DEMOGRAfIA: –––––––––– qUELLO cHE cI ASPETTA DOMANI

Transcript

DEMOGRAfIA: –––––––––– qUELLO cHE cI ASPETTA DOMANI
Demografia:
––––––––––
quello che ci
aspetta domani
Una vita media in costante aumento a fronte di una natalità
in calo e, nel contempo, un’intensificazione della migrazione
internazionale. Pur con intensità e tempistiche diverse, questi
sviluppi demografici si osservano in tutti i paesi del mondo.
L’aumento della speranza di vita è un’evoluzione positiva. Le
persone vivono sempre più a lungo e presentano nel complesso
una salute e una qualità di vita migliori. E’ una realtà che si
osserva anche nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo.
D’altro canto però si diffonde la consapevolezza che l’invecchiamento demografico comporta sfide sociali di ampia portata, in
particolare per il mercato del lavoro e le assicurazioni sociali.
Ciononostante manca ancora una distinta cognizione degli ordini di grandezza e delle tendenze demografiche. Questo opuscolo ha per l’appunto lo scopo di riassumere i dati principali e
illustrare le conseguenze concrete per la Svizzera.
Contenuto: Rainer Münz (Senior Fellow, HWWI e responsabile delle ricerche,
Erste Bank) e Philippe Wanner (professore di demografia all’Università di Ginevra)
Redazione: Lukas Steinmann e Stefan Flückiger (Avenir Suisse)
Traduzione italiana: Rosita Fibbi (Swiss Forum for Migration and Population Studies, Università di Neuchâtel), Deborah Cometti
Grafica: rio grafik, Zurigo; Yves Winistoerfer, Oliver Schmid (Avenir Suisse)
Sviluppi globali, tendenze europee
e invecchiamento in Svizzera
Scaricare e ordinare: www.avenir-suisse.ch, [email protected], +41(0)79 521 98 85
© Avenir Suisse, 2007
TENDENZE GENERALI: MONDO – EUROPA – SVIZZERA
6 500 000 000 di abitanti nel mondo Attualmente vivono sulla terra
dello 0,5%. Inoltre l’85% di questa crescita è ascrivibile alle migrazio-
più di 6,5 miliardi di persone, cui se ne aggiungono ogni anno circa 76
ni. Fino agli anni ‘60 nell’Europa occidentale prevaleva l’emigrazio-
milioni. La causa di questa crescita annua dell’1,2% è il forte squilibrio
ne. Da allora il numero degli immigranti ha superato quello degli fra nascite e decessi: a fronte di 135 milioni di neonati l’anno vi sono solo
emigranti. Anche negli Stati dell’Europa centrale membri dell’UE si
59 milioni di persone decedute. La crescita demografica mondiale varia
osserva, dalla metà degli anni ‘90, il passaggio da un’ emigrazione
però notevolmente da una regione all’altra. Gli incrementi più rapidi si
netta a un’ immigrazione netta.
osservano in Medio Oriente e in Africa, dove la popolazione crescerà
più del doppio entro il 2050. In Oceania, Asia, America del Nord e del
7 461 100 di persone in Svizzera A fine 2005 la Svizzera contava
Sud la popolazione aumenterà di circa un terzo. In Europa, invece, si
7,46 milioni di abitanti, con un incremento annuo di circa 50 000 per-
prevede una diminuzione del 10% circa.
sone. Anche in questo caso l’80% della crescita demografica è dovuto
Popolazione in miliardi
entrata tendono a prevalere su quelli in uscita. Inoltre dalla fine degli
all’immigrazione internazionale. È dal 1945 che in Svizzera i flussi in
anni ‘70 il saldo migratorio è superiore a quello naturale. Senza la
9
migrazione internazionale, la popolazione della Svizzera sarebbe oggi
8
in diminuzione.
