12 Aprile 2012 - Azienda Usl 11
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12 Aprile 2012 - Azienda Usl 11
Rassegna di Giovedì 12 Aprile 2012 DOMAN I SCATTA ALL E 1 8 UN FLASH NELL'AMBITO DEL PROGETTO «ZERO GRADI» -1 -0 e «Niente panico, il coraggio di vivere felici» C c o T11iii piazza «, Ciel -1 e Leoni contro le dipendenze COME far riflettere i ragazzi sui rischi connessi all'abuso di alcool? Semplice: con un flash - mob! Si tratta - come è noto - di una sorta di adunata istantanea cui i partecipanti vengono invitati via Internet. L'appuntamento, nel nostro caso, è domani, venerdì, alle 18, in piazza Farinata degli Uberti, teatro appunto fi un flash mob contro i rischi da abuso di alcool. Per partecipare bisogna presentar- anno aderito E nriques, Virg ilio, ttaneo e la media ' acci - Ridolfi' si alle 17.50, indossando maglia rossa e jeans. L'iniziativa rientra nel progetto Zero Gradi all'orizzonte, dedicato alle problematiche del mondo giovanile, e mira a coinvolgere i ragazzi perché riflettano sulle tematiche del rischio e del divertimento attraverso attività creative, ludiche e artistiche. Il progetto, sostenuto dalla Regione Toscana, è realizzato dall'Educazione alla salute dell'Asl 11, da Giallo Mare Minimal Teatro, e dagli istituti superiori "Enriques" di Castelfiorentino, "Virgilio" di Empoli, "Cattaneo" di San Miniato, e dalla scuola secondaria di primo grado "Bacci - Ridolfi" di Castelfiorentino. Come media partner il progetto Radio Lady, storica emittente di Empoli. rischio. Ci si fermerà tutti ad aspettare e quando la campana della Collegiata batte le 18, ci si dispone dietro uno dei due gruppi che si formeranno o davanti al fioraio o all'angolo opposto, sotto i portici. Tutti i gruppi si avvicineranno alla fontana del Pampaloni e da lì verrà srotolato un grande telo con la scritta "Niente panico!". Dopodiché tutti insieme grideremo "Dobbiamo avere il coraggio di essere felici". Infine, verranno regalati ai passanti i fogli con le poesie». E' STATO realizzato anche un video che descrive gli intenti dell'iniziativa su http://www.youtube.com/watch?v =r7PcbRQIsdc. L'evento intende richiamare l'attenzione su un tema importantissimo: il rischio di abuso di alcol e sostanze stupefacenti fra i giovani. Si è scelto il flash mob come forma di manifestazione perché vicina alla sensibilità dei ragazzi, ma Zero Gradi all'orizzonte si propone molti altri obiettivi: dall'apertura e la gestione di un blog alla creazione di un drink analcolico; dalla realizzazione di spot radiofonici e televisivi contro l'abuso di alcol alla campagna informativa e pubblicitaria cartacea sui temi del progetto. FLAS H Una precedente `performance' sempre in piazza dei Leoni ATTRAVERSO l'intervento di professionisti esperti delle differenti discipline legate alla molteplicità dei linguaggi teatrali e alla comunicazione creata dai giovani si vuole offrire un riferimento di attività creative che possano aiutare i ragazzi nei momenti critici della loro crescita. «Ognuno dovrà avere in tasca - spiegano gli organizzatori - un foglio con una poesia, una canzone, un breve brano letterario che abbia come tema il mettersi in gioco, l'osare, il Asl 11 Pagina 1 INCENTRO Flash contro l'abuso dì alcol tra gli studenti EMPOLI Flash mob contro l'abuso di alcol. Si terrà domani in piazza Farinata degli Uberti. Si chiama "ZeroGradi all'orizzonte", ed è un progetto di prevenzione del rischio da abuso da alcol. «La vita è rischio, e dentro al ri schio ci sei tu! », questo è lo slogan. L'appuntamento è alle 18. Il progetto è promosso da Regione Toscana, AsI 11, Giallo Mare Minimal Teatro, istituto Cattaneo S. Miniato, istituto Enriques Casteffiorentino, liceo artistico Virgilio Empoli, scuola secondaria di primo grado, istituto Bacci - Ridolfi di Castelfiorentino. «Se avete dubbi sull'azione, state nell'incertezza e cercate il vostro meglio là dentro - spiegano i ragazzi che parteciperanno all'evento - venite vestiti con un paio di jeans e una maglia rossa, in tasca portate un foglio scritto da voi con una poesia, canzone, breve brano letterario che vi piaccia e che abbia come tema il rischiare, l'osare, il mettersi in gioco». « Arrivate una decina di minuti prima delle 18 in piazza continuano - e fermatevi dove volete, ad aspettare. Quando la campana batte le ore 6 del pomeriggio disporsi dietro ad uno dei due gruppi che si formeranno o davanti al fioraio (alla destra della chiesa) o all'angolo opposto, sotto iporticivicino al bar Mirada e alla libreria Cuentame». Quando il «vostro schieramento parte - vanno avanti - seguitelo formando una fila per due come fanno quelli davanti a voi.1 capi gruppo vi porteranno davanti alla fontana, dove ognuno prenderà il pezzo di un grande telo da allargare e tirare su: ci sono scritte dentro parole sul mettersi in gioco, buttarsi, osare con attenzione e tensione». Se siete tanti «e non c'è spazio per prendere il telo, niente panico - concludono - fate un passo indietro, osservate e rientrate nel cerchio con calma quando il telo è a terra». Asl 11 Pagina 2 Asl 11 Pagina 3 Asl 11 Pagina 4 Medicina trasfusionale: appropriatezza e rischio clinico SARÀ una giornata di formazione ed informazione per tutti i professionisti coinvolti nella medicina trasfusionale quella di venerdì 20 aprile, nei locali dell'Agenzia per la formazione dell'Asl 11, in via Oberdan a Sovigliana di Vinci, in occasione del convegno "Appropriatezza e rischio clinico nella medicina trasfusionale". Il convegno, gratuito, è aperto a 150 partecipanti fra medici chirurghi, anestesisti, ortopedici, trasfusionisti, ginecologi, internisti, tecnici di laboratorio, biologi e infermieri, che potranno iscriversi entro domani 13 aprile usando l'apposita scheda on line reperibile sul sito www. usl l 1.toscana.it, nello spazio dedicato all'Agenzia per la formazione, alla pagina "Eventi-eventi 2012". Durante il convegno, che si avvarrà anche dei contributi di specialisti provenienti da tutta Italia, si parlerà degli aspetti medico-legali e delle responsabilità nelle terapie trasfusionali, dell'uso appropriato dei concentrati eritrocitari, degli emoderivati, delle piastrine. Asl 11 Pagina 5 OTTANTENNE SCRIVE DOPO AVER SU BITO CIN UE INTERVENTI AI reparto 0cAsUca dei San Giuseppe sono I proprio braví» Cara Nazione, Ho letto in cronaca di Empoli l'articolo sull 'Oculistica dell 'Ospedale `San Giuseppe' e devo esprimere tutto il mio plauso all'ospedale medesimo e in modo particolare al reparto di chirurgia oculistica. Il motivo è semplice: in questi ultimi mesi ho passato vario del mio tempo al reparto oculistico del `San Giuseppe'perché guidato dal dottor Mario Santella - ho percorso il cammino del paziente malato e, fra l'altro, anche preoccupato per il rinnovo della mia patente di guida che, avendo io più di 80 anni, ,I esattamente 83 già compiuti, mi dava pensiero per il predetto rinnovo stesso. Il reparto oculistico ha saputo guidarmi t7e sostenermi nella lunga e attenta procedura. Infatti ho subìto, in questi ultimi mesi, tre interventi per ciascun occhio con iniezioni intravitreali, con successivi controlli. E ho subìto anche due piccole operazioni per la cateratta. Voglio concludere dicendo che alla fine di tutto ciò la situazione è molto migliorata e ho potuto ricevere la mia patente: di questo devo ringraziare l'egregio dottor Santella e tutta la sua organizzazione. Grazie, signori. Siete stati bravi. Cav. Mario Corti Asl 11 Pagina 6 Può ospitare sino a 140 anziani di cui 60 non auto -sufficienti, con servizi di qualità La permanenza per tre mesi di anziani consente anche di migliorare il bilancio T 4 a '12or1"ena n1rá1é*^ ì p per i estate Si tratta di anziani autosufficienti senza convenzio di ANDREA CIAPPI - MONTAIONE - VILLA SERENA potrà ospitare anche anziani autosufficienti in maniera temporanea, per non più di tre mesi. E questo senza la convenzione con la Asl 11. Una misura che, ad esempio, può andar bene per alcune famiglie se nel periodo estivo lasciano le proprie abitazioni per una vacanza: sanno che possono contare su un luogo sicuro, protetto e ad alta professionalità cui affidare le persone anziane. D'altro canto, essendoci dei posti vuoti, la villa tornerebbe a pieno regime con buon esito anche per i bilanci. Ma vediamo il dettaglio. Gli ospiti saranno dimessi potranno ripresentare domanda di amissione E' stato il sindaco Paola Rossetti, assieme alla sua `squadra', a dare l'indirizzo alla direzione di Villa Serena di ammettere anziani autosufficienti, non in modo permanente (nell'ambito dei posti autorizzati), in base a quanto stabilito dal regolamento vigente, in modalità temporanea non convenzionata per non più di tre mesi. In questa maniera - è stato precisato - si mantiene la flessibilità della strut- con l'sl tura essendo tuttora in corso una definizione del ruolo di Villa Serena nella programmazione di zona. Il sindaco parla di "continui cambiamenti gestionali e di strategia", anche perché si deve appunto tener conto della programmazione di zona e della normativa regionale in fase di rinnovamento, riguardo alle residenze per anziani. INTANTO, però, secondo l'amministrazione, «è bene occupare i posti vuoti di autosufficienti presenti nella struttura per due motivi: rispondere ai bisogni dei cittadini e del territorio; avere una maggiore entrata utile alla gestione complessiva della struttura». Discorso molto chiaro. Ad oggi, sono liberi 26 posti sui 70 autorizzati. E su questi 26 posti si può giostrare la permanenza temporanea per non più di 3 mesi. PER SEMPLICITÀ di gestione, é stato altresì stabilito di dimettere alla fine di ogni trimestre tutti gli autosufficienti temporanei non convenzionati presenti dando tuttavia la possibilità agli stessi anziani di ripresentare domanda di riammissione «a condizione che sussistano i posti disponibili e la permanenza dei requisiti di autosufficienza». 1 Il Comune ha aperto aLCingresso di capitali privati nella gestione detta villa Asl 11 Pagina 7 Stop ai parti a rischio a Empoli un sistema che scongiura d Sperimentato con successo il dispositivo che garantisce la sicurezza di mamma e bebè: domani la presentazione 1 EMPOLI Sicurezza durante il parto. Un fatto che molti oggi danno per scontato ma che in realtà non lo è. Le cifre parlano chiaro: l'Italia è prima in Europa per tagli cesarei e terzultima al mondo per numero di nascite, come ingenti sono i risarcimenti chiesti dalle famiglie i cui congiunti hanno subito danni. Ora però c'è un dispositivo medico - sperimentato con successo all'ospedale San Giuseppe di Empoli - in grado di evitare danni irreversibili alla donna e al bambino. Sarà presentato ufficialmente durante il terzo congresso nazionale di ginecologia Fiog da oggi a sabato a Montecatini Terme il Baby guard, l'alternativa alla "manovra di Kristel1er", la pressione manuale esercitata sull'addome della partoriente durante la fase espulsiva del travaglio per accelerare il parto e la fuoriuscita della testa del banibino. Il di- II dottor Marco Filippeschi spositivo medico multifunzionale - spiega una nota diramata dalla società distributrice fiorentina Save Factory srl - è composto da una fascia ergonomica gonfiabile a misurazione di pressione controllata che viene applicata sull'addome materno per accompagnare le contrazioni uterine. Permetterà così di evitare la cosiddetta "manovra invisibile" in quanto mai dichiarata nelle cartelle cliniche che può portare a importanti complicanze sia materne (emorragie, distacco di placenta, rottura-lacerazione dell'utero, frattura costale, lesioni al bacino, rottura del fegato e della milza, lacerazioni dello sfintere anale) sia per il bambino (asfissia perinatale, frattura della clavicola, disabilità neurologiche permanenti, paralisi e handicap cerebrale, morte fetale) . Baby Guard, ideato dall'ingenere Pierfrancesco Belli e realizzato dall'azienda pistoiese Cabel, ha ottenuto l'approvazione del Comitato Etico per i dispositivi medici dell'Azienda ospedaliera Gareggi per la fase di sperimentazione clinica nel 2011 che che è stata eseguita presso il reparto di Ostetricia e ginecologia del Dipartimento materno-infantile dell' Azienda sanitaria locale 11 di Empoli diretta dal dottor Marco Filippeschi che ha permes- so di ottenere la certificazione della Comunità Europea. La sperimentazione ha ri- guardato 80 donne di cui 40 trattate con il dispositivo, 40 con il metodo tradizionale in cui viene dimostrata la diminuzione di ricorso al taglio cesareo, la riduzione delle lacerazioni, delle complicanze della madre e del bambino, della durata media del periodo espulsivo. Il Baby Guard sarà presentato ufficialmente in occasione del terzo congresso nazionale Fiog che si svolge nel Palazzo dei Congressi di via Amendola 2 a Montecatini. L'esposizione della relazione scientifica sarà tenuta dal dottor Pasquale Florio (Asl 11) domani alle 11.30. ------------------ ,-i-il,r" i'o 1ì;fif01 d, k„ Rw.-, , ,i 'I II parto sarà più sicuro grazie al Baby Guard Asl 11 Pagina 8 MATERNITA Sperimentata ad Empoli Un'azienda fiorentina. lancia la fascia ergonomica per il parto più sicuro Ad oggi il parto naturale non ha concreti standard di sicurezza. Ed era evidente la necessità di un dispositivo medico. Da qui è nato BabyGuard che in Italia sarà distribuito dalla società fiorentina Safe Factory sri. Baby-Guard è un dispositivo medico multifunzionale composto da una morbida fascia ergonomica gonfiabile a misurazione di pressione controllata che viene applicata sull'addome materno per accompagnare le contrazioni uterine durante la delicata fase espul- siva del travaglio di parto in modo dolce. Il dispositivo medico permette anche di monitorizzare la frequenza cardiaca materna e fetale e l'attività miografica uterina. Baby Guard ha ottenuto l'approvazione unanime dei Comitato Etico per i dispositivi medici dell'Azienda Ospedaliera Careggi per la fase di sperimentazione clinica nel 2011, che è stata eseguita presso ad Ostetricia e Ginecologia dei Dipartimento Materno-Infantile dell'Azienda Sanitaria Locale 11 di Empoli. Parto Contro i rischi del parto arriva un dispositivo medico, distribuito da un'azienda fiorentina e sperimentato a Empoli Come funziona Viene applicata sull'addome per accompagnare le contrazioni uterine durante la fase espulsiva Asl 11 Pagina 9 Partita da per non far mo il centro di Barzino Mancano ancora quasi 40mila euro per pagare i servizi l'associazione lancia varie iniziative per raccogliere fondi di Marco Sabla 1 EMPOLI Organizzare la più lunga partita della storia della pallavolo a Empoli, così da vedere il proprio nome all'interno del Guinness dei primati. Questo è l'intento del Centro d'accoglienza di Empoli (Cae), per raccogliere fondi in modo da coprire le spese per i progetti attuati nel 2011, progetti che riguardano la disabilità, la tossicodipendenza ed il disagio giovanile. All'appello mancano ancora 36mila euro. E non è chiaro ancora come saranno finanziate le attività di quest'anno. Da qui le preoccupazioni per l'esistenza stessa del centro di via Barzino in cui ruotano quasi 200 giovani. Una realtà importante per la città che rischia di venir annullata a causa dei tagli sul sociale. I progetti e i tagli . Il Cae ogni anno mette in atto tre progetti: Centro giovani Avane, Attivamente e Giovani e benessere. Proprio quest' ultimo ha subito dei forti tagli, tali da pregiudicarne la realizzazione. Giovani e benessere, pro - Segnalazioni getto che si occupa del disagio giovanile e della tossicodipendenza, per l'anno 2011 ha ottenuto il 50% dei fondi avuti nel 2010: dei 125mila euro preventivati, ne sono arrivati circa la metà. Il Centro ha messo insieme ulteriori 7mila euro. Ne mancano perciò 54rnila. Di questi 54mila, da novembre ad oggi sono stati raccolti 18mila euro. Mancano all'appello quindi 36mila euro. Per questo il Centro in novembre ha dato il via ad una campagna di raccolta fondi per coprire i costi, per pagare la cooperativa sociale Il Piccolo Principe che materialmente fornisce i servizi all' utenza, utenza composta da circa 170 persone, genitori compresi. Fuori dalla sede di via Barzino è stata installata una gigantografia in cui gli utenti del Centro posano per una foto in Piazza dei Leoni. La campagna durerà fino al 2013, anno del trentennale del Cae. Le iniziative. Oltre alla partita da guinness sono state programmate altre iniziative. Tra queste la possibilità di donare il proprio 5 per 1000 al Cae, inserendo in dichiarazione dei redditi nell'apposito spazio il codice fiscale n. 91002100484. A tale scopo sono stati nel frattempo avvertiti tutti i Caaf ed i commercialisti della zona così da aiutare i cittadini che sceglieranno di aiutare il Cae. Per dar voce a questa iniziativa è stato creato anche uno slogan apposito che recita: " 150 anni fa partirono in 1000, a noi ne bastano 5! Dona il5 per 1000 peri nostri progetti". Sono naturalmente attivi i tradizionali ca- nali di donazione, come il bollettino postale ed il bonifico bancario. Male idee ed i progetti non finiscono qui: in città sono stati affissi numerosi manifesti. In futuro si prevede anche di ottenere da una nota compagnia telefonica il numero speciale per il cosiddetto Sms solidale. L'idea comunque è tuttora ad uno stato embrionale in quanto al centro è stata richiesta la possibilità di trasmettere a livello nazionale la propria richiesta d'aiuto, obiettivo non facile per una piccola struttura come questa. II fermento. Empoli F.C., Use Basket e Rep hanno poi garantito la propria disponibilità ad organizzare partite il cui ricavato verrà devoluto al Cae. Vi è quindi grande fermento attorno al Centro, segno che la popolazione e la società civile reputa necessari ed essenziali i servizi offerti, servizi che lo ricordiamo aiutano le persone in difficoltà, giovani in primis. A dirlo è il presidente del Cae Claudio Freschi che, insieme ai propri collaboratori Juri Stabile e Francesco Manetti, spiega:«Nonostante i tagli siamo andati avanti, abbiamo fatto la scelta di continuare con quel che avevamo perchè non potevamo lasciare a casa questi ragazzi. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo capito che era necessario far sapere che il nostro Centro ha bisogno d'aiuto per sopravvivere e proseguire ad aiutare le persone in difficoltà. Tutte queste iniziative quindi nascono per sensibilizzare le persone sull'importanza del sociale all'interno di una comunità come la nostra, che mai si è dimostrata insensibile a problematiche delicate come quelle della tossicodipendenza e del disagio giovanile». «E chiaro - conclude - che la cooperativa Il Piccolo Principe ha bisogno di essere pagata per non rischiare di andare in sofferenza dal punto di vista economico. Abbiamo tempo fino al 2013». Festeggiare il trentennale con i buoni risultati della campagna di raccolta fondi, questo è quello che vogliono al Cae. Pagina 10 « ?-rG' PDL E AMBIENTALISTI ALL'ATTACCO DOPO IL BOTTA E RISPOSTA AL VETRIOLO TRA ENRICO ROSSI E PIERONI ® ® ' e( ì in s r la gueffa - CASTELFRANCO - «CON PIACERE prendiamo atto che il presidente della Provincia, Andrea Pieroni, con l'annunciata decisione di annullare le determine firmate dalla dirigente Laura Pioli, non si è fatto intimidire schierandosi così come il sindaco Marvogli con i cittadini contro Enrico Rossi, loro compagno di partito». Lo scrive Aurora Rossi, presidente del Comitato Antinquinamento di Castelfranco. «Ci spiace veramente il comporta- Segnalazioni mento del presidente della Regione - aggiunge Rossi - e di nuovo gli chiediamo come mai si schiera con tutte le sue forze a favore di una ditta privata. La questione dell'inceneritore di Castelfranco , caro presidente Rossi, doveva finire con il percorso di partecipazione! col quale la popolazione ha detto `no ' all'impianto ». Nella polemica entra anche Giovanni Donzelli, consigliere regionale Pdl. «Pieroni insinua che Rossi sia un giocatore e non un arbitro della partita del pirogassificatore - scrive Donzelli olo teressi - Rossi accusa Pieroni di demagogia. Entrambi dimostrano di essere incapaci di governare. Per comprendere la posta in gioco è necessario ricordare gli stretti legami tra le due società coinvolte nella realizzazione del pirogassificatore ed esponenti di spicco del Pd e della sinistra . Senza dimenticare che nella compagine di Nse compare Sici, società di cui fa parte la Regione tramite Fidi Toscana. Lo scontro interno al Pd tra il presidente della Provincia e il presidente della Regione, più che motivato da divergenze politiche temo sia animato dall'ingente scommessa economica che si cela dietro il pirogassificatore». E Legambiente Valdera ricorda a Rossi che «il diritto dell'imprenditore non può essere ricondotto ad una semplice questione di controllo giuridico e amministrativo e il potere politico non può abdicare al proprio ruolo di governo del territorio ; la sperimentazione del pirogassificatore è una decisione politica e come tale, nel nostro Stato è una questione che richiama principi di democrazia». Pagina 12 «l'erchë Rossi si schiera per un privato?» Caso Waste Recycling, il Comitato antinquinamento sposala posizione di Marvogli e Pieroni 1 CASTELFRANCO «C'è una guerra in corso che vede coinvolti il Comune di Castelfranco e la Provincia di Pisa contro la Regione Toscana e in particolare il suo governatore Enrico Rossi, che è da tempo difensore di una ditta privata». Il tutto per la presidente del Comitato Antinquinamento, Aurora Rossi, si consuma all'ombra del pirogassificatore. Il Tar con un'ordinanza - in via cautelare - ha sospeso la costruzione dell'impianto della Waste Recycling. Da qui lo scontro tra Provincia e Regione in merito al ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione dei giudici amministrativi. Con la prima che contrariamente alla seconda ha scelto di restare in attesa dell'udienza di merito. «Ë apprezzabile la chiara presa di posizione del presidente della Provincia Pieroni, che non si è fatto intimidire schierandosi come il sindaco Marvogli con i cittadini contro Enrico Rossi, che è un loro compagno di partito - afferma Aurora Rossi -. Dispiace il comportamento del presidente della Regione e come Comitato siamo di nuovo a chiedergli come mai si schiera con tutte le sue forze a favore di una ditta privata. Fa così con tutte o questo è solo un caso particolare? La questione dell'inceneritore di Castelfranco doveva finire con il per- corso di partecipazione». Dal Comitato anche un'indicazione per Enzo Morandi, l'inventore del pirogassificatore. «Si lamenta per il fermo temporaneo concesso dal Tar - dice Rossi -. E chiede come mai, dopo anni di duri sacrifici, gli venga negato il permesso alla sperimentazione della sua "creatura". Ma anche noi abbiamo le nostre case, ottenute con anni di sacrifici che non varranno più niente grazie a lui. Perché non sperimenta il suo inceneritore a casa sua invece di venire a Castelfranco? Forse tante guerre e polemiche cesserebbero». Manolo Morandini C RI PRODIRI ONE RI SERVA TA Una manifestazione dei Comitato antinquinamento l.ltimaxnnJ.Sein.ni mtervie!i^ il pr 1, do ml •mi.i•_Iin in.i:illn Segnalazioni Pagina 13 • • • ' 1 CASTELFRANCO La Provincia si ferma. Niente ricorso al Consiglio di Stato in merito alla sospensiva disposta dal Tar alla costruzione dell'impianto della Waste Recycling a Castelfranco. Annullate le tre determine con cui la dirigente del Servizio ambiente provinciale aveva deciso di dare seguito alla battaglia legale. Lo aveva detto il presidente Pieroni e lo ha chiarito il direttore generale dell'ente Giuliano Palagi nell'atto che annulla quanto disposto dalla collega Laura Pioli. «Sono carenti sotto il profilo della corretta ponderazione degli interessi e della valutazione necessaria circa l'opportunità o meno di promuovere un'ulte- • 1 riore fase del giudizio i cui costi per la Provincia di Pisa possono essere evitati e risparmiati in attesa della definizione nel merito della controversia e che l'attuale sospensiva dell'autorizzazione non produce alcun danno all'Ente». E quanto si legge nella determina del direttore Palagi in merito agli atti disposti da Pioli. La determina 1612 mette a fuoco la prospettiva da cui la Provincia guarda alla vicenda pirogassificatore. Tra le premesse si ricorda che la Legge regionale attribuisce all'ente e non alla Regione le funzioni relative al rilascio dell'autorizzazione all'installazione e all'esercizio di impianti di produzione di energia che utilizzano fonti s1 confe i rinnovabili e che «pertanto è la Provincia l'ente che meglio può operare la necessaria comparazione tra contrapposti interessi ai fini del rilascio o meno delle richieste autorizzazioni». E torna a chiare lettere il ruolo di arbitro a cui si è richiamato Pieroni . La Provincia nella vicenda «non è soggetto portatore di un proprio interesse giuridicamente rilevante, ma soggetto terzo , arbitro di una corretta ponderazione tra i contrapposti interessi in campo». Da una parte l'impresa, e dall'altrai Comuni interessati, i Comitati ed i cittadini . L'indirizzo politico è quello di non presentare ricorso al Consiglio di Stato perché è «inopportuno intervenire in una fase proces- a • 1 scale cautelare, preferendosi, al contrario, attendere l'esito nel merito dei ricorsi, previsto per novembre». Tra gli effetti immediati della decisione c'è un risparmio di 6mila euro per l'Ente. Tanto aveva stanziato Pioli per da seguito ai ricorsi. Non regge neppure l'eventuale danno economico lamentato dalla alaste Recycling «stante la sperimentalità dell'avvio dell'attività e la limitazione a un anno». Mentre è «rilevante e giuridicamente qualificabile l'interesse della popolazione residente ad un insediamento produttivo che rispetti la normativa vigente sotto il profilo ambientale e di tutela della salute». (m.m.) CR I PROD LIZI ONE RISERVATA Andrea Pieroni l.ltimaxm, J.5 ein. ,i mtervie!,^ il pr 1, do cnl •mui_Iin in.inlln CD Segnalazioni Pagina 14 Coldiretti sulla sicur ezza alimentare 1 SAN MINIATO La sicurezza alimentare per le imprese agricole e le nuove norme sulla sornministrazione dei pasti per gli agriturismo sono i temi centrali di altrettanti incontri informativi in programma a San Miniato. Due gli appuntamenti in programma: il primo, rivolto agli imprenditori agrituristici si tiene questo pomeriggio, dalle 17.30, presso gli uffici Coldiretti di via Toscoromagnola, il secondo incentrato sulla sicurezza alimentare è in agenda per mercoledì 18 aprile alle 18 presso la sala parrocchiale di San Miniato Basso. Una vera e propria full immersion per parlare ed approfondire i delicati aspetti della sicurezza alimentare e degli aspetti normativi che le imprese agricole devono osservare per non ricorrere in sanzioni. Si parlerà invece di sicurezza sui luoghi di lavoro con la collaborazione del personale Asl mercoledì 18 aprile alle 21 presso la sala dell'Università della Terza Età, in via della Stazione Vecchia. Gli incontri sono promossi da Coldiretti (info su www.pisa.coldiretti.it) nell'ambito del progetto di comunicazione, sostenuto e finanziato dalla Provincia di Pisa attraverso il bando per le attività di animazione, comunicazione e informazione in materia di sviluppo agricolo e rurale (L.R, n. 34/2001 - anno 2009) e fa parte di un ciclo di appuntamenti territoriali rivolti alle imprese agricole. Gli incontri sono ad ingresso libero. t.ltima.nm J.5 eln.,ù mtervie.n^ilpri,ttn cnl •mi.i•_Iin in.inlln CD Segnalazioni Pagina 15 PROMOSSO DA ENEL CUORE FRA LE ASSOCIAZIONI Azioni contro la violenza giovanile "SCEGLI con il cuore" contro la violenza giovanile . Fino al 30 aprile, Enel Cuore chiama le associazioni empolesi a presentare un progetto per combattere la violenza giovanile. Enel Cuore finanzierà i progetti fino a un massimo di 60.000 euro e anche in base ai click ricevuti. Enel Cuore, la onlus di Enel che opera nel settore della solidarietà, rilancia anche da noi la campagna " Scegli con il cuore", stavolta facendo convergere l'attenzione sul tema della violenza giovanile. Tutte le associazioni empolesi che vorranno presentare un progetto per contrastare questo fenomeno, potranno farlo entro il 30 aprile, solo ed esclusivamente via web, andando sul sito Servizi sociali www.enelcuore .org. Le proposte pervenute verranno valutate dal consiglio di Enel cuore che, nel rispetto dei criteri di valutazione previsti, selezionerà uno o più progetti a cui verrà assegnato un contributo fino a un massimo di 60.000 euro ciascuno . Il contributo si riferisce solo ai costi strutturali, infrastrutturali e all'acquisto di beni strumentali . Rimangono a carico dell 'associazione le spese relative alla gestione, alle risorse umane e alla formazione. DA SETTEMBRE, secondo il meccanismo del "click raising", sarà possibile votare i progetti selezionati da Enel cuore, che assegnerà ai progetti selezionati un ulte- riore contributo, che sarà distribuito in proporzione al numero di "click" ottenuto da ciascun progetto, grazie alle preferenze espresse via web dai cittadini . Il tema della violenza tra i giovani e della crescita di comportamenti aggressivi può essere letto da molte angolazioni. I minori compiono atti di violenza rivolti verso altre persone, contro se stessi , contro il territorio e la comunità in cui vive. Le forme che assumono questi atti violenti sono estremamente varie, tra quelle più ricorrenti e conosciute si possono elencare : il bullismo; gli atti vandalici; le baby gang; atti di autolesionismo; dipendenze da droghe o alcool; disturbi alimentari; discriminazione. Pagina 16 FRANCA SELVATICI GENITORI sono divorziati e abitano in comuni diversi. Il giudice del tribunale diFirenze Domenico Paparo ha stabilito l'affidamento condiviso del loro figlio, un bambino di 11 anni, e ha aggiunto qualcosa in più: il bambino, che vivrà metà dei giorni dell'anno con il padre e metà con la madre, avrà domicilio presso entrambi i genitori. Cioè avrà un doppio domicilio anagrafico. Si tratta di una importante novità, spiega il legale del padre, avvocato Jacopo Tozzi. A suo giudizio, il provvedimento del giudice «è destinato a fare da apripista ad altre decisioni del genere nei sempre più numerosi casi di affidamento condiviso dei figli minorenni e rafforza il concetto di pari responsabilità genitoriale: non esiste più un genitore presso cui il ragazzo risiede e abita prevalentemente e un altro genitore considerato "esterno", che dovrà esercitare i diritti-doveri di frequentazione conlaprole. Con la doppia domiciliazione le case dei figli sono ufficialmente due, quella di mamma e quella di papà». Il giudicePaparoscrivenelsuo provvedimento che grazie alla doppia domiciliazione il bambino potrà eventualmente «utilizzare opportunità estive organizzate dai due Comuni», cioè usufruire dei centri estivi deidue Comuni. Secondo l'avvocato Tozzi , gli effetti saranno più vasti. I SEGUE A PAGINA VII Servizi sociali Pagina 18 La decisione di un giudice fiorentino apre nuove possibilità per entrambi i genitori che risiedono in comuni diversi (segue dalla prima di cronaca) 5 L AWOCATO ( che parla forse impropriamente di doppia residenza, visto che la residenza anagrafica non può che essere unica) ritiene che il provvedimento «consentirà ai genitori, a differenza di quanto avvenuto finora, di accedere ad agevolazioni fiscali, a contributi, a sovvenzioni pubbliche, in quanto il figlio risulterà anche nello stato di famiglia di entrambi, documento fondamentale per esempio per il calcolo dell'Isee (Indicatore della situazione economia equivalente)». «Anche le comunicazioni sul ragazzo dovranno essere inviate a tutti e due gli indirizzi», e in tal nodo entrambi i genitori potran- Divorzio, doppio domicilio per i figli addio alla famiglia di serie B no essere ugualmente infornati sulle questioni inerenti il bambino. A giudizio dell'avvocato Tozzi, il provvedimento anticipa i contenuti e lo spirito del disegno di legge parlamentare 957 che mira a stabilire «una vera e propria parità fra i genitori». Il legale ritiene che il doppio domicilio possa anche rappresentare «uno strumento per impedire o scoraggiare gli atteggiamenti ostruzionistici del genitore presso il quale il ragazzo vive nei confronti dell'altro genitore». La senatrice Donatella Poretti (Radicali - Pd) considera il prov- STORICA Doppio domicilio peri figli dei divorziati: è la prima sentenza vedimento del tribunale diFirenze un ottimo suggerimento per superare alcuni problemi. 