Relazione finale
Transcript
Relazione finale
Allegato 2 Corso DOL _ I anno _ Classe G3 RELAZIONE FINALE: “ALLA SCOPERTA di MIRO’…GIOCANDO CON PUNTI, LINEE E SPAZI” corsista: Maria GRECO Per concludere questo primo anno di corso DOL ho scelto di realizzare come progetto finale, nell’ambito del laboratorio “Pittura Fresca”, un percorso dal titolo: “Alla scoperta di Mirò… giocando tra punti, linee e spazi”. Nella nostra scuola, il laboratorio di pittura è nato per dare cittadinanza al bisogno dei bambini di esplorare, di sperimentare, di scoprire, di sbagliare, e nell’anno scolastico 2004-2005 è stato inserito tra i progetti del P.O.F. col nome di “Pittura Fresca”. Inizialmente ha coinvolto i bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia e gli alunni delle classi prime, della scuola elementare del plesso di Susa c.so Couvert, favorendo così un percorso di continuità tra i due ordini di scuola; continuità che si è sviluppata anche sul piano orizzontale, col territorio, attraverso all’adesione alla manifestazione SUSACOLORI, realizzata dal Comune di Susa. Negli anni successivi il progetto è proseguito per le suddette classi ed è stato avviato per le nuove classi prime. Il laboratorio è uno spazio organizzato nel quale possiamo attivare proposte e strategie adatte al potenziamento di uno specifico linguaggio (verbale, matematico, scientifico, motorio, teatrale…). In esso noi docenti operiamo in modo intenzionale e mirato per lo sviluppo delle competenze legate al linguaggio prescelto. Per realizzare un laboratorio, occorrono materiali occasionali e strutturati, utili per le attività che Allegato 2 vi si compiono e messi a disposizione dei bambini, in spazi che restano fissi per l’intera durata del laboratorio. Nella nostra scuola non è stato possibile operare in “spazi fissi”, ma ci siamo dovute adattare/organizzare all’interno delle sezioni e dell’unica aula polifunzionale (conosciuta dai bambini come aula-video). Oltre agli immaginabili limiti organizzativi, l’assenza di aule da destinare alle attività laboratoriali ha avuto delle ricadute anche sulle nostre modalità didattiche: le aule e il materiale dovevano essere riordinati prima dell’arrivo dei piccoli dalla nanna per riconsegnare, a loro e alle loro insegnanti, le classi da noi occupate; condizione, questa, che spesso ci obbligava a chiedere ai bambini di ”sbrigarsi”, di fare in fretta, anziché lasciar loro il tempo necessario a ”esperire”, a scoprire. La metodologia didattica laboratoriale prevede: - di operare con gruppi poco numerosi; - di favorire inizialmente un approccio libero ai materiali e alle attività; - di osservare le scoperte che i bambini fanno; - di proporre attività più strutturate che amplino e arricchiscano le esperienze e permettano al bambino di passare da una conoscenza di tipo percettivo a una rappresentazione iconica, verbale, e simbolica dei problemi e dei concetti sperimentati. Si tratta di una modalità di lavoro che ci consente, rispetto alle attività col gruppo-classe, di prestare maggiore attenzione nel mettere, realmente, il bambino al centro della proposta e non viceversa. Il ruolo dell’insegnante, in questo contesto, assume caratteristiche diverse rispetto a quelle più tradizionali: dapprima esercita una funzione di regia educativa, poi ricopre il ruolo di osservatore e infine quello di supporto e guida alle esperienze dei bambini. Ma per i bambini della scuola dell’infanzia il laboratorio pomeridiano rappresenta una meta, un traguardo: finalmente si è diventati “grandi”, al pomeriggio non si dorme più ma si fanno esperienze nuove, perché a seguire c’è la scuola primaria che li aspetta. Oltre al gruppo classe e alle proprie insegnanti, si inizia a lavorare con i bambini e le insegnanti delle altre sezioni. Proprio perché si tratta di un momento così atteso dai bambini, quindi carico di emozioni e aspettative, è necessario che gli adulti lo gestiscano con attenzione e cautela, rendendolo un’occasione di crescita