7
6
Africa
4
Asia e Oceania
3
2
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Dati demografici in Svizzera (2005)
1950
2000
America latina
Popolazione: America del Nord
Persone nate all’estero:
22,6 %
Europa
Persone di nazionalità estera: 20,6 %
2050
Divorzi ogni 100 matrimoni: Nascite: 7 461 100
45,5
72 800
470 000 000 di abitanti in Europa occidentale e centrale Nei
Decessi: paesi dell’Unione europea (UE 25), nei paesi dello Spazio economico
Eccedenza delle nascite (nascite meno decessi): europeo (SEE) e in Svizzera vivono in totale 472 milioni di persone.
di cui: svizzeri (eccedenza di decessi)
–3 000
Nel 2005 questa cifra è aumentata di circa 2 milioni, vale a dire meno
stranieri (eccedenza di nascite)
+15 100
60 700
+12 100
fonte: ufficio federale di statistica
fonte: nazioni unite
5
DATI DEMOGRAFICI DI BASE: EUROPA
1,5 figli In Europa, 10 donne danno alla luce in media 15 bambini.
è più bassa in Russia (72,5), Ucraina (74,1) e Bielorussia (76,0), mentre
Questa cifra non basta per mantenere costante la popolazione in quan-
è più alta in Spagna e Francia (entrambe 83,8), in Svizzera (83,7) e in
to, per raggiungere questo obiettivo, sarebbero necessari 2,1 figli per
Svezia (82,7).
donna. Solo la Turchia (2,2) supera questa media, mentre la Francia (1,9)
e i paesi scandinavi come l’Islanda (1,9), la Norvegia (1,8) e la Svezia (1,8)
Speranza di vita in anni (2004)
al disotto della media europea. Nell’Europa meridionale e centrale, il
tasso di natalità è inferiore a 1,3 bambini per donna. I valori più bassi
si osservano in Slovenia, nella Repubblica Ceca e in Polonia, dove la
media è di circa 1,2 figli per donna.
fonti: eurostat, consiglio
d’europa, us census bureau
si avvicinano a questo valore. Con 1,4 figli per donna, la Svizzera si situa
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Donne
Saldo migratorio positivo di 34 900 persone Nella maggior parte
0,5
dei paesi europei il numero degli immigrati è superiore a quello degli
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Re
fonti: eurostat, consiglio
d’europa, us census bureau
2,5
a
40
Numero di figli per donna (2004)
emigrati. Le sole eccezioni sono i paesi baltici, la Polonia, l’Ucraina e
alcuni paesi dei Balcani. Nel 2005 l’immigrazione netta (differenza tra
gli arrivi e le partenze) più elevata è stata registrata in Spagna (saldo
migratorio di 625 000 unità) e in Italia (338 000), seguite a distanza da
Gran Bretagna (196 000), Francia (103 000), Germania (99 000), Austria
Le donne sono più longeve In Europa, la speranza di vita è in media
(61 000) e Portogallo (41 000). Negli ultimi anni anche in Svizzera si è
di 78 anni per le donne e di 70 per gli uomini. Il valore di gran lunga
osservato un saldo migratorio positivo: 43 000 persone nel 2003, 40 500
più basso per gli uomini si riscontra in Russia (59,1), seguita dall’Ucraina
nel 2004 e 34 900 nel 2005. Nel complesso il numero degli abitanti nei
(62,6) e dalla Bielorussia (63,2). I più longevi vivono in Islanda (79,2), in
paesi dell’UE 25, dell’SEE e della Svizzera è cresciuto di circa 2 milioni
Svizzera (78,6) e in Svezia (78,4). Anche per le donne la speranza di vita
nel 2005, grazie all’immigrazione.
SOCIETÀ CHE INVECCHIANO: MONDO – EUROPA
1 500 000 000 di persone oltre i 65 anni L’invecchiamento demogra-
Evoluzione della popolazione entro il 2050 secondo la classe d’età, in milioni
fico è un’evoluzione globale. Il numero e la quota di anziani, ossia le
persone con più di 65 anni, sono in aumento quasi ovunque nel mondo.
