sul torrente tartoiana impianto idroelettrico

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sul torrente tartoiana impianto idroelettrico
IMPIANTO IDROELETTRICO
SUL TORRENTE TARTOIANA
PROGETTO PRELIMINARE
2.5
RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA
Aprile 2013
Proponente:
Progettazione:
Progettista
via Stazione 40
32035 Santa Giustina (BL)
[email protected]
tel. 0437858549
fax. 0437857084
Procuratore
Consulenze specialistiche:
Vittorio Zollet
GLI ING
DE
NER I
EG
Galleria dei Borromeo 3
35137 Padova
[email protected]
tel. 0498775811
fax. 049666086
OR DI N
E
Dott. Ing. Lucio Zollet
138
IMPIANTO IDROELETTRICO TORRENTE
TARTOIANA
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PROGETTO PRELIMINARE
RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA
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INDICE
1
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ................................................................................... 3
2
ANALISI DEI VINCOLI GRAVANTI SUI TERRENI ............................................................. 5
2.1
PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (AUTORITA’ DI BACINO FIUME
TAGLIAMENTO) ................................................................................................................. 5
2.2
ALTRI VINCOLI PRESENTI SUL TERRITORIO ................................................................ 6
3
INQUADRAMENTO GEOLOGICO ..................................................................................... 7
3.1
I TERRENI .......................................................................................................................... 7
3.1.1
Copertura sciolta quaternaria ................................................................................ 7
3.1.1.1 Alluvioni d’alveo attivo ........................................................................................... 7
3.1.1.2 Alluvioni terrazzate: ghiaie sabbioso limose, con ciottoli e blocchi. ...................... 8
3.1.1.3 Detriti di falda: ghiaie sabbiose con ciottoli e blocchi. ........................................... 9
3.1.1.4 Materiali morenici: limi argillosi – sabbiosi, con ghiaie, ciottoli e blocchi. ............. 9
3.1.1.5 Macereti di frana antica con massi ciclopici ........................................................ 10
3.1.2
Substrato roccioso .............................................................................................. 11
3.1.2.1 Rocce calcareo – dolomitiche grossolanamente stratificate. .............................. 11
3.2
ASPETTI GEOMORFOLOGICI......................................................................................... 11
4
ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI E GEOTECNICI INERENTI LE OPERE ... 13
4.1
OPERA DI PRESA ............................................................................................................ 13
4.2
4.1.1
Criticità ................................................................................................................ 14
4.1.2
Suggerimenti operativi preliminari ....................................................................... 14
CONDOTTA ...................................................................................................................... 15
4.2.1
Condizioni generali di stabilità............................................................................. 15
4.2.2
Descrizione sintetica del tracciato ....................................................................... 15
4.3
ASPETTI GEOTECNICI .................................................................................................... 22
5
PROGRAMMAZIONE DELLE INDAGINI .......................................................................... 24
6
SISMICITA’ ....................................................................................................................... 25
6.1
OPERA DI PRESA ............................................................................................................ 26
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6.2
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6.1.1
Morfologia superficiale ........................................................................................ 26
6.1.2
