GiUBileO di chiesA diOcesAnA
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GiUBileO di chiesA diOcesAnA
Anno VI - n. 6 ROMA 19 febbraio · 2016 GIUBILEO di CHIESA DIOCESANA, GRUPPI di PREGHIERA di S. PIO, CASA SOLLIEVO della SOFFERENZA L a nostra Chiesa Diocesana si è recata lo scorso 6 febbraio in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo della Misericordia in occasione dell’ostensione delle reliquie di San Pio da Pietrelcina nella basilica Vaticana. In piazza San Pietro, papa Francesco ha concesso un’udienza speciale ai fedeli della nostra Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, agli aderenti ai Gruppi di Preghiera di Padre Pio e ai dipendenti di Casa Sollievo della Sofferenza. Il pellegrinaggio è stato presieduto dal nostro arcivescovo mons. Michele Castoro che è anche Presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza e Direttore generale dei Gruppi di Preghiera di San Pio da Pietrelcina. OMMARIO Papa Francesco alla nostra Arcidiocesi: “Che chiunque venga nella vostra bella terra – io ho voglia di andarci! – possa trovare anche in voi un riflesso della luce del Cielo! Vi ringrazio, e vi chiedo per favore di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie” L’arcivescovo Michele Castoro al Papa: “Grazie, Padre Santo, per questo incontro… Benedite noi, le nostre famiglie, i nostri anziani, i nostri ammalati, i nostri giovani… Papa Francesco, vi aspettiamo a San Giovanni Rotondo! Papa Francesco, vi vogliamo un mondo di bene!” Giubileo dell’Arcidiocesi con s. Pio a Roma pagg. 1-5 Vita e Famiglia pag. 6 Quaresima pag. 7 In Africa sui sentieri delle Beatitudini pag. 8 In India sui sentieri delle Beatitudini pag. 9 Ricerche e studi su s. Lorenzo Maiorano pag. 10 L’annuale Festa di s. Lorenzo Maiorano pag. 11 Libripag. 12 14 Comunicazioni Sociali pag. Ecclesia in Gargano pagg. 15-20 SOMM A R IO 19 FEBBRAIO 2016 [Giubileo a Roma] Indirizzo di saluto dell’Arcivescovo Michele Castoro a Papa Francesco B eatissimo Padre, il Popolo di Padre Pio Vi acclama e Vi saluta con affetto e devozione grande! Grazie papa Francesco! Grazie per il Giubileo della Misericordia. Grazie per aver voluto il corpo di Padre Pio accanto al sepolcro dell’Apostolo Pietro. Grazie per averci accolto in questa piazza. Qui ci sono i Gruppi di preghiera di Padre Pio, provenienti da tutto il mondo: sono i figli spirituali del Santo Frate cappuccino che, ancorati saldamente alla roccia della Chiesa, si sforzano di vivere in ogni angolo della terra la spiritualità del Vangelo. Vivai di fede e focolai d’amore, cosi li definì Padre Pio. Essi hanno il compito di pregare per il Papa, per la Chiesa e per la pace nel mondo. In piazza, c’è anche la grande Famiglia Casa Sollievo della Sofferenza, l’Opera di Padre Pio, con dirigenti, medici, infermieri e personale. Ci sono anche alcuni ammalati. Quanti per motivi di salute, non sono qui, ci stanno seguendo e sono uniti a noi attraverso la televisione. Casa Sollievo è l’Ospedale fondato da Padre Pio, oggi polo sanitario cattolico, rinomato Istituto di ricerca scientifica, ma è anche, per dirla con le parole di Vostra Santità, un Ospedale da campo dove si accolgono sorelle e fratelli ammalati, provenienti da ogni dove, che ricevono cura medica, assistenza religiosa e fraterna ospitalità. Tempio di scienza e di preghiera: così l’ha voluto Padre Pio, una casa per il sollievo dei sofferenti. Ad accompagnare l’urna con i resti mortali di San Pio da Pietrelcina, ci sono anche i fedeli di Manfredonia – I contributi e le riflessioni a pubblicarsi nel prossimo numero di VOCI e VOLTI che uscirà venerdì 18 marzo 2016, per motivi tecnici, devono pervenire in redazione per e-mail , entro e non oltre martedì 8 marzo 2016. VOCI E Periodico dell’Arcidiocesi di Manfredonia-ViesteSan Giovanni Rotondo Anno VI - n. 6 del 19 febbraio 2016 Iscritto presso il Tribunale di Foggia al n. 13/2010 del Registro Periodici - Cronologico 1868/10 del Registro Pubblico della Stampa Direttore responsabile Alberto C avallini Redazione Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Via s. Giovanni Bosco n. 41/b - Tel 0884.581899 71043 Manfredonia e-mail: [email protected] [email protected] Le foto pubblicate appartengono all’archivio fotografico dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Hanno collaborato a questo numero: Stefano Campanella, Michelangelo Mansueto, Antonio Stuppiello, Giovanni Chifari, Gerolamo Fazzini, Giuseppe Barracane, VOLT I Raffaele Antonio De Feudis, Matteo Di Sabato, Michele Lauriola, Tiziano Samele, Angelo e Angela Trotta, Domenico Trotta e Nicoletta Gellotto-Gentile, Giuseppe Sarcina e Floriana Valerio, Michele Selvaggio e Mariagrazia Vecera, Antonia Palumbo, Pasquina Tomaiuolo, Maria Chiara Bavaro,Tina Guerra. Il periodico VOCI e VOLTI è iscritto alla Stampa: Grafiche Grilli - Via Manfredonia Km 2,200 - 71121 Foggia Il giornale diocesano VOCI e VOLTI può essere letto in formato elettronico o scaricato dall’home page del sito della nostra Arcidiocesi: www.diocesimanfredoniaviestesangiovannirotondo.it Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 febbraio 2016. Vieste – San Giovanni Rotondo, una Chiesa impegnata a testimoniare il Vangelo sul Gargano secondo le direttive della Evangelii Gaudium, con numerosi sacerdoti, religiosi e religiose intenti a vivere con coerenza di vita la loro missione. Ci sono anche diversi giovani seminaristi, che con gioia vanno compiendo il loro percorso formativo. Grazie, Padre Santo, per la luce che ci viene ogni giorno dal Vostro Magistero e dalla Vostra esemplare testimonianza. Il s. Padre Francesco, durante l’udienza giubilare dello scorso 6 febbraio, su richiesta dell’arcivescovo mons. Michele CASTORO, ha benedetto la prima pietra della erigenda chiesa parrocchiale intitolata a s. Pio che a breve sorgerà nel quartiere ovest di Manfredonia. Il rito della posa di questa prima pietra sarà celebrato a breve dall’Arcivescovo, alla presenza di fedeli e autorità civili. Grazie per questo incontro. Siamo pronti ad ascoltare la Vostra parola. È la parola dell’Apostolo che illuminerà il nostro cammino In questo Anno Santo Straordinario. Benedite noi, le nostre famiglie, i nostri anziani, i nostri ammalati, i nostri giovani. Papa Francesco, vi aspettiamo a San Giovanni Rotondo! Papa Francesco, vi vogliamo un mondo di bene! 19 FEBBRAIO 2016 [Giubileo a Roma] 3 Discorso del Santo Padre C ari fratelli e sorelle, buongiorno! Vi do il mio benvenuto – vedo che siete molto numerosi! – e ringrazio Monsignor Castoro per le parole che mi ha indirizzato. Rivolgo un saluto a tutti voi, che venite da diversi Paesi e regioni, uniti da grande affetto e gratitudine verso san Pio da Pietrelcina. Gli siete molto grati, perché vi ha aiutato a scoprire il tesoro della vita, che è l’amore di Dio, e a sperimentare la bellezza del perdono e della misericordia del Signore. E questa è una scienza che dobbiamo imparare tutti i giorni, perché è bella: la bellezza del perdono e della misericordia del Signore. Possiamo proprio dire che Padre Pio è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, “l’apostolato dell’ascolto”. È diventato, attraverso il ministero della Confessione, una carezza vivente del Padre, che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace. San Pio non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore. Poteva farlo perché era sempre attaccato alla fonte: si dissetava continuamente da Gesù Crocifisso, e così diventava un canale di misericordia. Ha portato nel cuore tante persone e tante sofferenze, unendo tutto all’amore di Cristo che si è donato «fino alla fine» (Gv 13,1). Ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore. In questo modo la sua piccola goccia è diventata un grande fiume di misericordia, che ha irrigato tanti cuori deserti e ha creato oasi di vita in molte parti del mondo. Penso ai gruppi di preghiera, che san Pio ha definito «vivai di fede, focolai d’amore»; non solo dei centri di ritrovo per stare bene con gli amici e consolarsi un po’, ma dei focolai di amore divino. Questo sono i gruppi di preghiera! La preghiera, infatti, è una vera e propria missione, che porta il fuoco dell’amore all’intera umanità. Padre Pio disse che la preghiera è una «forza che muove il mondo». La preghiera è una forza che muove il mondo! Ma noi crediamo questo? È così. Fate la prova! Essa – aggiunse – «spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza» (2° Convegno internazionale dei gruppi di preghiera, 5 maggio 1966). La preghiera, allora, non è una buona pratica per mettersi un po’ di pace nel cuore; e nemmeno un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve. Se fosse così, sarebbe mossa da un sottile egoismo: io prego per star bene, come se prendessi un’aspirina. No, non è così. Io prego per ottenere questa cosa. Ma questo è fare un affare. Non è così. La preghiera è un’altra cosa, è un’altra cosa. La preghiera, invece, è un’opera di misericordia spirituale, che vuole portare tutto al cuore di Dio. “Prendi Tu, che sei Padre”. Sarebbe così, per dirlo in maniera semplice. La preghiera è dire: “Prendi Tu, che sei Padre. Guardaci Tu, che sei Padre”. È questo rapporto con il Padre. La preghiera è così. È un dono di fede e di amore, un’intercessione di cui c’è bisogno come del pane. In una parola, significa affidare: affidare la Chiesa, affidare le persone, affidare le situazioni al Padre – “io ti affido questo” – perché se ne prenda cura. Per questo la preghiera, come amava dire Padre Pio, è «la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio». Una chiave che apre il cuore di Dio: è una chiave facile. Il cuore di Dio non è “blindato” con tanti mezzi di sicurezza. Tu puoi aprirlo con una chiave comune, con la preghiera. Perché ha un cuore d’amore, un cuore di padre. È la più grande forza della Chiesa, che non dobbiamo mai lasciare, perché la Chiesa porta frutto se fa come la Madonna e gli Apostoli, che erano «perseveranti e concordi nella preghiera» (At 1,14), quando aspettavano lo Spirito Santo. Perseveranti e concordi nella preghiera. Altrimenti si rischia di appoggiarsi altrove: sui mezzi, sui soldi, sul potere; poi l’evangelizzazione svanisce e la gioia si spegne e il cuore diventa noioso. Voi volete avere un cuore noioso? [La gente: “No!”] Volete avere un cuore gioioso? [“Sì!”] Pregate! Questa è la ricetta. Mentre vi ringrazio per il vostro impegno, vi incoraggio, perché i gruppi di preghiera siano delle “centrali di misericordia”: centrali sempre aperte e attive, che con la potenza umile della preghiera provvedano la luce di Dio al mondo e l’energia dell’amore alla Chiesa. Padre Pio, che si definiva solo «un povero frate che prega», scrisse che la preghiera è «il più alto apostolato che un’anima possa esercitare nella Chiesa di Dio» (Epistolario II, 70). Siate sempre apostoli gioiosi della preghiera! La preghiera fa dei miracoli. L’apostolato della preghiera fa miracoli. Accanto all’opera di misericordia spirituale dei gruppi di preghiera, san Pio ha voluto una straordinaria opera di misericordia corporale: la “Casa Sollievo della Sofferenza”, inaugurata sessanta anni fa. Egli desiderò che non fosse soltanto un eccellente ospedale, ma un «tempio di scienza e di preghiera». Infatti, «gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta. Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione del cuore» (Benedetto XVI, Enc. Deus caritas est, 31). È tanto importante questo: curare la malattia, ma soprattutto prendersi cura del malato. Sono due cose diverse, e tutt’e due importanti: curare la malattia, ma prendersi cura del malato. Può succedere che, mentre si medicano le ferite del corpo, si aggravino le ferite dell’anima, che sono più lente e spesso difficili da sanare. Anche i moribondi, a volte apparentemente incoscienti, partecipano alla preghiera fatta con fede vicino a loro, e si affidano a Dio, alla sua misericordia. Io ricordo la morte di un amico prete. Era un apostolo, un uomo di Dio. Ma era in coma da tempo, da tempo… I medici dicevano: “Non si sa come ancora riesca a respirare”. Entrò un altro amico prete, si avvicinò a lui e gli parlò. Lui sentiva. “Lasciati portare dal Signore. Lasciati andare avanti. Abbi fiducia, affidati al Signore”. E con queste parole, lui si lasciò andare in pace. Tanta gente ha bisogno, tanti malati, che si dicano loro parole, che si diano carezze, che diano loro forza per portare avanti la malattia o andare incontro al Signore. Hanno bisogno che li si aiuti a fidarsi del Signore. Sono tanto grato a voi e a quanti servono gli ammalati con competenza, amore e fede viva. Chiediamo la grazia di riconoscere la presenza di Cristo nelle persone inferme e in coloro che soffrono; come ripeteva Padre Pio, «il malato è Gesù». Il malato è Gesù. È la carne di Cristo. Desidero anche rivolgere un augurio particolare ai fedeli dell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. San Giovanni Paolo II disse che «chi si recava a San Giovanni Rotondo per partecipare alla Messa, per chiedere consiglio o confessarsi da Padre Pio, scorgeva in lui un’immagine viva del Cristo sofferente e risorto. Sul volto di Padre Pio risplendeva la luce della risurrezione» (Omelia per la beatificazione di P. Pio da Pietrelcina, 2 maggio 1999: Insegnamenti XXII, 1 [1999], 862). Che chiunque venga nella vostra bella terra – io ho voglia di andarci! – possa trovare anche in voi un riflesso della luce del Cielo! Vi ringrazio, e vi chiedo per favore di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie. Tutti insieme preghiamo, bussiamo alla porta del cuore di Dio che è Padre di misericordia: Padre nostro… E noi non siamo una Chiesa orfana: abbiamo una madre. Preghiamo nostra madre, preghiamo nostra madre. Ave o Maria… 19 FEBBRAIO 2016 [Giubileo a Roma] Un mare di colori vivissimi in piazza s. Pietro Antonia Palumbo S iamo stati immersi in un mare di colori e di volti che hanno ornato ancor più la già bella piazza s. Pietro, in attesa del Papa che ha concesso un’udienza speciale alla nostra Arcidiocesi che ha accompagnato in Roma le reliquie del corpo di s. Pio, l’umile frate cappuccino del Gargano, un nostro compaesano, un nostro compatrono. Pullman, treni, mezzi propri: c’era tutto il Gargano assieme a fedeli e aderenti ai Gruppi di Preghiera di s. Pio, movimenti, associazioni, gruppi, famiglie, e singoli fedeli da ogni dove. È stato riunito un popolo che ha espresso gioia e affetto a s. Pio, al Pontefice, all’Arcivescovo; un popolo convocato; un popolo che ha voluto ‘esserci’ per testimoniare con determinazione la propria fede e sentirsi Chiesa. È stata una splendente testimonianza, un evento che abbiamo vissuto insieme e che è destinato a segnare la storia della nostra millenaria