Manuale di Medicina di Emergenza Urgenza

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Manuale di Medicina di Emergenza Urgenza
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Infezioni delle vie urinarie
G. Ferrara
Obiettivi
l
Analizzare l’inquadramento eziopatologico, diagnostico e terapeutico delle principali infezioni delle vie urinarie.
Caso clinico
A.D. è una giovane donna di 22 anni che si presenta in Pronto
soccorso perché lamenta dolore a livello lombare, minzione
dolorosa e frequente, malessere generale, ematuria, febbricola,
senso di tensione in sede sovrapubica.
Le condizioni generali sono buone. Dall’anamnesi si evidenzia che
già da qualche giorno manifesta una sintomatologia identica ma
molto meno intensa; la ragazza riferisce di essere portatrice di un
dispositivo intrauterino.
L’esame ecografico eseguito risulta negativo, il collega ginecologo
dopo la visita consiglia la rimozione del dispositivo intrauterino.
Per infezione delle vie urinarie (IVU) si intende una
­condizione generica che include sia la colonizzazione
asintomatica dell’urina da parte di germi, sia l’infezione sintomatica con invasione microbica e infiammazione delle strutture delle vie urinarie (Kunin, 1997;
Mobley e Warren, 1996).
Epidemiologia
Le IVU sono tra le condizioni che si incontrano più frequentemente nella pratica ambulatoriale (Lama et al,
1999). Interessano dal 25 al 40% delle donne adulte e il
3% degli uomini con anatomia e funzioni delle vie urinarie normali; nell’ambito delle visite ambulatoriali sono
seconde soltanto alle infezioni respiratorie.
Rappresentano importanti complicazioni in caso di gravidanza, diabete, rene policistico, trapianto renale e condizioni anatomiche o neurologiche che interferiscono
con il deflusso urinario.
Inoltre, sono le infezioni più frequenti sia in ospedale sia
nelle case di riposo, costituendo da sole oltre un terzo di
tutte le infezioni contratte in questi due ambienti.
Sono la causa principale di sepsi da Gram− nei pazienti
ospedalizzati. Circa la metà delle infezioni contratte in
© 2011 Elsevier S.R.L. Tutti i diritti riservati.
Viene eseguito l’esame dell’urina con urinocoltura e antibiogramma
e nell’attesa del risultato viene somministrato un fluorochinolonico
per 2-3 giorni che riduce la sintomatologia.
L’esame dell’urina evidenzia un’infezione da Escherichia coli in
quantità superiore a 100.000/mm3 e la paziente viene trattata con
antibiotico mirato e con la rimozione del dispositivo intrauterino
(probabile fattore di rischio); le viene anche consigliato di ripetere
l’urinocoltura dopo 7-10 giorni dal termine della terapia antibiotica.
Si è trattato di un caso di cistite batterica trattata con terapia
antibiotica.
ospedale, infatti, originano nelle vie urinarie in conseguenza dell’uso di cateteri urinari o di manovre urologiche
(l’utilizzo dei cateteri nei pazienti ricoverati è del 10%);
dopo la collocazione di un catetere a permanenza il 90%
dei pazienti sviluppa un’infezione nell’arco di 3-4 giorni.
Le IVU costituiscono anche un’evenienza frequente nella
pratica pediatrica (Maffioli et al, 1996): il rischio è elevato soprattutto nel primo anno di vita, in particolare
nei primi 3 mesi quando è maggiore tra i maschi, mentre
non esiste differenza tra i sessi dai 3 ai 12 mesi. Dopo il
primo anno di vita le infezioni sono più frequenti nel
sesso femminile, probabilmente in relazione alla minore
lunghezza dell’uretra e alla maggiore vicinanza anatomica con il tratto intestinale e con il vestibolo vaginale.
Le vie urinarie sono ordinariamente sterili, tranne l’uretra distale e il meato che sono colonizzati da stafilococchi, difteroidi e altri saprofiti che non si sviluppano bene
nell’urina.
Eziologia
Il patogeno più frequentemente causa di IVU è Escherichia
coli, che provoca l’80-85% delle forme non complicate e
il 50% di quelle nosocomiali.
I n fe z i o n i d e l le v i e ur i nar i e
Tabella 1 Microrganismi più frequenti nell’eziologia
delle IVU
Batteri Gram−
Batteri Gram +
Lieviti
Escherichia coli
Klebsiella pneumoniae
Enterobacter aerogenes
Proteus mirabilis
Psudomonas aeruginosa
Ceppi di Acinetobacter
spp.