relazionale, oltre che cognitiva. La paura di affrontare persone nuove, nuovi compagni, di non saper rispondere alle richieste delle insegnanti, non scompare a 5-6 anni, anzi si rafforza. È quindi compito dell’adulto accogliere il bambino ma anche le sue paure, aiutandolo a riconoscerle e a saperle gestire. Allegato 2 Tenendo conto delle indicazioni di cui sopra, sia il mio team di laboratorio che gli altri presenti nella scuola ( lab. area linguistica; lab. area matematico/scientifica; lab. area motoria; lab. lingua inglese), abbiamo dedicato i primi incontri in laboratorio ad attività e giochi che fossero in grado di favorire la conoscenza e la collaborazione bambino-bambino, e bambino-insegnante. Favorendo la conoscenza tra i bambini, in un gruppo di pari, come accade nel laboratorio, si facilita molto anche la crescita degli stessi interessi, e la nascita di una sana competizione nell’intervenire quando si richiedono loro dei pareri o dei suggerimenti. Li si aiuta ad acquisire la consapevolezza che lavorando insieme si può trovare la soluzione ad un problema. Il numero di cinquenni presenti quest’anno a scuola, pari a 45, ci ha fatto decidere formare 3 gruppi: “La Luna”, “Le stelle”, e “Il Sole”, costituito ognuno da 15 bambini. In base all’organizzazione e alle turnazioni nei laboratori, in riferimento al progetto di pittura, i gruppi sono stati così assegnati ¾ gruppo “La Luna” → ¾ gruppo “Il Sole” → ¾ gruppo “Le Stelle” → insegnante C. Parisio insegnante C. M. Marcellino insegnante M. Greco L’arco temporale in cui si è svolto il progetto il periodo settembre - dicembre; gli incontri hanno avuto cadenza mensile: 5 incontri al mese dalle 13,30 alle 15,30, per complessive 40 ore per ciascun gruppo. L’impegno extrascolastico per noi insegnanti è stato di circa 20 ore pro-capite (funzione docente). Le fasi e le attività previste dal progetto sono state uguali per entrambi i gruppi; unica differenza è stata l’opera da analizzare e riprodurre: ¾ "Donna con uccello” per il gruppo La Luna; ¾ “Le scale attraversano l’azzurro come ruote di fuoco” per il gruppo IL Sole; ¾ "La speranza” per il gruppo Le Stelle. Per condurre in modo parallelo le attività con i due gruppi, come team docenti abbiamo ritenuto utile calendarizzare una serie di incontri, in orario extrascolastico, al fine di concordare sia le attività da proporre ai bambini, che di discutere/confrontarci sui risultati ottenuti e sulle eventuali indicazioni/proposte emerse nei gruppi di lavoro. Tra noi insegnanti del team di pittura si è creata una buona sintonia sia a livello metodologico che a livello didattico, e questo ci ha aiutate molto nella condivisione e preparazione dei materiali e nei momenti di confronto e valutazione del progetto. La scarsa disponibilità di fondi a disposizione della scuola, rispetto agli scorsi a.s., per pagare eventuali lezioni frontali di esperti d’arte con i bambini, ha reso necessario limitare la loro presenza alla sola formazione di noi docenti. Una scelta che ha presentato tutti i suoi limiti nel momento in cui abbiamo Allegato 2 dovuto spiegare il quadro ai bambini, cosa che siamo riuscite a fare ma non senza difficoltà. In questa circostanza l’uso di Internet è diventato fondamentale per poter reperire del materiale informativo che, oltre a darci una buona preparazione sul tema, ci consentisse anche di adattare la spiegazione all’età e alle conoscenze e competenze cognitivo-linguistiche dei nostri alunni. Alla luce delle attività e delle consegne che i bambini hanno dovuto affrontare, si può affermare che questo progetto ha contribuito a far crescere nei piccoli alunni la capacità di concentrazione e di attenzione. Imparare a coordinare il movimento della propria mano, per cercare di tracciare i segni con precisione, non rappresenta di certo una consegna semplice da realizzare per bambini di 5-6 anni. Al pari, anche la richiesta di descrivere il quadro ai propri compagni è stata di certo una richiesta impegnativa. Richiesta