Categoria di suolo: E ........................................................................................... 26
6.1.3
Liquefazione ........................................................................................................ 26
6.1.4
Effetti della falda idrica ........................................................................................ 26
CONDOTTA ...................................................................................................................... 26
6.2.1
Morfologia superficiale ........................................................................................ 26
6.2.2
Categoria di suolo: E ........................................................................................... 26
6.2.3
Liquefazione ........................................................................................................ 26
6.2.4
Effetti della falda idrica ........................................................................................ 26
CENTRALE ....................................................................................................................... 26
6.3.1
Morfologia superficiale ........................................................................................ 26
6.3.2
Categoria di suolo: E ........................................................................................... 27
6.3.3
Liquefazione ........................................................................................................ 27
6.3.4
Effetti della falda idrica ........................................................................................ 27
7
CONSIDERAZIONI SUL RIUTILIZZO DEI MATERIALI DI SCAVO ................................. 28
8
ALTRE CONSIDERAZIONI GEO-APPLICATIVE ............................................................. 29
9
CONCLUSIONI ................................................................................................................. 30
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INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
L’ impianto in progetto è ubicato circa 3 km a Nord di Forni di Sopra (UD) nel bacino idrografico
del T. Tartoiana, affluente di destra del T.Tolina.
Il bacino è dominato a Nord dai rilievi dei M. Piova (m 2316), M. Tudaio di Razzo (m 2285), M.
Tiarfin (m 2413), modellati nella potente formazione organogena della DOLOMIA del SERLA
(ANISICO SUP.)
Tutto il bacino a monte (N) dell’opera di presa evidenzia lineamenti dovuti alla morfogenesi
glaciale wϋrmiana, a cui si sono sovraimposti gli effetti dei processi morfogenetici successivi,
per frana, erosione lineare, crioclastismo….
Tutte le rocce del bacino, conformato ad ampio circo, sono sovrascorse verso sud durante
l’orogenesi alpina, venendo a contatto anomalo (sovrapponendosi) alle più recenti formazioni
triassiche della DOLOMIA dello SCILIAR (Ladinico), dalla formazione di RAIBL (Carnico), della
formazione di La Valle (Ladinico).
L’area in esame è percorsa da una stretta pista forestale, in quanto trattasi di una zona
montana, boschiva, disabitata, ove, in alpeggio estivo, è praticato solo lo stazzo di bestiame
nella Casera Tartoi.
L’opera di presa è ubicata poco a valle della confluenza del Rio di M. Piova nel T. Tartoiana,
intorno a q. 1550 s.l.m.
La condotta forzata è prevista in gran parte lungo la pista forestale o lungo il sentiero CAI n°
208, fino alla località Stavoli Duvies, poco a monte della confluenza T.Tartoiana nel T.Tolina.
La centrale è prevista intorno a q. 1300 m s.l.m. in margine ad uno slargo torrentizio che ben si
presenta allo scopo.
Il tratto del T. Tartoiana compreso tra la centrale e l’opera di presa è confinato in un’angusta
forra erosiva difficilmente accessibile, priva di sentieri o vie di comunicazione.
Tutta l’area in esame è fittamente boscata ad abeti (abete rosso ed abete bianco), larice e
poche altre essenze. Si tratta in gran parte di novellame, con residui isolati di bosco maturo. La
copertura forestale è del 90-100%. I pochi spazi liberi (chiarie) sono costituiti da affioramenti di
rocce lapidee sterili o da macereti di frana antica a massi ciclopici.
Nell’insieme il tracciato è previsto lungo una fascia di terreno geologicamente stabile e
morfologicamente favorevole.