700
A metà del XX secolo vi erano in totale circa 130 milioni di persone
anziane, che equivale al 5,2% della popolazione mondiale di allora. Nel
0–19
600
2005 questa cifra è passata a 475 milioni, ossia il 7,4% circa della popo-
20–64
65+
550
lazione mondiale. Nei prossimi 40–50 anni si stima a un miliardo la
500
crescita della popolazione anziana che, nel 2050, rappresenterà il 16%
450
della popolazione mondiale (vale a dire 1,5 miliardi di persone).
400
350
In Europa e in Giappone l’invecchiamento demografico è rafforzato da
300
un secondo fenomeno. L’aumento del numero di anziani si accompa-
fonte: nazioni unite, 2005
250
gna, infatti, a un tasso di natalità decrescente e, quindi, a un calo del
200
numero di giovani. Motivo per cui la quota di anziani sulla popolazione
150
complessiva crescerà in modo ancora più rapido. Una tendenza, questa,
100
che in demografia viene denominata «double-ageing».
50
0
30% al di sopra dei 65 anni Attualmente in Europa occidentale e
-50
centrale si contano 79 milioni di persone di età superiore ai 65 anni, una
-100
cifra che equivale al 17% della popolazione totale. Questa classe d’età
-150
raggiungerà i 107 milioni (22%) nel 2025 e supererà i 133 milioni (29%)
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(15–65 anni), mentre in altri paesi una simile evoluzione è attesa a partire
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inoltre, si osserva già oggi una diminuzione della popolazione attiva
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«double-ageing» si riscontra in tutta Europa. In alcuni paesi europei,
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le
-200
nel 2050. In altre parole, tre europei su dieci avranno più di 65 anni. Il
dal 2010.
Classi d’età:
650
UNA SOCIETÀ CHE INVECCHIA: SVIZZERA
58,5 giorni di vita in più ogni anno Dalla fine del XIX secolo la
Due anni di vita in più in Ticino La speranza di vita più elevata si
speranza di vita alla nascita degli Svizzeri è raddoppiata. Nel 1881 la vita
riscontra, per gli uomini, nei cantoni Basilea Campagna, Ginevra e Ticino,
media era di 40,4 anni per gli uomini e 43,1 anni per le donne; nel 2004
come pure in parte della Svizzera centrale. In media, gli uomini di Ap-
era salita a 78,6 anni per gli uomini e di 83,7 anni per le donne. Fino
penzello Esterno, Friborgo, Glarona e Giura muoiono quattro anni prima.
agli inizi del XX secolo la durata media della vita era aumentata soprat-
Quanto alle donne, le differenze regionali sono meno marcate. Ma anche
tutto grazie al calo della mortalità infantile. Negli ultimi decenni si è
loro vivono più a lungo nei cantoni Basilea Campagna, Ginevra e Ticino.
allungata invece la vita degli anziani grazie soprattutto alla lotta contro
Non si conoscono con precisione a tutt’oggi le cause di queste differenze
le malattie cardiovascolari. Dal 1970 la speranza di vita media residua
cantonali, che vanno probabilmente ricercate nei flussi migratori dei pen-
per un uomo di 60 anni è progredita di 5,4 anni, passando da 16,7 a 22,1
sionati e nei diversi comportamenti osservati nei vari cantoni (abitudini ali-
anni (2004). Per una donna di 60 anni è passata da 20,4 a 25,9 anni, pari
mentari, consumo di alcol e di tabacco, incidenti stradali e sportivi, ecc.).
a un aumento di 5,5 anni. In media, ciò equivale a un allungamento
della durata di vita di 58 giorni l’anno per gli uomini e di 59 giorni
Speranza di vita delle donne (2004)
SH
per le donne. Di pari passo è aumentato anche l’arco di vita trascorso
libero da disabilità. Oggi un 65enne può contare di vivere ancora tra i
13 e i 16 anni in buona salute. Anche se il ritmo dovesse rallentare, si
prevede per i prossimi anni un ulteriore aumento della speranza di vita
in buona salute.