41 numero dei componenti del nucleo familiare è fondamentale- spiega - in prossimità della scadenza della denuncia dei redditi e ogniqualvolta occorre la dichiarazione Isee per accedere a una serie di agevolazioni, come sconti sui servizi sanitari e assistenziali nonché su servizi comunali (asili nido, centri estivi), riduzione del 50% o esenzione totale dal pagamento del canone telefonico, tariffe ridotte su energia, gas, acqua, assegno di maternità, prestazioni scolastiche (libri, mense e borse di studio), abbattimento delle tasse universitarie. Cosa succede nel caso di genitori che vivono separati e che grazie alla legge 54 del 2006 hanno l'affido condiviso delfiglio?Oggiilnucleo familiare è calcolato in base alla residenza, e quindi uno solo dei genitori, quello presso cui il figlio ha la residenza anagrafica, può inserirlo nel nucleo familiare e godere, eventualmente , dei vantaggi economici di un coefficiente Isee ridotto a tutto discapito dell'altro, nonostante il principio dell'istituto dell'affido condiviso». Il doppio domicilio anagrafico, secondo la senatrice , potrebbe risolvere questo squilibrio. (f. s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Servizi sociali Pagina 19 Infortu ffi o mortale prec i saz i on i de i legati - COMPRENSORIO ALCUNE doverose precisazioni in merito all'articolo , pubblicato sulle nostre cronache il 30 marzo scorso, dal titolo «Morì nella cisterna del tannino - Processo per omicidio colposo ai datori di lavoro dell'operaio». L'articolo contiene alcune affermazioni che non trovano, al momento, riscontro nel reale svolgimento dei fatti. In primo luogo, non corrisponde a verità che il decesso dell'operaio del Cuoificio interessato sia avvenuto nella `cisterna del tannino'. LA MORTE del giovane operaio, che nella immediatezza fu attribuita ad un problema cardiaco, avvenne nei locali dell'opificio, segnatamente nello spogliatoio della fabbrica . E fra la discesa del dipendente - da dimostrare, così come il nesso di causa-effetto tra i due eventi in sede di dibattimento - all'interno della cisterna ed il decesso passarono due giorni. Tanto dovevamo, per opportuna rettifica, in attesa che la giustizia penale faccia il suo corso. ed accerti le eventuali responsabilità r.p. Sicurezza sul lavoro Pagina 20 Pronta la bozza di m sui requisiti delle nuove 0 re: doveva essere emanato entro marzo Cina l'intesa sui centri sl potranno affidare la gestione ai privati - Vigilanza da chiarire Le nuove strutture sanitarie che dal 31 marzo 2013 dovranno so- La road map prevista dalla legge 9112 stituire gli ospedali psichiatrici giudiziari potranno essere affidate dalle As1 al privato sociale o imprenditoriale oppure essere gestite in proprio tramite i Dipartimenti di salute mentale. Ad aprire all'accreditamento anche per questi centri, che ospiteranno parte degli attuali internati e tutti gli infermi di mente autori di reati che i giudici destineranno alla misura di sicurezza detentiva in Opg o in casa di cura e custodia, è l'ultima bozza del 31 marzo 2012 - Entro questa data avrebbe dovuto essere emanato il decreto di natura non regolamentare del ministero della Salute, di concerto con il ministro della Giustizia e d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, sugli ulteriori requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, anche con riguardo ai profili di sicurezza, relativi alle nuove strutture destinate ad accogliere le persone attualmente in Opg I` febbraio 2013 - E il termine per il completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari già previsto dall'alt. C del Dcmp I ° aprile 2008 e dai conseguenti accordi sanciti dalla Conferenza unificata 31 marzo 2013 - Da quella data gli attuali Opg devono essere smantellati e le misure di sicurezza relative vanno eseguite esclusivamente all'interno delle nuove strutture sanitarie decreto ministeriale sui requisiti minimi delle strutture predisposta la settimana scorsa dal ministero della Salute sulla base delle osservazioni delle Regioni. Il Dm è già in ritardo: secondo la legge 9/2012, che ha sancito lo smantellamento degli Opg (stanziando 180 milioni perla realizzazione dei centri, 38 per gli oneri di funzionamento nel 2012 e 55 annui dal 2013), avrebbe dovuto essere emanato entro il 31 marzo scorso dal ministro Renato Balduzzi , di concerto con la titolare della Giustizia Paola Severino e d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto hanno fatto fronte comune presentando un unico documento rispetto al primo testo proposto dal dicastero e pretendendo la più ampia libertà d'azione nella gestione delle strutture. I prossimi incontri serviranno a definire meglio i dettagli sui locali e personale ma le posizioni di Salute e Regioni si sono avvicinate. Tanto da far sperare in una rapida approvazione della bozza di Dm da parte della task force mista istituita presso la Comnnissione salute della Conferenza Stato-Regioni, in modo da inviarla al ministro della Giustizia per le necessarie integrazioni. Necessarie soprattutto perché la parte meno chiara dello schema è proprio quella sulla sicurezza e la vigilanza esterna: le Regioni chiedono di demandarla ad appositi accordi con l' ammini strazione penitenziaria o le forze dell'ordine; il ministero della Salute ipotizza specifiche intese tra Regioni e prefetture nonché la realizzazione di strutture a diverso livello di protezione prevedendo che alcune siano idonee a gestire situazioni di maggiore limitazione della li- OPG bertà personale. Il nodo è chiaro: qui non si parla di residenze sanitarie tout court ma di strutture in cui bisogna far rispettare l'ordinamento penitenziario. A questo proposito la bozza lascia senza risposta altri due interrogativi. Il primo ha a che fare con l'assegnazione degli interrati: finora è stato il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria a decidere, ma da marzo 2013 chi lo farà? Il secondo riguarda i livelli di responsabilità sanitaria: la bozza di Dm si limita a elencare le figure professionali minime ritenute indispensabili e affida a ogni struttura il compito di elaborare linee guida, percorsi e modalità di raccordo con i Dsm ma non specifica alcuna gerarchia e non indica ad esempio uno psichiatra responsabile. Ma allora chi sarà la figura di riferimento del magistrato di sorveglianza che ha in mano l'esecuzione penale e deve valutare le condizioni psicopatologiche dei pazienti? Una domanda chiave soprattutto se il ruolo dei Dsm non è poi così centrale. Inevitabili i primi malumori. Li un convegno organizzato il 4 aprile a Milano da StopOpg Lombardia, avvocati e psichiatri hanno convenuto che per mettere la parola fine all'«orrore» degli Opg, per usare la definizione del presidente della Repubblica, la legge non basta: serve una modifica del Codice penale. È d'accordo anche il principale fautore della legge, il senatore Ignazio Marino (Pd). Stefano Rotelli , psichiatra basagliano, va oltre: a suo avviso «la norma dello svuota-carceri è sbagliata e pericolosa e il rischio è che vengano inviate nelle nuove strutture persone prive di requisiti, che si fruisca per costruire tanti miniOpg. E visto che sarà difficile realizzare in un anno nuove strutture e spendere i finanziamenti del Governo, ci sarà un boom di offerte di privati». Dello stesso avviso Stefano Cecconi, responsabile politiche della salute per la Cgil: «E sbagliato partire dai luoghi, dalle strutture: bisogna concentrarsi sui percorsi di cura e di riabilitazione rivolti alla persona». Perché il rischio di nuovi ghetti è sempre in agguato. Manuela Perrone © NIPROOU ➢ ONE RISERVATA Pagina 23 la Aflàri sociali tornano le tentazioni di riforma della «1 Accertamento sanitario obbligatorio, trattamento sanitario necessario di 15 giorni e trattamento sanitario necessario extraospedaliero che può durare anche un anno. A prevederli è il nuovo testo unificato in materia di assistenza psichiatrica proposto dal relatore, Carlo Ciccioli (Pdl), ai deputati della commissione Affari sociali della Camera nella seduta del 27 marzo. L'articolato, frutto del lavoro su otto diverse proposte di legge, torna alla carica per riformare la legge Basaglia (18011978). «Sono trascorsi ormai 34 anni - ha spiegato Ciccioli in commissione - nel corso dei quali sono emersi tanti problemi, per i pazienti e per le loro famiglie, ai quali non è stata data risposta». Le risposte offerte dal testo vanno in due direzioni. Da un lato si rimarca la centralità operativa dei Dipartimenti di salute mentale e affidano alle Regioni tre compiti nuovi: l'apertura in ogni Dsm di un centro di ascolto; l'allestimento negli ospedali sedi dei servizi psichiatrici di uno spazio aperto 24 ore su 24 per le urgenze e le osservazioni psichiatriche; l'istituzione di équipe mobili nelle aree metropolitane e per gli interventi urgenti a livello territoriale e domiciliare. Dall'altro lato si amplia il ricorso al Tso, distinguendo gli interventi in due aree: quella dell'accertamento sanitario obbligatorio, che può essere disposto da un qualsiasi medico OPG ) Ssn per effettuare «un'osservazione clinica» che non superi le 48 ore di degenza, preferibilmente presso il Dea. E quella del trattamento «necessario» (Tsn), che si applica con le procedure previste dalla legge 833178 per il Tso e che dura 15 giorni (ma può essere prorogato su richiesta del responsabile del Servizio psichiatrico). Se è possibile, il Tsn può anche essere extraospedaliero. E può essere «prolungato», durare cioè da 6 a 12 mesi nelle comunità accreditate o nelle residenze protette, quando sia «finalizzato a vincolare il paziente al rispetto di alcuni principi terapeutici». Tra i deputati è subito stata bagarre. Margherita Miotto (Pd) ha parlato di soluzione «che ripropone un modello manicomiale poco condivisibile oltre che dispendioso» (la Pdl parla di 300 milioni di euro annui) e che invade le competenze regionali, facendo anche presente che non ci sono realisticamente i tempi per approvare il provvedimento. La maggioranza ha invece fatto quadrato attorno a Ciccioli, ma ha dovuto incassare la sostanziale bocciatura del Governo: per il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, tutte le differenze di trattamento proposte «non hanno ragion d'essere». E l'idea dei trattamento necessario prolungato cozza contro l'eccezionalità che deve caratterizzare la misura della restrizione della libertà individuale. (M.Per.) Pagina 25 sogno, diventare sindaco Esplode la febbre della politica: candidati record (126) per guidare città e paesi di Carlo Bartoli 1 FIRENZE Trenta Comuni toscani, di cui solo cinque con una popolazione superiore a quindicimila abitanti, sono cinti d'assedio. Da 126 aspiranti sindaci, da un migliaio di candidati che sognano un posto in un consiglio comunale e da chissà quanti assessori ombra a cui è stato promesso un posto in giunta. Arrivano le amministrative (6-7 maggio) e divampa la voglia di partecipazione, anzi di protagonismo. Ex sindaci folgorati dalla voglia di tornare in pista, giovani baldanzosi pronti a buttarsi nella pugna, ignari parrucchieri che si ritrovano in lista senza neppure saperlo. La febbre della politica contagia i Campanili. Emblema di questa rinnovata voglia di partecipare alla corsa allo scranno è Pitigliano: 3443 abitatiti, meno di tremila elettori, vanta quasi cin- quanta tra aspiranti sindaco e consiglieri. In pratica, un aspirante ogni sessanta elettori. Noti scherza neppure Monticiano, piccolo Comune senese che si presenta alle urne per le prossime amministrative con ben quattro aspiranti sindaco, tre dei quali sono donne. Insomma, cos'è scattato nelle nostre comunità se in trenta Comuni, in media molto piccoli, si presentano 126 candidati a sindaco (il primato a Lucca che ne schiera undici, quanto una squadra di calcio) sostenuti da 172 liste (anche qui il primato spetta a Lucca con ventiquattro formazioni in campo)? Che ci fanno, ad esempio, 16 liste in lizza a Camaiore, 14 a Porcari, oppure 17 a Pistoia? Che il trend sia in netto aumento lo dimostra il fatto che, rispetto alle precedenti amministrative, i candidati sindaci sono ventitre in più, mentre le liste sono dieci in più. A motivare la corsa allo scranno sono molti fattori: le ambizioni personali, le rivalità politiche, ma anche una marcata debolezza della politica. Per spiegare la moltipli- Politica locale cazione dei candidati e delle liste non basta far appello a fenomeni `originali" che, comunque, incidono. La molla più evidente è data dalla frammentazione dei partiti e anche delle esperienze. Uno dei casi più eclatanti riguarda Lucca. La giunta uscente ha figliato una pluralità di liste. Metà dei candidati a sindaco si schiera nel centrodestra e alcuni di questi nascono dal grembo della giunta Favilla: Maurizio Dinelli è un suo assessore, Luca Leone lo è stato ed entrambi si candidano a sindaco in concorrenza con lo stesso Favilla che, giusto sabato scorso, ha tolto le deleghe a un altro assessore, Azzarà, che sostiene un altro candidato sindaco, sempre nel campo del centrodestra, ossia Pietro Fazzi. Pure a Pitigliano, nel loro piccolo, si sono ingegnati a scindere la monade. L'attuale sindaco Dino Seccarecci ha ri nunciato a ricandidarsi dopo che avevano an nunciato la loro corsa a succedergli due assessori della sua giunta e il capogruppo consiliare del principale partito che sosteneva la giunta. Il Partito democratico pitiglianese, insomma, trova la sua area politica sovrarappresentata da ben tre liste a cui se ne aggiungono altre due di orientamento noti lontano. Neppure Pistoia è immune, dato che gli elettori troveranno nella scheda due liste «verdi», ovviamente schierate su fronti opposti. Il secondo elemento che contraddistingue l'esplosione dei candidati è costituito dagli intramontabili, dai globetrotter della politica. Torna in pista a Lucca l'ex sindaco Pietro Fazzi, si ricandida l'ex primo cittadino di Carrara Lucio Segnanini, Giuseppe Montagna, ex sindaco di Abetone, si getta nella mischia per essere nuovamente eletto primo cittadino, questa volta a San Marcello Pistoiese. E poi ci sono gli imprevedibili. Oltre al movimento Cinque Stelle di Grillo che si presenta qua e là, a Carrara c'è la lista di Identità Toscana (quella fondata da Magdi Cristiano Allam, per chi se ne fosse scordato), Caccia e Ambiente e pure il Partito dei lavoratori. Sempre per restare a Carrara, abbiamo anche un candidato sindaco del Pri che, per scendere in campo, si è «autosospeso» dalla carica di segretario provinciale della Uil. A Pistoia la lista di un candidato disc jockey, a Lucca, invece, oltre al Mal e al Pli c'è una lista di sole donne e una nella quale si sono ritrovati candidati tre ignari acconciatori e una gentile signora che hanno chiesto di essere rapidamente cancellati dalla lista. Ma noti basta. I cittadini lucchesi potranno votare infatti una lista che promette di spendere solo diecimila giuro in campagna elettorale; una cifra comunque non da buttare a questi chiari di luna. E soprattutto potranno votare per un aspirante sindaco che si definisce «un candidato non candidato». In sostanza, chiede agli elettori disamorati dalla politica di votare per lui, piuttosto che annullare la scheda. Paradossi della corsa alle poltrone comunali. A Pitigliano c'è una lista che ha scelto per nome «Parole libere Ogni» e a Forte dei Marmi c'è il vero candidato porta a porta: «Manda un sms - è questo l'intrigante messaggio - e verrai contattato per un incontro a domicilio col nostro candidato sindaco». Le liste sì sprecano: 24 a Lucca, 17 a Pistoia, 16 a Camaiore. Ma Pitigliano batte tutti Pagina 27 L'assiste in Tos a può attendere FIRENZE N el 2011 più della metà degli anziani non autosufficienti ha dovuto aspettare oltre tre mesi per ottenere assistenza (quando il tetto massimo stabilito dalla legge regionale 66 del 2008 è di 90 giorni); mentre alcuni cittadini nano dovuto aspettare più di un anno per essere inseriti in una Rsa (residenza sanitaria assistita). Numeri impietosi che arrivano direttamente dalla giunta regionale che il 2 aprile scorso ha approvato la relazione stil raggiungimento degli obiettivi per quanto riguarda l'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza. «Leggendo le dieci pagine di relazione - attacca il consigliere regionale del Pdl e vice presidente della com- missione sanità Stefano Mugnai l'espressione "palesi criticità" si trova fin dal primo paragrafo e si trascina fino all'ultimo, dove si trovano per l'appunto le tabelle sui tempi d'attesa per l'erogazione dei servizi domiciliari e per l'inserimento in Rsa. Sono dati sconfortanti che testimoniano la fondatezza deirilievi che in questi mesi abbiamo mosso sulla non autosufficienza, nonché delle proteste che sempre più spesso si levano da parte dei cittadini». Su 292.951 servizi attivati, osserva Mugnai, 13.783 arrivano al paziente dopo un anno di attesa, 12.655 dopo 11 mesi, 13.49.9 dopo 10 mesi. «Un trend inaccettabile considerando che si tratta di persone non autosufficienti e dunque con disabilità grave». E aggiunge: «Nel 2011 sono stati inseriti in Rsa 2.297 pazienti, a fronte di 820 persone che al 31 dicembre risultavano -ancora in lista d'attesa. Ebbene anche in questo caso, se il 52% viene inserito entro i 90 giorni di legge, tutto il resto dei pazienti subisce attese maggiori. In 10 casi, addirittuNel 2011 il 52,1 % ha atteso il servizio oltre 90 giorni, e il posto in una Rsa resta un miraggio, Mugnai (Pdl): la Regione viòla le sue spess =regole" II consigliere regionale del PdI, Stefano Mugnai (sotto) attacca la Regione per le liste d'attesa per gli anziani Sanità fiorentina e toscana ra, si è registrata un'attesa superiore ai 12 mesi tra la presa in carico del paziente e l'erogazione del servizio, ma sono 370 le persone cui è toccato di aspettare per più di sei mesi». Non solo: al dicembre 2007 gli anziani in lista d'attesa erano 3.304, scesi a 2.428 a dicembre 2008 e drasticamente tagliatil'anno successivo, quando «appena» 644 anziani erano iscritti nelle liste di attesa. Il 2009 è però l'ultimo anno di flessione, perché dal 2010 in poi il numero di pazienti in lista d'attesa continua a crescere: 809 al 31/12/2010 e 820 al 31/12/201 1. Insomma, i dati sull'assistenza dei non autosufficienti disegnano un orizzonte desolante. A n Toscana siamo dinanzi allaparziale negazione di un diritto - è l'affondo di mugnai -. La Regione afferma che il numero in valore assoluto dei pazienti in lista d'attesa si sia ridotto, ma ciò non è certo avvenuto perqualche improbabile guarigione da malattie degenerative. Non. è diminuito il bisogno: si sono tagliate le spese sostenute dal fondo per la non autosufficienza e alzati i parametri di gravità e condizioni per entrare in Rsa». Non una questione di mera matematica. Sullo sfondo, secondo il consigliere regionale del Pdl, resta la responsabilità politica di chi in questi anni ha gestito la macchina sanitaria toscana. «La politica d entra eccome rispetto a un bisogno reale di assistenza che richiede una riarticolazione delle risposte attraverso strumenti non solo residenziali, non solo sanitarizzati, strumenti più flessibili ed agili come strutture per autosufficienti e centri diurni che sicuramente risponderebbero con maggiore appropriatezza ai bisogni di molti cittadini. Ma bisogna farein fretta, utilizzando la rete delle Rsa esistenti. Il bisogno non aspetta». [Mirto] Pagina 29 In aurnrnto il ricorso all'esperto messo a disposizione dagì enti pubblie:. Ir pazza Ss, Ann -.zìata il ce..tro dl mediazione familiare )pera fin dal 1997 A lezione di coppia per salvare i1 matr iinonio di Raffaella Galamini L'i entikit L'età media per le donne è 38 anni, per gli uomini 41. In un caso su due sono entrambi d'accordo a chiedere un aiuto lezione di coppia. Ela nuova tendenza per cercare di salvare convivenze e matrimoni Gli enti locali stanno correndo ai ripari per evitare i costi sociali di "quando l'amore finisce". Organizzando addirittura corsi, lezioni e seminari per aiutare chi è in difficoltà a fare pace col coniuge e costruire un nuovo percorso di vita a due o altrimenti a lasciarsi, senza rancori e soprattutto senza ripercussioni e sofferenze economiche e soprattutto psicologiche per loro e i figli. A Firenze gli enti locali e soprattutto la Asl io sono praticamente all'avanguardia in Toscana e in Italia. In città opera fru dal 1997 il centro di mediazione familiare all'interno del consultorio ospitato nell'antico Spedale degli Innocenti. A dirigerlo la dottoressa Benedetta Geddes da Filicaia "Ogni anno sono circa 15o-2oo le coppie che si rivolgono da noi" spiega la dottoressa. Impossibile dare un dato preciso su coloro che si sono salvati, ricorrendo a questo servizio, perché è icile capire quando sia meglio o peggio lasciarsi o restare insieme. Il centro offre un contesto di prossimità per le famiglie del territorio fiorentino e si rivolge tivi i i Dai soldi alle relazioni virtuali, si discute per tutto e spesso la colpa è anche delle famiglie di provenienza a oltre 30 comuni dell'area metropolitana. "Interveniamo quando le famiglie sono in controversia o conflitto tra di loro. In particolare modo l'attenzione è rivolta a quelle controversie tra genitori che prospettano conseguenze sulla salute dei minori. Offriamo quindi alle famiglie la possibilità di gestire in modo autonomo le controversie che le riguardano, puntando sulla comunicazione" sottolinea Bene- rsi proprio Niente giudice o legale, la coppia scopre come fa in autonomia le sue scelte e impara a rispettarsi detta Geddes da Filicaia di il centro offre strumenti per raggiungere accordi sia per restare insieme che per lasciarsi, si propone di sanare i conflitti di coppia o ricostruire rapporti tra i membri di famiglie ricostituite. Molto importante poi il servizio di consulenza prematrimoniale, svincolato da qualsiasi aspetto religioso, per chi voglia iniziare il percorso a due col passo giusto. Imparando l'abc della coppia dall'individuazione di obiettivi comuni a come non subire i condizionamenti delle famiglie di provenienza fino alla gestio°are, dei ne del budget f conti e delle spese e, soprattutto, il progetto di vita a due. Ma per cosa si litiga tra le quattro mura domestiche? "Denari, figli, casa C'è poi il problema delle relazioni virtuali, della pornografia ori line, delle dipendenze da droga o da gioco. Per questo le coppie entrano in conflitto. E non avendo capacità di negoziazione, spesso si delea terzi. Cioè al legale o al giudice. Noi, con la mediazione, puntiamo a far riappropriare i due delle capacità "contrattuali". Insomma offriamo gli strumenti per un percorso verso l'autonomia" spiega la dottoressa. A rivolgersi al centro in piazza Santissima Annunziata sono per lo più utenti con un titolo di studio medio alto e nella stragrande maggioranza dei casi toscani I dati, parlano chiaro, di solito è un percorso condiviso per una coppia su due, in un terzo dei casi è lei che spinge a un confronto a viso aperto con un esperto. L'età media degli utenti èdi 38anniper lei edi 41 anni per lui. Non sono mancati, in tanti anni, casi di famiglie particolari o a dir poco allargate. "Una decina di coppie gay e lesbiche si sono rivolte al centro, spesso per problemi di relazione con l'esterno -puntualizza la dottoressa-. E in diverse occasioni abbiamo favorito il dialogo non solo tra coniugi, ma spesso coinvolto anche i suoceri, i figli e i nuovi partner". Insomma comunicazione, confronto, percorso comune sono i vari step per arrivare allobiettivo di una ritrovata armonia di coppia. Che non sempre implica che i due rimangano insieme. Magari, però, trovano nuovi equilibri o più semplicemente si recupera un rapporto che sembrava smarrito. "Penso ai casi di padri e figli che hanno recuperato un rapporto che si era interrotto con la separazione dei genitori" conclude la dottoressa Di sicuro, uno dei momenti più belli per chi si occupa di mediazione faniffiare. Una delle fasi più delicate è la ricostruzione di un rapporto tra un genitore e il proprio figlio Sanità fiorentina e toscana Pagina 30 1 PERCORSI Quattro linee guida per raggiungere gli obiettivi Cosi ., .. ... \ «. .c.. \ Quattro le linee guida per l'attività svolta dal centro di mediazione familiare della Asl 10: 1) mediazione settimanale nei conflitti tra genitori separati in merito ai figli. 2) stesura di un progetto educativo comune. 3) incontri di gruppo con tematiche varie: per padri separati: per madri separate, per genitori e figli adolescenti. 4) corsi laici di preparazione al progetto fa- Sanità fiorentina e toscana . miliare per coppie che intendono convivere o sposarsi. In particolare tali corsi riguardano: la legislazione sul matrimonio: obblighi, diritti e doveri, esercizi sulla comunicazione di coppia, l'analisi della propria storia familiare, analisi delle aspettative riguardo alla nuova famiglia, accordi riguardanti il budget familiare, le spese, i conti separati o meno, il progetto matrimoniale. Un percorso di mediazione tipo si svolge nell 'arco di circa un mese e mezzo . La durata di un singolo incontro e mediamente di un'ora, ma alcuni incontri possono richiedere anche tre ore. I corsi verranno effettuati se sarà raggiunto il numero dei partecipanti , per la prenotazione telefonare a: 338 3417107 e 349 0918831. Pagina 32 DRAMMA SVENTATO TRA L'OLMO BIVIG LIANO 7// %r % , 1,,, 1I, L i %,1i.,.. / . ...'// %% w% F / i %i / / 1 0,0 F//,//, ° 5r i% G% ,.iíi!G %"""','! ,, Interven to della Misericordia : «Apparecchio decisivo» TRE VOLONTARI della Misericordia di Bivigliano ieri matti nahanno salvato la vita a una donna di 48 anni. L'ambulanza è arrivata in località Casa al Vento, tra l'Olmo e Bivigliano, quando la donna era esamine. Non respirava più, arresto cardiaco. Ma la squadra era dotata di defibrillato re semi automatico e su indicazione del 118 hanno defibrillato due volte. E la donna ha ripreso a respirare. Dopo circa mezz'ora è arrivata l'ambulanza medicalizzata da Borgo, il medico l'ha visitata e si sono diretti a Gareggi dov'è arrivata in condizioni stabili. Alla Misericordia di Bivigliano son contenti: "Indubbiamente dice il vicegovernatore Lorenzo Gualtieri - la donna è stata salvata dal defibrillatore: i primi minuti dopo l'arresto cardiaco sono de ccirio sempre più diffuso, altre 200 persone sanno già utilizzarla cisivi. In quest'occasione ringraziamo chi ci ha donato l'apparec chio, la famiglia Matteiní di Caseh lina, e si è dimostrata importante anche l'attività di formazione che svolgiamo costantemente da dieci anni: abbiamo più di cento persone abilitate al soccorso e alla defi brillazione precoce. Perché, non dimentichiamo che questo apparecchio può essere utilizzato da tutti, previa formazione". Una presenza quella dei defibrilla tori semi automatici, che sarebbe opportuno si estendesse sul territorio. "Nell'area di competenza del 118 fiorentino -dice la re sponsabile Lucia De Vito - abbiamo abilitato 2050 persone all'uso di questo apparecchio, e di questo 1780 sono soccorritori vo lontari, operanti nel 118 e distribuiti nelle più varie associazioni. Sono censiti circa 70 defibrillato ri". E in Mugello? "Con un progetto della Società della Salute, ce ne sono quattro: due a Palazzuolo, presso la farmacia e la Rsa, uno al circolo Il Tiglio di Vicchio e uno all'outlet di Barberino". Nella provincia di Firenze 28 sono già in impianti sportivi di calcio, due sono all'Ikea, ai Gigli, alla Vir gin, al Four Season, in vari istituti scolastici fiorentini. Non così in Mugello, che dunque risulta piuttosto sguarnito. "Non basta il defibrillatore - nota però De Vito - altrettanto importante è che ci sia chi lo usa, e occorre quindi gente adeguatamente formata". Paolo Guidotti SALVAVITA Due volontari della M isericordia mostrano uno degli apparecchi per l'emergenza cardiaca Sanità fiorentina e toscana Pagina 33 NERVI S Pietro Rollo: il piano doveva essere consegnato entro marzo l Meyer, Rsu in g .ei°ra co i la c rige . . . . "Non vitole matt, dL -, La rappresentanza sindacale dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze è in contrasto con la dirigenza del nosocomio. "Questa Rsu intende denunciare - si legge in una nota - il comportamento antisindacale della direzione, in quanto, nonostante il contratto collettivo integrativo aziendale preveda la presentazione dei piano ferie estivo entro il 31 marzo di ogni anno, ad oggi, nonostante le sollecitazioni, non è ancora pervenuto". "La nuova Rsu - si legge ancora nella nota firmata dal coordinatore Pietro Rollo non può accettare simili Sanità fiorentina e toscana condotte da parte della direzione in quanto tutto ciò è irrispettoso nei confronti delle rappresentanze sindacali e lesivo dei diritti dei lavoratori. Ci chiediamo se tale comportamento sia determinato da un'incapacità •" organizzativa oppure sia il risultato di una strategia al momento indecifrabile. La Rsu, pronta a un confronto serio e costruttivo, auspica vivamente di essere di fronte a un'eccezione e non alla regola". Pagina 34 é 1 " :ato La buro crazia ferma i fondì E sportefio de gli aiuti PRATO - Lo sportello di pronto intervento sociale «Sos famiglia e lavoro» ha chiuso i battenti a inizio anno. I soldi che servirebbero a farlo funzionare sono fermi nelle casse della AsI di Prato. «Ma presto riaprirà - dice Dante Mondanelli, assessore ai servizi sociali del Comune di Prato - Ê in fase di delibera». Si tratta del primo presidio italiano (fuori dalle Asl) creato per venire incontro ai disagi psicologici di chi è in difficoltà con il lavoro. Ad ispirarne la creazione, tre anni fa, era stata l'artigiana Manuela Biliotti: 55 anni, un marito operaio e una giovane figlia. «Un amico si era impiccato nella sua azienda. Erano i primi segnali di quello che sta accadendo oggi racconta la signora Biliotti - Così proposi al sindaco uno sportello per alleviare il disagio psicologico, visto che ero io la prima a soffrirne: fece scandalo il fatto che fossi pronta a vendere un rene». Solo una provocazione per attirare l'attenzione? «No, in realtà lo farei anche ora, perché mi sento responsabile nei confronti dei miei familiari. E un'angoscia continua». Fa ancora l'artigiana? «Macché... ho chiuso la mia attività a dicembre del 2009. C'erano troppi debiti: eravamo in sei, mi sono ritrovata da sola. Non avevamo fatto i conti con l'euro, con la globalizzazione e con la finanza che ci sta mangiando tutti». Come può aiutare le persone Sanità fiorentina e toscana uno sportello dei genere? «Le persone in difficoltà economica ancora sono schive, si vergognano. Lo sportello fa sostegno psicologico. Lo Stato dovrebbe cercare di tutelare questi disagi, le difficoltà sono molte». Lei ha mai pensato al suicidio? «Lo ammetto: ci ho pensato. Per me sarebbe stata una liberazione, ma in quei momenti ho avuto sempre il viso di mia figlia davanti, quello mi ha salvata». Quante persone crede ci siano nella sua situazione, con gli stessi pensieri, ad esempio a Dato? «Sono molti, si sentono soli e si vergognano. Per questo il centro d'ascolto è importante. Bisogna tornare allo spirito di solidarietà del dopoguerra, bisogna tornare a quei valori. Le persone che in questi anni hanno frequentato il centro forse hanno bisogno più del commercialista e dell'avvocato, ma comunque questo presidio è necessario per farli uscire fuori. Non abbiamo cifre enormi da pagare, ma lo diventano quando si perde il lavoro». Ha mai spiegato queste cose a sua figlia? «Sì le ho detto che mi vergogno di consegnarla a una società così, non era questo che sognavamo». Manuela Biliotti oggi combatte ancora contro la crisi. E in costante contatto con Giuseppina Virgili, l'empolese fondatrice del «Comitato piccoli imprenditori invisibili». Giorgia Bernardini Pagina 35 I : L'ASSESSORE SCARAMUCC IA REPLICA S % %. //.% §1/0 r /. //_ !//. /_. % % _ seg retario Sl - CECINA - «TROVO inopportuno che si continui con questi attacchi personalistici alla direzione aziendale. Usare questi toni non aiuta certo a proseguire nel percorso di confronto istituzionale avviato con i sindaci, e peraltro sollecitato dai sindaci stessi». L'assessore regionale alla sanità, Daniela Scaramuccia, interviene a difesa della direttrice dell'Asl, Monica Calamai, nella polemica della Bassa Val di Cecina: polemica rinfocolata ancora ieri, con la richiesta, da parte del segretario zonale del Psi, Alessandro Bechini, delle dimissioni del direttore generale Monica Calamai. iii; % , /,, % %rr,v/ I I OGr ✓/// i//i J/// r,,,i// chiesto le dim ission i de le, a cui parteciperanno rappresentanti della Regione, i sindaci dei Comuni interessati, rappresentanti dell'Asl, esperti del MeS, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Obiettivo del tavolo, verificare e monitorare lo stato di attuazione della nuova riorganizzazione per intensità di cure e dare certezze sulle prospettive future dell'ospedale di Cecina. Fra i primi argomenti che saranno trattati da questo tavolo, la cardiologia. i «LA SCELTA di rimodulare l'offerta sanitaria per intensità di cure - dice la Scaramuccia - ha l'obiettivo primario e imprescindibile di garantire ai cittadini una presa in carico ottimale del loro bisogno di salute, attraverso una rete assistenziale integrata, che pone il paziente al centro dell'organizzazione sanitaria. L'ospedale di Cecina - conclude la Scaramuccia - ha un ruolo strategico nella rete ospedaliera di Area Vasta». «IL MIO - prosegue l'assessore - è un invito a cessare questi attacchi e a smorzare i toni. E a tornare sul terreno di una civile discussione sul merito, con una visione politica e strategica del futuro della sanità della Bassa Val di Cecina. Peraltro, questo è proprio quanto è stato condiviso nell'incontro che abbiamo avuto con i sindaci lo scorso 27 marzo». PER IL 23 APRILE è stato convocato a Firenze il primo incontro del tavolo tecnico-istituziona- L t4 L'assessore regionale alla sanità Daniele Scaramuccia e il segretario del Psi della Bassa vai di Cecina, Alessandro Bechini Sanità fiorentina e toscana Pagina 37 Scaramuccia difende la direttrice dell'Asl L'assessore regionale: «Basta attacchi personali, non aiutano il confronto» Rilanciato il tavolo tecnico sull'ospedale, primo esame sulla cardiologia ciperanno rappresentanti della Regione, i sindaci dei Comuni interessati, rappresentanti della Asl 6, esperti del Mes, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Obiettivo del tavolo, verificare e monitorare lo stato di attuazione della nuova riorganizzazione per intensità di cure e dare certezze sulle prospettive future dell' ospedale di Cecina. ® CECINA Il balletto di dichiarazioni sulla sanità locale, sullo stato del nostro ospedale e sulle scelte della direzione aziendale dell'Asl 6 non deve essere rimasto inascoltato (e inosservato) nei palazzi fiorentini. Lo testimonia la nota stampa con la quale Daniela Scaramuccia, assessore regionale alla Salute, interviene nel dibattito invitando a smorzare i toni della polemica e soprattutto difende la direttrice dell'Asl 6 Monica Calamai da quelli che definisce attacchi personali. «Trovo inopportuno - scrive Scaramuccia - che si continui con questi attacchi personalistici alla direzione aziendale. Usare questi toni non aiuta certo a proseguire nel percorso di confronto istituzionale avviato con i sindaci, e peraltro sollecitato dai sindaci stessi». L'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia spende parole importanti a difesa della direzione aziendale dellaAsl 6 di Livorno, nella polemica sulla sanità della Bassa Da sinistra Monica calamai e Daniela Scaramuccia Val di Cecina: polemica rinfocolata ancora ieri, con la richiesta, da parte del segretario zonale del Psi, Alessandro Bechini, delle dimissioni del direttore generale della Asl livornese, Monica Calamai. «Il mio - prosegue l'assessore alla Salute - è un invito a cessare questi attacchi e a smorzare i toni. E a tornare sul terreno di una civile discussione sul merito, con una visione politi ca e strategica del futuro della sanità della Bassa Val di Cecina. Peraltro, questo è proprio quanto è stato condiviso nell' incontro che abbiamo avuto con i sindaci lo scorso 27 marzo». Per il 23 aprile prossimo è stato convocato a Firenze il primo incontro del tavolo tecnico-istituzionale, a cui parte- Fra i primi argomenti che saranno trattati da questo tavolo, la cardiologia. «La scelta di rimodulare l'offerta sanitaria per intensità di cure - chiarisce l'assessore - ha l'obiettivo primario e imprescindibile di garantire ai cittadini una presa in carico ottimale del loro bisogno di salute, attraverso una rete assistenziale integrata, che pone il paziente al centro dell'organizzazione sanitaria». « Il presidio ospedaliero di Cecina - sottolinea e conclude Daniela Scaramuccia - ricopre un ruolo strategico all'interno della rete ospedaliera di Area Vasta». ©RIPRODUZIONE RISERVATA S;::ira .uiccW dif nd.•. le i inM-icrJcll'.1 .1 Sanità fiorentina e toscana Pagina 38 RIFONDAZION E E COMUNISTI HANNO PRESENTATO ' ,,, .i í,✓, %..% % . % i .,, ui % ° %_ ; % %, .%i..