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L’ area di intervento ricade nelle tavolette IGM 1:25 000 “Lorenzago di Cadore” (F°13-III-N.O.) e
“M. Bivera” (F°13-III-N.E.), nonché nelle sezioni 030112 – 030123 – 030151 e 030164 della
Carta Tecnica Regionale del FRIULI VENEZIA GIULIA scala 1:5 000.
Opera di presa
Lat. : 46° - 27’ – 30’’ N - Long. : 12° - 34’ – 36’’ E
Centrale
Lat. : 46° - 26’– 43’’ N - Long. : 12° - 34’ – 44’’ E
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ANALISI DEI VINCOLI GRAVANTI SUI TERRENI
PIANO
DI
ASSETTO
IDROGEOLOGICO
(AUTORITA’
DI
BACINO
FIUME
TAGLIAMENTO)
Nella Carta delle pericolosità del Comune di Forni di Sopra l’area in esame non rientra tra quelle
classificate a rischio sia dal punto di vista geologico che idrogeologico.
Nella Carta della Pericolosità da Valanga l’opera ricade in alcuni punti in aree definite a
pericolosità P3 (settore nord). Considerando che la maggior parte delle opere sarà interrata ad
adeguata profodità, ne consegue l’assenza di rischio per gli interventi in progetto.
Figura 1 - Estrattto dalla Carta della Pericolosità da Valanga
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Figura 2 - Legenda della Carta della Pericolosità da Valanga
2.2
ALTRI VINCOLI PRESENTI SUL TERRITORIO
I vincoli gravanti sui terreni interessati dalla costruzione delle opere in progetto sono:
 Area SIC IT3320007 "Monti Bivera e Clapsavon" (a circa 1km);
 Area SIC/ZPS IT3310001 "Dolomiti friulane" (a circa 3.6km).
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO
L’area in esame è ubicata nel dominio sedimentario del “Bacino Carnico”, caratterizzato da
formazioni bacinali di elevato spessore.
La sequenza stratigrafica appartiene all’era Mesozoica, periodo Triassico.
In particolare sono presenti le formazioni della Dolomia del Serla (ANISICO), la formazione di
La Valle (Ladinico), la formazione della Dolomia dello SCILIAR (Ladinico), la formazione di
Raibl, suddivisa nel membro dei “Calcari Scuri” fittamente stratificati (Carnico) e delle “Arenarie”
(Carnico).
Le coperture quaternarie sono assai varie. Prevale il detrito di falda, misto e materiali colluviali,
il detrito di frana a grossi massi, i depositi morenici wurmiani, le alluvioni terrazzate ed i depositi
alluvionali recenti e d’alveo attivo.
La morfologia assai aspra ed articolata, con ripidi fianchi vallivi e forti dislivelli, comporta una
grande varietà di affioramenti di terreni sciolti e rocce lapidee su brevi distanze.
Ciò è dovuto anche alla presenza di un importante sovrascorrimento tettonico, sud–vergente,
che ha comportato la sovrapposizione anomala della più antica Dolomia del Serla sulle più
recenti formazioni ladino–carniche.
3.1
I TERRENI
3.1.1 Copertura sciolta quaternaria
L’area in esame è caratterizzata dalla presenza dei seguenti tipi di terreni sciolti.
3.1.1.1 Alluvioni d’alveo attivo
Ghiaie sabbiose con ciottoli e blocchi: localmente sono abbondanti i massi ciclopici,
specialmente presso l’opera di presa e nella parte alta del torrente.
Le caratteristiche tecniche orientative sono le seguenti:
- Descrizione: materiali derivanti da rielaborazione di morene e detriti di falda e di frana
- Granulometria: ghiaia sabbiosa, con ciottoli, blocchi e locali massi ciclopici
- Struttura: caotica, clastosostenuta
- Colore: grigiastro
- Peso di volume: 1,7 – 1,8 t/m3
- Coesione: praticamente assente
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- Angolo d’attrito: 35° -37°
- Permeabilità: elevata per porosità (k=10-1 – 10-2 cm/s)
- Idrosensibilità: elevata
- Resistenza al carico: buona
- Compressibilità e rigonfiamento: assenti
- Stabilità: discreta
- Attività morfologica: sensibile in alveo per erosione e trasporto
- Spessore 4-5 m
- Suoli: assenti o sottili, discontinui
3.1.1.2 Alluvioni terrazzate: ghiaie sabbioso limose, con ciottoli e blocchi.
Si tratta del terrazzo alluvionale esistente al fianco est dell’alveo del T. Tartoiana, presso l’opera
di presa.
Le caratteristiche tecniche orientative sono le seguenti:
- Descrizione: materiali alluvionali precoci postglaciali, successivamente smembrati
dall’erosione torrentizia
- Granulometria: ghiaia prevalente, con sabbia e ciottoli. La percentuale di limo è in genere
contenuta.
- Struttura: stratificata, clastosostenuta
- Colore: bruno
- Peso di volume: 1,8 t/m3
