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Sport 54 domenica 9 dicembre 2012 TENNIS A1 l'Adige Dopo la sconfitta sulla terra rossa di Novate Milanese Il presidente Monegaglia: «Con tutti i giocatori avrò presto nel 2006, i ragazzi guidati in panchina da Gotti subiscono un colloquio. A Stoppini ci tengo e cercherò di tenermelo il secondo ko in finale scudetto contro Forte dei Marmi stretto, così come i miei due baby Grigelis e Bellotti» Ata Battisti, sogno di nuovo spezzato STEFANO PAROLARI ROVERETO - È finita con i tifosi toscani di Forte dei Marmi a gridare «i campioni dell’Italia siamo noi». Nel palazzetto trentino di Rovereto, davanti ai delusi supporter dell’Ata Trentino che ancora una volta - l’altra era stata sulla terra rossa di Novate Milanese nel 2006 hanno dovuto abbandonare i sogni di gloria tricolore, il Tennis Club Italia si è incoronato campione spezzando, al primo doppio, i sogni di rimonta della squadra dell’Ata Trentino per la quale si era aperto uno spiraglio di speranza dopo la vittoria, l’unica in singolare, del giovane lituano Laurynas Grigelis. Proprio lui, il bombardiere dell’Est, in coppia con Andrea Stoppini, il maestro rivano che lavora proprio a Rovereto ed ex n.161 al mondo, sembrava poter avviare la clamorosa rimonta contro la coppia Giorgini-Volandri, cercando di confermare la loro imbattibilità stagionale nella massima serie. Un altro rospo da inghiottire per il presidente Renzo Monegaglia, che a Milano contava su un sorprendente poker formato da Stoppini, Azzaro, il ceco Zitko e Matteo Gotti, che qui a Rovereto ha svolto le funzioni di capitano. Il trascinatore di Forte dei Marmi, l’ex numero 25 al mondo Filippo Volandri e già in tabellone nello Slam dell’Australian Open, emozionato per il suo quinto titolo in sette finali disputate (con Bologna, Olbia e Capri) ha chiaramente detto che «il titolo ha maggior valore perché giocavamo contro una squadra favorita». La La racchetta del top Volandri spegne le illusioni dei trentini Che vittoria Il titolo vale molto perché giocavamo contro i favoriti Filippo Volandri Poco intrepidi Ci voleva forse maggior coraggio quando la palla pesava un quintale Matteo Gotti superficie, un play it dal manto poroso, alla fine non è che ha favorito di più i trentini, che comunque devono rammaricarsi per le occasioni sprecate: Stoppini, nei match del venerdì, era avanti 5-1 nel primo set con Giorgini e Galvani ha avuto palle break pesanti nel 2° set per cambiare il volto alla sfida contro Marrai, infine ie- ri nel doppio “Stoppo” e Grigelis erano avanti 5-1 e 9-6 nel supertiebreak che serviva per il miracolo della rimonta (doveva vincere anche il duo Ghedin-Galvani ed eventualmente il tricolore sarebbe stato deciso allo spareggio, come a Milano. «Grazie a Rovereto ed alla sua organizzazione - ha detto il li- vornese Volandri, la cui volee alla Panatta che ha annullato il match ball dei trentini nel supertiebreak è stata un capolavoro - ma penso che abbiamo ripagato il pubblico con uno spettacolo di gioco e di emozioni ad alto livello. La mia settima finale è stata quindi molto sentita e sono contento per questo circolo lucchese che lo scorso anno aveva sfiorato questo trionfo, cedendo al doppio di spareggio contro i parmensi del Castellazzo. E’ stata un bella rivincita ed ora ecco questa grande soddisfazione per noi». Sull’altro fronte c’è grande amarezza. Capitan Matteo Gotti, alla sua seconda batosta tricolore stavolta in panchina, maledice le occasioni sprecate soprattutto nel doppio: «Avrei voluto che magari Stoppo tagliasse un po’ di più quando eravamo avanti 5 a 1 e 9 a 6 - spiega il bolognese all’Ata Battisti da 11 anni a Trento - in una partita