Serratia marcescens
Providencia stuartii
e Providencia rettgeri
Staphylococcus
aureus
Stafilococchi
coagulasi-negativi
Streptococchi
di gruppo B e D
(enterococchi)
Candida albicans
Candida glabrata
Proteus mirabilis, Enterococcus faecalis, Staphylococcus saprophyticus, Klebsiella pneumoniae sono responsabili del 15%
delle IVU non complicate.
Enterococcus spp., Klebsiella, ceppi di Pseudomonas spp. e di
Providencia spp. sono responsabili delle IVU ospedaliere.
Staphylococcus saprophyticus è responsabile del 10% delle
IVU in giovani donne sessualmente attive; raramente nei
maschi e nei soggetti anziani.
Candida glabrata e Candida albicans causano infezioni nei
soggetti immunodepressi e nei diabetici (Tabella 1).
Tabella 2 Classificazione delle IVU
●
●
●
●
●
infezione isolata, quando si tratta del primo episodio
o di un episodio che si manifesta a distanza di almeno
6 mesi dal precedente;
reinfezione, quando vi è una recidiva infettiva sostenuta da un altro batterio;
persistenza batterica, quando vi è una recidiva infettiva causata dagli stessi batteri provenienti da un focolaio persistente delle vie urinarie (Tabella 2).
Le IVU si suddividono anche in infezioni non complicate
e infezioni complicate. Le prime insorgono nei ­soggetti
Uretrite
Cistite
Prostatite
Pielonefrite
Ascessi renali
Ascessi pararenali
Anomalie strutturali del meccanismo della minzione:
● calcoli (renali, vescicali o prostatici);
● stenosi (dell’uretra o dell’uretere);
● ostruzione prostatica (benigna o neoplastica);
● reflusso vescicoureterale;
● vescica neurologica (nei diabetici e nei paraplegici);
● cateteri urinari a permanenza.
Condizioni comuni di base:
● diabete mellito;
● anemia falciforme;
● malattia renale policistica;
● trapianto di rene.
I fattori e le cause predisponenti delle IVU sono elencati
nelle Tabelle 3 e 4.
Diagnosi
La diagnosi (Kunin, 1997) di IVU si basa sulle seguenti
indagini.
●
●
●
Classificazione
Si parla di:
Infezioni delle alte vie
con vie urinarie strutturalmente e funzionalmente ­integre;
sono quelle più frequenti nel sesso femminile con prognosi quasi sempre favorevole.
Le infezioni complicate insorgono in pazienti con anomalie strutturali o funzionali delle vie urinarie (il rapporto tra maschi e femmine è 1:1), in cui spesso alla base
sono presenti un’alterazione anatomofunzionale delle
vie urinarie, calcoli, cateterismo protratto con persistenza
dello stesso microrganismo (recidiva) o comparsa di altri
(reinfezione) o concomitanza di più agenti eziologici
(superinfezione).
Le IUV complicate presentano alcune caratteristiche
legate ai fattori dell’ospite.
Patogenesi
Le IVU insorgono per via ascendente, per via ematogena
e per via linfatica.
La maggior parte dei casi si verifica per via ascendente: i
bacilli enterici Gram− e gli altri microrganismi normalmente presenti nell’intestino crasso colonizzano l’uretra
distale, raggiungono la vescica e vi si stabilizzano se le
condizioni sono favorevoli. Gli uomini sviluppano raramente un’infezione spontanea, mentre vi è una maggiore
incidenza nelle donne, nelle quali soprattutto l’uso di diaframmi vaginali e di gel spermicidi aumenta il rischio di
insorgenza, sia per effetto meccanico sia per alterazione
della flora batterica vaginale.
Le IVU per via ematogena hanno una localizzazione
renale in corso di batteriemie, sepsi, endocarditi stafilococciche, funginemie da Candida spp.
Le IVU per via linfatica insorgono in gravi infezioni intestinali (ascesso appendicolare, diverticolite del colon,
ileite terminale).
Infezioni delle basse vie
●
●
Anamnesi.
Esame obiettivo.
Esami di laboratorio:
● esame del sedimento urinario;
● urinocoltura;
● antibiogramma (terapia antibiotica mirata);
● indici di flogosi.
Esami strumentali:
● ecografia;
● TC;
● urografia;
● agobiopsia renale.
Esami ematochimici:
● emocromo con conta leucocitaria;
● PCR;
● VES;
● creatininemia;
● azotemia;
● elettroliti.