%! Fra le 'il soccorso-cave. di CUD ii //// radicale con LORO LISTA %/// ,i ,,, ii0 //r% "% n % %'%, i i, LAUDANNA - CARRARA - «SIAMO noi la vera sinistra». La Federazione della sinistra ha presentato ieri la propria squadra per le prossime elezione del 6 e 7 maggio rivendicando il proprio ruolo di punto di riferimento per tutto l'elettorato `progressista'. «Il lavoro è la nostra priorità - sottolinea il consigliere uscente Piero Marchini -, per questo metteremo in campo iniziative specifiche per il futuro del cantiere, delle cave e della sanità». Priorità sottolineate anche da Massimo Menconi: «Noi non siamo quelli che cambiano casacca - spiega - in questi anni siamo stati estremamente responsabili e ora siamo pronti a una battaglia elettorale con coloro che si definiscono di sinistra». Nicola Marchetti ribadisce, invece, l'importanza della lista unica della Federazione come laboratorio per un matrimonio definitivo, anche a livello nazionale, tra Rifondazione e Comunisti italiani e si sofferma poi sul programma. «Dobbiamo riportare l'attenzione - spiega - sulla I » La Federazione della sinistra al completo a palazzo civico. Accanto PRESE N Bernardo Lattanzi, radicale, con Umberto Moísè della Fabbrica della sinistra 1 %P Lattanzi sostiene unioni civili , trasparenza e antiproibizionismo questione del soccorso cave. Si tratta di una conquista fondamentale da parte dei lavoratori e, in un caso come questo, non si può parlare di razionalizzazione». Sanità fiorentina e toscana PRESENTAZIONE ufficiale ieri anche per il radicale Bernardo Lattanzi per l'occasione candidato al consiglio comunale per la lista civica in appoggio di Claudia Bienaimè, La fabbrica della sinistra. Diritti civili, antiproibizionismo, democrazia diretta, unioni civili, trasparenza. Lattanzi porta in dote alla lista nata su iniziativa di molti transfughi di Sel alcuni dei capi sal- di del movimento radicale e, intanto, annuncia per giovedì prossimo, 19 aprile, un primo «radical party» a cui inviterà a parlare alcuni eponenti dei diversi schieramenti che corrono in queste elezioni. «Voglio invitare Lanmarco Laquidara del Pdl, Donatella Beneventi del Psi e Piero Marchini di Rifondazione - spiega - per incontrarci e parlare di temi che riguardano tutta la città». Pagina 40 DEFI C IT CH E Si SOMMA ALL'AMMANCO DI MILIONI Asi dï Massa: un altro buco, 40 milioni I sacrifici nel 2011 non sanano i conti Cristina Lorenzi CARRARA AN CORA profondo rosso nel bilancio dell'Asl apuana. Dopo il buco di 300 milioni che ha fatto arrossire i conti di tutta la sanità locale (su cui sono cadute numerose testi dei vertici e su cui è ancora aperta un'inchiesta della magistratura), adesso nel consuntivo del 2011 sembra spuntare un deficit di oltre 40 milioni. Dopo un previsionale che aveva visto il segno meno per 36 milioni, la dieta De Lauretis (la nuova direttrice chiamata a sanare conti che sembrano sempre più insanabili) non ha avuto gli esiti previsti.Tagli, accorpamenti di interi reparti, riduzione di servizi, blocco del turn over e altri sacrifici cui tutti i cittadini della provincia di Massa Carrara sono stati sottoposti evidentemente sono serviti a poco, dal momento che in pochi mesi i milioni di deficit Sanità fiorentina e toscana sono cresciuti superando la soglia dei 40. A poco è servito anche l'aumento del conferimento pro capite che la Regione Toscana ha approvato lo scorso anno portando la cifra per ogni cittadino da 1489 euro a 1605 rendendo la malcapitata provincia alla pari di Lucca e seconda solo a Grosseto. UNA SAN ITA quindi con i servizi al lumicino e che ha sottoposto i cittadini a sacrifici che tuttavia non sono serviti a ristrutturare conti dove le uscite sono sempre troppo pesanti. Evidentemente nonostante siano stati chiamati i maggiori esperti per sanare un bilancio che non sembrava volerne sapere di guarire, il sistema continua a fare acqua da tutte le parti con 4 ospedali, una fondazione (Monasterio) e una rete di servizi provinciale i cui costi sono stati sottostimati. Maggior chiarezza dalla direzione dell'As11 e dall'assessorato regionale alla Sanità viene chiesta dal consigliere toscano del Pdl Stefano Mugnai. Pagina 41 1 CARRARA Sanità: sugli accorpamenti annunciati dal Pal Maurizio Da Mommio, responsabile comitato elettorale comunale del Pri, replica a distanza al sindaco di Massa Roberto Pucci. «Ho letto nei giorni scorsi che, a margine della presentazione della candidatura di Zubbani in piazza D'Anni, il sindaco di Massa Pucci ha dichiarato, in merito alla questione dell'ospedale unico di viale Mattei, che i carrarini sarebbero dei "pitti ingordi"; si riferiva all'accorpamento della chirurgia a Carrara- scrive Da Mommio - L'affermazione mi ha stupito perché viene da un politico di lungo corso che dovrebbe rendersi conto di quanto sia difficile conciliare le esigenze economiche con quelle sociali, e offeso come carrarino che si sta sobbarcando oneri pesanti in nome del risparmio e dell'efficienza sanitaria del cui degrado non ritiene DA MOMRIHO (PRI) REPLICA A PUCCI «Sulla sanità ipitti ingordi sono a Massa non certo a Carrara» d'essere complice. Spero che al sindaco di Massa non sfuggano le rinunce pesanti e i sacrifici ai quali si apprestano i carraresi, specie gli anziani, affinché si realizzi un indispensabile polo ospedaliero di qualità. Credo invece non possa sfuggirgli quanto ne soffrirà l'economia del centro di Carrara che a breve si vedrà privare del nosocomio (penso ai negozi dell'area interessata, ad esempio) ed il prestigio stesso della nostra città. Io, pitto in- gordo, vorrei domandare al sindaco di Massa, che evidentemente pensa di non esserlo, quale altra logica se non quella appunto del "famelico tacchino" sta dietro alla scelta sciagurata di viale Mattei, zona che mi risulta a rischio idrogeologico grave e pesantemente inquinata, tanto che prima di iniziare i lavori si è spesa e si sta spendendo una barcata di quattrini per renderla adatta (almeno così si spera) ad ospitare l'ospedale unico? L'itnma- Maurizio Da Mommio (Pri) gine che a me viene agli occhi più che quella dell'ingordo tacchino è quella del noto bue che da del cornuto all'asino». «Nel lamentare il fatto che evidentemente gli enormi danni subiti da Aulla nel novembre scorso non hanno insegnato nulla a chi deve progettare territorio ed infrastrutture- conclude - consiglio al sindaco Pucci di pesare bene le battute perché il confine tra il sorriso e il ridicolo è assai labile». ©RIPRODUZIONE RISERVATA r yr i,r i r i r i r.rr NI , + .,, Sanità fiorentina e toscana Pagina 42 S ERVIZ I O 1 PERI CO LO Potrebbe chiudere l'ambulatorio di Ostetricia. Sopra, il sindaco Lucia Baracchini I N ARRIVO UN 'U LTERIORE «MAZZA TA» PER L'OSPEDALE ao % a 611,11 „ r, ~5/ 9;,,, i ,- agliata la % ooio9 1 % ,.. ,. a,. ' zit ® del pe rsonale, slV verso la chiusura - FONTREMOi(- RISCHIANO la chiusura gli ambulatori ostetrico-ginecologici e pediatrici all'ospedale di Pontremoli per l'imminente ridimensionamento dei turni di reperibilità del personale. Sulla struttura aleggia quindi un ulteriore, doloroso taglio che porterebbe alla definitiva chiusura di quel poco che resta dopo la chiusura del reparto trasferito a Massa. Un timore che ha spinto l'amministrazione comunale pontremolese a chiedere un incontro urgente al direttore generale dell'Asl Maria Teresa De Lauretis, per chiedere chiarimenti sul futuro dell'ambulatorio. Sul tavolo anche dubbi sull'eventuale riduzione del pronto soccorso ad un semplice «punto di emergenza territoriale» e sul futuro del reparto di terapia intensiva: se tutte le manivre dovessero andare in porto, l'ospedale di Pontremoli si ritroverebbe a rappresentare poco pià di un presidio medico. «Se ci fossero ulteriori tagli Sanità fiorentina e toscana L'a mm inistrazione co munale chiede un incontro all' l «Tuteliamo la salute dei cittadini» andrebbero a gravare sul percorso di assistenza alle partorienti ed ai nascituri individuato dall'Azienda Sanitaria con la cancellazione del Punto nascita» sottolinea la Giunta guidata dal sindaco Lucia Baracchini in una nota allarmata proprio per le ricadute sull'utenza. «I diritti dei cittadini di Pontremoli e della Lunigiana non possono essere da meno di quelli dei cittadini di piccoli comuni toscani e di regioni limitrofe, che mantengono aperti reparti ostetrico-ginecologici in deroga alle linee di indirizzo regionale e nazionali in virtù di una particolare territorialità, del tutto simile alla nostra. Ci auguriamo ed insisteremo affinché questo avvenga anche a Pontremoli». Dal giornod ella chiusura del reparto in sette occasioni l'ambulatorio ha dovuto prestare assistenza a partorienti arrivate in ospedale con le doglie. Nell'ultimo caso, circa un mese fa, la gestante non ha ha...partorito in autostrada. «Abbiamo evidenziato al direttore generale dell'Asl che una decisione così importante nell'assetto socio-sanitario di un territorio, per le forti ricadute che può determinare, non possa essere presa senza che sia stata portata all'attenzione della Conferenza dei sindaci, dove dovranno anche essere resi noti i risultati del monitoraggio che doveva essere effettuato sulla efficienza dell'attuale percorso-nascita. Ad oggi però, purtroppo, non abbiamo avuto alcuna risposta». L'amministrazione comunale pontremolese su questi temi ha chiesto il sostegno degli altri sindaci della Lunigiana per concertare un'azione volta ed evitare il depotenziamento del sistema sanitario locale. Pagina 46 Fsi den cia: radiologia è in emerge il sindacato: soldi dell'ABI sprecati per ridurre la lista d'attesa inesistente sulle risonanze articolare D CARRARA «Il sindacato Fsi vuole rendere pubblico lo spreco di denaro pubblico per progetti e orari aggiuntivi che l'Asl ha autorizzato nella radiologia spacciando ciò per ridurre le liste di attesa». La denuncia è del segretario Fsi, Renzo Barbieri. «Nella radiologia di Carrara dal I ° di aprile e iniziato un progetto in orario aggiuntivo (30 euro l'ora) per ridurre la lista di attesa per le risonanze articolari malo strano è che il 6 aprile ho telefonato al Cup per prenotare una risonanza al ginocchio e l'appuntamento era disponibile per il 20 aprile. Mentre per una radiografia al polso l'appuntamento era per agosto. Ma l'azienda fa un progetto per la risonanza articolare senza nessuna lista di attesa». «Queste cose fanno pensare che forse l'artroscan fa comodo a certi medici per aver percorsi preferenziali in libera professione e l'azienda è più sensibile a richieste da parte di liberi professionisti che ai biso- gni della cittadinanza. L'Fsi riafferma che non è possibile utilizzare denaro pubblico per interessi personali- conclude Barbieri - con i soldi di questi progetti si potrebbe assumere almeno due tecnici che visto la grave carenza di personale permetterebbero anche di poter fare una radiografi al polso non dopo quattro mesi ma almeno nel mese o questa azienda sente il richiamo delle strutture private e vuole che il cittadino vada da loro?» C RIPRODUZIONE RISERVATA Il reparto di radiologia Sanità fiorentina e toscana Pagina 47 Con le scadenze breve ali dei blockbuster biologici mercato da 50 miliardi di dollari nel 2015 Big pista i colossi dei settore - Il potenziale dei Paesi emergenti nel on un mercato potenziale da 50 miliardi di dollari nel 2015 deriC vanti dalle scadenze brevettuali dei principali blockbuster biologici, i biosimilari sono diventati uno dei temi centrali nell'agenda strategica di molte multinazionali farmaceutiche. Oltre alle tradizionali aziende produttrici di farmaci generici, quali Teva e Sandoz, negli ultimi diciotto mesi il novero delle pretendenti alla leadership in questo segmento si è allargato ad altre grosse multinazionali farmaceutiche quali Pfrzer, Merck, Amgen, Biogen Idec, solo per citarne alcune. E in precedenza i colossi sudcoreani Samsung e Fujifilm avevano sorpreso annunciando piani ambiziosi di investimento in questo settore. L'attuale corsa ai biosimilari sembra andare in controtendenza con la tesi, o forse più un luogo comune, che i biosimilari rappresentano un investimento finanziario rischioso, caratterizzato da costi ingenti per sostenerne la produzione e lo sviluppo clinico (fino a 250 milioni di dollari) e ritorni incerti dovuti a un quadro normativo nebuloso, un mercato ancora di dimensioni ridotte e un generale scetticismo da parte dei clinici a considerarne la prescrizione. I costi sono effettivamente quelli appena citati e i rischi esistono. Tuttavia l'investimento "biosimilare" non va interpretato in termini assoluti, bensì relativi. Un'analisi condotta da Ims Health ha stimato che il ritorno atteso di un simile investimento è potenzialmente superiore a quello generato dallo sviluppo di un nuovo farmaco (15-20% vs. 11,5% rispettivamente). A ciò va aggiunta la prospettiva di sfruttare l'enorme potenziale rappresentato dai Paesi Sanità nazionale emergenti dove i grandi mercati biologici (terapie oncologiche, diabete e malattie autoimmuni come artrite reurnatoide e sclerosi multipla) sono ancora a uno stadio embrionale. Inoltre vi è la sensazione che l'incertezza normativa rappresenti più un'eredità del passato che un fatto attuale. In Europa, i1 tema dei biosimilari è stato affrontato per la prima volta dalle autorità regolatone nel 2001 e a oggi rappresenta il mercato più avanzato, con vendite tutto sommato esigue, circa 300 milioni di euro suddivisi su tre classi di farmaci (eritropoietina alfa, somatropina e filgrastim), ma trend incoraggianti con tassi di penetrazione che in alcuni casi hanno ricordato quelli dei generici (filgrastim nel Regno Unito e l'eritropoietina alfa in Germania). E, in generale, l'iniziale scetticismo da parte di attori clinici e non, è stato progressivamente superato rendendo biosimilan come il filgrastim e l'eritropoietina alfa delle opzioni terapeutiche preferenziali aspetto alle versioni originali. Anche il grande assente della prima ora, gli Stati Uniti, ha recentemente annunciato la propria linea guida sui biosimilan che, andando probabilmente oltre le attese delle aziende con piani commerciali in questo settore, dovrebbe segnare l'apertura del più grande mercato globale di farmaci biologici con vendite pari a circa 70 miliardi dollari. L'assenza degli Usa spiega in parte l'avvio stentato dei biosimilari, in quanto ha limitato la possibilità per le aziende produttrici di generare economie di scala e, in generale, il livello di concorrenza del settore. Questi fattori a loro volta hanno contribuito a contenere la riduzione del prezzo di questi farmaci rispetto agli originali, limitando l'incentivo per i sistemi sanitari a promuoverne l'utilizzo. Queste dinamiche, negli Usa come in Europa, dimostrano la volontà delle autorità regolatone di affrontare definitivamente il tema dei biosimilau. E le ragioni sono intuitive. I sistemi sanitari delle economie più avanzate stanno soffrendo mirino la crisi economica che ha contribuito a ridurre le entrate per il budget destinato all'assistenza sanitaria. E la sostenibilità futura è messa ulteriormente sotto pressione da fattori ampiamente dibattuti quali l'invecchiamento della popolazione, stili di vita più sedentari e la comparsa di nuove tecnologie mediche ad alto costo. Per contenere la spesa sanitaria, e farmaceutica in particolare, i governi hanno finora fatto leva sulla scadenza brevettuale dei grandi blockbuster derivati da sintesi chimica (l'ultimo in ordine di tempo è l'anticolesterolo atorvastatina). Tuttavia, dal 2015 in poi la possibilità di generare risparmi da questa classe di farmaci sarà ridotta all'osso, mentre sull'altro versante i farmaci biologici rappresenteranno il principale fattore di crescita della spesa. L'àncora di salvataggio potrebbe arrivare dalla scadenza entro il 2015 di alcuni tra i principali blockbuster di origine biologica con il concomitante ingresso di nuove aziende che andranno a plasmare un'arena competitiva decisamente più affollata e dinamica di quella attuale. Se il quadro regolatorio si sta facendo via via più chiaro nelle economie avanzate, anche i Paesi emergenti sembrano intenzionati a giocare un ruolo importante in questo settore. I tentativi di allinearsi agli standard normativi occidentali (in termini di trial clinici per supportare la biosimilarità del farmaco) vanno nella direzione di creare un mercato globale dei biosimilari con ricadute positive in termini di economie di scala e la possibilità di valorizzare la crescente specializzazione che queste realtà geografiche sono in grado di offrire dal punto di vista manifatturiero. Basti pensare che la produzione biofarmaceutica di Cina, India e America Latina è pari a quella dell'Europa, con tassi di crescita che sono destinati a spostare sensibilmente il baricentro manifatturiero di questo settore nei prossimi anni. Per le grosse economie emergenti il settore biofarmaceutico rappresenta uno dei pilastri su cui pianificare la crescita economica dei prossimi anni. In questo contesto, un caso emblemati- Pagina 49 co è rappresentato dagli incentivi, finanziari e istituzionali, forniti dal governo sud coreano al colosso di elettronica Samnsung che nel 2010 ha annunciato l'ingresso nel mercato dei biosimilari stringendo alleanze con la società di servizi di sviluppo clinico Quintiles e la biotech Biogen Idec e con l'obiettivo ambizioso di generare 1,8 miliardi di dollari di vendite globali da questi farmaci. E su questa scia si collocano esperienze simili in Cina, India, Brasile e, recentemente, Russia. Va detto che il percorso che i biosimilari dovranno intraprendere nei prossimi anni non è tutto in discesa. La recente crescita dei consumi è legata alla prima generazione di biosimilari, meno complessi da un punto di vista manifatturiero e di sviluppo clinico rispetto alle nuove generazioni, ovvero anticorpi monoclonali, terapie per malattie autoimmuni e insuline per il diabete. Il fallimento di uno di questi farmaci potrebbe creare un'ondata di scetticismo tale da posticipare o compromettere l'esplosione del settore. Il percorso resta dunque lungo e tortuoso, decisamente più simile a una maratona che a uno sprint, richiedendo alle aziende che intendono sedersi a questo tavolo piani strategici e finanziari di lungo termine. Altrimenti il rischio è che questo mercato assuma i contorni di una bolla speculativa. C9iFát$3 -> ;}S'S a`c, {s4-I k"tieS^c76tc) cfé' f7si?_,:Sa i I. Usa 2. Economie avanzate 3. Economie emergenti Stanno emergendo tre potenziali cluster geografici: 2.ra questi gli Usa assorbirebbero la quota di mercato L+nia significativa (circa il 60%). Le economie emergenti .ssunt5 coane un potenziale driver di crescita Mercato biologici aiosimilari (quota %) a (*) Nelle economie emergenti i biosimilari non sono stati selezionati come in Europa Previsioni di possibile crescita (le rierc:ato dei iaiosirrsilari (2011-202 lJ ,il Usa saranno la pietra miliare dei mercato dei biosimilari ':on un potenziale di crescita mo a 25 mid di dollari nel 2020. Quello dei blosimilari non è un 2011 2012 Limite inferiore 2013 2014 2015 Limite medio "; 16 2017 2018 2019 2020 gioco a breve termine Limite superiore Fonte: analisi lms health su dati Midas. Taglio presso nell'ordine dei 40-50%. Curve di penetrazione dei biosimilari sviluppate a partire da evidenze raccolte sui biiosimiiart e alcune classi di generici attualmente presenti sul mercato 9Wsz cs . tz ati s s si ciz E rtz rc sx:c3 as 3,ar€z _ c_i i:s aEc rìsd 3.6 0,3 u„a Ea3rcf.a _-1 B rrssíie Cina India k---- ------ - Ims Midas, Mat Q4 2010, Oecd 2010 Sanità nazionale Pagina 50 STUDIO ALT S/ Viaggio nella professione di top manager delle aziende sanitarie Asi, il Dg mpara in palestra Sempre meno i mportante la laurea: pesa d i più il training sul campo E evidente come negli ultimi anni il pubblico dibattito abbia fortemente indirizzato la propria attenzione sul tema dell'efficacia gestionale delle aziende sanitarie, accendendo i riflettori sul ruolo giocato dal top management all'interno delle stesse organizzazioni. L'interesse si è concentrato in particolare verso i ruoli apicali, e specificamente su quello maggiormente incisivo nella presa di decisioni complesse e spesso di grande impatto, il Direttore generale (Dg). Il processo normativo avviato con il Dlgs 502/1992 ha fatto della figura del Dg la pietra angolare della aziendalizzazione della Sanità. Tuttavia, il coerente meccanismo fiduciario, che vede nella Regione l'istituzione responsabile per la selezione, la nomina e la verifica dei risultati di gestione, ha fatto passare in secondo piano l'individuazione dei requisiti professionali necessari per rendere tale innovazione realmente efficace (articolo 3-bis del Dlgs 502/1992). D'altro canto, se introdurre l'ipotesi di head-hunter nella Sanità pubblica, analogamente a quanto accade nel National health service inglese, può essere considerata un' opzione provocatoria, la prospettiva di avviare un processo di riflessione sul tema dei profili di competenze e capacità dei Dg resta attuale e di grande interesse specie alla luce delle difficoltà che il Ssn si appresta ad affrontare nei prossimi anni. A livello istituzionale, a esempio, il progetto condotto da Agenas e Fiaso nel 2010 in merito alle competenze e ai fabbisogni per lo sviluppo professionale del management nel Ssn, ha consentito di mettere in luce non solo le differenze proprie nei processi di selezione dei Dg a livello europeo, ma anche il fabbisogno formativo espresso dagli stessi top manager a fronte della complessità gestionale e della crescente incertezza ambientale alla quale sono quotidianamente esposti. Ma quali sono gli elementi da cui partire per approfondire un tema così cruciale, come la Sanità nazionale selezione dei top manager in Sanità? Gli studi internazionali condotti in vari settori industriali, sia a livello accademico che consulenziale, concordano nell'affermare da un lato che non è possibile individuare un contesto formativo ideale per il top management, e dall'altro che l'efficacia dell'azione manageriale appare sempre più legata al peculiare background degli exe cutive stessi. Risulta infatti che al di là delle spiccate conoscenze tecniche, la presa di decisioni manageriali richiede soprattutto competenze di natura esperienziale acquisibili dagli individui nel corso della propria vita professionale. L'incertezza dello scenario di riferimento, congiuntamente all'overload informativo, derivante dalle istanze provenienti dai molteplici stakeholder interni ed esterni all'organizzazione, rende particolarmente critica la capacità dei manager di agire secondo una logica di priorità strategico-organizzativa, mettendo in atto strumenti idonei e accorgimenti pratici a supporto dell'efficacia gestionale dell'azienda e dunque a tutela dell'interesse pubblico. Queste capacità sono fortemente legate non solo al profilo attitudinale dei professionisti, ma soprattutto al repertorio esperienziale e al capitale sociale acquisito dai manager nel corso del proprio iter lavorativo. Infatti, il repertorio di esperienze maturate, soluzioni adottate, e relazioni sviluppate lungo il rispettivo percorso di carriera si riflette nell'azione manageriale stessa, modellando "la lente" attraverso la quale il top manager filtra, interpreta e rielabora gli stimoli provenienti dal contesto in cui opera. Alla luce di tali considerazioni, risulta difficoltoso ipotizzare che la formazione tradizionale, svolta a valle della nomina di Dg, consenta di acquisire nel breve periodo le capacità necessarie alla gestione strategica di contesti a elevata complessità, mentre diventa prioritario identificare contesti di apprendimento privilegiati, ovvero le "palestre", dove i singoli professionisti acquisiscono e maturano esperienze significative in vista di futuri ruoli di top management. Le stesse aziende in cui il futuro top manager si è formato professionalmente costituiscono la palestra in cui si è "allenato" ai compiti a lui affidati. L'Alta scuola in economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ha avviato un approfondimento su questa tematica con il duplice obiettivo di comprendere la relazione esistente tra caratteristiche del percorso di carriera e performance manageriale, e di individuare quelle aziende che possono essere considerate contesti d'apprendimento di rilievo ai fini di una migliore performance manageriale dei Dg. La ricerca Altems, recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Health care management review, ha analizzato i curricola di 124 Dg in carica nel 2008, pari a circa il 40% dell'intera popolazione di top manager della Sanità. L'età media del campione è pari a 55 anni. Le donne rappresentano circa il 12% dei Dg analizzati. Nel complesso, l'anzianità media dei professionisti all'interno del Ssn è pari a 15 anni. Sotto il profilo formativo, poco più della metà dei top manager (52%) ha una laurea in Medicina e Chirurgia. (grafici 2, 3, 4 e 5) I risultati della ricerca rivelano che la performance manageriale dei Dg è influenzata significativamente sia da caratteristiche demografiche, quali l'esperienza maturata nel settore sanitario e i ruoli precedentemente ricoperti, sia da caratteristiche "strutturali" dei loro percorsi di carriera. Attraverso l'utilizzo dell'analisi delle reti sociali è stato possibile ricostruire i percorsi di mobilità inter-organizzativa dei top manager, individuando grazie a indicatori di centralità, quelle aziende che in virtù del loro posizionamento strategico nel complesso di percorsi di carriera possono essere considerate contesti di rilievo sotto il profilo delle opportunità di apprendimento, funzionali al successivo sviluppo di competenze utili a ricoprire il ruolo di top manager (si veda la tabella 1). In particolare, l'analisi indica che il numero di organizzazioni nelle quali il Dg ha lavorato e la prominence - ovvero la rilevanza strategica nella carriera di tutti i Dg - di queste organizzazioni, svolgono un ruolo rilevante per il conseguimento delle performance manageriali. Questi risultati concordano con studi già condotti in settori industriali diversi, e dimostrano che le caratteristiche e i modelli di carriera hanno implicazioni non trascurabili anche per le performance organizzative. A parità di condizioni, l'esperienza maturata all'interno di specifiche aziende del Ssn consente di acquisire sul campo capacità e competenze che, per quanti ricopriranno il ruolo di Dg, si riveleranno un utile supporto nella gestione di processi decisionali caratterizzati da un grado elevato di incertezza e di complessità strategica. Pagina 52 I risultati di questo studio consentono inoltre di dare una prima risposta ad alcuni controversi, ma rilevanti quesiti. A esempio, è meglio scegliere manager provenienti da settori industriali diversi dalla Sanità? O, al contrario, selezionare persone con una profonda esperienza lavorativa e manageriale maturata all'interno del settore sanitario? La scelta di top manager provenienti da altri settori è comunemente considerata un'opzione in grado di favorire il cambiamento, a esempio attraverso l'introduzione di tecniche e modelli organizzativi innovativi già adottati in altri contesti industriali. Tuttavia, i risultati dell'analisi qui proposta indicano che Dg con un bagaglio esperienziale maggiore all'interno del Ssn, e che hanno già ricoperto in passato il ruolo di Dg in aziende sanitarie, riescono a conseguire performance manageriali di livello più elevato. L'aver acquisito esperienze in settori industriali diversi da quello sanitario non sembra dunque essere un fattore rilevante ai fini della presa delle decisioni di vertice. La ricerca fornisce infine un contributo al dibattito che, negli ultimi anni, si è incentrato sulla possibile relazione tra tipo di laurea ed efficacia manageriale dei Dg. Un background da economista appare spesso quale conditio sine-qua-non per la presa di decisioni manageriali più efficaci. I detrattori di questa visione sostengono invece che la corretta conoscenza dei linguaggi, della leadership e dei contenuti tecnici necessari alla presa di decisioni in queste aziende dipenda da un background specialistico, intimamente legato alla natura clinica del tessuto organizzativo. La ricerca Altems mostra, in linea con quanto documentato da recenti studi condotti negli Stati Uniti, che il tipo di laurea non è un fattore determinante ai fini un'azione manageriale più o meno efficace. Infatti, non è la laurea il fattore discriminante tra il Dg efficace e il Dg meno, ma la capacità di intraprendere un percorso di apprendimento continuo basato sull'esperienza, che veda lo sviluppo delle competenze e delle capacità necessarie alla copertura del molo, lungo l'intero iter lavorativo. Allenarsi per la gestione di organizzazioni a elevata complessità, come le aziende sanitarie, significa non solo conoscere e approfondire la normativa e gli strumenti che ne regolano l'attività, ma soprattutto saper cogli ere l'opportunità di acquisire all'interno di palestre naturali, quali sono specifici contesti organizzativi, le skills e le competenze necessarie per guidare nel modo migliore le organizzazioni sanitarie a tutela dell'efficacia della gestione e dunque del servizio pubblico al quale sono chiamate. Daniele Mascia Ilaria Piconi Altems 0 RIPRODUZONE WSERVATA Le top 10 delle aziende Asl di Lecco 7 Lombardia Aou di Padova. 6 Veneto Asl Città di Milano 6 Lombardia Aou di Modena 5 Emilia R. Ao "Osp. Maggiore" di Crerna 5 Lombardia Ao "Santa Maria" di Terni 5 Umbria Asl Napoli 1 5 Campania Asl Torino 3 5 Piemonte Ausí di Bologna 5 Emilia R. Ausí di Modena 5 Emilia R. á Sanità nazionale Pagina 53 AL1sr W% lb Percorsi di carriera integrati per una selezione efficace DI AMERICO CICCHETTI La ricerca Altems svolta da Mascia e Piconi contribuisce in modo innovativo al dibattito, oramai ventennale, avviato con l'approvazione del Dlgs 50221992 e che è ancora vivo con importanti implicazioni per la cosiddetta "managerializzazione" del Ssn. Il percorso normativo avviato con quella riforma ha profondamente modificato l'apparato regolamentare che caratterizza il funzionamento delle aziende sanitarie. Tale evoluzione, però, non è stata sufficientemente sostenuta da cambiamenti culturali in grado di determinare la reale trasformazione nella governane del sistema. Nel processo di managerializzazione della Sanità pubblica, la figura del direttore generale doveva assumere tiri ruolo centrale quale motore del cambiamento. A trent'anni dall'introduzione di questa figura, il panorama è fatto di luci e ombre e le differenze tra Regione e Regione sono ancora notevoli. Il ruolo che Il Dlgs 502/1992 assegna al Dg, è quello di "cerniera" tra la dimensione tecnica della gestione dell'azienda sanitaria e la dimensione politica del governo del sistema sanitario regionale. La sua performance deriva dalla specifica abilità nel guidare un sistema capace di conseguire risultati "tecnici" (efficacia ed efficienza) e risultati "istituzionali" (equità, consenso sociale, sostenibilità complessiva). Questo contributo sembra essere determinato da due fattori. Il primo ha a che fare con il meccanismo di "governane" che si sostanzia nei meccanismi di nomina, valutazione e revoca dei direttori generali da parte dell'azionista di riferimento (la Regione, nel sistema pubblico). Il secondo, invece, riguarda il profilo di competenza del ruolo del Dg. La ricerca si focalizza sul secondo aspetto ma i suoi risultati hanno implicazioni anche sul primo. Diversi sono i messaggi lanciati dalla ricerca. In primo luogo si evidenzia come la radice culturale del Dg non sembra avere particolare rilevanza. L'ipotesi che la formazione medica sia un requisito essenziale per il modello di competenze del Dg, non sembra trovare conferma nei risultati. Quello che invece sembra contare è il "percorso di esperienze". In buona sostanza la differenza sembra essere legata alle compe- Sanità nazionale tenze professionali che si sviluppano attraverso un percorso di esperienza peculiare che permette al massimo dirigente aziendale di performare all'interno di uno specifico contesto. L'idea che possano esistere delle aziende in grado di offrire, più di altre, una "palestra" per lo sviluppo delle competenze di "soglia" che permettono al Dg di lavorare con efficacia anche in altri contesti organizzativi, è una conferma rispetto a quanto la letteratura ci aveva già detto, aprendo la strada a implicazioni ulteriori. La prima è che il Dg in una azienda sanitaria svolge un mestiere "peculiare" e che le competenze necessarie per svolgerlo sono, in parte, idiosincratiche al contesto sanitario. Questo non esclude la possibilità di innesti efficaci di manager con esperienze al di fuori del settore, ma sembra che questo risulti utile in casi particolari ovvero quando si intenda innescare un cambiamento radicale rispetto a una situazione particolarmente critica. Nella generalità dei casi quello che sembra "premiare" è la possibilità di identificare il "capo azienda" tra quelle persone che prima di tutto dispongano di specifiche "competenze professionali" ovvero di quei "fondamentali" che caratterizzano il "new public manager in Sanità": un professionista dotato di competenze manageriali adattate al governo di una azienda operante in un settore "istituzionale" e in una organizzazione di natura professionale. La seconda implicazione è che il manager sanitario non acquisisce queste specifiche competenze "in itinere", ovvero nel mentre ricopre il suo ruolo, ma queste si costruiscono attraverso un percorso di esperienze che possono prevedere fasi svolte all'esterno del settore ma che si rafforzano e si completano solo con un percorso di carriera interno al settore stesso. La terza implicazione è che il contesto di riferimento sembra contare molto anche all'interno dello stesso settore sanitario. Il direttore generale a capo di una azienda ospedaliera universitaria, a esempio, per operare con efficacia, non può prescindere da una conoscenza delle migliori modalità di governo di variabili specifiche (es. il personale universitario, la compresenza di "ospedalieri" e "universitari", le problematiche dell'integrazione tra assistenza, didattica e ricerca eccetera). Analogamente, chi svolge questo reolo in una organizzazione sanitaria di ispirazione cristiana - a esenr pio - è chiamato a gestire un rapporto con la `proprietà" caratterizzato dall'esigenza di perseguire finalità di natura pubblica unitamente a un'azione coerente con la mission, spesso ispirata da un "fondatore" e che si tramanda nell'operatività della struttura. In generale le implicazioni derivanti da queste nuove evidenze ricadono anche sul primo dei due aspetti inizialmente identificati, ovvero sui processi istituzionali che portano a selezionare, valutare e quindi confermare o revocare il Dg sia nel contesto pubblico che in quello privato. I processi di selezione devono necessariamente fondarsi sulla valutazione della presenza di requisiti di professionalità che nascono (i) da un percorso formativo che garantisce l'acquisizione dei "fondamentali del nnanagement" (il tiro e il colpo di testa, per capirci) riletti e adattati al contesto della Sanità (un campionato professionistico), e (ii) da un percorso di esperienze direzionali che garantiscono l'accumulo di quelle competenze che trasforma- no i fondamentali in competenze manageriali contingenti, utili ad assicurare le performance negli specifici contesti (quelli di una Asl piuttosto che di un Irecs, di una Aou o di un ospedale classificato). Emergono due bisogni per il sistema: in primo luogo è importante che questi percorsi, nella maggior parte delle Regioni gestiti separatamente (dall'Università da un lato e dal sistema sanitario, dall'altro), possano essere integrati; secondariamente è necessario sviluppare le capacità di valutazione delle competenze manageriali e delle performance correlate. Le evidenze dello studio sono coerenti con alcuni esempi internazionali già analizzati da Fiaso e Agenas (2010) e che suggeriscono l'utilità di integrare i due processi all'interno di `percorsi di cartiera" che combinano formazione continua ed esperienza da sottoporre a continuo monitoraggio. Sono i percorsi, e non solo la formazione, a permettere la reale "certificazione delle competenze manageriali distintive" utili a Regioni e istituzioni private nella selezione di una classe dirigente ricca di fondamentali, coerente con il contesto e in grado di garantire performance elevate. * Direttore Altems - Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari - Università Cattolica del Sacro Cuore Pagina 54 CHIAVI Di LETTURA Lanorma sugli ospedali "azienda" E stato il decreto legislativo 502/1992 (modificato poi dal Dlgs 2291199) a introdurre la figura del manager nelle aziende sanitarie italiane. O meglio ad aziendalizzare le unità sanitarie locali. È il comma 6 del provvedimento a impostare le funzioni dei direttore generale. Tra cui quella - delicatissima - di «verificare, mediante valutazioni comparative dei costi, dei rendimenti e dei risultati, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite e introitate