BS
> 83,9 anni
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83,5–83,9 anni
Speranza di vita alla nascita, in anni (1881–2003)
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82,5–82,9 anni
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83,0–83,4 anni
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< 81,9 anni
Speranza di vita degli uomini (2004)
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> 78,9 anni
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78,5–78,9 anni
Influenza spagnola
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2000
76,9–77,4 anni
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77,5–77,9 anni
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78,0–78,4 anni
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Donne 
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fonte: ufficio federale di statistica
fonte: ufficio federale
di statistica
80
NUMERO DI FIGLI IN SVIZZERA
regionali sono dovute a fattori culturali, ma anche agli effetti dei flussi
migratori dei giovani.
4,5
4
Spiccate disparità internazionali In alcuni paesi europei il tasso di
3,5
fecondità è nettamente superiore rispetto a quello svizzero. In Francia,
3
per esempio, si registrano in media 1,9 figli per donna. Altrettanto ele-
2,5
vato è il numero delle nascite in Scandinavia (1,7–2,0). Uno dei motivi
2
alla base di questa tendenza potrebbe essere la maggiore offerta di in-
1,5
1
frastrutture come le scuole a orario continuo e i servizi per l’infanzia
1880
1900
1920
1940
1960
1980
2000
destinati a neonati e bambini in età prescolare. Diventa così più facile
per le donne conciliare lavoro e famiglia. I tassi di attività delle donne,
Totale
Svizzere
Straniere
e in particolare delle madri, in Francia e in Scandinavia sono più elevati
che in Svizzera.
Da 4 a 1,4 figli per donna Nel 1880 le donne in Svizzera mettevano
al mondo in media quattro figli. Nel 1937 questo valore era sceso a 1,7.
Numero medio di figli per donna (2004)
Il crescente benessere dopo la fine della seconda guerra mondiale ha
SH
dato luogo al fenomeno del baby boom. All’inizio degli anni ‘60 si è
> 1,5 figli
raggiunto il livello massimo di 2,6 figli per donna, da allora il tasso di
1,3–1,5 figli
fecondità è in continuo calo. Oggi la media del numero di figli per don-
< 1,3 figli
BS
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1,2 figli per donna svizzera Tra le Svizzere, il tasso di fecondità atVD
FR
denti in Svizzera raggiunge invece ben l’1,9. Si osservano inoltre significative differenze regionali. I livelli più elevati si registrano nei cantoni
Appenzello Esterno (1,7), Friborgo e Svitto (1,6) mentre in Ticino, nei
Grigioni e a Basilea Città si rilevano i livelli più bassi. Queste differenze
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na è 1,4, il livello più basso mai registrato nella storia svizzera.
tualmente riscontrato è di soli 1,2 figli per donna; tra le straniere resi-
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fonte: ufficio federale di statistica
fonte: ufficio federale di statistica
Numero di figli per donna (1860–2003)
PIRAMIDE DELLE ETÀ: SVIZZERA
1900: 6% di persone oltre i 65 anni – oggi: 17% All’inizio del XX
Un elettorato sempre più anziano L’invecchiamento della popola-
secolo la popolazione svizzera era relativamente giovane. Il 41% circa
zione svizzera avrà ripercussioni anche sui processi politici e sul com-
aveva meno di vent’anni e solo il 6% superava i 65 anni. Nel complesso,
portamento degli elettori. Attualmente le persone oltre i 55 anni rapp-
il 53% delle persone era in età da lavoro. Oggi la generazione del baby
resentano il 39% degli aventi diritto al voto, mentre nel 2030 tale quota
boom incide in modo preponderante sulla struttura della popolazione
supererà il 50%. Gli interessi di questa futura maggioranza potrebbero
svizzera: la fascia delle persone nate all’inizio degli anni ‘60 è numerica-
vertere sul mantenimento o addirittura sull’estensione delle cure sani-
mente la più consistente. I bambini e gli adolescenti (0–19 anni) rappre-
tarie e delle prestazioni in favore degli anziani. Il sistema politico dovrà
sentano attualmente solo il 22% della popolazione. Il 62% è costituito da
quindi tenere in maggiore considerazione le attese e le esigenze di ques-
adulti in età lavorativa, mentre una persona su sei in Svizzera fa parte
ta fascia di popolazione.