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Tabella 3 Fattori predisponenti alle IVU
●
Nella donna
Nell’uomo
In entrambi i sessi
Uretra di piccole dimensioni
Attività sessuale (microtraumi del meato uretrale)
Gravidanza, parto, aborto
Alterazione della flora batterica da uso di antibiotici
Contraccettivi orali
Età (la donna giovane e quella in postmenopausa sono
più esposte)
Ipertrofia prostatica benigna
Età > 45 anni
Indagini strumentali
Urolitiasi
Anomalie anatomiche/funzionali che non
permettono l’efficace svuotamento della vescica
Patologie sistemiche (diabete mellito, gotta)
Reflusso vescicoureterale
Esame dell’urina: corretta raccolta e conservazione del
campione, quantificazione della batteriuria, esame
del sedimento urinario (presenza di GR e GB). La
batteriuria è significativa quando la presenza di batteri nelle urine è superiore a 105 microrganismi/mL di
urina. Si parla di piuria quando vi è la presenza di
almeno 10 leucociti nell’urina per campo di ingrandimento 400 ×.
Va effettuata la diagnosi differenziale tra infezioni delle
alte vie urinarie e infezioni delle basse vie (Tabelle 5 e 6).
Pielonefrite acuta
Terapia
Nel paziente ambulatoriale senza sepsi, nausea o vomito il
trattamento antibiotico prevede (Lee e Neild 2007; Martinez
et al 2007; Santos et al, 2002; Wagenlehner e Naber 2006):
●
●
ciprofloxacina 500 mg/2 volte die per 7-10 giorni; oppure
levofloxacina 500 mg/1-2 volte die per 7-10 giorni.
Nel paziente ospedalizzato si somministra:
●
●
ceftriaxone 1-2 g 1 volta die + gentamicina 5-7 mg/kg
in unica somministrazione die per 14 giorni per 14
giorni; oppure
ciprofloxacina 400 mg/2-3 volte die ev per i primi
giorni quindi 500 mg/2 volte die per os per 14 giorni.
Malattia infiammatoria a eziologia infettiva a localizzazione dapprima pielica e quasi contemporaneamente
parenchimale mono- o bilaterale.
Nella donna in gravidanza si utilizza una cefalosporina
di seconda o terza generazione più un aminoglicoside se
necessario. Non si utilizzano fluorochinoloni.
Quadro clinico
Complicanze
È presente febbre elevata preceduta da brividi, malessere
generale, algie diffuse e dolore gravativo alla regione
lombare con disuria, pollachiuria e minzione impellente;
spesso si riscontrano sintomi di tipo gastroenterico,
dolore addominale, nausea, vomito e diarrea (stimolazione del ganglio celiaco).
Le complicanze sono ascesso renale, pionefrosi, pielonefrite xantogranulomatosa, pielonefrite enfisematosa,
sepsi, shock settico.
Diagnosi
All’anamnesi la presenza di febbre urosettica, dolore lombare ed eventuale sintomatologia urinaria irritativa fanno
porre il sospetto di infezione delle alte vie urinarie.
Il sospetto va confermato con gli esami ematochimici
(leucocitosi), l’esame dell’urina (piuria) e soprattutto
l’urinocoltura con antibiogramma per poter iniziare una
terapia antibiotica mirata.
Nelle forme acute non complicate l’ecografia permette di
determinare la forma e le dimensioni dei reni e l’eventuale idroureteronefrosi.
Ascesso renale
È una raccolta purulenta che si localizza in una zona
­circoscritta del parenchima renale.
Si manifesta con dolore al fianco e/o all’addome; febbre
elevata preceduta da brivido; calo ponderale; malessere
generale.
L’ecografia e la TC sono utili per localizzare la lesione e
determinarne l’estensione e la densità.
La terapia prevede il drenaggio percutaneo sotto guida ecografica o TC se < 3 cm; il drenaggio chirurgico se > 3 cm.
Pionefrosi
È una raccolta purulenta che si verifica nelle cavità calicopieliche del rene.