- Coesione: scarsa
- Angolo d’attrito: 33° -35°
- Permeabilità: medio elevata per porosità (k=10-2 – 10-3 cm/s)
- Idrosensibilità: elevata
- Resistenza al carico: discreta
- Compressibilità e rigonfiamento: scarsi
- Stabilità: buona
- Attività morfologica: nulla nel caso specifico
- Spessore 10-15 m
- Suoli: fertili, spessi, continui
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3.1.1.3 Detriti di falda: ghiaie sabbiose con ciottoli e blocchi.
Si tratta di depositi gravitativi, di composizione varia, prevalentemente dolomitica, in forma di
falde e conoidi, che rivestono il piede delle pareti rocciose. Gli elementi sono spigolosi.
Le caratteristiche tecniche orientative sono le seguenti:
- Descrizione: terreni sciolti incoerenti, caotici
- Granulometria: ghiaia sabbiose, poco limose, con ciottoli, blocchi e locali trovanti
- Struttura: caotica, clastosostenuta
- Colore: bruno - chiaro
- Peso di volume: 1,7 - 1,8 t/m3
- Coesione: scarsa o nulla
- Angolo d’attrito: 35° -38°
- Permeabilità: medio elevata per porosità (k=10-2 – 10-3 cm/s)
- Idrosensibilità: scarsa
- Resistenza al carico: discreta
- Compressibilità e rigonfiamento: assenti
- Stabilità: in genere favorevole
- Attività morfologica: assente
- Spessore 5-10 m
- Suoli: sottili, sterili, discontinui
3.1.1.4 Materiali morenici: limi argillosi – sabbiosi, con ghiaie, ciottoli e blocchi.
Si tratta di materiali di elaborazione glaciale, spesso misti o ricoperti di depositi detritici e
colluviali.
Le caratteristiche tecniche orientative sono le seguenti:
- Descrizione: terreni poco coesivi
- Granulometria: limi argillosi – sabbiosi, con ghiaie e ciottoli
- Struttura: caotica, matrix-supported
- Colore: rossastro - bruno
- Peso di volume: 1,9 – 2,1 t/m3
- Coesione: sensibile (0,2 – 0,4 kg/cm2)
- Angolo d’attrito: 25° -27°
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- Permeabilità: scarsa, per porosità (k=10-4 – 10-5 cm/s)
- Idrosensibilità: sensibile
- Erodibilità: elevata
- Resistenza al carico: discreta
- Compressibilità e rigonfiamento: presenti
- Stabilità: in genere favorevole
- Attività morfologica: scarsa nel caso specifico
- Spessore 5-10 m (?)
- Suoli: fertili, spessi, continui
3.1.1.5 Macereti di frana antica con massi ciclopici
Si tratta di depositi gravitativi recenti, talora poco vegetati, riferibili a crolli dalle pareti
dolomitiche sommitali.
Le caratteristiche tecniche orientative sono le seguenti:
- Descrizione: terreni sciolti grossolani, incoerenti
- Granulometria: massi ciclopici, blocchi, ciottoli e ghiaia con poca sabbia
- Struttura: caotica, clastosostenuta
- Colore:grigio - chiaro
- Peso di volume: 1,7 – 1,8 t/m3
- Coesione: assente
- Angolo d’attrito: 38° -40°
- Permeabilità: elevata, per porosità (k=100 – 10-2 cm/s)
- Idrosensibilità: scarsa
- Erodibilità: media
- Resistenza al carico: buona
- Compressibilità e rigonfiamento: assenti
- Stabilità: discreta
- Attività morfologica: nulla nel caso specifico
- Spessore 5-10 m
- Suoli: discontinui, sottili, sterili
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3.1.2 Substrato roccioso
3.1.2.1 Rocce calcareo – dolomitiche grossolanamente stratificate.
Vi sono comprese:
 Dolomia della Serla (ANISICO SUP): Dolomie organogene massicce;
 Dolomia dello Sciliar (Ladinico): Dolomie organogene massicce; Calcari scuri stratificati
(Carnico).
- Grado di suddivisione: medio per la fessurazione tettonica e la stratificazione
- Struttura: in genere massiccia, talora stratificata
- Volume Roccioso Unitario (V.R.U.): 0,5 – 1 m3
- Colore: grigio – chiaro
- Peso di volume: 2,7 t/m3
- Permeabilità: scarsa per fessurazione
- Alterabilità: scarsa
- Solubilità: scarsa
- Porosità: medio – scarsa
- Coefficiente di imbibizione: 0,5-0,7 %
- Erodibilità: scarsa
- Resistenza geomeccanica: elevata alla scala del campione, scarsa alla scala
dell’ammasso roccioso
- Resistenza a compressione semplice: 1000-1200 kg/cm2 (P.L.T.A.)
- Stabilità: discreta
- Attività morfologica: crioclastismo e crolli
- Spessore: 1000 m
- Suoli: sottili, discontinui, sterili
3.2
ASPETTI GEOMORFOLOGICI
L’ area in esame è ubicata nella valle erosiva del T. Tartoiana la cui origine è dovuta alle
seguenti fasi morfogenetiche:
 Formazione di uno scorrimento tettonico da N verso S lungo una linea diretta circa E-W,