Chiesa sipontinogarganica, ricca di santi testimoni della fede. Abbiamo fatto il nostro Giubileo, accompagnati da s. Pio, ammirevole testimone della Misericordia di Dio per tutta la sua esistenza, che ha trascorso gran parte delle sue giornate, per ore ed ore, a confessare e a dispensare la divina Misericordia, accogliendo e confortando i peccatori e aiutando tutti a ritrovare fiducia nel Padre Misericordioso e pace nell’anima. È stato un giorno memorabile quel sabato 6 febbraio, accolti da papa Francesco che in s. Pio ha visto un testimone di Misericordia: tanta festa, tanti propositi, tanta preghiera e tanta gioia nella celebrazione eucaristica in s. Pietro con l’urna delle reliquie di s. Pio intronizzate davanti all’altare della Confessione. Una giornata lunga e faticosa, ma piena di gioia e di serenità che segnerà a lungo la storia della nostra terra. A tutti noi pellegrini con s. Pio a Roma, dopo aver varcato la Porta santa, ricevuto il sacramento della Riconciliazione e partecipato alla divina Liturgia Eucaristica, non resta che continuare a riflettere sulla Misericordia, guidati dal grande campione della divina Misericordia che è stato s. Pio e continuare a compiere gesti e opere di Misericordia verso tutti. L’Opera di Padre Pio in udienza da Papa Francesco L’ Giovanni Chifari Opera del cuore di Padre Pio, Casa Sollievo e Gruppi di Preghiera, per la prima volta dinanzi a Papa Francesco. Negli occhi del Pontefice sono di certo riaffiorati i ricordi dei Gruppi di preghiera di Padre Pio di Buenos Aires che Egli, come arcivescovo, poté incontrare diverse volte. In una di queste occasioni, alla presenza di una delegazione di Casa Sollievo, volle informarsi sulla natura di questi gruppi, e chiese se fossero solo di orazione o anche operativi? Fu molto contento di sapere che i Gruppi presentavano una sintesi equilibrata tra entrambe le dimensioni. Dalla preghiera, dalla dimensione contemplativa, scaturisce il servizio, passando però per l’Eucarestia in attento ascolto dell’insegnamento di Padre Pio, delle indicazioni che Egli stesso volle dare ai primissimi gruppi di fedeli che si riunivano per pregare, registriamo la presenza della Parola di Dio. Padre Pio stesso offriva brevi commenti ai salmi o alle lettere dell’Apostolo e così la preghiera era come purificata ed educata dalla Parola. Poi c’era la centralità dell’Eucarestia. È inutile dire quanto fosse importante per Padre Pio. Solo aprendosi alla conoscenza del dono di grazia che viene offerto mediante l’Eucarestia si può vivere il senso del servizio. Papa Francesco ci ha donato parole semplici e illuminanti. Certamente Egli conta sulla preghiera di questo esercito di intercessori che sente come propria vocazione primaria quella di pregare per le intenzioni della Chiesa e a sostegno e servizio di un’Opera della divina misericordia che forma un tuttuno proprio con i Gruppi, Casa Sollievo della Sofferenza. L’intuizione di Padre Pio si può infatti considerare come un’opera di misericordia che professa un’antropologia integrale nel senso biblico del riferimento: corpo, anima e Spirito. Come Padre Pio volle precisare nei suoi discorsi riferiti alla “Casa”, quest’Opera non si rivolge solo ai corpi ma anche alle anime, e trova nell’ascolto docile della voce dello Spirito quel di più che le consente di testimoniare la propria differenza cristiana. Due le coordinate spirituali che in tal senso risultano imprescindibili e decisive: Cristo e la Chiesa. Dalla centralità di Cristo vissuta nell’esperienza biografico-spirituale del Santo di Pietrelcina al servizio all’ammalato povero e sofferente che si inserisce nel solco della tradizione caritatevole della Chiesa. Ma anche un’Opera che proprio a motivo di quest’ancoramento diviene sorgente di nuovi percorsi e sviluppi, si pensi alla ricerca scientifica, che si pongono a servizio dell’umanità sofferente. Generata dalla Provvidenza ma affidata all’impegno fecondo dei servitori e collaboratori, l’Opera di Padre Pio, Casa Sollievo e Gruppi, con grande gioia e trepidazione ha vissuto questo evento di grazia nel tempo giubilare che segna anche il significativo anniversario del sessantesimo di inaugurazione. Padre Pio, Santo del popolo Alberto Cavallini S icuramente è stato tra i momenti più attesi di questo Giubileo della Misericordia, la presenza in Roma delle reliquie di s. Pio da Pietrelcina, esposte, assieme a quelle di s. Leopoldo Mandic, nelle basiliche di s. Lorenzo fuori le Mura e di s. Pietro in Vaticano, davanti all’Altare della Confessione. Dalla nostra Arcidiocesi sono arrivati a Roma ben 2200 pellegrini guidati da 25 sacerdoti e ben 2000 tra dipendenti e familiari di Casa Sollievo e delle Aziende dell’Opera di s. Pio, guidati dai Frati Cappuccini. Mentre da tutta Italia altri 30.000 fedeli aderenti ai Gruppi di preghiera di s. Pio. È stata una grande festa di popolo che non si è più potuta tenere nell’Aula Nervi, come in precedenza programmato, ma in piazza s. Pietro, stretti tutti intorno al Papa. Il p. Marciano Morra, confratello di P. Pio che insieme a Lui è vissuto nel Convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, ha ricordato alla Radio Vaticana la figura e il ministero del santo frate del Gargano che trascorreva interminabili ore nel confessionale: nel solo anno prima della morte si stima che padre Pio abbia confessato ben 50mila persone! Egli è un santo molto popolare perché è stato ed è, ha sottolineato p. Marciano, “… come un papà di famiglia che ama i suoi figliuoli e fa sì che essi si comportino bene, dando buoni insegnamenti … non è il santo che sta in Cielo per fatti suoi … no! È il santo che ancora oggi vive in mezzo al popolo, vive per il popolo …” Possiamo senza meno dire che s. Pio non è stato un eroe greco. Anch’Egli — secondo una bella espressione desunta dagli scritti del monaco Andre Louf — ha imparato che la santità è un dono ricevuto a partire da «un’ascesi nella povertà e nella debolezza». La sua vicenda umana così fortemente legata al suo corpo stimmatizzato e a quello di tanti fratelli ammalati, stimmatizzati in modo altro, ci ricorda da una parte la necessità di integrare la memoria ‘devota’ con la memoria ‘storica’ senza sottrarre l’uomo Francesco Forgione alla sua complessità, e dall’altra il dovere di non mai dimenticare di tenere presente e comprendere una volta in più, il grande Mistero dell’Incarnazione e cosa significa che Dio si è fatto carne e si è raccontato in Gesù di Nazareth, evitando alcune biografie nelle quali non è infrequente assistere a un’operazione oleografica che spoglia il Personaggio amato della sua umanità. Il pellegrinaggio delle reliquie di P. Pio è stato momento di riflessione per sacerdoti, frati, fedeli, su tutto questo e in particolare sulla strada che il Frate santo del Gargano, amato e conosciuto in tutto il mondo, ha percorso alla sequela di Gesù. Una strada di ‘novità di vita’ che anche tutti noi siamo chiamati a battere in quanto ‘consepolti con Cristo’! 5 Donata al Papa una casa per famiglie di profughi S i chiamerà “Casa Papa Francesco. Padre Pio per le famiglie dei migranti”, sarà realizzata a San Giovanni Rotondo e offrirà ospitalità a cinque famiglie di profughi senza fissa dimora che ne avranno bisogno. È il dono che, idealmente, i Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio hanno voluto fare al Santo Padre come segno concreto per ricordare l’onore che egli ha riservato al loro santo Confratello, scegliendolo come modello di misericordia. La simbolica consegna del dono è 19 FEBBRAIO 2016 [Giubileo a Roma] avvenuta questa mattina, nel corso di un’udienza privata concessa dal Pontefice, nella sua biblioteca privata, al ministro provinciale, fr. Francesco Colacelli, accompagnato dal guardiano del Convento di San Giovanni Rotondo fr. Francesco Langi, dal rettore del Santuario fr. Francesco Dileo e dal ministro della Provincia romana dei Cappuccini, fr. Gianfranco Palmisani. Fr. Francesco Colacelli ha simbolicamente donato al Papa la chiave dell’immobile e gli ha illustrato il progetto, spiegandogli che si tratta di una struttura di proprietà dei fra- Stefano Campanella* ti, annessa alla chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi, attualmente in fase di ristrutturazione per renderla idonea al nuovo scopo, che diverrà operativa nel più breve tempo possibile e, comunque, nell’ambito del Giubileo straordinario della Misericordia. Il Ministro della Provincia cappuccina di Sant’Angelo e Padre Pio ha, inoltre, spiegato a Papa Francesco che quest’iniziativa è solo l’ultima di una serie di opere di carità intraprese dai confratelli del Santo stigmatizzato, che: portano avanti una missione in uno dei Paesi più pove- ri del mondo, il Ciad; a Foggia hanno attivato una mensa dei poveri che ogni giorno fornisce circa 200 pasti caldi; hanno istituito una rete di centri di riabilitazione specializzata per i bambini, con un presidio residenziale di eccellenza a San Giovanni Rotondo, denominato “Gli Angeli di Padre Pio”, dotato di 65 posti letto e delle più avanzate attrezzature tecnologiche, in cui di recente sono stati trattati anche i feriti di guerra della Libia e dell’Ucraina. *responsabile dell’Ufficio Stampa PUBBLICAZIONI SUL NOSTRO SAN PIO PRESENTATE IN ROMA IN OCCASIONE DELL’ESPOSIZIONE STRAORDINARIA DELLE RELIQUIE DEL SUO CORPO PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA Presentati in Vaticano il 2 febbraio scorso due nuove biografie ufficiali: il volume “LA MISERICORDIA IN PADRE PIO” e il Dvd “PADRE PIO. COSTRUTTORE DI MISERICORDIA Gerolamo Fazzini* U no strumento popolare, rigoroso e al tempo stesso piacevole, per far conoscere al vasto pubblico uno dei giganti della santità del nostro tempo: padre Pio da Pietrelcina. È il nuovo Dvd “Padre Pio. Costruttore di misericordia”, prodotto dal Centro Televisivo Vaticano, in collaborazione con Officina della comunicazione e la Provincia di Sant’Angelo e Padre Pio dei Frati Minori Cappuccini, che è uscito in occasione della traslazione temporanea delle reliquie del corpo del santo nella Basilica vaticana di San Pietro. Il Dvd è stato presentato alla stampa martedì 2 febbraio, presso la Filmoteca Vaticana. Sono intervenuti Claudia Di Giovanni, delegata della Filmoteca Vaticana, mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, Stefano D’Agostini, direttore del Centro Televisivo Vaticano, Nicola Salvi ed Elisabetta Sola, amministratori di Offici- na della Comunicazione, fr. Marciano Morra, del convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo. Sotto la sapiente regia di Cesare Cuppone e con la voce narrante affidata a un attore del calibro di Francesco Pannofino, il Dvd propone l’affascinante storia di Padre Pio: una vicenda entusiasmante e tormentata, nella quale, a lungo, si mescolarono il favore del popolo e i dubbi della Chiesa ufficiale. Il Dvd ripercorre la biografia del santo visitando i luoghi a lui cari e ascoltando le persone che lo hanno conosciuto. Il tutto è arricchito da suggestivi filmati d’epoca, che testimoniano la grande popolarità del santo. Il risultato è un intenso ritratto di padre Pio, che dice l’attualità e modernità della figura, specie nell’Anno santo della Misericordia. Nel filmato prendono la parola numerosi esperti: padre Marco Ivan Rupnik, artista e teologo, autore dei mosaici della chiesa inferiore intito- lata a san Pio a San Giovanni Rotondo; Stefano Campanella, direttore di “Padre Pio Tv”; fr. Enzo Gaudio, direttore della rivista “Pietrelcina, la terra di Padre Pio”; fr. Francesco Dileo, rettore del santuario di San Giovanni Rotondo; fr. Luciano Lotti, direttore della rivista “Studi su Padre Pio” e fr. Marciano Morra. Infine Carlo Paci, componente del Consiglio generale del Gruppi di preghiera e Domenico Crupi, direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza. Nel corso della presentazione del DVd è stato mostrato ai partecipanti un breve trailer con alcune immagini del suggestivo documentario. La realizzazione del Dvd è stata possibile grazie al supporto di Ubi Banca, Faiservice (Federazione autotrasportatori italiani) e Cattolica Assicurazioni. Esso sarà diffuso dai settimanali “Famiglia cristiana” e “Credere”, entrambi Periodici San Paolo, in abbinamento al libro La miseri- cordia in Padre Pio, scritto da Stefano Campanella e pubblicato dalle Edizioni San Paolo in coedizione con le Edizioni Padre Pio da Pietrelcina. Il volume ripercorre la vita del santo, mettendone in luce le doti di straordinario confessore e di promotore di grandi opere di solidarietà, come la Casa Sollievo della Sofferenza. Aggiornato agli ultimi studi, il testo è ricco di informazioni inedite: uno strumento prezioso per una conoscenza approfondita, al di là di stereotipi e pregiudizi, su Padre Pio. Alla presentazione del volume sono intervenuti don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia cristiana”, fr. Mariano Di Vito, responsabile delle Edizioni Padre Pio da Pietrelcina. *Ufficio stampa Edizioni San Paolo e-mail: [email protected] cell. +39 335.1448442 19 FEBBRAIO 2016 [Famiglia e vita] Avvio dell’anno giudiziale della Sacra Rota La Famiglia fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo appartiene al ‘sogno di Dio’ Maria Chiara Bavaro* I l 22 gennaio scorso, nella Sala Clementina, Papa Francesco ha ricevuto tutti gli Officiali del Tribunale della Rota Romana, compresi gli Avvocati Rotali, per dare avvio all’Anno Giudiziario Rotale. Si tratta di un appuntamento annuale che ha origini antiche e che rinnova il solido legame tra gli ‘Operatori del diritto’ e il Santo Padre: attraverso le sue parole illuminate trova spazio l’applicazione più pura e ragionata del diritto, un continuum tra le verità di fede e il diritto canonico. Nel segno dei lavori svolti durante il Sinodo ordinario, il Pontefice ha ricordato che il matrimonio è indissolubile, unitivo e procreativo. Non ci potranno essere più fraintendimenti allora: il matrimonio è segnato dalla proprietà dell’indissolubilità, ossia è perpetuo, e tanto porta ad essere certi che tale elemento è irrinunciabile per la Chiesa e di conseguenza per il diritto. Per tale ragione si continuerà ad argomentare che la comunione ai divorziati risposati non sarà frutto di previsioni possibiliste o di interpretazioni estensive del diritto poiché non è in linea con gli insegnamenti di Gesù Cristo. Nella sede Clementina è stato sottolineato l’aspetto unitivo e procreativo del matrimonio, per indicare come ‘l’amore vicendevole dell’uomo e della donna e la missione di trasmettere la vita’ sono le realtà umane più care a Dio, quelle che permettono agli sposi di essere partecipi del Suo amore perché donandosi a vicenda, in modo autentico e reciprocamente promozionale, possono