delle generazioni più anziane (16%).
popolazione attiva in Svizzera diminuirà, mentre aumenterà la domanda di manodopera.
2005
2030
2060
fonte: münz e ulrich, 2001
0
0
60
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00
porteranno importanti ripercussioni anche sul mercato del lavoro: la
Donne
10
0
aiuti e cure per le persone anziane. Questi sviluppi demografici com-
Uomini
0
10
0
fabbisogno futuro in infrastrutture sanitarie nonché sulla domanda di
10
0
dell’attuale 4%. Questa evoluzione avrà un considerevole impatto sul
20
20
0
persone, rappresentando così l’8% della popolazione totale, a fronte
30
0
questo numero sarà praticamente raddoppiato e passerà a circa 620 000
00
ta fascia d’età, contro le 300 000 di oggi. Entro il 2030 si stima che
50
40
30
agli 80 anni. Attorno al 1900 si contavano solo 17 000 persone in ques-
0
al 55%. La crescita più marcata è attesa tra le persone di età superiore
70
60
00
di 20. La proporzione di adulti in età da lavoro (20–64 anni) scenderà
80
40
della popolazione avrà più di 65 anni, mentre solo il 20% ne avrà meno
90
0
popolazione crescerà ancora. Si prevede che nel 2030 oltre un quarto
età
50
00
età si è profondamente modificata nel corso degli ultimi cento anni.
Nei prossimi decenni la quota delle persone anziane sul totale della
Piramide delle età 2005, 2030 e 2060
60
00
Da 300 000 ottuagenari oggi a 620 000 nel 2030 La struttura delle
EVOLUZIONE DEMOGRAFICA REGIONALE
Aumento della popolazione (1970–2003)

Zurigo è il più popoloso, con 1,25 milioni di abitanti. Nella maggior
> 40%
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parte dei cantoni e delle regioni il numero dei residenti è aumentato
31–40%
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dal 1970. Gli incrementi più marcati sono stati registrati a Nidvaldo e a
21–30%
Zugo (tasso di crescita annua dell’1,3%), a Svitto (1,2%), in Vallese e a Fri-
10–20%
borgo (1,0%). Gli aumenti più contenuti sono stati osservati nei cantoni
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(crescita nulla). Basilea Città è l’unico cantone ad aver riscontrato una
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di Berna (0,2%), Giura, Sciaffusa, Glarona (0,1% ciascuno) e Neuchâtel
diminuzione della popolazione dal 1970 (del 20% circa).
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9,1 milioni di persone nella «Svizzera estesa» Nondimeno, i tradi-
fonte: ufficio federale di statistica
Concentrazione nelle città Attualmente metà della popolazione
svizzera vive nei cantoni di Zurigo, Berna, Vaud, Argovia e San Gallo.
zionali confini di cantoni e Stati non rispecchiano più in modo del tutto
fedele la geografia degli attuali insediamenti urbani. Si coglie più chiaramente la realtà odierna analizzando le cinque regioni transcantonali
di Basilea, Ginevra, Losanna, Lugano e Zurigo, dove vivono e lavorano
Regioni metropolitane della «Svizzera estesa»
circa i quattro quinti della popolazione svizzera. Queste aree metropolitane si estendono al di là delle frontiere, grazie alla sempre più stretta
RM Basilea
interdipendenza con i paesi vicini: la Germania, la Francia e l’Italia.