nonché l'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa». Per quanto riguarda le procedure di nomina quest'ultima «deve essere effettuata - secondo il Dlgs - nel termine perentorio di sessanta giorni dalla data di vacanza dell'ufficio». II Dlgs prevede poi che «il rapporto di lavoro del direttore generale, dei direttore amministrativo e del direttore sanitario è a tempo pieno, regolato da contratto di diritto privato di durata quinquennale». Sanità nazionale Pagina 56 S PLIFI IONI E SVIL P / Via libera con la fiducia alla Camera al decreto Cartelle digitali avanti tutta Novità anche sulle esenzioni - i L a cartella clinica elettronica stringe i tempi con risparmi possibuili di 2 miliardi e maggior sicurezza per operatori e pazienti. E accelerano le prenotazioni ori line. Si semplificano le esenzioni per i malati cronici e le attestazioni medico-legali per i disabili che vogliono acquistare un veicolo. E poi ancora regole più agili per la direzione dei magazzini di gas medicinali e per l'astensione dal lavoro delle donne in gravidanza. Sono queste le principali novità sanitarie del decreto legge sulle semplificazioni che ha incassato la scorsa settimana alla Camera il via libera definitivo con la fiducia. Il provvedimento accelera anzitutto sulla digitalizzazione del Ssn. Nei Piani sanitari nazionali e regionali si privilegia la gestione elettronica della cartella clinica, così come i sistemi di prenotazione elettronica delle visite e offerta di cure attraverso la telemedicina mobile. E ancora le pubbliche amministrazioni dovranno pubblicare sul proprio sito i codici Iban per consentire i pagamenti ori line di multe, rette della mensa scolastica, ticket sanitari. Previste anche procedure più semplici di esenzione del ticket per i malati cronici: in molte Regioni i cittadini devono ripetere ogni anno gli adempimenti per ottenerla, ma ora il Dl prevede che con un decreto della Salute, d'intesa con i ioni: Federkrma-Balduzzi le Regioni, venga definita la durata delle esenzioni uguale per tutti. Il Dl prevede poi che le attestazioni medico-legali per le agevolazioni ai disabili (contrassegno invalidi, riduzione dell'Iva sull'acquisto di veicoli ecc.) possono essere sostituite dal verbale della commissione medica presentato con la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. La cabina di regia per l'agenda digitale coordinerà gli interventi pubblici di Regioni ed Enti locali per l'attuazione dell'agenda e degli obiettivi da raggiungere entro il 2W20. Tra questi c'è la realizzazione di infrastrutture tecnologiche e immateriali al servizio delle comunità intelligenti che hanno come scopo di soddisfare la domanda di servizi digitali in settori quali mobilità, risparmio energetico, sistema educativo, sicurezza, Sanità, servizi sociali e cultura. Si semplifica poi la scelta dei responsabili dei depositi che trattano esclusivamente gas medicinali. Il Dlgs 219/2006 prevedeva l'obbligo di una laurea in Farmacia o in Chimica o in Chimica e tecnologia farmaceutiche o in Chimica industriale. Il Dl autorizza anche i possessori di laurea magistrale in Biotecnologie industriali, Biotecnologie mediche, Ingegneria chimica e i laureati in Biotecnologie, Ingegneria industriale, Scienze e tecnologie chimiche e in quelle farmaceutiche. lavoro Semplificazioni anche per l'asteni sione anticipata dal lavoro delle lavoratrici in gravidanza: saranno direttamente le Asl a dare disposizioni (non più gli uffici del lavoro) con la possibilità di variare la durata in caso di gravi complicanze o forme morbose che la gravidanza può aggravare, quando le condizioni di lavoro o ambientali siano «pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino», se la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni. Approvato infine il finanziamento di 6 milioni nel 2012 per dare continuità all'attività di preparazione in vista della partecipazione ai giochi paralimpici di Londra 2012 che arriveranno dalla riduzione dell'autorizzazione di spesa al Fondo per interventi urgenti e indifferibili. Farmacie, modifiche possibili. Sono proseguiti intanto la scorsa settimana gli incontri Federfarma-Balduzzi su una eventuale "ritocco" alle liberalizzazioni che dovrebbe arrivare con un emendamento al Dl di modifica della legge che per ora parla di banche. Le idee che il ministro della Salute ha messo in campo - e che seguono le indicazioni di alcuni ordini del giorno - sono l'esclusione dei rurali sussidiati dal comma 17, quello sul pensionamento a 65 anni, e più tempio per gli altri titolari (due-tre anni) per adeguarsi alla norma. Tutto però resta appeso per ora alla possibilità eventuale di inserire modifiche al Dl di correzione già in pista. P.D.B. Cartella clinica digitale, prenotazioni elettroniche e ticket on line Cartella e prenotazioni elettroniche da «privilegiare» nei piani nazionali, regionali e aziendali. E le aziende dovranno pubblicare on line l'Iban per consentire il pagamento telematico dei ticket Sanità nazionale Esenzioni per i cronici Procedure più semplici di esenzione. Attualmente le indicazioni sono nazionali ma i criteri locali. Per questo un decreto della Salute, d'intesa con le Regioni, definirà la durata delle esenzioni uguale in tutte le Regioni Disabili Le atbestazioni medico-legali per le agevolazioni (contrassegno invalidi, riduzione Iva sull'acquisto di veicoli, tassa di possesso ecc.) possono essere sostituite dal verbale della commissione medica presentato con la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà La cabina di regia agenda digitale Coordinerà gli interventi pubblici di Regioni ed Enti locali per l'attuazione dell'agenda e degli obiettivi da raggiungere entro il 2020 tra cui la realizzazione di infrastrutture tecnologiche e immateriali anche per il settore sanitario Gas medicinali Si semplifica la scelta dei responsabili dei depositi: anche i laureati in Biotecnologie industriali, Biotecnologie mediche, Ingegneria chimica e Biotecnologie, Ingegneria industriale, Scienze e tecnologie chimiche e farmaceutiche potranno dirigerli Lavoratrici in gravidanza Autorizzazioni per variare la maternità direttamente dalleAsl in caso di gravi complicanze, situazioni e pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino o quando la lavoratrice non può essere spostata ad altre mansioni Pagina 57 GOVERNO CLINICO/ Primo I'altolà degli assessori, poi i governatori tentano la mediazione finale Lo scoglio G il Titolo ovemo clinico alla sfida finale: muro contro muro la scorsa settimana tra Regioni e Parlamento sul testo approvato dalla commissione Affari sociali della Camera il 15 marzo che detta nuove norme su nomine dei primari, scelta dei manager di Asl e ospedali, autonomia e responsabilità dei medici ed età pensionabile più alta dei camici bianchi. E ora i governatori stanno cercando una mediazione in base alla quale la prossima settimana si decideranno le sorti (e l'eventuale via libera delle Regioni) del provvedimento. Il Ddl intanto non è ancora previsto nel calendario dell'aula di Montecitorio almeno fino a giugno, salvo sempre possibili accelerazioni. Lo scontro è nato dalla bozza di «parere contrario» al testo, messa a punto la scorsa settimana dalla commissione Salute delle Regioni. «L'analisi del nuovo testo sulla govemance clinica, che non apporta sostanziali modifiche rispetto al testo di luglio 2011 - si legge nella bozza di parere - non presenta elementi tali da poter ottenere una condivisione da parte delle Regioni e Province autonome, in quanto risultano essere ancora presenti elementi invasivi delle competenze regionali» (si veda tabella per il dettaglio delle osservazioni). Immediata la reazione dei parlamentari della commissione Affari sociali, soprattutto di centrodestra, che hanno reagito duramente all'ennesima ipotesi di un parere negativo dei governatori: «Le Regioni non vogliono mollare la presa sulla Sanità». Un fuoco di sbarramento di fronte al quale i governatori hanno "bloccato" il parere e chiesto un «supplemento di istruttoria» ad assessori e tecnici per dare una soluzione politica al problema, magari con l'inserimento di una norma cedevole sulle scelte statali di dettaglio, rispetto a quelle della legislazione regionale. La reazione della Affari sociali. Attacco frontale durissimo quindi dei parlamentari: l'accusa alle Regioni è stata di non voler mollare la presa dai giacimenti clientelari sulla Sanità. Tanto è bastato a convincere i governatori a cercare una via d'uscita diversa dalla bocciatura. Il frutto della mediazione sarà riproposto agli assessori il 18 aprile (questa settimana le Regioni sono impegnate con il Patto per la salute: v. pagina 7) e ai presidenti nella conferenza del 19 aprile. Una scelta voluta, dicono le Regioni, per dimostrare la buona volontà a collaborare per dare soluzione al problema della Sanità nazionale - I deputati accusano: (( Regioni a governance sanitaria. Ma che dovrà trovare altrettanta buona volontà di mediazione, aggiungono, da parte dei politici. «Se le Regioni pensano che lo Stato non debba mettere mano alla Sanità, lo dicano a cittadini e operatori ma abbiano anche il coraggio di dire che così si andrà a una Sanità regionale diversa da una Regione all'altra», ha attaccato il relatore Domenico Di Virgilio (Pdl) alla notizia del possibile parere negativo. «Il Ddl - ha aggiunto - si fonda su pochi principi fondamentali: ridare un molo agli operatori sanitari e selezionare sulla base del merito, cosa che non avviene visto che tutti si lamentano dell'invaden- za della politica sulle nomine, in particolare dei primari, garantire che i direttori generali siano preparati e con caratteristiche ben precise e che tutti i medici vadano in pensione a un'età prestabilita, indipendentemente dagli anni di lavoro. Se le Regioni non vogliono queste cose è ora che lo dicano assumendosi le loro responsabilità». Stessa lunghezza d'onda per il presidente della commissione Giuseppe Palumbo (Pd1): «Se la politica non vuole togliere le mani dalla Sanità, lo dica. Ho parlato col ministro Balduzzi - ha aggiunto - e abbiamo concordato sulla necessità di un incontro urgente per chiarire la questione della governance della Sanità pubblica smettendo di perdere tempo inutilmente». «Le Regioni - ha detto Paola Binetti (Udc) - ci accusano di aver invaso le loro competenze. Ma allora quale è la competenza del Parlamento? Il sospetto è che poiché la Sanità investe l'80-90% dei bilanci le Regioni rivendichino una funzione di controllo non solo economico ma anche politico». «La resistenza delle Regioni - secondo Pierfrancesco Dauri (Fli)- dimostra che non vogliono rinunciare a drenare consenso e prebende dalla Sanità». Critico infine con l'annunciato parere delle Regioni anche Antonio Palagiano (ldv): «Credo che le Regioni non possano impedire di spezzare la filiera politica-Sanità. La politica semmai ha sbagliato perché non è riuscita a selezionare i migliori». La parola passa ora ai governatori. Ma il percorso non è facile. Non tutti sono in sintonia con una mediazione e cate potere» molte Regioni, in particolare quelle di centrodestra a più forte connotazione leghista, non intendono abbassare la guardia: la potestà regionale in tempi di federalismo non si tocca. Sindacati in ansia. Preoccupati per le sorti della governance sono anche i sindacati dei medici del Ssn. «Secondo la commissione salute - afferma Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed - il Ddl violerebbe le competenze delle Regioni, ma la considerazione è risibile e per fortuna si tratta solo di un parere. Per quanto riguarda i governatori, invece, aspettiamo di vedere come si esprimeranno, anche se comunque l'auspicio è che si prosegua nella collaborazione tra livello centrale e periferico». Più duro Riccardo Cassi , presidente Cimo-Asmd: «Non si può tollerare che siano le Regioni a decidere gli incarichi in base a lottizzazioni o preoccupazioni legate solo alla contabilità del sistema. Va garantita l'autonomia dei medici perché se perdiamo questa battaglia non ci saranno più contratti che terranno e vorremmo che su questa linea ci fosse una resistenza a oltranza anche da parte delle altre sigle». Paolo Del Bufalo Pagina 58 ß uLE Le t7s r'3 V E_ük873 dAÈ a faYFT. tiS55Pt7itr,'_c 5a • Non spetta al livello centrale stabilire che la clinical governance è il modello organizzativo idoneo a rispondere efficacemente alle esigenze degli utenti e dei professionisti del Ssn. Prevedere inoltre che tale governo venga assicurato da precisi organismi (collegio di direzione) è invasivo dell'autonomia regionale in materia di programmazione, organizzazione e gestione dei servizi. • La dignità di "organo" dei Collegio di direzione è eccessivamente vincolante per la responsabile azione del direttore generale. L'obbligatorietà di consulto, di motivazione delle decisioni in difformità al parere del Collegio di direzione, e la costituzione di questo, rendono "pesante" la gestione delle aziende sanitarie, che devono riconoscere nella figura del Dg l'unico organo decisionale nell'assunzione della piena responsabilità amministrativa e legale aziendale. • Sia per quanto riguarda la nomina dei Dg, che per i primari, il Ddl fa trasparire la possibilità di una valutazione comparativa tra i candidati ai diversi ruoli in contrasto con la normativa in materia di nomine (si veda legge 509). • Lascia perplessi l'aumento dell'età per il collocamento a riposo, con possibile estensione di ulteriori tre anni, per valutazioni sull'ingresso al mondo del lavoro dei più giovani e la capacità "fisica" di essere all'altezza del delicato campo di attività. Commissioni parlamentari divise a metà areri favorevoli dalle commissioni Giustizia, FiP nanze, Cultura e Politiche dell 'Ue. Ma per Questioni regionali , Affari costituzionali , Lavoro e Bilancio, il lavoro sul Ddl è ancora tutto aperto. II «no» più determinato è stato quello della commissione per le Questioni regionali . II motivo del parere contrario è stato che «il testo reca norme in materia di "tutela della salute " e di "professioni", oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni», dando quindi parere negativo perché «il provvedimento appare contraddire le previsioni del Titolo V della Costituzione , in quanto enuncia prescrizioni eccessivamente dettagliate in ordine a profili di programmazione, indirizzo e regolamentazione afferenti a competenze regionali». Parere favorevole invece della commissione Affari costituzionali , ma con molte "riserve". Le condizioni sono che la Affari sociali riformuli gli articoli 3 (funzioni del Collegio di direzione), 4 (requisiti e criteri di valutazione dei direttori generali), 5 (incarichi di natura professionale e di direzione di struttura), 6 (valutazione dei dirigenti medici e sanitari ) e 7 (dipartimenti) «evitando di disciplinare nel dettaglio le materie trattate» e che si elimini l'incongruenza dell'articolo 5 in cui si prevede che la commissione prevista selezioni «da uno a tre candidati» (e quindi non necessariamente tre) con i migliori punteggi , mentre subito dopo si presuppone l'esistenza di una "terna" senza alternative. Sanità nazionale Altro parere favorevole, ma condizionato, è arrivato dalla commissione Lavoro, che prima di tutto, in sintonia con quanto i governatori vogliono proporre, ha segnalato l'esigenza che la commissione «svolga una valutazione sulla cedevolezza delle norme statali di dettaglio e procedurali rispetto a quelle della legislazione regionale in materia di diverse figure professionali e di meccanismi per la determinazione di requisiti di accesso, sistemi di valutazione e modalità di individuazione degli incarichi a queste riferite». Ma soprattutto ha invitato la Affari sociali a riscrivere l'articolo 8 sull'età pensionabile, adeguandolo alla legge 20112011 (la manovra di fine dicembre) che prevede altro per tutte le professioni. La commissione Bilancio ha dato invece venti giorni di tempo alla Affari sociali per presentare una relazione tecnica che chiarisca l'invarianza di spesa rispetto a una serie di previsioni contenute nel Ddi. Anzitutto tutto il Governo deve garantire che la governance non incida sulla spesa e che le possibili fondazioni non profit che il Ddi prevede per trovare risorse che le aziende possono investire non creino effetti negativi al Ssn . II Governo deve poi confermare che l'attività di gestione e programmazione delle tecnologie rientri tra i compiti delle Regioni. La relazione dovrà fornire infine chiarimenti sul versante spesa anche per quanto riguarda gli aumentati profili di responsabilità dei medici (nel caso di danni) e l'istituzione del Collegio di direzione in tutte le aziende. Pagina 59 In settimana l'incontro Governo-Regioni per chiarire gli spazi di manovra sui tagli Patto: il nodo delle risolse Ila revisione dei Lea ai ticket: ai presidenti i primi risultati dei tavoli tecnici I conti - è proprio il caso di dirlo sui tavoli che riguardano gli otto ar- del confronto tra i ministeri della Salu- Regioni e Governo li faranno gomenti ritenuti prioritari per il Patto te, dell'Economia e Regioni», ha comsubito dopo Pasqua: giovedì 12 2013-2015 (continuità assistenziale mentato Balduzzi all'incontro della aprile il ministro della Salute è atte- e integrazione socio-sanitaria, piani scorsa settimana a cui ha partecipato so dai governatori con tutti i chiari- di riqualificazione, riorganizzazione anche il sottosegretario all'Economia menti possibili sulla questione delle assistenziale e di rientro dal disavan- Gianfranco Polillo . «Confido nella zo, investimenti per l'adeguamento possibilità di poter entro poche settiri sorse. I governatori infatti hanno esplici- tecnologico e relative tasse di scopo, mane definire le scelte fondamentali tamente chiesto al Governo che «si rapporti Università-Ssn, regole e re- del Patto perla salute 2013-2015», ha faccia il punto sulle risorse, sul fon- quisiti per l'erogazione delle presta- aggiunto. confermando che questa setdo, sulla manovra 2013 e sulla mano- zioni, personale e professioni sanita- timana «ci confronteremo sul tema vra 2014, partendo dal fatto che, per rie, Lea, flussi informativi sanitari). della compatibilità delle risorse assequello che ci riguarda, la manovra I gruppi di lavoro, questa volta gnate alla salute e sulla necessità di così com'è non è in grado di assicu "misti" Salute-Regioni, lavoreranno preservare la qualità del Ssn». rare la tenuta del sistema sanitario», per limare e sgrossare l'ossatura già Dal versante degli assessori, il coha spiegato il presidente della confe- scritta nel documento "mai pubblica- ordinatore della commissione Salute renza delle Regioni Vasco Errani. to" messo a punto dai tecnici regiona- e assessore del veneto Luca Coletto Lavorare sulle norme va bene li a fine gennaio (v. Il Sole-24 Ore ha definito l'incontro <,interlocutoquindi, ma si deve entrare nel vivo Sanità n. 42012) e l' obiettivo è arriva- rio», confermando che la «struttura» della «questione risorse» e dei tagli re alla commissione Salute di merco- del Patto 2013-2015 dovrebbe essere da 8 miliardi tra il 2013 e il 2014 ledì 11 aprile - monotematica sul Pat- definita entro questa settimana. che le Regioni ritengono davvero to - con argomenti ragionati su cui gli «Ci sono otto punti, e altrettanti poco sostenibili se si vuol lasciare assessori discuteranno per dare il via tavoli - ha spiegato Coletto - all'ordiun sistema sanitario così come è giovedì 12 al confronto tra i governa- ne del giorno» su cui il lavoro è prosequello attuale e ai quali invece si tori. E per potersi presentare nel po- guito dopo l'incontro della scorsa setdeve dare interpretazione e applica- meriggio dello stesso giorno al mini- timana «anche via teleconferenza» zione entro il 30 aprile. stro della Salute Renato Balduzzi, da per arrivare il 12 aprile, appunto, a Così, nella riunione della scorsa cui però a fronte del lavoro sulle nor- definire «la struttura del nuovo Piano settimana eli risorse e manovre non me, le Regioni sperano di ottenere per la salute». si è accennato ed è forse per questo qualche novità (positiva) sul versante L'obiettivo, ha concluso Coletto che, come sostengono alcuni assesso- economico, che si parli di risorse in «è procedere per arrivare a chiudere il ri, si è riusciti a dare un ordine ai più (improbabili) odi riduzione/rimo- Patto per la salute entro il 30 aprile». lavori: dalla fine della scorsa settima- dulazione dei tagli. P. D. B. na i tecnici regionali e quelli del «Non posso non esprimere soddiministero della Salute sono al lavoro sfazione per la qualità e la franchezza O RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 61 PARERE FAVOREVOLE AL DLCAS Procr , Ì e . dati A Centro trap Approvvigionamento e controllo di cellule e tessuti: il ruolo del Centro nazionale trapianti diventa centrale. E questo sia per la tracciabilità sia per le reazioni avverse, che vanno notificate dai centri alF «autorità regionale» e al Cnt e non all'Iss, cui arriveranno tramite il Centro. Si sopprime l'obbligo di comunicare gli eventi avversi all'Istituto, si potenziano i controlli su attrezzature e materiali e si introduce il codice unico per «donatore, tessuti e cellule donati». Il testo in sostanza definisce competenze diverse e parallele: le prime più di carattere epidemiologico restano all'Iss come prevede la legge 40/2004 sulla fecondazione assistita e cominciano dal momento in cui la coppia accede alle tecniche di Pma fino alla nascita; le seconde, più di sorveglianza, di sicurezza e di tracciabilità saranno del Cnt e riguarderanno solo la fase dal prelievo dei gameti fino all'impianto. Il tutto è contenuto in un Dlgs su cui la Stato-Regioni ha dato parere favorevole la scorsa settimana, che modifica il Dlgs 16/2010 su determi- Sanità nazionale nate prescrizioni tecniche per la donazione, l'approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani e le prescrizioni sulla rintracciabilità, la notifica, le reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione di tessuti e cellule umani. In particolare le modifiche riguardano la specificazione dei compiti dell'Istituto superiore di Sanità previsti dalla legge 40 che ha istituito il Registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, anche con specifico riguardo alle fasi delle reazioni ed eventi avversi. Le modifiche rispondono poi: alla necessità di inserire la fase di approvvigionamento per la notifica della reazione avversa; alla migliore formulazione dell'articolato e introduzione di indicazioni tecniche specifiche per l'esecuzione dei test; all'aderenza a un'indicazione della Direttiva 2006/17/Ce mirata ad assicurare il rispetto delle prescrizioni. ® R> ODU7 NERISERVATA Pagina 62 La Conferenza delle Regioni chiede al Governo un piano straordinario di adeguamento Mo incendio L'80% delle strutture non è a norma- <civi I n principio fu un decreto a destra che rappresenta un ministeriale datato 18 set- orientamento su come dovrebtembre 2002 che contene- be essere impostata la nuova va le regole tecniche per la "regola" in attesa del Piano prevenzione degli incendi ne- straordinario). Ma anche «la gli ospedali e nelle strutture previsione di un piano finanziasanitarie. Una norma che per rio nazionale (eventualmente quanto riguarda la Sanità è ri- contenuto nello strumento legimasta praticamente sulla carta. slativo di cui al punto preceA maggior ragione oggi, visto dente) che consenta la graduache il termine perentorio per la le realizzazione degli intervenmessa in sicurezza scadeva nel ti di completo adeguamento aldicembre del 2007. Il risultato le misure di sicurezza antincenè che circa l'80% degli ospeda- dio di cui al Din 18 settembre li e delle Asl senza posti letto, 2002 nonché la formazione ma con una superficie superio- del personale, necessaria per re ai 550 mq non è attrezzato e l'attuazione del programma di quindi non ha il certificato di adeguamento, anche eventualprevenzione incendi. mente con l'aggiornamento La Conferenza delle Regio- del decreto del ministro dell'Inni è quindi corsa ai ripari chie- terno del 10 marzo 1998». dendo al Governo di interveniPer le Regioni è indispensare su una vicenda che alla base bile poi procedere con la defiha le difficoltà economiche in nizione di uno strumento tecnicui versano le aziende sanita- co-normativo per dare attuaziorie. Il primo allarme è stato ne alla nuova normativa, in sollevato dalla Commissione modo tale che venga rispettata salute in un documento del anche una gradualità temporamarzo scorso, approvato il 4 le scandita da fasi e da priorità aprile dalla Conferenza che tecniche cui dare seguito. Infi«ha rappresentato l'esigenza ne sarà necessario predisporre di individuare soluzioni con- una revisione della regola teccrete per completare la messa nica contenuta nel Dm 18 setin sicurezza di un settore così tembre 2002. «Infatti - spiega delicato per la collettività». la relazione approvata in ConLa prima preoccupazione è ferenza - l'applicazione intequella di "salvare" l'esistente: grale del Dpr 151/2011, che le strutture sanitarie - recita la prevede la certificazione di relazione - che alla data di en- adeguamento antincendio per trata in vigore del Dm del l'intero immobile, in molti ca2002 avevano ottenuto l'appro- si di edifici esistenti e datati, vazione del progetto antincen- risulta impossibile per la tempidio da parte dei Vigili del fuo- stica prevista, per gli alti costi co, devono essere messe in da sostenere ma anche per la condizione di ultimare i lavori. non reperibilità delle certificaE quindi devono poter dispor- zioni su materiali e installaziore di sufficienti risorse per ni da acquisire, ora per allora, provvedere, anche gradual- indispensabili per l'ottenimenmente, alla messa in sicurezza to del Certificato prevenzione dei locali. incendi». Il documento è stato Il documento si incarica già inviato al ministro Gnudi, quindi di indicare un percorso presidente della Conferenza legislativo nell'ambito del qua- Stato-Regioni. le si prevedano soluzioni-ponFlavia Landolfi te come suggerito dalla Conferenza (si veda schema in basso © RPRODU]JONE RISERVATA Sanità nazionale re rimedi concreti» Le indicazicxrti al governo 1. Definizione di uno strumento legislativo che consenta il completamento dei lavori di adeguamento alla normativa di prevenzione incendi vigente solo alle strutture che, esistenti alla data di entrata in vigore del Dm in parola (26/ 1212002), avevano ottenuto l'approvazione del progetto antincendio da parte del competente Comando provinciale dei vigili dei fuoco entro la data dì scadenza dei termine previsto dal medesimo decreto (27/12/2007). Lo strumento normativo dovrà ricondurre le nuove procedure nell'ambito dell'alveo delineato dal procedimento di cui al Dpr n. 3711998 (rilascio del Cpi). In concreto si tratta di mettere in sicurezza le predette strutture, sulla base di un programma di adeguamento, da realizzarsi entro un determinato periodo temporale dalla entrata di entrata in vigore dello stesso, diversificando la tempistica in funzione della complessità delle varie strutture. 2. Previsione di un piano finanziario nazionale (eventualmente contenuto nello strumento legislativo di cui al punto precedente) che consenta la graduale realizzazione degli interventi di completo adeguamento alle misure di sicurezza antincendio di cui al Dm 18 settembre 2002 nonché la formazione del personale, necessaria per l'attuazione del programma di adeguamento, anche eventualmente con l'aggiornamento dei decreto del ministro dell'Interno del 10 marzo 1998. Le relative risorse sono da individuare all'interno di quelle già previste nella programmazione di cui a'''articolo 20 della legge n. 6711988, nonché con g" appor- ti di risorse proprie delle Regioni e delle aziende nell'ambito dei programmi triennali di investimenti di cui al decreto legislativo n. 16312006. 1 Definizione dello strumento tecnico-normativo di attuazione del provvedimento legislativo di cui al punto I, che individui sia i contenuti tecnici che la speciale procedura per l'attuazione del piano di adeguamento, da realizzarsi in più fasi temporali, nonché le priorità tecniche da assicurare per ciascuna delle suddette fasi, che rendano vincolante anche la prosecuzione dell'esercizio dell'attività. 4. La revisione della regola tecnica antincendio del 2002; infatti l'applicazione integrale del Dpr 15112011, che prevede la certificazione di adeguamento antincendio per l'intero immobile, in molti casi di edifici esistenti e datati, risulta impossibile per la tempistica prevista, per gli alti costi da sostenere ma anche per la non reperibilità delle certificazioni su materiali e installazioni da acquisire, ora per allora, indispensabili per l'ottenimento del Certificato prevenzione incendi. Diviene pertanto indispensabile, entro un anno dalla pubblicazione del Dpr n. 15112011, promulgare un decreto da parte dei ministero dell'Interno, sentita la Conferenza Stato-Regioni, in grado di fornire nuove indicazioni sugli standard di sicurezza delle strutture con fasi attuative per un progressivo incremento della di sicurezza, secondo i principi dettati dalle norme e la salute nei luoghi di lavoro di cui al Dlgs n. 8112008 (analisi dei rischio). Le misure La.nagxone secondo la conferenza á. Fatti salvi gli adempimenti stabiliti nella vigente legislazione tecnica in materia di sicurezza per le strutture sanitarie esistenti al 3 111212002, classificate nel Dpr 14101 / 1997, tenuto conto altresì delle disposizioni di cui al Dpr 01/08/201 1 n. 151, il termine di adeguamento di cui all'art. 6 del decreto ministero degli Interni dei 18109/2002 è stabilito dal programma di adeguamento e dalla documentazione tecnica da allegare all'istanza di ottenimento del Certificato di prevenzione incendi, di cui al comma 2 dall'articolo 16 del decreto legislativo 8 marzo 2006 n. 139. 2. La rimodulazione della scadenza di cui all'articolo 6 del decreto del ministero degli Interni del 18/09/2002 ha effetto immediato per i soggetti esercenti l'attività che confermeranno l'avvio del procedimento entro 30 giorni, dall'entrata in vigore della presente, e contestualmente si impegneranno a presentare la documentazione necessaria entro 90 giorni dalla pubblicazione della norma tecnica di cui al successivo comma S. 3. II competente comando dei Vigili del fuoco, verificata la rispondenza della documentazione tecnica e dei programma di adeguamento alla norma tecnica di cui al comma 5 e acquisita altresì l'autocertificazione sottoscritta dal legale rappresentante della struttura sanitaria che conferma la disponibilità delle risorse finanziarie necessarie all'attuazione dei programma, emetterà un Certificato di prevenzione incendi provvisorio da comunicarsi, oltre che al soggetto esercente, anche alla Regione e al sindaco nell'ambito dei procedimenti di autorizzazione all'attività. 4. II Certificato di prevenzione incendi provvisorio assumerà carattere definitivo alla data di ultimazione degli interventi previsti nel programma di adeguamento. In caso di immotivato protrarsi dei tempi previsti nel programma di adeguamento il Certificato di prevenzione incendi provvisorio sarà rimodulato dal competente comando dei Vigili dei fuoco e in mancanza delle garanzie sulla sua effettiva attuazione ritirato e quindi l'attività dovrà essere sospesa. S . La documentazione tecnica e i contenuti essenziali della medesima saranno oggetto di successiva norma tecnica di attuazione da emettersi entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente. 6. Entro un anno dalla data di pubblicazione dei presente provvedimento, il ministero dell'Interno, acquisito il parere della Conferenza Stato-Regioni, provvederà ad adeguare la regola tecnica per la prevenzione incendi nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per l'applicazione dei procedimenti previsti dal Dpr n. 15112011; fino a tale data ne resta sospesa l'attuazione. Pagina 63 Intesa sulle linee guida per la dematerializzazione di lastre e referti in tutte le Regioni Radiologia nell 'era digitale erate le differenze t pazienti ricoverati e non - Conservazione "illi i " p er referti e immagini radiologiche l'era diagnostici precedenti; da un punto di vista della carta (e delle lastre) è finita: la organizzativo, con la razionalizzazione e l'ottiStato-Regioni della scorsa ha approvato mizzazione di risorse umane e tecnologiche; da le linee guida sulla dematerializzazione della un punto di vista medico-legale, con la totale documentazione diagnostica per immagini. La- disponibilità nella struttura della documentaziostre e accertamenti saranno solo immagini digi- ne originale immodificabile. tali e le Regioni dovranno recepire e mettere in Il referto dovrà essere "strutturato", costruipratica le indicazioni, che saranno oggetto di to, organizzato, rappresentato e memorizzato valutazione del comitato Lea. E più nessuna cioè (la sua conservazione è a tempo illimitato) distinzione tra pazienti ricoverati e non sia per secondo uno schema preciso e con «forti legale modalità che per i tempi di conservazione mi» con le immagini dalle quali trae le concludei referti: in corsia sono comunque illimitati, sioni diagnostiche. mentre per chi è fuori possono decidere le Il referto strutturato è parte integrante dello Regioni, ma «si auspica» siano illimitati anche standard Dicom, ed è organizzato in base a dati li. Per le immagini invece, sia analogiche che e metadati con la possibilità di essere archiviato digitali, i tempi di conservazione sono di dieci in un sistema Pacs. anni (per quelle analogiche però la previsione La sua intelaiatura informatica dovrà contenon vale per i pazienti esterni al ricovero). nere i dati anagrafici del paziente; le note anamLe linee guida - che contengono anche tutte nestiche; il quesito clinico; la descrizione della le specifiche tecniche sui supporti digitali adatti tecnica dell'indagine radiologica; la descrizione allo scopo che realizzano una sorta di modello dei reperti radiologici; la diagnosi conclusiva. radiologico di fascicolo sanitario elettronico - Nell'intelaiatura informatica dovranno confluinon affrontano gli aspetti deontologici e com- re anche i riferimenti informatici alle immagini portamentali per i quali rimandano ai documen- ritenute di particolare interesse da parte dello ti ufficiali di società scientifiche o associazioni specialista radiologo o medico nucleare, in base dell'area radiologica. alle quali lo specialista ha formulato la sua Per quanto riguarda l'archiviazione, la con- diagnosi e i riferimenti informatici a ogni tipo servazione deve avvenire in modo legale per la di elaborazione, ricostruzione. riformattazione documentazione radiologica prodotta per tutti i operato dallo specialista radiologo o medico pazienti afferenti alla struttura se questa è prov- nucleare per ottenere la diagnosi, comprese le vista di Pacs (Picture archive commurrication varie modificazioni utilizzate per la definizione system). Archiviare e conservare tutta la docu- di strutture anatomiche differenti. mentazione, sottolineano le linee guida, è semP.D.B. pre più necessario: da un punto di vista clinico, con il rapido accesso a tutti gli approfondimenti Sanità nazionale Pagina 64 RIPARTO FINALE Arriva un miliardo per gli obiettivi dei Psn 20 10 biettivi di Piano sanitario 0 nazionale 2010: è in arrivo oltre un miliardo (1,040) Totale Regioni per i progetti di Piemonte, VePiemonte -------i 16,53 neto, Liguria, Emilia Roma130,64 Veneto gna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia 43,19 Liguria e Calabria. La Stato-Regioni Emilia R. 116,00 della scorsa settimana ha dato 99,15 Toscana il via libera definitivo alla proUmbria 23,91 posta di riparto del ministero Marche 41,97 dei fondi (compresa la quota residua del 30% assegnata so150,46 Lazio lo dopo le verifiche di effettiva I 55,44 Campania attuazione dei progetti) per i Puglia 09,10 tredici obiettivi prioritari previ53,72 Calabria sti dal Psn. Valutazione ancora Totale in sospeso invece per i progetti di Lombardia, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia che valgono altri 289 milioni (di cui tutte le Regioni è andata alle quasi 261 sono per quelli lom- cure primarie (320 milioni, il bardi). 