durante la fase compressiva dell’orogenesi alpina.
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 Formazione di numerose faglie distensive variamente orientate nel tardo-alpino. Lungo le
maggiori fratture si sono impostati i fenomeni erosivi pliocenici e pleistocenici, tra cui la
Valle N-S del T. Tartoiana – T. Tolina.
 Le successive fasi erosive torrentizie alternate alle fasi erosive glaciali creano l’attuale
lineamento morfologico fondamentale.
 L’ultima glaciazione wϋrmiana ha approfondito la valle in esame. I lineamenti glaciali sono
conservati sui fianchi, in corrispondenza degli abbondanti depositi morenici. La
morfologia glaciale recente (STADIALE) è perfettamente conservata solo nella parte alta
del bacino, nei circhi del M. Piova, M. Tudaio di Razzo, M. Tiarfin.
 I fenomeni recenti hanno assai modificato gli originari lineamenti glaciali, attraverso
l’erosione torrentizia lineare, gli eventi franosi ed il dilavamento.
 Attualmente il fondovalle ha assunto la forma di una stretta forra erosiva, con fianchi ripidi,
ricoperti da potenti coltri detritico – moreniche, inclinate di 35-40 °. Nelle pareti più
elevate si sviluppano pareti rocciose subverticali. Il versante in esame è percorso da una
strada silvo-pastorale lungo cui è prevista la posa di gran parte della condotta forzata.
La specifica area di intervento risulta complessivamente stabile, anche se non sempre in
condizioni morfologiche ottimali.
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ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI E GEOTECNICI INERENTI LE
OPERE
4.1
OPERA DI PRESA
È prevista intorno a q 1550 ove l’alveo del T.Tartoiana è largo 2-3 m; l’area golenale è limitata
in destra (W) da un versante detritico inclinato di circa 25°, in sinistra (E) da un breve ripiano
alluvionale (L=5-6 m ) e quindi da una scarpata con pendenza di circa 30° , su un dislivello di
ca. 10 m.
L’alveo è inclinato longitudinalmente di ca. 14% (=ca. 8,3°).
Figura 3 - Vista verso valle della zona dell'opera di presa
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Figura 4 - Vista verso monte della zona dell'opera di presa
4.1.1 Criticità
Non è possibile stimare, in assenza di indagini geognostiche puntuali lo spessore delle alluvioni
ghiaiose e quindi la profondità del substrato (che nella sezione geologica allegata risulterebbe a
pochi metri dal p.c.).
Le alluvioni grossolane locali sono certamente sede di una corrente di subalveo assai attiva.
4.1.2 Suggerimenti operativi preliminari
 È consigliabile verificare la stratigrafia locale tramite sondaggi geognostici a carotaggio
continuo.
 È consigliabile verificare l’esistenza o meno di un flusso idrico di subalveo.
 Potrà rivelarsi utile la realizzazione di un diaframma di iniezioni cementizie in fondazione
per ridurre i moti filtranti di subalveo ed ai fianchi.
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CONDOTTA
4.2.1 Condizioni generali di stabilità
La posa della condotta è prevista in gran parte lungo la locale pista forestale, piuttosto stretta e
sviluppata a tratti su ripidi versanti, ma in condizioni geostatiche complessivamente favorevoli. I
punti critici sono riportati nella descrizione sintetica del tracciato.
4.2.2 Descrizione sintetica del tracciato
T= tipo di terreni attraversati;
M= % dei massi di volume > 0,5 m3;
S= condizioni di stabilità.
Tratto 1-2
Tracciato in parte a mezza costa sulle scarpate di un terrazzo alluvionale antico ed in parte sul
ripiano sovrastante.
Condizioni morfologiche localmente sfavorevoli.
T= Alluvioni grossolane con massi ciclopici in alveo e quindi alluvioni ghiaiose-sabbiose con
ciottoli e blocchi in sinistra.
M= Circa 40%
S= Stabilità complessivamente favorevole. Al riferimento n°2 attraversamento di un modesto
ruscello.
Tratto 2-4
Tracciato lungo la strada forestale, attraverso una conoide detritica a grossi massi.
T= Macereto di frana antica con massi ciclopici e dolomitici.
M= Circa 80%
S= Stabilità discreta. Al riferimento n°3 attraversamento di un ripido solco erosivo, sede di
caduta massi e detriti e fenomeni di debris-flow. Necessità di consolidare in modo adeguato un
breve tratto della condotta (L=10 m circa).
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Figura 5: Vista verso monte del tratto 2-4 di posa della condotta forzata