raggiungere ‘la pienezza della loro vita personale’. Un traguardo, quest’ultimo, di ecce- zionale rilievo antropologico oltre che spirituale. Papa Francesco ha ricordato che la ‘famiglia’ è fondata sul matrimonio, realtà unica nel suo genere che amplia il senso dell’amore perché coinvolge una comunità di persone e di vita. Alla famiglia, solo la Chiesa fa da binario amico poiché insieme riescono ad accompagnare, in modo diverso ma ugualmente necessario, il fedele verso il fine ultimo della sua esistenza, ossia la salvezza della sua anima. Pur riconoscendo, il Pontefice, la difficoltà di tanti cristiani di vivere con fede il matrimonio e di accostarsi alla celebrazione con una fede matura, egli fa presente che ‘la qualità della fede non è condizione essenziale del consenso matrimoniale’ a meno che essa non faccia cadere in errore o non incida sulla volontà di fare il matrimonio. In parole semplici, non basta dire che un soggetto abbia celebrato un matrimonio nullo a causa della sua scarsa assiduità alle celebrazioni eucaristiche o della flebile frequentazione alle attività parrocchiali, poiché con il Battesimo si riceve un ‘habitus fidei’ che può maturare nel corso della vita matrimoniale, anzi, che proprio in virtù della grazia profusa attraverso questo sacramento mirabile, la fede può cre- giornata Il contagio spirituale per la vita della Misericordia I Vescovi italiani nel Messaggio per la Giornata della Vita 2016 “La misericordia fa fiorire la vita” - invitano a considerare la Vita dono prezioso e ne precisano alcuni importanti aspetti: la vita è cambiamento; è crescita; è dialogo; è misericordia. Sono attenzioni che arricchiscono lo sguardo più ampio di ordine antropologico, filosofico e teologico, che da sempre il pensiero cristiano propone. La vita è cambiamento: chi pensa di aver la visione giusta delle cose, di non aver nulla da imparare dagli altri è, in fondo, tagliato fuori dalla vita. Al contrario, chi si mette alla scuola della vita, accettandone le sfide e le opportunità è nel pieno della vita. Ciascuno, attraversando le stagioni della vita - infanzia, gioventù, maturità, anzianità – cresce non semplicemente come organismo, ma come per- sona, capace di porre le energie proprie di ogni stagione al servizio del dono di sé. La vita è crescita, cioè l’acquisizione di competenze, la formazione ricevuta, i progetti intrapresi, tutto non è fine a se stesso, ma ha come scopo quello di realizzare un progetto che include sé e gli altri. La persona, consapevole di aver ricevuto la vita come dono e meravigliosa opportunità, vive per gli altri. Così è sempre più immagine di Dio, che si comunica nel dono. La vita è dialogo, che è capacità di creare ponti sempre, anche nelle situazioni di conflitto. Ciascuno è caratterizzato dalla dimensione della relazione e questa si manifesta in quel dialogo che conduce a prendersi cura gli uni degli altri. Il tessuto sociale si forma non attraverso la somma numerica degli individui che lo formano, ma attraverso l’impegno che cia- scere ed indirizzarsi più facilmente al ‘sogno di Dio’. Per questo motivo Papa Francesco ha voluto esprimere la sua premura a che il matrimonio sia sempre proposto dalla Chiesa nei suoi elementi essenziali - prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità e sacramentalità - come una realtà possibile e non irraggiungibile, a cui tutti i battezzati possono tendere attraverso un buon cammino di formazione, ‘in una sorta di nuovo catecumenato’. Il discorso ci riporta, allora, al percorso di formazione dei fidanzati, che deve essere veramente aderente alle problematiche sociali moderne, e rivelatore al tempo stesso della bellezza dell’unione sacramentale. Tale approccio richiede ammodernamento delle proposte e conoscenza delle dinamiche di coppia senza che sia tralasciato il ruolo fondamentale del parroco, guida e sostegno spirituale. Diversamente ai Giudici spetterà il compito di verificare se la scarsa formazione nella fede abbia corrotto il momento di formazione del consenso, e agli avvocati, invece, la delicata funzione di accompagnare i propri assistiti verso una consapevole presa di coscienza della maturità della propria fede. * avvocato della Rota Romana Pasquina Tomaiuolo scuno mette per comunicare. Infine, la vita è misericordia. Tante volte si pensa che la virtù sociale più importante sia la giustizia; essa è alla base di una convivenza umana, ma non è sufficiente. La persona ha bisogno di misericordia. I rapporti segnati dalla compassione sono molto più umani rispetto a quelli guidati dal semplice metro della giustizia. Cambiamento, crescita, dialogo e misericordia aiutano enormemente quella cultura della vita che la Chiesa promuove e diffonde da tanto tempo. Basti pensare a questi esempi. Nonostante gli attentati alla vita come l’aborto, gli sfruttamenti e l’eutanasia abbiano assunto qua e là una normalità, la Chiesa con voce profetica invita a non adeguarsi e a cambiare mentalità. Davanti ai tentativi di diffondere una genitorialità al singolare – con una madre sola, ad esempio - la Chiesa ricorda che i figli per la loro crescita hanno bisogno della complementarietà genitoriale. Di fronte alla dittatura del pensiero unico, che eleva a dogma opinioni minoritarie come in tema di gender, la comunità credente si sforza di mantenere aperto il dialogo, facendo appello alla coscienza. La Chiesa, infine, insegna ad avere misericordia, a “patire” ugualmente per tutti gli esclusi, senza distinzione: anziani, giovani che non trovano lavoro, bambini che non vengono fatti nascere. [Quaresima] 7 LA QUARESIMA Antonio Stuppiello* L’ anno liturgico sembra ritornare su se stesso anno dopo anno, ma non è così. Prima di entrare in questioni specifiche mi sembra opportuno un cenno sull’anno liturgico. Abbiamo fatto esperienza del Triduo pasquale e di tutte le seguenti “tappe” che segnano le settimane e i mesi fino alla Domenica di “Cristo Re” che è l’ultima domenica dell’anno liturgico, il quale ricomincia con la prima domenica di Avvento. A ben guardare, domenica per domenica non abbiamo fatto altro, durante tutto l’anno, che celebrare il Mistero di Cristo, sul quale è fondato l’anno liturgico. Ciò che caratterizza la religione ebraica e cristiana è il fatto che Dio è entrato nella storia. L’eternità è entrata nel tempo, cioè si è rivelata e si realizza nella storia “con eventi e parole intimamente connessi tra loro” (DV 2). Con la rivelazione l’uomo è destinatario di una azione di elezione divina che vuole attuare un’alleanza mediante la quale gli uomini vengono resi partecipi della divina natura (cfr 2Pt 1, 4). S. Paolo chiama questo piano divino di salvezza che si attua nella storia, col termine “mistero”. L’anno liturgico celebra il mistero di Dio in Cristo, quindi è radicato su quella serie di eventi mediante i quali Dio è entrato nella storia e nelle vita dell’uomo. E per coloro che aderiscono a Gesù Cristo il mistero di rivelazione e di salvezza è dalle origini della creazione fino al ritorno glorioso del Figlio dell’uomo sulle nubi del cielo. Se c’è una differenza tra l’ebraismo e il cristianesimo, è proprio qui: nell’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, il Figlio eterno del Padre con lo Spirito Santo. E nella celebrazione dei misteri della vita di Cristo noi contempliamo la quaresima. Non sappiamo con certezza dove e come sia sorta la quaresima, sappiamo solo che s’è andata formando progressivamente. I primi accenni di un periodo pre-pasquale si hanno in Oriente al principio del IV secolo e in Occidente alla fine del IV secolo. Una prassi preparatoria alla Pasqua col digiuno, però, aveva cominciato ad affermarsi fin dalla metà del II secolo. Dalla fine del IV secolo, la struttura della quaresima è quella dei quaranta giorni, considerati alla luce del simbolismo biblico che dà al numero quaranta, un valore salvifico-redentivo. Allo sviluppo della quaresima ha contribuito la disciplina penitenziale per la riconciliazione dei peccatori che avveniva la mattina del giovedì santo e le esigenze sempre crescenti del catecumenato con la preparazione immediata al battesimo, celebrato nella notte di Pasqua. Il Vaticano II raccomanda “Il duplice carattere della quaresima che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l’ascolto più frequente della Parola di Dio e la preghiera più intensa, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica. Perciò si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano anche altri dall’antica tradizione; lo stesso si dica degli elementi penitenziali” (SC 109). È con l’imposizione delle Ceneri, il mercoledì, che prende avvio la quaresima; essa va fino alla messa in “coena Domini” esclusa. La quaresima è vissuta come periodo di penitenza, assumendo spesso risvolti che dal punto di vista prettamente dottrinale non le sarebbero propri; mi riferisco a certi eccessi di sacre rappresentazioni abbondanti di sangue e colori penitenziali che sono il frutto di atavici sentimenti umani di natura non proprio cristiana: diciamo pure che nel pianto e nel dolore confluisce la condizione umana di precarietà e di sofferenza che è comune degli uomini, a prescindere dalle religioni. La religiosità popolare è più profonda e seria di quanto si possa pensare e sempre il cristianesimo ne ha tenuto e ne tiene conto. Importante è non esagerare, sconvolgendo il significato proprio del mistero pasquale. Circa i riti e il loro simbolismo bisogna pensare sempre che essi vengono illuminati dalla Parola di Dio e dalla preghiera dei fedeli ecclesialmente radunati, e vogliono esprimere la dinamica pasquale della vita cristiana: morire con Cristo sul cammino verso Gerusalemme dove il Figlio dell’uomo dimostrerà di essere venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita (cfr Mc 10, 45). *parrocchia s. Maria del Carmine, Monte Sant’Angelo L’ombrello rosso Giuseppe Barracane* L a Quaresima che ci accingiamo a vivere è un’occasione propizia per risvegliare la nostra fede assopita, per ripercorrere con Israele e con Gesù il cammino del “deserto”, l’itinerario della prova alla quale tutti siamo chiamati e per imparare a vivere ogni giorno del pane del “deserto”, di quella parola che è Cristo stesso. La Quaresima è dunque questo «momento favorevole» che ci è dato per «non accogliere invano la grazia di Dio» (2 Cor 6,1) e giungere a vivere con cuore rinnovato nella fede la Pasqua del Signore. E per comprendere meglio che cos’è la fede, viene in nostro aiuto un racconto: «I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L’erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto. Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia. Il parroco del paese organizzò un’ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia. All’ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza. Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari. Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso» (Bruno Ferrero). Forse la nostra vita ha una fede ordinaria, fatta di attaccamento alla Chiesa, ai segni cristiani che portiamo anche con noi e forse siamo di quelli che pensano di credere, vanno a messa, seguono tutte le disposizioni canoniche, ma non siamo veramente coinvolti. Forse la Parola di Dio passa sopra la nostra testa e non ci tocca più di tanto… Il Signore in questa Quaresima ci sta chiedendo un salto di qualità ed anzi ci chiede la fede di quella bambina che ha creduto tenacemente alla forza della preghiera. Tant’è che non ha portato altri segni di speranza, se non la certezza della pioggia, cioè che sarebbe stata esaudita, che il Signore avrebbe provveduto all’arsura incombente! Quell’ “ombrello rosso” è tutta la fede incondizionata di quella bambina! L’autore del racconto conclude con questa frase: «Pregare è chiedere la pioggia, credere è portare l’ombrello»! Non ci dobbiamo scoraggiare se la nostra fede forse non è quella della bambina. Questo tempo di Quaresima viene per aiutarci in questo nostro cammino e darci la forza necessaria per farci maturare nella fede. *dottore in sacra teologia 18 dicembre 2015 8 [In Africa sui sentieri delle Beatitudini] L’esperienza missionaria dell’“africano” ha compiuto 10 anni! Una ‘goccia’ immessa nell’oceano del continente africano sta prendendo corpo e consistenza Raffaele Antonio De Feudis* S ono trascorsi più di dieci anni dalla prima esperienza da volontario nel continente Africano e sono da poco tornato da un ennesimo ed intenso viaggio fra la gente di quei luoghi, in compagnia di don Andrea. Il ricordo della prima esperienza è ancora così vivo, tanto che avvolte mi capita di sentire ancora i silenzi e gli odori di quella calda notte di ottobre del 2005. Ero frastornato e invaso da prepotenti emozioni, tanto da non avere più capacità di discernimento e di associazione, esattamente come da fanciullo mi ritrovavo spesso alla ricerca di una dimensione e di una collocazione nelle nuove esperienze di vita che dovevo affrontare. Mi sentivo proiettato in una realtà che oserei definire inimmaginabile e comunque molto lontana dalle mie capacità di immaginazione, non soltanto per le condizioni climatico-ambientali, quanto per le differenze culturali e le differenze intellettive di spazio-tempo. Quel mondo sconosciuto era ben al di la dell’orizzonte visibile che il mio pregiudizio da occidentale fino ad allora aveva tracciato. Mi sentivo impacciato proprio come un bambino che muove i primi passi, tanto da restare spesso in silenzio per ascoltare e cercare di capire quale fosse la maniera più opportuna per rapportarmi nelle situazioni contingenti. Ero in compagnia dell’amato don Andrea e di due ingegneri di Salerno, Theofik ed Alfredo. Don Andrea veniva già da una lunga esperienza maturata non soltanto in quel paese, e lui, in maniera per me del tutto incomprensibile, si muoveva con agilità, circospezione e consapevolezza, in tutte quelle situazioni che via via si presentavano alla sua attenzione. Per non commettere errori, mio malgrado, mi rifugiavo per tutto il tempo necessario in un religioso silenzio, dando di me l’immagine di una persona schiva e magari non molto tollerante. “Essere con rispetto fra la gente e con la gente per condividere fraternamente gli interessi per il bene comune”. E questo lo spirito che anima il mio trasporto per la Missione. Qualcuno incontrandomi mi saluta chiamandomi “l’africano”. Devo confessare che la cosa non mi dispiace e che tutto sommato in rispetto dell’amicizia di quella bella gente che in dieci anni ho avuto l’onore di incontrare e con la quale ho vissuto e condiviso interessi, emozioni e anche una parte della mia vita: mi sento un po’ anche africano. Devo affermare che l’universalità della Chiesa Cattolica, è un dato di fatto e sono