che una volta vinta ci avrebbe dato uno slancio bestiale anche nel doppio successivo. Grigelis era carico come una molla ma anche Stoppini non ha demeritato, solo che poi Volandri ha fatto la differenza. Un top player è sempre importante. Ci voleva forse maggior coraggio quando la palla pesava un quintale. Ma da giocatore so che non è mai facile trovarsi lì in piena lotta e ogni tocco vale un tesoro. C’è stato un grande tifo della nostra scuola agonistica, c’è stata una significativa cornice di pubblico trentino. Ce l’avessimo avuta noi a Milano... Mi spiace per il presidente Monegaglia, so quanto ci tenesse a questo scudetto». E Monegaglia che dice? E’ vero che Stoppini sarebbe alle prese con il suo addio dall’Ata, dopo 9 anni, due titoli sfiorati in A1 e una promozione dall’A2? «Con tutti i giocatori avrò presto un colloquio. Ad Andrea ci tengo e cercherò di tenermelo stretto così come i miei due baby Grigelis e Bellotti. Ho poi un colpaccio da mettere a segno, ma è presto per gli annunci. C’è tanta amarezza. Una due giorni di occasioni perse. Venerdì poi i giudici di linea non sono stati all’altezza. Onore alla Toscana, ma i nostri n.3 e 4 sono incappati in una giornata nera dopo una stagione formidabile». Tonico, quindi. Pronto al terzo assalto... La speranza | Batte Trusendi e riaccende per un po’ gli entusiasmi dell’Ata Pronostico chiuso | Per Ghedin solo cinque game contro il forte toscano Grigelis non delude Ma Volandri non perdona ROVERETO – Un match tutto all’attacco. La Lituania in Trentino. Eroe in coppa Davis due anni fa e ieri sul veloce di Rovereto l’artefice della speranza scudetto per l’Ata Trentino nei singolari. Il 21enne Laurynas Grigelis, ice man ma anche e soprattutto ace man con velocità incredibili fino a 208 chilometri all’ora e una percentuale di resa all’80% della prima, è stato l’unico nel team di capitan Gotti a non deludere. Entrato in campo sullo 0 a 3 “Grigio” non si è fatto prendere né dall’emozione era la sua prima finale del tricolore in A1 ed è un talento in eccezionale prospettiva nel circuito mondiale – e neppure dall’ansia. Contro il potente alfiere di Forte dei Marmi, quel Walter Trusendi che in ottobre sul play it dell’Ata era stato sconfitto dal bombardiere dell’Est al tiebreak del 3° set dopo due ore e mezza, Grigelis ha esploso tutta la sua giovanile intraprendenza e anche una devastante battuta che l’ha sempre tirato fuori da quei pochi guai (leggi palle break per il rivale sul letale servizio del lituano, una nel primo set e due nel 2° set sull’ 1 a 2) in cui si era infilato. L’esordio del match è timido per il versiliese, molto più reattivo in risposta e nell’approccio “Grigio” che piazza il break e poi inizia l’esibizione al servizio. In un amen “Truso” va sotto 2 a 4 con Laurynas che imperversa e ci prova a centrare un altro break, che sarebbe decisivo, sfoderando un pallonetto da applausi e ROVERETO - Scendere in campo sul 2 a 0 per gli avversari è difficile. Farlo in una finale di serie A da giocare a pochi chilometri dal circolo di casa, per affrontare il numero uno dell’altra squadra che risponde al nome di Filippo Volandri, attualmente numero 88 delle classifiche mondiali ma capace di issarsi fino alla venticinquesima poltrona nel 2007, è ancora più difficile. Se venerdì Galvani entrava in campo da favorito, è onesto dire che Riccardo Ghedin non aveva molte chance alla vigilia dell’incontro con Volandri. Nel girone di qualificazione era stata una partita equilibrata, decisa sul filo di lana, al dodicesimo gioco nel primo set e al tie break nel secondo. Ieri al Pala Marchetti è stata tutta un’altra storia. Sarebbe servita una prestazione monstre. Il romano è un giocatore