Tabella 4 Cause predisponenti alle IVU
Anatomiche
Funzionali
Manovre strumentali
Gravidanza
Malattie dismetaboliche
Brevità dell’uretra
Vicinanza dell’orifizio anale
Litiasi urinaria
Reflusso vescicoureterale
Cistocele
Vescica neurologica
Dissinergia
vescicosfinterica
Cateterismo
Uretrocistoscopia
Riduzione del tono
della mucosa ureterale
Compressione
meccanica su uretere
e vescica
Diabete
Gotta
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Tabella 5 Diagnosi differenziale tra infezioni delle basse vie urinarie e infezioni delle alte vie urinarie
Infezione delle basse vie urinarie
Infezione delle alte vie urinarie
Dolore lombare, febbre, leucocitosi
Più rari
Più frequenti
Sintomatologia urinaria irritativa
Presente
Assente
PCR
Assente
Presente
Escrezione urinaria di b2-microglobulina
Assente
Presente
Capacità di concentrare l’urina
Normale
Diminuita
Livelli sierici di anticorpi contro l’agente infettante
Bassi
Elevati
Scintigrafia con Ga67
Negativa
Positiva
Sintomatologia
Esami di laboratorio
Si presenta con dolore lombare, febbre, piuria; nelle
forme più gravi sono presenti i segni della sepsi.
L’ecografia e la TC sono utili per valutare l’entità della
dilatazione della via escretrice e l’eventuale presenza di
calcoli.
Il trattamento prevede l’antibioticoterapia mirata e l’applicazione di uno stent ureterale.
Pielonefrite xantogranulomatosa
È una malattia infiammatoria cronica, focale o diffusa
a tutto il rene, costituita prevalentemente da granulomi
che sostituiscono il parenchima renale. È caratteristica la
presenza nei granulomi di cellule xantomatose, ovvero
macrofagi infarciti di lipidi.
È presente febbre, calo ponderale, astenia, talora ematuria.
La TC è indispensabile per l’accuratezza diagnostica e la
diagnosi differenziale con il carcinoma renale.
La terapia è chirurgica.
Pielonefrite cronica
Processo infiammatorio renale ad andamento cronico
che si manifesta clinicamente con insufficienza renale
cronica; talora il paziente lamenta un vago dolore lombare e/o addominale, febbricola capricciosa, infezioni
urinarie recidivanti.
Tabella 6 Manifestazioni cliniche
Infezioni delle basse vie
urinarie
Infezioni delle alte vie
urinarie
Febbre < 38-38,5 °C
Febbre > 38-38,5 °C
Stato generale non compromesso
Stato generale compromesso
Disuria, stranguria, pollachiuria
Nausea, vomito
Alterazioni minzionali
Dolore addominale e lombare
VES < 20-30 mm/ora
VES > 20-30 mm/ora
PCR < 20-30 mg/L
PCR > 20-30 mg/L
Uretriti
Si tratta di malattie infiammatorie delle vie urinarie inferiori, dovute a flogosi della mucosa uretrale; sono infezioni a prevalente trasmissione sessuale (Ronald, 1996)
a eziologia:
●
●
●
specifica: gonococciche (da Neisseria gonorrhoeae);
aspecifica: non gonococciche (da Chlamydia trachomatis nel 20-25% dei casi; da Ureaplasma urealyticum nel
15-40% dei casi; da Mycoplasma genitalium nel 15-25%
dei casi; da Trichomonas vaginalis nel 5% dei casi);
virale (adenovirus, virus del morbillo, virus della varicella, virus della parotite, citomegalovirus).
Quadro clinico
Sono presenti disuria, pollachiuria, stranguria, secrezioni
e bruciore uretrale, eritema del meato.
Diagnosi
La diagnosi si fonda sull’anamnesi, sull’esame obiettivo,
sull’esame dell’urina e sull’urinocoltura.
La diagnosi effettuata su tampone uretrale prevede
l’esame microscopico dopo colorazione di Gram per il
gonococco.
Per le uretriti non gonococciche si utilizzano le tecniche di amplificazione genica, le indagini colturali e i test
immunoenzimatici.
Terapia
Nella terapia (Bensman, 1998) delle uretriti gonococciche si somministra ceftriaxone 250-500 mg im in unica
dose.
Per le uretriti non gonococciche viene impiegato un fluorochinolonico o cotrimoxazolo per 7-14 gg; se l’infezione
è dovuta a Chlamydia spp. si somministra doxiciclina
100 mg/2 volte die per os per 10 giorni; oppure azitromicina 1 g per os in dose unica; se l’infezione è dovuta a
Trichomonas spp., si somministra metronidazolo 2 g/die
in 4 somministrazioni.
È necessario estendere il trattamento anche al partner del
soggetto in cura.
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Cistiti
L’infezione avviene:
Si tratta di malattie infiammatorie delle vie urinarie
inferiori dovute alla flogosi della mucosa vescicale; sono
spesso associate a uretriti.
