu scrivi - sospira Andrea -. Forse la mia è una esistenza che somiglia a tante altre, nel senso che non credo di essere l’unico soggetto divorato dalla passione maniacale per le corse. Siamo in tanti e immagino che saremo ancora in tanti, ci sono cose che semplicemente non si possono spiegare, non finiranno mai perché appartengono alla stessa identità collettiva del genere umano. Ero un bambino e diventavo matto per le macchinine, ci salivo sopra e pigiavo sui pedali come un forsennato. Adriana, la mamma, mi guardava e probabilmente pensava che mi sarebbe passata presto. Lucio, il fratello più piccolo, ha sei anni in meno e presumibilmente mi compativa, a lui dell’automobilismo non è mai fregato niente. Invece papà, che di nome fa Paolo, può darsi che qualcosa avesse intuito. Un giorno d’estate andammo a fare una gita dalle parti di Carpineti. Entrammo in un bar per un gelato e mi ricordo che alla parete c’era un televisore. Stavano trasmettendo una corsa di Formula Uno. Ero proprio piccolo, gareggiava ancora Jackie Stewart, il mitico scozzese che si ritirò dalla attività nel 1973. Io rimasi incantato davanti al video e feci una promessa a me stesso: finalmente avevo capito cosa volevo fare da grande. Il tempo è passato e questo morbo della velocità non mi mollava. Ero amico di Fabrizio Giovanardi, sì, il sassolese che tanto ha vinto nelle categorie del Turismo. Lui aveva cominciato con i kart e allora io me ne ero comprato uno e lo tenevo nascosto nel suo garage, per evitare che mio padre mi piantasse un casino. Poi seguivo Fabrizio alle gare e trovavo la maniera di esibirmi, quasi di nascosto. Forse ho cominciato a fare le cose troppo tardi, forse se mi fossi buttato da ragazzino certe strade si sarebbero aperte, si sarebbero trasformate in autostrade. Comunque, avevo già ventitrè anni quando mi iscrissi ad un corso della Csai, che sarebbe un po’ la federazione dell’automobilismo sportivo. Mi videro guidare e mi dissero: beh, giovanotto, per il kart DAL 1991 IL FITNESS E LA DANZA A SASSUOLO CENTRO FITNESS Viale Gramsci, 85 Sassuolo Tel. 0536 811963 Via Mantova, 1 Sassuolo Tel. 0536 885225 www.per fectpalestre.it Il pilota Andrea Montermini, in posa con la Ferrari. potresti sembrare un nonnino, ma con le macchine vere hai tutto il diritto di provarci. E perché no? Mio padre, sempre pensando che una volta levatomi lo sfizio sarei tornato ad un mestiere più serio, ha lasciato fare. Sono trascorsi altri vent’anni e di essere pilota non ho smesso più. La prima categoria seria era l’Alfa Boxer. Un delirio. Alla quarta gara, a Monza, ho vinto. Sono salito sul gradino più alto del podio. Mi sono guardato attorno. Perché non dovevo continuare? Mi accorgevo che al volante me la cavavo e non è che in circolazione ci fossero dei super fenomeni. Avanti, mi sono detto: avanti, senza paura. I miei amici dicono che lo spavento più grosso l’ho patito a Barcellona, nel maggio del 1994. Ero appena arrivato in Formula Uno e la Simtek, una scuderia minore, mi aveva ingaggiato per sostituire il povero Ratzenberger, il pilota austriaco che era morto a Imola il giorno prima di Ayrton Senna. Voglio essere sincero: io, dell’incidente di Barcellona, non ricordo un accidente. Mi risvegliai in ospedale, il botto accadde il venerdì mattina durante le prove libere e so che al circuito mi avevano dato per morto. Era un periodo terribile per la F1, meno di un mese prima c’erano state le disgrazie di Imola e da due settimane Wendlinger era in coma, per un incidente a Montecarlo. Per me, la paura più pesante si chiama Ferrari. E si abbina alla memoria migliore