RM Zurigo
Alcuni Svizzeri di queste zone metropolitane abitano oltre confine,
nelle zone frontaliere. Inoltre, un numero – di gran lunga più elevato
– di frontalieri di nazionalità straniera esercitano un’attività lavorativa
RM Berna
di regione metropolitana transfrontaliera, nel 2000 la Svizzera contava
RM Losanna
una popolazione di oltre 9,1 milioni di abitanti.
RM Ginevra
RM Ticino
fonte: avenir suisse
in una delle città menzionate poc’anzi. Sulla base di questa nozione
SVIZZERA: PAESE D’IMMIGRAZIONE
23% di persone nate all’estero Quasi un quarto degli abitanti della
Migrazione netta (2003): eccedenza/deficit in base all’età e alla nazionalità
Svizzera è nato all’estero (23%). Se si aggiungono i rispettivi figli e nimigrazione dall’estero la Svizzera conterebbe oggi solo 5,4 milioni di
abitanti. Nel 2003 i tassi di immigrazione più elevati sono stati registrati
nei cantoni di Ginevra (10,5 ogni 1000 abitanti), Vaud (10,1) e Basilea
Città (9,8). Seguono i Grigioni (9,1) e il Vallese (8,3). La libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea svolge senza dubbio un ruolo
preponderante in questi cantoni.
Immigrazione netta di 42 000 persone all’anno L’immigrazione
verso la Svizzera risale al XIX secolo. Ma è solo dal 1945 che il numero
degli immigranti è nettamente superiore a quello degli emigranti. In
26 000
fonte: ufficio federale di statistica
poti, si raggiungono i 2 milioni di persone. In altre parole, senza l’im-
5 000
4 000
3 000
2 000
1 000
0
–1 000
–2 000
0–14
15–19
20–39
40–64
65–79
80 anni e più
media, tra il 2000 e il 2005, il saldo migratorio annuo è stato pari a
circa 42 000 persone. I paesi dell’ex Jugoslavia, in particolare la Croazia
Europa
e la Serbia (Kosovo compreso), hanno ampiamente contribuito a que-
Asia e Oceania
Africa
America del Nord
America latina e Caraibi
sta immigrazione netta. Di recente è aumentata sensibilmente anche la
migrazione in provenienza dalla Germania (saldo migratorio nel 2005:
Immigranti giovani e qualificati L’immigrazione in provenienza
11 500 persone). Si constata invece un flusso di rientri in patria d’Italiani
dall’estero compensa oggi la diminuzione della manodopera autoctona.
e Spagnoli; esso è dovuto, da un lato, alla ripresa economica nei paesi
La migrazione inoltre «ringiovanisce» la società, dato che la maggior
meridionali in seguito all’adesione all’Unione europea e, dall’altro lato,
parte degli immigranti ha tra i 20 e i 39 anni. Ma al di là dell’entità dei
al fatto che molti immigrati decidono di trascorrere gli ultimi anni della
flussi migratori, per la Svizzera sono determinanti soprattutto le qualifi-
loro vita nel paese d’origine. Presso gli stranieri, i flussi in entrata supe-
che professionali e la motivazione di queste persone. Negli anni ‘60 e ‘70
rano i flussi in uscita. Invece, dall’inizio degli anni ’90, il numero degli
prevaleva l’immigrazione di lavoratori scarsamente qualificati. Tra gli
Svizzeri che lasciano il paese è superiore a quello di coloro che rimpa-
immigranti adulti arrivati in Svizzera fra il 1995 e il 2000, invece, erano
triano: il saldo migratorio annuo tra il 2000 e il 2005 è stato di circa 5000
altamente qualificati l’84% dei Tedeschi, il 74% dei Francesi, il 49% degli
persone. Questo calcolo tiene conto anche degli Svizzeri naturalizzati
Italiani e il 46% degli Spagnoli.
che rientrano nel loro paese d’origine.
