Saluto di S.E. Mons. Domenico D`Ambrosio
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Saluto di S.E. Mons. Domenico D`Ambrosio
Saluto di S.E. Mons. Domenico D’Ambrosio Eminenza reverendissima, «quella odierna è davvero una grande festa di famiglia, che vede raccolti attorno all’altare del Signore quanti a vario titolo si sentono figli spirituali di Padre Pio e si ispirano, nella vita quotidiana, ai suoi esempi ed ai suoi insegnamenti». Sono parole che Lei ha rivolto alla grande famiglia di San Pio da Pietrelcina il 14 ottobre dello scorso anno durante la concelebrazione eucaristica in piazza San Pietro prima dell’Udienza concessa a tutti noi da Benedetto XVI. Sì, oggi la grande famiglia di Padre Pio è in festa nel rendimento di grazie al Signore ricco di misericordia a conclusione delle celebrazioni che hanno accompagnato il ricordo dei primi cinquant’anni di vita della Casa Sollievo della Sofferenza, «la creatura – come diceva Padre Pio il 5 maggio 1956 – che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato». Eminenza, grazie per il dono della sua presenza e per l’attenzione vigile e costante con la quale, fin dall’inizio del suo servizio di primo collaboratore del Santo Padre, segue il cammino di questo «tempio di preghiera e di scienza, dove il genere umano si ritrovi in Gesù Crocifisso come un solo ovile sotto un solo pastore», secondo le parole del suo Santo Fondatore. Qui cerchiamo di accogliere l’uomo debole, fragile, segnato dalle piaghe della sofferenza, come lo accoglie, lo cura e lo sostiene la Casa, il luogo dell’amore, Casa che è anche tempio, luogo santo, luogo dell’incontro e dell’ascolto di Dio. Ripetutamente abbiamo meditato su questa inedita definizione di un ospedale, «Casa sollievo», tempio di preghiera e di scienza: ci interroghiamo sul nostro grado di fedeltà e, consapevoli di manchevolezze, ritardi, durezze che segnano il nostro cammino, rinnoviamo impegno generoso, dedizione corale, professionalità esemplare, attenzione costante perché nel fratello «sofferente e povero» riusciamo a scorgere due volte il volto di Gesù, secondo la felice espressione di Padre Pio. A questo rinnovato impegno ci spinge la parola di Benedetto XVI che ricordandoci il binomio «preghiera e carità», ci ha detto: «Il Vangelo non consente scappatoie: chi si rivolge al Dio di Gesù Cristo viene spinto a servire i fratelli e viceversa chi si dedica ai poveri vi scopre il volto misterioso di Dio». In questo servizio ci sentiamo sostenuti e accompagnati dai gruppi di preghiera di Padre Pio presenti in gran numero a questa celebrazione per il loro annuale convegno. Benedetto XVI li ha definiti «quella parte della sua opera (di Padre Pio) che “bussa” continuamente al cuore di Dio, come un esercito di intercessori e di riparatori, per ottenere le grazie necessarie alla Chiesa e al mondo». Siamo grati al Santo Padre per quanto ha voluto dirci nella memorabile udienza del 14 ottobre, pronti a rendere sempre più attuali le sue parole, a sentirci e ad essere quel «grande cantiere animato dalla preghiera e destinato alla carità operosa». Eminenza, continui ad accompagnarci con la simpatia, l’attenzione e la vicinanza che fin dall’inizio del suo servizio accanto al Santo Padre ha saputo mostrarci. Al Santo Padre porti la nostra rinnovata fedeltà, l’assicurazione della nostra corale e insistente preghiera e il desiderio di tutti noi per il quale chiediamo di farsi interprete e avvocato. Di sicuro Padre Pio le sarà accanto come sicuro intercessore e protettore. Mi permetta di rivolgere una parola di saluto alle autorità tutte, di ogni ordine e grado qui intervenute e un benvenuto fraterno e grato agli Eccellentissimi Vescovi della Conferenza Episcopale Pugliese, in particolare al suo Presidente l’Arcivescovo Monsignor Cosmo Francesco Ruppi che rappresenta i vescovi assenti impossibilitati per la concomitanza della domenica. Ora, Eminenza Reverendissima, accompagni la nostra preghiera, ci guidi nell’accoglienza e nella fedeltà alla Parola, spezzi per noi tutti il Pane di vita, farmaco e balsamo d’immortalità.