30% delle risorse) e a incassaA incassare nel complesso re di più è stata la Puglia (oltre di più è stata la Campania 54,8 milioni). Secondo obietti(155,4 milioni) e sul versante vo per valore economico è il opposto l'Umbria (23,9 milio- Piano nazionale di prevenzione con 217,3 milioni (in testa ni). La somma maggiore e per il Veneto con 44,5) e al terzo Sanità nazionale posto c'è la non autosufficienza: 154,6 milioni e la quota maggiore (39,8) al Lazio. Gli altri obiettivi prioritari su cui le Regioni hanno avuto il finanziamento per i loro progetti sono le cure palliative e la terapia del dolore (75,2 milioni), la tutela della maternità (74,6), la Sanità penitenziaria (44,8), la salute mentale (39,1), gli stati vegetativi (252), la riabilitazione (23,9), le malattie rare (14,7), le biobanche (11), il volontariato (9,5) e l'attività fisica dell'anziano (8,2). Per alcuni obiettivi tuttavia non tutte le Regioni hanno presentato progetti. Quelli che hanno avuto minore partecipazione sono il volontariato e l'attività fisica dell'anziano, per i quali mancano all'appello Piemonte, Liguria, Toscana, Marche e Puglia. RERODUZONE RISERATA Pagina 65 LE I'f E SI't TTt I NEL VEC CHW CONTINENTE In Europa i tagli di prezzo si assestano a quota 40-50% ebbene si tratti ancora di un mercato di dimensioni S ridotte, circa 3(X) milioni di euro, i biosinrilari in Europa rappresentano una scelta terapeutica ornai consolidata in diversi Paesi. in particolare Germania, Regno Unito e Svezia e alcuni Stati dell'Europa dell'Est. E progressi importanti sono stati registrati anche in Spagna, Francia e, anche se con un po' di ritardo, Italia. Al di là dei passi in avanti compiuti dai biosimilari in Europa nel corso degli ultimi ventiquattro mesi, il vecchio continente rappresenta la matrice che ha forgiato l'attuale quadro normativo sui biosimilari, con una legislazione approntata per la prima volta oltre dieci anni fa, nel 2001, e caratterizzata da continui aggiornamenti con linee guida specifiche per numerose aree terapeutiche. In questo momento sono in fase di finalizzazione quelle sull'approvazione di versioni biosimilari di anticorpi monoclonali (per terapie oncologiche) e interferoni beta (utilizzati nel trattamento della sclerosi multipla). E la recente linea guida in discussione negli Stati Uniti ha guardato all'Europa sia come fonte di ispirazione normativa che, soprattutto, come potenziale volano per accelerare l'adesione dei biosimilari oltre oceano, considerando l'apertura all'utilizzo di evidenze cliniche ormai consolidate in altre geografle (soprattutto in Europa) per rendere più rapido l'iter di approvazione dei biosimilari. Questa premessa sembra andare in contrasto con quanto si sente asserire da diverse parti che vedono nel mercato europeo dei biosimilari una realtà ancora embrionale e dal futuro incerto. Forse. Ma c'è anche un vizio di fondo che viene spesso commesso quando si analizza questo fenomeno. Ovvero, si tende a sminuirne l'impatto cercando di stabilire un parallelo con quanto siamo abituati a vedere peri farmaci bioequivalenti (o generici) e cioè una riduzione del prezzo nell'ordine del 60-80% (con una significativa variabilità tra i diversi Paesi europei) e uno spostamen- to di prescrizioni dalla versione griffata a quella generica che può raggiungere in alcuni casi anche il 90% in 12 mesi. Nel caso dei biosimilari queste percentuali sono decisamente più contenute con punte massime pari al 40-50% per il taglio del prezzo e tassi di penetrazione che, a eccezione dei fattori di crescita emopoietici nel Regno Unito e delle eritropoietine in Germania, si sono attestati su livelli decisamente inferiori (30-40% o addirittura inferiori al 10% quando si parla di ormoni della crescita). L'elemento discriminante è rappresentato dall'impossibilità di sostituire automaticamente il farmaco originale con quello biosimilare, similmente a quanto avviene oggi per i farmaci generici, frequentemente consigliati al paziente dal farmacista facendo leva sul potenziale risparmio di spesa del generico ri spetto alla versione griffata. Nel caso dei biosimilari, questa prassi non è consentita in nessun Paese europeo. a meno che non vi sia il consenso esplicito del medico curante, per evitare reazioni immunogeniche nei pazienti. Ciò vuol dire che l'utilizzo dei biosimilari è possibile solo in nuovi pazienti o in quelli in cui la terapia inizialmente prescritta fallisce e il biosimilare rappresenta una valida, e soprattutto economica, alternativa terapeutica. Questo contribuisce a spiegare in parte i motivi alla base del mancato successo degli ormoni della crescita biosimilarï. In questo caso i risultati della terapia sono visibili al medico solo dopo diversi anni, riducendo gli spazi di prescrizione per i biosinúlari (va aggiunta una generale preferenza dichiarata da clinici di diversi Paesi europei per il dispositivo medico associato alla versione originale). Questa fotografia presenta contorni e sfumature differenti se si confrontano le esperienze dei diversi Paesi europei. I motivi alla base di questa variabilità vanno imputati principalmente ai diversi strumenti che le autorità regolatone hanno utilizzato per promuoverne l'utilizzo. In Germania, a esempio, sono state istituite delle quote regio- Conta il pressing regolatorio Sanità nazionale vali obbligatorie per l'utilizzo di biosinúlari, mentre in Inghilterra i fattori della crescita biosimilari sono stati posizionati come prima linea di trattamento, contribuendo a determinare un incremento nel consumo dei biosimilari superiore al 20%. Quest'ultimo elemento dimostra come i biosimilari possano rappresentare tanto uno stmmento di risparmio quanto un veicolo per favorire un maggiore utilizzo di terapie biologiche spesso limitate nella pratica clinica a causa dell'alto costo (es.: artrite reumatoide o tumori). In questo quadro l'Italia non rappresenta certo una realtà pionieristica nell'adozione dei biosimilari e questo a fronte di due motivi principali. Il primo è di origine culturale ed è lo stesso fattore che per diversi anni ha rallentato l'adozione di farmaci generici. Il secondo è in parte legato al primo, in quanto i governi regionali e locali avevano e hanno tuttora nel generico lo strumento più semplice e rapido per cercare di arginare la crescita della spesa farmaceutica. Se in media il quadro nazionale è arretrato rispetto agli altri grandi Paesi europei, a livello regionale si registrano realtà virtuose come molte Regioni del Centro-Nord, come la Toscana, e la Campania, dove negli anni passati sono state definite delle normiative che promuovono l'uti lizzo del biosimilare per favorire un impiego più razionale delle risorse economiche del sistema sanitario. L'auspicio, forse ambizioso, per il futuro è la convergenza verso un quadro coeso sul territorio nazionale che definisca chiaraniente l'ambito di utilizzo più appropriato per i biosimilari e fornisca al sistema sanitario e ai suoi utenti uno strumento in grado di promuovere un impiego più razionale delle risorse economiche e di ampliare l'accesso a terapie critiche per la salute dei pazienti. pagine a cura di Antonio lervolino Senior Consultant Ims Consulting Group-Londra 5 F1Fft01DUL0 FISFAVALA Pagina 66 STUDIO PASSI/ Le mal `e croniche Se la cronícítà va sulle spalle dei più fi«agili olio la prima milioni di anni di vicausa di morta in buona salute te e disabilità persi. Oltre a essere in quasi tutto il monresponsabili, sempre do. In Europa (stime nei Paesi Ue, del Oms) provocano ol75% della spesa satre 9 milioni di mornitaria. ti l'anno e oltre 150 Sono le malattie croniche, la nuova emergenza mondiale cui viene attribuito l'87% dei casi di mortalità nei Paesi ad alto reddito. Ma l'allarme dilaga ora tra le realtà più povere del pianeta, dove si registra circa l'80% della mortalità per patologie croniche. Il controllo e la prevenzione delle patologie croniche e dei fattori di rischio correlati sono oggetto di piani di intervento europeo, come il "Gaining health", o nazionali come "Guadagnare salute" e il recente Piano nazionale della prevenzione. L'Italia riproduce al suo interno, come in uno specchio, l'associazione tra disuguaglianze di istruzione e di reddito e la possibilità di sviluppare patologie: la prevalenza delle cronicità, diffuse da Sud a Nord del Paese, riflette le disuguaglianze tra i cittadini. La sorveglianza Passi raccoglie i dati su neoplasie, patologie cardiache, diabete, malattie respiratorie croniche e insufficienza renale. Presenza di almeno una patologia cronica. Nel triennio 2007-09 circa il 18% degli italiani di 18-69 anni ha dichiarato di avere almeno una delle patologie croniche analizzate dallo studio Passi. La prevalenza aumenta con l'età in entrambi i generi ed è più alta tra le persone con un basso livello d'istruzione e tra quelle che hanno riferito di avere molte difficoltà economiche. Non si rileva un gradiente geografico della prevalenza. In entrambi i generi, l'analisi multivariata conferma l'aumento di prevalenza di patologie croniche nelle persone con bassa istruzione e con difficoltà economiche. Non è evidente un andamento geografico della prevalenza a eccezione che per una minore frequenza nelle donne del Sud. La prevalenza aumenta al crescere dell'età, nelle persone obese, ed è associata alla presenza di ipertensione e ipercolesterolemia. Inoltre, risultano associati alla presenza di malattie croniche la percezione non positiva dello stato di salute e la presenza di sintomi depressivi. Le patologie respiratorie croniche In Italia rappresentano la terza causa di morte, dopo i tumori e le malattie del sistema circolatorio. 11 sistema di sorveglianza Passi raccoglie il dato riferito relativo alla presenza di bronchite cronica, enfisema, insuffi- Sanità nazionale cienza respiratoria e asma bronchiale. Nel triennio 2007-09, l'8% degli italiani di 18-69 anni ha riferito di aver avuto la diagnosi di una patologia respiratoria cronica. La prevalenza cresce con l'età in entrambi i generi ed è maggiore nelle persone con bassa scolarità e in quelle che riferiscono di avere molte difficoltà economiche. Nelle Regioni italiane la prevalenza varia dal 5% al 12%, ma senza un evidente gradiente geografico. II diabete mellito è una patologia che ha un forte impatto sulle condizioni di salute della popolazione e un costo socio-economico molto elevato. Il diabete di tipo 1 (inalino-dipendente) insorge prevalentemente durante l'infanzia e l'adolescenza, mentre quello di tipo 2 (che rappresenta circa il 90% di tutti i casi di malattia) compare prevalentemente in età adulta. Il diabete di tipo 2 è correlato sia a fattori socio-economici sia a fattori comportamentali individuali: la sua insorgenza può perciò essere prevenuta con uno stile di vita adeguato. Il decorso del diabete è contrassegnato da numerose complicanze croniche, tra queste quelle particolarmente frequenti e gravi sono quelle cardiovascolari. Nel triennio 2007-09 il 6,9% degli italiani di 35-69 anni ha dichiarato di aver avuto, da parte di un medico, la diagnosi di diabete mellito (tipo 1 o tipo 2). La prevalenza riferita di diabete è maggiore negli uomini e in entrambi i generi è più alta tra le persone di 50-69 anni, tra quelle con un basso livello d'istruzione e con molte difficoltà economiche. E presente un evidente gradiente Nord-Sud sia negli uomini sia nelle donne. Per motivi di numerosità l'analisi multivariata, in entrambi i generi, è stata condotta considerando una parte delle variabili in studio: età, ripartizione geografica, livello d'istruzione, percezione di avere difficoltà economiche (3 categorie), obesità e sedentarietà. Il fattore più fortemente associato al diabete è l'età. In entrambi i generi si conferma l'associazione del diabete con uno stato di svantaggio socio-economico (basso livello di istruzione e molte difficoltà economiche); questa associazione è particolarmente forte nelle donne. A parità di tutti gli altri fattori, si conferma, sia negli uomini sia nelle donne, un'associazione con l'area geografica di residenza, con un gradiente Nord-Sud, nonché con l'obesità e la sedentarietà. ® RIPRODUZIONE RISR\/ATA Pagina 67 Farmaci oncologic% in Lombardia e in Veneto acceleratore premuto sull'e r rie a Gii'o di «File F» nel mirino: F armaci oncologici ad alto costo nel mirino. La Lombardia sta per inviare una circolare agli ospedali in cui annuncia verifiche dei Noc, i nuclei operativi di controllo delle Asl, sulla correttezza del loro utilizzo. Il Veneto, dal canto suo, ha cancellato il fondo dedicato, varato un nuovo elenco degli antitumorali inclusi nel "file F con precisi paletti e affidato alle aziende sanitarie il compito di effettuare «controlli sistematici». Mercoledì scorso si è riunito al Pirellone il «gruppo di lavoro per lo studio dell'appropriatezza» sui farmaci ad alto costo, composto da oncologi ed ematologi della Regione. Le Asl dovranno monitorare l'85% delle prescrizioni dei file F confrontandole con le indicazioni Aifa. «La Regione non sta diminuendo la disponibilità di bilancio per questi farmaci», ha assicurato il governatore Roberto Forinigoni. «Abbiamo incrementato di 54 milioni la somma per i farmaci ad alto costo e in tutto sono stanziati 700 milioni. Quello che facciamo è lavorare sull'appropriatezza». Sulla stessa lunghezza d'onda il Veneto: a fine febbraio la Giunta ha emanato la delibera n. 95/2012 sul «Monitoraggio dei farmaci oncologici ad alto costo: definizione di nuove modalità di rendicontazione nel file F». Il provvedimento cancella il fondo regionale ad hoc, che nel 2011 è stato di 43 milioni, poiché «per nessuna Sanità nazionale via icontrolli sll'tili altra categoria farmacologica è previsto un fondo dedicato, anche nel caso in cui presenti un impatto rilevante per la spesa farmaceutica regionale». La spesa relativa quest'anno riconfluirà quindi all'interno della voce «assistenza ospedaliera». Gli antiturnorali costituiscono però la categoria farmaceutica a maggiore incidenza per gli ospedali, per giunta destinata ad aumentare, e il Veneto, ricorda la delibera, si è già mosso per assicurare l'adesione ai registri Aifa. Sono 13 i medicinali inseriti nel nuovo elenco valido per la mobilità sanitaria intraregionale mediante il file F, aggiornato sulla base del Testo unico del 5 maggio 2011. Il costo potrà essere addebitato al 100% secondo e iic i ni AAa all'Aulss di residenza del paziente soltanto se i farmaci vengono somministrati in regime ambulatoriale e a due condizioni: uso per le indicazioni ministeriali autorizzate e inserite nel prontuario regionale (o se le prescrizioni sono previste nei registri Aifa); uso per le indicazioni inserite nell'elenco della legge 648/1996 o estensione di indicazioni approvate dall'Aifa. Per i medicinali dei registri Aifa, copia delle schede dovrà essere presente nelle cartelle ambulatoriali e nella documentazione clinica dei pazienti. Nel file F non possono essere inseriti gli utilizzi off label, tranne per quelli già autorizzati dalla direzione sanitaria dell'Aulss di residenza come previsto da una delibera del 2007. Il provvedimento obbliga le Asl a controlli periodici sul file F e il Servizio farmaceutico regionale a «uno stretto monitoraggio dell'impatto sulla spesa regionale» derivante dalle nuove regole. Ma le novità non finiscono qui: il Sistema informativo regionale dei farmaci oncologici ad alto costo (Sirfac) finirà in un progetto più esteso di informatizzazione della cartella clinica oncologica. E si lavora alla centralizzazione presso le farmacie ospedaliere dell'allestimento dei farmaci oncologici, come già avviene all'Iov. Tutto in nome dell'appropriatezza. Manuela Perrone O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 72 LE ECCELLENZE A CONFRONTO Quando le cure sono a misura di paziente a cura di Barbara Gobbi e Rosanna Magnano Rubrica curata in collaborazione L__J con Fiaso Sensibilizzazione su problematiche ginecologiche, promozione del- la maternità responsabile e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, che interessano - queste ultime - in Italia circa quattro milioni di donne, trentenni single in testa. È questo l'obiettivo con cui l'Asl 4 Chiavarese ha sviluppato il Progetto Donna, che ha coinvolto consultori e Comuni dei territori di riferimento: Chiavari, Lavagna, Santa Margherita e Rapallo. In linea con le raccomandazioni dell'Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (Onda), l'Azienda sanitaria ligure ha avviato nel 2002 una collaborazione tra Dipartimento delle dipendenze e dei comportamenti di abuso, Struttura complessa di Ostetricia e ginecologia e Struttura complessa di Pediatria per avvicinare le donne afferenti al Sert in primis a prevenzione e cura di patologie ginecologiche e poi alla riflessione sulle tematiche legate alla maternità, in particolare con informazioni su metodi anticoncezionali e di prevenzione delle malattie sessuali. Fra gli obiettivi, anche quello di ridurre la pratica di interruzione volontaria di gravidanza e l'aborto terapeutico come metodo anticoncezionale. Secondo gli ultimi dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità nel nostro Paese sono colpite da malattie a trasmissione sessuale quattro milioni di donne, per lo più inconsapevoli di essere ad alto rischio se praticano sesso non protetto, e che per questo spesso perdono la iato il possibilità di avere figli. I problemi di fertilità, infatti, sono 20 volte più probabili in chi ha avuto una malattia sessuale non riconosciuta o non trattata adeguatamente. Dai dati emerge inoltre che il 65% delle donne che ha avuto una diagnosi di infezione a trasmissione sessuale si è sottoposto anche al test per l'Hiv e il 5% è risultato positivo. II progetto avviato dall'Azienda sanitaria ligure si colloca proprio in questo contesto e in quello delicato delle interruzioni volontarie di gravidanza, in aumento in Italia fra le immigrate. Le attività svolte, che spaziano dallo screening infettivologico generale al sostegno psicologico durante la gravidanza e dopo il parto, hanno consentito alle strutture della Asl di ridurre gli aborti volontari, di diagnosticare precocemente patologie oncologiche e infezioni, di accompagnare la maternità responsabile e di ridurre anche eventi di patologia neonatale. Risultati che - insieme a quelli di altri progetti - hanno consentito all'Azienda sanitaria di ottenere i "bollini rosa" dell'Osservatorio Onda nell'ambito del suo programma speciale di segnalazione degli ospedali basato sul livello di `women friendship", cioè sul grado di attenzione posta non solo nei confronti dei campi della medicina dedicati alle patologie femminili, ma anche verso le esigenze specifiche delle donne ricoverate. L'esperienza della Asl 4 Chiavarese ha trovato ampio rilievo non solo sulla stampa locale, ma anche nell'ambito di congressi infettivologici nazionali e intemazionali. Un progetto che è riuscito a coinvolgere tante realtà, locali e non, dai Comuni di residenza delle pazienti alla Caritas diocesana e poi anche la Lega italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt), il Banco Alimentare, la Croce Rossa, il Centro di Aiuto alla Vita, le Terziarie Francescane, che hanno spesso supportato con aiuti concreti gli interventi della Asl. (Dg: Paolo Cavagnaro; Referente dell'esperienza: Carolina Lorusso) I Chia e: avv " P roge tto donna" Sanità nazionale Pagina 73 n semplice e veloce sms con cui chiedere aiuto al 118: è il servizio U che dal 2009 l'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma ha messo a disposizione delle persone sordomute della sua provincia, un progetto all'epoca raro nel resto d'Italia e unico in Emilia-Romagna, mentre oggi è stato esteso anche ad altre Province della Regione. La sordità, secondo dati diffusi dall'Ente nazionale sordi (Ens), colpisce circa un italiano su mille ed è in questo contesto che si colloca l'esperienza dell'Azienda parmense, progettata con l'obiettivo di abbattere ogni barriera di comunicazione per le persone diversamente abili anche in linea con quanto previsto dal Numero unico europeo per le emergenze (Nue 112), che contemplava l'adozione di strutture di emergenza per le persone sorde e/o mute. Il servizio, divenuto realtà operativa dopo qualche mese di sperimentazione, si basa su una centrale di soccorso, attivata presso l'Aou di Parma, alla quale poter inviare messaggi di testo col cellulare per chiedere aiuto in caso di emergenza sanitaria. In pratica, coloro che non possono parlare e udire possono chiedere un intervento inviando un sms coi cellulare al numero 339 9941118. In questo modo si attiva il sistema di soccorso del 118. La risposta dell'operatore al terminale viene prontamente inviata al richiedente sfruttando lo stesso mezzo, l'sms. I "messaggini" quindi sostituiscono la telefonata vocale e diventano il canale attraverso il quale viene definito il luogo dove deve arrivare l'ambulanza e attraverso il quale comunicare le principali informazioni sull'accaduto. Una procedura che consente agli infermieri del 118 di dialogare con chi chiede aiuto, anche se sordomuto, stabilendo il grado di urgenun s za prima di inviare i soccorsi e quindi di "spedire" mezzi e personale più indicati. Avviata su base provinciale e soprattutto senza comportare spese particolari, la soluzione è stata valutata positivamente dalla Regione EmiliaRomagna e successivamente diffusa su tutto il territorio regionale, mantenendo la centrale operativa di Parma come unico referente per ricezione e gestione delle chiamate. Un caso di successo reso possibile anche grazie al coinvolgimento dell'Ente nazionale sordi, che ha contribuito a testare insieme all'Aou di Parma il sistema di comunicazione che, tra l'altro, è in grado di supportare e gestire più casi di richiesta contemporaneamente. In più la novità è stata conosciuta in tempi rapidi dai diretti interessati non solo attraverso la stampa, ma anche grazie alle associazioni di categoria che hanno provveduto a diffondere notizia del sistema tra gli iscritti. Destinatari dell'iniziativa non erano infatti solo le persone sorde, ma altresì coloro che per motivi temporanei non fossero in grado di parlare o sentire. I cittadini interessati sono stati inoltre coinvolti in fase di progettazione dell'esperimento, con incontri periodici con gli operatori sanitari. Il personale addetto al 118 è stato parallelamente formato con corsi ad hoc e simulazioni pratiche. Notevoli i primi risultati dell'iniziativa, monitorata dalla Centrale operativa del 1 18 mediante la sua banca dati: dall'esperienza è risultata sensibilmente migliorata l'accessibilità al servizio di emergenza sanitaria per una categoria di utenti che fino a quel momento era scarsamente tutelata. Un sistema veloce come quello degli sms ha inoltre ridotto i tempi di intervento nelle richieste provenienti da persone non udenti e/o mute. (Dg. Leonida Grisendi; Referente dell'esperienza: Adriano Furlan e Antonio Pastori) ou di r a® pesordomuti il 11 8 arriva con ms a compromissione della comunicazione verbale rappresenta un deficit significativo che influenza la vita relazionale del malato e rischia di compromettere il suo processo assistenziale. Partendo da questa rilevazione, a Bassano la Ulss ha intrapreso una riuscita iniziativa che si basa sulla Caa (Comunicazione aumentativa alternativa) e che ha coinvolto i pazienti, degenti o a domicilio, trattati nei reparti di Rianimazione, Neurologia, Medicina fisica e riabilitazione di Asiago, Pneumologia ospedaliera e territoriale, e Rsa. La letteratura scientifica definisce la Caa come «l'insieme di conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie che è possibile attivare per facilitare la comunicazione in persone che presentano una carenza o assenza, temporanea o permanente, nella comunicazione verbale» (Rivarola et al.). Sono state ideate e adattate alle diverse necessità alcune schede utili alla comunicazione dei bisogni primari e alla registrazione di attività infermieristiche di stimolazione e di supporto agli interventi logopedici. Il recupero della comunicazione è stato possibile attraverso l'uso dei Sì/No, di immagini e foto, di lettere, parole e simboli che fossero appropriati alla patologia e al quadro clinico dei diversi pazienti. La UIss ha messo a punto un percorso operativo assistenziale utile all'infermiere, in collaborazione con l'équipe multidisciplinare e supervisionato dal logopedista, che accompagnasse i suoi asSaÌÌ® tentativi di comunicare coi paziente, incapace dell'utilizzo della parola, in : fase post-acuta. Le soluzioni adottate sono state monitorate attraverso questionari ad hoc per la rilevazione della qualità percepita da utenti, familiari, operatori dell'équipe assistenziale. Ne è emerso che l'uso del Sì/No con la testa, la stretta o il gesto con la mano, l'ammiccamento, la lettura labiale siano i più usati e probabilmente i più immediati. L'utilizzo della tavola alfabetica, di disegni e foto, è stato rilevato nel 72% dei casi. Nel 76% dei casi è stato possibile coinm o T Vi volgere e formare i familiari per favoTavola comunicazione Etran rire una relazione attiva con l'assistito. Il 95% degli intervistati ritiene che la Caa sia utile alla comunicazione con il personale e la famiglia. Il 60% ritiene che il progetto Caa abbia avuto sul paziente un impatto positivo sulla gestione complessiva dell'ansia, della depressione, della rabbia, dell'aggressività, dell'incomprensione. Dalle interviste è emerso inoltre che il progetto Caa ha avuto sugli operatori un impatto positivo nella gestione di frustrazione (77%), indifferenza (I Il), impotenza (78%); allo stesso modo è migliorata la capacità di gestione della rabbia, della tensione, dello scoraggiamento nella comunicazione coi pazienti. La Ulss 3 di Bassano del Grappa è stata insignita del I' Premio Andrea Alesini 2011, promosso da Cittadinanzattiva e volto alla raccolta di buone pratiche in tema di umanizzazione delle cure. Nelle motivazioni per l'assegnazione del premio si legge «per l'impatto sulla qualità della vita delle persone che non possono comunicare con le parole», oltre che «per aver generato un miglioramento dell'assistenza nel percorso di cura in ospedale e al domicilio senza ricorrere a risorse economiche aggiuntive e per aver coinvolto più figure professionali, in una logica di integrazione e aver fornito agli infermieri conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie nate nell'ambito della logopedia e da essi utilizzate in modo innovativo». (Dg: Valerio F. Albero; Referenti dell'esperienza: Cristina Cerantola, M. Cristina Polka, Gabriella Scoccia) del Gra ppa assisten za "se paro e 99 Per far pervenire altre esperienze o chiedere ulteriori approfondimenti è possibile contattare Fiaso all'indirizzo email [email protected] Sanità nazionale Pagina 74 IN OGNI EMBRIONE D'UOMO E Gja-ì TUTTO C ASSU,,"TEVA MORRESI opo l'allarme, un evidente imbarazzo ha accompagnato tanti commenti all'incidente al San Filippo Neri, in cui il 27 marzo sono andati distrutti embrioni e gameti umani. Troppe le domande scomode evocate dai fatti e dalle reazioni delle famiglie coinvolte; tante le contraddizioni emerse, e soprattutto imprevedibili gli esiti di una battaglia giudiziaria senza precedenti, in cui si dovrà decidere se e come rispondere a interrogativi troppo spesso confinati nel recinto del dibattito accademico. Comunque vada, l'esito sarà un precedente per la giurisprudenza in questo ambito e non solo a livello nazionale: a tutt'oggi, infatti, non c'è notizia di un incidente analogo nel mondo, il che, però, non tranquillizza. E molto difficile pensare che non sia mai accaduto niente del genere, in trent'anni di procreazione assistita in tanti Paesi; assai più probabilmente incidenti di questo tipo sono stati sottovalutati, se non nascosti o taciuti all'opinione pubblica, il che pone molti dubbi sull'effettiva trasparenza in ciò che accade intorno alla fecondazione in vitro. «Hanno ucciso i nostri figli», è stata la denuncia esplicita di alcune coppie del San Filippo Neri che hanno già avviato la richiesta di un congruo risarcimento danni: un grido di dolore che dice bene la percezione della perdita subita. E sarà inevitabile, nel percorso giudiziario, stabilire quanto vale un embrione umano e quindi, piaccia o meno, chiedersi (anche da parte di coloro che hanno cercato di farne a meno) "cosa" o, piuttosto, "chi" è, tanto più che sono andati persi pure gameti, e quindi il confronto nella valutazione fra cellule ed embrioni è d'obbligo. Eppure sarebbero proprio queste le domande da eludere, secondo alcuni commentatori, che preferirebbero non «sovraccaricare» l'incidente del San Filippo con questioni sullo statuto dell'embrione, portando argomentazioni che però invitano a fare proprio il contrario. Chiamare in causa i motivi che hanno "legittimato" l'aborto per sminuire il valore dell'embrione non funziona proprio. Cominciamo col precisare che l'embrione umano è già un essere umano: nessuno può dire che è un essere inizialmente poniamo - vegetale, che poi si trasforma in "umano". Ma soprattutto la tesi secondo cui «non esiste feto senza la donna che lo accolga», portata a sostegno di chi vuole legittimare l'interruzione di una gravidanza rifiutata, in questo caso va proprio in senso opposto, e cioè aumenta ancor più il valore di un essere umano concepito ma non ancora nato. Chi ritiene che solo la volontà della donna valga per stabilire se una gravidanza possa proseguire o venire interrotta mai come in questo caso ha di fronte dorane, e coppie, che fortemente volevano figli, e proprio quei figli andati persi nell'incidente, che avevano già desiderato e accolto e che sicuramente consideravano già esseri umani: che fossero immersi in azoto liquido non sminuisce l'attesa, il desiderio e la volontà di quelle donne, ma pone piuttosto una rinnovata e pressante domanda sull'opportunità che esseri umani siano tenuti in quelle condizioni. Proprio chi dà priorità alla percezione soggettiva delle donne, indipendentemente dal chiamare o no "persone" delle vite umane appena concepite, dovrebbe a maggior ragione riconoscere l'immenso valore di quegli embrioni, anche al di fuori del grembo materno. E, con onestà intellettuale, andare fino in fondo nel chiedersene il perché. Perché tanta sofferenza per quella perdita, anche se quel «grumo di cellule» non ha fattezze umane, non ha ancora un cuore che batte, non ha mani, piedi, non è immediatamente riconoscibile come uno di noi? Forse perché nel proprio cuore ogni coppia, ogni donna sa che in quel «grumo di cellule» c'è già tutto: mani e piedi, cuore e volto, ed è già maschio o femmina, proprio come uno di noi. Ê già vita umana, anche se invisibile a occhio nudo: deve solo crescere, ma già c'è, tutta quanta, tutta intera. E in quei novantaquattro embrioni c'era, e non c'è più. "iPROWZIONE RISERVATP Sanità nazionale Pagina 75 go a,,, vernatore Bari, ari, le accuse di Lady y As l. Lui: sol lan[o rancore, sono sereno ROMA - «Quel concorso deve vincerlo Paolo Sardell ». Nichi Vendola, il presidente della Regione Puglia, che ha fatto della legalità la sua bandiera, inciampa nell'inchiesta sulla sanità pugliese. Indagato per abuso d'ufficio, come si legge nell'avviso conclusioni indagini, per aver pilotato un concorso da primario di chirurgia toracica dell'ospedale San Paolo di Bari, vinto da un suo amico. L'accusa è stata resa nota ieri dallo stesso leader sel, in una conferenza stampa nella quale ha rivendicato la qualità della scelta: «Sono sereno - ha detto Vendola - vengo accusato di aver favorito la nomina di chi oggi viene considerato una delle più importanti autorità scientifiche a livello europeo e ha il merito di aver trasformato un reparto che non c'era in un'assoluta eccellenza». «L'accusa - ha spiegato - nasce soltanto dalle dichiarazioni di Lea Cosentino, persona che ha motivo di rancore nei miei confronti, visto che l'ho licenziata all'inizio delle inchieste sulla sanità pugliese in cui lei è risultata coinvolta e che adesso chiede 3 milioni di euro di risarcimento». Ma i titolari dell'inchiesta, i pm Desirèe Digeronimo e Francesco Bretone e il procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, non la vedono così. Parlano di «disegno criminoso» e lo accusano di aver «istigato» Lea Cosentino, l'ex commissario straordinario della Asl di Bari, (finita al centro dell'inchiesta sulla «rete» che scambiava appalti e nomine nella sanità pugliese sotto l'egida dell'ex assessore, ora senatore, Alberto Tedesco), ad avere «intenzionalmente procurato a Paolo Sardelli un ingiusto vantaggio patrimoniale». Oltre ad aver «arrecato un danno ingiusto a Marco Luigi Costernino, Achille Lococo e Gaetano Napoli», gli altri medici che avevano partecipato al concorso scaduto due volte. La prima volta Sardelli non partecipò, giacché, secondo la Cosentino, aveva altre mire. Ma sfuma- ta l'altra opportunità ci ripensò. E da lì partirono le presunte «pressionv> di Vendola per riaprire i termini dei concorso. Accuse riportate nelle carte. I pm contestano a Vendola di aver «assicurato tra l'altro alla Cosentino la propria protezione da eventuali rilievi e iniziative di terzi cointeressatv>. E citano, la frase che, secondo Lady Asl, sarebbe stata pronunciata da Vendola: «Non ti devi preoccupare di questa cosa! Ti copro io!». Così, si legge nel provvedimento, «dopo la scadenza dei termini del precedente avviso» da lei stessa fissati il 4 febbraio 2008, la Cosentino omise di «procedere alla nomina della commissione per la valutazione tecnica» e deliberò la «riapertura dei termini per la presentazione delle domande» «al fine di favorire esclusivamente la situazione personale di Paolo Sardelli». Insistentemente segnalata da Vendola («Quel concorso deve vincerlo Sardelli»), sottolinea la Procura, «dopo che era stata accertata la non praticabilità del conferimento di un incarico direttivo allo stesso Sardelli presso l'ospedale Di Venere di Bari, al quale il sanitario aspirava. Termini riaperti in assenza di un fondato motivo di pubblico interesse». E «sulla base di una motivazione pretestuosa e in sé contraddittoria»: l'esigenza asserita di «una ampia possibilità di scelta» in relazione alla «esiguità del numero dei candidati che hanno presentato domanda, in palese contrasto con la dichiarata "specifica particolarità della disciplina oggetto della selezione'". Così consentendo a Sardelli, di partecipare, dopo la riapertura dei termini». Il 19 aprile 2oog tra i candidati «tutti dichiarati idonev> la Cosentino «presceglieva» Sardelli. Ma lei stessa giustificò ai magistrati la scelta così: «Vinse il dottor Sardelli perché in effetti era il più titolato». «Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Ogni mia azione è stata sempre trasparente», ha assicurato ai cronisti Vendola, «io a questo, come a tutti i concorsi, mi sono interessato per chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e potesse vincere il migliore». «Permettete - ha aggiunto - che legga quello che scriveva un gip in una richiesta di archiviazione: "Quanto alla posizione del presidente Vendola, gli stessi commenti che formulano i soggetti interessati, Tedesco e Lea Cosentino, dimostrano l'assenza non solo di condotte, ma ancor prima di finalità e obiettivi dell'azione politica che possano in qualche modo dimostrare l'esercizio di pressioni e condizionamenti dell'attività istituzionale"». Poi il governatore ha preso a prestito le parole di Tarantini: «La Cosentino era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti». E ha concluso: «Questo è il quadro reale». Virginia Piccolillo Sanità nazionale Pagina 76 Vendola indagato per abuso d'ufficïo "Favori la nomina dï un primario" Accusato drdluexrnunngcr.Lumplira: 'Mi attaccaperché la licenziai" GIULIANO FOSCHINI PIERO RICCI BARI - Una conferenza stampa convocataall'improvviso, nel pomeriggio. «Sono indagato, ho appena ricevuto un avviso di garanzia: l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, mi accusa di aver pilotato un concorso da primario. Ma io, a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibil e di partecipanti e che potesse vincere il migliore. E il professor Sardelli era il più bravo». Un nuovo scandalo giudiziario si abbatte sulla Puglia. Questa volta però non c'entrano le cozze pelose di Emiliano, ma la sanità di Nichi Vendola. Ieri il procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e i sostituti Desirèe Digernonimo e Francesco Bretone hanno notificatoun avviso di conclusione delleindagini al governatore Vendola e all'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. Concorso in abuso d'ufficio l'accusa peri] governatore, abuso d'ufficio per Lady Asl. L'inchiesta si basa sulle dichiarazioni della stessa Cosentino che nell'aprile scorso vorire, Paolo Sardelli». Il fine di Vendola, secondo la procura, era di «favorire esclusivamente la situazione personale di Sardelli insistentemente segnalata dallo stesso Vendola (...) in assenza di un fondatomotivo dipubblicointeresse». «Vendola-ha spiegato ai pm la Cosentino - mi chiese insistentemente di ri aprire il concorso percon sentire al dottor Sardelli diparteciparvi. Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già compostala commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentireilmassirno accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vend ola difare una ristrutturazione del reparto». Vendola prova a parare i colpi. Spiega che Lady As! ha del «rancore nei suoi confronti per averla licenziata» appena scoppiati gli scandali sulla malasanità. E a dimostrarlo c'è la richiesta di un risarcimento di tre milioni di curo nei confronti della Regione Puglia. Il governatore insiste, spiega chele accuse«nonsibasanosuintercettazioni» e che i virgolettati "non preoccuparti, ti copro io" e "questa cosa la devi fare a tutti i costi" che gli vengono attribuiti «sono della dottoressa Cosentino che descrive i fatti secondo la sua raccontò di aver ricevuto pressi ori da Vendola perché «venissero riaperti i termini del concorso da primario di Chirurgia toracica dell'ospedale barese San Paolo in modo che potesse parteciparvi un medico che egli intendeva faCOSENTINO L'ex manager asl é coinvolta in più filoni della sanitopoli pugliese Sanità nazionale .„ ___ memoria». La stessa manager che l'estate scorsa in un ristorante a Roma, prova a passare un dossier su Vendola al senatore Franco Astore (gruppo misto), perché lo giri a Berlusconi e ai suoi giornali. Vendola però, non parla di complotti. Ma nemmeno di possibili dimissioni: «Non cihopensatoun istante - dice Vendola - la mia iscrizione nel registro degli indagati era probabilmente un atto dovuto». Sul suo coinvolgimento in un'inchiesta giudiziaria, il leader dell'Idv, Di Pietro afferma che «tutti possono essere chiamati dal magistrato ma chi è innocente e non ha nulla datemere civa di corsa». Ironico il commento del capogruppo dei senatori pol, Maurizio Gasparri: «Esterrefatto perla rapidità con la quale la procura di Bari ha indagato Vendola». :d RIPRODUZIONE RISERVATA LADY ASL Nella foto, Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari. In alto, il governatore Nichi Vendola TEDESCO L'ex assessore alla sanità oggi senatore avrebbe pilotato appalti a favore dei figli __ __ _ FISULLO L'ex vice presidente favoriva le società dei Tarantini in cambio di escori Pagina 79 IL PRIMARIO DI VENDOLA leader i Sei i nda g ato per aver favor í to una nomina di Bari. 'Volevo il i i r" Il di Antonio Massari uel concorso deve vincerlo Sardelli. Non ti preoccupare, ti copro io": c'era chi, come Nie Vendola, "istigava" a far vincere il migliore. E si ritrova indagato nello scandalo Sanità. E c'era chi, come Lea Cosentino, per far vincere il migliore doveva realizzare una "forzatura". Il fatto più strano, poi, è che negli atti si legge: in quel concorso fu "omessa la nomina della commissione per la valutazione tecnica". E davvero dura, in Puglia, la vita dei luminari della scienza. Prendiamo il caso del primario Paolo Sardelli. Dice Vendola che è "il migliore", una "vera promessa della scienza medica", che "l' inchiesta non mette in dubbio le sue qualità". Dice Lea Cosentino - ex direttore generale della Asl - che era il "più titolato" e per questo motivo vinse il concorso. Eppure, proprio per la nomina di Sardelli, Vendola è indagato per concorso in abuso d'ufficio con la Cosentino. SEGNO che il caos, nella Sanità pugliese, è giunto al suo paradosso: un luminare della chirurgia, per diventare primario, dev'essere raccomandato dal Governatore. Non solo. Il punto è che, secondo l'accusa, è stata necessaria la "forzatura" di Vendola che, per Sardelli, chiese di riaprire un concorso ormai chiuso e rassicurò il direttore generale della Asl: "Ti copro io". Il punto - stando all'accusa - è che a Sardelli fu "intenzionalmente provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale". E fu invece "arrecato una danno ingiusto a Luigi Cisternino, Achille Lococo e Gaetrano Napoli: forse non saranno più "titolati" di Sardelli, ma almeno, la domanda per diventare primario, l'a- vevano presentata nei tempi giusti. Riaperti i termini, invece, vinse il Sardelli "raccomandato" dal Governatore. Ma in Puglia la "raccomandazione" - a voler sentire le giustificazioni di Vendola, ieri, in conferenza stampa - si trasforma in una sorta di atto dovuto: "L'unica mia raccomandazione era che vincesse il migliore. A questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato perché fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti, che potesse vincere il migliore. Chiunque, qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi, rari, relativamente ai concorsi sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore. E l'indagine non mette in dubbio la qualità del professor Sardelli che non è coinvolto nell'indagine". L'indagine mette a fuoco, però, il sistema che Lea Cosentino nota anche come Lady Asl - ha Si ipotizza l'abuso d'ufficio Il presidente della Puglia avrebbe fatto riaprire il termine del concorso un primario per l'unità operativa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 era andato in pensione il professor Carpagnano (...) Bandimmo il concorso, Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina di Sardelli al policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo". SARD E LLI, però , non si candidò: "Espletai il concorso continua la Cosentino - ma il dottor Sardelli non presentò la domanda, confidando di poter essere collocato presso il Di Venere (un altro ospedale, ndr)". Ma al Di Venere non fu bandito alcun concorso. Ed ecco come riprende il racconto della Cosentino: "Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso (all'ospedale San Paolo, ndr) per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io, a fronte di tali richieste, e nonostante fosse stata già composta la commissione, che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di con- sentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché era effettivamente il più titolato". "L'ho licenziata - ribatte Vendola alle parole della Cosentino - ed è animata da risentimento nei miei confronti. Ci sono soltanto le sue parole: senza le sue frasi non si sarebbe potuto prefigurare un capo d'imputazione nei miei confronti". Lady Asl raccontò alla procura anche il sistema della lottizzazione, a partire dal 2005, parlando di applicazione dei "manuale Cencelli": "Il manuale Cencelli si applicava in questo modo: quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale, poi il direttore amministrativo e il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita, o socialista, o di Rifondazione e viceversa. Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare. Non conoscevamo le persone che nominava mo, né la loro professionalità, se non dai curricula". descritto ai pm Desirée Di Geronimo e Francesco Bretone. E la Cosentino, che parla di una sorta di "manuale Cencelli" per lottizzare la Sanità, descrive la nomina di Sardelli come il frutto di una vera e propria "pressione". "Un'altra pressione - racconta LadyAsl~riguardala nomina di rva a edll:aPicliaeleaderdi Sel. Sanità nazionale Pagina 80 Inchieste sulla sanità, Vendola indagato L'accusa: favorì la nomina di un primario Secondo i magistrati procurò «un ingiusto vantaggio pa oniale». Il governatore pugliese si difende: «Mi accusa solo "ladyAsl", ha rancore perché la licenziai» DA R.oNtA oncorso in abuso d'ufficio continuato per aver favoriC to la nomina di un primario all'ospedale San Paolo di Bari: è l'ipotesi accusatoria in base alla quale è finito nel registro degli indagati il presidente della Regione Puglia, NichiVendola. Stessa ipotesi di reato anche per l'ex direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino, la "lady Asl" (così soprannominata per le tante inchieste sulla malasanità pugliese) che l'ha tirato in ballo in questa vicenda. Vendola e Cosentino sono gli unici indagati per la vicenda. E stato lo stesso Vendola a comunicare di essere indagato, convocando d'urgenza una conferenza stampa dopo che militari della Guardia di finanza, su disposizione della Procura, gli avevano notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari con valore di informazione di garanzia. «Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato - sono state le prime parole del governatore - perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza». La nomina "incriminata" è quella del medico Paolo Sardelli a primario di chirurgia toracica dell'ospedale San Paolo di Bari. Tre i magistrati inquirenti: il procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e i pm Desirè Digeronimo e France- Sanità nazionale sco Bretone che da tempo seguono gli "affari" sulla sanità regionale. Secondo la procura, dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009, «Cosentino Lea, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola Nicola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione» e di varie leggi nazionali e regionali, avrebbero «intenzionalmente procurato a Sardelle Paolo un ingiusto vantaggio patrimoniale», favorendolo per «l'incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo». «Chiunque, qualunque direttore generale - ha replicato il governatore - sa che i miei unici interventi, rari, relativamente ai concorsi sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore», e nell'ambito di questa indagine «si appura che effettivamente il professor Sardelli era comunque il migliore». Per Vendola le accuse si basano solo sulle dichiarazioni di tre mesi fa della Cosentino «non suffragate da nessuna altra prova, nessuna altra documentazione». Insomma, chi lo accusa è «una persona animata da forte risentimento nei miei confronti - ha rilevato - avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità». Ovvero una persona «tanto animata da rancore che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro». Non la pensano così i magistrati. «Non ti preoccupare di questa cosa! Ti copro io!»: è la frase che, secondo la procura di Bari, Vendola disse tra il settembre 2008 e l'aprile 2009 alla Cosentino, preoccupata alla richiesta del presidente di riaprire i termini di presentazione delle domande per l'incarico. Vendola premeva - secondo l'accusa - perché venissero riaperti i termini del concorso in modo che potesse parteciparvi un medico che egli intendeva favorire, appunto Paolo Sardelli. Secondo i magistrati il suo fine era di «favorire esclusivamente la situazione personale» di Sardelli «insistentemente segnalata da esso Vendola ("Quel concorso deve vincerlo Sardelli"), dopo che era stata accertata la non praticabilità del conferimento di un incarico direttivo allo stesso Sardelli presso lo Stabilimento ospedaliero "Di Venere" di Bari, al quale il sanitario aspirava». La pressione diVendola nei confronti di Cosentino avvenne - secondo la procura di Bari - «in assenza di un fondato motivo di pubblico interesse» e «sulla base di una motivazione pretestuosa e in sé contraddittoria». Pagina 81 Vendola indagato ber una a 0 Avrebbe favorito un primario ospedaliero - Il governatore replica: «Scelta eccellente» al medico Paolo Sardelli dipartecipare e vincerlo. r w# Un «manuale Cencelli» maLe sospette pressioni sarebbede in Puglia, al quale non si sareb- ro giunte dopo che il medico era be sottratto neanche il presidente' stato scartato a un'altra selezione della Regione PugliaNichi Vendo- dell'ospedale barese Di Venere. la, indagato, in concorso con l'ex Secondo i magistrati, la Cosentidg dell'Asl Bari Lea Cosentino, di no, «nella sua qualità di dg dell'Asl abuso d'ufficio per la nomina di Bari - si legge nell'atto di chiusura un primario. Questo ipotizzano i indagini-su istigazione e determisostituti procuratori di Bari Fran- nazione di Vendola, in violazione cesco Bretone, Desirée Digeroni- dei principi costituzionali di buon mo e Marcello Quercia, che han- andamento e imparzialità della no notificato al governatore pu- pubblica amministrazione», gliese efondatore diSinistraecolo- avrebbe «intenzionalmente procurato a Sardelli un ingiusto vantaggio patrimoniale». IL LEADER REGIONALE L'ex dg, nel ricostruire l'intera vicenda, spiega che Vendola Ha ricevuto un avviso avrebbe detto: «Quel concorso di fine indagine per abuso deve vincerlo Sardelli». È l'8 aprid'ufficio in concorso le quando compare davanti ai con l'ex direttore generale pm: «Bandimmo il concorso e dell'Asl di Bari Lea Cosentino Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dott. Sardelli del Policligia e libertà, un avviso di conclu- nico di Foggia, suo amico e seconsione delle indagini preliminari do lui molto bravo». Racconta: per uno dei vari filoni d'inchiesta «Espletai il concorso ma il dott. nati dal maxi procedimento Sardelli non presentò la domansull'exassessore allasalute e attua- da confidando di poter essere colle senatore del gruppo Misto, Al- locato presso il Di Venere in una bertoTedesco. istituenda unità complessa. Gli atti d'accusa sono sorretti Quando Sardelli appurò, tramite esclusivamente dall'interrogato- Francesco Manna, capo gabinetrio dell'8 aprile scorso della Cosen- to di Vendola, che l'istituzione tino, che al pm Digeronimo rico- della unità del Di Venere non si struisce l'applicazione del «ma- sarebbe realizzata, Vendola mi nuale Cencelli» in Puglia. Ma è su chiese insistentemente di riapriVendola che nell'immediato si sof- re il concorso per consentire al fermano le attenzioni degli investi- Sardelli di parteciparvi». gatori: il governatore avrebbe imSecondo l'ex dg, «era chiaraposto all'ex manager della sanità mente una forzatura, ma Vendola pugliese di rinnovare i termini di mi disse di farlo perché mi avrebun concorso per dirigente medico be tutelata. Vinse il dott. Sardelli di chirurgia toracica all'ospedale poiché in effetti era il più titolato». San Paolo di Bari, per permettere Dura la reazione del governatore Vito Giannoccaro BARI Sanità nazionale che, nel dare lui stesso la notizia in conferenza stampa, ha affermato: «L'accusa nasce solo e soltanto dalle dichiarazioni della Cosentino, la quale asserisce che all'origine di questa miaveemente interferenza ci sarebbe la mia amicizia con il professor Sardelli, elemento che è stato già autorevolmente smentito nei mesi scorsi dal Sardelli che ho conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica». E aggiunge: «A questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere ilmigliore». Certo è, sempre secondo la Cosentino, che la "logica" era seguita fin dal 20o5, anno della prima giunta Vendola. Racconta nel suo verbale che «ilmanuale Cencellisi applicava in questo modo. Quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale, poi il direttore amministrativo e il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di rifondazione e viceversa». Spiega infine che «nell'ex giunta Vendola gliássessori che contavano di più e che influenzavano anche le scelte sulle nomine del management e potevano determinare l'espulsione dei direttori generali erano per Bari Alberto Tedesco, Guglielmo Minervini e Mario Loizzo. Per Lecce Sandro Frisullo, per Taranto Michele Pelillo, per Brindisi Francesco Saponaro, per Foggia l'assessore Elena Gentile. Anche l'onorevole Gero Grassi, parlamentare dellaMargherita, interloquivaper lenomine». ® RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 82 e ci «Pressioni per un primario» Vendola indagato: sono sereno Concorso in abuso d'ufficio il reato ipotizzato per il governatore della Puglia, in relazione alla nomina del professor Paolo Sardelli. A dare la notizia lo stesso Vendola, che assicura: «Volevo solo una selezione seria». INAN CiMMARUSrI Scartato da un incarico all'ospedale Di Venere e poi piazzato al nosocomio San Paolo per sospette pressioni di Nichi Vendola sull'ex dg dell'Asl Bari, Lea Cosentino. Per la seconda volta Vendola incappa nell'accusa di concorso in abuso d'ufficio. Anche allora, due anni fa si trattava di presunte pressioni per la nomina di un manager sanitario. Ma la vicenda fu archiviata perché ritenuta legittimo spoyl sistem. E concorso in abuso d'ufficio è di nuovo il reato ipotizzato dalla Procura di Bari, che ha appena notificato al presidente della giunta regionale un avviso di chiusura delle indagini preliminari per la nomina di un primario. Atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. «L'accusa nasce solo e soltanto dalle dichiarazioni della dottoressa Lea Cosentino - ha spiegato Vendola in una conferenza stampa convocata d'urgenza, in cui lui stesso ha dato la notizia alla stampa - la quale asserisce che all'origine di questa mia veemente interferenza ci sarebbe la mia amicizia con il professor Paolo Sardelli, elemento questo che è stato già autorevolmente smentito nei mesi scorsi dal professor Sardelli che ho conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica». E aggiunge: «A questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore. Mi dichiaro assolutamente sereno». Agli atti dell'inchiesta, infatti, risultano esclusivamente le parole della Cosentino, messe a verbale l'8 aprile scorso. In particolare, l'ex manager dell'Asl Bari, già accusata di as- Sanità nazionale sociazione per delinquere e corruzione in diversi processi, in concorso con il faccendiere Gianpaolo Tarantini, ha ricostruito le sospette pressioni che Vendola avrebbe compiuto «insistentemente». Da una parte, dunque, c'è il presidente della giunta, che ritiene la Cosentino «animata da rancore nei miei confronti, tanto che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro»; dall'altra la Procura, che ritiene le parole dell'ex manager credibili, in quanto anche auto accusatorie. Per i magistrati Vendola, con le pressioni su Lea Cosentino, avrebbe «intenzionalmente procurato a Sar- «L'accusa nasce solo dal rancore di Lady Asl Sardelli è un'eccellenza» Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo». Racconta che «espletai il concorso ma il dott. Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò, tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l'istituzione della unità del Di Venere non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dott. Sardelli di parteciparvi». Secondo l'ex dg, soprannominata la Lady Asl di Puglia, «era chiaramente una forzatura, ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dott. Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotarlo delle attrezzature idonee per la funzionalità dello cóÌ ÜSrÀVA IL MANUALE CENCELLI» delli», primario di rinomata fama, «un ingiusto vantaggio patrimoniale». In particolare, riaprendo i termini ormai scaduti «per la presentazione delle domande per l'avviso pubblico per il conferimento dell'incarico quinquennale di Direttore medico della struttura complessa di Chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo». «Quel concorso deve vincerlo Sardelli», avrebbe detto Vendola alla Cosentino, che lo racconta al pm Digeronimo. E l'8 aprile scorso quando l'ex manager ricostruisce le sospette pressioni «secondo manuale Cencelli». «Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dott. La Cosentino, dopo aver parlato delle sospette richieste di Vendola, spiega come «si applicava nel 2005 il manuale Cencelli» in Puglia. «Quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale, poi il direttore amministrativo e il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialisti o Rifondazione e viceversa (...). Dal 2007 - continua - è diventato più stringente il sistema di accontentare i partiti della maggioranza poiché con la ristrutturazione delle Asl i posti erano stati diminuiti: quindi furono istituiti i posti dei sub-commissari per accontentare le varie correnti». La gestione politica della sanità, sempre secondo la Cosentino sarebbe stata così gesti- Pagina 84 ta: «Nell'ex giunta Vendola gli assessori che contavano di più e che influenzavano anche le scelte sulle nomine del management e potevano determinare l'espulsione dei direttori generali erano per Bari Alberto Tedesco, Guglielmo Minervini e Mario Loizzo. Per Lecce Sandro Frisullo, per Taranto Michele Pelillo, per Brindisi Francesco Saponaro, per Foggia l'assessore Elena Gentile. Anche l'onorevole Gero Grassi, della Margherita, interloquiva per le nomine»..:. Foto Ansa / ///„ II governatore della Puglia Nichi Vendola Sanità nazionale Pagina 85 Intanto il ministro Severino tratta con Pdl e Pd sulla corruzione. Entro venerdì, l'incontro con l'Udc Ora tocca a Nichi Vendol concorso in abuso d'ufficio Indagato il governatore della Puglia: è accusato di aver favorito' la nomina di un primario dell'ospedale San Paolo di Bari di Angela Rossi ROMA. Giorni duri questi per la politica italiana. Non bastava prima il caso Lusi e dopo quello Belsito. Ieri, una tegola s'è abbattuta anche sul governatore della. Puglia Nichi Vendola, indagato per concorso in abuso d'ufficio per aver «favorito la nomina di un primario» dell'ospedale San Paolo di Bari., L'annuncio è stato dato ieri dallo stesso presidente della Regione che, in una conferenza stampa convocata d'urgenza, ha reso noto di aver «ricevuto un avviso di conclusioni indagini». A tirare in ballo Vendola, un memoriale di «Lady Asl», Lea Cosentino, ex direttore generale dell'Azienda sanitaria di Bari, coinvolta negli scandali che hanno travolto la sanità pugliese. L'inchiesta è condotta dai pm Desiree Digeronimo, Marcello Quercia e dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno. Intanto ieri, visto il clima degli ultimi giorni, i tecnici di Pdl, Pd e Terzo Polo si sono incontrati per portare sul tavolo le nonne che regolano i rimborsi per le spese sostenute in campagna elettorale. E sempre ieri si è avuto anche il secondo giro di colloqui del ministro della Giustizia Paola Severino, prima con il Pdl e in serata con il Pd, sulle nuove norme da inserire in un emendamento al ddl anticorruzione che sarà presentato la settimana prossima in Parlamento. Entro venerdì il ministro incontrerà l'Udc. Pare essere intenzione del ministro l'inasprimento anche delle pene accessorie con l'estensione dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i condannati. Sanità nazionale Temi scottanti e di nuovo in pole position dopo la bufera sulla Lega, e dopo che ieri mattina è arrivato per l'Italia anche il richiamo dall'Europa proprio sul sistema dei finanziamenti pubblici ai partiti, per colpa del quale alcuni hanno ricevuto rimborsi superiori a oltre il 400 per cento delle spese affrontate. «Abbiamo discusso nuovamente di tutti gli argomenti», ha raccontato dopo l'incontro col ministro Severino di ieri il capogruppo Pdl in commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa, facendo riferimento ai temi della corruzione, responsabilità civile dei magistrati e intercettazioni. «Si sono registrati progressivi passi in avanti», ha concluso Costa. Anche il Partito democratico, che ha avuto un incontro col Guardasigilli nella serata di ieri, ha battuto sul lungo elenco di quelle che da sempre considera priorità, soprattutto le misure da adottare sul fronte della lotta alla corruzione. Su tutte, l'introduzione del reato di traffico di influenze illecite; della corruzione per l'esercizio della funzione, dell'autoriciclaggio; della corruzione fra privati, che riguarderebbe eventua- soltanto per le spese documentate per le campagne elettorali, previo rigoroso controllo della loro inerenza e congruità ad opera della Corte dei Conti e la possibilità per ogni cittadino di finanziare, entro limiti prefissati, l'attività politica del proprio partito, ottenendo un corrispettivo credito di imposta», è l'idea di Enzo Palumbo, nuovo presidente del Pli. «La riforma dei partiti ci vuole ed è necessaria e indispensabile, almeno per chi crede nella democrazia e non nel ruolo salvifico del"dittatore democratico". Una riforma che obblighi i partiti a bilanci trasparenti, a risorse meno ingenti, al rispetto della democrazia interna e del codice etico». «Una riforma, comunque, utile per non appalta- li atti di corruzione da parte di manager delle società privatizzate che gestiscono servizi pubblici. Poi si punta a riscrivere i reati di corruzione e di concussione. «Abolizione totale delle norme attuali sul finanziamento ai partiti e introduzione di diritto ai rimborsi )"t- ; dol': )n(or )-r, ;od 'un10 Pagina 86 re la politica solo ai ricchi e alle lobby», ha invece dichiarato l'onorevole Giorgio Merlo, Partito democratico, vice presidente Commissione Vigilanza Rai. Controllo della Corte dei Conti necessario anche per Franco Frattini del_ Popolo della libertà. Ai microfoni di Tgcom24 l'ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi ha infatti detto: «La prossima tranche del finanziamento non può essere erogata a cuor leggero ai partiti senza che ci sia controllo. Io auspico che ci sia un controllo indipendente come quello della Corte dei Conti e mi piacerebbe che si trattasse di un finanziamento all'americana, dove entrano in gioco i privati. Sarebbe assurdo elargire la tranche di finanziamento senza una nuova legge e con quanto detto dal Consiglio d'Europa». «Adesso basta. Chiudiamo subito il rubinetto del finanziamento pubblico ai partiti». Alessandro Cè, coordinatore lombardo di Verso Nord, chiede una decisa inversione di tendenza: «Non sono io a chiederlo ha sottolineato - ma tutta la gente onesta che paga le tasse e manda avanti questo Paese. I partiti non sono legittimati a farlo, solo Monti ha l'autorevolezza di cambiare questo sistema». E l'applicazione della trasparenza estesa anche alle fondazioni politiche viene chiesta dal leader deiVerdi, Angelo Bonelli: «È necessaria un'operazione trasparenza sulle fondazioni dei politici. Sanità nazionale Oggi sono pochi gli uomini politici o i parlamentari che non hanno una fondazione: fondazioni che in molti casi diventano uno strumento parallelo o che si sostituisce all'attività dei partiti stessi». «Va introdotto il principio della inalienabilità di tutti i beni donati ai partiti - ha detto a Radio Radicale il responsabile delle commissioni economiche del Partito democratico, Francesco Boccia - «Il rimborso ai partiti va dimezzato e vanno introdotti meccanismi di certificazione che coinvolgano la Corte dei Conti. I rimborsi devono essere pubblici e commisurati alle spese effettivamente sostenute. E infine occorre aprire alla possibilità che i cittadini possano contribuire liberamente con il cinque per mille». «L'Italia dei valori è disposta ad appoggiare la proposta della maggioranza sui partiti a condizione che si decida una riduzione forte dello stanziamento, si elimini l'ultima rata di giugno (da destinare all'assistenza sociale) e si preveda una autorità indipendente - ha detto Antonio Di Pietro nella conferenza stampa di ieri pomeriggio a Montecitorio - che certifichi la validità delle spese, autorità che identifichiamo nella Corte dei Conti». L'a.nnuncio è stato dato dallo stesso presidente, durante una conferenza stampa convocata d'urgenza Pagina 87 CícIone i Vendola ffidagato, favon' a pn*maìío Puglia, a dare l'annuncio lo stesso governatore. L'ipotesi di reato: concorso in abuso di ufficio ROMA. Sceglie di convocare una conferenza stampa d'urgenza per comunicare ufficialmente che è indagato. Gioca d'anticipo il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, e spiazza un po' tutti. Ieri mattina, uomini della Guardia di finanza gli hanno notificato l'avviso di chiusura indagine, il415 bis, ovvero l'atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il Governatore è accusato di concorso in abuso d'ufficio continuato per aver favorito la nomina di un primario all'ospedale San Paolo diBari, e la stessa ipotesi di reato è stata contestata anche all'ex direttore generale della Asl, Lea Cosentino, soprannominata lady Asl per le inchieste sulla malasanità pugliese. Ë stata propria lei a tirarlo in ballo raccontando particolari e dinamiche sull'assegnazione di nomine e appalti in ambito sanitario. E Vendola non ci sta. «Mi accusa una persona che è animata da forte risentimento nei miei confronti - dichiara - visto che sono stato io a licenziarla al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste. La dottoressa Cosentino è comprensibilmente animata da rancore nei miei confronti, tanto che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milio- ni». Il Governatore fornisce poi alcuni particolari sull'inchiesta: «Chiunque, qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi rari, relativamente ai concorsi sono sta- ti sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore. E infatti, nell'ambito di questa indagine si appura ovviamente che il professore Sardelli era il migliore, cioè non viene messa in dubbio la qualità. La dottoressa Cosentino mi accusa sulla base di sue dichiarazioni, non suffragate da nessun'altra prova, nessun altra documentazione. Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato, perché ogni mia azione è stata sempre impron- Sanità nazionale tata a garantire la trasparenza». Nel capo di imputazione della procura, viene sottolineato che dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009 «Lea Cosentino, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Nicola Vendola, presidente della regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, ha intenzionalmente procurato a Sardelli un ingiusto vantaggio patrimoniale», favorendolo per «l'incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo». Sottolinea ancora Vendola che «nell'atto di chiusura delle indagini ci sono deivirgolettati che più o meno sono questi: Non preoccuparti ti copro io e Questa cosa la devi fare a tutti i costi... deve vincere per forza Sardelli. Sono virgolettatinon attribuibili a me - insiste - ma alla dottoressa Cosentino che liberamente descrive i fatti secondo la sua memoria. Non sono intercettazioni, sono frasi. Siamo indagati soltan- to io e lei. Cosentino come autrice di un abuso d'ufficio e io come istigatore dell'abuso. Senzale frasi specifiche che pronuncia lei nell'interrogatorio non si sarebbe potuto prefigurare un capo di imputazione nei miei confronti». Non solo. Il Governatore va indietro con lamemoria e, per chiarire la sua posizione, cita anche alcune frasi pronunciate da un gip e da Giampaolo Tarantini, coinvolto anche lui nelle inchieste sulla malasanità pugliese. «Permettete - dice il leader di Sel - che io legga quello che scriveva un gip in una richiesta di archiviazione: Quanto alla posizione del presidente Vendola, gli stessi commenti che formulano i soggetti interessati, Tedesco e Lea Cosentino, dimostra- Inumeri della no l'assenza non solo di condotte, ma ancor prima di finalità e obiettivi dell'azione politica che possano in qualche modo dimostrare l'esercizio di pressioni e condizionamenti dell'attività istituzionale. Ricordo, poi - aggiunge - unafrase molto significativa confermata dal principale imputato nelle indagini sulla malasanità, Tarantini, secon- do il quale Cosentino diceva di essere terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti. Insomma, sono anni di intercettazioni, di attività investigative. E questo è il quadro reale». C.Man. RIPRODUZIONE RISERVATA it® pug hese Puglia Medici ogni 1.000 ab. Media Italia, Infermieri ogni 1.000 ab. Posti letto per malati acuti ogni 1.000 ab. Ambulatori e laboratori pubblici ogni 100.000 ab. Spesa procapite a carico del SSN in euro Fonte: ministero della Salute ANSA-CENTIMETRI La difesa «Cosentino nutre rancore verso di me perché io l'ho licenziata» Pagina 88 Lady Asl: «Per aiutare quel medico mi impose di riaprire il concorso» Il racconto ai pm nell'aprile 2011: «Era una forzatura ma mi venne garantita la massima tutela» Cristiana Mangani ROMA. Sette pagine di j'accuse nelle quali Lea Cosentino, ex direttore generale dellaAsl di Bari, consegna ai magistrati che indagano sulla malasanità pugliese il manuale Cencelli di appalti e nomine. E l'8 aprile dello scorso anno quando la dirigente parla delle pressioni subite per assegnare determinati incarichi, e tira dentro il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola. Il pubblico ministero le chiede in particolare se «ha subito pressioni per la nomina dei primari», e lei risponde di sì, citando il caso dell'Unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. «Una pressione riguarda proprio quella nomina - spiega ai magistrati Ne12008 era andato in pensione il professor Carpagnano, molto bravo. Bandimmo il concorso eVendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e Le nomine Se non avessi ubbidito alle indicazioni era implicito che sarei stata fatta fuori Sanità nazionale secondo lui molto bravo . Espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere, in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l'istituzione non si sarebbe realizzata - continua l'indagata - Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi . Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. La dirigente insiste sul fatto che era una richiesta che stava molto a cuore al presidente della Regione. Cosentino: «Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotare il reparto delle attrezzature idonee per la funzionalità dello stesso». La procura vuole sapere anche come funzionava l'intero sistema sanità. E le domande partono da un'intercettazione e un incontro avvenuti nella sala privè dell'hotel De Russie di Roma, il 21 gennaio del 2009, al quale partecipava anche Giampaolo Tarantini, l'imprenditore dell'inchiesta sulle escort a Palazzo Grazioli. Pm: «Tra chi si applicava il manuale Cencelli?». Cosentino: «Nel 2005 si applicava in questo modo. Quando una Asl andava in quota Ds con il Direttore generale, poi il Direttore amministrativo e il Direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di Rifondazione e viceversa . Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare; noi direttori generali non conoscevamo le persone che nominavamo né la loro professionalità se non dai curricula. Dal 2007 è diventato più stringente il sistema di accontentare i partiti della maggioranza poiché con la ristrutturazione delle Asl i posti erano diminuiti : quindi fu- rono istituiti i posti dei sub-commissari per accontentare le varie correnti. Su ogni Asl che era stata accorpata, nominarono un sub-commissario in modo da aumentare i posti». Pm: «Lei ha mai ricevuto pressioni per gli appalti?». Cosentino: «Io, personalmente dictat espliciti non ne ho mai subiti anche perché non li avrei accettati. Comunque lo stile era quello di richiedere le cose con apparente gentilezza. Io ebbi però timore ad espletare gare di appalto, avendo percepito proprio che scontentare un imprenditore sponsorizzato dal politico di turno avrebbe determinato un disequilibrio negli assetti di Giunta e dei politici sul territorio nonché avrebbe prodotto delle ritorsioni nei miei confronti... Sulle nomine era assolutamente implicito che se non avessi obbedito sarei stata fatta fuori. Nell'ex giunta Vendola gli assessori che contavano di più e che influenzavano anche le scelte sulle nomine del management e potevano determinare l'espulsione dei Direttori generali erano per Bari Tedesco, Minervini e Loizzo, per Lecce Frisullo, per Taranto Pelillo, per Brindisi Saponaro, per Foggia l'assessore Gentile. Anche l'onorevole Grassi, parlamentare della Margherita, interloquiva per le nomine». Pm: «Quali sono i collegamenti fra politici e imprenditori?». Cosentino: «Per quanto a mia conoscenza Intini è collegato a Loizzo. Partipilo, Tre fiammelle e Columella a Tedesco. Per le forniture sanitarie la Dragher a Tedesco, così come le società di proprietà dei figli; Grassi a Pierino Inglese, la Lucente con Grassi». Pagina 89 La U annuncio dato dallo stesso governatore: «Sono sereno» Vendola indagato in Puglia: favorì la nomina di un primario Nuove accuse di Lady Asl, l'ipotesi è concorso in abuso d'ufficio ROMA - Sceglie di convocare una conferenza stampa d'urgenza per comunicare ufficialmente che è indagato. Gioca d'anticipo il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, e spiazza un po' tutti. Ieri mattina, uomini della Guardia di finanza gli hanno notificato l'avviso di chiusura indagine, il 415 bis, ovvero l'atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il Governatore è accusato di concorso in abuso d'ufficio continuato per aver favorito la nomina diun primario all'ospedale San Paolo di Bari, e la stessa ipotesi di reato è stata contestata anche all'ex direttore generale della Asl, Lea Cosentino, soprannominata lady Asl per le inchieste sulla malasanità pugliese. E stata propria lei a tirarlo in ballo raccontando particolari e dinamiche sull'assegnazione di nomine e appalti in ambito sanitario. E Vendola non ci sta. «Mi accusa una persona che è animata da forte risentimento nei miei confronti - dichiara - visto che sono stato io a licenziarla al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste. La dottoressa Cosentino e comprensibilmente animata da rancore nei miei confronti, tanto che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni». Il Governatore fornisce poi alcuni particolari sull'inchiesta: «Chiunque, qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi rari, relativamente ai concorsi - spiega - sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore. E infatti, nell'ambito di questa indagine si appura ovviamente che il professore Sardelli era il migliore, cioè non viene messa in dubbio la qualità. La dottoressa Cosentino mi accusa sulla base di sue Sanità nazionale dichiarazioni, non suffragate da nessun'altra prova, nessun altra documentazione. Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato, perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza». Il leader sel «Ho sempre e solo badato a che vincesse il migliore» Nel capo di imputazione della procura, viene sottolineato che dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009 «Lea Cosentino, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Nicola Vendola, presidente della regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità d ella pubblica amministrazione, ha intenzionalmente procurato a Sardelli un ingiusto vantaggio patrimoniale», favorendolo per «l'incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo». Sottolinea ancora Vendola che «nell'atto di chiusura delle indagini ci sono dei virgolettati che più o meno sono questi: Non preoccuparti ti copro io e Questa cosa la devi fare a tutti i costi... deve vincere per forza Sardelli. Sono virgolettati non attribuibili a me insiste - ma sono attribuibili alla dottoressa Cosentino che liberamente descrive i fatti secondo la sua memoria. Non sono intercettazioni, sono frasi. Siamo indagati soltanto io e lei. Cosentino come autrice di un abuso d'ufficio e io come istigatore dell'abuso. Senza le frasi specifiche che pronuncia lei nell'interrogatorio non si sarebbe potuto prefigurare un capo di imputazione nei miei confronti». Non solo. Il Governatore va indietro con la memoria e, per chiarire la sua posizione, cita anche alcune frasi pronunciate da un gip e da Giampaolo Tarantini, coinvolto anche lui nelle inchieste sulla malasanità pugliese. «Permettete - dice il leader di Sel - che io legga quello che scriveva un gip in una richiesta di archiviazione: Quanto alla posizione delpresidente Vendola, gli stessi commenti che formulano i soggetti interessati, Tedesco e Lea Cosentino, dimostrano l'assenza non solo di condotte, ma ancor prima di finalità e obiettivi dell'azione politica che possano in qualche modo dimostrare l'esercizio di pressioni e condizionamenti dell'attività istituzionale. Ricordo, poi - aggiunge - una frase molto significativa confermata dal principale imputato nelle indagini sulla malasanità, Tarantini, secondo il quale Cosentino diceva di essere terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti. Insomma, sono anni di intercettazioni, di attività investigative. E questo i è il quadro reale». C.Man. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 90 «Sponsorizzò il suo amico Sardelli e mi chiese di riaprire un concorso» di CRISTIANA MANGANI ROMA - Sette pagine di j'accuse nelle quali Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari, consegna ai magistrati che indagano sulla malasanità pugliese il manuale Cencelli di appalti e nomine. E l'8 aprile dello scorso anno quando la dirigente parla delle pressioni subite per assegnare determinati incarichi, e tira dentro il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola. Il pubblico ministero le chiede in particolare se «ha subito pressioni per la nomina dei primari», e lei risponde di sì, citando il caso dell'Unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero S.Paolo. «Una pressione riguarda proprio quella nomina - spiega ai magistrati -Nel2008 era an dato in pensione il professor Carpagnano, molto bravo. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo. Espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere, in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l'istituzione non si sarebbe realizzata - continua l'indagata - Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità». La dirigente insiste sul fatto che era una richiesta che stava molto a cuore al presidente della Regione. Cosentino: «Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotare il reparto delle attrezzature idonee per la funzionalità dello stesso». La procura vuole sapere anche come funzionava l'intero sistema sanità. E le domande partono da un'intercettazione e Al centro dell'indagine l'Unità di chirurgia toracica del San Paolo di Bari un incontro avvenuti nella sala privè dell'hotel De Russie di Roma, il 21 gennaio del 2009, al quale partecipava anche Giampaolo Tarantini, l'imprenditore dell'inchiesta sulle escort a Palazzo Grazioli. Pm: «Tra chi si applicava il manuale Centelli?». Cosentino: «Nel 2005 si applicava in questo modo. Quando unaAsl andava in quota Ds con il Direttore generale, poi il Direttore amministrativo e il Direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di Rifondazione e viceversa. Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare; noi direttori generali non conoscevamo le persone che nominavamo Paolo Sardelli né la loro professionalità se non dai curricula. Dal 2007 è diventato più stringente il sistema di accontentare i partiti della maggioranza poiché con la ristrutturazione delle Asl i posti erano diminuiti: quindi furono istituiti i posti dei sub-comm issari per accontentare le varie correnti. Su ogni Asl che era stata accorpata, nominarono un sub-commissario in modo da aumentare i posti». Pin: «Lei ha mai ricevuto pressioni per gli appalti?». Cosentino : «Io, personalmente dictat espliciti non ne ho mai subiti anche perché non li avrei accettati. Comunque lo stile era quello di richiedere le cose con apparente gentilezza. Io ebbi però timore ad espletare gare di appalto, avendo percepito proprio che scontentare un imprenditore sponsorizzato dal politico di turno avrebbe determinato un disequilibrio negli assetti di Giunta e dei politici sul territorio nonché avrebbe prodotto delle ritorsioni nei miei confronti... Sulle nomine era assolutamente implicito che se non avessi obbedito sarei stata fatta fuori. Nell'ex giunta Vendola gli assessori che contavano di più e che influenzavano anche le scelte sulle nomine del management e potevano determinare l'espulsione dei Direttori generali erano per Bari Tedesco, Minervini e Loizzo, per Lecce Frisullo, per Taranto Pelillo, per Brindisi Saponaro, per Foggia l'assessore Gentile. Anche l'onorevole Grassi, parlamentare della Margherita, interloquiva per le nomine». Pm: «Quali sono i collegamenti fra politici e imprenditori?». Cosentino : «Per quanto a mia conoscenza Intin i è collegato a Loizzo. Partipilo, Tre fiammelle e Columella a Tedesco. Per le forniture sanitarie la Dragher a Tedesco, così come le società di proprietà dei figli; Grassi a Pierino Inglese, la Lucente con Grassi». Awi'c Sanità nazionale Pagina 92 Vendola indagato "Favorito un primario" Accusato da "Lady Asl". L'ipotesi di reato: abuso di ufficio fl caso CARMINE FESTA BARI tavolta Nichi Vendola ha giocato d'anticipo. Ha convotato i giornalisti ieri pomeriggio per comunicare di aver ricevuto un avviso di conclusione delle indagini dalla Procura di Bari. L'ipotesi di reato per il governatore della Puglia è concorso in abuso d'ufficio . L'accusatrice è Lea Cosentino , indagata nello stesso procedimento. Vendola, secondo la Procura, avrebbe spinto per la nomina del professor Paolo Sardelli a primario di chirurgia toracica dell'ospedale San Paolo di Bari. Vendola si difende. Prima di andare dai magistrati in Procura , il governatore della Puglia racconta la sua versione ai cronisti : «Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza». E poi ha aggiunto : «L'accusa nasce solo e soltanto dalle dichiarazioni della dottoressa Lea Cosentino». Questo nome non è nuovo alle cronache giudiziarie baresi che riguardano gli scandali della sanità pugliese. Lea Cosentino, soprannominata «Lady Asl» è stata fino a poco tempo fa un potentissimo manager della sanità puglieL'EX MANAG ER Lea Cosentino: AI i fece riaprire un concorso per spingere un suo amico» IL PRECEDENTE Un episodio simile nel 2009 fu archiviato Sanità nazionale se. Poi fu arrestata nell'ambito delle inchieste su Gianpi Tarantini e il suo «sistema» di corruzione dei medici in tutta la regione convinti - secondo l'accusa della Procura - ad acquistare protesi e apparecchiature mediche in cambio di regali e favori di ogni genere. Lea Cosentino ora attacca Nichi Vendola. E nell'interrogatorio dell'8 aprile scorso ricostruisce i passaggi che poi ha tradotto in accuse: «Nel 2008 era andato in pensione il professor Carpagnano, molto bravo, e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e, secondo lui, molto bravo». Poi Cosentino aggiunge: «Espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere (altro ospedale di Bari) in una istituenda unità complessa». E conclude: «Quando Sardelli appurò attraverso Francesco Manna (capo di gabinetto di Vendola) che l'unità non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese di insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi». E quel concorso fu riaperto? Lea Cosentino ammette: «A fronte di tali richieste (...) lo riaprii». Ed è proprio contro Lady Asl che Nichi Vendola si è scagliato ieri: «Cosentino asserisce che all'origine di questa mia veemente interferenza ci sarebbe la mia amicizia con il professor Paolo Sardelli, elemento questo che è già stato smentito nei mesi scorsi dal professor Sardelli che ho conosciuto per essere una ve- ra promessa della scienza medica. Ma io a questo concorso, come a tutti i concorsi mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore». I toni del presidente e leader di Sinistra Ecologia e Libertà tradiscono l'irritazione per essere finito ancora al centro di indagini giudiziarie sulla sanità pugliese. La prima volta fu nei primi mesi del 2009 quando - sempre per presunte pressioni per la nomina di un primario all'ospedale «Miulli» ad Acquaviva delle Fonti nel barese - Vendola fu iscritto nel registro degli indagati della procura di Bari. L'assessore in carica era il senatore Pd Alberto Tedesco, poi dimessosi dall'incarico in polemica con il Pd. Anche allora Vendola prese un'iniziativa che fece discutere. Prima dell'estate inviò una lettera aperta al magistrato Desirèe Digeronimo, accennando alla sua difesa, che poi sostenne durante l'interrogatorio in procura. La bufera giudiziaria sul governatore fu arricchita da intercettazioni telefoniche di colloqui tra lui e Tedesco nei quali - per l'accusa - proprio il presidente si sarebbe informato sulle nomine ospedaliere e avrebbe spinto qualche nome. L'inchiesta finì con l'archiviazione della posizione di Vendola. IL GOVERNATORE «Sono sereno Ogni mia azione è stata trasparente» .. ... r Nichi Vendola con il professor Sardelli all'inaugurazione dei reparto di chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari Pagina 94 Scandalo san t í à Da tre anni nel mirino dei pm Lea Cosentino, «Lady AsI», fu sollevata dall'incarico di direttore generale della Sanità pugliese il 22 settembre 2009 durante la bufera giudiziaria che aveva travolto lei e il suo ufficio, per le intercettazioni emerse nel corso delle indagini che riguardavano «Gianpi» Tarantini, e le sue frequentazioni delle residenze private dell'allora presidente del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Lea Cosentino fu arrestata il 14 gennaio 2010 per falso in atto pubblico e peculato nell'ambito dell'inchiesta attualmente a processo davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Bari, in cui l'ex direttore generale è imputata insieme con altre otto persone di presunte irregolarità per la selezione per un posto da primario di allergologia nell'Ospedale di Altamura (Bari) e per la cosiddetta spy-story, la bonifica degli uffici della AsI da eventuali microspie installate nell'ambito delle inchieste sulla sanità pugliese. Cosentino è inoltre indagata in un fascicolo d'inchiesta, chiuso mesi fa, a carico di 15 persone - tra cui gli imprenditori Claudio e Gianpaolo Tarantini - accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e istigazione alla corruzione, peculato, turbativa d'asta, falso materiale e ideologico, truffa, frode in pubbliche forniture. Altra indagine in cui risulta coinvolta l'ex Lady AsI è quella a carico di 41 persone, tra cui il senatore Alberto Tedesco, ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, su una presunta rete in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate. Sanità nazionale Pagina 95 «Truccò un concorso», Vendola sotto accusa È indagato per aver favorito un primario facendo riaprire un bando. 4 inchiodarlo è «LadyAsl), Gian Marco Chiocci MassimoMalpica Un concorso per primario inguaia Nichi, il «poeta della politica », e Vendola si ritrova indagato a Bari per abuso d'ufficio. Il governatore pugliese, secondo la procura del capoluogo , avrebbe imposto la riapertura dei termini di un concorso da primario per consentire a un medico da lui sponsorizzato di parteciparvi e di aggiudicarsi quel posto . Arrivando a tranquillizzare la dirigente restia a forzare la mano con un esplicito «ti copro io». Ad accusarlo è proprio quest 'ultima, la «Lady Asl» pugliese Lea Cosentino, un tempo suagrande amica , che avevaparlato delle pressioni subite da Vendola giusto un anno fa, in un verbale dell '8 aprile 2011, aipmbaresiFrancescoBretone, Desirée Digeronimo e Marcello Quercia. Accuse che il Giornale aveva rivelato già i122 dicembre scorso , raccontando la «sponsorizzazione» delprimario, Paolo Sardelli, da parte del presidente della Giunta, e la «forzatura» imposta alla Cosentino («suistigazione e determinazione diVendola Nicola», annotano oggi i pm) per la riapertura dei termini del concorso. AVendola, che ieri ha giocato d'anticipo, annunciando di essere stato indagato in una conferenza stampa convocata ad hoc, è stato ora notificato l'avviso di conclusione delle indagini, datato 30 marzo 2012, che solitamente prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Secondo la procura, a settembre del 2008 la Cosentino avrebbe riaperto i termini del concorsoperilposto da primario di Chirurgiatoracica dell'ospedale San Paolo di Bari «al fine - scrivono i pm - di favorire esclusivamente la situazione personale di Paolo Sardelli, insistentemente segnalata da essoVendola («Quel concorso deve vincerlo Sardelli»)». Il medico «sponsorizzato» da Vendola non aveva nemmeno presentato domanda quando il concorso era stato bandito la primavolta, perché - racconta la Cosentino a verbale - confidava «di poter essere collocato presso il Di Venere (altro ospe- Lea Cosentino: «Mi disse: "Non ti devi preoccupare di questa cosa, ti copro io"» ni che Vendola avrebbe dato alla C osentino, garantendole in cambio della «forzatura» la «propria protezione da eventuali rilievi e/o iniziative di terzi cointeressati ("Non ti devi preoccupare di questa cosa! Ti copro io!")». Le toghe ipotizzano dunque l'«ingiusto vantaggio patrimoniale» procurato daVendola e daLadyAslalprimariovincitore, e «il danno ingiusto» arrecato ai tre medici esclusi da quell'incarico. Intanto il governatore indagato reagisce lodando il primario dalla nomina «chiacchierata» e prendendosela con la Cosentino. Nichi, che difende la scelta del dottor Sardelli, «conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica», replica al suo coinvolgimentonell'ennesimo filone delle inchieste sulla sanità pugliese sostenendo che il teorema della procura «si basa soltanto ed esclusivamente sulle dichiarazioni rese daunapersona che ha motivi di rancore nei miei confronti». Ossia proprio l'ex Lady Asl, la donna che lo stessoVendola, prima del ciclone giudiziario sulla malasanità pugliese, avrebbevolutopromuovere assessore alla Sanità alposto dell'indagato, poi promosso senatore dal Pd, Alberto Tedesco. dale del capoluogo , ndr) in una istituendaunità complessa». Che però non fupiù istituita, e allora, prosegue l'ex commissariadellaAslBari, «Vendolamichiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire a Sardelli di parteciparvi». Era «chiaramente una forzatura», ammette la Cosentino con i pm, «ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata». E Sardelli, « effettivamente ilpiùtitolato», grazie a quell'escamotage vinse ílposto al San Paolo. E già che c ' era, aggiunge ancora LadyAsl, «miimpose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotarlo delle attrezzature idonee». Accuse precise quanto pesanti , ribadite in un interrogatorio a gennaio scorso, sfociate in un nuovo fascicolo d'indagine e ritenute credibili dai magistrati pugliesi. Che nell' avviso di conclusione contestano non solo l'iter irrituale e la nomina « ad personam», ma anche le VERBALE/2 «Voleva favorire Paolo Sardelli». Che però non aveva presentato la domanda Sanità nazionale +.Tn i-o ú- cn- ,Yendcla s_^[m accasa Pagina 96 D I FESA GOFFA « lo i ntervengo . solo r Anca il migliore» Bari - Alle cinque del pomeriggio il presidente della Regione Puglia,NichiVendola, convocaigiornalisti e annuncia l'ultimo terremoto che si abbatte sul centrosinistra pugliese. «Sono indagato», rivela il governatore. Che prima si difende assicurando che i suoi «unici interventi, rari, relativamente ai concorsi, sono stati sempre mirati alla raccomandazioneche potessevincereilmigliore», e poi attacca: «Mi accusa - dice JT1 i ?STI riferendosi a Lea Sandro Frisullo Cosentino, direttoe, sotto Alberto re della Asl di Bari Tedesco e nota come "lady Asl"-unapersona animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento -'" del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità». Insomma, nessun passo indietro . Al contrario, il governatore si dichiara «assolutamente sereno, come sempre in passato, perché ogni mia azione - precisa - è stata sempre improntata a garantire la trasparenza». In passato Vvndola si era già dovuto difendere nell'ambito di in un'altra inchiesta sulla gestione della sanità pugliese e in particolare sulle nomine di dirigenti e primari. Il governatore, accusato di tentata concussione, era rimasto coinvolto negli accertamenti che hanno invece travolto l'exassessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco. Ma al termine delleindagini, nel marzo del2010, i pm chiesero l'archiviazione per il presidente della Regione. L'istanza fu accolta dal giudice per le indagini preliminari Sergio Di Paola. La gestione della sanità pugliese è da tempo al centro di una serie di scandali che si sono abbattuti sul centrosinistra. L'inchiesta principale è quella condotta sull'ex assessore regionale Alberto Tedesco, ex senatore delPdadesso nel gruppo misto, peril quale la Procura ha chiesto l'arresto, negato dal Parlamento. Nei confronti del parlamentare il Riesame e la Cassazione hanno stabilito però la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. Ma non è tutto. Perché nel mirino della magistratura è finito datempo anche l'exvice presidente della giunta regionale, Sandro Frisullo, esponente del Pd, accusato di aver favorito la scalata del "re delle protesi" Gianpaolo Tarantini, dal quale avrebbe ottenuto in cambio denaro, capi di abbigliamento e prestazioni sessuali da parte di escort. La procura ha già chiesto il rinvio a giudizio. BCas -zY'.tiSsÌ VTL iI?Eadss.. -•• •.- eirnrrò u.^. con[crsar, VervJda s tro xciaa Sanità nazionale Pagina 98 soldi e politica RACCOMANDATO Il numero uno della Regione intervenne in prima persona per segnalare il chirurgo, che era un suo «amico» e che egli stesso reputava «molto bravo» Spintarella al primario. Indagato Vendola Il governatore deve rispondere di concorso in abuso d'ufficio: avrebbe favorito la nomina di un medico del San Paolo di Bari L'accusatrice è Lea Cosentino, la ldyAsl dell'inchiesta Tarantini. I pm: «Nichi le diceva: ti copro io». Lui si difende: sono sereno ... segue dalla prima CHIARA BUONCRISTIANI (...) Marcello Quercia e dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno, riguarda il concorso per primario di chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari. Al governatore si addebita di aver favorito la nomina del professor Paolo Sardelli. Ad accusarlo è stata Lea Cosentino, ex dirigente dell'Asl Puglia. Nota come Lady Asl, e già al centro delle inchieste sugli affari dei fratelli Tarantini, Cosentino risulta indagata anche in questo procedimento. Araccontare dell'avviso di garanzia è stato lo stesso Nichi Vendola. Nel corso di una conferenza stampa convocata d'urgenza, si è definito «sereno». Il presidente del gruppo PdL al Senato Maurizio Gasparri ha ironizzato sulla «rapidità con la quale la Procura di Bari ha indagato il presidente Vendola». Per il leader dell'IdVAntonio Di Pietro, invece, «chi è innocente va di corsa dai magistrati». «TI COPRO 10» Nell'avviso di conclusione delle indagini i pm inquirenti scrivono che Lea Cosentino, nella qualità di direttore generale dell'Asl di Bari, con «più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento ed imparzialità della pubblica amnninistrazione, avrebbe intenzionalmente procurato a Paolo Sardelli un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecato un danno ingiusto agli altri». Ancora, rifendosi alla con- Sanità nazionale dotta degli indagati : «Vendola (...) assicurava tra l' altro alla Cosentino la propria "protezione" da eventuali rilievi e/ o iniziative di terzi cointeressati». Secondo LadyAsl, scrivono i magistrati, il leader di Sel avrebbe rassicurato apertamente l'allora direttore della Asl Puglia: «Non ti devi preoccupare di questa cosa ti copro io!». Nelle sette pagine del memoriale di Lea Cosentino , che a dicembre dello scorso anno decide di parlare con i magistrati e raccontare delle "pressioni" su bite, si legge che «un'altra pressione riguarda la nomina di prirnario per la unità operativa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008», spiega la Cosentino, «era andato in pensione il professor Carpagnano molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo; espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la doimanda confidando di poter essere collocato presso il DiVene,re in una istituenda unità conn,plessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo -gabinetto di Vendola, che l'istituzione non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insisten- temente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già compostala commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotare il reparto delle attrezzature idonee per la funzionalità dello stesso». LA DIFESA DI VENDOLA Un racconto imbarazzante, ma il governatore pugliese ostenta tranquillità. «Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza», ha detto il governatore durante la conferenza stampa. «A questo concorso, come atutti i concorsi», ha spiegato Vendola, «mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore». Poi ha aggiungo: «Qualnque direttore generale sa che i miei unici interventi rari, relativamente ai concorsi, sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore. Il presidente della Regione Puglia si è poi difeso mettendo in dubbio la versione di Lady Asl: «Mi accusa la dottoressa Cosentino, mi accusa sulla base di sue dichiarazioni rese tre mesi fa, non suffragate da nessun altra prova, nessun altra documentazione, mi accusa», ha insistito, «una persona che è animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità». Pagina 100 Favori un primario Indagato Vendola Inchiesta sul governatore per abuso d'ufficio dopo le rivelazioni dell'ex dirigente dell'Asl Michele De Feudis BARI Scossa giudiziaria alla poltrona del governatore pugliese Nichi Vendola: è indagato per concorso in abuso d'ufficio per aver favorito la nomina di un primario all'ospedale San Paolo di Bari. È stato lo stesso leader di Sel a informare i media con una conferenza stampa nella sede della presidenza della Regione. L'operato di Vendola è finito al vaglio dellaProcura dopo le rivelazioni sul "sistema sanità" emerse dagli interrogatori a cui è stata sottoposta Lea Cosentino, ex supermanager della più grande Asl pugliese: dal racconto dellafascinosa avvocatessa salentina gli inquirenti hanno potuto acquisire una mappa dettagliata dei metodi con cui la maggioranza di centrosinistra si approcciava alla gestione di appalti e come sarebbe intervenuta con "raccomandazioni progressiste "per lanomina dei primari. Sanità nazionale Gli inquírenti II centrosinistra faceva «raccomandazioni progressiste» La reazione di Nikita è stata immediata: «Mi dichiaro assolutamente sereno. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza. Ho ricevuto dalle mani di alcuni finanzieri l'avviso di conclusione delle indagini sul concorso per primario di chirurgia toracicanell'ospedale San Paolo di Bari che è stato vinto dal professore Paolo Sardelli e mi si addebita di aver favorito la sua nomina». Vendola prima lia definito il suo coinvolgimento frutto del risentimento che la Cosentino coverebbe nei suoi confronti, dal momento che l'ha licenziata dopo le prime avvisaglie della Sanitopoli, e poi ha respinto ogni schizzo di fango: "A que- sto concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsiveri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore". Nell'avviso di conclusione delle indagini il procuratore Lino Giorgio Bruno, insieme ai sostituti Desirè Digeronimo e Francesco Bretone, ipotizzano che l'imparzialità della pubblica amministrazione sarebbe stata violata dalla Cosentino «su istigazione e determinazione di Vendola», che avrebbe assicurato a Lady Asl "la propria protezione" da eventuali rilievi o iniziative dei terzi cointeressati". La Cosentino nel dicembre scorso aveva così spiegato agli inquirenti: «Nel 2008 era andato in pensione il professor Carpagnano. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procederevelocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bra- Pagina 102 vo; espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l'istituzione non si sarebbe rea- lizzata, Vendolami chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi". LaCosentino, nonostante fosse in dissenso con Vendola, riaprii i termini del concorso "con la scusa di consentire il massimo accesso atutte le professionalità. Era chiaramente unaforzatura". Sarcastica la reazione dei coordinatori regionali del Pdl, FrancescoAmoruso eAntonio Distaso: "Dopo anni, le montagne di inchieste giudiziarie aperte sulla gestione degli Enti Locali pugliesi da parte della sinistra partoriscano ostriche, cozze pelose e topolini. Prendiamo altresì atto che, ancora una volta, e come accaduto per Emiliano, anche Vendola potevanon sapere". Nonè sorpreso dell'iscrizione diVendolanel registro degli indagati Alberto Tedesco, senatore eletto nelle liste Pd e ex assessore alla Sanità: «Nichi si dice sereno e avrà i suoi buoni motivi. Dovrebbe dimettersi? E una scelta che attiene alla sua volontà e alla coerenza con le sue affermazioni passate». Presidente Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, respinge le accuse frutto del risentimento che la Cosentino «coverebbe nei suoi confronti, perché l'ha licenziata dopo le prime avvisaglie della Sanitopoli pugliese» Sanità nazionale Accusatrice È Lady Asl, Lea Cosentino: «Fu Vendola a dirmi di riaprire il concorso per far entrare Paolo Sardelli diventato poi primario di chirurgia toracica dell'ospedale San Paolo di Bari» Pagina 103 E GIUSTIZIA Sentenza choc « II vaccino provoca ! ' utim » , È polemca tra medici e giudic Il tribunale di Rimini condanna il ministero a risarcire i genitori di un bimbo che s'è ammalato dopo la «trivalente». la per gli scienziati non c'è alcun legame Enza Cusmai La vaccinazione trivalente può scatenare la sindrome diKanner?In altre parole: ilvaccino contro rosolia, morbillo e parotite puòportare all'autismo? Ne è convinto LucioArdigò, giudice del Lavoro del tribunale di Rimini a dispetto di quanto sostenuto dall'intera comunità scientifica che grida allo scandalo e considera un «falso scientifico» questa decisione.Il caso che ha fatto saltare dalle sedie non pochi virologi e molte persone al ministero della Salute risale al2004 quando un bambino di due anni, B.V. viene portato alla Ausl di Riccione dai genitori a fare latrivalente, che immunizza dalla rosolia, la parotite e il morbillo. È una vaccinazione non obbligatoria ma consigliata. Il morbillo, si sa, può provocare anche gravi conseguenze come polmoniti ed encefaliti e i due coniugihanno scelto laprevenzione. Ma ilbimbo dopo l'iniezione non sta molto bene. Non appare la solita febbriciattola innocua e passeggera ma diarrea e nervosismo. Neimesi successivi, invece, il piccolo manifesta gravi segni di disagio psico-fisico che sfociano, dopo tre anni, in una conclamata diagnosi di autismo che gli attribuisce ilriconoscimento dell'invalidità totale. Cosa è successo? La trivalente ha scatenato una sindrome o è stata una pura coincidenza? I genitori del piccolo non si danno pace e chiedono ilparere di un esperto, il dottor Niglio che convalidala conse- Sanità nazionale guenza di causa-effetto tra vaccino e autismo. Da qui scatta la denuncia contro il ministro della SaIute e la decisione a loro favore in prima istanza. Secondo il Tribunale di Rimini esiste «una ragionevole probabilità scientifica» che il vaccino scateni questa patologia. Orail ministero è condannato arisarcire la famiglia sempre che in appello sia sposata lalinea delpretore. Questa sentenza, infatti, ha scatenato le ire della comunità scientifica e le preoccupazioni del ministero che teme un abbassamento della guardia proprio sul fronte della trivalente. In Italia, infatti, solo i160% della popolazione ha assunto ilvaccino e per eradicare ilvirus del morbillo bisognerebbe salire a quota 80. Un obiettivo che si pone anche ilBoard scientifico del Calendario vaccinale per la vita, che riunisce figure diprestigio dell'Igiene e della Sanità pubblica. Questi esperti credono nella necessità della vaccinazione e puntano il dito contro la sentenza di Rimini perché «rischia difarperdere fiduciain uno strumento preventivo fondamentale perla salute dei bambini e di tutta la popolazione, con conseguente riemergenza di malattie gravi e talora anche mortali, come il morbillo, inducendo peraltro nei genitori di bambini affetti da una seria patologia come l'autismo la falsa convinzione di aver trovato la ragione di tante sofferenze patite». Insomma, gli addetti al settore sono pressoché concordi nell'escludere un nesso travaccino e autismo. Tutti, tranne un medico britannico, Andrew Wakefield, che nel 1998 pubblicò sulla rivista «Lancet» un'indagine in cui venivano descritti diversi casi di bambini vaccinati che sviluppavano forme di autismo.Un caso isolato, perché lastessarivistaperò haritirato lo studio nel 2010, e indagini successive hanno definito «una frode deliberata le conclusioni del medico, che nel frattempo è stato anche radiato dall'albo britannico». . GLI La protesta : «Si rischia di minare un prezioso strumento preventivo» I Pagina 104 in Parlamento di Ilaria flava EllaOne, si fermi la vendita» ospendere la vendita del farmaco. È questa la richiesta contenuta nell'interrogazione parlamentare al ministro della Salute Renato Balduzzi che sarà presentata stamattina in una conferenza stampa al Senato su EllaOne. L'iniziativa è del senatore Stefano De Lillo (Pdl) e dell'intergruppo parlamentare per il valore della vita, composto da deputati e senatori di diversi partiti e che attualmente raccoglie 85 iscritti. Uno dei primi argomenti nell'agenda dell'intergruppo è stata la ripresa dei lavori parlamentari sul fine vita in commissione sanità al Senato, per cui si attende un incontro con il presidente Schifani al fine di accelerare i tempi. Ora, grazie all'iniziativa di De Lillo, l'intergrnppo si sta occupando della pillola dei cinque giorni dopo, disponibile in Italia nelle farmacie e catalogata come contraccettivo d'emergenza. Ed è proprio su questo punto che l'interrogazione vuole fare chiarezza. «EllaOne - spiega De Lillo - Sanità nazionale Oggi in Senato l'interrogazione dell'intergruppo per la vita al ministro della Salute Balduzzi: «Sospendete la diffusione della pillola dei cinque giorni» è potenzialmente abortiva perché non agisce sull'ovulazione ma sull'annidamento nell'utero dell'embrione. Non si tratta, quindi, di un contraccettivo. Su questo punto vogliamo innanzitutto informare illustrando i dati scientifici e spiegando il meccanismo di azione della pillola attraverso l'intervento di Beino Mozzanega, ginecologo dell'Università di Padova. Poi invieremo il testo dell'interrogazione ai colleghi affinché si possa sottoscrivere prima di inviarla al ministro». interrogazione illustra l'iter di approvazione della pillola, ricordando la normativa nazionale e comunitaria sul tema, tra cui la legge istitutiva dei consultori, la legge sull'aborto e la Direttiva europea 2001/83 sui medicinali di cui si cita in particolare l'articolo 4, che afferma che le procedure di approvazione comunitarie dei farmaci non ostano all'applicazione delle legislazioni nazionali che vietano o limitano la vendita, la fornitura o l'uso di medicinali a fini contraccettivi o abortivi. Inoltre si ricordano gli studi scientifici relativi all'efficacia antinidatoria di EllaOne e quindi del suo effetto abortivo. ,lunico studio realizzato anti ovulatorio della pillola, M\Lu dimostra che «l'ovulazione risulta ritardata unicamente nelle otto donne trattate all'inizio del periodo fertile; se il farmaco è assunto nel giorno successivo l'ovulazione è ritardata soltanto in undici donne su quattordici, mentre nei due giorni ancora successivi, cioè nei due giorni che precedono l'ovulazione e che sono i più fertili del ciclo mestruale, ellaOne non è più in grado di interferire con l'ovulazione, che si verifica regolarmente e senza alcun ritardo». Ma queste caratteristiche del prodotto non sono, secondo i firmatari dell'interrogazione, adeguatamente illustrati nel bugiardino del prodotto e la vendita costituirebbe quindi pratica commerciale ingannevole. 