anche pronto a testimoniarlo. Essere con la gente in una chiesa o in un qualsiasi posto del mondo per sentirsi figli di Dio a prescindere dalla differenza di razza, di cultura, di colore e di pregiudizio, è una cosa che mi emoziona facendomi sentire ogni volta, parte integrante e membro della Comunità Cattolica Universale. Il mondo sta cambiando molto rapidamente, ad una velocità sicuramente superiore alle possibilità insite del nostro spirito di adattamento. Paesi e luoghi che fino a pochi anni fa, dal nostro immaginario erano considerati lontanissimi, oggi so- no distanti soltanto poche ore di volo. Se pensiamo che occorrono poco più di otto ore per passare dal centro dell’Italia al centro dell’Africa nera, possiamo capire come il nostro intelletto, per ragioni di forza maggiore, debba modificare la dimensione di spazio-tempo e di conseguenza tentare di riportare il mondo ad una dimensione più attuale e più consona. Una “casa comune”, non solo per ricercare insieme le soluzioni alle problematiche ambientali che stanno profondamente cambiando il clima della terra, ma anche per ricercare gli accordi e le soluzioni per i dissesti geopolitici, per le carestie e per la nuova forma di schiavitù da profitto, con la quale a pagare sono sempre e soprattutto i più deboli. L‘esodo biblico di decine di migliaia di esseri umani di ogni età e figli di Dio, impauriti, che fuggono da carestie e da persecuzioni, sta avvenendo sotto i nostri occhi in questi ultimi giorni funesti e nonostante essi fuggono anche da paesi distanti alcune migliaia di chilometri dal nostro, riescono stremati o già cadaveri a raggiungere sia le nostre coste sia gli altri confini di paesi europei. Essere con gli ultimi, per essere con Gesù. “Oltre alla Evangelizzazione e alla scolarizzazione, la Comunità Cattolica Universale in rispetto delle diverse culture e sensibilità umane, dovrebbe farsi carico anche di gettare le basi per favorire lo sviluppo sociale ed economico specie in quelle aree fortemente depresse e ad alto rischio”. Questo è il disegno concreto e coinvolgente di don Andrea e della Comis. Un disegno che la razio- nalità oggettiva con la quale siamo abituati a pensare, potrebbe definire un’utopia o una idea demagogica priva di ogni possibile realizzazione; se non fosse per il fatto che fra mille difficoltà e sfinimenti di rinuncia, il progetto che comunque rimane una goccia nell’oceano, in questi ultimi tempi sembra prendere corpo, consistenza e motivazione. Le due Aziende agro-zootecniche continuano a svilupparsi e a distribuire ricchezza attraverso l’indotto ed i mercati locali. Spero tuttavia che questa idea di realizzare la Solidarietà e la Condivisione, diventi un modello di riferimento per i Governi mondiali e per le altre associazioni missionarie. Questo personale punto di vista è semplicemente frutto di riflessioni basate sulla esperienza ed ispirato dal desiderio di vedere i bambini figli dell’uomo, giocare tranquilli nelle loro case come ho potuto fare io ed anche i miei figli. Ringrazio Dio di avermi fatto incontrare quel Prete cattolico da qualcuno definito un ‘folle’ e che spesso è anche burbero ed irruente e che risponde al nome di don Andrea Vece, già parroco presso la parrocchia Madonna di Fatima di Salerno, dove la COMIS - Cooperazione Missionaria di Sviluppo - da lui fondata ha da sempre operato, portando evangelizzazione e sviluppo in molte aree della “Casa Comune”. *volontario in Africa dell’Aziende dell’Opera di s. Pio 9 MANFREDONIA UNA PARROCCHIA SUI SENTIERI DELLE BEATITUDINI Antonia Palumbo V olendo testimoniare il Vangelo della solidarietà, da più anni la parrocchia s. Giuseppe si è fatta solidale con gli ultimi che abitano in India e si è messa dalla loro parte per cercare di aiutare a superare alcune difficoltà della vita, ben sapendo che la vera felicità non si trova in ciò che il mondo promette – ricchezze, potere, carriera, piaceri – ma nella strada ardua indicata da Gesù e che porta alla beatitudine vera, raggiunta attraverso la testimonianza di una autentica e fattiva carità fraterna. Nei giorni scorsi il parroco don Biagio e due parrocchiani, Carmen e Mimmo, hanno affrontato un lungo e faticoso viaggio per raggiungere i fratelli che vivono nelle missioni di quella sterminata terra del continente asiatico e per testimoniare loro non solo la vicinanza della comunità parrocchiale s. Giuseppe di Manfredonia, ma anche per imparare la difficile arte della missione. Ecco alcuni stralci del diario scritto da don Biagio e partecipato per mail durante il lungo e faticoso viaggio: leggerlo è scoprire una grande testimonianza di carità. 8 gennaio 2016. L’altro ieri abbiamo contemplato i Magi venuti dall’oriente per contemplare Colui che è nato, il Re dei Giudei. La tradizione dice che fossero tre. Oggi tre “pellegrini” sono in partenza per l’oriente. Andiamo per farci raccontare di quel Bambino e per imparare la difficile arte della missione. Dalla terra dei santi apostoli Pietro e Paolo vi giunga il nostro saluto … 10 gennaio 2016… Manfredonia-RomaDubai-Dheli-Ghuwati… un viaggio interminabile di due giorni e mezzo e nel silenzio più totale per mancanza di connessione. Oggi, abbiamo iniziato il nostro percorso con la visita ad un missionario qua- si novantenne ancora in piena attività; ad una comunità parrocchiale per la messa domenicale strapiena di fedeli; ad una comunità di suore salesiane impegnate nella formazione delle future suore e nel recupero dei più emarginati della società. È stato un inizio entusiasmante. Domani partiamo per visitare 4 missioni sperdute nella giungla. Saremo di nuovo isolati per altri 3 giorni. Ci risentiamo al ritorno … 15 gennaio 2016. Per tre giorni abbiamo visitato comunità disseminate nella foresta. È impressionante vedere le opere realizzate dall’ultima volta che siamo venuti. Ma ciò che più colpisce è la gioia dei bambini e delle suore. Sembra di essere a contatto con le comunità cristiane dei primi secoli. Siamo di nuovo in partenza per visitare altre due missioni… 17 gennaio 2016. Questa sera siamo arrivati a Calcutta. Domani celebrerò la Messa sulla tomba di Madre Teresa. Avrò un ricordo particolare per te. Domani faremo anche delle esperienze forti in alcune opere di Madre Teresa… 19 gennaio 2016. Dopo l’intensa esperienza di ieri, celebrazione sulla toma di Madre Teresa e visita alla Casa Madre delle Missionarie della Carità, abbiamo visitato la Casa dei bambini abbandonati, assistiti con amore anche da giovani prove- nienti da diverse parti del mondo, Italia compresa ed abbiamo avuto un incontro con i bambini della missione di Gobra e con uno dei padri spirituali di Madre Teresa. Oggi, dopo il buon giorno di 2000 studenti dell’Auxilium di Dum Dum siamo andati a visitare la missione di Monsada, uno sperduto villaggio a più di tre ore da Calcutta. Ci ha colpito la semplicità e la gioia di quella povera gente che vive di pochissimo e la festa al vederci arrivare da tanto lontano. L’ultima missione visitata è stata la scuola di Barasat… 20 gennaio 2016. Con la visita al santuario della Madonna di Bandel e l’ingresso giubilare abbiamo concluso il n ostro viaggio nella Ispettoria di Calcutta. Sono stati giorni faticosi ed intensi, ma anche belli sotto tutti i punti di vita. Con le suore abbiamo condiviso anche la difficoltà di vivere in un quartiere non facile. Due immagini servono a dare l’idea di questa situazione di pericolo: dall’esterno il rischio di visite non gradite (ladri e fondamentalisti); dall’interno le zanzare che qui a Calcutta sono presenti e operative anche d’inverno. Domani, partiamo per il Kerela, all’estremo Sud: è una zona che ancora non conosciamo, ma affascinante. Una Comunità Ebraica era presente già nel 500 avanti Cristo. L’apostolo Tommaso la evangelizzò all’inizio del Cristianesimo. Sono sicuro che non rimarremo delusi … 24 gennaio 2016. In questi due giorni abbiamo fatto delle esperienze diverse. Padre Francis che ci accompagna in Kerela ha programmato una gita in battello nella laguna di Chochin, soprannominata la Venezia dell’Est: una meraviglia per il corpo e per lo spirito. Poi abbiamo visitato alcuni santuari legati ai santi di questa terra. È impressionante vedere come questi luoghi siano cristiani dall’inizio e contem- plare la forte spiritualità di questo popolo. La giornata si è conclusa con la partecipazione al giubileo di fondazione della don Bosco Central School di Punthupally: una vera festa di popolo. Oggi, inizia una nuova giornata. Santa Domenica… 25 gennaio 2016. Anche ieri è stato un tuffo in comunità vive e gioiose di testimoniare la propria fede soprattutto nel giorno del Signore. Abbiamo visto anche delle realtà strazianti come i ragazzi di strada, e belle come una tipografia all’avanguardia. Un saluto e una preghiera… 26 gennaio 2016. Il sole tramonta sull’oceano indiano, ma l’India continuerà a rimanere nei nostri occhi e nei nostri cuori: per le persone che abbiamo incontrato e che ci hanno sempre dimostrato tanto affetto per i luoghi visitati. Domani si parte per il viaggio di ritorno. Non vediamo l’ora di rivedere i volti amati delle persone care. Ci siete mancati tantissimo. A presto. Don Biagio. 27 gennaio 2016. Il viaggio di ritorno è iniziato. Siamo all’aeroporto di Chechin. Salutati dai seminaristi di Aluva, riprendiamo la strada di casa… Siamo nell’anno del Giubileo della Misericordia e non ha nessun senso passare la Porta della cattedrale o di uno dei nostri santuari o di una delle basiliche romane se non passiamo per la Porta di un povero, di un malato, di un ‘piccolo’ del Vangelo. Ce lo ha ricordato Papa Francesco nella Misercordiae Vultus: “…È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia … per entrare sempre più nel cuore del Vangelo dove i poveri sono i privilegiati della Misericordia divina” e anche nel messaggio per la Quaresima 2016, presentato lo scorso 26 gennaio, nel quale ha sottolineato che “le opere di misericordia corporale e spirituale ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati”. Siamo come cristiani invitati a compiere questo itinerario e a non dimenticare che la Misericordia non può essere fatta solo di belle parole o di nobili sentimenti, ma deve diventare solidarietà concreta. E il viaggio “missionario” della parrocchia s. Giuseppe ci insegna che la Misericordia è un’arte che si impara con tre verbi: vedere, fermarsi, toccare, le azioni appunto del vero ed autentico Buon Samaritano. 19 FEBBRAIO 2016 [In India sui sentieri delle Beatitudini] 19 FEBBRAIO 2016 [Ricerche e studi su s. Lorenzo Maiorano] S. Lorenzo in una meravigliosa tavola fiorentina del 1200 Alberto Cavallini L’ annuale festa del santo vescovo Lorenzo, patrono dell’Arcidiocesi, mi porta, come è ormai mia consuetudine che si è consolidata nel corso degli anni, a parlare dell’iconografia del santo Vescovo di Siponto beneficiario delle apparizioni dell’Arcangelo glorioso sul Monte Gargano. Infatti, la profonda suggestione motivata dalla fede ha fatto sì che le contrade più lontane d’Italia e d’Europa, fossero disseminate di manifestazioni devote legate al Monte Gargano, ove un evento prodigioso verificatosi nel lontano V secolo, ha dato origine al più antico santuario micaelico d’Occidente. Voglio perciò parlarvi quest’anno di un’opera importante e famosa: la grande tavola medioevale dell’artista toscano Coppo di Marcovaldo custodita a s. Casciano Val di Pesa (FI), ridente cittadina ubicata lungo una delle diramazioni della Via Francigena, dove sono stato di recente per tenere una conferenza sull’iconografia di s. Michele arcangelo, dal Gargano diffusasi in terra toscana. Coppo di Marcovaldo, originario del Popolo di San Lorenzo a Firenze, dunque artista fiorentino puro sangue del ‘200, è stato uno dei pittori più eminenti della grande pittura toscana del XIII secolo ed il più importante a Firenze prima del grande maestro Cimabue, non solo, ma anche uno dei pochi maestri duecenteschi del quale si conosce il nome. La tavola conservata al Museo di San Casciano di Val di Pesa, nota come San Michele Arcangelo e storie della sua Legenda è stata attribuita dalla critica recente proprio a Coppo di Marcovaldo e sarebbe la sua opera più antica, eseguita indicativamente tra il 1255 e il 1260, a tempera, con argentature a mecca, la speciale verniciatura che faceva apparire come oro l’argento. Dunque, a S. Casciano si può ammirare la bellissima tavola iconica di Coppo di Marcovaldo che presenta alla venerazione dei fedeli l’arcangelo Michele in abiti diaconali, seduto in trono, impugnante con la destra il Baculus viatorius e con la sinistra il ripidion con sopra impressa la santa Croce. L’Arcangelo Michele, il divino Messaggero dell’Altissimo e il Diacono fedele, nella perfezione e pienezza della sua specifica natura di cooperatore del divino disegno di salvezza ha il volto, la forma corporea, la maestà delle vesti lumeggianti, insomma i caratteri che mostrano questa sua reale e regale funzione, mentre le iscrizioni, il nimbo che avvolge il suo capo, la fascia che avvolge i capelli e li tiene ben fermi, ricordo del filatterio ebraico, poi nella mano il ripìdion con la s. Croce, la fascia diaconale, il baculus, sono elementi che pongono in piena luce la sua realtà di Divino Messaggero inviato per testimoniare la sua fedeltà, Michael, quis ut Deus? La figura centrale e superba dell’Arcangelo è contornata da ben sei riquadri: i primi tre presentano alla contemplazione dei fedeli alcuni episodi biblici in cui i santi Angeli sono protagonisti esemplari, mentre i secondi tre riportano all’attenzione del contemplatore fedele gli eventi prodigiosi accaduti sul Gargano e a Siponto nel V secolo della fede cristiana. Possiamo capire meglio gli eventi soprannaturali del Gargano facendo un sia pur piccolo riferimento alla speciale funzione degli Arcangeli, in particolare a quella di Michele, il principe degli Angeli, attingendo alla tradizione ebraica e sofferman- doci sullo Shalom ‘aleykhem - il Pace a voi – che spiega efficacemente la ministerialità dei santi Arcangeli: Pace a voi, angeli ministri, angeli dell’Altissimo, guidati da Michele, l’Angelo del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia. Venite in pace, angeli di pace, angeli dell’Altissimo, illuminati da Michele, l’Angelo del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia. Beneditemi con la pace, angeli di pace, angeli dell’Altissimo, insieme a Michele, l’Angelo del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia. Andate in pace, angeli di pace, angeli dell’Altissimo, del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia. haQādôsh, barûk hû’ il Santo, Benedetto Egli sia Fatta questa premessa che spiega i primi tre riquadri della grande tavola di