NATURALIZZAZIONI IN SVIZZERA
38 400 naturalizzazioni Complessivamente circa 620 000 le persone
Nazionalità (popolazione residente permanente, 20 04)
hanno ottenuto la nazionalità svizzera dal 1945. Nel 2005 il numero delle
naturalizzazioni ha raggiunto la cifra record di 38 400, superando addi-
Svizzera: rittura il saldo migratorio (33 900). Questa cifra rappresenta tuttavia il
Italia: 4,1%
2,5% soltanto degli stranieri residenti in Svizzera e il 4% delle persone che
Portogallo: 2,2%
soddisfano i criteri per ottenere la naturalizzazione. Questi tassi sono
Germania: 2,0%
decisamente bassi rispetto ai valori osservati in Europa occidentale.
Altri paesi UE 15: 3,3%
Europa Centro orientale: 0,3%
Un numero crescente di bambini di origine straniera acquisisce la na-
Bosnia, Croazia, Serbia-Montenegro,
zionalità svizzera già alla nascita, a seguito della naturalizzazione di un
Slovenia, Macedonia: 4,7%
genitore. Motivo per cui la quota di stranieri rimane stabile attorno al
Resto dell’Europa: 1,3%
20% nonostante l’immigrazione. Se nei prossimi decenni il saldo migra-
Africa: 0,6%
torio annuo si manterrà attorno alle 30 000 persone di origine straniera,
Asia: 1,2%
(supponendo un tasso di naturalizzazione costante) la proporzione di
America del Nord e del Sud: 0,8%
fonte: ufficio federale di statistica
79,4%
stranieri diminuirà al 18% entro il 2030 e al 16% entro il 2060.
Religioni in Svizzera (2000)
Tedesco: 63,7%
Chiesa evangelica riformata: Francese: 20,4%
Altre comunità protestanti:
33,0%
2,2%
Italiano: 6,5%
Chiesa cattolica romana:
41,8%
Portoghese, Spagnolo:
2,3%
Altre comunità cristiane:
1,3%
Serbo-croato:
1,5%
Comunità islamiche: 4,3%
Albanese: 1,3%
Comunità ebraiche: 0,3%
Inglese: 1,0%
Altre comunità religiose: Romancio: 0,5%
Senza risposta, senza informazioni: Altre: 2,8%
0,8%
15,4%
fonte: censimento 2000
fonte: censimento 2000
Lingue in Svizzera (2000)
FORMAZIONE, ATTIVITA’, PENSIONE
Formazione più lunga Si dedica sempre più tempo agli studi e alla
formazione: in media, infatti, gli Svizzeri frequentano una scuola fino
all’età di 19 anni. L’allungamento della durata degli studi nel corso degli
ultimi decenni ha interessato in primo luogo le donne.
Tasso di attività in crescita fra le donne Negli anni ‘60 e ’70, la durata
media dell’attività lavorativa di una donna era di 29 anni. Da allora è in crescita il numero delle donne senza figli che rimangono attive, in genere senza interruzioni. E’ anche aumentato il numero delle madri che riprendono
il lavoro dopo la nascita di un figlio. La durata media dell’attività professionale di una donna è quindi in aumento nonostante l’allungamento della
durata della formazione e l’ingresso più tardivo sul mercato del lavoro. In
Tasso di attività delle donne (1970–2000)
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media una donna in Svizzera è attiva professionalmente per 34 anni.
Tasso di attività degli uomini (1970–2000)
Tasso di attività in calo fra gli uomini A differenza delle donne, la duproseguono più a lungo gli studi e iniziano a lavorare più tardi, ma vanno in
pensione prima rispetto alle generazioni passate. In media esercitano un’attività lavorativa per 42 anni, contro i 43 registrati negli anni ‘60 e ‘70. Ad
ogni modo la crescente diffusione del tempo parziale comporta una diminuzione del numero annuo di ore lavorate sia dalle donne sia dagli uomini.