alla quale i bambini hanno saputo rispondere proprio grazie al clima di collaborazione che si è creato tra di loro; infatti, se qualcuno si bloccava o aveva difficoltà ad esprimersi, ecco che i compagni integravano, suggerivano, provavano in qualche modo ad aiutarlo. Oltre alle competenze legate alla motricità fine o all’acquisizione di saperi e competenze, i bambini sono cresciuti molto anche sotto il profilo dell’autonomia, sia personale ( indossare grembiulini per proteggere gli indumenti dalla tempera, lavare e asciugare bene le mani, etc.) che organizzativa. Gradualmente hanno imparato a gestire il materiale, a tenere ordinato il loro spazio di lavoro, a riporre correttamente gli oggetti. A 5-6 anni, imparare ad essere ordinati, o provare ad esserlo, ha un’importanza che va oltre l’acquisizione delle cosiddette “buone maniere”. Non è soltanto un problema di educazione: l’essere ordinati o provare ad esserlo aiuta anche la mente del bambino e lo abitua ad una certa metodicità ed autonomia. Valutando il progetto nel suo insieme, devo riconoscere che i bambini, nonostante le difficoltà incontrate, soprattutto nell’attendere il proprio turno per utilizzare spazi e materiali, hanno sempre manifestato grande interesse e partecipazione nei confronti delle attività pittoriche proposte da noi insegnanti. Interesse e partecipazione che sono cresciuti, ulteriormente, quando è arrivato il momento di realizzare il quadro vero e proprio, di dipingere sul pannello di compensato. Per noi insegnanti, questo progetto, è stata l’occasione per imparare, insieme ai nostri bambini, che esiste un modo diverso di guardare le cose, e di giocare con la geometria e le sue regole. Ma soprattutto, è stata l’occasione per metterci in gioco ed imparare, una volta di più, che modificare un percorso o una consegna, rimetterlo in discussione, è indice di professionalità, di capacità di riconoscere i propri limiti. Non ultimo, sia la preparazione di questo progetto che la sua documentazione ci hanno poste nelle condizioni di approfondire le nostre conoscenze “tecnologiche e informatiche”, sia per quanto riguarda Allegato 2 l’uso della macchina fotografica che di internet, quale strumento di ricerca per immagini, materiali e informazioni. A tal fine ho condiviso con le colleghe i materiali da me avuti tramite il corso Dol. Per documentare il lavoro svolto a scuola con i bambini ho scelto, sapendo come l’uso delle animazioni ben si presti a cogliere l’attenzione di soggetti così piccini, di utilizzare il programma di PowerPoint. Nella scuola dell’infanzia documentare è fondamentale: equivale a lasciare traccia del lavoro svolto, a non disperdere risorse, a far conoscere agli altri ciò che al suo interno accade, costruendo una memoria e una sua identità. Documentare non significa, come spesso è consuetudine fare, radunare ordinatamente schede e manufatti eseguiti dai bambini, o da noi adulti; documentare vuol dire avere coscienza dell’importanza: di rendere il lavoro realizzato a scuola fruibile, interessante, a chiunque ne prenda visione; di comunicare le scelte educative operate, le azioni e le esperienze didattiche attuate, i percorsi realizzati; di rafforzare i rapporti di collaborazione e facilitare la continuità educativa. Ma documentare vuol dire, soprattutto, consentire ai bambini di ripercorrere con la mente, appropriandosene, ciò che è stato fatto a scuola durante l’anno scolastico. Le conoscenze e le competenze informatiche, da me acquisite partecipando a corsi organizzati dalla scuola, o da enti privati, e in ultimo al corso Dol, hanno contribuito in questi anni a migliorare la modalità con la quale ho proceduto a documentare il lavoro realizzato, a scuola, da ciascun bambino. L’attività “Alla scoperta di Mirò….” è conclusa. Da gennaio l’organizzazione dei laboratori subirà delle modifiche, e alcune aree, come ad es. quella espressiva, verranno sostituite con altre (nello specifico con l’area scientifico/sperimentale).