0 RIPROŒJZIONE RISERVATA Pagina 107 a? L'incredibile caso inglese del medico padre biologico di 600 bambini, affiorato dopo decenni di silenzio, dovrebbe far riflettere chi intende eliminare dalla legge 40 il divieto di ricorrere a gameti esterni alla coppia a notizia è di quelle che raggelano, anche se non essendo più una novità, forse ci stiamo abituando anche a questo. È stato dimostrato tramite il test del dna che il direttore di una clinica di riproduzione artificiale, attiva per decenni in Inghilterra, è padre biologico di almeno 600 delle circa 1500 persone concepite da donne inseminate in quella struttura negli anni tra il '40 ed il '60. A causa della scarsità di seme maschile disponibile, per non deludere l'alto numero di richieste (provenienti anche dalla high society londinese), il biologo austriaco Bertold Wiesner, direttore della Barton clinic, ha provveduto direttamente alla «donazione». Di fronte a questa, come a molte altre bizzarrie che la cronaca bioetica e biogiuridica ci propone, si possono avere vari tipi di reazioni. Tra le reazioni oppositive, c'è spesso quella emotiva, energica e vigorosa dapprincipio, ma che poi si spegne e lascia che le cose seguano il loro corso. C'è anche la reazione nostalgica, che depreca il declino etico delle nostre società e si ferma lì, impotente a fronteggiare con efficacia il corso degli eventi (che magari sventola con arroganza la bandiera di un traballante progressismo scientista, che procede goffamente e senz'alcuna direzione). Ovviamente, vi sono anche reazioni favorevoli: la reazione entusiasta, per esempio, quella che saluta ogni novità e famiglia e natura con un misto di prometeismo e curiosità morbosa. C'è anche, un poco meno spudorata, la reazione indifferentista: che ognuno faccia quel che crede - essa esclama -, basta che non vi siano violenze, che non si manchi di rispetto a nessuno, che la libertà sia conservata e la privacy protetta. essuna di queste reazioni è adeguata a un problema di rilievo pubblico, com'è sempre un problema biogiuridico: da una parte, perché le emozioni (favorevoli o avverse) sono guide malfidate per i decisori collettivi, e dall'altra perché il diritto non è mai semplicemente il tutore dell'arbitrio individuale. Chi, già da qualche tempo, va ripetendo che il diritto può avere qualsiasi contenuto, o non ha capito che il diritto è storia degli uomini e ne protegge e promuove beni ed interessi (quanto più universali, meglio), o lo ha capito perfettamente, e lo considera né più né meno che uno strumento del potere - cioè il contrario di un argine ai suoi abusi, come il liberalismo ci ha voluto insegnare dalle guerre di religione fino ai diritti dell'uomo. g\ul punto specifico, a `dettare un rigoroso S, SS di fecondazione eterologa - a un mese e mezzo dall'udienza costituzionale che dovrà decidere se è compatibile con la nostra Carta fondamentale l'art. 4, comma 3', della legge 40/2004, ove tale divieto è stabilito - non è tanto la paura di attivare patologie genetiche dall'incontro sessuale di individui che a loro insaputa sono apparentati. Le ragioni pragmatiche, anche quelle più incisive, sono sempre contingenti e superabili: qui il punto è di principio. Vietare la fecondazione eterologa, proibire cioè il ricorso a seme estraneo alla coppia genitoriale, significa promuovere l'unità della coppia, la saldezza dei legammi orizzontali (tra i coniugi) e verticali (generazionali), assicurare per quanto possibile la certezza genetica, psicologica, esistenziale del nuovo nato; significa anche tutelare la famiglia, responsabilizzare i coniugi a partire dal vincolo generativo. Scoraggiare le pratiche di «donazione» del seme, dal lato maschile come da quello femminile, implica rafforzare soprattutto nei giovani la consapevolezza della natura non strumentale, e ancor meno commerciabile, della loro sessualità: e così aiutarli a comprendere la propria dignità corporea, evitando di ridurre la potenza riproduttiva che portano dentro di sé a merce di scambio per pagarsi l'università o comprarsi l'ultimo iPhone (per non dire di situazioni, più frequenti e più disperate, in cui si ricorre alla «donazione», specialmente di ovuli, o alla locazione d'utero, per ragioni di vera e propria sopravvivenza, in analogia alla «donazione» di organi: ma anche qui si rischierebbe di propendere per argomenti di tipo fattuale ed emozionale, che distolgono lo sguardo dai profili davvero cruciali e universali, che devono orientare le decisioni collettive.). gg, chi controargomenta (ancora, sul 1@ piano fattuale) che vietando l'eterologa si impedisce per sempre di diventare padre o madre a soggetti con seme inidoneo alla fecondazione, è sufficiente obiettare che tale impedimento non dipende dalla legge, ma dalla realtà delle cose: è dunque insormontabile, giacché le tecniche di riproduzione artificiale non sono guaritive ma si limitano ad aggirare un ostacolo, non restituiscono una salute impossibile, ma simulano legami biologici inesistenti. I 600 bambini concepiti col seme del biologo Wiesner non sono figli dei loro padri sociali: i quali sterili, purtroppo, erano prima del ricovero delle loro mogli presso la Barton clinic, e sterili sono rimasti anche dopo dell'identificazione Sanità nazionale Pagina 108 l'esito favorevole della procedura d'inseminazione artificiale. Come sono e purtroppo resteranno sterili, nonostante il luccichio dei vetri a specchio dei magnifici centri di riproduzione assistita spagnoli o danesi, i mesti viaggiatori del cosiddetto «turismo procreativo». Meglio simulare coi legami adottivi, equidistanti da entrambi i genitori e non problematici dal punto di vista della provenienza dei gameti: o reinterpretare in altre direzioni, magari meno materiali ma non per questo meno significative sul piano spirituale e psicologico, il proprio umanissimo desiderio di genitorialità, senza trasformarlo nella giustificazione di un impulso narcisistico. C'è un'intera idea di mondo dietro l'opzione pro o contro la fecondazione eterologa: e la speranza è che i giudici costituzionali, memori anche della rispettosa delicatezza con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ha trattato la questione in relazione alla legge austriaca (che adotta la medesima soluzione della vigente legge italiana), ne siano consapevoli e sappiano trarne le conseguenze biogiuridiche adeguate. © HIPHOWZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 109 L'anima? C'è fin dal concepimento ell'omelia della Messa crismale del Giovedì Santo Benedetto XVI ha fatto un accenno al tema dell'anima rilevando che, secondo alcuni, la parola anima [ ... ] esprimerebbe un dualismo tra corpo e anima, dividendo a torto l'uomo». Ora, per il Papa, «certamente l'uomo è un'unità [...1. Ma questo non può significare che non abbiamo più uñ an ima, tiri principio costitutivo che garantisce l'unità dell'uomo nella sua vita e al di là della sua morte terrena». L un accenno che va raccolto, anche per le sue possibili connessioni con la bioetica. Va subito chiarito che, diversamente da quanto pensano molti, l'anima non è solo oggetto di fede ma anche di conoscenza filosofica e nella storia del pensiero si trovano diverse dimostrazioni razionali della sua esistenza, facilmente rintracciabili sui manuali di filosofia. ià per Aristotele l'anima è il principio che dà vita, è ciò che distingue gli esseri animati da quelli inanimati, è altresì la forma che struttura la materia di un vivente, il suo principio di configurazione. Ora, c'è un principio vitale per ognuno dei tipi di viventi: vegetali, animali, uomini, ma solo ]'anima umana è spirituale e razionale, è principio non solo di attività vegetative e/o sensitivo-motorie, ma anche cognitive, deliberative, amorose, estetiche, ecc. rente, mentre il corpo non è trasparente, bensì opaco, eppure l'anima traspare. unità profonda tra anima e corpo ha diverse conseguenze bioetiche. Ne accenniamo una: l'anima razionale è strettamente unita al corpo umano fin dal concepimento, e lo zigote non è mero materiale biologico. «Anche se la presenza di un'anima spirituale non può essere rilevata dall'osservazione di nessun dato sperimentale - si legge nell'Istruzione Dignitas personae (2008) della Congregazione perla dottrina della fede, citando l'analogo documento Donum vitae del 1987 - sono le stesse conclusioni della scienza sull'embrione umano a fornire "un'indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza personale fin da questo primo comparire di una vita umana: come un individuo umano non sarebbe una persona umana?». E poi: «L'embrione umano ha fin dall'inizio la dignità propria della persona». Diversi laicisti di professione su questo punto si appellano (proprio loro!) al già citato san Tommaso, che considerava omicidio l'aborto solo dopo il 40 ° giorno di gravidanza. 'Tuttavia egli non era infallibile. Inoltre in bioetica non vige il principio di l'autorità, bensì conta il ragionamento. Il punto è che, per Tommaso, l'anima razionale può essere unita solo a una «materia ben disposta», a un corpo adatto a esserne compenetrato. Non essendo provvisto delle odierne cognizioni biologiche, Tommaso non poteva sapere che già nello zigote c'è proprio una materia adatta, che contiene il progetto e le precise istruzioni che dirigono tutto lo sviluppo successivo del concepito stesso. O RIPRODUZIONE RISERVATA «L'embrione umano ha fin dall'inizio la dignità propria della persona». Lo sancisce il magistero della Chiesa. Ma le basi di questa affermazione decisiva per il rispetto dovuto a ogni uomo sono razionalmente accessibili e scientificamente fondate ome è implicito nell'accenno del Papa, molti filosofi hanno pensato l'anima umana contrapposta al corpo, dal quale ritenevano che essa si dovesse liberare dopo la morte. Non è però questa la concezione dell'anima né della fede cristiana né della filosofia di sanTommaso. Egli concepisce l'anima umana strettamente compenetrata al corpo, cosicché la persona è una totalità non costituita da due sostanze (anima e corpo) e nemmeno coincidente con la sola l'anima, ma è un'unica sostanza con due co-principi profondamente uniti. In tal senso, noi non "abbiano" bensì "siano" la nostra anima e il nostro corpo. L'unità tra corpo e anima si può argomentare in vari modi. Qui possiamo solo richiamare l'attenzione su un fatto: l'anima agisce sul corpo, addirittura traspare attraverso il corpo, l'interiorità determina in parte l'esteriorità: se siamo interiormente mesti o gioiosi il nostro viso lo manifesta (a meno di dissimulare). Certo, anche un contenitore fa trasparire il suo contenuto, per esempio una bottiglia di vetro fa trasparire il colore del liquido che essa contiene; ma può farlo solamente se il contenitore è traspa- Sanità nazionale Pagina 110 L'INTERVENTO PER ACCELERARE I PAGAMENTI DELLO STATO NON DOVRÀ INCIDERE SUI RATIOS I paletti delle banche per i debiti P a Gli istituti di credito sollevati dal rischio default delle imprese alle quali anticiperanno i soldi grazie al Fondo di garanzia pmi Un intervento tampone in attesa di una soluzione strutturale DI ANDREA BASSI p iù che a scalare la mon- tagna dei 70 miliardi di euro di debiti commerciali che le imprese vantano nei confronti della Pubblica amministrazione, l'accordo al quale lavorano Corrado Passera, l'Abi e Confindustria, dovrebbe servire a non innalzarne la vetta. I margini all'i nterno dei quali si muovono le banche, infatti, sono stretti. Almeno quanto quelli del governo, il cui problema fondamentale è non indurre Eurostat a conteggiare all'interno del debito pubblico i 70 miliardi del debito commerciale. Per gli istituti di credito , invece, il vincolo fondamentale da rispettare è quello che qualsiasi operazione su questo fronte sia ad assorbimento patrimoniale pari a zero , secondo i criteri di Basilea II. In caso contrario rischierebbero di peggiorare i ratios e finire nel mirino dei mercati. La soluzione che dovrebbe essere presentata giovedì 19 aprile, dunque, è questa: la Pubblica amministrazione certificherà alle imprese i propri debiti. Queste li porteranno in banca che, a fronte di questa sorta di pagherò, anticiperà una percentuale del valore del credito senza però subentrare nei confronti del debitore (come nel caso della cessione pro soluto ). Dunque il debitore della banca rimarrà Sanità nazionale formalmente l'impresa, che otterrà una affidamento aggiuntivo. La solvibilità dell'impresa, tuttavia, dovrà essere assicurata dal Fondo di garanzia delle Pini o dalla Sace. In definitiva ancora una volta dallo Stato. In questo modo, secondo i tecnici, si otterrebbero due risultati. Il primo è che il debito dello Stato non si trasformerebbe da commerciale a finanziario e, dunque, rimarrebbe fuori dal perimetro del debito pubblico. Il secondo è che le banche aumenterebbero i loro impegni verso le imprese senza peggiorare i ratios e, soprattutto, non aumenterebbero la loro esposizione verso lo Stato, dopo che con i fondi Bce hanno già incrementato i Btp in portafoglio di una cinquantina di miliardi (circostanza che, per inciso, non è piaciuta ai mercati). Funzionerà questo meccanismo? Probabilmente in parte, ma di certo non risolverà il problema. Innanzitutto sarà attivato inizialmente solo per i debiti della pubblica amministrazione centrale, che ammontano a «solo» 17 miliardi di euro sui 70 complessivi. Bisognerà verificare anche di quanti soldi dispone ancora il Fondo di garanzia, che deve accantonare il 10% di ogni finanziamento garantito. Questo significa che se in cassa ci sono 500 milioni. i debiti della Pa smobilizzabili ammontano a 5 miliardi. L' idea, poi, è di estendere in futuro il meccanismo anche ai debiti di Regioni, Comuni e Asl. Il problema, però, è che in molti casi la legge vieta espressamente la certificazione, come quando le amministrazioni sono in stato di dissesto, o quando le Regioni hanno piani di rientro dal deficit sanitario (come Lazio o Campania) o se i Comuni sforano il patto di stabilità interno. Ovviamente questi casi sono anche quelli che, in genere, registrano i maggiori ritardi nei pagamenti. Le banche, poi, dovranno tenere conto del merito creditizio delle imprese alle quali effettuano l'anticipazione e, dunque, la platea potrebbe restringersi ulteriormente. Difficile dire a priori , insomma, quanta liquidità questa operazione sarà in grado di pompare sul mercato del credito. Probabile che il meccanismo vada a risolvere situazioni non croniche (ieri, per esempio, Assobiomedica ha ricordato che le strutture ospedaliere pagano ormai a mille giorni i loro debiti). Per verificare l'impatto della misura sarà comunque istituito un monitoraggio sul funzionamento di tutto il sistema per effettuare casomai delle correzioni in corsa. Quello che è certo è che lo Stato per ora non ha intenzione di stanziare risorse aggiuntive per cominciare a ridurre lo stock dei 70 miliardi. A gennaio lo Stato aveva finanziato circa 4 , 7 miliardi, la metà dei quali a carico del fondo per i rimborsi d'imposta dell ' Agenzia delle Entrate (una partita di giro in pratica) e 2 miliardi attraverso l'eventuale emissioni di titoli di Stato. Ma di questi si è persa traccia. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www. m ilanofinanza. it/banche .I - rzelll Occorre intervenire sul vero problema dell'Italia, ovvero l'enorme spesa pubblica Pagina 111 Pagare i debiti delle Pa va bene, ma serve un patto a quattro Si erano illusi in tanti. Sembrava che ba stasse fare fuori il Governo Berlusconi per risollevare le sorti dell' Italia, per ristabilire la credibilità internazionale ed un clima di fiducia all'interno. Sembrava che fosse sufficiente una premiership forte e un passo indietro dei partiti, ogni giorno sempre meno credibili per via delle malversazioni compiute nell'utilizzo dei rimborsi elettorali. Se è ripartita la sarabanda della speculazione, facendo schizzare in alto lo spread, è evidente che le ricette fin qui utilizzate per tranquillizzare i mercati non sono state quelle giuste. Più che insufficienti, sono state e sono sbagliate: i problemi italiani sono il debito pubblico e la debolezza del sistema produttivo. E invece, gli interventi in materia di pensioni, tassazione, liberalizzazioni e mercato del lavoro sono stati concepiti ad adottati senza tener conto della realtà economica italiana: non è un caso che le imprese ora siano preoccupate perché è venuto a mancare l'amtnortizzatore storico delle pensioni di anzianità, si è irrigidita la flessibilità nelle assunzioni e in prospettiva non ci sarà il cospicuo sostegno dell'indennità di mobilità. Anche la soluzione che si sta prospettando per attenuare il problema dell'immenso arretrato dei pagamenti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, spiegato nell'articolo qui sopra, rischia di essere un pannìcello caldo. Riforme calate dall'alto, pensate per aumentare la competitività interna e attrarre investimenti dall'estero. I soldi dall'estero arrivano già, ma non per ampliare la nostra base produttiva: soprattutto cinesi e tedeschi comprano, a mani basse, tutto quello che trovano. Non hanno nessuna intenzione di produrre in Italia: acquisiscono il know how delle nostre medie imprese che integrano in apparati industriali Dl GUIDO SALERNO ALETTA di ben altra taglia e potenziale finanziario. Comprano per portare via. Gli imprenditori italiani, prima scoraggiati e ora fortemente preoccupati, non si arrischiano né a fare nuovi investimenti né tanto meno a chiedere nuovo credito. La tassazione li perseguita, gli oneri per gli interessi salgono, il mercato interno evapora e non hanno le spalle larghe per fare di più. C'è il rischio che si guardino intorno, soprattutto all'estero, non per vendere, ma per farsi comprare. Il sistema bancario ha difficoltà oggettive a finanziare un sistema produttivo così frammentato, in un contesto interno ed internazionale difficilissimo: inutile tirarlo per la giacchetta. Serve invece un Patto a Quattro: imprese, sindacati, banche e Stato. Come nel' 31-' 33 e nel'77, per fronteggiare una crisi internazionale serve un contesto chiaro di riferimento per superarla: un progetto che affronti il tema produttivo. quello sociale, gli aspetti finanziari e le garanzie pubbliche. Dopo la crisi finanziaria del '29 si crearono l'hai e l'Iri, dopo la crisi petrolifera del '73 si varò una legge per la riconversione industriale e la ristrutturazione dei diversi settori produttivi, rimettendo in discussione anche i tradizionali vincoli di separatezza tra banche ed imprese. Oggi, invece, occorre fornire agli imprenditori che ne abbiano la voglia e la capacità di aggregare e integrare attorno a sé quel sistema produttivo pulviscolare che serve per consolidare fatturati e crescere almeno del doppio, se non del triplo. Anche sotto il profilo politico, è meglio gestire una fase di instabilità che deriva da processi di integrazione produttiva che una serie di fallimenti aziendali. Non si tratta di rimettere in discussione la storia recente dell'industria italiana, per rivangare se e quanto sia stato corretto affidarsi per un trentennio a un sistema di piccole e medie imprese: ha avuto i suoi pregi ma ora mostra limiti insuperabili, in una competizione globale che non ammette mezze misure e soprattutto una crescita interstiziale. Occorre pensare in grande, come solo gli imprenditori sanno fare. Servono imprese grandi, in grado di competere sul mercato globale. Occorrono aziende grandi, in cui la cooperazione tra capitale e lavoro è fondamentale, rispetto a cui il sostegno finanziario è indispensabile e le garanzie pubbliche di welfare ineludibili: è intorno a questi progetti imprenditoriali che vanno costruitele politiche pubbliche. Serve uno schema di riferimento unitario, che consenta di rendere praticabili i progetti di ricostituzione di grandi complessi produttivi, che mettano a fattor comune tutto ciò che già esiste ma che è disperso in tante microrealtà aziendah: solo chi si accinga a tanto potrà contare sui vantaggi di un mercato del lavoro davvero flessibile in entrata e in uscita, l'assistenza dei sistemi di outplacement per la manodopera esuberante, programmi veri di riqualificazione del personale, sostegni bancari ragguardevoli e sgravi fiscali, cospicui e certi con un orizzonte almeno a dieci anni. La realtà è quella che è: ci sono imprenditori, sindacalisti, banchieri e politici: quelli che ci sono, da mettere intorno al tavolo. E inutile attendere gli uomini nuovi, i cavalieri senza macchia e senza paura che verranno domani o domani l'altro, magari da fuori. I grandi uomini non nascono tali: sono gli eventi ed i progetti cui riescono a dar vita a renderli tali. Se ne sono capaci. (riproduzione riservata) rii Sanità nazionale ,tió r e i `i.i a Pagina 112 i°ederalis .11 potere dei governatori La riforma mancata e i suoi frutti amari di Roberto Turno anager di Asl e ospedali, primari, vice primari. Poltrone che logorano chi non le ha, avrebbe detto Giulio Andreotti. Perché sono nomine che valgono prestigio e potere. Per chi le incassa e per chi le elargisce. t attorno ai criteri di scelta degli uomini d'oro della sanità che dapiù di dieci anni si sta consumando una (inutile) battaglia dei lunghi coltelli nelmondo antico del servizio sanitario nazionale. Con una complicazione in più, frutto avvelenato del federalismo nato nel 2001: forti del potere ottenuto in punta di devolution, i governatori da anni rimandano al mittente qualsiasi ipotesi di tagliare le unghie al ruolo della politica nella scelta dei vertici sanitari. E le riforme restano al palo. È accaduto con Livia Turco (Pd), conFerruccio Fazio (Pdl), si staripetendo col Governo dei professori. Sempre sotto lo stesso slogan: è il federalismo bellezza, qui comandiamo noi governatori. Che abbia o meno messo le dita nella marmellata della scelta del primario dell'ospedale barese SanPaolo, lavicenda del governatore della Puglia Nichi Vendola si inserisce di diritto nella storia di una riforma mancata e nelle resistenze dei partiti che non vogliono cedere di un millimetro e lasciare quote consistenti del potere che detengono. Estoriaproprio di questi giorni. Di scena alla Camera c'è la cosiddetta "govemance sanitaria", che tra le altre cose dovrebbe (il Sanità nazionale condizionale è d'obbligo) fare quasi piazza pulita delle nomine non raramente figlie del clientelismo deivertici di Asl e ospedali Periprimari (direttori distruttura complessa), in particolare, sipunta a sottrarre ilpotere quasi discrezionale dei direttori generali, diretta promanazione del governo regionale. La selezione, èlaproposta, dovrebbe essere effettuata da una commissione ad hoc, il direttore sanitario della struttura e due primari della stessa disciplina esterni L'ARROCCO DELLE REGIONI Pronto i1 parere negativo dei presidenti sulla nuova procedura per la nomina dei primari che limiterebbe le [oro possibilità di scelta ........................................................................ all'azienda sorteggiati. La commissione dovrebbe indicare una terna di candidati con i migliori punteggi e solo a quel punto il manager dell'ospedale individuerebbe ilprescelto «motivandone analiticamente la scelta». Naturalmente ci sarebbe molto da dire anche su questaprocedura. Ma sarebbe comunque un passo avanti sulla via della (quasi) trasparenza. E invece no: igovernatori, appena una settimana fa, si sono nuovamente arroccati. ]l parere negativo, giàpronto, è finito però.per il momento innaftalina. Forse nella consapevolezza dell'aria brutta che tira contro il clientelismo eilnepotismo. E contro i partiti. 0RIPR000ZIONE RISERVATA Pagina 113 Medicina, Antitumorale nato a Segrate Farmaco italiano bloccato in patria Franco Sarcina MILANO . Èuno di quei mali che solo a sentire il nome ti spaventa: melanoma metastatico, la formapiù aggressiva di tumore alla pelle. Eppure, da qualche mese a questa parte esiste, almeno per, il Soro dei pazienti, un farmaco che consente diallungare la speranza di vita, in precedenza in media fra i 6 e i 9 mesi. Si chiama vemurafenib, è sviluppato dalla Roche, e viene attualmente prodotto nei laboratori della società farmaceutica a Segrate, per poi essere distribuito in diverse parti del mondo: dagli Stati Uniti ad alcuni Paesi europei come Germania, Regno Unito, Lussemburgo e Svizzera. Il farmaco, sviluppato nel 2006, ha passato le varie fasi di test, e sta attendendo da qualche mese l'ok dell'Aifa (l'Agenzia del Farmaco) per poter essere commercializzato in Italia. Il melanoma metastatico colpisce in Italia circa i.8oo persone all'anno; il farmaco riesce ad agire aumentando il periodo di sopravvivenza - in forme tumorali così gravi, si tratta già di un risultato considerevole - in circa nel 50% dei casi, agendo suuna mutazione del gene BRAF V6oo. In pratica, il gene mutato comanda senza sosta alle cellule epiteliali di moltiplicarsi; il farmaco agisce inibendo questa proprietà del gene modificato. «Siamo molto orgogliosi di essere riusciti aportare la produzione del vemurafenib nel nostro Paese - ha dichiarato Maurizio de Cicco, ad di Roche SpA -. Il farmaco ha già ottenuto le autorizzazioni della Fda ad agosto 20H e dell'Ema (European Medicines Agency) nel febbraio del 2oi2, ed è già disponibile in diversi Paesi europei». In Italia però, perché possa essere commercializzato deve arrivare l'ok dell'Aifa, e.poi quello delle amministrazioni locali competenti. Per ora, oltre 350 pazienti in 21 centri hanno potuto beneficiare di questa terapia perché hanno partecipato alla sperimentazione, mentre la Roche già rende disponibile il farmaco a Sanità nazionale proprie spese, ma perché i pazienti ne possano usufruire ci vuole un ok ad hoc per ogni singolo caso. De Cicco chiede «una corsia preferenziale per patologie di questa gravità. In una p atologia dove solo un paziente su quattro è ancora vivo ad un anno dalla diagnosi, l'impegno di tutti è indispensabile per ridurrei tempi di accesso, soprattutto di fronte ad esempi concreti di farmaci personalizzati». Infatti, la ricerca antitumorale ha ormai compreso che' non esiste un farmaco "unico" TEMPI i E1 De Cicco (ad Roche): «Serve una corsia preferenziale per prodotti che curano patologie di questa gravità: occorre l'impegno di tutti» ....................................................................... in grado di agire ad ampio spettro neutralizzandola proliferazione di cellule tumorali all'interno di un organismo, ma esistono invece diversi farmaci che colpiscono tipi molto specifici di tumori. Verso questa direzione si è infatti anche mossa la Roche, e proprio il vemurafenib è un esempio dell'approccio della società con casa madre a Basilea, un approccio che la stessa Roche chiama Personalized Healthcare, Phc. Il farmaco è stato infatti sviluppato congiuntamente con un test diagnostico correlato: come spiega Roberto Silví, Professional Laboratory Marketing Manager di Roche Diagnostics Spa «è proprio la sinergia tra la componente. farmaceutica e quella diagnostica che rende unico il posizionamento del gruppo Roche nello sviluppo di test e farmaci "su misura" per specifici gruppi di pazienti». Nello stabilimento Roche di Segrate lavorano più di 400 persone iñ due differenti edifici, che producono più di mille tonnellate all'anno di prodotti farmaceutici "bulk", per un totale complessivo di 40 milioni di pezzi. [email protected] O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 114 i e lo «0 ^ giovani e 17alcol Sbronza a digmno sent rs per sentirsi del gruppo i i II report (stat su uso e abuso registra l'aumento del "Binge Drinking" ovvero dell'abitudine di bere fuori pasto con lo scopo di «sballare» Anziani e donne fra gli otto milioni di italiani con comportamenti a rischio JOLANDA guFAL'w' ROMA olitudine-gruppo, malinconia-stare insieme, sono binomi da tenere presenti nel cercare una spiegazione del cambiamento di abitudini nel rapporto con l'alcol. L'indagine Istat su "uso e abuso dell'alcol" ci dice che otto milioni di italiani bevono in modo rischioso e, fra questi otto milioni, i gruppi più a rischio sono i giovani e giovanissimi e gli anziani. I parametri sono quelli dell'Oms e delle tabelle appese nei ristoranti e nei bar per evitare di incorrere nei rigori del codice della strada. Gli anziani bevono troppo anche semplicemente perché non sanno che dopo i 65 anni i 2-3 bicchieri al giorno, considerati la quantità moderata di consumo di vino, dovrebbero essere ridotti a uno. Quello che più colpisce è invece il gran numero di ragazzi e ragazzini che bevono fuori pasto, in discoteca o nei locali dove si fa l'happy hour, e bevono strane bevande dai colori fluorescenti, cocktail e amaro, superalcolici e birra a fiumi. Sono quasi il 19% i teenager (14-17 anni) che bevono fuori pasto (erano il 15,5 nel 2001). E una fascia di età particolarmente delicata, spiega l'indagine Istat, «perché non si è ancora in grado di metabolizzare adeguatamente l'alcol». E ci sono «ragazze - racconta Gustavo Pietropolli Charmet - che mangiano lattuga dal lunedì al venerdì» poi ingollano una bomba ca- S Sanità nazionale raibica e «vanno in coma etilico». È il fenomeno del Binge Drinking, più volgarmente detta la sbronza, una tantum «6 o più bicchieri di alcol in un'unica occasione». Anche fra le ragazze e i ragazzi dagli 11 ai 15 anni la percentuale dei comportamenti a rischio è alta (12%) e, dice il rapporto Istat, «è grave perché è un comportamento che pone le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita». Gustavo Pietropolli Charmet ha appena pubblicato un libro, Cosa farò da grande? Il futuro come lo vedono i nostri figli (Latenza, 15 euro), è uno psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e docente all'Università Milano-Bicocca. Tutti i suoi libri sono dedicati all'adolescenza. «C'è un motivo certo - dice - per spiegare l'uso e l'abuso dell'alcol non individuale come dello spinello o delle droghe leggere», lasciando da parte il disagio individuale che non ha a che fare con le statistiche. Questo motivo è un «nuovo soggetto antropologico, il gruppo». Nel gruppo si definiscono gli obiettivi: «ridere, facilitare la comunicazione, la confusione che fa stare assieme». Stare assieme, non necessariamente stare bene assieme. «Si abbassa il livello del pudo- re, si stabilisce una maggiore confidenza che sembra amicizia, si ha così l'impressione di avere passato una bella serata». La domanda meno ovvia da porsi, invece, è perché il gruppo sia diventato così importante nella vita degli adolescenti. La spiegazione dello psichiatra è che i ragazzi sono già «immersi nella gruppalità da 0 a 15 anni, nella vita con i coetanei dal nido alla scuola superiore non hanno solo compagnia» formano anche le loro categorie di fondo, «cosa è giusto e cosa è ingiusto, cosa è bello e cosa no». E in questa dimensione che nasce la dipendenza, la disponibilità anche a «fare sacrifici». E il gruppo che beve troppo, senza distinzione di maschi e femmine, infatti la percentuale delle ragazze che beve è più alta di quella delle donne adulte. Magari al singolo non piace tanto o non è convinto, ma insieme «si supera la solitudine, la malinconia, la noia». In una periferia degradata, una banda di maschi può scegliere la violenza o la droga pesante, fra i ragazzi del centro, di buona famiglia si usa «l'alcol o la droga leggera per ottenere un effetto stupefacente blando che ti fa superare il rischio di sentirti solo». E infatti l'abitudine del Binge Drinking è più diffusa fra chi va in discoteca oppure in occasio- Pagina 117 ne di concerti e di spettacoli sportivi. Si sbronza di più chi va a ballare o alla partita (18%) di chi non ci va (6%) e in questo caso l'adolescenza si prolunga fino ai 44 anni (però forse quel 6% che beve troppo da solo sta peggio di chi si ubriaca in gruppo, è una percentuale che potrebbe denunciare disagio individuale). Il cambiamento del modello di consumo tradizionale, basato sulla consuetudine di bere durante i pasti, è particolarmente evidente fra le donne. Diminuisce infatti il numero delle consumatrici giornaliere da 5 a 4 milioni (l'ossessione delle diete), ma aumenta da 3,3 a 4,5 milioni quello delle donne che bevono fuori pasto. I190% delle giovani fra i 16 e i 29 anni beve così mentre sulla sbronza più o meno a digiuno incide per il 65% la fascia degli adolescenti. Il fenomeno del Binge Drinking che fa assomigliare il comportamento dei ragazzi italiani a quello dei loro coetanei del Nord Europa è in crescita ma non ha scalzato le consuetudini: in testa ai consumi di alcolici c'è sempre il Nord Est seguito a ruota dall'Italia Nord occidentale, e il vino è la bevanda preferita. Questo fa dire all'Osservatorio giovani che l'Italia resta un paese in cui c'è «maturità nel rapporto con le bevande alcoliche», mentre Cia e Confagricoltura ricordano che è importante l'educazione a bere bene.-:- Dati In percentuale HANNO CONSUMATO ALCOL 2001 2011 Maschi O Femmine Nell'ultimo anno 1 Occasionaime ; Fuori pasto LE DIFFERENZE DI GENERE VINO BIRRA 67.2 SUPERALCOLICI 61.8 '\ / 55,1 172,0 CHE COSA BEVONO Solo vino e birra 66,9 Anche altri alcolici E 237, 000 «Il gruppo importante per superare solitudine malinconia e noia» «Da 0 a 15 anni si sta con i coetanei e con loro si creano i valori» Sanità nazionale Pagina 118