Coppo di Marcovaldo e sorvolando la lettura analitica degli episodi biblici, mi soffermerò particolarmente sui secondi tre che presentano invece le scene salienti della 1^ apparizione di s. Michele al Gargano, avvenuta nel V secolo, che mettono in risalto la figura del santo vescovo di Siponto, Lorenzo, narrando in forma filmica gli eventi prodigiosi tramandati dalla medioevale Apparitio sancti Michaelis in Monte Gargano e precisamente: il quarto riquadro presenta l’episodio del toro e della freccia che colpisce l’arciere Gargano, il nobile sipontino proprietario di armenti, ferito dalla freccia ritornata a lui come un boomerang; il quinto, invece, presenta i Sipontini che assieme a Gargano, dubbiosi e incerti, chiedono al santo Vescovo della loro città di Siponto, spiegazioni e consigli sul da farsi in merito agli eventi successi loro sul monte Gargano, infine, il sesto riquadro presenta l’apparizione di s. Michele a s. Lorenzo di Siponto, rassicurandolo che la caverna del Monte Gargano è stata da Lui stesso scelta e consacrata. Interessante è l’iconografia di s. Lorenzo utilizzata dall’artista fiorentino: mentre nel riquadro dell’ ‘ascolto’ dei Sipontini, il santo Vescovo, rivestito degli abiti pontificali, è seduto sulla cattedra episcopale ed è in attento ascolto di quanto i suoi fede- li van narrandogli dell’evento del toro e della freccia, nel sesto riquadro iconico della serie che arricchisce la tavola, il s. Vescovo Lorenzo è sempre rivestito dei paramenti pontificali e si trova all’interno dell’episcopio sipontino. Egli è stato qui rappresentato mentre è in ginocchio davanti all’Arcangelo e di lui Coppo di Marcovaldo ha ben evidenziato il volto con un cerchio, quasi a sottolineare la gloria che proviene dall’Arcangelo e che avvolge Lorenzo, sottolineata proprio dal nimbo che avvolge il capo del Vescovo e che è simbolo di santità e di luce, provenienti dall’Altissimo. Una tavola, insomma, di grande respiro e bellezza di cui pubblico alcune foto da me scattate e per le quali ringrazio la direttrice del Museo per il consenso concesso, dalle quali traspare la Bellezza della Parola e della Tradizione dipinta, che incanta e catechizza il credente, abbagliato dallo splendore e dallo gloria. In conclusione, la grande tavola duecentesca di S. Casciano, situata lungo la Via Francigena percorsa dai pellegrini per raggiungere Roma e poi il Gargano, è un’autentica opera che segna insieme ad altre magnifiche opere del Duecento toscano quell’importante passaggio dall’arte iconografica antica, legata ai canoni iconografici di Nicea II, all’arte italiana sviluppatasi nei secoli successivi proprio in Toscana e da qui a Roma e nel resto d’Italia, grazie ai grandi maestri fiorentini. La tavola ci testimonia, ancora una volta, come in passato, dal Gargano la Legenda dell’Arcangelo Michele e del santo Vescovo di Siponto sia ‘volata’ in terre lontane con grande trasporto e devozione di pellegrini e di fedeli. 19 FEBBRAIO 2016 [Festa di s. Lorenzo] 11 San Lorenzo Maiorano Michele Castoro* L’ annuale ricorrenza di San Lorenzo Maiorano, patrono della città di Manfredonia e dell’intera nostra diocesi garganica, non ha il clamore e l’esteriorità che ha in altre città la festa patronale. Questa manifestazione, qui, a Manfredonia, è più contenuta e quasi limitata ai soli aspetti religiosi; non significhi però una minore considerazione verso il nostro Santo Patrono; anzi, questo ritrovarci per la Celebrazione Eucaristica e per la Processione che segue, ci permette di dare a questa attesa ricorrenza una connotazione più intima e spirituale. Nel corso della celebrazione, ho avuto la gioia di conferire l’ufficio del canonicato a due nostri degni sacerdot i: Don Stefano Mazzone, mio Vicario generale, e Don Paolo Borgia, Collaboratore di Papa Fran- cesco presso la Segreteria di Stato in Vaticano. Essi diventano Canonici del Capitolo di questa Cattedrale. Il conferimento del canonicato non è una mera onorificenza – nella Chiesa l’unico onore che posiamo permetterci è quello di servire - ma è il riconoscimento del lavoro che i due eletti svolgono, con fedeltà e generosità, al servizio della Chiesa locale e della Chiesa universale. I Canonici infatti devono distinguersi per il loro comportamento integro, all’insegna della carità verso tutti e della leale collaborazione con il ministero del Vescovo e del Papa ... Miei Cari, il Signore si è servito di san Lorenzo Maiorano per gettare le fondamenta della nostra Chiesa sipontina, come – in quello stesso periodo - a Ippona si è servito dell’opera di sant’Agostino e a Canosa di San Sabino. Accanto a questi grandi pastori, tanti altri santi sono stati nei secoli una immagine viva del buon Pastore. La storia della Chiesa è costellata dalla figura e dall’opera di tanti grandi pastori. Basti ricordare alcuni più vicini a noi, come papa Giovanni XXIII o papa Giovanni Paolo II o padre Pio Don Stefano Mazzone, vicario generale dell’Arcidiocesi, e don Paolo Borgia, addetto alla Segreteria di Stato di Sua Santità, sono stati nominati dall’Arcivescovo canonici del Capitolo della Cattedrale. da Pietrelcina: tutti pastori santi, ad immagine di Gesù, il buon pastore. Al di là della santità riconosciuta e del ministero svolto da tanti pastori di ieri e di oggi, c’è una santità diffusa e un compito svolto da tutti i battezzati. Certo, il ruolo dei Vescovi, coadiuvati da presbiteri e diaconi, resta un punto di riferimento. Al tempo stesso, tutti siamo chiamati ad essere, gli uni per gli altri, riflesso della premura di Cristo buon pastore. Sì, è sempre Cristo, che si prende cura del suo gregge. E questo ci dà speranza. Grazie a Dio, le ricchezze spirituali e le potenzialità della nostra diocesi sono grandi. La fede di tanti fedeli è viva. Le nostre chiese sono abbastanza frequentate. Le tradizioni sono ancora onorate. I pellegrini che giungono sul Gargano vi trovano edificazione e ristoro spirituale. E tuttavia registriamo i segni di un cambiamento per tanti versi inquietante. Una grande crisi di cultura e di valori avanza sull’onda dei mezzi di comunicazione. Anche da noi si respira un’atmosfera di relativismo che insinua il dubbio nelle nostre convinzioni di fede. E di fronte a questo attacco anche tanti cristiani si mostrano indifferenti se non addirittura compiacenti. Carissimi, noi siamo qui oggi, eredi della testimonianza di San Lorenzo Maiorano, a dire a Cristo: “tu sei la via, la verità, la vita” (Gv 14,6), “tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,69). Bisogna che questa professione di fede si consolidi nelle nostre coscienze e diventi credibile nel nostro annuncio. Un annuncio al quale papa Francesco chiede di dare il timbro della gioia, Evangelii Gaudium: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù… Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” (EG 1). Questa gioia non può risolversi in un sentimento interiore e solitario: dev’essere gioia di Chiesa, gioia di popolo, gioia di famiglia. Qui si apre un altro scenario di crisi. Quello che per millenni ha costituito la forza della pastorale, e cioè la coesione della famiglia e della società, oggi è sempre più lontano. Le relazioni si indeboliscono e si frammentano. La famiglia, è sempre più fragile. A ciò si aggiunge la pesante crisi economica. Anche la nostra città ne è stata investita in pieno. Aziende chiudono o sono in difficoltà. Come non pensare alla vicenda della Manfredonia Vetro?! Chiediamo a quanti sono impegnati nelle trattative ogni possibile sforzo per orientarle verso una soluzione positiva per gli operai di quella grande Ditta ma anche per le Aziende più piccole. E questo è urgente, perché i nostri giovani, che pur sanno essere generosi e creativi, hanno più d’un motivo di preoccupazione guardando al loro incerto futuro lavorativo. La stessa gioia di vivere è messa alla prova. E se poi guardiamo al panorama internazionale, ci rattrista vederlo segnato da ingiustizie e disuguaglianze clamorose e, come non bastasse, punteggiato di conflitti sanguinosi e di azioni terroristiche. Sì, miei cari, c’è tanta sofferenza in giro. La Chiesa deve farsi “prossima” a tutti, raggiungendo tutte le periferie dell’esistenza. Deve annunciare Cristo incontrando le persone e toccando la sua “carne” nei poveri. Dobbiamo farci apostoli della Parola e della Carità: missionari di una eucaristia che si impasta con le nostre sofferenze, come stiamo cercando di fare nella Casa della Carità, nelle mense per i poveri e negli aiuti quotidiani della Caritas diocesana e delle varie parrocchie. Il Signore benedica queste opere di misericordia! Occorre essere una Chiesa unita; ma anche, per usare un’espressione cara a papa Francesco, una “Chiesa in uscita”. E’ ora di uscire per sperimentare cammini nuovi. Ci è chiesto un nuovo slancio sacerdotale. Una forte presa di coscienza laicale. Una maggiore convergenza di associazioni e movimenti. Un sussulto di profezia nelle persone di vita consacrata. Un ultimo pensiero vorrei dirvi. L’altro ieri siamo stati a Roma, per incontrare il Papa. Una giornata di grandi emozioni. Papa Francesco ha voluto rivolgere anche una parola di saluto alla folta rappresentanza della nostra diocesi: “Desidero anche rivolgere un augurio particolare ai fedeli dell’Arcidiocesi di ManfredoniaVieste-San Giovanni Rotondo… Che chiunque venga nella vostra bella terra – io ho voglia di andarci! – possa trovare anche in voi un riflesso della luce del Cielo!”. Ecco cosa si attende il Papa da noi: che la nostra vita corrisponda alla bellezza della nostra terra. E speriamo che presto egli possa venire a farci visita. Chiediamo a San Lorenzo Maiorano la forza di mettere insieme energie nuove per tessere una storia di corale intesa per il progresso umano e spirituale della nostra città. Consegniamo al nostro amato Patrono la chiave del nostro cuore perché, con la materna protezione della Madonna di Siponto, possa aprirlo ed elevarlo alle profonde esigenze del Vangelo. *arcivescovo M a u L e “ D i l a t a t o c o r D e ” alla storia, l’Amore fedele di Dio che libera e salva, l’amore verso i fratelli, il mistero della Croce, l’amore e la venerazione per la sua Parola. L’ascolto e il confronto con la Parola è pietra di paragone di ogni comunità, in special modo per chi svolge un ministero nella Chiesa, come catechista, accolito, lettore, ostiario, cantore, eccetera, e come di Essa si sono nutriti nella fede i nostri padri così è data ancora a noi la Parola di vita il cui messaggio ci interpella e penetra nei nostri cuori fino a discernere “i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,2) e presenta la bellezza del dono dell’Amore attraverso il suo messaggio che è il “tesoro” per eccellenza per il quale l’uomo abbandona con gioia tutto, perché ha scoperto qualcosa di veramente grande (cfr Mt 13,44). Questo testo di meditazioni, dunque, ci spiega il Mistero di Cristo e ci aiuta a una contemplazione amorosa dell’Altro che ci accoglie e diventa nuovo principio di ogni nostra azione di vita in un progressivo cadere di tutte le nostre barriere fino a che l’Altro diventa la nostra stessa vita (Gal 2,20). E la contemplazione o meditazione è stata l’esperienza più profonda del monachesimo che ha saputo e potuto far diveni- L o d o v i c o C O L L A N A L a Chiesa annuncia, celebra e testimonia il forte e fedele Amore di Dio per l’uomo, rivelato e donato in pienezza da Cristo, e con il servizio della Parola, piamente ascoltata e fedelmente esposta ai fedeli, sprona tutti, laici e presbiteri, ad attuare e a rendere presente il mistero di Cristo nel tempo. E la pubblicazione “Ieri, Oggi, Sempre, Cristo è il Signore!” raccoglie proprio alcuni “colloqui familiari e dolci”, tenuti da don Lodovico Maule, presbitero della diocesi di Trento, nel corso di celebrazioni liturgiche e di altri numerosi interventi al popolo di Dio, non solo della sua diocesi di origine ma anche del nostro Gargano. I proposti “dolci colloqui”, nati da studio, riflessione e preghiera di don Maule, sottolineano come la Parola di Dio è per tutti alimento alla vita di fede perché Essa è stata scritta per noi. Anima ed accomuna i brani, pubblicati secondo lo schema dello svolgersi dell’Anno Liturgico, un filo conduttore continuo e pressante che si sostanzia essenzialmente in un richiamo all’esigenza di una vita rinnovata nella fede del Risorto. Perciò, il testo ripropone e sottolinea all’uomo di oggi, con le sue attese, le sue delusioni e le sue infedeltà davanti alla vita e Meditazioni sull’a nno liturgico c o r D e ” Alberto Cavallini IERI, OGGI, SEMPRE CRISTO È IL SIGNORE Colloqui familiari e dolci che ci parlano di Cristo Signore “ D i l a t a t o 19 FEBBRAIO 2016 Lodovico MauLe C O L L A N A Presso le EDB ha pubblicato: Per grazia tua ti lodo. La preghiera cristiana: i Divini Misteri e le Ore sante 3 (2006); ha curato l’Itinerario di Catechesi Familiare Lo racconterete ai vostri figli (20032007); ha pubblicato: In quel tempo… Racconti dal Vangelo (2008), testo e CD. Vi c e d i r e t t o r e d e l l’ Uf f i c i o Catechistico Diocesano di Trento dal 1994 al 1997 e Direttore dello stesso Ufficio dal 1997 al 2011. È Presidente dell’“Associazione ANASTASIA” per la formazione teologica, liturgica, storico-artistica di guide per la visita alla Chiese. Dal 2007 Canonico della Cattedrale, attualmente è Decano del Capitolo Metropolitano della Cattedrale di san Vigilio in Trento. IERI, OGGI, SEMPRE CRISTO È IL SIGNORE M e di ta z io n i s u l l’a n n o l i t u rgico re preghiera il lavoro e il lavoro preghiera. Per questo motivo, il libro di don Maule apre una nuova collana che la Comunità Monastica di s. Maria di Pulsano sul Gargano si prefigge di editare, per preparare nel cuore di ognuno e nelle comunità la venuta del Veniente (Ap 1,4), l’incontro di novità assoluta per l’uomo. Come cristiani abbiamo ripetuto l’ appuntamento con Lui tante volte e le meditazioni che seguono ci sollecitano ad essere uomini che accolgono con gioia l’incontro, senza sciuparlo con accoglienze stantie, scontate o peggio sedentarie. Ha scritto nella prefazione il monaco Pietro Distante “Occorre ricollocare la vita cristiana come quella che tipicamente si svolge solo dentro le strutture simboliche e sacramentali dell’Anno liturgico. Ponendo al centro Cristo Signore Risorto, e quindi la Domenica con il suo Evangelo che parla sempre e comunque del Signore Risorto. Amministrando la santa mistagogia in modo da concentrare su questo la nostra fede, le nostre opere buone, la nostra tensione di crescita, le nostre speranze. Sempre tenendo presente che l’Anno liturgico è l’Anno della divina Grazia dello Spirito Santo, coronato dall’inizio al- [Libri] L odovico Maule, presbitero dell’Arcidiocesi di Trento, ha