Pensione più lunga L’innalzamento della vita media comporta una
dura­ta più lunga del periodo in pensione. Attualmente le donne di 65 anni
hanno in media ancora 20 anni di vita, mentre gli uomini della stessa età
ne hanno 17. Rispetto agli altri paesi europei, gli Svizzeri vanno in pensio-
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fonte: ufficio federale di statistica
rata media dell’attività lavorativa degli uomini è in diminuzione. Anch’essi
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ne relativamente tardi: si va in pensione molto prima in Belgio e in Austria,
come pure nell’Europa meridionale, specialmente in Italia e in Grecia.
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1980
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2000
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CONSEGUENZE PER LA SVIZZERA
Come affrontare il fenomeno del «double-ageing»? La nostra società
sono confrontate a tendenze demografiche simili, si innescherà una con-
invecchia per due motivi. In primo luogo aumenta la vita media, per
correnza mondiale per l’acquisizione delle competenze di migranti quali-
questo motivo cresce la quota di persone anziane. In secondo luogo gli
ficati. A medio e lungo termine potrà rendersi necessario il reclutamento
Svizzeri hanno meno figli rispetto alle generazioni passate, per questa
attivo di giovani qualificati provenienti dall’estero. Nel contempo occor-
ragione diminuisce il numero dei giovani. Queste tendenze si riper-
rerà consentire alla forza lavoro meno qualificata l’accesso al mercato del
cuotono soprattutto sul mercato del lavoro e sulle assicurazioni sociali.
lavoro svizzero altrimenti potrebbero risultare strozzature in determinati
Diminuisce, infatti, il numero di giovani che entrano sul mercato del
settori d’attività (edilizia, agricoltura, turismo, sanità).
lavoro con nuove conoscenze e, nel contempo, diminuisce il numero di
giovani che controbilanciano i pensionati anziani.
Consumare meno oggi o in futuro Molto probabilmente le generazioni future non potranno beneficiare dello stesso livello di prestazioni
Aumento della durata del lavoro In considerazione dell’allungamen-
previdenziali. I pensionati di domani dovranno quindi lavorare più a
to della speranza di vita e dell’attuale età di pensionamento fissata dalla
lungo o ridurre i propri consumi. Tuttavia questa seconda opzione non
legge, sarà impossibile garantire a lungo termine il finanziamento delle
dovrà interessare necessariamente la terza età. Se si aumenta il rispar-
pensioni per un numero crescente di anziani. Occorre quindi intro-
mio durante la vita lavorativa, si potrà disporre di mezzi supplementari
durre incentivi per accrescere la durata della vita attiva. Ciononostante
una volta raggiunta l’età della pensione.
un innalzamento dell’età di pensionamento sembra inevitabile a medio
termine.
Rischi: emigrazione ed economia sommersa Nessuna delle misure
citate basterà da sola a far fronte alla sfida demografica. Se adottate con-
Migliore sfruttamento del potenziale Un aumento del tasso di atti-
giuntamente, potrebbero però avere un certo successo. In assenza di una
vità può essere raggiunto non solo favorendo il prosieguo dell’attività
soluzione politicamente sostenibile per tutte le generazioni, si rischia
lavorativa dei più anziani, ma anche diminuendo la durata della forma-
di assistere ad un aumento dell’emigrazione all’estero dei lavoratori zione o conciliando meglio lavoro e famiglia. E’ possibile, ad esempio,
attivi e ad un gonfiamento dell’economia sommersa. In questo modo si
agevolare il rientro nella vita professionale delle giovani madri, am-
aggraverebbero le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione
pliando l’offerta di asili nido e di scuole a orario continuo.
e diventerebbe ancora più difficile assicurare il finanziamento delle prestazioni sociali.
Una politica migratoria proattiva L’estensione della libera circolazione delle persone fra la Svizzera e l’Unione europea compensa la diminuzione della popolazione attiva. Dato che quasi tutte le società industriali