della mia carriera. Era il 1991 quando Cesare Fiorio mi selezionò come collaudatore della Rossa. In pratica, ero il terzo pilota della squadra, dopo Alain Prost e Jean Alesi. E’ stata una esperienza fantastica, che mi ha dato tantissimo, sia in termini umani che professionali. In un paio di stagioni, ho percorso più di dodicimila chilometri, al volante del Cavallino. Dicevo della paura: eravamo al Mugello per un test, ad un certo punto, in pieno rettilineo, la macchina ha piegato a sinistra e buonanotte. A sinistra c’era un muro, io ho strisciato contro quel muro per tre o quattrocento metri e intanto le gambe erano uscite dalla scocca e pensavo, addio, adesso mi frantumo. Invece, per miracolo, non mi sono fatto niente. Il biennio in Ferrari mi ha anche permesso di mettere bene a fuoco le cose. Sai chi era un mio collega di collaudi? Un certo Damon Hill. Lui svolgeva lo stesso mio lavoro, ma con la Williams. Beh, a Damon, che è un amico e che è molto forte, è stata offerta l’opportunità di diventare pilota titolare del team. E si è laureato campione del mondo, nel 1996. Io lo ammiro, è stato bravo, ha meritato quanto ha ottenuto. Ma a me, una chance così non l’hanno data mai. Non voglio fare il piangina. Non sono un tipo lamentoso. Metto in fila gli eventi. Lo sai che in Formula 3000 ho avuto come compagno di scuderia un certo Rubens Barrichello? In una stagione, quattro vittorie per me e zero per lui. Però, alla fine dell’anno, lui è sbarcato in pompa magna in Formula Uno, semplicemente perché aveva alle spalle grandi sponsor. Io non li avevo e sono rimasto indietro. Non sono l’unico. Ecco, questo direi ad un ragazzino sassolese che avesse nel cuore la passione per il mestiere di pilota: ehi, va benissimo, divertiti, mettici l’anima, ma quando arrivi a diciotto o vent’anni verifica se hai alle spalle qualcuno che possa contribuire finanziariamente alla tua carriera. E’ inutile negare l’evidenza: nell’automobilismo, il talento da solo non basta, non è sufficiente. Per arrivare, devi avere qualcuno che ti spinge, che copre le spese, che non ti fa mancare le risorse. Io, francamente, non me la tiro per niente, sono una persona normale, mi resta solo un dubbio: cosa avrei fatto in F1, al posto di Barrichello, se avessi avuto i soldi? In F1 ho guidato macchine senza mezzi, dalla Simtek alla Pacific alla Forti. Non c’era trippa per i gatti e lo sapevo. Così la soddisfazione più grande della carriera è una vittoria strepitosa a Spa, sul circuito più bello del mondo, nel 1992. Ero in Formula 3000 e ricordo che c’eri anche tu, là sul traguardo. Fu una grande impresa, a Spa, sulle Ardenne, se non sei un manico vero non puoi nemmeno pensare di vincere. E non dimentico un quarto posto in Formula Indy, in America, nel 1993, con una monoposto dell’Euromotorsport. Se vai a controllare l’ordine d’arrivo, eravamo a Detroit e il sottoscritto ha preceduto Nigel Mansell e Emerson Fittipaldi, mica due sfigati transitati per caso nei paraggi. In epoca più recente, è stata bella la vittoria con una Ferrari nella 1000 chilometri di Le Mans, nel 2004. Adesso mi sono specializzato nelle competizioni a ruote coperte, come diciamo noi maniaci. Quest’anno, con la Ferrari 430, parteciperò al concorso internazionale delle Le Mans Series. E mi sono iscritto anche al campionato italiano, con una Saleen. In pratica, non sto fermo un minuto. Smettere? Ma per carità! Mi piaccio troppo quello che faccio. Mi diverto. Mi sento giovane. Adesso ho 42 anni, ma come pilota sono un pivellino, proprio perché ho iniziato molto tardi, almeno rispetto alla media. Un