La causa può essere ricercata nella risalita di microrganismi della flora residente vaginale e uretrale (Escherichia
coli, Enterobacteriaceae, Candida albicans e non albicans,
corinebatteri, stafilococchi).
●
Quadro clinico
Sono presenti disuria, stranguria, pollachiuria diurna e
notturna, ematuria, piuria, dolore o senso di tensione in
sede sovrapubica, tenesmo vescicale, minzione imperiosa.
I sintomi sistemici sono assenti. La febbre, se presente, è
modesta.
Diagnosi
La diagnosi si fonda sull’anamnesi e sull’esame obiettivo,
che mostrano uno stato di tensione nella regione sovrapubica e talora secrezione uretrale nei maschi, sull’esame
dell’urina e del sedimento urinario, sull’urinocoltura.
Terapia
La terapia (Bensman, 1998) non specifica si basa sull’idratazione, sull’acidificazione del pH urinario, sull’igiene
accurata della regione genitale, sul cambio frequente
degli assorbenti e sul trattamento della stipsi.
La terapia specifica (Lee e Neild 2007; Wagenlehner e
Naber, 2006) in caso di episodio singolo e isolato prevede un trattamento sulla base dell’antibiogramma
oppure empirico, considerando i patogeni più comuni
(trimetoprim + sulfametoxazolo 160 mg + 800 mg/2 volte
die oppure cefalosporine orali di terza generazione per
3 giorni. La ciprofloxacina è efficace ma va evitata come
trattamento empirico di prima scelta per prevenire lo sviluppo di resistenze).
In caso di recidive, bisogna eseguire sempre l’urinocoltura con antibiogramma e impostare una terapia
mirata. Per eseguire l’urinocoltura è necessario lavare
accuratamente i genitali e raccogliere l’urina (mitto
intermedio) della prima minzione del mattino o
almeno 3 ore dopo l’ultima minzione in un contenitore sterile.
Prostatiti
Sono patologie degli uomini adulti dovute a un’infezione
uretrale ascendente o a un reflusso di urina infetta nei
dotti prostatici; più raramente insorgono per diffusione
di germi dal retto o per via ematogena.
Le prostatiti si possono dividere in:
●
●
●
●
prostatite batterica acuta;
prostatite batterica cronica;
prostatite non batterica;
prostatodinia.
Prostatite batterica acuta
I microrganismi responsabili sono germi Gram−
(Escherichia coli, Proteus spp., Klebsiella spp., Pseudomonas
spp., Serratia spp., Enterobacter spp.) e raramente Gram+.
●
●
●
per via uretrale ascendente;
per reflusso di urina infetta;
per invasione da parte di batteri rettali per via linfatica;
per via ematogena (nei casi di ipertrofia prostatica
benigna per focolai a distanza).
Quadro clinico
Sono presenti febbre, brividi improvvisi, dolori perineali,
disuria, pollachiuria, stranguria, malessere generalizzato
con prostrazione.
La prostata si presenta aumentata di volume, di consistenza molle o fluttuante (ascesso), con superficie irregolare, molto dolente alla palpazione.
Sono presenti leucociti e macrofagi nel secreto prostatico
e il patogeno può essere identificato con l’urinocoltura
perché si verifica batteriuria.
Diagnosi
Si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo, sugli esami
di laboratorio (VES, PCR, leucocitosi, esame dell’urina,
urinocoltura, spermiocoltura, test di Stamey) (Stamey
et al, 1971).
Gli esami strumentali utili sono l’ecografia transrettale e
quella scrotale.
Terapia
La terapia prevede la somministrazione di ciprofloxacina
500 mg/2 volte die per 3 settimane; cefalosporine di
terza generazione in associazione con fluorochinoloni;
antiedemigeni, antipiretici, analgesici, idratazione del
paziente, riposo a letto.
Le possibili complicanze sono la prostatite cronica e
l’ascesso prostatico.
Prostatite batterica cronica
È sostenuta dagli stessi germi della prostatite acuta.
Sono presenti lievi o moderati disturbi minzionali
(disuria, pollachiuria ecc.), algie in varie sedi (uretrale, sovrapubica, perineale), disturbi sessuali (eiaculazione dolorosa o precoce, emospermia), rari brividi
e febbre.
La prostata si presenta di dimensioni normali o modicamente ingrandita, di consistenza fibrosclerotica, più o
meno dolente alla palpazione.
Terapia
La terapia tiene conto della scarsa permeabilità della
fascia prostatica agli antibiotici. Si basa su fluorochinoloni oppure cefalosporine di terza generazione per
2-4 settimane; antinfiammatori, antidolorifici, riposo,
idratazione (Lee e Neild, 2007; Wagenlehner e Naber,
2006).