che sa adattarsi bene ai campi veloci, a differenza di Volandri. La maggiore propensione ai terreni rapidi poteva essere un elemento che riequilibrava le sorti dell’incontro. Così non è stato. Ammesso e non concesso che il tappeto di gomma steso a Rovereto sia effettivamente così veloce, il livornese che da quest’anno difende i colori di Forte dei Marmi non si trova a disagio. Ghedin fatica a scardinare le difese del «Filo» nazionale: il servizio non soccorre Ghedo e negli scambi da fondo è davvero complicato trovare le soluzioni per impensierire Volandri. Un unico break un recupero formidabile. Ma Trusendi resiste con grinta anche se non riesce mai a capire dove arrivano i colpi dell’avversario, sia di rovescio bimane che di diritto che è in gran spolvero nonostante sia il colpo meno incisivo del lituano dell’Ata. Nell’ottavo gioco Grigelis scaglia sassate, la sua racchetta è un’arma impropria con proiettili che rimbalzano dovunque e Trusendi è annichilito. Il toscano si garantisce il 4-5 poi Grigelis si riarma ed esplode tre ace. Tre set ball, due sprecati per la fretta, ma al terzo l’allievo di Beppe Menga non si fa pregare e piega il diritto del toscano, che inizia il secondo set come il primo. Cioè male. Break per “Grigio” che fa sempre ottime scelte in anticipo e in profondità. Strategia di alta qualità. Segno che il lituano ha digerito il campo, soffice e veloce, meglio dei suoi tre compagni che in precedenza non avevano gradito rimbalzi ma anche erano stati intimiditi dalla maggiore vena dei toscani. “Grigio” trema, per modo di dire, al 4° gioco quando Trusendi si procura due palle break ma poi l’atino si riaffida alla sua spingarda. Si arriva così al 7° fatidico game ma sul 4 a 2 per il lituano che decide di operare il break anche perchè la prima palla di “Truso” è un passerotto in confronto alla sua che è un’aquila. Al terzo tentativo è 5 a 2 e poi Trusendi è al tappeto perchè è impensabile, oggi, strappare la battuta a “Grigio” che chiude e riapre la contesa. Numeri 2: Laurynas Grigelis (1ª cat. n.11, Ata Trentino) b. Walter Trusendi (1ª cat. n.19, Italia Forte dei Marmi) 6-4 62. (essepi) decide il primo set in favore del livornese che parte a razzo anche nel secondo parziale. Due errori non forzati di Ghedin regalano a Volandri due palle break sul 2 a 1: il break arriva grazie ad un pacchiano errore su un attacco elementare di diritto scagliato fuori da Ghedin. È il segnale della resa. Giunta eccessivamente in anticipo. D’altronde Volandri è concentratissimo e ha capito come arginare gli attacchi dell’avversario. Ghedin diventa sempre più falloso e la percentuale di prime è troppo bassa per mettere pressione a Volandri. Il servizio, di solito il tallone di Achille del livornese, funziona discretamente e l’atino non riesce ad essere aggressivo. Volandri capisce che è sufficiente scambiare e attendere l’errore dell’avversario, nettamente più falloso. Errore che arriva con certezza quasi matematica. La tensione stritola il romano che entra in confusione e commette una lunga serie di errori da fondo campo. La partita prosegue senza scossoni e sul 5 a 2 Ghedin serve per rimanere in gioco, ma Volandri si fa più aggressivo. L’atteggiamento del corpo è fortemente esplicativo dello stato d’animo del povero Ghedin che, sconsolato, allarga le braccia in segno di resa. L’ultimo punto è un attacco sballato di diritto che finisce fuori di alcuni metri dalla linea di fondo. Volandri consegna a capitan Parenti il terzo punto e Forte dei Marmi è ad appena un piccolo passo dal primo scudetto della sua storia. Numeri 1: Filippo Volandri (1.4, Italia Forte dei Marmi) b. Riccardo Ghedin (1.20, ATA Battisti Trentino) 6-3 6-2. N.P.