conseguito il Baccalureato in Teologia a Bologna presso lo Studio Teologico s. Antonio, affiliato alla Pontificia Università s. Antonio in Roma; la Licenza in Sacra Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico s. Anselmo in Roma e il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma. Dal 1980 ad oggi è professore incaricato di Liturgia, Teologia dei Sacramenti ed Omiletica, presso lo Studio Teologico s. Antonio, affiliato alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, a Bologna. A Trento è stato professore di Liturgia, Sacramentaria e Cristologia, presso la Scuola Diocesana di Formazione Teologica dal 1994 al 2013; Docente di Cristologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose dal 1998 al 2012 e Docente di Omiletica presso lo Studio Teologico Accademico di Trento dal 2010 al 2012. Collabora mediante corsi e lezioni, nell’attività degli Uffici Diocesani: Liturgico; Pastorale Sociale e del Lavoro e altri. Ha collaborato inoltre con corsi e lezioni in diverse Diocesi e Parrocchie. E’ stato Docente, in due edizioni di Master in Architettura e Liturgia, curato dall’Ufficio Arte Sacra della Diocesi e dall’Università di Trento. Membro del Comitato Scientifico per una nuova edizione di Master prevista in progettazione. E’ stato redattore della rivista Evangelizzare, dal 1989 al 1996, ha collaborato inoltre con altre Riviste. la fine come l’Anno della Bontà del Signore (Sal 64,12b). Nel salutare un’altra realizzazione dell’autore, il mio pensiero va al bene dei lettori, sia clero che laici, auspicando che siano molti, e che qui possano trovare una contemplazione teologica e spirituale sui tesori biblici e liturgici che dilati davvero il loro cuore. Desidero per essi e per le loro comunità ogni bene spirituale che per Grazia possano e vogliano ricavare da questa lettura”. Dunque, la lettura attenta dei brani pubblicati non può che suscitare nella mente e nel cuore del lettore la ricerca profonda della ricchezza del Verbo, meditato e spezzato, col pensiero, l’aiuto e la sapienza di un presbitero laborioso e instancabile nel ministero a lui affidato. Come curatore del testo non posso che augurare che il cuore del lettore entri sempre più in profondità nella proposta sopra riassunta cogliendone i significati che ogni anno la Liturgia ripropone nella continuità. E D I Z I O N E A C U R A D E L L ’A B B A Z I A S A N T A M A R I A D I P U L S A N O Don Lodovico Maule, “Ieri, Oggi, Sempre, Cristo è il Signore”- Edizione 2015 a cura dell’Abbazia s. Maria di Pulsano – Prezzo € 16,00 Dal dono al per-dono: la parabola del terzo figlio Pasquina Tomaiuolo È in libreria l’ultima fatica di Michele Illiceto, docente di filosofia presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari (sezione Istituto Teologico Pugliese di Molfetta) e presso il Liceo Classico A. Moro Manfredonia. Il libro commenta la Parabola del Padre misericordioso, meglio conosciuta come Parabola del figliol prodigo. Tutti conoscono la storia che vi si narra, quella cioè di un figlio che va via di casa, lasciando nel cuore del padre un incolmabile vuoto, condannandolo a non guardarlo più in volto ma di spalle. Lontano, consuma sé stesso nel deserto delle cose inutili, in un corpo ostaggio del niente, inseguendo una libertà autoreferenziale, senza alterità. Negli occhi dei porci perde la propria immagine, vivendo così la più grande degradazione antropologica della storia. Il padre lo aspetta e al cielo chiede, ogni sera, che fine abbia fatto quel figlio ridotto a garzone. Sguardi persi, appuntamenti mancati, volti sospesi, distanze incolmabili. Tutto sembra perduto. Ma il padre resiste e mette in campo un amore nuovo: non l’amore di chi ha già donato, ma di chi ha perdonato. È l’amore che, resistendo al rifiuto, da dono sa farsi per-dono. Su queste note tipicamente esistenziali, Illiceto rilegge la parabola in chiave postmoderna, confrontandosi con le tre grandi operazioni culturali che la caratterizzano la “morte di Dio”, che qui viene letta come crisi della categoria della “paternità”, la “morte dell’uomo”, che rappresentata dal figlio minore, vie- ne interpretata come crisi della “figliolanza” e infine la “morte del prossimo”, esplicitata dal figlio maggiore che incarna il rifiuto della fraternità e della socialità. Illiceto sostiene che non bisogna mai separare la paternità (la verticalità e la trascendenza) dalla figliolanza (l’interiorità e l’identità), come ha fatto il figlio minore che sceglie un amore autoreferenziale. Ma, allo stesso tempo non bisogna neanche separare la figliolanza dalla fraternità (cioè l’orizzontalità e la prossimità) come invece ha fatto il figlio maggiore, che rappresenta un modello di religiosità sbagliata. Dunque, se i due figli rappresentano due paradigmi sbagliati di figliolanza, il primo perché simbolicamente uccide il padre e il secondo perché altrettanto simbolicamente uccide il fratello, quale figlio potrà restituirci i tre registri, riunificandoli, e cioè la paternità rimossa, la figliolanza resa caduca, e la fraternità recisa? La risposta sta nel Terzo figlio della parabola, la cui identità sta al lettore scoprire. Particolarmente interessante è il tentativo dell’autore di rileggere la figura del figlio minore alla luce di alcune metafore postmoderne usate da Bauman, come il vagabondo, il turista, il flàneur e il giocatore. Accanto a tali metafore il figlio più giovane viene equiparato all’homo consumens e all’homo ludens , oggi dominanti. Come anche ai tre paradigmi di sempre rappresentati da Prometeo, Dioniso e Narciso. Su questa scia l’autore rilegge la parabola utilizzandola come uno stru- mento per fare una breve diagnosi critica della nostra epoca, da Lypovetsky definita “era del vuoto”. Un’ ultima chiave di lettura che Illiceto propone è quella religiosa, cercando di rispondere alla domanda “Quale Dio dopo la morte di Dio?”, in un tempo dominato non solo dall’ateismo, ma ancor più dal nichilismo, che come “ospite inquietante” sta seducendo le nuove generazioni. Ma chiedersi “Quale Dio” significa chiedersi anche “Quale padre”, o meglio “Quale paternità” nel tempo della ‘evaporazione’ del padre. Ed è qui che Illiceto, confrontandosi con lo psichiatra lacaniano M. Recalcati, si chiede se a tornare deve essere il padre-Edipo o il padre-Narciso, cioè il Dio-Legge o il Dio-Amore. Quindi quale Dio e quale padre propone la parabola del figliol prodigo? Poiché sarà proprio il terzo figlio a dircelo, ecco un motivo in più per giustificare la scelta del titolo di questo libro: La parabola del terzo figlio. Il libro sarà presentato: - oggi 19 febbraio, a S. Giovanni Rotondo, presso la Chiesa Madre, alle ore 20.00 - domani 20 febbraio, a Monte S. Angelo, nell’ auditorium del santuario di S. Michele, alle ore 19.00 - giovedì 25 febbraio, a Manfredonia, nell’Auditorium Cristanziano Serricchio, alle ore 18.30 con l’intervento di P. Luciano Lotti, Direttore dell’ISSR Giovanni Paolo II di Foggia, e la partecipazione dell’arcivescovo mons. Michele Castoro e del Sindaco Angelo Riccardi - giovedì 10 marzo, a Cagnano Varano, presso la Parrocchia S. Maria della Pietà, alle ore 19.00 M. ILLICETO, La parabola del terzo figlio. Il figliol prodigo nel postmoderno, Andrea Pacilli Editore, 2016, euro 15.00 LABORATORIO ORAFO d’ARTE SACRA 5 8 9 1 l a d di Matteo Capita Restauro di arredi sacri Doratura e argentatura con protezione Creazione di medaglie, bracciali e rosari in argento e oro Foto incisione di persone care Creazione e riparazione di argenteria e oreficeria Via Carlo Ciampitti, 82 FOGGIA • Tel. 0881 687621 cell. 328 0740506 • e mail: [email protected] 19 FEBBRAIO 2016 S. Giovanni Rotondo [Comunicazioni Sociali] Festa di s. Francesco di Sales Incontro dell’Arcivescovo con i giornalisti cattolici Michelangelo Mansueto I l tradizionale incontro di giornalisti e operatori della comunicazione con l’Arcivescovo si è svolto quest’anno a S. Giovanni Rotondo presso gli studi di Tele-radio Padre Pio, quasi a pochi passi dal convento dei Cappuccini ove è vissuto per più di 50 anni il santo Frate del Gargano. È stato un momento di fraternità, condivisione, stima e partecipazione tra i direttori responsabili e i collaboratori delle testate giornalistiche cattoliche presenti in diocesi – VOCI e VOLTI, TELERADIO P.PIO, CASA SOLLIEVO della SOFFERENZA, VOCE di P.PIO, STUDI su P.Pio, MICHAEL, e che ha visto anche la partecipazione di alcuni responsabili del sito web parrocchiale Immacolata di Monte Sant’Angelo e del giornale Manfredonianews. Riuniti con gioia intorno all’arcivescovo mons. Michele Castoro nel ricordo del patrono dei giornalisti, tutti i direttori delle testate giornalistiche cattoliche nei loro interventi hanno assicurato il proprio impegno nel testimoniare la Buona Notizia di Gesù il Misericordioso attraverso i media loro affidati, radicati e stimati in questa nostra terra e non solo, continuando a offrire il loro Servizio per la diffusione della Buona Notizia con gioia e competenza. Dopo gli interventi di Alberto Cavallini, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi, che ha sinteticamente ricordato alcuni passi significativi del messaggio del Papa “Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo” per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, di p. Mariano Di Vito, direttore di Voce di P.Pio, di p. Ladislao Suchy, di Stefano Campanella, l’Arcivescovo ha ricordato il momento importante che stiamo per vivere, il grande evento che ci vedrà come Arcidiocesi, Fraternità Cappuccina, Opera di P. Pio, Gruppi di Preghiera, portare a Roma, per volere di Papa Francesco, le reliquie del corpo di s. Pio, l’umile francescano “piccolo come un chicco di grano caduto nel buio della terra, ma che ha saputo obbedire e restare fermo, fino a quando la sua sofferenza non è fiorita in una spiga feconda, quella di una straordinaria santità riconosciuta da tutti” e ha invitato a vivere un servizio generoso al servizio della Parola e della Chiesa perché solo se radicati nella Verità, la nostra comunicazione riuscirà a offrire ciò che è portatore di senso e a stimolare l’intelligenza. In questo siamo stati chiamati tutti a impegnarci. Verso la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali La fecondità del binomio Comunicazione e misericordia Tiziano Samele N el Messaggio di Papa Francesco per la 50° Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il prossimo 8 maggio – COMUNICAZIONE E MISERICORDIA: UN INCONTRO FECONDO - è racchiusa l’indicazione di uno stile distintivo con cui caratterizzare la nostra presenza di cristiani nell’ambiente digitale-mass mediale ed è indicato il cammino da percorrere che deve essere capace di disponibilità all’ascolto e che deve sapersi fare vicinanza, prossimità, condivisione di domande e dubbi. In questa prospettiva, l’iniziativa diocesana promossa in occasione della festa di san Francesco di Sales è stata un momento di preparazione alla Giornata, occasione e frutto di un cammino condiviso di collaborazione e amicizia tra le testate giornalistiche, VOCI e VOLTI, TELERADIO P.PIO, CASA SOLLIEVO della SOFFERENZA, VOCE di P.PIO, STUDI su P. Pio, MICHAEL, presenti in diocesi. Il messaggio, in sintesi, presenta delle parole-chiave - incontro, ascolto, prossimità, misericordia - che consentono di leggere e capire meglio quanto scritto dal Papa. Sono parole dal sapore e dal radicamento evangelico, dai colori umani che nel binomio fecondo che unisce comunicazione e misericordia danno sapore alla vita di fronte al tanto grigiore e alla grande banalizzazione in cui purtroppo viviamo; sono, infatti, parole che da sole “gettano ponti tra le persone”. Papa Francesco, insomma, chiede proprio a noi, operatori dei media al servizio dell’annuncio della Buona Notizia – giornalisti, webmaster, collaboratori, operatori, portaparola – di “… uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette … perché … la parola del cristiano si propone di far crescere la comunione e anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunione” e ci ricorda, sottolineandolo in modo efficace, che “il tratto distintivo di tutto l’essere e l’agire” della Chiesa è la Misericordia. Nella Comunicazione, la Miseri- cordia porta non solo a “scegliere con cura parole e gesti”, ma anche a custodire nello stesso modo quelli degli altri. Essa è balsamo che mitiga “le avversità della vita”, favorisce l’incontro e l’inclusione, insomma mantiene saldi i ponti. Ma, domanda anche di considerare il mistero dell’altro come una terra santa per entrare nella quale, sottolinea il Papa, bisogna togliersi i sandali come Mosè davanti al roveto. È un grande impegno al quale come giornalisti ed operatori della comunicazione siamo tutti chiamati a corrispondere. FESTA DELLA FAMIGLIA NELLA PARROCCHIA CATTEDRALE Praticando la carità si prepara il cuore a farsi prossimo all’altro “La Famiglia come prima scuola della misericordia dove si è amati e si impara ad amare, si è perdonati e si impara a perdonare” I Manfredonia l Gruppo Famiglia della parrocchia cattedrale s. Lorenzo Maiorano, anche quest’anno, ha organizzato presso l’Istituto Sacro Cuore l’ottava edizione della Festa della Famiglia riflettendo sul tema della “MISERICORDIA IN FAMIGLIA”. Dopo il saluto dell’Arcivescovo, don Paolo Martucelli della Diocesi di Teano-Calvi ed insegnante presso lo Studio Teologico di Benevento e presso il Seminario metropolitano di Salerno, ha parlato ai numerosi intervenuti della Misericordia di Dio e dei legami che intercorrono tra essa e la giustizia. È emersa la capacità della famiglia di vivere nella misericordia del Padre, nell’amore di Dio, su cui si misura la realizzazione delle opere di misericordia corporale e spirituale. Dopo la celebrazione eucaristica, la festa è continuata nel pomeriggio e sino a tarda serata. A coronamento Angela e Angelo Trotta* del clima di festa creatosi, si è tenuto un avvincente spettacolo di canti e danze tratti da un musical di Carlo Tedeschi, una rappresentazione teatrale dei ragazzi delle elementari del 2° Circolo Didattico di Manfredonia e la premiazione di un con- Rodi Garganico La festa di s. Giovanni Bosco nell’Anno Santo della Misericordia G 19 FEBBRAIO 2016 [Ecclesia in Gargano] corso di disegno e di poesia, riservato ai ragazzi, sul tema “Il perdono in famiglia” cui hanno aderito duecento ragazzi con profonde e spontanee osservazioni: il loro auspicio di pace e perdono in famiglia, hanno sottolineato, deve partire dai genitori che sono i testimoni primi di quel messaggio più volte sintetizzato dal Papa nelle parole ‘permessoscusa-grazie!’ La festa ha visto anche la testimonianza di una giovane coppia aderente al programma Retrouvaille, servizio esperienziale offerto a coppie sposate o conviventi che soffrono gravi problemi di relazione e che intendono ricostruire la loro relazione d’amore, attraverso un programma fatto da un weekend residenziale e da ben 12 incontri post- weekend. La coppia invitata, dopo un periodo di crisi e di allontanamento che ha caratterizzato i primi anni di matrimonio, ha ritrovato la forza del cambiamento scoprendo la bontà dell’ascolto, della comunicazione, del perdono e del “ri-trovarsi”, grazie al programma cristiano Retrouvaille. La presenza del parroco don Fernando Piccoli durante tutta la festa è servita a suggellare quanto, oggi come non mai, ed all’indomani del Fa- mily day, sia importante ricreare il clima autentico e cristiano della famiglia, in sinergia con le altre famiglie e nell’ottica dell’unica “famiglia voluta da Dio” *Gruppo Famiglia della Parrocchia Cattedrale Tina Guerra rande partecipazione di giovani anche quest’anno per la festa di San Giovanni Bosco. Don Michele Pio Cardone, parroco di s. Nicola, molto vicino ai giovani rodiani, nel presentare loro il programma della festa ha ricordato innanzitutto che questo anno 2016 è un Anno Santo straordinario dedicato alla Misericordia. E proprio a san Giovanni Bosco è riconosciuta da tutti la grande capacità di essere stato un propagatore della Misericordia di Dio tra i giovani che come educatore ha accolto in gran numero nel suo oratorio. E nell’incarnare pienamente l’insegnamento evangelico «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date», s. Giovanni Bosco è stato un instancabile maestro con un enorme cuore e un’altrettanto grande sensibilità attraverso la Confessione, sacramento efficace con cui il santo ha «spiegato» ai suoi penitenti che l’amore di Dio supera ogni errore. Il santo è stato, dunque, per tanti giovani la carezza di un padre che molti non avevano mai potuto sperimentare. Oggi più che mai la figura di San Giovanni Bosco é fondamentale, in tempi dominati dalla emergenza educativa, perchè le sue grandi qualità di formatore sono preziose e attuali tanto che non si sbaglia nel definirlo un grande santo della contemporaneità. Perciò, a Rodi, s. Giovanni Bosco è stato riproposto all’attenzione di giovani e adolescenti come modello di Misericordia durante l’annuale festa in suo onore che ha coinvolto moltissimi giovani. Un antiquario locale con specifica specializzazione e competenza nella vendita di oggetti antichi, offre la possibilità di acquistare un prezioso tabernacolo (vedi foto), risalente all’Anno Santo 1625, in legno castagno con doratura a foglie oro, proveniente da un antico palazzo nobiliare. L’oggetto d’arte, una volta acquisito, potrà arricchire degnamente uno dei luoghi sacri del nostro territorio. Si tratta di un reperto autentico ed unico. Per ulteriori informazioni contattare la redazione di VOCI e VOLTI: tel. 0884 581899 e 338 4176758 – e mail: [email protected] 19 FEBBRAIO 2016 [Ecclesia in Gargano] N ell’anno venticinquesimo della sacra Ordinazione presbiterale i nostri don Nicola Cardillo, don Luca Santoro e don Salvatore Ranieri, il 15 gennaio scorso sono stati ricevuti da Papa Francesco ed hanno concelebrato con Lui la Divina Eucaristia nella Cappella s. Marta in Vaticano. Ai nostri cari presbiteri i rinnovati fraterni auguri di un fecondo ministero. Il direttore e la redazione di VOCI e VOLTI Monte Sant’Angelo LETTERA APERTA ALLA CITTÀ Giubileo della Misericordia e Carità Concreta “I n questo Anno Santo - ricorda Papa Francesco potremo fare esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali… È inutile aprire la Porta Santa se la porta del nostro cuore è chiusa all’amore, se le nostre mani sono chiuse al donare». La tenerezza di Dio verso chi desidera rafforzare la conversione al Vangelo muove a trovare anche gesti concreti di prossimità, di misericordia corporale. Affianco, dunque, alle lodevoli iniziative solidali, promosse dalle parrocchie, dalle comunità religiose e associazioni presenti a Monte Sant›Angelo, si è pensato di essere misericordiosi come il Padre attraverso un’opera segno condivisa: l›emporio della solidarietà cittadina. Ma cos’è l’Emporio della Solidarietà? È un segno di vicinanza discreta verso persone e nuclei familiari in condizione di reale difficoltà e disagio lavorativo, economico e/o sociale, per un periodo di tempo sufficiente a renderli più autonomi ed integrati. Si tratta della ponderata distribuzione dei beni di prima necessità raccolti dalla carità della gente dal buon cuore. Non più il “pacco ali- menti”, ma la libera scelta di ciò che serve al fabbisogno familiare. Persone in povertà accolte e ascoltate dai parroci ed indirizzate, con viva umanità, ad un unico “punto” di distribuzione alimentare. Il tutto in piena discrezione e viva solidarietà cristiana. Come aiutare? A ciascuno verrà offerta la possibilità di farsi prossimo: ai volontari delle parrocchie e delle comunità religiose impegnati direttamente nella distribuzione dei viveri; alla gente generosa che potrà donare generi alimentari (latte, pane, biscotti, salsa e scatolame vario); e ai commercianti che potranno contribuire destinando prodotti di largo consumo. In definitiva, l’Emporio della Solidarietà è una “creatura” posta nelle mani e nel cuore di ogni uomo o donna di buona volontà, ambito di partecipazione e collaborazione, finalizzata ad un unico scopo: aiutare la gente bisognosa. Che davvero il Signore ricompensi tutti col “cento volte tanto e la vita eterna!” I parroci ed i religiosi di Monte Sant’Angelo Nel mese di gennaio presso la “Casa dei giovani” a Monte Sant’Angelo si è tenuto il percorso formativo per i volontari dell’Emporio, a cui hanno partecipato 4 referenti per parrocchia. Le lezioni sono state animate da Lorenzo Brunetti e Salvatore Melchionda, rispettivamente referenti dell’emporio a Manfredonia e a San Giovanni Rotondo; don Luciano Vergura, direttore di Caritas diocesana; e don Domenico Facciorusso, parroco e coordinatore dell’Emporio nella fase formativa dei volontari. 19 FEBBRAIO 2016 [Ecclesia in Gargano] Progetto diocesano per un’educazione integrale all’affettività L’ARMONIA DELLA VITA i è tenuto a S. Giovanni Rotondo, presso la parrocchia s. Giuseppe artigiano, il primo dei tre seminari progettati dagli Uffici Diocesani di Pastorale della Famiglia, Pastorale Giovanile, Pastorale per la Dottrina della Fede e della Catechesi, Pastorale per l’educazione, la scuola e l’università e la cultura, in unione con l’Ufficio Scuola per IRC ed il “Centro per la Famiglia Nazareth” aventi come titolo “Per un’educazione integrale all’affettività e all’amore dei ragazzi-adolescenti in un contesto di responsabilità di adulti”. L’intento manifesto del progetto è quello di fare rete tra genitori ed educatori dei vari ambiti sociali coinvolti, per affiancare i ragazzi in età adolescenziale, al fine di favorire la comprensione e la corretta gestione del radicale cambiamento cui essi sono chiamati, nel mondo interiore, non meno che nel corpo. L’adolescente ha un problema di fondo – ha detto il prof. Michele Illiceto - ridefinire se stesso nel cambiamento in corso, accettarsi e farsi accettare dagli altri nel proprio cambiamento”. In una società in cui si è separato il bello (estetico) dal bene (etico), i ragazzi sono spesso in balia di stimoli negativi, dettati da interessi economi- ci, e corrono il rischio di idealizzare la realtà che si trovano a vivere, in specie la relazione con l’altro, fermandola al primo livello, quello delle emozioni del momento (dove amo l’altro per quello che mi fa provare e non per quello che è), e senza sapere incanalare l’affettività nello stadio dei sentimenti, dove le emozioni mettono radici (profondità), sanno guardare al futuro (ti prendo in carico), dove si impara ad amare. “In questo contesto”, ha detto Illiceto, “si impara ad amare l’altro proprio partendo dalla sua fragilità”. Il vivo confronto dei quattro laboratori di approfondimento ha messo in luce l’inadeguatezza del mondo degli adulti nell’affiancare i giovani in questo percorso di crescita nell’affettività e l’assenza di punti di riferimento per i giovani, che avrebbero bisogno di formarsi in un contesto più maturo e coerente, dove imparare, dalla testimonianza prima ancora che dalle parole, che l’uomo è persona e non individuo perché è fatto per un altro, per la relazione e non per se stesso, e che è chiamato ad amare perché a sua volta è fatto da un Altro, che lo ha amato per primo. I giovani hanno bisogno di scoprire il vero senso dell’amore, che è dono, reciprocità, gratuità, e la dimensione sociale dell’amo- re sponsale, che è servizio sociale per gli altri, segno e strumento che rende visibile l’Invisibile. Partendo dall’esperienza del vissuto emotivo, in cui muovono i primi passi, i giovani possono essere incoraggiati da un mondo adulto, maturo e credibile, a riconoscere i segni della presenza dello Spirito dentro di sé, “quella parte di noi dove Dio parla a noi”, e scoprire che l’amore non comincia da noi ma viene da Dio, quell’amore che ci abilita ad amare come Lui (Benedetto XVI Deus Caritas est) perché ha origine da Lui. Il prossimo incontro si terrà il 20 e il 21 febbraio e avrà come temi “i metodi naturali” (con la dott.ssa Lucia Miglionico e il dott. Giuseppe Petracca) e “Famiglia, gender e dintorni” (con la dott.ssa Lodovica Carli). *coniugi – parrocchia s. Michele, Manfredonia CONVEGNO LITURGICO DIOCESANO Manfredonia S. Giovanni Rotondo S Nicoletta Gellotto Gentile e Domenico Trotta* Martedì 1 marzo, a partire dalle 15,30, si terrà presso il Regio Hotel Manfredi l’annuale Convegno Liturgico diocesano con la partecipazione di mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, Presidente della Commissione Episcopale della CEI per la Liturgia e Presidente del CAL, Centro di Azione Liturgica, il quale ci farà riflettere sul tema “La Chiesa celebra il suo Signore. Per una partecipazione piena, consapevole e attiva alla Liturgia”. I PROFICUI APPUNTAMENTI DELLA PASTORALE FAMILIARE Floriana Valerio e Giuseppe Sarcina A ll’incontro con il prof. Illiceto è seguito un lavoro laboratoriale, che ha visto i partecipanti confrontarsi in gruppi più piccoli su diverse questioni come: Come nasce un amore? Io-Tu-Noi: per coppie di adolescenti già formate; Amore come possesso o come dono; Visione unitaria dell’affettività. Il secondo appuntamento del progetto “L’armonia della vita” è previsto per il 20 e 21 febbraio e vedrà coinvolti la d.ssa Lucia Miglionico e il dott. Peppino Petracca Ciavarella nel pomeriggio del sabato e la d.ssa Ludovica Carli, la domenica mattina. Si affronteranno i temi che riguarda- monio e alla famiglia della Cei”, proprio sul tema della Affettività e innamoramento. La d.ssa Piera di Maria, ginecologa e sessuologa, partendo dalla sua esperienza professionale ha parlato dell’alfabeto della corporeità sottolineando come le sollecitazioni che raggiungono i nostri adolescenti siano tante, ma spesso distorte dalla società del tutto e subito, tanto da offuscare il mistero che custodisce il corpo umano. È necessario ridare allora ai giovano il valore del corpo, la conoscenza dei suoi dinamismi, l’importanza di una educazione integrale e veritiera, soprattutto oggi dove prevale la cultura di una sessualità fine a se stessa e dove il “gender” crea confusione e divisioni di pensiero. Intanto gli operatori di Pastorale Familiare impegnati nella preparazione al matrimonio, continuano la formazione attraverso il corso on-line che è giunto al terzo appuntamento. Animatori dell’incontro di giovedì 21 gennaio sono stati Piera e Antonio Adorno (Rappresentanti Associazione Oasi Cana alla Consulta Nazionale per la pastorale familiare), i quali hanno ripreso il Cap.II degli “Orientamenti sulla preparazione al matri- ni la possibilità di capire quanto valgono, di quanto sia grande il mistero che abita il loro corpo, mistero visto non come qualcosa di sconosciuto ma come qualcosa che va rivelato attraverso l’esperienza della fede. Fiduciosi nella collaborazione dei vari uffici diocesani, che speriamo diventi sempre più forte e che ci aiuti a realizzare veramente una Pastorale integrante, integrale ed integrata sul nostro territorio, ci diamo appuntamento agli incontri del mese di febbraio. [Ecclesia in Gargano] Azione Cattolica Diocesana Il paventato deposito costiero di GPL e lo sviluppo sostenibile del nostro territorio Michelangelo Mansueto S i è tenuto nella sala “mons. Valentino Vailati” un incontro di formazione organizzato dall’Azione Cattolica per meglio conoscere una delle problematiche più attuali attinenti al territorio della nostra città: il progetto per la costruzione di un deposito di Gas Propano Liquido, meglio conosciuto in città con il nome di ENERGAS. L’incontro, rivolto agli aderenti AC, ai simpatizzanti ed a tutti coloro che hanno mostrato di voler condividere un momento di formazione civica, si è inserito nel percorso di formazione di questo anno associativo che ha come motto “ci sta a cuore”, un modo per conoscere meglio la realtà territoriale in cui viviamo Manfredonia 19 FEBBRAIO 2016 18 e che siamo chiamati a custodire. L’Azione Cattolica, invero, è anche esperienza di vita oltre che di fede, che va condivisa con i fratelli attraverso una rete di legami che ci aprano il cuore alle necessità della comunità in cui viviamo. È un impegno che ogni anno si rinnova e che in questo contesto si riferisce all’amore per il nostro territorio. A parlare dell’argomento è stato chiamato il dott. Alfredo De Luca, agronomo, consigliere comunale del Comune di Manfredonia per la lista “Manfredonia Est”, che ha seguito l’evoluzione del progetto sin dalle sue prime fasi. Ha fatto da moderatore il dott. Francesco Ciuffreda, Presidente Diocesano di Azione Cattolica, mentre non ha fatto mancare il proprio sostegno e la propria presenza il nostro Vescovo e Pastore. Parlando ai presenti Mons. Castoro ha ricordato come il territorio in cui viviamo è oggetto di mire espansionistiche da parte di gruppi economici che sembrano avere a cuore più interessi speculativi che non esigenze collega- te ad uno sviluppo territoriale possibile ed ha richiamato in modo particolare l’insegnamento e le indicazioni, in tema di ecologia e sviluppo sostenibile, della recente enciclica di Papa Francesco “Laudato sì” che, in qualche modo, ha rivoluzionato il rapporto tra teologia e concezione dell’ambiente inserendo la cura del creato all’interno della prospettiva di una più ampia ecologia integrale, che include l’uomo e il complesso mondo delle relazioni personali e sociali: in tale prospettiva occorre almeno provare a mettere in evidenza “buone pratiche” nel campo della gestione sostenibile del territorio e dell’impegno di cittadini e comunità locali nella