Tratto 4-5
Tratto favorevole lungo la strada forestale.
T= Detriti di falda ghiaiosi, con ciottoli e blocchi.
M= Circa 30%
S= Stabilità favorevole. Al riferimento n°5 attraversamento di un modesto stillicidio.
Tratto 5-7
Tracciato lungo la strada forestale, attraverso una ripida conoide detritica a grossi massi.
T= Macereto di frana antica e recente con massi ciclopici e dolomitici su inclinazioni di circa 40°.
M= Circa 70%
S= Stabilità discreta. Al riferimento n°6: attraversamento di un ripido solco erosivo (inclinazione
40°), sede di debris-flow e caduta di massi. Il breve tratto stradale (L=15 m) è già consolidato
con una scogliera in massi ciclopici, sia a monte che a valle. E’ consigliabile il consolidamento
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della condotta a mezzo di micropali o tecniche analoghe, su una lunghezza di circa 15 m,
nonché copertura con stabilizzato cementizio.
Figura 6: Vista verso monte del tratto 5-7 di posa della condotta forzata
Tratto 7-8
Tracciato lungo la strada forestale.
T= Detriti di falda (ghiaia sabbiosa e ciottoli).
M= Circa 30%
S= Stabilità favorevole.
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Figura 7: Vista verso monte del tratto 7-8 di posa della condotta forzata
Tratto 8-9
Tracciato lungo la strada forestale.
T= Macereto di frana antica, a massi ciclopici.
M= Circa 80%
S= Stabilità favorevole.
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Figura 8: Vista verso monte del tratto 8-9 di posa della condotta forzata
Tratto 9-10
Tracciato lungo la strada forestale.
T= Materiali morenici: ghiaia sabbiosa con abbondante matrice limosa, poco coesiva.
M= Circa 10%
S= Stabilità favorevole.
Tratto 10-11
Tracciato in parte su strada forestale ed in parte su versante boscato inclinato di circa 25°.
T= Macereto di frana antica con frequenti massi ciclopici.
M= 60-70%
S= Stabilità favorevole.
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Tratto 11-12
Tracciato lungo il sentiero CAI n°208, su versante boscato inclinato di circa 24° (45%).
T= Materiali morenici wϋrmiani: limi argillosi con ghiaia e ciottoli, coesivi.
M= 10-20%
S= Stabilità discreta. Al riferimento n°12: attraversamento di un modesto ruscello L=2m.
Tratto 12-13
Tracciato lungo il sentiero CAI n°208, su versanti boscati inclinati di circa 14-20°.
T= Materiali morenici limoso-argillosi con ghiaia e ciottoli, coesivi.
M= 10-20%
S= Stabilità discreta. Il tratto finale verso il riferimento n°13 è previsto su versante più ripido
(inclinazione 20-30°), affetti da tracce di vecchie erosioni, con locali infiltrazioni idriche. Qui le
condizioni di stabilità sono piuttosto delicate.
Riferimento n°13 – Centrale di produzione q. 1300 m s.l.m.(cfr. Carta geologica 1:5000,
allegata)
E’ prevista al piede del versante in fregio alla sponda sinistra del T. Tartoiana, sul pendio
inclinato di circa 21° (40%)
T= Materiali morenici coesivi, misti a colluvium e detriti caotici. Spessore >5-6 m.
M= 20-30%
S= Stabilità discreta. Presenza della sponda erosiva del T. Tartoiana.
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Figura 9 - Vista verso valle della zona interessata dalla costruzione della centrale di produzione
Figura 10 - Vista frontale della piana che ospiterà la centrale di produzione
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Criticità
Non è dato di conoscere lo spessore dei terreni sciolti di copertura. Per verificare ciò è
consigliabile condurre indagini preventive a mezzo di sondaggi geognostici a carotaggio
continuo.
E’ necessario predisporre difese di sponda per inibire il rischio di scalzamento al piede da parte
del T. Tartoiana.
4.3
ASPETTI GEOTECNICI
I terreni sciolti interessati dagli interventi in progetto sono costituiti da depositi alluvionali e
detritici, contenenti elementi granulari e pertanto non suscettibili di prove geotecniche in sito o
prelievo di campioni indisturbati per le analisi geotecniche di laboratorio di rito.
In questa prospettiva i valori suggeriti sono stati ricavati per analogia con quelli di terreni simili
contemplati nei testi di geotecnica in uso (CESTELLI GUIDI 1983; HOEK E BRAY 1981; HOEK
2000; LANCELLOTTA 1989) e per confronto con terreni simili analizzati in situazioni analoghe.
Terreni alluvionali recenti e d’alveo attivo