trentenne non ha il mio fisico, sono disposto a scommettere. Il privato? Rigorosamente single, addirittura sono anche senza fidanzata, la mia casa è quella di famiglia, sempre a Roteglia, sponda reggiana del Secchia, in fondo tutto è cominciato proprio lì.” LEO TURRINI 11 il sasso lino recensioni “Il grande mito c'ha fregato, che sei un eroe se sei suonato” volumi persi al cinema a cura di Daniela Frigieri Il velo dipinto di W. Somerset Maughan Adelphi, 2004 “La finezza dei colori, i tratti inaspettati e esotici, trasformavano quei vividi luoghi in un fondale davanti a cui si agitavano, misteriosi e chimerici, i fantasmi della fantasia di Kitty… La gente che scivolava per le vie tortuose e quelli che morivano, erano comparse senza nome. Certo, tutti, tutti avevano un qualche significato, ma quale? Era come se danzassero una danza rituale, antica e raffinata, e tu sapessi che quei passi complicati hanno un senso che per te sarebbe importante conoscere; eppure non ne capivi nulla, nulla”. Che ragione poteva avere l’incantevole Kitty per sposare il gelido e inamabile dottor Fane, batteriologo al servizio dell’impero britannico, se non il puro panico? (…) Da questo romanzo, apparso per la prima volta nel 1925, è stato tratto il film Il velo dipinto di Richard Boleslawsky (1934), interpretato da Greta Garbo, Herbert Marshall, George Brent. La vedova scalza di Salvatore Niffoi Vinicio Capossela Adelphi, 2006 “Me lo portarono a casa un mattino di giugno, spopolato e smembrato a colpi di scure come un maiale…Maledetti siano quelli che gli hanno squarciato il petto per strappargli il cuore con le mani e prenderlo a calci come una palla di stracci…Ogni volta che mi fissava con i suoi occhi malandrini…sentivo un tutùm tutùm che faceva bollire il sangue nelle vene in attesa di sgrumarlo altrove…”. Sin dalla prima pagina il lettore si trova immerso in un mondo arcaico e feroce, quello della Barbagia fra le due guerre. E’ qui che Mintonia e Micheddu si conoscono e si amano con l’urgenza prepotente ed esclusiva che è propria degli amori infantili. (…) E continueranno ad amarsi anche quando Micheddu dovrà darsi alla macchia, anche quando Mintonia, “femmina malasortata”, dovrà vederlo solo di nascosto e passare ore di angoscia a pensarlo braccato. Gesù e Yahvè di Harold Bloom Rizzoli, 2006 “Questo libro è incentrato su tre figure: un personaggio più o meno storico, Yeshua di Nazareth; un Dio teologico, Gesù Cristo; e un Dio umano, troppo umano, Yahvè. Una simile frase d’apertura suonerà inevitabilmente polemica, la mia speranza, tuttavia, è soltanto quella di contribuire a mettere meglio in luce alcuni aspetti della questione (se ciò mi sarà possibile), mentre non è mio intento offendere nessuno”. In questo libro, Harold Bloom sfrutta il suo impareggiabile talento di critico letterario per esaminare il personaggio di Gesù, sottolineando le incoerenze e le contraddizioni disseminate da un capo all’altro dei Vangeli. Esamina inoltre la figura di Jahvè, che ritiene abbia più tratti in comune con il Gesù di Marco che non con il Dio Padre dei cristiani e delle tradizioni rabbiniche ebraiche. . (…) E’ un’opera di critica letteraria che(…) farà riflettere tanto gli ebrei quanto i cristiani. di Marcello Micheloni Spider, di David Cronenberg, Can 2002 Con Ralph Fiennes, Gabriel Byrne, Miranda Richardson, Lynn Redgrave, John Neville David Cronenberg è un malato mentale. In senso stretto o in senso lato non lo so, ma le sue perizie psichiatriche, che non sono altro che i suoi film, parlano chiaro: da Videodrome (1983) fino all’ultimo A history of violence (2005). Pellicole che valgono molto più di qualsiasi test per valutare la salute mentale. Che poi malati lo siamo un po’ tutti è fuor di dubbio, ed è per questo che le pellicole del regista canadese ci attirano così. Proprio come ci attira (nella sua tela…) questo Spider, immersione nei vortici della follia di uno schizofrenico, interpretato alla grande da Ralph Fiennes. Spider, ex internato, cerca di fare i conti col suo passato: papà, mamma, il sesso. E Cronenberg racconta questa sfida senza facili flashback, ponendo fianco a fianco Spider e i suoi fantasmi, che tanto sono “qui”, che ci accompagnano, sempre. A volte magari si fanno sentire un po’ meno, forse perché distratti o presi anche loro da qualche preoccupazione. Ecco, forse i fantasmi di Cronenberg sono solo più attenti di altri. “Gli abiti fanno l’uomo… E meno c’è l’uomo più cresce il bisogno dell’abito”, Terrence (John Neville) Ferro 3 - La casa vuota, (Bin Jip), di Kim Ki-Duk, Sud Corea 2004 Con Jae Hee, Lee Seung-Yeon, Kwon Hyuk-Ho, Joo Jin-Mo, Choi Jeong-Ho Perché un ragazzo si introduce clandestinamente negli appartamenti lasciati vuoti dai proprietari, magari in vacanza, e per qualche ora li usa e li riempie della sua presenza, senza rubare nulla? E’ solo uno dei temi che pone questo seducente film coreano: cosa cerca Sun-Hwa in quelle case vuote? A me viene da paragonare Sun ad una cavalletta che migra da un’emozione/casa all’altra dopo averla assaggiata. Oppure, più prosaicamente, mi viene da pensare a qualcuno che abbia deciso di fare a meno delle quotidiane “vie di mezzo”, tipiche delle vite borghesi le cui case il protagonista “occupa”: Sun o si fa sentire sul serio, mazzate violente comprese (Ferro 3 non è altro che un tipo di mazza di golf), oppure non si fa sentire per niente, imparando via via a diventare…invisibile. Silenzio o fracasso. Questa pellicola è una delle storie d’amore (sì, di amore!) più originali e belle viste al cinema negli ultimi anni: non “fidarsi” del film interrompendo la visione prima del magico finale sarebbe un peccato. E attenzione, perché il protagonista potrebbe essere dietro di voi, invisibile, con tanto di ferro in mano. “Chi sta giocando a golf nel mio giardino?”, Myn-Kyu (Kwon Hyuk-Ho) rock records novità e classici a cura di Lucio Vallisneri WWW.LUCIOVALLISNERI.IT Che GIOIA! Ritrovare vecchi amici che si credevano perduti. Apertura del disco con una sequenza di quattro brani Life Wasted,World Wide Suicide,Comatose, Severed Hand, potenti ed ispirati come ai bei tempi, quando le camicie di flanella ed i jeans strappati erano d’uso a tutti quelli che ascoltavano il “nuovo” sound d’oltreoceano. Il tempo è passato in fretta, tragedie, guerre e ripensamenti ci hanno resi tutti più cinici, ma l’attenzione verso l’ottima musica rimane sempre, quindi correte dal vostro “pusher” di fiducia e acquistate il NUOVO album dei Pearl Jam: non rimarrete delusi. Marker in the sand, Parachutes, Unemployable, Big Wave, Gone, Wasted Reprise, Army Reserve, Come Back, Inside Job, sono gli altri titoli che tra sciabolate devastanti e tocchi di fioretto, vi faranno sognare di vivere se non in un mondo migliore, almeno con buona musica. P.S. Non fate caso alla confezione disgustosa; come avete letto il contenuto è sopraffino. Pearl Jam, Pearl Jam Bmg, 2006 ENRICO “JASON” ERGELINI Horses, 12 Patti Smith Arista, 1975 La poetessa del Rock con Horses ha di sicuro creato uno dei dischi più importanti del Rock; di fatto, un personaggio non di primo pelo, come John Cale, produttore dell'album, ne intuì il talento lasciandola sfogare nella sua irruenza