In alcuni casi è necessaria la resezione endoscopica del
parenchima infetto.
Può essere utile l’associazione con gli a-bloccanti per
alleviare la sintomatologia.
I n fe z i o n i d e l le v i e ur i nar i e
Prostatite non batterica
L’eziologia è sconosciuta, ma un possibile ruolo può
essere attribuito a Chlamydia trachomatis e a Ureaplasma
urealyticum.
Il quadro clinico è simile a quello della prostatite batterica cronica ma manca una storia di IVU documentata e
l’esame colturale è negativo.
Il trattamento si basa sulla somministrazione di tetraciclina (minociclina o doxaciclina).
Prostatodinia
È una prostatite in assenza di leucociti nel liquido
spermatico e di colture positive nel secreto prostatico e
nell’urina. Colpisce gli uomini tra i 20 e i 50 anni senza
storia di IVU. Sono presenti disturbi irritativi, fastidio in
sede pelvica, disfunzioni della minzione.
IVU associata a catetere
urinario
Il 10-15% dei pazienti ospedalizzati portatori di cateteri
sviluppa una batteriuria e vi è il rischio di infezione
nel 3-5% dei casi per ogni giorno di cateterizzazione.
L’infezione avviene per contaminazione diretta del catetere o per via indiretta tra mucosa e catetere.
Il rischio di resistenze antibiotiche è elevato.
Le possibili complicanze sono:
●
●
●
●
batteriuria asintomatica da trattare in corso di sostituzione di catetere o dopo l’urinocoltura alla ripresa
della minzione spontanea;
pielonefrite;
sepsi da Gram−;
calcolosi vescicale fosfatica, prostatite, epididimite,
flemmone scrotale.
Epididimite
È un processo infiammatorio acuto a carico dell’epididimo.
Nei pazienti dai 18 ai 40 anni l’infiammazione è dovuta
a infezioni sessualmente trasmesse.
Nei pazienti con più di 40 anni è secondaria a infezioni
urinarie, prostatiti, uretriti, stenosi uretrali, cateterismo
uretrale.
Quadro clinico
Ha un esordio improvviso con comparsa di dolore acuto
all’emiscroto, talora irradiato alla regione inguinale,
tumefazione scrotale (idrocele reattivo), febbre, disturbi
minzionali irritativi.
Vi è un aumento di volume dell’emiscroto che appare
arrossato, edematoso.
Nei casi più gravi il paziente accusa una dolorabilità spiccata, nei casi meno gravi il dolore è lieve.
L’epididimo è aumentato di volume, di consistenza tesoelastica, a margini sfumati.
Nei casi più gravi si osserva l’interessamento del testicolo
(orchiepididimite) e del funicolo spermatico.
Diagnosi
Per completezza d’indagine, oltre ai reperti obiettivi
vanno eseguiti anche l’esame dell’urina, l’urinocoltura e
la spermiocoltura.
L’ecografia consente di evidenziare l’eventuale presenza
di patologie del tratto urogenitale.
Vanno escluse la causa tubercolare, le neoplasie, la torsione del funicolo.
In caso di dubbio diagnostico si può ricorrere all’intervento chirurgico esplorativo.
Terapia
Si basa sull’impiego di fluorochinoloni, ampicillina e
gentamicina, analgesici e antinfiammatori, riposo e supporto scrotale.
Ricorda
●
●
●
Per eseguire l’urinocoltura è necessario lavare accuratamente i genitali e raccogliere l’urina (mitto intermedio) della prima minzione del
mattino o almeno 3 ore dopo l’ultima minzione in un contenitore sterile collocato sotto il getto d’urina (a metà minzione) dopo che
sono passati alcuni secondi dall’inizio badando bene a non toccare l’interno del contenitore con i genitali o con le mani.
Bisogna educare gli adulti e i bambini a praticare costantemente una corretta igiene delle parti intime, al fine di evitare contaminazioni
delle vie urinarie.
La febbre si riscontra più comunemente nelle infezioni delle alte vie urinarie, raramente nelle infezioni delle basse vie urinarie.
Errori da evitare
●
●
Eseguire l’esame dell’urina con urinocoltura e antibiogramma durante e subito dopo il trattamento con antibiotici (attendere almeno
7-10 giorni).
Utilizzare un fluorochinolone quale farmaco di prima scelta nel trattamento delle infezioni urinarie nella donna gravida.
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