il Tirreno - Vigneto Altura

Transcript

il Tirreno - Vigneto Altura
La sfida vinta del vignaiolo eroico - il Tirreno dal 1997.it » Ricerca
TOSCANA
HOME
CARRARA
ATTUALITÀ
CECINA
SPORT
ELBA
EMPOLI
SPECIALI
GROSSETO
PARTECIPA
LIVORNO
LUCCA
MULTIMEDIA
Pagina 1 di 2
MASSA
GUIDA UTILE
MONTECATINI
ANNUNCI
PIOMBINO
ASTE-APPALTI
PISA
PISTOIA
LAVORO
PONTEDERA
MOTORI
ARCHIVIO il Tirreno dal 1997
La sfida vinta del vignaiolo eroico
il Tirreno — 22 aprile 2008 pagina 11 sezione: TOSCANA
GIGLIO. E’ venuto sull’isola da bambino, in vacanza con i genitori e c’è tornato da adulto, sposato e padre
di un figlio, «innamorato del mare, del cielo e del vento». E vi è rimasto, per sfatare, con la complicità della
natura, un luogo comune che era diventato anche un modo di pensare, un alibi per sfuggire alla tradizione
per correre incontro alla modernità. Le terre rocciose del Giglio sarebbero state capaci di restituire frutti
dolci e maturi a chi le avesse amate e coltivate. Francesco Romano Carfagna, 57 anni, molisano di padre
e triestino di madre, aveva 35 anni quando fece una radicale scelta di vita. Insegnava matematica in un
liceo, ma il suo mondo non era lì: alle equazioni e alle radici quadrate preferì i lineari filari di vite, l’aria di
una campagna salmastrosa, il rumore delle onde infrante sugli scogli. Oggi Carfagna è alla testa di
un’azienda agricola che si chiama “Altura”, cinquemila bottiglie di vino bianco, l’“Ansonico”, forte e fino
come il paesaggio del Giglio, dorato e trasparente come sono qui le mattine d’estate. Ed è anche titolare di
un ristorante che nel nome coniuga al femminile la più colorata delle suggestioni del cielo. l’“Arcobalena”.
Francesco Carfagna lo dice con parole sue, di persona colta e semplice. Le stesse di un celebre poeta
francese: lasciare la città significa separarmi dai miei amici, ma stento a lasciare la campagna perché è
come separarmi da me stesso. Infatti l’insegnante molisano di matematica adesso fa i conti con l’estate
che tarda, il cielo che ogni tanto fa le bizze, oltre trentamila piante di vite, sparse su quattro ettari, che ad
ogni primavera fanno nascere nuove gemme che poi saranno uva da vendemmiare a settembre. Un
impegno faticoso, quasi una sfida, mentre tutti se ne andavano dal Giglio, per dimenticare i disagi,
l’inverno lungo, la posta che parte e arriva in ritardo, l’acqua che manca spesso, la corrente elettrica che
va e viene come i pochi traghetti. E di fatti Carfagna li ricorda volentieri quei vignaioli eroici, nel senso
letterale dell’impresa, che lui ha trovato al Giglio: i fratelli Giovanni e Domenico Centurioni, Antonio e
Vincenzo Bancalà, Antonio Biagio, Gaetano Brizzi, Francesco Botti, Giovacchino Lubrani, Giuseppe Biagio
Stagno. Anche Carfagna è un vignaiolo “eroico”, riconoscimento suggellato dalla Regione Toscana che
gliel’ha consegnato all’ultima edizione del Vinitaly tramite l’assessore all’agricoltura Susanna Cenni. Una
benemerenza “per aver dedicato la propria vita alla viticoltura eroica”: una terra strappata all’abbandono e
riportata allo splendore di un vigneto a terrazze sul mare. In sette anni di lavoro Carfagna e i suoi
collaboratori, a cominciare dal figlio Mattia (l’altra figlia, Irene, ha 16 anni) hanno tirato su dodici chilometri
di muri a secco, che oltre tutto servono a contenere lo scivolamento del terreno verso il mare, in una delle
zone più belle del Giglio, il promontorio incontaminato di Capel Rosso, dove lo specchio d’acqua cristallina
apre la vista, a sud ovest, alla Corsica e a Montecristo. Questa è “Altura”, tre dei quattro ettari di proprietà
di Carfagna coltivati a vigneto, dove nasce un vino forte ma dal sapore pulito, 13 gradi e mezzo, qualche
vendemmia anche 14. L’Ansonico, Carfagna lo serve ai suoi clienti dell’“Arcobalena”, il ristorante che si
trova al porto ed è aperto quasi tutto l’anno, condotto dalla moglie Gabriella. I piatti sono quelli della
tradizione gigliese, dal pesce alle carni, ma il bianco della casa è lui, l’Ansonico, apprezzato - dice con
orgoglio Carfagna - anche dai rossisti, tanto da poter accompagnare bene anche il maiale al forno e un
primo brusco come pasta e fagioli. Ai rivenditori questo originalissimo vino bianco costa 16 euro più Iva, al
ristorante costa tra i 30 e i 40 euro e i locali che hanno maggiori costi per la gestione della cantina lo
mettono in carta fino a 60 euro a bottiglia. Possono sembrare prezzi alti, ma bisogna tener conto che la
produzione, per il momento, si ferma a cinquemila bottiglie l’anno, che la commercializzazzione - come
dice Carfagna - avviene soprattutto “per quel magico canale del passa parola” e che quel che c’è dentro è
un frutto strappato alla natura a costo di immensi sacrifici. Un lavoro che viene solo da una passione
estrema, che Carfagna sa di aver ereditato dal nonno, capomastro agricolo del Molise e di aver portato
avanti con il padre, maestro elementare ma infaticabile vignaiolo nelle terre dei genitori. «Certo, la
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2008/04/22/LF1PO_LF101.html
12/04/2010
La sfida vinta del vignaiolo eroico - il Tirreno dal 1997.it » Ricerca
Pagina 2 di 2
sicurezza della scuola e del lavoro statale non c’è più - dice l’imprenditore gigliese - come non ci sono più
le ferie pagate, le assenze per malattia retribuite, la pensione e così via. Ma non ho rimpianti. Il mio ufficio
adesso è nei campi, all’aria aperta. Faccio la vita che ho sempre sognato grazie all’aiuto di mio figlio e di
mia moglie, che è decisiva in tutte le situazioni. Anche mio figlio è contento e anche orgoglioso del suo
lavoro. Certo, al Giglio, d’inverno, un giovane è assai sacrificato, ma non abbiamo rimpianti. Un altro
motivo di soddisfazione è la rinascita del Giglio, il nostro esempio seguito da alcune persone che hanno
riscoperto la voglia e il gusto di lavorare sui terreni dell’isola». E ancora una volta Carfagna fa i nomi:
Nunzio Danei, che cominciò ancor prima di “Altura”. Poi Giovanni Rossi con il fratello Simone e dall’anno
scorso anche una cooperativa di gigliesi che ha piantato una vigna su un terreno di circa quattromila metri.
Si torna all’isola, finalmente. - Giuliano Fontani
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2008/04/22/LF1PO_LF101.html
12/04/2010