giovanile. In Horses si infilano una serie di canzoni epocali: Gloria, Redondo Beach, Birdland, tutte con un impatto devastante. In quei tempi si descriveva questo genere suonato come "punk-wave”, ma se cercate un album nel quale siano racchiusi tutti i rumori che hanno caratterizzato gli anni '70 non fatevi mancare questo disco della "poetessa", tra l'altro da poco ristampato e con una bella confezione. Il nomignolo "poetessa" non è casuale, di fatto i suoi testi sono bellissimi e in alcuni momenti le canzoni si trasformano in poesia vera e propria. Il tutto è suggellato da Elegie che accende per l'eternità il nome di Patti Smith nel firmamento della musica. Patti, al momento, rimane un’icona irripetibile della storia del Rock al femminile. LUCIO VALLISNERI Il Sassolino direttamente nella tua e-mail Scrivici per essere aggiunto alla “mailing list” e ricevere gratuitamente ogni mese la rivista in formato PDF [email protected] il sasso lino FORNITURA MATERIALI SPECIALI PER CERAMICA TRE ELLE viale zanti 32 Sassuolo (MO) tel e fax 0536.852030 cell 338.8968086 13 il sasso lino passatempo Orizzontali chi più ne ha, più ne metta! CRUCIVERBA SASSOLESE In corsivo, le definizioni sassolesi 1. Il soprannome di Caterina Caselli (nella foto, un suo 45 giri) – 6. Cuore di pera – 7. Un anfibio – 12. Pistola americana...rovesciata – 13. Terribile extraterrestre da "grande schermo" – 14. Altrimenti detto in latino – 16. All'inizio di una gara – 17. Nemico del radiatore – 18. Tappo di Sassuolo – 23. Scivolare poeticamente – 25. Arezzo per l'Aci – 26. Ti fa il mazzo – 27. Visiterà Sassuolo quest'estate – 29. Sovrano scespiriano – 31. Targa trentina – 32. Racconti per piccini e non solo – 34. Canale del mixer – 35. Contengono errori – 36. Claudia, politica "azzurra". Verticali 1. Più o meno scura – 2. In Camera e Senato – 3. Verso della cornacchia – 4. Esplosiva opera prima di Spielberg – 5. Alla fine delle parole – 8. Può essere piena di somari – 9. Reparto dei Carabinieri – 10. Aggettivo da concezione etico-politica – 11. Quartiere sassolese – 15. Frutto tropicale – 17. La targa di Genova – 18. Claudio, ex granata – 19. Ministro del Lavoro di metà anni '90 – 20. Baltico e Nero – 21. Verso di Alvaro Vitali – 22. Il nomignolo del jazzista Farmer – 23. Dicono che pulisca senza graffiare – 24. Avverbio usatissimo – 28. Ferro al 60% – 30. Un po' adirato – 33. Pizzico di ovvietà. (monch) La soluzione nel prossimo numero Soluzione aprile Abbigliamento Uomo Donna Via C. Menotti 34 (ang.P.leTeggia 1) - 41049 Sassuolo (Mo) Tel. 0536.801608 Le barzellette Raccolte e curate da Tania Boilini “col desiderio di utilizzare una risorsa universale per stare bene e cercare di far star bene anche gli altri.” MONTERMINI SCAVI di Nuber Montermini SCAVI TRASPORTI URBANIZZAZIONI Via A. Secchi, 8 - 42013 Casalgrande (RE) Tel. 0522.846365 Cell. 348.2711090 Fuori dalla sala operatoria “Perchè sei scappato dalla sala operatoria prima dell'intervento?” “Perchè l'infermiera diceva: ‘Coraggio, non si preoccupi, è un'operazione facile’ ” “E questo non ti ha tranquillizzato?” “Il fatto è che parlava col chirurgo!” A Milano Un uomo di colore viene divorato da un coccodrillo, ma la testa rimane fuori... Passa un vecchietto milanese e dice: “Va chel negher lì... a moren de fam e po' dormen in del sac a pelo de la Lacost!” Marito scemo Un signore torna a casa dal lavoro e sorprende la moglie a letto con un altro uomo. Con faccia stupita e sorpresa grida alla moglie: “Ma cosa stai facendo?” E la moglie rivolgendosi all'amante: “Te l'avevo detto che era scemo!” Queste barzellette