In prevalenza: ghiaia con sabbia, ciottoli e blocchi e frequenti massi ciclopici

Peso al volume= 1,8 t /m3

Coesione= 0 kg/cm2

Angolo d’attrito= 33-35°
Detrito di falda e di frana con frequenti massi ciclopici
In prevalenza, ghiaie, ciottoli e blocchi

Peso di volume = 1,7-1,8 t/m3

Angolo d’attrito= 35°-38°

Coesione= 0 kg/cm2
Rocce lapidee del substrato
In prevalenza calcari e dolomie stratificate in banchi pluridecimetrici.

Resistenza a compressione semplice (σc)= ca 1000 kg/cm2 (P.L.T.A.) su campioni
decimetrici

Resistenza a compressione dell’ammasso roccioso= ca 100 kg/cm2

Peso di volume= 2,7 t/m3

Angolo d’attrito= 40°-42°

Coesione= 40-50 kg/cm2
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Materiali morenici (limo sabbioso-ghiaioso prevalente)

Peso di volume = 1,9-2,1 t/m3

Angolo d’attrito= 25°-27°

Coesione= 0,1 – 0,2 kg/cm2
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PROGRAMMAZIONE DELLE INDAGINI
Sono consigliate le seguenti indagini:

Esecuzione di 2 sondaggi geognostici a carotaggio continuo con prove SPT in foro c/o
l’opera di presa per verificare:

‐
Stratigrafia locale
‐
Permeabilità
‐
Parametri di resistenza geotecnica dei terreni
‐
Profondità del substrato roccioso
‐
Profondità: ca 15 m
Esecuzione di almeno 2 sondaggi geognostici a carotaggio continuo con prove SPT in foro
c/o la centrale per verificare:
‐
Stratigrafia locale
‐
Permeabilità
‐
Parametri di resistenza geotecnica dei terreni
‐
Profondità del substrato roccioso
‐
Profondità: ca 15 m
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SISMICITA’
L’O.P.C.M. n° 3274 del 20-03-2003 definisce i territori comunali di Forni di Sopra (UD) (nell’area
di pertinenza dell’impianto in progetto) “sismici” in zona 2, con pericolosità media e con
accelerazione massima del suolo fino a 0,15-0,25 g.
Figura 11: Estratto della carta sismica intorno all’area di ubicazione dell’impianto, con indicate le
accelerazioni del suolo.
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OPERA DI PRESA
6.1.1 Morfologia superficiale
Opera prevista in alveo ristretto con sponde in terreni sciolti inclinati di circa 30°, attribuibili alla
categoria topografica T3.
Coefficiente di amplificazione topografica: 1,2.
6.1.2 Categoria di suolo: E
6.1.3 Liquefazione
Terreni ghiaiosi grossolani non liquefattibili.
6.1.4 Effetti della falda idrica
L’opera verrà realizzata su terreni con falda di subalveo a scarsa profondità dal piano di
campagna (da verificare tramite sondaggi geognostici).
6.2
CONDOTTA
6.2.1 Morfologia superficiale
E’ prevista su terreni a morfologia molto variabile, in gran parte su pendii molto inclinati,
attribuibili alla cat. Topografica T2
Coefficiente amplificazione topografica = 1,2
6.2.2 Categoria di suolo: E
6.2.3 Liquefazione
Terreni ghiaioso-detritici o morenici, non liquefattibili.
6.2.4 Effetti della falda idrica
Il tracciato corre in gran parte su terreni privi di falda.
6.3
CENTRALE
6.3.1 Morfologia superficiale
Versante inclinato di circa 20° di categoria topografica: T2
Coefficiente di amplificazione topografica = 1,2
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6.3.2 Categoria di suolo: E
6.3.3 Liquefazione
Terreni morenici e detritici non liquefattibili.
6.3.4 Effetti della falda idrica
È presente una falda alla profondità presunta di oltre 4-5 dal p.c.
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CONSIDERAZIONI SUL RIUTILIZZO DEI MATERIALI DI SCAVO
Tutti i materiali di scavo in progetto saranno riutilizzati in sito per le sistemazioni, i ripristini ed il
rimodellamento morfologico dei luoghi di intervento e pertinenze.
I terreni sciolti e le rocce locali sono di origine naturale. I modesti riporti, per quanto è dato di
osservare in superficie, sono di origine locale.
Nei dintorni non esistono fonti di pressione ambientale o attività negative che possano
compromettere la qualità dei terreni e delle rocce.
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ALTRE CONSIDERAZIONI GEO-APPLICATIVE
Come già descritto al paragrafo 4.2.2 la condotta viene interrata lungo la pista forestale che,
all’altezza dell’attraversamento dei solchi erosivi di cui ai riferimenti 3 e 6 risulta a rischio di
caduta massi.
Allo scopo di evitare che questo fenomeno possa compromettere l’integrità della condotta ed i
conseguenti danni per erosione, è consigliabile il ricoprimento della stessa con stabilizzato a
cemento, in modo da inibire eventuali fenomeni di schiacciamento o punzonamento.
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CONCLUSIONI
Sono state descritte le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e
geotecniche essenziali dei terreni interessati dalle opere in progetto.
In fase progettuale definitiva sono consigliabili le indagini geotecniche-geognostiche e le
verifiche di stabilità, come sopra riportato.
Durante la ricognizione sul torrente si è potuto constatare che il corso d’acqua era in continuità
idraulica su tutto il tratto sotteso dall’impianto e, in maniera qualitativa, che non vi erano evidenti
decrementi delle portate in alveo. Tali osservazioni sono preliminari e necessitano comunque di
misure quantitative delle portate liquide su più transetti per verificare l’effettivo comportamento
del corso d’acqua nel tratto analizzato.
Agordo, aprile 2013.
Il Geologo
Vittorio Fenti