cura dell’ambiente e delle città. Interessante la partecipazione che ha coinvolto non soltanto aderenti dell’Azione Cattolica ma concittadini impegnati in diverse iniziative, attive in città, per mantenere alta l’attenzione su un argomento che, sicuramente, deve essere considerato sensibile per il nostro territorio. Rinnovata l’adesione dei medici all’importante sodalizio cattolico N el giorni scorsi, preceduta da una celebrazione eucaristica tenuta in cattedrale, si è svolta nella sala “Vailati” la cerimonia di consegna delle tessere, da parte dell’arcivescovo mons. Michele Castoro, ai numerosi medici aderenti all’AMCI, con la presenza dell’assistente ecclesiastico don Antonio D’Amico, di padre Aldo Milazzo, direttore diocesano della Pastorale sanitaria e di numerosi soci. Ospite d’eccezione è stato il dott. Giuseppe Battimelli, vice presidente nazionale dell’AMCI e presidente della sez. “S. Giuseppe. Matteo di Sabato Moscati” dell’arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni. Prima di consegnare le tessere, il presidente dott. Giuseppe Grasso, in una breve e incisiva prolusione, ha voluto ringraziare ancora una volta mons. Castoro per la sua amabile e costante vicinanza ai medici cattolici, iscritti al sodalizio, che con il loro impegno professionale leniscono le sofferenze dei pazienti loro affidati, e che si impegnano ad essere uomini di misericordia nell’espletamento dell’affascinante quanto nobile arte medica. Quindi, ha illustrato il nutrito programma per il nuovo anno sociale. È seguita una breve conversazione, di notevole spessore umano, culturale e religioso, del dott. Giuseppe Battimelli sul “medico, uomo di misericordia”. Nel fare riferimento alle motivazioni date da Papa Francesco al Giubileo della Misericordia, ha così sottolineato: “Ogni medico, senza distinzione di credo o ideologia, deve essere essenzialmente uomo di misericordia e deve proporsi sotto questa veste, mettendo in risalto alcune sue peculiarità di un’arte e di una professione antica e nobile ...la vita umana quindi è sacra come del resto l’arte medica e a chi la pratica è dovuto particolare rispetto e addirittura ammirazione”. È seguito un breve intervento di don Antonio D’Amico il qua- Il dibattito ha evidenziato in particolare come i cittadini di Manfredonia, prima di vedersi scaraventare dall’alto decisioni su cosa impiantare nel proprio territorio, vogliono essere informati ed ascoltati, perché iniziative come la costruzione di un impianto di gas propano liquido hanno un notevole impatto ambientale e paesaggistico e non possono essere prese senza ascoltare approfonditamente pensieri e preoccupazioni della comunità in cui tale progetto dovrebbe essere realizzato. Preoccuparsi del proprio territorio, però, non vuol dire esclusivamente manifestare pubblicamente il proprio NO a proposte di sviluppo spesso poco condivisibili: preoccuparsi del proprio territorio vuol dire, prioritariamente, essere propositivi, confrontarsi su temi che possano proporre ed offrire possibilità di sviluppo che tengano in debito conto le peculiarità le caratteristiche geografiche ed economiche del nostro territorio. Su tale punto speriamo vengano presentati contributi e proposte alla comunità, anche da parte dell’Azione Cattolica, perché come affermato da Papa Francesco al punto n. 13 della LAUDATO SI “La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare”. AMCI le ha parlato dei medici di domani e della loro umanizzazione. “Il medico - ha detto - deve sostituire la parola paziente con la parola persona. Occorre umiltà nell’ascolto e forza di comprensione, patto con il paziente, presa in carico della persona dell’ammalato nella sua interezza”. Mons. Castoro nel concludere l’incontro ha ringraziato i presenti e in particolare il dott. Battimelli per il suo illuminato intervento nel quale ha esaltato la figura del medico come uomo della misericordia e della speranza, al servizio dell’umana sofferenza. S abato 12 marzo, alle 18,30, nella sala “mons. Vailati” in Manfredonia, organizzato dalla locale sezione Amci, si terrà un incontro su “Medicina e nuova umanizzazione”. Relatori il prof. Aldo Bova, consigliere nazionale dell’AMCI e presidente del FORUM delle Associazioni Sociosanitarie della Campania, e don Salvatore Miscio, responsabile del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile e Rettore del Seminario diocesano. [Ecclesia in Gargano] 19 Un carro-locomotiva per viaggiare verso te! Mariagrazia Vecera e Michele Selvaggio* È Vico del Gargano il terzo anno che a Vico, grazie alla collaborazione e all’intesa di menti intraprendenti, si organizza la sfilata cittadina di carnevale. Certamente non si può competere con il carnevale di Putignano o della vicina Manfredonia, ma è un’occasione di aggregazione divertente da non sottovalutare. Anche la nostra parrocchia “San Marco” non si è lasciata sfuggire l’occasione e, questo, è il secondo anno che partecipa con entusiasmo all’edizione mascherata cittadina. Il gruppo carnevalesco creato dalla parrocchia san Marco, riprende il tema dell’Azione Cattolica ragazzi per l’anno associativo 2015 -2016: “VIAGGIANDO VERSO TE!”. Il tema del viaggio, del cammino della vita e della fede che come comunità ci auguriamo di poter fare, ha come simbolo il treno che, con i suoi vagoni accoglie tutti e chiunque voglia cimentarsi in questo cammino. Il treno dunque, e la stazione in generale, sono l’ambientazione che danno vita al cammino annuale che viviamo in parrocchia, ma che, per l’occasione, vogliamo portare anche fuori le mura parrocchiali, per rallegrare il momento comunitario del carnevale a cui partecipiamo con gioia e per “cristianizzare”, se così possiamo dire, una festa che nasce come pagana. Il nostro TRENO ha tanti vagoni in grado di ospitare tutti, in particolare quei viaggiatori, o meglio pellegrini, che nel mondo sono stati colpiti da eventi poco piacevoli o che sono ancora, nella scena del mondo, sotto i riflettori. Tra tutti i popoli che i media ci raccontano, abbiamo pensato di rappresentarne tre che riassumono le gioie ma anche le sofferenze della terra: I FRANCE- SI INAUGURANO «I luoghi dello Spirito» Michele Lauriola D Vico del Garga no a qualche tempo anche i temente rendere indipendente dalvichesi hanno cominciato la presenza divina. a comprendere la ricchez- Le tradizioni religiose vichesi non za delle proprie tradizioni sono altro che un segno di quella e a potenziare quel desiderio anti- ricerca di Dio che per un cristiaco di tramandare alle nuove genera- no non si conclude mai; una ricerzioni la bellezza delle antiche radici. ca affannosa e incalzante, a tratti L’idea di un convegno nasce dal testo sacra e profana, condotta non semdel prof. Tortorella: «Evviva la Croce. pre egregiamente a causa del peccaIl Venerdì Santo a Vico del Gargano», to, ma sincera, poiché mai velata di che celebra la produzione musicale presunta giustizia e accompagnata dell’artista locale Raffaele Buonomo dal desiderio di vivere in pace. nel 125°anniversario della compo- Tutto ciò è oggetto del nostro sforzo di scrutare il nostro animo umasizione del «Miserere», il salmo 50. Il convegno, a partire dalla presen- no per trovare ancora un segno della tazione del libro, vuole sottolineare presenza di Dio in noi, tale da renl’unicità di questo evento umano, re- derci «luogo dello Spirito». ligioso e culturale che fonde emotività, fede e cultura fino a farlo quasi diventare il simbolo di un popolo. Comune di Vico del Gargano Con questo convegno si inaugurano «I luoghi dello Spirito». L’obiettivo non è quello di allungare l’ombra del turismo religioso su questo lembo di terra già resa sacra dall’angelica presenza di san Michele e dall’impronta misericordiosa di san Pio, ma di risvegliaReligiosità, fede e folclore: Nei luoghi dello spirito re il nostro «sensus Fidei», Il Venerdì Santo per renderci consapevoli a Vico del Gargano che, luogo dello Spirito è 200° anniversario della nascita di Raffaele Buonomo autore del «Miserere» il nostro cuore, la nostra Sabato 5 marzo 2016 coscienza, il nostro visore 17.00 suto quotidiano che, inChiesa Madre vece, vogliamo prepotenVico del Gargano Società di Storia Patria per la Puglia Convegno e presentazione del libro Saluti: Dott. Michele SEMENTINO, Sindaco di Vico del Gargano Don Gabriele GIORDANO, Parroco Ins. Matteo SIENA, Resp. Gargano - Società di Storia Patria Relatori: S.E. Mons. Felice DI MOLFETTA Vescovo emerito Cerignola - Ascoli Satriano Dott. Francesco DI PALO, scrittore T I P O G R A F I A Dott. Gaetano ARMENIO, editore Nel corso del convegno, sarà presentato il libro di Michele Tortorella «Evviva la Croce» Venerdì Santo a Vico del Gargano Prof. Michele TORTORELLA, Società di Storia Patria Moderatori: Don Luigi CARBONE, Direttore Ufficio Liturgico Diocesano Dott. Michele LAURIOLA, Giornalista Sarà presente il CORO DELLE CONFRATERNITE SI, colpiti più volte dagli attentati; i SIRIANI, protagonisti degli sbarchi sulle coste italiane non sempre finiti bene; gli ITALIANI, protagonisti principali dell’accoglienza agli immigrati e che con l’Expò di Milano, hanno dato prova di tanto talento e intelligenza. Ci siamo divisi in tre gruppi: ogni gruppo ha avuto i colori della bandiera nazionale rappresentata e, al suono dell’inno annuale dell’ACR, abbiamo attraversato le strade del nostro paesello, consapevoli che allegria e fede possono viaggiare insieme, testimoniando i valori cristiani di riferimento che condividiamo alla scuola dell’AZIONE CATTOLICA. Tutti i popoli viaggiano sulla scena del mondo con le loro VALIGIE, piene di sogni di PACE, di LIBERTA’ e di desiderio di ACCOGLIENZA: sono i valori che vogliamo testimoniare, intrisi di allegria e divertimento, per un carnevale tradizionale ma anche alternativo e, perché no, cristiano. UN VAGONE DI RINGRAZIAMENTI a tutti i collaboratori che hanno realizzato il carro – locomotiva, a chi ha colorato di fantasia e disponibilità tutti i vagoni, a quanti hanno sostenuto questa idea anche rompendo le … - perché ci servivano i cartoni! - e ai nostri amati bambini e ai loro genitori per averci rallegrato con la loro fiducia. *parrocchia s. Marco – Vico del Gargano Cagnano Varano QUARESIMA S. Cataldo 2016 vescovo all’ABBAZIA nella comunità di PULSANO di Cagnano G iovedì 3 marzo, alle 18,30, nell’aula magna del Liceo Fioritto-De Rogatis, in occasione della presentazione del restauro della pregevole e antica statua di s. Cataldo, venerato grandemente in Cagnano, e in preparazione della festa dell’8 marzo, giorno della nascita al cielo del santo, si terrà un incontro su S. Cataldo vescovo nella comunità di Cagnano con gli interventi di Nicola Tavaglione, Alberto Cavallini, direttore di VOCI e VOLTI, Michele Schino, funzionario dei Servizi Territoriali della Soprintendenza per i beni storici e artistici della Puglia, e Maria Elena Lozuppone, restauratrice. N ei pomeriggi delle domeniche di Quaresima si svolgeranno anche quest’anno gli appuntamenti di riflessione e approfondimento sulla Parola del Signore. Aiutati dai monaci, riapriremo lo scrigno della divina Parola e ci metteremo in cammino verso il cuore di Dio, approfondendo cinque Salmi, dal salmo 29 (30) al salmo 33 (34) . Ogni appuntamento si terrà nel salone della biblioteca ed avrà inizio alle ore 16 e si concluderà con la preghiera del Vespro. Nell’attendervi numerosi vi raccomandiamo di essere puntuali e di partecipare agli incontri, muniti della Bibbia. I monaci di s. Maria di Pulsano MARZO Martedì 1 15.30 Convegno Liturgico Diocesano Regio Hotel Manfredi - Manfredonia FEBBRAIO Venerdì 19 16.00 Saluto al Consiglio dell’ufficio missionario - Curia arcivescovile Sabato 20 09.30 Consiglio presbiterale - Curia arcivescovile Martedì 23 19.00 Catechesi con il gruppo giovani S. Maria della Luce - Mattinata Giovedì 25 18.30 Presentazione del libro “La parabola del terzo figlio” Palazzo Celestini - Manfredonia Venerdì 26 Formazione permanente del clero Sabato 27 18.00 S. Messa nel Giubileo dei nubendi della Vicaria di Monte Sant’Angelo - Basilica San Michele - Monte S. Angelo Mercoledì 2 10.00 Saluto ai seminaristi del biennio filosofico del Seminario Maggiore della Basilicata - Curia arcivescovile Giovedì 3 Consiglio di Amministrazione di “Casa Sollievo” - Roma Venerdì 4 10.30 Presidenza CEP - Bari 19.30 S. Messa e cresime (1° turno) - S. Famiglia - Manfredonia Sabato 5 18.00 S. Messa e mandato missionario 20.45 Catechesi sulla Lettera pastorale Santuario S. Maria delle Grazie - S. Giovanni R. Domenica 6 Pellegrinaggio con i Medici Cattolici Martedì 8 18.30 S. Messa e benedizione della statua restaurata di San Cataldo - Rettoria San Cataldo - Cagnano Varano Febbraio Domenica 28 10.30 S. Messa e cresime - S. Nicola - Rodi Garganico 18.00 S. Messa in occasione della Giornata della Famiglia Concattedrale - Vieste 21.00 Saluto al termine della Via crucis animata dai giovani di Mattinata - Cattedrale Venerdì 11 19.30 S. Messa e cresime (2° turno) - Sacra Famiglia - Manfredonia Sabato 12 11.30 S. Messa con il Serra Club Santuario S. Maria delle Grazie - S. Giovanni R. 17.00 Ordinazione episcopale di mons. Luigi Mansi Cattedrale- Cerignola 201 19 FEBBRAIO 2016 Marzo Lunedì 29 11.30 S. Messa per le forze dell’Ordine in preparazione alla Pasqua Cattedrale 18.30 S. Messa in occasione dell’inizio della missione popolare parrocchiale - S. Maria del Carmine - Manfredonia Domenica 13 15.30 S. Messa nella Giornata Diocesana della Gioventù Basilica S. Michele - Monte S. Angelo 18.00 S. Messa e catechesi sul tema della Misericordia S. Cuore - Monte S. Angelo Mercoledì 16 19.00 Incontro con il gruppo dei fidanzati S. Leonardo - S. Giovanni Rot. Giovedì 17 18.00 S. Messa in occasione delle giornate eucaristiche parrocchiali S. Francesco - Ischitella Venerdì 18 18,00 S. Messa - Chiesa Crocifisso di Varano - Ischitella Domenica 20 - Domenica delle Palme 10.30 Benedizione delle Palme e S. Messa - S. Chiara e Cattedrale 18.00 S. Messa delle Palme - Concattedrale - Vieste Saluto ai partecipanti della Passione vivente - Vieste Martedì 22 Giornata per lo scambio di auguri in Casa Sollievo della Sofferenza Mercoledì 23 17.00 Santa Messa crismale - Cattedrale Giovedì 24 - Giovedì Santo 09.00 Ufficio delle letture - Cattedrale 19.00 S. Messa “in Coena Domini” - Cattedrale Venerdì 25 - Venerdì Santo 09.00 Ufficio delle letture - Cattedrale 17.30 Celebrazione della Passione del Signore - Cattedrale 20.00 Via Crucis cittadina Sabato 26 - Sabato Santo 09.00 Ufficio delle letture - Cattedrale 22.30 Veglia pasquale - Cattedrale Domenica 27 - Domenica di Pasqua Resurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo 11.00 S. Messa - Cattedrale 18.00 S. Messa - Santuario S. Maria delle Grazie - S. Giovanni R.