sono estrapolate dai libri di Tania La cena delle barze (2004) e Barzellette per un anno (2005), entrambi recuperabili presso “Libreria Incontri” e “La libreria Sassuolo” di Piazza Libertà. Parte del ricavato viene devoluto alle associazioni “Ridere per vivere” e “Anfass”. dal 20/04/2006 al 14/05/2006 l’oroscopo di Mirella Barchi ARIETE (21/03-20/04) LEONE (23/07-23/08) SAGITTARIO (23/11-21/12) Sveglia che è primavera Amore: sei al massimi livelli! Lavoro: àrmati di pazienza... Salute: non strapazzarti! Progetti solidi e costruttivi Amore: per chi è single è finita la solitudine… Lavoro: proponi le tue idee Salute: hai bisogno di pace e serenità Facilità nei rapporti sociali Amore: sei dispersivo... Lavoro: calma nei rapporti con gli altri! Salute: pigrizia TORO (21/04-20/05) VERGINE (24/08-22/09) CAPRICORNO (22/12-20/01) Accetta solo proposte concrete Amore: amori più stabili Lavoro: proposte da non sottovalutare... Salute: viaggi e spostamenti…per relax! GEMELLI (21/05-21/06) Prudenza Amore: tutto bene per le coppie; per i single storie brevi Lavoro: sii diplomatico Salute: non abusare delle proprie forze BILANCIA (23/09-22/10) Tanta grinta, per lanciarti in nuove conquiste.. Amore: ti complichi parecchio la vita... Lavoro: ti metti in cattiva luce...senza volerlo! Salute: cura il sonno ACQUARIO (21/01-19/02) Sorprese... Amore: ti infiammi di passione con niente... Lavoro: punta su obiettivi ragionevoli! Salute: forma fisica al massimo Vi sentite sottovalutati... Amore: vuoi sempre di più... Lavoro: affronta i problemi analizzandoli Salute: cura l'alimentazione... Allarga i confini della quotidianità... Amore: bisogno di trasgressione... Lavoro: problemi pratici! Salute: palestra: è ora di svegliare la tua "forma fisica” CANCRO (22/06-22/07) SCORPIONE (23/10-22/11) PESCI (20/02-20/03) Attenzione ai colpi di testa… Amore: i single perdono tempo dietro a chi non se lo merita Lavoro: conta fino a 10 prima di agire Salute: una bella dieta disintossicante! 14 Cambiamenti Amore: tanta passione ma con sentimento Lavoro: sei troppo rigido! Salute: attenzione all'ansia Sembra che nessuno ti ascolti... Amore: sii più istintivo e rifletti di meno... Lavoro: arriva una proposta da non sottovalutare... Salute: più ferro: asparagi! il il sassolino nella scarpa ...la parola ai lettori sasso lino SCRIVETECI!!! Tutte le critiche verranno ascoltate; le lettere ed i messaggi più significativi saranno pubblicati. [email protected] Numero dei parcheggi a pagamento? Ogni comune decide da sè SERVIZI IMMOBILIARI Sono diverse le segnalazioni arrivate alla redazione in merito all’inchiesta sui parcheggi pubblicata nello scorso numero; lettere che esprimono critiche o preoccupazioni sul nuovo piano comunale della sosta. Tra esse ci è stato chiesto di verificare, come è stato supposto da chi ci ha scritto, se esiste una legge che sancisce il numero dei parcheggi a pagamento ed in particolare se, nel centro storico, tale numero deve essere equivalente a quello dei posti liberi piuttosto che a disco orario. Abbiamo contattato l’area urbanistica della provincia di Modena che ci ha spiegato che non esiste una normativa nazionale quantificante il numero massimo dei parcheggi a pagamento per il centro di una città in relazione a quelli di diversa tipologia, ma che si tratta di una norma gestita a livello comunale e solitamente si trova negli allegati del piano regolatore. CHIARA DINI Alcune correzioni: nella piantina pubblicata lo scorso numero sono da aggiungere i parcheggi di via Pretorio come nuovi posti a pagamento, mentre in via Mazzini i luoghi di sosta a parchimetro si trovano di fronte alle scuole Pascoli e non tra via Aravecchia a via XX settembre, come era stato segnato. Ringraziamo l’ufficio tecnico del Comune per le segnalazioni e la disponibilità. Spartitraffico pericoloso Alla direzione del Sassolino Cari ragazzi, sono una signora di Sassuolo e devo dire che c’è una cosa che proprio non riesco ad accettare. Sulla via Radici in Piano, provenienti da Modena, poco prima della farmacia Due Madonne, c’è un’aiuola che separa la strada già stretta di suo e la rende ancora più pericolosa perché ti coglie impreparata, specialmente di sera a causa della scarsa illuminazione. Mi domando quando il Comune di Sassuolo ne capirà la rischiosità e deciderà di toglierla. Grazie Via F.Cavallotti n. 79 SASSUOLO tel e fax 0536-883802 349-2128841 348-7291200 messaggini 320.8482069 “Comitato Braida, ma che c’azzeccano i pranzi etnici?” Egregio Comitato di Braida, ho letto il vostro spazio autogestito con attenzione. Pur con tutta la comprensione possibile, pensate davvero che il vero problema siano i pasti multietnici dove i bambini possono imparare a convivere? Credo abbiate detto una cavolata. Saluti MONICA “Togliete quell’antenna!” Passando per via Felice Cavallotti ho notato la presenza di un’antenna televisiva collocata sopra l’obelisco situato a Sassuolo 2... qualcuno può spiegarmi chi ce l’ha messa? GIULIA B. DOMENICO Lo spartitraffico chiamato in causa nella lettera “Buon compleanno Sassolino” Le rotonde della discordia Gentile redazione del Sassolino, da circa vent’anni risiedo nel quartiere Rometta e scrivo per esprimere il mio disaccordo in merito alle due rotonde realizzate al fine di “snellire” il traffico veicolare di Largo Verona. Posso affermare tranquillamente, senza timore di smentita, che questa è sempre stata una zona molto tranquilla ed una delle più scorrevoli dal punto di vista urbanistico. Ora, invece, il quartiere è sconvolto: mi piacereb- be conoscere gli ideatori della cosidetta “sperimentazione”. E non mi riferisco solo al ripristino del doppio senso che forse potrebbe avere anche un senso, bensì alla rotatoria all’incrocio con via Repubblica e via San Prospero. Ho letto recentemente sui giornali che il comune si era deciso ad eliminare la suddetta “rotondina . Ma a tutt’oggi (8 maggio) la situazione non è stata ancora ripristinata, nonostante le proteste di noi residenti. Ritengo che una amministrazione, prima di attuare iniziative che riguardano la vita della collettivi- tà, abbia il dovere almeno di interpellare i cittadini sopratutto nel momento in cui si decide di sperimentare soluzioni urbanistiche che, oltre a cozzare contro la volontà di numerosi sassolesi, creano disagi a cittadini e commercianti. Non mi aspetto risposte da chi di dovere, la mia intenzione era quella di esprimere semplicemente un malessere condiviso da tanti abitanti del quartiere. Grazie LUCIO BELLEI il sasso Siamo un gruppo di fan del Sassolino e volevamo fare gli auguri per il primo compleanno del vostro bellissimo giornale. Continuate così! Per festeggiare ci vorrebbe proprio una bella festa... quando la organizzate? SUSANNA,ANNALISA E LUCA “Affogati nel cemento” Ci lamentiamo che Sassuolo è una città senza verde e poi il Comune decide di abbattere 30 olmi per realizzare una pista ciclabile nel quartiere Rometta. È proprio necessario? GIACOMO lino su internet! La versione On-Line del giornale può essere scaricata gratuitamente dal sito del Circolo Culturale Fahrenheit 451 wwwww..ffaahhrreewweebb..iitt w 15 c/o La Casa nel Parco L.go Bezzi, 4 Sassuolo [email protected] il sasso lino